CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL NUOVO SITO WEB DELLA BIBLIOTECA APOSTOLICA VATICANA ● INTERVENTO DELL’EM.MO CARD. JORGE MARÍA MEJÍA
● INTERVENTO DEL REV.MO DON RAFFAELE FARINA
● INTERVENTO DELL’ING. NICOLA ALIPERTI
Alle ore 11.30 di questa mattina, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, si tiene la Conferenza Stampa di presentazione del nuovo sito web della Biblioteca Apostolica Vaticana, progetto frutto della collaborazione tra Santa Sede ed Hewlett-Packard Company.
Prendono parte alla Conferenza Stampa l’Em.mo Card. Jorge María Mejía, Archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa, S.E. Mons. Claudio Maria Celli, Segretario dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, il Rev.mo don Raffaele Farina, Prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana; l’Ing. Nicola Aliperti, Amministratore Delegato della Hewlett-Packard Italiana e General Manager dell’Enterprise System Group, e il Dott. Ambrogio Piazzoni, Vice Prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana.
Pubblichiamo di seguito gli interventi dell’Em.mo Card. Jorge María Mejía, del Rev.mo don Raffaele Farina e dell’Ing. Nicola Aliperti:
● INTERVENTO DELL’EM.MO CARD. JORGE MARÍA MEJÍA
Siamo entrati di pieno nell’era dell’elettronica.
Una delle domande che il Bibliotecario riceve sempre, sia dai visitatori della Biblioteca Vaticana, compresi adesso anche i Vescovi in visita ad limina, sia dalle persone che se ne interessano, è la stessa: in quale misura e fino a quale punto la Biblioteca è informatizzata e se ad essa ed a suoi tesori bibliografici si può accedere per via elettronica.
La risposta è complessa. Vi sono dei possibili accessi elettronici ad alcune realtà della Biblioteca, non ad altre. Ad esempio, non è possibile leggere i nostri manoscritti o stampati sul proprio PC, anche se molte delle immagini dei medesimi manoscritti sono accessibili. Il catalogo degli stampati è già on line.
Adesso si fa un passo in più, grazie alle capacità tecnologiche dei nostri collaboratori del Centro Elaborazione Dati nonché alla tecnologia di punta dell’azienda Hewlett-Packard (HP), i cui rappresentanti sono qui tra noi e che ringrazio cordialmente.
Adesso infatti nel sito generale del Vaticano ci sarà un nuovo sito speciale per la Biblioteca Apostolica, di accesso comune, dove si potranno trovare cinque sezioni sulla Biblioteca, che elenco: 1. Storia e Struttura. 2. Catalogo. 3. Servizi. 4. Tesori della Biblioteca. 5. Informazioni varie.
Senza entrare per il momento nel merito di ciascuna di queste sezioni o capitoli, vorrei tuttavia segnalare alla vostra attenzione, il duplice principio che ha presieduto alla loro scelta e organizzazione. Da una parte, infatti, si è voluto che si avesse accesso alle conoscenze pratiche, utili per chi vuol accedere alla Biblioteca (Orari, Servizi, Uffici, Fondi vari, Criteri di ammissione ecc.) e per chi s’interessa di riproduzioni, fotocopie e così via. E dall’altra, sembrava necessario descrivere brevemente la nostra storia ma altresì mostrare alcuni dei nostri tesori bibliografici e artistici.
In questo modo, diventerà possibile farsi un’idea, tramite i mezzi elettronici della Biblioteca, del suo funzionamento e dei suoi contenuti. La Biblioteca Apostolica Vaticana, nella sua identità che è anzitutto storica in più sensi che uno, entra più pienamente nell’era elettronica.
[01669-01.01] [Testo originale: Italiano]
● INTERVENTO DEL REV.MO DON RAFFAELE FARINA
Il mio intervento riguarda la storia dell’informatizzazione della Biblioteca Vaticana, e ha l’intento di collocare l’avvenimento di quest’oggi nel posto che in tale storia gli compete.
L’automazione della Biblioteca Apostolica Vaticana ebbe inizio nella metà degli anni ‘80. Nel 1985, esattamente, nacque il catalogo elettronico degli stampati, quando il Prefetto P. Leonard E. Boyle prese la decisione di sospendere definitivamente la schedatura delle pubblicazioni su supporto cartaceo (schede), per passare alla schedatura su supporto informatico.
In realtà, già nel 1984 si era inaugurata una rete interna per la gestione informatica dell’amministrazione, degli acquisti dei libri e dei periodici, nonché delle richieste di riproduzione (fotocopie, microfilm, fotocolor, ecc.).
Ad ogni modo, per il catalogo elettronico delle pubblicazioni (monografie e periodici) fu scelto, in quegli anni, un programma - sviluppato dalla società franco-canadese GEAC Computer Corporation - denominato GLIS (Geac Library Information System), realizzato per gestire basi di dati numericamente elevate e diffuso in grandi biblioteche. Per la descrizione bibliografica venne adottato il formato internazionale US-MARC (United States MAchine Readable Cataloging – letteralmente : catalogazione leggibile dalla macchina), nato in area statunitense e ben noto agli specialisti di biblioteconomia (oggi tale formato si è evoluto nel cosiddetto MARC21). Questo formato venne impiegato inizialmente dalla Library of Congress di Washington e dalle biblioteche angloamericane, per poi diffondersi su larga scala in diversi ambiti geografici e linguistici. Tale scelta, in accordo alle normative catalografiche internazionali, manteneva e confermava una tradizione di lunghi e proficui rapporti di collaborazione della Biblioteca Vaticana con la Biblioteca del Congresso.
Mentre tutto ciò che di nuovo entrava in Biblioteca veniva catalogato secondo procedure informatiche, venne affrontato il problema della riconversione dalle schede dei tradizionali schedari cartacei al catalogo informatizzato. Il progetto (complesso e costoso) di recupero dei dati, dal supporto cartaceo a quello elettronico, vide poi la sua attuazione negli anni 1994-1996, impiegando circa un centinaio di giovani schedatori, quasi tutti ex-allievi della nostra Scuola di Biblioteconomia. In questa fase si è inserito l’apporto tecnico della IBM Italia.
Ma torniamo un passo indietro, agli inizi degli anni ‘90. La Vaticana avviò i primi tentativi di collegamento in rete con le biblioteche di altri tre istituti in Roma: la Libera Università Maria Santissima Assunta (LUMSA), l’American Academy in Rome e l’Istituto Svedese di studi classici. Quest’esperienza, volta alla costituzione di un catalogo collettivo, venne via via condivisa da altre biblioteche, le cui collezioni avevano un indirizzo simile a quello della Vaticana. All’iniziativa parteciparono soprattutto le biblioteche delle accademie internazionali in Roma. Tale rete informatizzata fu denominata URBS (Unione Romana Biblioteche Scientifiche), il cui atto costitutivo venne stipulato nel 1996. Fanno oggi parte di URBS sedici biblioteche di altrettanti Istituti - per lo più specializzati in storia dell’arte, storia ed archeologia - e Biblioteche di ateneo.
Nella sua cronistoria, l’automazione della Biblioteca Vaticana vide un importante cambiamento nel 1994, con il passaggio dal già menzionato sistema GLIS (Geac Library Information System) al sistema denominato Advance (anche quest’ultimo sviluppato dalla società franco-canadese GEAC). Questo cambiamento fu significativo, in quanto consentì una migliore gestione degli indici e dunque della ricerca nel catalogo nonché l’interrogazione in Internet dell’OPAC (catalogo pubblico in linea).
I collegamenti agli OPAC che allora si potevano realizzare in Internet (detti "telnet") riguardavano informazioni puramente testuali. Il sistema Advance, evolutosi in diverse versioni, consente oggi, oltre alla consultazione testuale in "telnet", anche l’interrogazione del catalogo, con uso di interfaccia grafica in ambiente Web. La ricerca bibliografica fruibile nel WebOPAC (il catalogo pubblico nel Web) è conforme agli standard di ricerca adottati dalla Conferenza delle biblioteche nazionali europee (secondo il protocollo Z39.50). L’anno che vide l’apertura del WebOPAC della Biblioteca Vaticana fu il 1999. - Noto, per inciso, che, dalle statistiche della Conferenza, il Catalogo on line della Biblioteca Vaticana risulta il più consultato tra le Biblioteche Nazionali Europee.
Qualche parola su alcune novità dell’attuale sistema informatico della Vaticana. Dal 2000, sono operanti i progetti di digitalizzazione e di descrizione catalografica dei materiali non librari quali, ad esempio, il materiale grafico (stampe, incisioni e disegni) del Gabinetto delle stampe e il materiale numismatico (monete e medaglie) del Gabinetto numismatico. La base di dati della Biblioteca Vaticana presenta oggi un catalogo pubblico in cui si trovano descrizioni, oltre che di libri e di riviste, di stampe, di incisioni, di disegni, di matrici calcografiche, di fotografie, di monete e medaglie o, ancora, di spartiti musicali, di registrazioni sonore, di CD-ROM, per un ammontare di circa 700.000 registrazioni bibliografiche. In corso d’opera è inoltre la catalogazione informatica dei manoscritti, le cui descrizioni saranno presto disponibili nel Web con i relativi corredi illustrativi.
Nel WebOPAC della Vaticana, associate alle descrizioni bibliografiche sono presenti le immagini delle stampe e delle incisioni, frutto di una campagna di digitalizzazione non ancora conclusa. E’ possibile evidenziare i dettagli delle immagini digitali grazie a degli ausili tecnici che consentono, ad esempio, gli ingrandimenti e la rotazione delle immagini. Per la tutela del copyright, i materiali iconografici sono protetti nel WebOPAC da filigrane digitali, apposte su ciascuna immagine. Tale tecnica d’inserimento di elementi multimediali è in corso di applicazione anche per le monete e le medaglie.
Un accenno, per finire, all’incremento della rete interna della Biblioteca, che offre agli studiosi servizi di consultazioni bibliografiche aggiornate in tutte le principali lingue europee, e accesso alle fonti informatizzate della Patrologia Latina, dei testi classici greci e latini e di alcuni periodici, tra i quali anche l’intera collezione de "L’Osservatore Romano". Tali preziosi servizi potranno essere estesi a breve termine anche agli utenti della rete che collega i Dicasteri della Curia Romana.
Di altri importanti progetti, che sono in corso di realizzazione nella Biblioteca Apostolica Vaticana, si dirà in altra occasione.
[01670-01.01] [Testo originale: Italiano]
● INTERVENTO DELL’ING. NICOLA ALIPERTI
Questo progetto sfrutta le potenzialità offerte dalla tecnologia per promuovere la conoscenza del patrimonio artistico e culturale di una delle biblioteche più prestigiose e conosciute nel mondo. Pubblicare un sito Web che contiene un’ampia raccolta di immagini digitalizzate e indicizzate delle opere più preziose e di una selezione dei volumi della Biblioteca Apostolica Vaticana significa rendere disponibili al pubblico, al di fuori di qualsiasi vincolo fisico di tempo e di luogo, un insieme di testimonianza uniche, la cui consultazione sarebbe altrimenti riservata solamente a un ristretto gruppo di studiosi; ciò a fini di ricerca, naturalmente, ma anche semplicemente per il piacere di ammirare queste opere senza correre il rischio di comprometterne la conservazione.
HP non è nuova a iniziative simili per avvicinare il grande pubblico al patrimonio culturale dell’umanità: iniziative in cui la tecnologia di calcolo e di imaging hanno potuto portare alla digitalizzazione e riproduzione anastatica di libri antichi (Herbe Pincte, in collaborazione con la Civica Biblioteca "Angelo Mai" di Bergamo), alla riproduzione digitale di dipinti a partire da rilievi riflettografici all’infrarosso (Oltre il visibile, in collaborazione con il Dipartimento di Ottica del Politecnico di Milano e con l’Accademia di Brera), e all’archiviazione su supporto ottico di una ricca collezione di bozzetti per costumi e di registrazioni fonografiche originali del Museo del Teatro alla Scala di Milano.
[01671-01.01] [Testo originale: Italiano]