CONFERENZA STAMPA PER LA PRESENTAZIONE DEL GIUBILEO DEGLI ARTIGIANI E LAVORATORI ● INTERVENTO DI S.E. MONS. CRESCENZIO SEPE
● INTERVENTO DI S.E. MONS. FERNANDO CHARRIER
● INTERVENTO DEL PROF. PASQUALE TROÌA
Alle ore 11.30 di oggi, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede si tiene la Conferenza Stampa per la presentazione del Giubileo degli Artigiani e Lavoratori.
Prendono parte alla Conferenza Stampa S.E. Mons. Crescenzio Sepe, Segretario Generale del Comitato Centrale del Grande Giubileo dell’Anno 2000, S.E. Mons. Martin Diarmuid, Segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, S.E. Mons. Fernando Charrier, Presidente del Comitato per la preparazione delle Giornate giubilari del mondo del lavoro, Mons. Mario Operti, Direttore dell’Ufficio Nazionale problemi sociali e lavoro della CEI e il Prof. Pasquale Troìa, Docente presso la Pontificia Università Lateranense.
Pubblichiamo di seguito gli interventi di S.E. Mons. Crescenzio Sepe, di S.E. Mons. Fernando Charrier e del Prof. Pasquale Troìa:
● INTERVENTO DI S.E. MONS. CRESCENZIO SEPE
Il Giubileo degli Artigiani, che significativamente si celebrerà il prossimo 19 marzo, festività di S. Giuseppe, patrono degli artigiani, si inserisce a pieno titolo nello spirito autentico del Grande Giubileo del 2000.
Poichè l’Evento dell’Incarnazione e della Nascita di Cristo, Mistero centrale della fede cristiana assieme a quello Pasquale, riguarda l’intera società umana, il Comitato Centrale, seguendo le indicazioni del Santo Padre, ha voluto tenere in giusta considerazione anche l’aspetto sociale del Giubileo. Fin dal primo momento, infatti, ha accolto le numerose richieste pervenute da vari gruppi di diversi ambiti sociali (tra cui, quello dei lavoratori il 1E maggio), i quali desiderano vivere spiritualmente il Giubileo, uniti dalle loro professioni e occupazioni sociali, per offrire a Dio i frutti del loro lavoro nello spirito giubilare.
D’altra parte, il Giubileo è nato nel Vecchio Testamento con questa forte caratterizzazione sociale, anche se nel Nuovo Testamento questa connotazione ha acquistato più specificamente la forma della carità. Di questa carità è ricca tutta la storia della Chiesa ed è sostanziata la spiritualità giubilare: non esiste giubileo senza carità, come non ci può essere carità, oggi, senza essere permeata dai contenuti propri del Giubileo.
Tutto questo, come sapete, è stato ampliamento esposto e approfondito dal Santo Padre sia nei due documenti principali sul Giubileo (TMA 3,13, 42, 51 ecc; Inc. Myst. 12, 13 ecc), sia in numerosi Discorsi e Omelie aventi per oggetto il Giubileo.
Nell’ottima preparazione fino ad ora svolta presso le sue associazioni artigiane dal Comitato organizzatore, che, qui intendo ringraziare, si evince che il Giubileo degli artigiani vuol essere una presa di coscienza della grande dignità umana e cristiana di chi lavora per rendere più bella l’opera spesso creatrice e trasformante della realtà.
Si vuol dare così all’opera materiale un’anima che arricchisce non solo chi la realizza ma la rende utile e preziosa agli occhi di quanti l’ammirano o desiderano acquistarla.
Tutto ciò è iscritto nella natura umana dell’uomo, che è chiamato dal Creatore a perfezionare la creazione e a renderla più simile al suo Creatore, come insegna il Concilio Vaticano II.
Significativo è anche il gesto concreto di carità che gli artigiani intendono fare in questo loro Giubileo, come sarà esposto dal Prof. Troia.
Auguro che in questa giornata giubilare tutti possono ammirare non solo il prezioso lavoro materiale degli artigiani, ma cogliere anche la loro testimonianza umana e cristiana.
[00568-01.02] [Testo originale:italiano]
● INTERVENTO DI S.E. MONS. FERNANDO CHARRIER
I Giubilei dei lavoratori, che si articolano nei tre appuntamenti del 19 di marzo per gli artigiani, del 1E di Maggio per i lavoratori dipendenti, gli imprenditori e dirigenti, i cooperatori, gli operatori della finanza e del commercio, del 12 novembre per il mondo agricolo e la salvaguardia del creato, hanno in comune la caratteristica di voler celebrare con il S. Padre il lavoro sia per i suoi valori umani sia alla luce della fede.
Questo incontro con il Papa, considerato da tutti i lavoratori una autorità morale e un punto di riferimento comune, vuol essere una festa, un gesto di riconoscenza e un impegno a realizzare, anche nel lavoro, quella "civiltà dell'amore" che richiede verità, giustizia, solidarietà ed equità.
Il lavoro nel mondo presenta situazioni di difficoltà e di disagio, e, a volte, di vera illegalità. La festa con il Papa, Padre comune, aiuta a farsi carico delle situazioni più difficili attraverso una solidarietà effettiva, cioè con "la determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene comune: ossia per il bene di tutti e di ciascuno, perché tutti siano veramente responsabili di tutti" (SRS n. 38)
Il popolo dei lavoratori, pur nelle sue diverse espressioni, vuole operare per una società sempre più giusta e sempre più rispettosa della dignità dell'uomo, convinto che è l'uomo ha dare dignità al lavoro e non viceversa.
La celebrazione delle giornate giubilare del mondo del lavoro sono anche, e prima di tutto, momenti di fede e di ringraziamento al Padre celeste per i suoi doni. Con la Celebrazione eucaristica si vivrà il lavoro alla luce della croce e della risurrezione di Cristo, il quale durante la sua vita terrena "non solo proclamava, ma prima di tutto compiva con l'opera il Vangelo a lui affidato, la parola dell'eterna Sapienza… Ed era egli stesso uomo del lavoro, del lavoro artigiano come Giuseppe di Nazareth" (LE n. 26).
Il pellegrinaggio delle varie componenti del mondo del lavoro per l'incontro con Cristo Signore solleciterà l'impegno a realizzare quel rinnovamento nei rapporti umani che tutti auspicano, purificando la propria memoria per costruire una nuova cultura di solidarietà e di cooperazione.
[00569-01.01] [Testo originale:italiano]
● INTERVENTO DEL PROF. PASQUALE TROÌA
Per le celebrazioni della Veglia e del Giubileo degli artigiani si cercava un logo, un simbolo nel quale un po’ tutti gli artigiani ritrovassero il proprio lavoro e la propria identità. Non c’è stato alcun dubbio nell’identificare nelle mani il logo simbolico del lavoro artigianale.
L’artigiano è colui che fa della mano l’espressione operativa e simbolica di quelle molteplici forme di arte, di ingegnosità e di personalità che caratterizzano il suo lavoro.
L’artigiano con il lavoro delle mani plasma una materia e la trasforma in un prodotto tipicamente unico, personale, artigianale. Un prodotto che trova nel mercato la sua via di distribuzione e di soddisfazione di bisogni. Ma un prodotto che è anche espressione di un’intenzione creativa dell’artigiano. In questa prospettiva il lavoro dell’artigiano si configura anche come un lavoro che assume una sua spiritualità.
La spiritualità del lavoro artigianale deriva non solo dal fatto che le opere dell’artigiano sono generate dallo spirito dell’uomo, ma soprattutto perché, nella visione cristiana, sono frutto dell’ispirazione creativa e vivificante che lo Spirito Santo dona ad ogni cristiano nella misura in cui si dispone ad essere continuatore dell’opera creatrice di Dio Padre e dell’opera ri-creatrice del Figlio.
Le mani dell’artigiano, quindi, rendono contemporanea e attuale l’opera creativa di Dio che nella Bibbia viene indicata con l’espressione "la mano di Dio, lo Spirito di Dio".
L’arte della mano di Dio Padre crea e plasma l’uomo, sulle palme delle sue mani disegna Gerusalemme, con la sua mano onnipotente salva gli uomini e li libera da ogni schiavitù; e con le stesse mani scolpisce la Torah e dona frutti ed opere che possono salvare ogni uomo di buona volontà.
Il Figlio di Dio, Gesù di Nazareth, il Cristo, con le sue mani accarezza i bambini, fa miracoli, benedice e orienta i suoi insegnamenti con le dita delle sue mani, come spesso si può osservare nelle opere d’arte. E le mani del Figlio di Dio, nato da Maria, hanno fatto lo stesso lavoro che oggi fanno molti artigiani: hanno lavorato nella bottega del padre di Gesù, Giuseppe il falegname, il carpentiere, l’artigiano di Nazareth eletto a patrono della Chiesa, dei lavoratori e degli artigiani. Perché, secondo la tradizione ebraica, "chi non educa il proprio figlio al lavoro, lo condanna ad essere un ladro": Ed è con l’espressione "Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe il carpentiere… e sua madre non si chiama Maria..."che Gesù Cristo viene identificato e riconosciuto dalla gente.
I Vangeli ispirati non raccontano nulla di questo lavoro in comune tra Giuseppe e Gesù, ma alcuni vangeli e scritti apocrifi raccontano e sottolineano con molta tenerezza il rapporto tra Gesù e Giuseppe, e soprattutto le preoccupazioni paterne che Giuseppe ha verso Gesù, quando tenta di mandarlo a scuola e quando lavorano insieme in bottega o quando – quasi come pendolari o immigrati- andavano per i villaggi della Galilea e della Giudea, chiamati come artigiani per fare die lavori.
L’anno di grazia del Giubileo offre agli artigiani la possibilità di riscoprire le mani come dono di Dio e il loro lavoro come dono di carità e di misericordia verso gli uomini. Perché Dio ha bisogno anche delle mani degli artigiani per costruire opere di pace, di carità e di solidarietà, perché Dio riempie di saggezza gli artigiani e capaci di realizzare ogni sorta di lavoro e ideatori di progetti. (Esodo 35,35), così che ogni artigiano e ogni artista ha fiducia nelle proprie mani. (Siracide 38,31-34).
Queste brevi considerazioni trovano eco e risonanza nei due momenti di celebrazione del Giubileo degli artigiani:
1. la Veglia di preghiera (in san Giovanni in Laterano, sabato 18 marzo 2000, ore 21). Il testo della veglia, pubblicato in un accurato e artistico libretto, come le dita di una mano evidenzia quattro ambiti di operosità di cui il quinto è il canto che accompagna il lavoro di ogni artigiano. E quattro artigiani durante la veglia proporranno le loro testimonianze per raccontare in che modo le mani di un artigiano lavorano e faticano, creano con ingegno ed arte, testimoniano la carità e la solidarietà, pregano.
2. la celebrazione della santa Messa con il Santo Padre (in piazza san Pietro, domenica 19 marzo 200, ore 10, preceduta da due ore di preparazione alla santa Messa con canti, interviste, letture di testi riguardanti la figura di san Giuseppe e il Giubileo degli artigiani). E nel momento liturgico in cui l’uomo presenta a Dio i frutti del proprio lavoro (l’offertorio), il Papa riceverà dalle mani di alcuni rappresentanti degli artigiani e dei restauratori i seguenti doni, simboli di doni più concreti che le organizzazioni degli artigiani si impegnano a realizzare:
OFFERENTE | DONO OFFERTO AL PAPA COME SIMBOLO DI… | …DI UN DONO REALE |
ACAI Associazione Cristiana Artigiani Italiani | Oggetto artistico religioso… | per una nuova chiesa in costruzione |
CASA Confederazione Autonoma Sindacati Artigiani | una lampada simbolo di vita… | che vuole testimoniare l’impegno della CASA a sostenere un centro di formazione religiosa in India per le giovani che aspirano alla vita consacrata e un centro di formazione professionale per i giovani, finalizzato all’inserimento nel mondo del lavoro |
CLAAI Confederazione delle Libere Associazioni Artigiane Italiane | Libro delle "Sequentiae" di canti gregoriani, realizzato dal laboratorio artigiano Officina Tipografico Tallone di Alpignano (Asti), stampato su carta Magnani di Pescia, con composizione a mano adoperando i caratteri musicali fusi a Parigi nel 1898 sotto l’egida dei Padri benedettini di Solesmes come simbolo del… | dono di una borsa di studio per un giovane sacerdote che intende specializzarsi e approfondire gli studi così da poter poi essere più qualificato ed utile nel suo lavoro ecclesiale e pastorale |
CNA Confederazione Nazionale dell’Artigianato | Una ceramica che raffigura il marchio che individua le imprese artigiane sensibili al reinserimento dei disabili nel mondo del lavoro… come simbolo della… | Opera di formazione e riqualificazione professionale dei portatori di handicap |
Confartigianato | un mattone. come simbolo di una costruzione… | Costruzione di un edificio nella missione cattolica di Soddo Hosanna in Etiopia, che verrà adibito a scuola per insegnare ai giovani locali i mestieri artigiani, affinché siano in grado di lavorare nelle proprie terre senza essere costretti ad emigrare. La Confartigianato si impegna inoltre a mettere a disposizione gli insegnanti artigiani. |
Istituto di Restauro di Roma e Palazzo Spinelli di Firenze | un pannello realizzato dagli studenti delle scuole di restauro, affrescato secondo le tecniche michelangiolesche, che riproduce il particolare della mano di Dio che si protende verso la mano dell’uomo così come dipinto da Michelangelo nella Cappella Sistina, come simbolo mondiale del restauro e simbolo del restauro del secolo Come simbolo del dono di… | dono di una scuola di restauro in Etiopia per educare i giovani all’arte del restauro e alla ricostruzione della propria identità mediante la valorizzazione del proprio patrimonio artistico e culturale |
In questo spirito di valorizzazione umana e cristiana del lavoro, il Giubileo degli artigiani è un’opportunità per riscoprire una dimensione di carità e di solidarietà del lavoro e soprattutto di quel lavoro artigianale caratterizzato dalla personalità dell’artigiano e dalla unicità del suo lavoro.
[00570-01.02] [Testo originale:italiano]