MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA 47ma SESSIONE DEL CONSIGLIO DEI GOVERNATORI DEL
"FONDO INTERNACIONAL DE DESARROLLO AGRÍCOLA"
(FONDO INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO AGRICOLO, IFAD)
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Signor presidente del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo,
signori delegati e rappresentanti permanenti degli Stati membri,
distinti signori e signore,
Sono lieto di rivolgermi a voi in occasione di questo incontro del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo e colgo l’occasione per trasmettervi il mio cordiale saluto. Desidero ringraziarvi per l’impegno, il tempo e le energie che dedicate a lottare per un mondo migliore, dove nessuno veda lesa la propria dignità e dove la fraternità diventi una realtà, fonte di gioia e di speranza per tutti.
Oggi, il nostro mondo si trova di fronte a una dicotomia straziante. Da un lato, milioni di persone sono afflitte dalla fame mentre, dall’altro, una grande insensibilità si manifesta nello spreco di cibo. Gli alimenti che ogni anno si buttano via generano masse di gas a effetto serra, mentre una distribuzione corretta basterebbe ad alimentare tutti quelli che soffrono la fame.
Sono tempi di precarietà. Stiamo portando il mondo a limiti pericolosi: il clima sta cambiando, le risorse vengono saccheggiate; i conflitti e la crisi economica minacciano la sussistenza di milioni di persone. Di fronte alla crisi, le comunità rurali sono le prime a essere colpite, poiché non dispongono delle risorse per far fronte alla situazione generata dal cambiamento climatico e dalle ostilità, e si vedono escluse dall’accesso al finanziamento. Anche i popoli indigeni sono vittime di sofferenze, privazioni e abusi. Sebbene le loro conoscenze sulla gestione delle risorse naturali e il loro legame con l’ambiente possano contribuire a conservare la biodiversità.
Un altro gruppo trascurato sono le donne, pilastro di più della metà delle famiglie che soffrono d’insicurezza alimentare nelle zone rurali, dove inoltre molti giovani sono privi di formazione, risorse e opportunità. La gioventù è il futuro delle nostre comunità rurali e in essa risiede un importante potenziale di innovazione e di cambiamento positivo.
Signor presidente, questa realtà ci spinge a far fronte ai problemi esistenti, in particolare, alla fame e alla miseria, non accontentandoci di strategia astratte o impegni irrealizzabili, ma coltivando la speranza che nasce da un’azione collettiva. Collaboriamo alla costruzione di un sistema agricolo e alimentare più inclusivo. A ciò contribuiranno anche i programmi di ricerca e tecnologia volti a favorire un’agricoltura sostenibile e rispettosa dell’ambiente. È inoltre fondamentale eliminare lo spreco alimentare e sostenere una distribuzione equa delle risorse. Il solo fatto di investire nel trasporto e nello stoccaggio può ridurre le perdite dei piccoli agricoltori, che producono un terzo degli alimenti che si consumano ogni giorno.
Invoco l’aiuto divino su tutti voi, affinché la saggezza, l’empatia e uno spirito di leale cooperazione e servizio guidino le vostre deliberazioni e si possano eliminare le cause dell’esclusione, la povertà e la cattiva gestione delle risorse, oltre agli effetti delle crisi climatiche. Che le vostre proposte e azioni riflettano i valori universali di giustizia, solidarietà e compassione, e siano orientate al bene comune e al lavoro per la pace e l’amicizia sociale, generando cambiamenti a favore dello sviluppo integrale dell’umanità.
Vaticano, 2 febbraio 2024.
Francesco
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L'Osservatore Romano, Anno CLXIV n. 38, giovedì 15 febbraio 2024, p. 7.
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