MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AL I CONGRESSO LATINOAMERICANO DI PASTORALE FAMILIARE
CHE SI SVOLGE DAL 4 AL 9 AGOSTO A CITTÀ DI PANAMA
Cari fratelli:
Mi unisco col cuore a tutti i partecipanti a questo i Congresso latinoamericano di Pastorale familiare, organizzato dal Celam, e mi congratulo per questa iniziativa a favore di un valore tanto caro e importante oggi nelle nostre nazioni.
Che cos’è la famiglia? Al di là dei suoi problemi più pressanti e delle sue necessità perentorie, la famiglia è un “centro di amore”, dove regna la legge del rispetto e della comunione, capace di resistere all’impeto della manipolazione e della dominazione da parte dei “centri di potere” mondani. Nel cuore della famiglia, la persona si integra con naturalezza e armonia in un gruppo umano, superando la falsa opposizione tra individuo e società. In seno alla famiglia, nessuno viene messo da parte: vi troveranno accoglienza sia l’anziano sia il bambino. La cultura dell’incontro e del dialogo, l’apertura alla solidarietà e alla trascendenza hanno in essa la sua origine.
Per questo, la famiglia costituisce una grande “ricchezza sociale” (cfr. Benedetto XVI, Lettera enc. Caritas in veritate, 44). In questo senso, vorrei sottolineare due apporti primari: la stabilità e la fecondità.
Le relazioni basate sull’amore fedele, fino alla morte, come il matrimonio, la paternità, l’essere figli o fratelli, si apprendono e si vivono nel nucleo familiare. Quando queste relazioni formano il tessuto basico di una società umana, le donano coesione e consistenza. Non è quindi possibile fare parte di un popolo, sentirsi prossimo, prendersi cura di chi è più lontano e sfortunato, se nel cuore dell’uomo sono spezzate queste relazioni fondamentali, che gli danno sicurezza nell’apertura verso gli altri.
Inoltre, l’amore familiare è fecondo, e non soltanto perché genera nuove vite, ma perché amplia l’orizzonte dell’esistenza, genera un mondo nuovo; ci fa credere, contro ogni scoraggiamento e disfattismo, che una convivenza basata sul rispetto e la fiducia è possibile. Di fronte a una visione materialista del mondo, la famiglia non riduce l’uomo allo sterile utilitarismo, ma offre un canale per la realizzazione dei suoi desideri più profondi.
Infine, vorrei dirvi che, grazie all’esperienza fondante dell’amore familiare, l’uomo cresce anche nella sua apertura a Dio come Padre. Per questo il Documento di Aparecida afferma che la famiglia non deve essere considerata soltanto oggetto di evangelizzazione, ma anche agente di evangelizzazione (cfr. nn. 432, 435). In essa si riflette l’immagine di Dio che nel suo mistero più profondo è una famiglia e, in questo modo, permette di vedere l’amore umano come segno e presenza dell’amore divino (Lettera enc. Lumen fidei, 52). Nella famiglia la fede si assorbe insieme al latte materno. Per esempio, quel gesto semplice e spontaneo di chiedere la benedizione, che si conserva in molte delle nostre nazioni, riflette perfettamente la convinzione biblica secondo cui la benedizione di Dio si trasmette di padre in figlio.
Coscienti del fatto che l’amore familiare nobilita tutto ciò che fa l’uomo, dandogli un valore aggiunto, è importante incoraggiare le famiglie a coltivare relazioni sane tra i propri membri, a saper dirsi l’un l’altro “scusa”, “grazie”, “per favore”, e a rivolgersi a Dio usando il bel nome del Padre.
Che Nostra Signora di Guadalupe ottenga da Dio abbondanti benedizioni per le famiglie d’America e le renda fonti di vita, di concordia e di una fede robusta, alimentata dal Vangelo e dalle buone opere. Vi chiedo il favore di pregare per me, perché ne ho bisogno.
Fraternamente,
Francesco
L'Osservatore Romano n. 179, 7 agosto 2014
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