COMUNICATO STAMPA
PRESENTAZIONE DELLA NUOVA RIVISTA
“POLYEDRUM: CULTURA ET EDUCATIO”
Nasce la rivista POLYEDRUM: Cultura et Educatio, espressione del Dicastero per la Cultura e l’Educazione. L’evento di presentazione del primo numero si terrà a Venezia, presso il Palazzo Ducale (Sala del Piovego), mercoledì 6 novembre alle ore 15.00.
Dopo i saluti di Sua Eminenza il Cardinale José Tolentino de Mendonça, Prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, del Dott. Fabrizio Magani, Soprintendente per l’Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna e del Prof. James P. Burns, Presidente della Saint Mary’s University of Minnesota, ente finanziatore della rivista, interverranno: Sua Eccellenza Mons. Giovanni Cesare Pagazzi, Segretario del Dicastero per la Cultura e l’Educazione e curatore del primo fascicolo, la Dott.ssa Mirta d’Argenzio, curatrice del saggio visivo di Portia Zvavahera, la Prof.ssa Elena Beccalli, Magnifico Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
POLYEDRUM raccoglie e rilancia in modo profondamente rinnovato l’eredità delle riviste Educatio Catholica e Culture e Fede, che erano rispettivamente espressione della Congregazione per l’Educazione Cattolica e del Pontificio Consilio per la Cultura: con la Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium, del 19 marzo 2022, infatti, il Santo Padre ha fatto confluire i due dipartimenti nel nuovo Dicastero per la Cultura e l’Educazione.
Il titolo, POLYEDRUM, indica l’assunzione dell’approccio alla realtà, auspicato da Papa Francesco fin dall’esordio del suo pontificato: “Il modello non è la sfera, che non è superiore alle parti, dove ogni punto è equidistante dal centro e non vi sono differenze tra un punto e l’altro. Il modello è il poliedro, che riflette la confluenza di tutte le parzialità che in esso mantengono la loro originalità” (Evangelii gaudium 236). La rivista, infatti, affronta poliedricamente gli argomenti trattati, grazie alla diversità degli approcci offerti dalle molteplici discipline e arti convocate.
La periodicità di POLYEDRUM è annuale. La rivista è pubblicata come quaderno monografico, che presenta una raccolta dei migliori saggi su un preciso argomento, selezionati da un comitato di lettura internazionale e apparsi negli ultimi due anni dalle riviste delle Scuole cattoliche, delle Università cattoliche, delle Facoltà di teologia e dei Centri culturali che compongono la straordinaria rete internazionale educativa e culturale della Santa Sede.
L’intento è recepire, promuovere e mettere in circolo l’eccellenza ovunque essa si manifesti: nei luoghi considerati “centro” e in quelli ritenuti “periferie”. Così facendo, s’intende corrispondere all’invito di Papa Francesco circa l’“urgenza” di “fare rete” tra le diverse istituzioni educative e culturali della Chiesa (Veritatis gaudium, Proemio 4 d).
L’argomento del primo quaderno di POLYEDRUM è l’intelligenza e la molteplicità delle sue forme: Intelligenze multiple / Multiple Intelligences. Il tema dell’intelligenza sta occupando nuovamente la scena sociale e accademica a motivo della cosiddetta Generative artificial intelligence. L’attenzione si è intensificata a partire dal 2022, quando l’arrivo di Chat-GPT e di altri chatbot hanno catturato l’immaginazione pubblica, mostrando la straordinaria velocità del progresso tecnologico nello sviluppo delle potenzialità del mondo digitale. La discussione si è polarizzata sugli esiti eventualmente minacciosi della Generative artificial intelligence per l’umanità, o sui suoi irrinunciabili apporti a beneficio della stessa. L’approccio poliedrico al mistero dell’intelligenza è la condizione primaria per evitare reazioni scomposte che producono ossessioni e fissazioni lontane dalla realtà, la quale è – in ogni caso – superiore a qualsiasi idea astratta.
Oltre alle logiche accademiche, la rivista offrirà spazio ad altre forme di intelligenza, come quelle artistiche e per questo ogni quaderno di Polyedrum ospiterà il lavoro di un artista, dando spazio alla sua forma di pensiero.
L’artista scelta per questo primo numero è Portia Zvavahera, una pittrice africana profondamente immersa nella cultura ancestrale del suo popolo. Così la presenta Mirta d’Argenzio nel suo saggio visivo e nel testo inedito di introduzione: “Ho visitato Portia Zvavahera nel suo studio ad Harare, in Zimbabwe, dove ho trascorso con lei dieci giorni, assistendo al processo di creazione degli ultimi quadri da lei ideati e dipinti in serie, destinati a illustrare il nostro progetto sull’intelligenza. Nel suo caso intelligenza espressa nel fare dell’arte e attraverso la pratica della sua pittura. La mia scelta curatoriale è stata condivisa con l’artista, che ha deciso di mettere a disposizione di questo progetto alcune fra le opere per lei più significative, finora inedite. Mi ha permesso di entrarci con lei. Insieme a Portia ho selezionato e costruito la sequenza di opere che mi ha aiutato a porre in relazione le une con le altre, svelandomi nei giorni trascorsi in studio, le sue più intime e segrete paure, legate all’elaborazione del quadro e alla creazione di alcune immagini ricorrenti, che la accompagnano da anni, perlopiù legate ai suoi sogni. Sogni personali, che sono immagini di pensiero, racconti involontari che parlano di noi.”