Presentazione della Mostra
ANTONIO CANOVA
NEI MUSEI VATICANI
Città del Vaticano, 20 ottobre 2023 - Martedì 24 ottobre, la Direzione dei Musei Vaticani presenterà Antonio Canova nei Musei Vaticani, un ampio progetto espositivo diffuso e dedicato a celebrare la figura e l'opera del celebre scultore italiano che nelle collezioni pontificie svolse anche un ruolo istituzionale di rilievo: sovrintendente, direttore e figura fondamentale per il recupero delle opere prelevate dalle campagne napoleoniche, la sua poliedrica personalità deve necessariamente essere presentata in più direzioni.
Per questi motivi l’iniziativa espositiva – che si pone in chiusura delle celebrazioni canoviane del 2022-2023 - è stata curata da Alessandra Rodolfo, curatore del Reparto per l’Arte dei Secoli XVII-XVIII, ed ha visto il coinvolgimento diretto del direttore, Barbara Jatta, e si articola in diverse sezioni all'interno dei Musei Vaticani, offrendo ai visitatori l’eccezionale possibilità di ammirare una vasta selezione di opere di Canova, che ne mettono in luce l'importanza e l'influenza nell'arte del suo tempo e ne evidenziano la personalità e la maestria tecnica.
“Negli anni cruciali dell’occupazione napoleonica e della Restaurazione – commenta Barbara Jatta, direttore dei Musei Vaticani – Antonio Canova fu personaggio fondamentale per la politica culturale papale che ne valorizzò le doti organizzative, lo spirito di servizio, l’interesse verso la tutela e la salvaguardia del patrimonio artistico che fu affidato al suo vigile controllo. I Musei Vaticani devono tanto a questo personaggio straordinario ed è per questo che abbiamo inteso celebrarlo”.
Sala delle Dame – L’iniziativa offre anche l’occasione per aprire al pubblico della Sala delle Dame al cui interno sono stati collocati opere, bozzetti e gessi realizzati dal Canova insieme ad opere di artisti a lui vicini, quali Giuseppe De Fabris e Cincinnato Baruzzi. La sala è tra le più raffinate dei Musei Vaticani e fino ad oggi non accessibile ai visitatori. Realizzata grazie a papa Paolo V Borghese tra il 1608 e il 1609 fu lo stesso pontefice che decise di commissionare a Guido Reni i meravigliosi affreschi della volta raffigurante la Pentecoste, la Trasfigurazione e l’Ascesa al cielo. Le preziose decorazioni delle pareti immergono il visitatore in un’atmosfera ottocentesca, in piena sintonia con le opere canoviane.
“Nella seicentesca Sala della Dame, – afferma Alessandra Rodolfo, curatore del Reparto per l’Arte dei Secoli XVII-XVIII. – impreziosita nella volta dagli affreschi di Guido Reni, è stato collocato il gruppo di opere canoviane, per lo più di soggetto religioso, provenienti dell’eredità del cardinale Placido Zurla. L’allestimento giunge al termine di un luogo progetto finalizzato a restituire al pubblico tutte le opere vaticane del grande Maestro”
Sala XVII della Pinacoteca Vaticana – Di consueto utilizzata come spazio per presentare le iniziative espositive di Museums at Work, è questa volta destinata a ricreare l’atmosfera dello "studio romano” dello scultore il quale, nel 1783, stabilì il suo atelier tra via delle Colonnette e via di San Giacomo, oggi via Antonio Canova. Meta obbligata dei viaggiatori del Grand Tour, diplomatici, aristocratici ed intellettuali dell’epoca frequentavano le sale insieme ai giovani scultori desiderosi di ottenere i preziosi insegnamenti del Maestro e di inserirsi nella complicata realtà artistica romana.
In mostra, oltre al potente busto di Papa Pio VII realizzato da Canova, vi è anche un modellino dello Studio canoviano dove, sul prospetto principale e su quello laterale dell’edificio si trovano inseriti antichi frammenti di sculture ed elementi architettonici romani, memoria del gusto antiquario di Canova e del suo costante impegno per la tutela e la conservazione del patrimonio artistico. Al busto di Canova di Antonio d’Este è, inoltre, affiancato un tondo in ceramica con il ritratto di Canova realizzato dal Maestro Luigi Ontani che oggi lavora in uno degli ambienti dello studio di Canova.
Il percorso espositivo continua in diversi spazi dei Musei Vaticani all’interno dei quali, in corrispondenza delle opere dell’artista, i visitatori troveranno una serie di pannelli esplicativi per approfondire tematiche e argomenti cari al Maestro di Possagno.
Gabinetto del Perseo – Collocato all’interno della splendida cornice del Cortile Ottagono e scolpito su iniziativa personale del maestro tra la fine del 1800 e l’inizio del 1801, il Perseo raffigura l’eroe della mitologia greca. Canova sembra quasi giocare con il mito ritraendo l’eroe che fieramente volge lo sguardo trionfante sul suo mostruoso trofeo, il volto di Medusa, e proprio per questo è divenuto statua di pietra. Accanto a lui, le due celebri statue dei Pugilatori, Creugante e Damasseno, ispirate a un incontro narrato da Pausania nell'opera "Periegesi della Grecia" sono esposte proprio come Canova le aveva concepite, una di fronte all'altra.
La Galleria Chiaramonti – Creata nei primi anni dell'Ottocento, fu creata per ampliare le collezioni scultoree pontificie dopo le requisizioni napoleoniche. Questa splendida Galleria è quella che più di tutti porta il segno di una stringente supervisione da parte del Canova, attuata attraverso l’operato del suo fidato collaboratore, lo scultore Antonio D’Este. Alle opere frutto di numerosi acquisti si aggiunsero nell’allestimento ulteriori sculture trasferite dai Palazzi Vaticani e dai giardini del Quirinale, per un totale di circa 1100 manufatti. L’aspetto complessivo della Galleria rispondeva e risponde oggi pienamente al gusto antiquario settecentesco. Una vera e propria celebrazione dell’Archeologia, intesa come moderna disciplina.
Braccio Nuovo – L’edificio venne ideato dall'architetto Raffaele Stern per ospitare le sculture antiche allora presenti nelle collezioni pontificie. Questo spazio riflette l'attenzione di Canova per l’armonia dell’insieme, in cui antico e moderno sembrano dialogare in perfetta sintonia. Chiunque entri nei Musei Vaticani deve concedersi una sosta in questa Galleria: capirà - avvolto nella luce argentea che spiove dai lucernari – che il Braccio Nuovo è l’ultimo organico omaggio che la nostra civiltà ha saputo tributare all’Antico.