www.vatican.va

Back Top Print Search




DICASTERO PER LA COMUNICAZIONE

EXECUTIVE SUMMARY

Towards Full Presence. A Pastoral Reflection on Engagement with Social Media

 

Testo in lingua inglese

Traduzione in lingua italiana

Traduzione in lingua spagnola

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua portoghese

 

Testo in lingua inglese

Abstract

Towards Full Presence aims to promote a common reflection on Christians’ engagement with social media, which has become ever more a part of peoples’ lives. Inspired by the parable of the Good Samaritan, the document aims to initiate a common reflection to foster a culture of being “loving neighbors” also in the digital sphere.

In the social media context, where individuals are often both consumers and commodities, this Pastoral Reflection searches for a faith-filled response. This response begins with being discerning regarding the stimuli we receive and being intentional listeners. Attentiveness, together with a sense of belonging, reciprocity, and solidarity are the pillars for building a sense of community that should ultimately strengthen local communities, capable of becoming drivers of change. Becoming “weavers of communion” through the creativity of love, we can envision new models built on trust, transparency and inclusion, learning to be present in God’s style and bearing the mark of witness.

Executive Summary:

Watching out for pitfalls on the digital highways
The digital revolution has created opportunities, yet presents not a few challenges. The document identifies various pitfalls to avoid as we journey along the “digital highways.” From the reduction of individual users to consumers and commodities, to the creation of “individualistic spaces” catering to like-minded individuals or encouraging extreme behaviors, the journey through the online environment is one on which many have been marginalized and wounded. For Christians, this prompts the question: How do we help the online environment to become a place of sharing, collaborating, and belonging, based on mutual trust?

From awareness to true encounter
Becoming a neighbor in the social media environment begins with a listening disposition, in the realization that the others we are encountering online are real people. Even in an environment replete with “information overload,” this attitude of intentional listening and openness of the heart makes it possible for us to move from mere awareness of the other to a genuine encounter. We can begin to recognize our digital neighbor, realizing that his or her sufferings concern us. We aim to build not only “connections” but encounters that become real relationships, strengthening local communities.

From encounter to community
On our journey along the digital highways, we encounter others either in the spirit of indifferent bystanders or in the spirit of support and companionship. If we do the latter, we – who are at times the Good Samaritan and at times the wounded – can begin to contribute to healing the wounds created by a toxic digital environment. We need to rebuild digital spaces so that they become more human and healthier environments. At the same time, we can help orient these environments so that they foster real communities based on that embodied encounter which is indispensable for those who believe in the Word become flesh.

A distinctive style
Christians bring a distinctive “style” to social media, a style of sharing that has its origins in Christ, who loved us and gave himself for us with his words, actions, soul and body. He taught us that truth is revealed in communion, and that communication also comes from communion – that is, from love. Christians’ digital media presence will reflect this style, communicating truthful information creatively, in a way that arises from friendship and builds community. It will make use of stories; it will wield its online influence responsibly, as Christians become “weavers of communion”; it will be reflective, not reactive; it will be active in promoting activities and projects that promote human dignity; and it will be synodal, helping us to open our hearts and embrace our brothers and sisters.

This presence of Christians in social media will also bear the mark of witness. Christians are not there to sell a product or to proselytize, but rather to give witness. That is, they are there to vouch, with their words and with their lives, for what someone else – God – has done, forging a communion that unites us in Christ.

Whether they are at times the wounded, at times the Samaritan, or both, Christians’ chance encounters on social media platforms become an encounter with a neighbor whose life concerns them, and ultimately, with the Lord. In this way, communication grants a taste of the communion that has its roots in the Holy Trinity, and that is our true “promised land.”

***

Traduzione in lingua italiana

Verso una piena presenza. Riflessione pastorale sul coinvolgimento con i social media

Abstract

Verso una piena presenza si propone di promuovere una riflessione comune sul coinvolgimento dei cristiani con i social media, che sono diventati sempre più parte della vita delle persone. Ispirato alla parabola del Buon Samaritano, il documento intende avviare una riflessione condivisa per promuovere una cultura dell’essere “prossimo amorevole” anche nella sfera digitale.

Nel contesto dei social media, dove gli individui sono spesso sia consumatori che merci, questa riflessione pastorale si pone alla ricerca di una risposta fondata sulla fede. Questa risposta inizia con il discernimento degli stimoli che riceviamo e con un ascolto intenzionale. L’attenzione, insieme al senso di appartenenza, alla reciprocità e alla solidarietà, sono i pilastri per costruire un senso di unione che, in ultima analisi, dovrebbe rafforzare le comunità locali, rendendole capaci di diventare motori del cambiamento. Diventando “tessitori di comunione” attraverso la creatività dell’amore, possiamo immaginare nuovi modelli costruiti sulla fiducia, sulla trasparenza e sull’inclusione, imparando a essere presenti nello stile di Dio e portando il segno della testimonianza.

Sommario

Attenzione alle insidie sulle “strade digitali”
La rivoluzione digitale ha di certo creato opportunità, ma presenta non poche sfide. Il documento identifica diverse insidie da evitare mentre percorriamo le “strade digitali”. Dalla riduzione dei singoli utenti a consumatori e merci, alla creazione di “spazi individualistici” che si rivolgono a persone con idee simili o che incoraggiano comportamenti estremi, il viaggio attraverso l’ambiente online è un percorso in cui molti sono stati emarginati e feriti. Per i cristiani, questo spinge a chiedersi: come possiamo fare in modo che l’ecosistema digitale diventi un luogo di condivisione, collaborazione e appartenenza, basato sulla fiducia reciproca?

Dalla consapevolezza al vero incontro
Diventare “prossimo” nell’ambiente dei social media inizia con una disposizione all’ascolto, nella consapevolezza che quanti incontriamo online sono persone reali. Anche in un ambiente caratterizzato da un “sovraccarico di informazioni”, questo atteggiamento di ascolto intenzionale e di apertura del cuore ci permette di passare dalla semplice percezione dell’altro a un incontro autentico. Possiamo iniziare a riconoscere il nostro prossimo digitale, rendendoci conto che le sue sofferenze ci riguardano. Il nostro obiettivo è costruire non solo “connessioni”, ma incontri che diventino relazioni reali e rinsaldino le comunità locali.

Dall’incontro alla comunità
Nel nostro viaggio lungo le “strade digitali”, possiamo incontrare gli altri o con uno spirito da pettatori indifferenti o con uno spirito di sostegno e amicizia. Nel secondo caso, noi - che a volte siamo il buon Samaritano e a volte il ferito - possiamo iniziare a contribuire alla guarigione delle erite create da un ambiente digitale tossico. Dobbiamo ricostruire gli spazi digitali in modo che divenino ambienti più umani e più sani. Allo stesso tempo, possiamo contribuire a rendere questi ambienti più capaci di favorire comunità reali, basate su quell’incontro incarnato che è indispensabile per chi crede nella Parola diventata carne.

Uno stile distintivo
I cristiani portano sui social media uno “stile” particolare, uno stile di condivisione che ha la sua origine in Cristo, che ci ha amato e ha donato se stesso per noi con le sue parole, le sue azioni, la sua anima e il suo corpo. Egli ci ha insegnato che la verità si rivela nella comunione e che anche la comunicazione scaturisce dalla comunione, cioè dall’amore. La presenza dei cristiani sui media digitali dovrebbe riflettere questo stile, per comunicare informazioni veritiere in maniera creativa, in un modo che nasce dall’amicizia e costruisce la comunità. Questo stile si avvarrà di storie; eserciterà la sua influenza online in modo responsabile, in quanto i cristiani diventeranno “tessitori di comunione”; sarà riflessivo, non reattivo; sarà attivo nel favorire attività e progetti che promuovono la dignità umana; e sarà sinodale, aiutandoci ad aprire i nostri cuori e ad accogliere i nostri fratelli e sorelle.

Questa presenza dei cristiani nei social media porterà anche il segno della testimonianza. I cristiani non sono lì per vendere un prodotto o per fare proselitismo, quanto piuttosto per dare testimonianza. Sono lì, cioè, per confermare, con le loro parole e con la loro vita, ciò che qualcun altro - Dio - ha fatto, creando una comunione che ci unisce in Cristo.

Che i cristiani si trovino a essere a volte il ferito, a volte il Samaritano o entrambi, i loro incontri occasionali sulle piattaforme dei social media diventano incontri con un prossimo la cui vita li riguarda e, quindi, con il Signore. In questo modo, la comunicazione offre un assaggio della comunione che ha le sue radici nella Santa Trinità e che è la nostra vera “terra promessa”.

***

Traduzione in lingua spagnola

Hacia una plena presencia. Reflexión pastoral sobre la interacción en las Redes Sociales

Resumen

Hacia una plena presencia pretende promover una reflexión común sobre la participación de los cristianos en las redes sociales, que están cada vez más presentes en la vida de las personas. La finalidad del documento, inspirado en la parábola del Buen Samaritano, es iniciar una reflexión común para fomentar una cultura de amor al prójimo también en la esfera digital.

En el contexto de las redes sociales, en el que los individuos son a menudo consumidores y mercancías, esta reflexión pastoral busca una respuesta llena de fe. Esta respuesta comienza por discernir los estímulos que recibimos y por escuchar voluntariamente. La atención, el sentido de pertenencia, la reciprocidad y la solidaridad son los pilares necesarios para construir un sentido de comunidad que, en última instancia, debería fortalecer las comunidades locales, que pueden convertirse en los motores del cambio. Transformándonos en “tejedores de comunión” a través de la creatividad del amor, podemos imaginar nuevos modelos basados en la confianza, la transparencia y la inclusión, y aprender a estar presentes en las redes con el estilo de Dios, llevando el signo del testimonio.

Resumen ejecutivo

Cuidado con las trampas en las autopistas digitales

La revolución digital ha creado nuevas oportunidades, pero presenta no pocos retos. El documento identifica varias trampas que debemos evitar en nuestro viaje por las “autopistas digitales” . A causa de fenómenos que van desde la reducción de los usuarios individuales a consumidores y mercancías, hasta la creación de “espacios individualistas” que agrupan a personas de ideas afines o fomentan comportamientos extremos, en el viaje por la esfera digital muchos quedan marginados o heridos. Para los cristianos, esto plantea una pregunta: ¿Cómo podemos ayudar a que el entorno en línea se convierta en un lugar para compartir, colaborar y pertenecer, basado en la confianza mutua?

De la conciencia al verdadero encuentro

Actuar como buen prójimo en el entorno de las redes sociales comienza con una disposición a escuchar, como respuesta a la toma de conciencia de que quienes encontramos en línea son personas reales. Incluso en un entorno caracterizado por la “sobrecarga de información”, las actitudes de escucha intencionada y de apertura del corazón nos permiten pasar del mero reconocimiento del otro a un verdadero encuentro. Podemos empezar a conocer a nuestro prójimo digital y a darnos cuenta de que sus sufrimientos nos conciernen. Nuestro objetivo es construir no sólo “conexiones”, sino encuentros que se conviertan en relaciones reales y fortalezcan las comunidades locales.

Del encuentro a la comunidad

En nuestro viaje por las autopistas digitales, podemos encontrarnos con los demás con el espíritu de quien pasa con indiferencia o con un espíritu de apoyo y compañía. Si hacemos esto último, nosotros -que a veces somos como el buen samaritano y a veces como el herido- comenzaremos a curar las heridas que produce un entorno digital tóxico. Necesitamos reconstruir los espacios digitales para que sean entornos más humanos y saludables. Al mismo tiempo, podemos ayudar a orientar estos entornos para que fomenten comunidades auténticas basadas en ese encuentro encarnado que es indispensable para quienes creen en la Palabra que se hizo carne.

Un estilo característico

Los cristianos aportan un “estilo” característico a las redes sociales, un estilo de compartición que tiene su origen en Cristo, que nos amó y se entregó por nosotros con sus palabras, sus acciones, su alma y su cuerpo. Él nos enseñó que la verdad se revela en la comunión, y que la comunicación también procede de la comunión, es decir, del amor. La presencia de los cristianos en los medios digitales debe reflejar este estilo comunicando información veraz con creatividad y de un modo que surja de la amistad y construya comunidad. Con este estilo, el cristiano hará uso de historias; ejercerá su influencia en línea de manera responsable, ya que los cristianos deben ser “tejedores de comunión”; será reflexivo, no reactivo; será activo, fomentando iniciativas y proyectos que promuevan la dignidad humana; y será sinodal, ayudando a abrir los corazones y a abrazar a nuestros hermanos y hermanas.

La presencia de los cristianos en las redes sociales también ha de llevar el signo del testimonio. Los cristianos no están en las redes para vender un producto o hacer proselitismo, sino para dar testimonio. Es decir, están ahí para dar fe, con sus palabras y con sus vidas, de lo que Alguien -Dios- ha hecho, y para forjar una comunión que nos una en Cristo.

Tanto si a veces están en el lugar del herido, como si otras veces están en el del samaritano, o en ambos, los encuentros casuales de los cristianos en las plataformas de las redes sociales se convierten en un encuentro con un prójimo cuya vida les concierne y, en última instancia, con el Señor. De este modo, la comunicación nos permite experimentar la comunión que tiene sus raíces en la Santísima Trinidad, que es nuestra verdadera “tierra prometida”.

***

Traduzione in lingua francese

Vers une présence totale. Une réflexion pastorale à propos de l’engagement sur les réseaux sociaux

Résumé

Vers une présence totale vise à promouvoir une réflexion commune à propos de la présence des chrétiens sur les réseaux sociaux, qui font de plus en plus partie de la vie des gens. Inspiré par la parabole du Bon Samaritain, ce document cherche à lancer une réflexion commune afin de promouvoir une culture des “prochains aimants” également dans le monde du numérique.

Dans le contexte des médias, où les individus sont souvent à la fois des consommateurs et des produits, cette réflexion pastorale cherche une réponse pleine de foi. Cette réponse commence par un discernement concernant les stimuli que nous recevons et par une attitude d’écoute intentionnelle. Le fait d’être attentif, le sentiment d’appartenance, de réciprocité et de solidarité sont les piliers sur lesquels on peut créer un sentiment de communauté qui devrait, en fin de compte, fortifier les communautés locales et les rendre capables de devenir des conducteurs de changement. En devenant des “tisserands de communion” grâce à la créativité de l’amour, nous pouvons envisager de nouveaux modèles fondés sur la confiance, la transparence et l’inclusion, en apprenant à être présents à la manière de Dieu et à porter la marque des témoins.

Note de synthèse:

Prendre garde aux écueils sur les autoroutes numériques
La révolution numérique a créé des occasions mais elle comporte bon nombre de défis. Le document mentionne divers écueils à éviter lorsque l’on circule sur les “autoroutes numériques”. Ces écueils peuvent être la réduction des utilisateurs individuels à l’état de consommateurs ou de produits, ou bien la création d’“espaces individualistes” qui sont des sources d’approvisionnement pour des personnes ayant les mêmes idées ou qui encouragent des comportements extrêmes, de telle sorte que beaucoup de gens qui ont parcouru l’environnement en ligne en ont été marginalisés et blessés. Pour les chrétiens, cela pose la question suivante : comment pouvons-nous aider l’environnement en ligne à devenir un lieu de partage, de collaboration et d’appartenance, fondé sur la confiance mutuelle ?

De la prise de conscience à la véritable rencontre
Devenir un “proche” dans l’environnement des réseaux sociaux commence par une attitude d’écoute, parce que l’on est conscient que ceux que nous rencontrons en ligne sont de vrais personnes. Même dans un environnement encombré par une “surcharge d’information”, cette attitude d’écoute intentionnelle et d’ouverture du cœur nous permet de passer d’une simple perception de la présence de l’autre à une véritable rencontre. Nous pouvons commencer à reconnaître notre voisin numérique en découvrant que ses souffrances nous importent. Nous cherchons à créer non seulement des “connexions” mais aussi des rencontres qui deviennent de véritables relations qui renforcent les communautés locales.

De la rencontre à la communauté
Lorsque nous circulons sur les autoroutes numériques, nous rencontrons d’autres personnes soit dans un état d’esprit de spectateurs indifférents soit dans une attitude de soutien et de camaraderie. Si nous adoptons la seconde attitude – nous qui sommes tantôt le Bon Samaritain, tantôt le blessé – nous pouvons commencer à contribuer au traitement des blessures générées par un environnement numérique toxique. Nous avons besoin de reconstruire des espaces numériques de telle sorte qu’ils deviennent des environnements plus humains et plus sains. En même temps, nous pouvons aider à orienter ces environnements de manière à ce qu’ils accueillent de véritables communautés, fondées sur cette rencontre incarnée qui est indispensable à ceux qui croient au Verbe qui s’est fait chair.

Un style caractéristique
Les chrétiens apportent un “style” caractéristique aux réseaux sociaux, un style de partage qui provient du Christ, qui nous a aimés et qui s’est donné pour nous par ses paroles, ses actions, son âme et son corps. Il nous a enseigné que la vérité est révélée dans la communion et que la communication vient aussi de la communion – c’est-à-dire de l’amour. La présence des chrétiens sur les médias numériques va refléter ce style, en communiquant de manière créative des informations véridiques, d’une manière qui résulte de l’amitié et qui construit une communauté. Elle utilisera des récits ; elle exercera de manière responsable son influence en ligne, puisque les chrétiens deviennent des “tisserands de communion”; elle sera réfléchie, pas réactive; elle sera engagée dans la promotion d’activités et de projets en faveur de la dignité humaine; et elle sera synodale, nous aidant à ouvrir nos cœurs et à accueillir nos frères et nos sœurs.

Cette présence des chrétiens sur les réseaux sociaux portera aussi la marque du témoignage. Les chrétiens ne sont pas là pour vendre un produit ou pour faire du prosélytisme, mais plutôt pour donner un témoignage. C’est-à-dire qu’ils sont là pour témoigner, par leurs paroles et par leurs vies, de ce que quelqu’un d’autre – Dieu – a fait, en forgeant une communion qui nous unit dans le Christ.

Que ce soit dans les moments où ils sont le blessé, dans ceux où ils sont le Bon Samaritain, ou les deux, les rencontres fortuites entre chrétiens sur les plateformes des réseaux sociaux deviennent une rencontre avec un “prochain” dont la vie les concerne, et, en fin de compte, avec le Seigneur. De cette manière, la communication donne un goût de communion qui a ses racines dans la Sainte Trinité et qui est notre véritable “terre promise”.

***

Traduzione in lingua portoghese

Rumo à presença plena. Uma reflexão pastoral sobre a participação nas redes sociais

Sinopse

Towards Full Presence (Rumo à presença plena) tem como objetivo promover uma reflexão comum a respeito da participação dos cristãos nas redes sociais, que se tem tornado cada vez mais parte da vida das pessoas. Inspirando-se na parábola do Bom Samaritano, o documento visa dar início a uma reflexão comum para fomentar uma cultura de “amor ao próximo” também na esfera digital.

No contexto das redes sociais, onde os indivíduos muitas vezes são tanto consumidores como mercadorias, esta Reflexão pastoral procura uma resposta baseada na fé. Esta resposta começa com o discernimento relativo aos estímulos que recebemos e com a consideração de que somos ouvintes intencionais. Atenção, com um sentido de pertença, reciprocidade e solidariedade são os pilares para edificar um sentido de comunidade que, em última análise, deveria fortalecer as comunidades locais, capazes de se tornar motores de mudança. Tornando-nos “tecelões de comunhão” mediante a criatividade do amor, podemos imaginar novos modelos fundamentados na confiança, transparência e inclusão, aprendendo a estar presentes no estilo de Deus com o sinal do testemunho.

Resumo executivo:

Prestar atenção às ciladas nas rodovias digitais
A revolução digital criou oportunidades, mas também apresenta alguns desafios. O documento identifica várias ciladas a evitar quando percorremos as “rodovias digitais”. Da redução de usuários individuais a consumidores e mercadorias, à criação de “espaços individualistas” para satisfazer indivíduos que têm a mesma opinião ou incentivar comportamentos extremos, o percurso através do ambiente online é uma viagem em que muitos foram marginalizados e feridos. Isto estimula os cristãos a formular a seguinte pergunta: como podemos ajudar o ambiente online a tornar-se um lugar de partilha, colaboração e pertença, baseado na confiança mútua?

Da consciência ao verdadeiro encontro
Tornar-se próximo no ambiente das redes sociais começa com a disposição para escutar, ciente de que os outros que encontramos online são pessoas reais. Até em um ambiente onde há “excesso de informações”, tal atitude de escuta intencional e de abertura do coração torna possível passar da mera consciência do outro para um encontro genuíno. Podemos começar a reconhecer nosso próximo digital, compreendendo que seus sofrimentos nos dizem respeito. Nosso objetivo é construir não só “conexões”, mas encontros que se tornem relacionamentos reais, fortalecendo as comunidades locais.

Do encontro à comunidade
Na nossa viagem ao longo das rodovias digitais, encontramos outras pessoas, quer com o espírito de espectadores indiferentes, quer com o espírito de apoio e camaradagem. Se fizermos a segunda opção, nós – que às vezes somos o bom samaritano e outras vezes o ferido – poderemos começar a contribuir para curar as feridas causadas por um ambiente digital tóxico. Temos que reconstruir os espaços digitais, para que se tornem ambientes mais humanos e saudáveis. Ao mesmo tempo, podemos ajudar a orientar tais ambientes a fim de que fomentem comunidades reais baseadas no encontro encarnado, indispensável para aqueles que acreditam na Palavra que se tornou carne.

Um estilo distintivo
Os cristãos levam um “estilo” distintivo às redes sociais, um estilo de partilha que tem suas origens em Cristo, que nos amou e se ofereceu por nós com suas palavras, ações, alma e corpo. Ele ensinou- nos que a verdade se revela na comunhão, e que também a comunicação deriva da comunhão, ou seja, do amor. A presença dos cristãos na mídia digital refletirá este estilo, comunicando informações verdadeiras criativamente, de modo que surja da amizade e construa comunidade. Lançará mão de histórias; exercerá sua influência online de maneira responsável, enquanto os cristãos se tornarão “tecelões de comunhão”; será reflexiva, não reativa; será ativa na promoção de atividades e projetos que promovam a dignidade humana; e será sinodal, ajudando-nos a abrir nosso coração e a abraçar nossos irmãos e irmãs.

Esta presença dos cristãos nas redes sociais terá também o sinal do testemunho. Os cristãos não estão ali presentes para vender um produto nem para fazer proselitismo, mas ao contrário para dar testemunho. Ou seja, estão ali presentes para atestar, com suas palavras e com sua vida, o que outra pessoa – Deus – fez, forjando uma comunhão que nos une em Cristo.

Quer sejam às vezes o ferido, outras vezes o samaritano, ou ambos, os encontros fortuitos dos cristãos nas plataformas das redes sociais tornam-se um encontro com o próximo, cuja vida lhes diz respeito e, em última instância, com o Senhor. Deste modo, a comunicação proporciona um sabor de comunhão, que tem suas raízes na Santíssima Trindade e é nossa verdadeira “terra prometida”.

___________________