www.vatican.va

Back Top Print Search




                  

           DICASTERIUM

      PRO COMMUNICATIONE                                                                

     DIREZIONE EDITORIALE  

 

 

Pubblicata on-line la serie “Ebrei” dell’Archivio Storico della Segreteria di Stato - Sezione per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali

 

Paul Richard Gallagher

Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali

 

«Si oggi scrivo a Lei, è per pregarla di aiutarmi da lontano». Migliaia di carte d’archivio che danno voce a disperate richieste di aiuto. Come questa, di uno studente universitario di 23 anni, tedesco “di origine israelita” battezzato nel 1938, che il 17 gennaio 1942, dal campo di concentramento di Miranda de Ebro in Spagna, ricorre alla sua ultima spiaggia per riuscire ad essere liberato dalla detenzione. Finalmente aveva l’opportunità di raggiungere sua madre, fuggita in America nel 1939 «per prepararmi una vita nuova», scrive di suo pugno. Tutto era pronto per poter partire da Lisbona,

serviva solo l’intervento di «una persona fuori» affinché le autorità acconsentissero alla sua liberazione. «Per quelli che non hanno aiuto fuori, c’è poca speranza», spiega con poche, ma eloquenti parole. Scrive, quindi, ad una sua vecchia amica italiana, pregandola di rivolgersi a Papa Pio XII per far intervenire in suo favore il Nunzio Apostolico a Madrid, sapendo che: «Altri con questo intervento da Roma hanno potuto lasciare il campo di concentramento».

Due carte più avanti, scopriamo che la Segreteria di Stato si occupa in pochi giorni del caso, segnalandolo “nuovamente” al Nunzio a Madrid. Poi il fascicolo si interrompe. Tace sul destino occorso a questo giovane studente tedesco. Come per la maggioranza delle richieste d’aiuto testimoniate dalle altre pratiche, non è stato riportato l’esito dell’istanza. In cuor nostro, diviene subito inevitabile sperare che sia andata a buon fine. Sperare che Werner Barasch sia stato poi liberato dal campo di concentramento e sia riuscito a raggiungere sua madre oltreoceano.

Nel caso specifico, il nostro desiderio è stato esaudito: se si effettua una ricerca nelle risorse su internet, si trovano sue tracce nel 2001. Non solo esiste un’autobiografia che narra le sue memorie di “sopravvissuto”, ma fra le collezioni on-line dell’United States Holocaust Memorial Museum si trova perfino una lunga video-intervista, in cui Werner Barasch in persona racconta, all’età di 82 anni, la sua incredibile storia (Oral History N. RG-50.477.0392). Apprendiamo, così, che venne rilasciato dal campo di Miranda l’anno seguente alla sua lettera con l’appello rivolto al Papa, e nel 1945 riuscì finalmente a raggiungere madre e sorella negli Stati Uniti. Lì proseguì i suoi studi all’Università di Berkeley, al MIT e all’Università del Colorado, per poi lavorare come chimico in California. Grazie alla rete di fonti on-line sempre più ricca, questa volta possiamo tirare un sospiro di sollievo.

I documenti

Un patrimonio documentario speciale, che si distingue dalle altre serie archivistiche già dal nome che gli fu assegnato: “Ebrei”. Un patrimonio prezioso, perché raccoglie le richieste di aiuto inviate a papa Pio XII da ebrei, battezzati e non, dopo l’inizio delle persecuzioni nazi-fasciste.

Un patrimonio che, per volere di S.S. Papa Francesco, diviene ora facilmente accessibile al mondo intero, grazie ad un progetto volto a pubblicare su internet la digitalizzazione integrale della serie archivistica.

Si tratta della serie Ebrei dell’Archivio Storico della Segreteria di Stato ‒ Sezione per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali (ASRS). Una serie composta in totale da 170 volumi, che fanno parte del Fondo Affari Ecclesiastici Straordinari (AA.EE.SS.), afferente al pontificato di Pio XII – parte I (1939-1948), e già consultabile dal 2 marzo 2020, presso la Sala lettura dell’Archivio Storico, dagli studiosi di tutto il mondo.

L’allora Sacra Congregazione degli Affari Ecclesiastici Straordinari (da cui prende il nome il Fondo archivistico), equivalente ad un ministero degli affari esteri, incaricò un minutante diplomatico (mons. Angelo Dell’Acqua) di occuparsi delle richieste di soccorso che pervenivano al Papa da tutta Europa, con l’obiettivo di fornire ogni aiuto possibile.

Le istanze potevano essere rivolte ad ottenere visti o passaporti per espatriare, rifugio, ricongiungimenti con un familiare, liberazione dalla detenzione, trasferimenti da un campo di concentramento ad un altro, notizie su una persona deportata, forniture di cibo o indumenti, sostegno economico, supporto spirituale e altro ancora.

Ognuna di queste istanze veniva a costituire una pratica che, una volta evasa, fu destinata alla conservazione in una serie documentaria denominata “Ebrei”. Si tratta di oltre 2.700 pratiche, che contengono richieste di aiuto quasi sempre destinato a intere famiglie o a gruppi di persone. Migliaia di perseguitati per la loro appartenenza alla religione ebraica, o per una mera discendenza “non ariana”, si rivolgevano al Vaticano sapendo che altri avevano ricevuto soccorso – come scrive lo stesso giovane Werner Barasch.

Le richieste arrivavano in Segretaria di Stato, dove si attivavano i canali diplomatici per cercare di fornire ogni aiuto possibile, tenendo conto della complessità della situazione politica su scala mondiale.

Dopo l’apertura alla consultazione del pontificato di Pio XII nel 2020, questo particolare elenco di nominativi è stato chiamato “lista di Pacelli” (i.e. papa Pio XII), facendo eco alla ben nota “Schindler’s list”. Benché i due casi siano differenti, l’analogia rende perfettamente l’idea di come, fra i corridoi dell’istituzione al servizio del pontefice, ci si adoperasse senza sosta per fornire agli ebrei un aiuto concreto.

 

Il progetto di pubblicazione on-line della serie archivistica

Da giugno 2022, sul sito dell’Archivio Storico della Segreteria di Stato ‒ Sezione per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, la serie Ebrei sarà consultabile su internet in versione virtuale, liberamente accessibile da tutti.

Oltre alla fotoriproduzione di ogni singolo documento, sarà reso disponibile un file con l’inventario analitico della serie, in cui sono stati trascritti tutti i nominativi dei destinatari d’aiuto rilevati nei documenti. In un primo momento si renderà disponibile on-line il 70% del materiale complessivo, che sarà in seguito integrato con gli ultimi volumi in corso di lavorazione.

Come per l’istanza del giovane Werner Barasch, la maggioranza delle oltre 2.700 pratiche giunte in Segreteria di Stato, che oggi ci narrano altrettante storie per sfuggire alle persecuzioni razziali, ci lasciano con il fiato in sospeso, e non sempre si trovano fonti con ulteriori notizie. Rendere disponibile, su internet, la digitalizzazione dell’intera serie Ebrei, consentirà ai discendenti di chi richiese aiuto di cercare, da ogni parte del mondo, le tracce dei propri cari. Al contempo permetterà agli studiosi e a chiunque sia interessato di esaminare liberamente e a distanza questo patrimonio archivistico speciale.

 

_______________