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LA BIBLIOTECA APOSTOLICA VATICANA
INAUGURA LA MOSTRA L’ARTE DI TESSERE LA LIBERTA’. MARIA LAI INCONTRA LA BIBLIOTECA APOSTOLICA VATICANA

Il prossimo 27 maggio, nello spazio espositivo della Biblioteca Apostolica Vaticana, verrà inaugurata la prima mostra di Maria Lai in Vaticano, dove le opere dell’artista sarda dialogano con il patrimonio della Biblioteca del Papa.

 

Roma, 20 maggio 2022: Il prossimo 27 maggio, la Biblioteca Apostolica Vaticana inaugurerà, all’interno del suo spazio espositivo, la prima mostra di Maria Lai in Vaticano. Realizzato in collaborazione con l’Archivio e Fondazione Maria Lai e i Musei Vaticani, e con il contributo della Diocesi di Lanusei e dell’Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio della Regione Autonoma Sardegna, il progetto espositivo offre uno sguardo nuovo sull'opera dell’artista sarda, attraverso una esposizione che mette in luce gli aspetti della sua ricerca artistica legati al tema del libro e della scrittura, in forte dialogo con il patrimonio della Vaticana.

«Confesso che è con emozione che la Biblioteca Apostolica Vaticana promuove questo incontro tra l’arte di Maria Lai e il proprio patrimonio», spiega il Cardinale Bibliotecario José Tolentino de Mendonça. «Si tratta di un incontro - continua il Cardinale - che ci permette di riscoprire, tra le altre cose, che una biblioteca è una macchina per fare domande. Ed altro ancora. Che ci incita a credere nel potere artigianale della libertà inscritta nelle domande da cui ci lasciamo abitare».

La mostra rappresenta un importante momento di confronto su diversi temi, sia culturali che spirituali, come sottolineato da Sua Eccellenza Monsignor Antonello Mura, Vescovo di Lanusei e di Nuoro: «L’arte è l’immagine della vita che desideriamo. Creativa perché liberante, spontanea in quanto non omologata, gioiosa perché incontenibile nella sua espressività, anche spirituale. L’arte sa liberare in noi delle energie che ci consentono di essere cittadini di un universo creativo, nel quale la diversità diventa una ricchezza e lo stile un atto libero. Maria Lai è creativa perché mai gregaria nei confronti della realtà».

La mostra, curata da Don Giacomo Cardinali, Simona De Crescenzo, Delio Proverbio, della Biblioteca Apostolica Vaticana, e da Micol Forti, Curatrice della Collezione d'Arte Contemporanea dei Musei Vaticani, ha l’obiettivo di instaurare un dialogo tra i tesori della Biblioteca Apostolica Vaticana e una artista che ha un posto di grande rilievo all’interno dello scenario dell’arte contemporanea nazionale e internazionale.

Dell’articolata e innovativa ricerca di Maria Lai (Ulassai 1919 – Cardedu 2013), viene proposta una selezione incentrata sulla «crucialità che l’incontro con l’universo del linguaggio e della scrittura ha ricoperto nell’ambito della sua ricerca artistica». Così spiega in catalogo Micol Forti, che riporta anche una frase di Maria Lai, centrale nella sua produzione artistica e nell’ideazione della mostra: «La scrittura mi ha suggerito un rapporto tra l’inchiostro e il filo e la possibilità di dare corpo ad un fatto astratto. Così sono nati i libri cuciti a macchina, illeggibili. Il pane e il filo sono di per sé materie cariche di significato: il pane è “vita”, il filo nel mito di Arianna aiuta ad uscire dal labirinto (linguaggio), è il filo del discorso (la comunicazione)».

Tra le opere di Maria Lai viene presentato al pubblico un nutrito e variegato corpus di Libri, di pane, carta, stoffa, terracotta, ceramica, cuciti, modellati o impressi, datati a partire dagli anni Settanta, due magnifici Telai (1972), gli Oli di parole (1997 e 1998), ispirati ai versi di Federico García Lorca, e il grande Lenzuolo (1989), un’opera intrisa di creatività e immaginazione.

Al centro della Sala Barberini, circondata dalle eleganti scaffalature seicentesche e sovrastata dal bronzo berniniano di Papa Urbano VIII, troverà posto l’installazione Invito a tavola (2004), un solenne banchetto in cui la tavola, coperta da una semplice tovaglia di lino, è “imbandita” con libri e pani realizzati in terracotta refrattaria.

«I libri di Maria Lai, una volta esposti – ed è la prima in assoluto! – all’interno di una biblioteca, hanno il potere di liberare una esplosione di suggestioni, che ci hanno guidato in un viaggio di riscoperta del nostro stesso patrimonio librario, che splende oggi di una luce nuova e inedita», spiega Don Giacomo Cardinali, Commissario della Sala Espositiva.

«È come se l’artista sarda - continua - ci avesse additato un percorso: guardare ai libri a prescindere dal loro contenuto. Esaminarli e apprezzarli nella loro materialità, studiarne le forme, la consistenza e la multiforme possibilità di realizzazione. Tutti elementi che trovano nella biblioteca dei papi – universale e umanistica sin dalla fondazione – il terreno probabilmente più adatto».

Saranno in mostra, tra le altre opere della Vaticana, manoscritti etiopici dalla tipica veste in stoffa (Cerulli et. 188, 191, 194 e 203), codici indiani scritti su foglia di palma (Vat. ind. 54), un calendario perpetuo scandinavo in legno (Vat. lat. 14613), ma anche preziosissimi stampati greci dai tagli dorati (Aldine II.15; Aldine III.42; Aldine III.95; Aldine III.100; Mai XI.I.I.30; R.G. Classici V.688; R.G. Classici V.986(1-2); R.G. Classici V.1000; R.G. Classici V.1520(1)), un libretto stampato su carta azzurra in inchiostro d’oro (Stamp.Ross. 7210(int. 2)) e codici rivestiti di velluto antico e pizzo d’Alençon (Sire. A.7, L.7 e T.1).

La mostra sarà visitabile fino al prossimo 15 luglio 2022, ogni mercoledì dalle 16 alle 18, previa prenotazione sul sito della Biblioteca (https://www.vaticanlibrary.va).

 

Presentazione alla stampa della mostra e del nuovo spazio espositivo

Il prossimo 27 maggio 2022, alle ore 11:30, giornalisti e operatori media potranno prendere parte alla presentazione alla stampa della mostra L’ARTE DI TESSERE LA LIBERTA’. MARIA LAI INCONTRA LA BIBLIOTECA VATICANA; dopo lo svolgimento della conferenza stampa nel Salone Sistino, sarà possibile visitare la mostra. Contemporaneamente, saranno a disposizione per interviste: il Cardinale Bibliotecario José Tolentino de Mendonça, il vescovo di Lanusei e di Nuoro, S.E. Mons. Antonello Mura, il Prefetto della Biblioteca Apostolica, Mons. Cesare Pasini, e i curatori della mostra.

Accreditamento e accesso

I giornalisti e gli operatori media, che intendono partecipare, devono inviare richiesta entro 48 ore dall’evento, esclusivamente attraverso il Sistema di accreditamento online della Sala Stampa della Santa Sede, all’indirizzo: press.vatican.va/accreditamenti.

Nel rispetto delle normative sanitarie vigenti, l’accesso è condizionato all’esibizione del Green pass rafforzato (o attestazione equipollente al Certificato Digitale Covid), alla verifica della temperatura corporea, alla sanificazione delle mani e all’uso della mascherina di tipo FFP2. I posti saranno garantiti fino a esaurimento della disponibilità.

I giornalisti e operatori media accreditati potranno accedere nella Città del Vaticano da Porta Sant’Anna, dalle ore 10:00.

Alcune informazioni sulla Biblioteca Apostolica Vaticana

La Biblioteca Apostolica Vaticana è un’istituzione antica, luogo di conservazione e di ricerca appartenente al Papa e in stretto rapporto con il governo e il ministero della Sede Apostolica.

Dallo Scrinium attestato fin dal sec. IV, la Vaticana inizia la sua storia moderna con Niccolò V, che intorno alla metà del ’400 decise di aprire le collezioni librarie papali agli uomini dotti (pro communi doctorum virorum commodo, Breve del 30 aprile 1451), e con Sisto IV, che diede un assetto più stabile all’organizzazione della Biblioteca con la Bolla Ad decorem militantis ecclesiae del 15 giugno 1475.

Da sempre le sue ingenti collezioni costituite da manoscritti, materiale d’archivio, volumi a stampa antichi e moderni, monete e medaglie, stampe e disegni, materiale cartografico e fotografico sono aperte a studiosi qualificati di tutto il mondo senza distinzione di razza, religione, provenienza e cultura. La Biblioteca è specializzata nell’ambito delle discipline filologiche e storiche e, retrospettivamente, anche teologiche, giuridiche e scientifiche.

L’artista Maria Lai

Biografia

1919

Maria Lai nasce il 27 Settembre 1919 a Ulassai, paese dell’Ogliastra, da Giuseppe Lai, veterinario, e Sofia Mereu. È seconda di cinque figli.

1921-1931

All’età di tre anni, a causa della sua salute cagionevole, viene affidata dai genitori agli zii materni Virginia Mereu e Battistino Corona, con i quali resta fino all’età di nove anni, abitando in una grande casa vicino al mare. Nel 1928, morti gli zii, rientra brevemente a Ulassai per poi trasferirsi a Cagliari dove studia in Collegio insieme alla sorella minore Giuliana.

1932

S’iscrive all’Istituto Magistrale, dove avrà come docente lo scrittore e giornalista Salvatore Cambosu, con cui nasce un’amicizia profonda e duratura.

1934

Lo scultore Francesco Ciusa le impartisce alcune lezioni e le insegna a modellare la creta.

1935

Selezionata come rappresentante della sua scuola, espone ai Littoriali della cultura e dell’arte a Roma e vince il primo premio per le discipline plastiche.

1939-1941

Ha l’occasione di seguire a Cagliari alcune lezioni dal pittore Gerardo Dottori. Si trasferisce a Roma dove segue le lezioni di figura e modellato dello scultore Renato Marino Mazzacurati presso il Liceo Artistico di Roma.

1942-1949

A causa della guerra decide di lasciare Roma e si trasferisce prima a Verona e poi a Venezia per frequentare l’Accademia di Belle Arti e in particolare il corso di Scultura con Arturo Martini. Frequenta anche le lezioni di Mario Deluigi e Alberto Viani, assistenti dello scultore.

Nel 1945 fugge da Venezia e dopo un breve periodo a Verona torna a Cagliari, dove l’anno successivo inizia ad insegnare all’Istituto Tecnico Femminile. Qui nel 1947 conosce lo scrittore Giuseppe Dessì.

1953

Tiene la sua prima personale presso l’Associazione Amici del Libro di Cagliari.

1956-1958

Si trasferisce nuovamente a Roma, dove partecipa alla VII Quadriennale Nazionale d’Arte ed espone alla Galleria “L’Obelisco”. Insegna alle scuole medie di Albano, Ariccia e Roma.

1959

Vince il premio dell’Amministrazione Provinciale in occasione della II Biennale nazionale di pittura di Nuoro.

1961-1971

Per circa dieci anni interrompe quasi del tutto l’attività espositiva, entrando in una fase di silenzio e sperimentazione di nuovi materiali come legno, filo, pane e stoffa. È un periodo di profonda riflessione e mutamento nel quale dal figurativo procede all’astrattismo. Sostituisce alla pittura l’uso della stoffa, creando Tele cucite e Libri, Pani e terrecotte, che si alternano ai primi Telai che diventano il filo conduttore della sua ricerca.

Continua a vivere a Roma dove espone nel 1971 alla Galleria Schneider, introdotta in catalogo da Marcello Venturoli.

Anni Settanta

Inizia una nuova fase molto fertile. Continua a lavorare sui Libri cuciti, porzioni di tessuto o carta cucite a macchina e assemblate in modo tale da formare libri con pagine che simulano la scrittura, e realizza le Geografie, mappe celesti fantastiche cucite su stoffa.

Espone in diversi musei e gallerie.

1978

Alla 38.Biennale Internazionale d’Arte di Venezia partecipa alla collettiva Materializzazione del linguaggio, curata da Mirella Bentivoglio.

1979

Realizza a Selargius il primo intervento ambientale, la Casa cucita, simulando cuciture sull’intonaco esterno di una casa, con ago e filo.

1980

Realizza i primi Lenzuoli, pagine di stoffa con cuciture che imitano scritture vengono a loro volta cucite, una di seguito all’altra, su tessuti di grandi dimensioni.

1981

Dà vita ad Ulassai alla performance collettiva Legarsi alla montagna, primo intervento di arte partecipata in Italia: le case degli abitanti del paese vengono legate con un nastro azzurro tra loro e poi al sovrastante monte Tisiddu, coinvolgendo così l’intero paese e la natura circostante grazie all’arte.

Realizza la Via Crucis per la chiesa parrocchiale del paese.

1982-1985

Promuove il restauro del lavatoio comunale di Ulassai, coinvolgendo Costantino Nivola, Guido Strazza e Luigi Veronesi: il Lavatoio di Ulassai, per il quale Maria crea un Telaio soffitto, verrà completato nel 1989.

Numerosi gli interventi sul territorio, tra cui L’alveare del poeta a Orotelli, opera dedicata a Salvatore Cambosu. Lavora alla prima fiaba cucita Tenendo per mano il sole.

1986

Partecipa alla mostra Sessant’anni di vita culturale in Italia alla Columbia University di New York, poi a Palazzo Venezia a Roma.

1991

Coinvolge gli studenti di Mira nella realizzazione dell’azione teatrale Il viaggiatore astrale.

1992-1998

Nel 1993 lascia definitivamente Roma e si stabilisce a Cardedu.

In Sardegna proseguono le performance, le azioni teatrali e ambientali; continua a sperimentare e creare declinando in maniera sempre nuova i temi a lei cari: dalle pagine dei Libri cuciti nascono i Lenzuoli e i Libri si declinano a loro volta in fiabe. Ad Ulassai realizza La strada del rito e Le capre cucite del 1992 e La scarpata nel 1993.

Scrive numerosi testi sul ruolo dell’artista, una guida per la lettura delle opere d’arte di tutte le epoche (La barca di carta, 1996) e giochi che rimandano al ruolo dell’arte (I luoghi dell’arte a portata di mano, 2002; Il volo del gioco dell’oca, 2003).

Nella seconda metà degli anni ’90 avvia una intensa collaborazione con la Compagnia Teatro Fueddu e Gestu, con la rappresentazione Maria Pietra (1995); segue la realizzazione de L’albero del miele amaro a Siliqua (1997), in cui il teatro si fonde con un intervento di arte partecipata che coinvolge l’anfiteatro e le strade del paese.

1999

Partecipa alla XIII Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma.

2000-2002

È tra gli artisti coinvolti nella progettazione del Museo dell’olio della Sabina a Castelnuovo di Farfa, per il quale realizza diverse opere concepite appositamente.

2002-2005

Intensa la sua riflessione sulla relazione tra arte, gioco e conoscenza: nel 2002 concepisce e realizza I luoghi dell’arte a portata di mano, ideato per guidare i giocatori nella lettura dell’arte; nel 2003 Il gioco dell’oca in piazza Barigau e L’arte ci prende per mano nel piazzale della scuola elementare a Ulassai; e ancora I pensieri sull’arte, Il muro del groviglio (2004) e La casa delle inquietudini (2005).

2004

Le viene assegnata la Laurea Honoris Causa in Lettere all’Università degli Studi di Cagliari per la potenza narrativa e concettuale dei suoi lavori, realizzati con tecniche arcaiche e tradizionali.

2006

L’8 luglio inaugura nei caseggiati dell’ex stazione di Ulassai il Museo di Arte Contemporanea la Stazione dell’arte cui l’artista dona un importante nucleo di opere, fra le più significative del suo intero percorso artistico.

2008-2009

Ad Aggius realizza l’installazione Essere è tessere: posiziona sui muri una serie di telai e coinvolge gli abitanti nella performance La tessitura dà spettacolo.

In occasione della Biennale di Venezia espone alla mostra Venezia salva. Omaggio a Simone Weil.

Realizza La cattura dell’ala di vento al Parco eolico di Ulassai (2009).

2011

Vince il prestigioso “Premio Camera dei Deputati per il 150° dell’Unità d’Italia” con l’opera Orme di leggi, che viene collocata nell’aula dei gruppi parlamentari della Camera dei Deputati.

2012

Partecipa a Pulse “Fiera Internazionale d’arte Contemporanea” a Miami, con uno spazio interamente dedicato. Realizza a Nuoro Andando Via, monumento funebre a Grazia Deledda, rimasto incompiuto.

2013

Muore il 16 aprile nella sua casa a Cardedu.

Numerose le importanti iniziative espositive che, dopo la sua morte, stanno approfondendo il suo lavoro. In particolare si ricordano: La ricerca della forma assoluta. Itinerari dell’espressione artistica di Maria Lai, Cagliari, Condaghes, 2014; Essere è tessere, Milano, Fondazione Stelline, 2015; 57. Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, 2017; 14. Documenta, Kassel e Atene, 2017; Il filo e l’infinito, Firenze, Palazzo Pitti, 2018; MARIA LAI. Tenendo per mano il sole, Roma, Fondazione MAXXI, 2019; Trama doppia. Maria Lai, Antonio Marras, Matera, Museo di Palazzo Lanfranchi, 2019-2020; Ricucire il dolore. Tessere la speranza. La “Via Crucis” di Maria Lai, Jerzu, Cantina Antichi Poderi, 2021.