Comunicato Stampa
Bilioteca Apostoica Vaticana
PAPA FRANCESCO INAUGURA LO SPAZIO ESPOSITIVO PERMANENTE
DELLA BIBLIOTECA APOSTOLICA VATICANA
E VISITA LA MOSTRA
TUTTI. UMANITÀ IN CAMMINO
Il prossimo 5 novembre il Santo Padre visiterà la Biblioteca Vaticana e inaugurerà il nuovo spazio espositivo permanente, dove per l’occasione è stata allestita un’installazione site-specific e saranno presenti opere di grandi dimensioni dell’artista Pietro Ruffo, che dialogano con le sale e il patrimonio della Biblioteca del Papa.
Roma, 3 novembre 2021: Il prossimo 5 novembre, alle ore 17:00, Papa Francesco visiterà la Biblioteca Apostolica Vaticana e inaugurerà il nuovo spazio espositivo permanente dove, per l’occasione, è stata allestita la mostra TUTTI. Umanità in Cammino.
L’inaugurazione del nuovo spazio espositivo, realizzato con il sostegno degli eredi dell’imprenditore e filantropo statunitense Kirk Kerkorian, costituisce un nuovo capitolo della centenaria storia della missione di conservazione e di divulgazione della Biblioteca Apostolica Vaticana. La mostra allestita per l’occasione, nel richiamarsi alle riflessioni proposte dal Santo Padre nell’Enciclica Fratelli Tutti, propone un percorso che parte dalla cartografia di viaggio per arrivare fino alle mappe utopiche e allegoriche.
«La Biblioteca Apostolica Vaticana inaugura una nuova sala espositiva per sostenere la cultura dell'incontro. La nostra scommessa è rafforzare il ruolo culturale della Vaticana nella contemporaneità», spiega il Cardinale Bibliotecario
José Tolentino de Mendonça. «Da una grande biblioteca – continua – ci si aspetta l’impegno a realizzare quello che Papa Francesco profeticamente chiama “cultura dell'incontro”. Che i libri incontrino i lettori, tracciando percorsi originali. Che la conoscenza conservata come memoria possa incontrare le domande che l’attualità ci pone. Che la storia incontri il presente, aprendo nuove prospettive non solo su ciò che siamo stati ma anche su ciò che possiamo essere».
Realizzata in collaborazione con Pietro Ruffo, artista romano presente in importanti collezioni nazionali e internazionali, la mostra è curata da Don Giacomo Cardinali, Simona De Crescenzo e Delio Proverbio, con l’obiettivo di instaurare un dialogo tra i tesori della Biblioteca Apostolica Vaticana e le nuove istanze dell’arte contemporanea.
«Incontrare Pietro Ruffo per la Biblioteca Apostolica Vaticana ha significato non solo conoscere un artista contemporaneo di rilievo internazionale e dischiudergli alcuni dei nostri tesori, ma anche avere la possibilità di essere guardati da occhi radicalmente diversi», afferma il Prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana, Monsignor Cesare Pasini, confermando la volontà di «acquisire una prospettiva nuova su noi stessi, ripensare il nostro posseduto: abbiamo riscoperto opere che conoscevamo solo in parte e ne abbiamo acquisite altre, antiche e moderne, per arricchire le raccolte vaticane. Come Pietro Ruffo non è più quello che incontrammo qualche mese fa, così anche noi sentiamo di non essere più gli stessi; una sensazione importante per una istituzione secolare come la nostra».
«L’incontro con l’immenso patrimonio della Biblioteca Apostolica Vaticana è stato per me un viaggio nella conoscenza, nella geografia, nella storia dell’umanità», afferma Pietro Ruffo. «Analizzare il grande cantiere che è la Terra tramite le preziose carte qui custodite – aggiunge – ha dato vita a una serie di lavori inediti. Il dialogo tra la mia ricerca e le mappe terrestri e celesti di diverse epoche e culture delinea un'umanità sempre più interconnessa e responsabile del fragile rapporto con il proprio ecosistema».
Saranno in mostra, tra le altre opere, la seicentesca mappa del Nilo di Evliya Çelebi, opera unica di cartografia di viaggio lunga circa sei metri, in dialogo con la reinterpretazione della stessa da parte di Pietro Ruffo; l’artista proporrà nella Sala Barberini, integrandola nella struttura lignea del XVII secolo, una installazione site-specific che trasforma lo spazio in una lussureggiante foresta tropicale.
«Il tema della mostra è quello della “cartografia non geografica”: nel corso della sua storia, infatti, l’uomo ha impiegato lo schema rappresentativo della mappa non solo per descrivere l’oggettività della Terra, ma anche la propria interiorità, gli ideali, i viaggi, le scoperte e le convinzioni», spiega Don Giacomo Cardinali, Commissario per lo spazio espositivo. «Il pubblico – aggiunge – troverà così esposte carte allegoriche, teologiche, satiriche e sentimentali. Mappature del desiderio e della protesta, dei sogni e delle disperazioni dell’uomo.»
La mostra sarà visitabile fino al prossimo 25 febbraio 2022, ogni martedì e mercoledì dalle 16 alle 18, previa prenotazione sul sito della Biblioteca (https://www.vaticanlibrary.va).
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Alcune informazioni sulla Biblioteca Apostolica Vaticana
La Biblioteca Apostolica Vaticana è un’istituzione antica, luogo di conservazione e di ricerca appartenente al Papa e in stretto rapporto con il governo e il ministero della Sede Apostolica.
Dallo Scrinium attestato fin dal sec. IV, la Vaticana inizia la sua storia moderna con Niccolò V, che intorno alla metà del ’400 decise di aprire le collezioni librarie papali agli uomini dotti (pro communi doctorum virorum commodo, Breve del 30 aprile 1451), e con Sisto IV, che diede un assetto più stabile all’organizzazione della Biblioteca con la Bolla Ad decorem militantis ecclesiae del 15 giugno 1475.
Da sempre le sue ingenti collezioni costituite da manoscritti, materiale d’archivio, volumi a stampa antichi e moderni, monete e medaglie, stampe e disegni, materiale cartografico e fotografico sono aperte a studiosi qualificati di tutto il mondo senza distinzione di razza, religione, provenienza e cultura. La Biblioteca è specializzata nell’ambito delle discipline filologiche e storiche e, retrospettivamente, anche teologiche, giuridiche e scientifiche.
L’artista Pietro Ruffo
Nato a Roma nel 1978 e laureato in architettura all’Università degli Studi Roma Tre, ha vinto nel 2010 il Premio New York con una borsa di ricerca presso l’Italian Academy for Advanced Studies alla Columbia University.
La relazione con l’immagine è parte integrante del suo percorso di ricerca, che nasce da una serie di considerazioni filosofiche, sociali ed etiche e si sviluppa attraverso una profonda dimensione concettuale dell’arte che deriva dalla sua formazione di architetto. Il disegno e l’intaglio sono per Ruffo strumenti di ricerca che sublimano idee e concetti forti, in installazioni che arrivano ad assumere dimensioni ambientali. Le opere si articolano in sovrapposizioni di paesaggi naturali e forme umane, mappe geografiche e costellazioni, geometrie e tracce di scrittura.
Ne risulta un lavoro stratificato, dalle molteplici letture visive e semantiche, che indagano i grandi temi della storia universale, in particolare la libertà e la dignità del singolo individuo costantemente minacciate dalla massificazione in atto nella società contemporanea.
Negli ultimi anni ha esposto presso importanti musei e istituzioni internazionali tra cui: Museu de Arte Contemporânea de la Universidad de São Paulo (Brasile); Zhejiang Art Museum (ZAM), Hangzhou City (Cina); IA&A AT Hillyer, Washington DC (USA); Museo nazionale delle arti del XXI secolo (MAXXI), Roma; Museo Nazionale del Bardo, Tunisi (Tunisia); Indian Museum, Calcutta (India); Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma.
Ha ricevuto diverse importanti commissioni pubbliche, che lo hanno portato a espandere il suo lavoro in una dimensione urbana, come ad esempio l’opera Migrante, realizzata nel 2021 per il Parco dei Daini di Villa Borghese a Roma. Per info: www.pietroruffo.com @pietroruffoartist
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