Messaggio del Santo Padre
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L’11 maggio 2025, IV Domenica di Pasqua, si celebra la 62aGiornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni sul tema “Pellegrini di speranza: il dono della vita”.
Pubblichiamo di seguito il Messaggio che il Santo Padre Francesco ha inviato per l’occasione ai Vescovi, ai sacerdoti, ai consacrati ed ai fedeli di tutto il mondo:
Messaggio del Santo Padre
Pellegrini di speranza: il dono della vita
Cari fratelli e sorelle!
In questa LXII Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, desidero rivolgervi un invito gioioso e incoraggiante ad essere pellegrini di speranza donando la vita con generosità.
La vocazione è un dono prezioso che Dio semina nei cuori, una chiamata a uscire da sé stessi per intraprendere un cammino di amore e di servizio. Ed ogni vocazione nella Chiesa – sia essa laicale o al ministero ordinato o alla vita consacrata – è segno della speranza che Dio nutre per il mondo e per ciascuno dei suoi figli.
In questo nostro tempo, molti giovani si sentono smarriti di fronte al futuro. Sperimentano spesso incertezza sulle prospettive lavorative e, più a fondo, una crisi d’identità che è crisi di senso e di valori e che la confusione digitale rende ancora più difficile da attraversare. Le ingiustizie verso i deboli e i poveri, l’indifferenza di un benessere egoista, la violenza della guerra minacciano i progetti di vita buona che coltivano nell’animo. Eppure il Signore, che conosce il cuore dell’uomo, non abbandona nell’insicurezza, anzi, vuole suscitare in ognuno la consapevolezza di essere amato, chiamato e inviato come pellegrino di speranza.
Per questo, noi membri adulti della Chiesa, specialmente i pastori, siamo sollecitati ad accogliere, discernere e accompagnare il cammino vocazionale delle nuove generazioni. E voi giovani siete chiamati ad esserne protagonisti, o meglio co-protagonisti con lo Spirito Santo, che suscita in voi il desiderio di fare della vita un dono d’amore.
Accogliere il proprio cammino vocazionale
Carissimi giovani, «la vostra vita non è un “nel frattempo”. Voi siete l’adesso di Dio» (Esort. ap. postsin. Christus vivit, 178). È necessario prendere coscienza che il dono della vita chiede una risposta generosa e fedele. Guardate ai giovani santi e beati che hanno risposto con gioia alla chiamata del Signore: a Santa Rosa di Lima, San Domenico Savio, Santa Teresa di Gesù Bambino, San Gabriele dell’Addolorata, ai Beati – tra poco Santi – Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati e a tanti altri. Ciascuno di loro ha vissuto la vocazione come cammino verso la felicità piena, nella relazione con Gesù vivo. Quando ascoltiamo la sua parola, ci arde il cuore nel petto (cfr Lc 24,32) e sentiamo il desiderio di consacrare a Dio la nostra vita! Allora vogliamo scoprire in che modo, in quale forma di vita ricambiare l’amore che Lui per primo ci dona.
Ogni vocazione, percepita nella profondità del cuore, fa germogliare la risposta come spinta interiore all’amore e al servizio, come sorgente di speranza e di carità e non come ricerca di autoaffermazione. Vocazione e speranza, dunque, si intrecciano nel progetto divino per la gioia di ogni uomo e di ogni donna, tutti chiamati in prima persona ad offrire la vita per gli altri (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 268). Sono molti i giovani che cercano di conoscere la strada che Dio li chiama a percorrere: alcuni riconoscono – spesso con stupore – la vocazione al sacerdozio o alla vita consacrata; altri scoprono la bellezza della chiamata al matrimonio e alla vita familiare, come pure all’impegno per il bene comune e alla testimonianza della fede tra i colleghi e gli amici.
Ogni vocazione è animata dalla speranza, che si traduce in fiducia nella Provvidenza. Infatti, per il cristiano, sperare è ben più di un semplice ottimismo umano: è piuttosto una certezza radicata nella fede in Dio, che opera nella storia di ogni persona. E così la vocazione matura attraverso l’impegno quotidiano di fedeltà al Vangelo, nella preghiera, nel discernimento, nel servizio.
Cari giovani, la speranza in Dio non delude, perché Egli guida ogni passo di chi si affida a Lui. Il mondo ha bisogno di giovani che siano pellegrini di speranza, coraggiosi nel dedicare la propria vita a Cristo, pieni di gioia per il fatto stesso di essere suoi discepoli-missionari.
Discernere il proprio cammino vocazionale
La scoperta della propria vocazione avviene attraverso un cammino di discernimento. Questo percorso non è mai solitario, ma si sviluppa all’interno della comunità cristiana e insieme ad essa.
Cari giovani, il mondo vi spinge a fare scelte affrettate, a riempire le giornate di rumore, impedendovi di sperimentare un silenzio aperto a Dio, che parla al cuore. Abbiate il coraggio di fermarvi, di ascoltare dentro voi stessi e di chiedere a Dio cosa sogna per voi. Il silenzio della preghiera è indispensabile per “leggere” la chiamata di Dio nella propria storia e per dare una risposta libera e consapevole.
Il raccoglimento permette di comprendere che tutti possiamo essere pellegrini di speranza se facciamo della nostra vita un dono, specialmente al servizio di coloro che abitano le periferie materiali ed esistenziali del mondo. Chi si mette in ascolto di Dio che chiama non può ignorare il grido di tanti fratelli e sorelle che si sentono esclusi, feriti, abbandonati. Ogni vocazione apre alla missione di essere presenza di Cristo là dove più c’è bisogno di luce e consolazione. In particolare, i fedeli laici sono chiamati ad essere “sale, luce e lievito” del Regno di Dio attraverso l’impegno sociale e professionale.
Accompagnare il cammino vocazionale
In tale orizzonte, gli operatori pastorali e vocazionali, soprattutto gli accompagnatori spirituali, non abbiano paura di accompagnare i giovani con la speranzosa e paziente fiducia della pedagogia divina. Si tratta di essere per loro persone capaci di ascolto e di accoglienza rispettosa; persone di cui possano fidarsi, guide sagge, pronte ad aiutarli e attente a riconoscere i segni di Dio nel loro cammino.
Esorto pertanto a promuovere la cura della vocazione cristiana nei diversi ambiti della vita e dell’attività umana, favorendo l’apertura spirituale di ciascuno alla voce di Dio. A questo scopo è importante che gli itinerari educativi e pastorali prevedano spazi adeguati di accompagnamento delle vocazioni.
La Chiesa ha bisogno di pastori, religiosi, missionari, coniugi che sappiano dire “sì” al Signore con fiducia e speranza. La vocazione non è mai un tesoro che resta chiuso nel cuore, ma cresce e si rafforza nella comunità che crede, ama e spera. E poiché nessuno può rispondere da solo alla chiamata di Dio, tutti abbiamo necessità della preghiera e del sostegno dei fratelli e delle sorelle.
Carissimi, la Chiesa è viva e feconda quando genera nuove vocazioni. E il mondo cerca, spesso inconsapevolmente, testimoni di speranza, che annuncino con la loro vita che seguire Cristo è fonte di gioia. Non stanchiamoci dunque di chiedere al Signore nuovi operai per la sua messe, certi che Lui continua a chiamare con amore. Cari giovani, affido la vostra sequela del Signore all’intercessione di Maria, Madre della Chiesa e delle vocazioni. Camminate sempre come pellegrini di speranza sulla via del Vangelo! Vi accompagno con la mia benedizione, e vi chiedo per favore di pregare per me.
Roma, Policlinico Gemelli, 19 marzo 2025
FRANCESCO
[00379-IT.01] [Testo originale: Italiano]
Traduzione in lingua francese
Pèlerins d’espérance: le don de la vie
Chers frères et sœurs !
En cette 62ème Journée Mondiale de Prière pour les Vocations, je souhaite vous adresser une invitation joyeuse et encourageante à être des pèlerins de l’espérance, en donnant généreusement votre vie.
La vocation est un don précieux que Dieu sème dans les cœurs, un appel à sortir de soi-même pour s’engager sur un chemin d’amour et de service. Et toute vocation dans l’Église – qu’elle soit laïque, au ministère ordonné ou à la vie consacrée – est un signe de l’espérance que Dieu a pour le monde et pour chacun de ses enfants.
À notre époque, de nombreux jeunes se sentent perdus face à l’avenir. Ils connaissent souvent l’incertitude sur les perspectives d’emploi, et plus profondément une crise d’identité, qui est une crise de sens et de valeurs que la confusion numérique rend encore plus difficile à gérer. Les injustices envers les faibles et les pauvres, l’indifférence d’un bien-être égoïste, la violence de la guerre menacent les bons projets de vie qu’ils cultivent dans leurs âmes. Mais le Seigneur, qui connaît le cœur de l’homme, ne les abandonne pas dans l’insécurité ; au contraire, Il veut susciter en chacun la conscience d’être aimé, appelé et envoyé comme pèlerin de l’espérance.
C’est pourquoi, membres adultes de l’Église, et en particulier les pasteurs, nous sommes invités à accueillir, à discerner et à accompagner le cheminement vocationnel des nouvelles générations. Et vous, les jeunes, vous êtes appelés à en être les protagonistes, ou plutôt des co-protagonistes avec l’Esprit Saint qui suscite en vous le désir de faire de la vie un don d’amour.
Accueillir son chemin vocationnel
Chers jeunes, « votre vie n’est pas un “entre-temps”. Vous êtes l’heurede Dieu » (Exhort. ap. Post-Syn. Christus Vivit, n. 178). Il est nécessaire de prendre conscience que le don de la vie demande une réponse généreuse et fidèle. Regardez les jeunes saints et bienheureux qui ont répondu avec joie à l’appel du Seigneur : Sainte Rose de Lima, Saint Dominique Savio, Sainte Thérèse de l’Enfant Jésus, Saint Gabriel de l’Addolorata, les bienheureux – bientôt saints – Carlo Acutis et Pier Giorgio Frassati, et bien d’autres. Chacun d’eux a vécu sa vocation comme un chemin vers le bonheur complet, en relation avec Jésus vivant. Lorsque nous écoutons sa parole, notre cœur brûle dans notre poitrine (cf. Lc 24, 32) et nous sentons le désir de consacrer notre vie à Dieu ! Nous voulons alors découvrir de quelle manière, sous quelle forme de vie, nous pouvons rendre l’amour qu’Il nous donne en premier.
Toute vocation perçue au plus profond du cœur fait germer la réponse comme un élan intérieur vers l’amour et le service, comme une source d’espérance et de charité et non comme une recherche d’affirmation de soi. Vocation et espérance s’entremêlent donc dans le projet divin pour la joie de tout homme et de toute femme, tous appelés à offrir personnellement leur vie pour les autres (cf. Exhort. ap. Evangelii gaudium, n. 268). Nombreux sont les jeunes qui cherchent à connaître le chemin que Dieu les appelle à parcourir : certains reconnaissent – souvent avec étonnement – la vocation au sacerdoce ou à la vie consacrée ; d’autres découvrent la beauté de l’appel au mariage et à la vie familiale ainsi qu’à l’engagement pour le bien commun et au témoignage de la foi parmi les collègues et les amis.
Toute vocation est animée par l’espérance, qui se traduit par la confiance en la Providence. En effet, pour le chrétien, espérer est plus qu’un simple optimisme humain : c’est plutôt une certitude enracinée dans la foi en Dieu qui agit dans l’histoire de chaque personne. La vocation mûrit ainsi à travers l’engagement quotidien de fidélité à l’Évangile, dans la prière, le discernement, le service.
Chers jeunes, l’espérance en Dieu ne déçoit pas, Il guide chaque pas de ceux qui se confient à Lui. Le monde a besoin de jeunes qui soient des pèlerins de l’espérance, courageux dans la consécration de leur vie au Christ, pleins de joie par le fait même d’être ses disciples-missionnaires.
Discerner son chemin vocationnel
La découverte de sa vocation se fait à travers un chemin de discernement. Ce parcours n’est jamais solitaire, il se développe au sein de la communauté chrétienne et avec elle.
Chers jeunes, le monde vous pousse à faire des choix hâtifs, à remplir vos journées de bruit, vous empêchant de faire l’expérience du silence ouvert à Dieu qui parle au cœur. Ayez le courage de vous arrêter, d’écouter en vous-mêmes et de demander à Dieu ce qu’Il rêve pour vous. Le silence de la prière est indispensable pour “lire” l’appel de Dieu dans notre histoire et pour y répondre librement et consciemment.
Le recueillement nous permet de comprendre que nous pouvons tous être des pèlerins de l’espérance si nous faisons de notre vie un don, en particulier au service de ceux qui habitent les périphéries matérielles et existentielles du monde. Celui qui écoute Dieu qui appelle ne peut ignorer le cri de nombre de frères et sœurs qui se sentent exclus, blessés, abandonnés. Toute vocation ouvre à la mission d’être présence du Christ là où il y a le plus besoin de lumière et de consolation. En particulier, les fidèles laïcs sont appelés à être « sel, lumière et ferment » du Royaume de Dieu à travers l’engagement social et professionnel.
Accompagner le cheminement des vocations
Dans cet horizon, les agents de la pastorale et des vocations, en particulier les accompagnateurs spirituels, ne doivent pas craindre d’accompagner les jeunes avec espérance et la confiance patiente de la pédagogie divine. Il s’agit d’être pour eux des personnes capables d’écoute et d’accueil respectueux; des personnes de confiance, des guides sages, prêts à les aider et attentifs à reconnaître les signes de Dieu dans leur cheminement.
J’exhorte donc à promouvoir l’attention de la vocation chrétienne dans les divers domaines de la vie et de l’activité humaines, en favorisant l’ouverture spirituelle de chacun à la voix de Dieu. À cette fin, il est important que les itinéraires éducatifs et pastoraux prévoient des espaces adéquats pour l’accompagnement des vocations.
L’Église a besoin de pasteurs, de religieux, de missionnaires, d’époux qui sachent dire “oui” au Seigneur avec confiance et espérance. La vocation n’est jamais un trésor enfermé dans le cœur, mais elle grandit et se renforce dans la communauté qui croit, aime et espère. Et puisque personne ne peut répondre tout seul à l’appel de Dieu, nous avons tous besoin de la prière et du soutien de nos frères et sœurs.
Chers amis, l’Église est vivante et féconde lorsqu’elle engendre de nouvelles vocations. Et le monde cherche, souvent inconsciemment, des témoins d’espérance annonçant par leur vie que suivre le Christ est source de joie. Ne nous lassons donc pas de demander au Seigneur de nouveaux ouvriers pour sa moisson, certains qu’Il continue à appeler avec amour. Chers jeunes, je confie votre cheminement à la suite du Seigneur à l’intercession de Marie, Mère de l’Église et des vocations. Marchez toujours comme des pèlerins de l’espérance sur le chemin de l’Évangile ! Je vous accompagne de ma Bénédiction et je vous demande s’il vous plaît de prier pour moi.
Rome, Polyclinique “A. Gemelli”, le 19 mars 2025
FRANÇOIS
[00379-FR.01] [Texte original: Italien]
Traduzione in lingua inglese
Pilgrims of Hope: the Gift of Life
Dear sisters and brothers,
On this, the 62nd World Day of Prayer for Vocations, I wish to extend to you a joyful and encouraging invitation to become pilgrims of hope by generously offering your lives as a gift.
A vocation is a precious gift that God sows in our heart, a call to leave ourselves behind and embark on a journey of love and service. Every vocation in the Church, whether lay, ordained or consecrated, is a sign of the hope that God has for this world and for each of his children.
Nowadays, many young people feel dismayed as they look to the future. Often they experience insecurity about their prospects of employment and a profound identity crisis, a crisis of meaning and values, which the confused messages of the digital world only aggravate. The unjust treatment of the poor and vulnerable, the indifference of a complacent and self-centred society, and the brutality of war all threaten the hopes for a fulfilling life that young people cherish in their hearts. Yet the Lord, who knows the human heart, does not abandon us in our uncertainty. He wants us to know that we are loved, called and sent as pilgrims of hope.
We, the adult members of the Church, and priests in particular, are called to acknowledge, discern and accompany the young on their vocational path. You, young people, for your part, are called to set out on that path, together with the Holy Spirit, who awakens in you the desire to make your lives a gift of love.
Embracing our specific vocation
Dear young people, “your youth is not an ‘in-between time.’ You are the now of God” (Christus Vivit, 178). Realize that the gift of life calls for a generous and faithful response. Look to the young saints and blesseds who responded joyfully to the Lord’s call: Saint Rose of Lima, Saint Dominic Savio, Saint Therese of the Child Jesus, Saint Gabriel of Our Lady of Sorrows, the soon-to-be canonized saints Blessed Carlo Acutis and Blessed Pier Giorgio Frassati, among many others. They experienced their vocation as a path towards true happiness through friendship with the risen Lord. Whenever we listen to Jesus’ words, our hearts burn within us (cf. Lk 24:32) and we feel the desire to consecrate our lives to God. Naturally, we want to find the way of life that will best allow us to return the love with which he loved us first.
Every vocation, once perceived in the depths of the heart, gives rise to an impulse to love and service, as an expression of hope and charity, rather than a means of self-promotion. Vocation and hope go together in God’s plan for the happiness of each man and woman, all of whom are called by name to give their lives for others (cf. Evangelii Gaudium, 268). Many young people seek to know the path God is calling them to take. Some find, often to their surprise, that they are called to the priesthood or to the consecrated life. Others discover the beauty of the call to marriage and family life, to the pursuit of the common good and to a life of witness to the faith among their friends and acquaintances.
Every vocation is inspired by hope, marked by confident trust in God’s providence. For Christians, hope is more than mere human optimism: it is a certainty based on our faith in God, who is at work in each of our lives. Vocations mature through the daily effort to be faithful to the Gospel, and through prayer, discernment and service.
Dear young friends, hope in God does not disappoint, because at every step of the way he accompanies those who entrust their lives to him. Our world needs young people who are pilgrims of hope, who courageously devote their lives to Christ and rejoice in being his disciples and missionaries.
Discerning our vocational path
The discovery of our vocation comes about as the result of a journey of discernment. That journey is never solitary, but develops within a Christian community and as a part of that community.
Dear friends, the world pushes you to make hasty decisions and bombards you with a constant blare that prevents you from experiencing a silence that is open to God who speaks to the heart. Have the courage to pause, to listen to what your heart tells you, and to ask God about his dreams for you. The silence of prayer is indispensable if we are to learn how to hear God’s call amid the specific circumstances of our lives and to respond consciously and freely.
Prayerful recollection helps us to realize that all of us can be pilgrims of hope if we make our lives a gift, above all by placing ourselves at the service of those who live on the world’s material and existential peripheries. Those who heed God’s call cannot turn a deaf ear to the cry of so many of our brothers and sisters who feel excluded, wounded and abandoned. Every vocation confirms us in our mission of being Christ’s presence wherever light and consolation are most needed. In a particular way, the lay faithful are called to be the “salt, light and leaven” of the Kingdom of God through their social and professional commitments.
Accompanying vocations
Consequently, pastoral ministers and vocation directors, especially spiritual directors, should readily accompany young people with the hope, patience and trust that reflect God’s own “pedagogy.” They should be capable of listening to them respectfully and sympathetically, and show themselves trustworthy, wise and helpful guides, ever attentive to discerning the signs of God’s presence in their journey.
I urge that every effort be made to foster vocations in the various spheres of human life and activity, and to help individuals to be spiritually open to the Lord’s voice. It is important, then, that adequate space be given to the accompaniment of vocations in educational and pastoral planning.
The Church needs pastors, religious, missionaries and spouses capable of saying “yes” to the Lord with trust and hope. A vocation is never a treasure stored away in the heart; rather, it grows and is strengthened within a community that believes, loves and hopes. No one can respond to God’s call alone, for all of us need the prayers and support of our brothers and sisters.
Dearly beloved, the Church is alive and fruitful when she generates new vocations. Our world looks, often unknowingly, for witnesses of hope who proclaim with their lives that following Christ is a source of true joy. Let us never tire, then, of asking the Lord for new labourers for his harvest, certain that with great love he continues to call them. Dear young people, I entrust your efforts to follow the Lord to the intercession of Mary, Mother of the Church and Mother of vocations. Keep walking as pilgrims of hope on the path of the Gospel! I accompany you with my blessing and I ask you, please, to pray for me.
Rome, Policlinico A. Gemelli, 19 March 2025.
FRANCIS
[00379-EN.01] [Original text: Italian]
Traduzione in lingua tedesca
Pilger der Hoffnung: das Geschenk des Lebens
Liebe Brüder und Schwestern!
An diesem 62. Weltgebetstag um geistliche Berufungen möchte ich an euch die freudige und ermutigende Einladung richten, Pilger der Hoffnung zu sein, indem ihr euer Leben selbstlos hingebt.
Die Berufung ist ein kostbares Geschenk, das Gott in die Herzen sät, ein Ruf, aus sich selbst herauszugehen, um einen Weg der Liebe und des Dienens einzuschlagen. Und jede Berufung in der Kirche – sei es als Laie oder zum geweihten Amt oder zum gottgeweihten Leben – ist ein Zeichen der Hoffnung, die Gott für die Welt und für jedes seiner Kinder hegt.
In dieser unserer Zeit fühlen sich viele junge Menschen im Blick auf die Zukunft verloren. Oft sind sie unsicher, was ihre beruflichen Perspektiven angeht, und noch grundlegender erleben sie eine Identitätskrise, die eine Sinn- und Wertekrise ist und durch die digitale Verwirrung noch schwerer zu überwinden ist. Die Ungerechtigkeiten gegenüber den Schwachen und Armen, die Gleichgültigkeit eines egoistischen Wohlstands und die Gewalt des Krieges bedrohen ihre Pläne für ein gutes Leben, die sie in ihrem Herzen hegen. Doch der Herr, der das Herz des Menschen kennt, lässt uns in der Unsicherheit nicht allein, vielmehr möchte er in jedem das Bewusstsein wecken, geliebt, gerufen und als Pilger der Hoffnung gesandt zu sein.
Daher sind wir erwachsenen Glieder der Kirche, insbesondere die Hirten, gefordert, den Berufungsweg der neuen Generationen anzunehmen, zu prüfen und zu begleiten. Und ihr jungen Menschen seid gerufen, dabei die Hauptrolle zu spielen, oder besser gesagt, sie zusammen mit dem Heiligen Geist zu spielen, der in euch den Wunsch weckt, das Leben zu einem Geschenk der Liebe zu machen.
Den eigenen Berufungsweg annehmen
Liebe Jugendliche, »euer Leben ist nicht ein „in der Zwischenzeit”. Ihr seid das Jetzt Gottes« (Nachsynodales Apostolisches Schreiben Christus vivit, 178). Es ist notwendig, sich bewusst zu werden, dass das Geschenk des Lebens eine großherzige und treue Antwort verlangt. Seht euch die jungen Heiligen und Seligen an, die mit Freude auf den Ruf des Herrn geantwortet haben: die heilige Rosa von Lima, der heilige Dominikus Savio, die heilige Theresia vom Kinde Jesu, der heilige Gabriel von der Schmerzhaften Muttergottes, die seligen – bald heiligen – Carlo Acutis und Pier Giorgio Frassati und viele andere. Jeder von ihnen hat seine Berufung als Weg zum vollkommenen Glück in der Beziehung zu Jesus, dem Lebendigen, empfunden. Wenn wir sein Wort hören, brennt uns das Herz in der Brust (vgl. Lk 24,32) und wir verspüren den Wunsch, unser Leben Gott zu weihen! Und dann wollen wir herausfinden, auf welche Weise, in welcher Lebensform wir die Liebe erwidern können, die er uns zuvor geschenkt hat.
Jede Berufung, die in der Tiefe des Herzens wahrgenommen wird, lässt die Antwort als inneren Drang zur Liebe und zum Dienen, als Quelle der Hoffnung und der Liebe aufkeimen und nicht als Suche nach persönlicher Bestätigung. In Gottes Plan zur Freude eines jeden Mannes und einer jeder Frau, die alle persönlich dazu berufen sind, ihr Leben für die anderen einzusetzen (vgl. Apostolisches Schreiben Evangelii gaudium, 268), sind Berufung und Hoffnung also miteinander verflochten. Viele junge Menschen versuchen, den Weg zu erkennen, zu dem Gott sie beruft: Einige erkennen – oft mit Erstaunen – die Berufung zum Priestertum oder zum gottgeweihten Leben; andere entdecken die Schönheit der Berufung zur Ehe und zum Familienleben wie auch zum Einsatz für das Gemeinwohl und zum Glaubenszeugnis unter Kollegen und Freunden.
Jede Berufung lebt von der Hoffnung, die sich in Vertrauen in die Vorsehung verwandelt. Für den Christen ist Hoffnung nämlich viel mehr als bloßer menschlicher Optimismus: Sie ist vielmehr eine Gewissheit, die im Glauben an Gott wurzelt, der in der Geschichte eines jeden Menschen wirkt. Und so reift die Berufung im täglichen Bemühen um Treue zum Evangelium, im Gebet, in der geistlichen Unterscheidung und im Dienen.
Liebe Jugendliche, die Hoffnung auf Gott enttäuscht nicht, denn er leitet jeden Schritt derer, die sich ihm anvertrauen. Die Welt braucht junge Menschen, die Pilger der Hoffnung sind, die mutig ihr Leben Christus weihen und voller Freude darüber sind, seine missionarischen Jünger zu sein.
Den eigenen Berufungsweg prüfen
Die Entdeckung der eigenen Berufung geschieht auf einem Weg der geistlichen Unterscheidung. Dieser Weg ist nie ein einsamer Weg, sondern er entsteht innerhalb der christlichen Gemeinschaft und gemeinsam mit ihr.
Liebe junge Menschen, die Welt drängt euch zu voreiligen Entscheidungen, dazu, eure Tage mit Lärm zu füllen, und hindert euch daran, eine Stille zu erfahren, die offen ist für Gott, der zum Herzen spricht. Habt den Mut, innezuhalten, in euch hineinzuhören und Gott zu fragen, was er sich für euch erträumt. Die Stille des Gebets ist unerlässlich, um den Ruf Gottes in der eigenen Geschichte „lesen“ und eine freie und bewusste Antwort geben zu können.
Die innere Sammlung ermöglicht es uns zu verstehen, dass wir alle Pilger der Hoffnung sein können, wenn wir unser Leben zu einem Geschenk machen, insbesondere im Dienst an denen, die an den materiellen und existenziellen Rändern der Welt leben. Wer auf den Ruf Gottes hört, kann den Schrei der vielen Brüder und Schwestern nicht ignorieren, die sich ausgeschlossen, verwundet und verlassen fühlen. Jede Berufung öffnet für den Auftrag, Christus dort gegenwärtig zu machen, wo Licht und Trost am meisten gebraucht werden. Insbesondere die gläubigen Laien sind aufgerufen, durch ihr soziales und berufliches Engagement „Salz, Licht und Sauerteig“ des Reiches Gottes zu sein.
Den Berufungsweg begleiten
In diesem Zusammenhang sollten diejenigen, die in der Seelsorge und in der Berufungspastoral tätig sind, insbesondere die geistlichen Begleiter, keine Angst haben, die jungen Menschen mit der hoffnungsvollen und geduldigen Zuversicht der göttlichen Pädagogik zu begleiten. Es geht darum, für sie ein offenes Ohr zu haben und sich ihrer achtsam anzunehmen; es geht darum, dass sie sich auf uns verlassen können, dass wir ihnen weise Begleiter sind, die bereit sind, ihnen zu helfen und die aufmerksam die Zeichen Gottes auf ihrem Weg erkennen.
Ich ermutige daher dazu, für die Pflege der christlichen Berufung in den verschiedenen Bereichen des menschlichen Lebens und Handelns Sorge zu tragen und jedem Einzelnen zu helfen, sich für die Stimme Gottes zu öffnen. Hierfür ist es wichtig, dass die Bildungs- und Pastoralprogramme der Berufungsbegleitung angemessenen Raum geben.
Die Kirche braucht Hirten, Ordensleute, Missionare, Ehepaare, die es verstehen, mit Vertrauen und Hoffnung „Ja“ zum Herrn zu sagen. Die Berufung ist niemals ein Schatz, der im Herzen eingeschlossen bleibt, sondern sie wächst und festigt sich in der Gemeinschaft derer, die glauben, lieben und hoffen. Und weil niemand allein auf den Ruf Gottes antworten kann, brauchen wir alle das Gebet und die Unterstützung unserer Brüder und Schwestern.
Liebe Brüder und Schwestern, die Kirche ist lebendig und fruchtbar, wenn sie neue Berufungen hervorbringt. Und die Welt sucht, oft unbewusst, Zeugen der Hoffnung, die mit ihrem Leben verkünden, dass die Nachfolge Christi eine Quelle der Freude ist. Lasst uns also nicht müde werden, den Herrn um neue Arbeiter für seine Ernte zu bitten, in der Gewissheit, dass er immerfort mit Liebe ruft. Liebe junge Menschen, ich vertraue eure Christusnachfolge der Fürsprache Mariens an, der Mutter der Kirche und der Berufungen. Wandelt stets als Pilger der Hoffnung auf dem Weg des Evangeliums! Ich begleite euch mit meinem Segen und bitte euch, für mich zu beten.
Rom, Gemelli-Klinik, 19. März 2025.
FRANZISKUS
[00379-DE.01] [Originalsprache: Italienisch]
Traduzione in lingua spagnola
Peregrinos de esperanza: el don de la vida
Queridos hermanos y hermanas:
En esta LXII Jornada Mundial de Oración por las Vocaciones, quiero dirigirles una invitación llena de alegría y aliento para ser peregrinos de esperanza, entregando la vida con generosidad.
La vocación es un don precioso que Dios siembra en el corazón, una llamada a salir de nosotros mismos para emprender un camino de amor y servicio. Y cada vocación en la Iglesia —sea laical, al ministerio ordenado o a la vida consagrada— es un signo de la esperanza que Dios pone en el mundo y en cada uno de sus hijos.
En nuestro tiempo, muchos jóvenes se sienten perdidos ante el futuro. Experimentan con frecuencia incertidumbre sobre su porvenir laboral y, más profundamente, una crisis de identidad, que es también una crisis de sentido y de valores, y que la confusión del mundo digital hace aún más difícil de atravesar. Las injusticias contra los más débiles y los pobres, la indiferencia de un bienestar egoísta y la violencia de la guerra amenazan los sueños de una vida buena que los jóvenes cultivan en su corazón. Sin embargo, el Señor, que conoce el corazón humano, no nos deja en la incertidumbre; al contrario, quiere despertar en cada uno la convicción de ser amado, llamado y enviado como peregrino de esperanza.
Por eso, a nosotros, los miembros adultos en la Iglesia
— especialmente los pastores — se nos pide acoger, discernir y acompañar el camino vocacional de las nuevas generaciones. Y ustedes, jóvenes, están llamados a ser los protagonistas de su vocación o, mejor aún, coprotagonistas junto con el Espíritu Santo, quien suscita en ustedes el deseo de hacer de su vida un don de amor.
Acoger el propio camino vocacional
Queridos jóvenes, «la vida de ustedes no es un “mientras tanto”. Ustedes son el ahora de Dios» (Exhort. ap. postsin. Christus vivit, 178). Es necesario tomar conciencia de que el don de la vida exige una respuesta generosa y fiel. Miren a los santos y beatos jóvenes que respondieron con alegría a la llamada del Señor: santa Rosa de Lima, santo Domingo Savio, santa Teresa del Niño Jesús, san Gabriel de la Dolorosa, los beatos —dentro de poco declarados santos— Carlos Acutis y Pier Giorgio Frassati, y tantos otros. Cada uno de ellos vivió la vocación como un camino hacia la felicidad plena, en la relación con Jesús vivo. Cuando escuchamos su Palabra, nuestro corazón arde dentro de nosotros (cf. Lc 24,32) y sentimos el deseo de consagrar nuestra vida a Dios; entonces nace la voluntad de descubrir cómo y en qué forma de vida podemos corresponder al amor que Él nos da primero.
Toda vocación, cuando se percibe profundamente en el corazón, hace surgir la respuesta como un impulso interior hacia el amor y el servicio; como fuente de esperanza y caridad, y no como una búsqueda de autoafirmación. Vocación y esperanza, por lo tanto, están entrelazadas en el proyecto divino para la alegría de cada hombre y de cada mujer, porque todos estamos llamados a ofrecer nuestra vida por los demás (cf. Exhort. ap. Evangelii gaudium,268). Muchos jóvenes buscan conocer el camino que Dios les invita a recorrer: algunos descubren —muchas veces con asombro— la vocación al sacerdocio o a la vida consagrada; otros perciben la belleza de la vocación al matrimonio y la vida familiar, así como el llamado al compromiso por el bien común y al testimonio de la fe entre sus compañeros y amigos.
Toda vocación está animada por la esperanza, que se traduce como confianza en la Providencia. En efecto, para el cristiano, esperar es mucho más que un simple optimismo humano: es ante todo una certeza basada en la fe en Dios, que actúa en la historia de cada persona. Y así, la vocación madura en la fidelidad diaria al Evangelio, en la oración, en el discernimiento y en el servicio.
Queridos jóvenes, la esperanza en Dios no defrauda, porque Él guía cada paso de quien se confía a Él. El mundo necesita jóvenes que sean peregrinos de esperanza, valientes en dedicar su vida a Cristo y llenos de la alegría por el hecho mismo de ser sus discípulos-misioneros.
Discernir el propio camino vocacional
El descubrimiento de la propia vocación se produce en un camino de discernimiento. Este proceso nunca es solitario, sino que se desarrolla en el seno de la comunidad cristiana y junto con ella.
Queridos jóvenes, el mundo los empuja a tomar decisiones apresuradas, a llenar sus días de ruido, impidiéndoles experimentar un silencio abierto a Dios, que habla al corazón. Tengan el valor de detenerse, de escuchar dentro de ustedes mismos y de preguntarle a Dios qué sueña para ustedes. El silencio en la oración es indispensable para “leer” la llamada de Dios en la propia historia y responder con libertad y de manera consciente.
El recogimiento permite comprender que todos podemos ser peregrinos de esperanza si hacemos de nuestra vida un don, especialmente al servicio de quienes habitan las periferias materiales y existenciales del mundo. Quien se pone a la escucha de Dios no puede ignorar el clamor de tantos hermanos y hermanas que se sienten excluidos, heridos o abandonados. Toda vocación nos abre a la misión de ser presencia de Cristo allí donde más se necesita luz y consuelo. Los fieles laicos, en particular, están llamados a ser “sal, luz y levadura” del Reino de Dios a través del compromiso social y profesional.
Acompañar el camino vocacional
Desde esta perspectiva, los agentes de pastoral vocacional
—especialmente los acompañantes espirituales— no deben tener miedo de acompañar a los jóvenes con la confianza esperanzada y paciente de la pedagogía divina. Se trata de ser para ellos personas de escucha y acogida respetuosa en las que puedan confiar, guías sabios dispuestos a ayudarles y a reconocer los signos de Dios en su camino.
Por ello, exhorto a que se promueva el cuidado de la vocación cristiana en los distintos ámbitos de la vida y de la actividad humana, favoreciendo la apertura espiritual de cada persona a la voz de Dios. Con este propósito, es importante que los itinerarios educativos y pastorales contemplen espacios adecuados para el acompañamiento de las vocaciones.
La Iglesia necesita pastores, religiosos, misioneros y matrimonios que sepan decir “sí” al Señor con confianza y esperanza. La vocación nunca es un tesoro que se queda encerrado en el corazón, sino que crece y se fortalece en la comunidad que cree, ama y espera. Y dado que nadie puede responder solo a la llamada de Dios, todos necesitamos la oración y el apoyo de los hermanos y hermanas.
Queridos amigos, la Iglesia está viva y es fecunda cuando genera nuevas vocaciones. Y el mundo, muchas veces sin saberlo, busca testigos de esperanza, que anuncien con su vida que seguir a Cristo es fuente de alegría. Por lo tanto, no nos cansemos de pedir al Señor nuevos obreros para su mies, con la certeza de que Él sigue llamando con amor. Queridos jóvenes, encomiendo su camino de seguimiento del Señor a la intercesión de María, Madre de la Iglesia y de las vocaciones. ¡Caminen siempre como peregrinos de esperanza por la vía del Evangelio! Los acompaño con mi bendición, y les pido, por favor, que recen por mí.
Roma, Policlínico “A. Gemelli”, 19 de marzo de 2025.
FRANCISCO
[00379-ES.01] [Texto original: Italiano]
Traduzione in lingua portoghese
Peregrinos de esperança: o dom da vida
Queridos irmãos e irmãs!
Neste LXII Dia Mundial de Oração pelas Vocações, desejo dirigir-vos um alegre e encorajador convite a serdes peregrinos de esperança, doando generosamente a vida.
A vocação é um dom precioso que Deus semeia nos corações, uma chamada a sair de si mesmo para trilhar um caminho de amor e serviço. E cada vocação na Igreja – seja laical, seja ao ministério ordenado, seja à vida consagrada – é sinal da esperança que Deus nutre pelo mundo e por cada um dos seus filhos.
Neste nosso tempo, muitos jovens sentem-se perdidos face ao futuro. Frequentemente vivem na incerteza quanto às perspectivas de emprego e, lá no fundo, experimentam uma crise de identidade que é uma crise de sentido e de valores, que a confusão digital torna ainda mais difícil de atravessar. A injustiça para com os fracos e os pobres, a indiferença do bem-estar egoísta e a violência da guerra ameaçam os projetos de vida boa que cultivam no seu íntimo. Contudo, o Senhor, que conhece o coração do homem, não nos abandona na insegurança; pelo contrário, quer suscitar em cada um a consciência de ser amado, chamado e enviado como peregrino de esperança.
Por isso, nós, membros adultos da Igreja, especialmente os pastores, somos convidados a acolher, discernir e acompanhar o caminho vocacional das novas gerações. E vós, jovens, sois chamados a ser nele protagonistas, ou melhor, coprotagonistas com o Espírito Santo, que suscita em vós o desejo de fazer da vida um dom de amor.
Acolher o próprio caminho vocacional
Queridos jovens, «a vossa vida não é “entretanto”; vós sois o agora de Deus» (Exort. ap. pós-sinodal Christus vivit, 178). É necessário tomar consciência de que o dom da vida exige uma resposta generosa e fiel. Olhai para os jovens santos e beatos que responderam com alegria à chamada do Senhor: Santa Rosa de Lima, São Domingos Sávio, Santa Teresa do Menino Jesus, São Gabriel de Nossa Senhora das Dores, os Beatos – que em breve serão Santos – Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati, e muitos outros. Cada um deles viveu a vocação como um caminho para a felicidade plena, na relação com Jesus vivo. Quando escutamos a sua palavra, o nosso coração arde (cf. Lc 24, 32) e sentimos o desejo de consagrar a vida a Deus! Desejamos, por isso, descobrir de que modo, em que forma de vida é possível retribuir o amor que Ele primeiro nos dá.
Toda a vocação, sentida na profundidade do coração, faz germinar uma resposta como impulso interior ao amor e ao serviço, como fonte de esperança e caridade e não como busca de autoafirmação. Vocação e esperança entrelaçam-se, portanto, no projeto divino pela alegria de cada homem e mulher, todos eles chamados em primeira pessoa a oferecer a sua vida pelos outros (cf. Exort. ap. Evangelii gaudium, 268). São muitos os jovens que procuram conhecer o caminho que Deus os chama a percorrer: alguns constatam – muitas vezes com surpresa – a vocação ao sacerdócio ou à vida consagrada; outros descobrem a beleza da chamada ao matrimónio e à vida familiar, bem como ao empenho pelo bem comum e ao testemunho da fé entre colegas e amigos.
Toda a vocação é animada pela esperança, que se traduz em confiança na Providência. Com efeito, para o cristão, ter esperança é mais do que um simples otimismo humano: é antes uma certeza enraizada na fé em Deus, que age na história de cada pessoa. E, deste modo, a vocação amadurece através do compromisso quotidiano de fidelidade ao Evangelho, na oração, no discernimento e no serviço.
Queridos jovens, a esperança em Deus não engana, porque Ele guia os passos de quem a Ele se entrega. O mundo precisa de jovens peregrinos de esperança, corajosos em dedicar a sua vida a Cristo, cheios de alegria por serem seus discípulos-missionários.
Discernir o próprio caminho vocacional
A descoberta da própria vocação passa por um caminho de discernimento. Este percurso nunca é solitário, mas desenvolve-se no seio da comunidade cristã e com ela.
O mundo, queridos jovens, induz-vos a fazer escolhas precipitadas e a encher os dias de barulho, impedindo a experiência de um silêncio aberto a Deus, que fala ao coração. Tende a coragem de parar, de escutar dentro de vós e de perguntar a Deus o que Ele sonha para vós. O silêncio da oração é indispensável para “interpretar” a chamada de Deus na própria história e para dar uma resposta livre e consciente.
O recolhimento permite compreender que todos podemos ser peregrinos de esperança se fizermos da nossa vida um dom, especialmente ao serviço daqueles que habitam as periferias materiais e existenciais do mundo. Quem se põe a escutar Deus que chama não pode ignorar o grito de tantos irmãos e irmãs que se sentem excluídos, feridos e abandonados. Cada vocação abre para a missão de ser presença de Cristo onde mais se sente necessidade de luz e consolação. Em particular, os fiéis leigos são chamados a ser “sal, luz e fermento” do Reino de Deus, através do empenho social e profissional.
Acompanhar o caminho vocacional
Nesse horizonte, os agentes pastorais e vocacionais, especialmente os conselheiros espirituais, não tenham medo de acompanhar os jovens com a esperançosa e paciente confiança da pedagogia divina. Trata-se de ser para eles pessoas capazes de escuta e respeitoso acolhimento; pessoas em quem podem confiar, guias sábios, disponíveis para os ajudar e atentos a reconhecer os sinais de Deus no seu caminho.
Exorto, portanto, a que se promova o cuidado da vocação cristã nos vários campos da vida e da atividade humana, favorecendo a abertura espiritual de cada pessoa à voz de Deus. Para este fim, é importante que os itinerários educativos e pastorais contemplem espaços adequados para o acompanhamento das vocações.
A Igreja precisa de pastores, religiosos, missionários e esposos que, com confiança e esperança, saibam dizer “sim” ao Senhor. A vocação nunca é um tesouro que fica fechado no coração, mas cresce e fortalece-se na comunidade que crê, ama e espera. E como ninguém pode responder sozinho à chamada de Deus, todos temos necessidade da oração e do apoio dos nossos irmãos e irmãs.
Caríssimos, a Igreja é viva e fecunda quando gera novas vocações. E o mundo, muitas vezes inconscientemente, procura testemunhas de esperança que anunciem com a vida que seguir Cristo é fonte de alegria. Por isso, não nos cansemos de pedir ao Senhor novos operários para a sua messe, certos de que Ele continua a chamar com amor. Queridos jovens, confio o vosso seguimento de Jesus à intercessão de Maria, Mãe da Igreja e das vocações. Caminhai sempre como peregrinos de esperança no caminho do Evangelho! Acompanho-vos com a minha bênção e peço-vos que rezeis por mim.
Roma, Hospital Gemelli, 19 de março de 2025.
FRANCISCO
[00379-PO.01] [Texto original: Italiano]
Traduzione in lingua polacca
Pielgrzymi nadziei: dar życia
Drodzy Bracia i Siostry!
W tym 62. Światowym Dniu Modlitw o Powołania pragnę zwrócić się do was z radosną i dodającą otuchy zachętą, abyście byli pielgrzymami nadziei ofiarując z hojnością swoje życie.
Powołanie jest cennym darem, który Bóg zasiewa w sercach, wezwaniem do wyjścia poza siebie, aby podjąć drogę miłości i służby. A każde powołanie w Kościele – czy to do życia jako osoba świecka, czy do posługi wynikającej ze święceń, czy też do życia konsekrowanego – jest znakiem nadziei, jaką Bóg żywi wobec świata i każdego ze swoich dzieci.
W naszych czasach wielu młodych czuje się zagubionych w obliczu przyszłości. Często doświadczają niepewności co do perspektyw pracy, a jeszcze głębiej, kryzysu tożsamości, który jest kryzysem sensu i wartości, a zamęt cyfrowy sprawia, że staje się on jeszcze trudniejszy do przejścia. Niesprawiedliwość wobec słabych i ubogich, obojętność egoistycznego dobrobytu, przemoc wojny, zagrażają planom dobrego życia, które pielęgnują w swoich sercach. Jednak Pan, który zna serce człowieka, nie porzuca w niepewności; wręcz przeciwnie, chce wzbudzić w każdym świadomość, że jest on miłowany, powołany i posłany jako pielgrzym nadziei.
Z tego powodu my, dorośli członkowie Kościoła, a zwłaszcza pasterze, jesteśmy przynaglani do przyjęcia, rozeznania i towarzyszenia drodze powołaniowej nowych pokoleń. A wy, młodzi, jesteście wezwani do bycia protagonistami, a jeszcze lepiej współprotagonistami wraz z Duchem Świętym, który wzbudza w was pragnienie uczynienia z życia daru miłości.
Podjęcie własnej drogi powołania
Drodzy młodzi, „wasze życie nie jest «w międzyczasie». Jesteście teraz Boga” (Posynod. adhort. apost. Christus vivit, 178). Trzeba sobie uświadomić, że dar życia domaga się hojnej i wiernej odpowiedzi. Spójrzcie na młodych świętych i błogosławionych, którzy z radością odpowiedzieli na wezwanie Pana: na św. Różę z Limy, św. Dominika Savio, św. Teresę od Dzieciątka Jezus, św. Gabriela od Matki Bożej Bolesnej, i na błogosławionych – a wkrótce świętych – Carla Acutisa i Pier Giorgio Frassatiego, oraz na wielu innych. Każdy z nich przeżywał swoje powołanie jako drogę do pełni szczęścia, w relacji z żywym Jezusem. Kiedy słuchamy Jego słowa, pałają w nas serca (por. Łk 24, 32) i odczuwamy pragnienie poświęcenia naszego życia Bogu! Wówczas chcemy odkryć, w jaki sposób, w jakiej formie życia możemy odwzajemnić miłość, którą On jako pierwszy nam ofiarowuje.
Każde powołanie, dostrzeżone w głębi serca, sprawia, że kiełkuje odpowiedź jako wewnętrzne dążenie do miłości i służby, jako źródło nadziei i miłości, a nie jako dążenie do samorealizacji. Powołanie i nadzieja splatają się więc w Bożym planie radości każdego mężczyzny i każdej kobiety, powołanych osobiście do ofiarowania swojego życia innym (por. Adhort. apost. Evangelii gaudium, 268). Wielu młodych stara się poznać drogę, na którą wzywa ich Bóg: niektórzy rozpoznają – często ze zdumieniem – powołanie do kapłaństwa lub życia konsekrowanego; inni odkrywają piękno powołania do małżeństwa i życia rodzinnego, a także do zaangażowania na rzecz dobra wspólnego i do dawania świadectwa wiary wśród kolegów i przyjaciół.
Każde powołanie jest ożywiane nadzieją, która przekłada się na zaufanie Opatrzności. Dla chrześcijanina bowiem, nadzieja jest czymś więcej niż zwykłym ludzkim optymizmem: jest raczej pewnością zakorzenioną w wierze w Boga, który działa w historii [życia] każdej osoby. I tak powołanie dojrzewa poprzez codzienne zaangażowanie w wierność Ewangelii, w modlitwie, w rozeznawaniu, w służbie.
Drodzy młodzi, nadzieja pokładana w Bogu nie zawodzi, ponieważ On prowadzi każdy krok tych, którzy się Jemu powierzają. Świat potrzebuje młodych, którzy byliby pielgrzymami nadziei, odważnych w oddawaniu swojego życia Chrystusowi, pełnych radości z samego faktu, że są Jego uczniami-misjonarzami.
Rozeznawanie swojej drogi powołania
Odkrywanie swojego powołania dokonuje się na drodze rozeznawania. Ta droga nigdy nie odbywa się w samotności, lecz rozwija się na łonie wspólnoty chrześcijańskiej i wraz z nią.
Drodzy młodzi, świat popycha was do dokonywania pochopnych wyborów, do wypełniania waszych dni zgiełkiem, uniemożliwiając wam doświadczyć ciszy otwartej na Boga, który przemawia do serca. Miejcie odwagę zatrzymać się, wsłuchać w siebie i zapytać Boga: czego pragnie dla was. Cisza modlitwy jest niezbędna, aby „odczytać” Boże powołanie w swojej historii, i aby dać wolną i świadomą odpowiedź.
Skupienie pozwala zrozumieć, że wszyscy możemy być pielgrzymami nadziei, jeśli uczynimy z naszego życia dar, zwłaszcza w służbie tym, którzy mieszkają na materialnych i egzystencjalnych peryferiach świata. Kto słucha Boga, który powołuje, nie może ignorować krzyku tak wielu braci i sióstr, którzy czują się wykluczeni, zranieni, opuszczeni. Każde powołanie otwiera na misję bycia obecnością Chrystusa tam, gdzie najbardziej potrzebne są światło i pocieszenie. W szczególności, wierni świeccy są wezwani do bycia „solą, światłem i zaczynem” królestwa Bożego poprzez zaangażowanie społeczne i zawodowe.
Towarzyszenie na drodze powołaniowej
W tej perspektywie, osoby pracujące w duszpasterstwie i dziele powołań, zwłaszcza kierownicy duchowi, niech nie lękają się towarzyszyć młodym ludziom z nadzieją i cierpliwym zaufaniem Bożej pedagogii. Chodzi o to, aby być dla nich osobami zdolnymi do słuchania i przyjęcia z szacunkiem; osobami, którym mogą zaufać, mądrymi przewodnikami, gotowymi im pomóc, i uważnymi, aby rozpoznać znaki Boga na ich drodze.
Dlatego zachęcam do promowania troski o powołania chrześcijańskie w różnych sferach życia i działalności człowieka, sprzyjając duchowemu otwarciu każdej osoby na głos Boga. W tym celu, ważne jest, aby programy edukacyjne i duszpasterskie zapewniały odpowiednie przestrzenie do towarzyszenia powołaniom.
Kościół potrzebuje pasterzy, zakonników, misjonarzy, małżonków, którzy potrafią z ufnością i nadzieją powiedzieć Panu „tak”. Powołanie nigdy nie jest skarbem, który pozostaje zamknięty w sercu, ale wzrasta i umacnia się we wspólnocie, która wierzy, kocha i pokłada nadzieję. A ponieważ nikt nie może sam odpowiedzieć na Boże powołanie, wszyscy potrzebujemy modlitwy i wsparcia braci i sióstr.
Najmilsi, Kościół jest żywy i płodny, gdy rodzi nowe powołania. A świat szuka, często nieświadomie, świadków nadziei, którzy swoim życiem głoszą, że pójcie za Chrystusem jest źródłem radości. Nie ustawajmy zatem w proszeniu Pana o nowych robotników na Jego żniwo, pewni, że On nie przestaje powoływać z miłością. Drodzy młodzi, powierzam wasze podążanie za Panem wstawiennictwu Maryi, Matki Kościoła i powołań. Idźcie zawsze jako pielgrzymi nadziei drogą Ewangelii! Towarzyszę wam moim błogosławieństwem i proszę, abyście się za mnie modlili.
Rzym, Poliklinika „A. Gemelli”, dnia 19 marca 2025 r.
FRANCISZEK
[00379-PL.01] [Testo originale: Italiano]
Traduzione in lingua araba
رسالة قداسة البابا فرنسيس
في اليوم العالميّ الثّاني والسّتين للصّلاة من أجل الدّعوات
11 أيّار/مايو 2025
حُجَّاج الرَّجاء: عطيَّة الحياة
أيّها الإخوة والأخوات الأعزّاء،
في هذا اليوم العالميّ الثّاني والسّتين للصّلاة من أجل الدّعوات، أودّ أن أوجّه إليكم دعوة كلّها فرح وتشجيع لتكونوا حجَّاج رجاء، وتبذلوا حياتكم بسخاء.
الدّعوة هي عطيّة ثمينة يزرعها الله في القلوب، وهي نداء لنخرج من ذاتنا وننطلق في مسيرةِ محبَّةٍ وخدمة. وكلّ دعوة في الكنيسة – سواء كانت علمانيّة، أو للخدمة الكهنوتيّة، أو للحياة المكرّسة – هي علامة على الرّجاء الذي يحمله الله للعالم ولكلّ واحد من أبنائه.
في وقتنا هذا، شباب كثيرون يشعرون بالضّياع أمام المستقبل. يشعرون مرارًا بعدم الثّقة بشأن إمكانيّات العمل، وأكثر من ذلك، يختبرون أزمة هويّة وهي أزمة معنى وقِيَم، والفوضى الرّقميّة تجعل اجتيازها أكثر صعوبة. الظّلم تجاه الضّعفاء والفقراء، واللامبالاة في الرّفاهية الأنانيّة، وعنف الحرب، كلّها تهدّد مشاريع حياة صالحة تُهَذِّبُ النّفس. مع ذلك، فإنّ الرّبّ يسوع، الذي يعرف قلب الإنسان، لا يتركه في حالة عدم الأمان، بل يريد أن يوقظ في كلّ واحد الوعي بأنّه محبوب، ومدعو ومُرسل ليكون حاجًّا يحمل الرّجاء.
لهذا، نحن أعضاء الكنيسة البالغين، وخاصّة الرّعاة، مدعوّون إلى أن نستقبل ونميّز ونرافق مسيرة الدّعوة في الأجيال الجديدة. وأنتم، أيّها الشّباب، مدعوّون إلى أن تكونوا مؤثِّرين، بل شركاء مع الرّوح القدس، الذي يوقظ فيكم الرّغبة في جعل الحياة عطيّة محبّة.
كلّ واحد يقبل مسيرة دعوته
أيّها الشّباب الأعزّاء، "حياتكم ليست ”وقفة انتظار“. أنتم حاضر الله" (الإرشاد الرسوليّ بعد السّينودس، المسيح يَحيَا، 178). من الضّروري أن ندرك أنّ عطيّة الحياة تتطلّب جوابًا سخيًّا وأمينًا. انظروا إلى القدّيسين والطّوباويّين الشّباب الذين أجابوا بفرح على دعوة الرّبّ يسوع: القدّيسة روزا دي ليما، والقدّيس دومينيك سافيو، والقدّيسة تيريزا الطّفل يسوع، والقدّيس جبرائيل للعذراء المتألِّمة، والطّوباويّين – اللذَين سيصيران قريبًا قدّيسَين – كارلو أكوتيس وبيير جورجيو فراسّاتي، وإلى آخرين كثيرين. كلّ واحد منهم جعل دعوته مسيرةً نحو السّعادة الكاملة، وفي علاقة مع يسوع الحيّ. عندما نصغي إلى كلمته، يضطرم قلبنا في صدرنا (راجع لوقا 24، 32)، ونشعر بالرّغبة في أن نكرّس حياتنا لله! إذّاك نريد أن نكتشف بأيّة طريقة وبأيّ شكلٍ من أشكال الحياة نبادله الحبّ الذي منحنا إيّاه هو أوّلًا.
كلّ دعوة نشعر بها في أعماق قلبنا، تُنبت في داخلنا جوابًا يدفعنا نحو المحبّة والخدمة، وهو ينبوعُ رجاءٍ ومحبّة، وليس مجرّد بحثٍ عن تحقيق الذّات. لذلك، الدّعوة والرّجاء يتشابكان في مخطّط الله من أجل فرح كلّ رجل وامرأة، وكلّهم مدعوّون إلى أن يقدّموا حياتهم من أجل الآخرين (راجع الإرشاد الرّسوليّ، فرح الإنجيل، 268). كثيرون هُم الشّباب الذين يسعون ليعرفوا الطّريق التي يدعوهم الله إلى أن يسيروا عليها: البعض منهم يكتشفون – وغالبًا باندهاش – دعوتهم إلى الكهنوت أو إلى الحياة المكرّسة، وآخرون يكتشفون جمال الدّعوة إلى الزّواج والحياة العائليّة، بالإضافة إلى الالتزام بالخير العام والشّهادة للإيمان بين زملائهم وأصدقائهم.
كلّ دعوة يحييها الرّجاء، الذي تُعَبِّرُ عنه الثّقة بالعناية الإلهيّة. في الواقع، بالنّسبة للمسيحيّ، أن نملأ قلبنا بالرّجاء هو أكثر من تفاؤل بشريّ بسيط، هو يقين متجذّر في الإيمان بالله، الذي يعمل في تاريخ كلّ إنسان. وهكذا تنضج الدّعوة بالالتزام اليوميّ للأمانة للإنجيل، وفي الصّلاة، والتّمييز، والخدمة.
أيّها الشّباب الأعزّاء، الرّجاء في الله لا يخيِّب، لأنّ الله يقود مَن يثق به في كلّ خطوة يخطوها. العالم بحاجة إلى شباب يكونون حُجّاج رجاء، يتحَلَّوْن بالشّجاعة لتكريس حياتهم للمسيح، ممتلئين فرحًا لكونهم تلاميذه ورسله.
تمييز مسيرة دعوتنا
اكتشافنا لدعوتنا يتمّ من خلال مسيرة تمييز. وهذه المسيرة ليست فرديّة، بل تتطوّر داخل الجماعة المسيحيّة ومعها.
أيّها الشّباب الأعزّاء، العالم يدفعكم إلى أن تتّخذوا قرارات متسرّعة، وإلى أن تملؤوا أيّامكم بالضّجيج، فيمنعكم من أن تختبروا صمتًا منفتحًا على الله، الذي يخاطب القلب. تحلّوا بالشّجاعة لتتوقّفوا، وتصغوا إلى داخلكم وتسألوا الله ما الذي يحلم به لكم. الصّمت في الصّلاة لا غنى عنه من أجل ”قراءة“ دعوة الله في تاريخ حياتكم ولتعطوا جوابًا حرًّا وواعيًا.
الاعتكاف والتّأمّل يسمح لنا بأن نفهم أنّنا نقدر جميعًا أن نكون حجّاج رجاء إن جعلنا حياتنا عطيّة، وخاصّة في خدمة الذين يعيشون في ضواحي العالم، من حيث المادة والوجود. من يصغي إلى الله الذي يدعو، لا يمكنه أن يتجاهل صرخة الإخوة والأخوات الكثيرين الذين يشعرون بأنّهم مهمّشون وجَرحَى ومتروكون. كلّ دعوة تنفتح على الرّسالة التي هي حضور المسيح، حيث تزداد الحاجة إلى النّور والتّعزية. والمؤمنون العلمانيّون مدعوّون بصورة خاصّة إلى أن يكونوا ”ملحًا، ونورًا وخميرة“ لملكوت الله بالتزامهم الاجتماعيّ والمهنيّ.
مرافقة مسيرة الدّعوة
على مثل هذه الطّريق، العاملون الرّعويّون، وخاصّة المرافقون الرّوحيّون، يجب ألّا يخافوا من مرافقة الشّباب بثقة صابرة ومليئة بالرّجاء، وفقًا لنهج الله التّربويّ. يجب أن يكونوا أشخاصًا قادرين على الإصغاء والقبول باحترام، ويجب أن يكونوا أشخاصًا موثوقين، ومرشدين حكماء، ومستعدّين للمساعدة، ومتنبّهين ليعرفوا علامات الله في مسيرتهم.
لذلك، أدعو إلى تعزيز الاهتمام بالدّعوة المسيحيّة في مختلف مجالات الحياة والنّشاط الإنسانيّ، وتشجيع كلّ شخص ليفتح نفسه بالرّوح فيسمع صوت الله. لهذا الهدف، من المهمّ أن تضمن المسارات التّربويّة والرّعويّة أماكن مناسبة لمرافقة الدّعوات.
الكنيسة بحاجة إلى رُعاة، ورُهبان، ومُرسلين، وأزواج يعرفون أن يقولوا ”نعم“ للرّبّ يسوع بثقة ورجاء. والدّعوة ليست قط كنزًا يبقى مغلقًا في القلب، بل تنمو وتقوى في الجماعة التي تؤمن، وتحبّ، وترجو. ولأنّ لا أحد يمكنه أن يجيب وحده إلى دعوة الله، فنحن كلّنا بحاجة إلى الصّلاة وإلى دعم الإخوة والأخوات.
أيّها الأعزّاء، الكنيسة حيَّة ومثمرة عندما تَلِدُ دعوات جديدة. والعالم يبحث، مرارًا وبشكل غير واعٍ، عن شهود للرّجاء، يعلنون بحياتهم أنّ اتّباع المسيح هو مصدر للفرح. لذلك، لا نتعب من أن نطلب من الرّبّ يسوع أن يمنحنا عاملين جُدُدًا لحصاده، وكلّنا ثقة بأنّه سيستمرّ في دعوته لنا بمحبّة. أيّها الشّباب الأعزّاء، أُوكل اتّباعكم للرّبّ يسوع إلى شفاعة مريم العذراء، أمّ الكنيسة وأمّ الدّعوات. سيروا دائمًا حُجَّاجَ رجاءٍ على طريق الإنجيل! أرافقكم ببركتي، وأطلب منكم من فضلكم أن تصلّوا من أجلي.
روما، مستشفى جيملي، 19 آذار/مارس 2025.
فرنسيس
[00379-AR.01] [Testo originale: Italiano]
[B0194-XX.02]