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L’Udienza Generale, 11.12.2024


L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.00 nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana il Papa, riprendendo il ciclo di catechesi “Lo Spirito e la Sposa. Lo Spirito Santo guida il popolo di Dio incontro a Gesù nostra speranza”, ha incentrato la Sua meditazione sul tema “Lo Spirito e la Sposa dicono: “Vieni!”. Lo Spirito Santo e la speranza cristiana” (Lettura: Ap 22,17.20).

Dopo aver riassunto la Sua catechesi nelle diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai fedeli presenti. Quindi, ha rivolto un appello per la pace in Siria.

L’Udienza Generale si è conclusa con la recita del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

[ AR  - DE  - EN  - ES  - FR  - HR  - IT  - PL  - PT  - ZH_TW ]

Il testo qui di seguito include anche parti non lette che sono date ugualmente come pronunciate.

 

Ciclo di Catechesi. Lo Spirito e la Sposa. Lo Spirito Santo guida il popolo di Dio incontro a Gesù nostra speranza. 17. Lo Spirito e la Sposa dicono: “Vieni!”. Lo Spirito Santo e la speranza cristiana

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Siamo arrivati al termine delle nostre catechesi sullo Spirito Santo e la Chiesa. Dedichiamo quest’ultima riflessione al titolo che abbiamo dato all’intero ciclo, e cioè: “Lo Spirito e la Sposa. Lo Spirito Santo guida il Popolo di Dio incontro a Gesù nostra speranza”. Questo titolo si riferisce a uno degli ultimi versetti della Bibbia, nel Libro dell’Apocalisse, che dice: «Lo Spirito e la sposa dicono: “Vieni!”» (Ap 22,17). A chi è rivolta questa invocazione? È rivolta a Cristo risorto. Infatti, sia San Paolo (cfr 1 Cor 16,22), sia la Didaché, uno scritto dei tempi apostolici, attestano che nelle riunioni liturgiche dei primi cristiani risuonava, in aramaico, il grido “Maràna tha!”, che significa appunto “Vieni Signore!”. Una preghiera al Cristo perché venga.

In quella fase più antica l’invocazione aveva uno sfondo che oggi  diremmo escatologico. Esprimeva, infatti, l’ardente attesa del ritorno glorioso del Signore. E tale grido e l’attesa che esso esprime non si sono mai spenti nella Chiesa. Ancora oggi, nella Messa, subito dopo la consacrazione, essa proclama la morte e la risurrezione del Cristo “nell’attesa della sua venuta”. La Chiesa è in attesa della venuta del Signore. 

Ma questa attesa della venuta ultima di Cristo non è rimasta l’unica e la sola. Ad essa si è unita anche l’attesa della sua venuta continua nella situazione presente e pellegrinante della Chiesa. Ed è a questa venuta che pensa soprattutto la Chiesa, quando, animata dallo Spirito Santo, grida a Gesù: “Vieni!”.

È avvenuto un cambiamento – meglio, uno sviluppo – pieno di significato, a proposito del grido “Vieni!”, “Vieni, Signore!”. Esso non è abitualmente rivolto solo a Cristo, ma anche allo Spirito Santo stesso! Colui che grida è ora anche Colui al quale si grida. “Vieni!” è l’invocazione con cui iniziano quasi tutti gli inni e le preghiere della Chiesa rivolti allo Spirito Santo: «Vieni, o Spirito creatore», diciamo nel Veni Creator, e «Vieni, Spirito Santo», «Veni Sancte Spiritus», nella sequenza di Pentecoste; e così in tante altre preghiere. È giusto che sia così, perché, dopo la Risurrezione, lo Spirito Santo è il vero “alter ego” di Cristo, Colui che ne fa le veci, che lo rende presente e operante nella Chiesa. È Lui che “annuncia le cose future” (cfr Gv 16,13) e le fa desiderare e attendere. Ecco perché Cristo e lo Spirito sono inseparabili, anche nell’economia della salvezza.

Lo Spirito Santo è la sorgente sempre zampillante della speranza cristiana. San Paolo ci ha lasciato queste preziose parole: «Il Dio della speranza vi riempia, nel credere, di ogni gioia e pace, perché abbondiate nella speranza per la virtù dello Spirito Santo» (Rm 15,13). Se la Chiesa è una barca, lo Spirito Santo è la vela che la spinge e la fa avanzare nel mare della storia, oggi come in passato!

Speranza non è una parola vuota, o un nostro vago desiderio che le cose vadano per il meglio: la speranza è una certezza, perché è fondata sulla fedeltà di Dio alle sue promesse. E per questo si chiama virtù teologale: perché è infusa da Dio e ha Dio per garante. Non è una virtù passiva, che si limita ad attendere che le cose succedano. È una virtù sommamente attiva che aiuta a farle succedere. Qualcuno, che ha lottato per la liberazione dei poveri, ha scritto queste parole: «Lo Spirito Santo è all’origine del grido dei poveri. È la forza data a quelli che non hanno forza. Egli guida la lotta per l’emancipazione e per la piena realizzazione del popolo degli oppressi» [1].

Il cristiano non può accontentarsi di avere speranza; deve anche irradiare speranza, essere seminatore di speranza. È il dono più bello che la Chiesa può fare all’umanità intera, soprattutto nei momenti in cui tutto sembra spingere ad ammainare le vele.

L’apostolo Pietro esortava i primi cristiani con queste parole: «Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi». Ma aggiungeva una raccomandazione: «Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto» (1 Pt 3,15-16). E questo perché non sarà tanto la forza degli argomenti a convincere le persone, quanto l’amore che in essi sapremo mettere. Questa è la prima e più efficace forma di evangelizzazione. Ed è aperta a tutti!

Cari fratelli e sorelle, che lo Spirito ci aiuti sempre, sempre ad “abbondare nella speranza in virtù dello Spirito Santo”!

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[1] J. Comblin, Spirito Santo e liberazione, Assisi 1989, 236.

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Saluti

Je salue cordialement les pèlerins de langue française, en particulier le groupe de travail de la Fondation Human Technology et les jeunes du Collège Gerson de Paris. Implorons l’Esprit-Saint ne nous rendre solide dans l’espérance du retour de Jésus, et demandons-lui de nous inspirer à rendre notre monde plus fraternel en vue de ce retour. Que Dieu vous bénisse.

[Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese, in particolare il gruppo di lavoro della Human Technology Foundation e i giovani del Collegio Gerson di Parigi. Imploriamo lo Spirito Santo di renderci forti in attesa della venuta di Gesù e chiediamogli di ispirarci a rendere il nostro mondo più fraterno in vista di questa venuta. Dio vi benedica.]

I extend a warm welcome to the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, especially those coming from England and the United States. I pray that each of you and your families may experience a blessed Advent in preparation for the coming, at Christmas, of the newborn Jesus, Son of God and Prince of Peace. God bless you!   

[Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente quelli provenienti da Inghilterra e Stati Uniti. A ciascuno di voi e alle vostre famiglie giunga l’augurio di un fecondo cammino di Avvento per accogliere a Natale, il Bambino Gesù, Figlio di Dio e Principe della Pace! Dio vi benedica!]

Liebe Brüder und Schwestern, der Advent lädt uns ein, uns auf Weihnachten vorzubereiten und Jesus vorbehaltlos aufzunehmen. Er ist unsere Hoffnung. Darum wollen wir gemeinsam voller Zuversicht beten: „Komm, Herr Jesus!“

[Cari fratelli e sorelle, l’avvento ci invita a preparaci al Natale, accogliendo Gesù senza riserve. Egli è la nostra speranza. Per questo preghiamo insieme, pieni di fiducia: “Vieni Signore!”]

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española. Mañana celebramos la fiesta de Nuestra Señora de Guadalupe. Pidámosle a nuestra Madre del cielo que nos enseñe a confiar en Dios y a ser sembradores de esperanza en el camino de la vida. Que Jesús los bendiga y la Virgen Morenita los cuide. Muchas gracias.

我向讲中文的人们致以诚挚的问候。亲爱的兄弟姐妹们,愿你们向源源不断地赐予我们丰富恩宠的天主敞开心扉。我降福你们大家!

[Rivolgo il mio cordiale saluto alle persone di lingua cinese. Cari fratelli e sorelle, siano i vostri cuori aperti alla grazia che Dio non cessa di donare in abbondanza. A tutti la mia benedizione!]

Queridos peregrinos de língua portuguesa, sede bem-vindos! Preparemo-nos para a vinda do Redentor, neste tempo de Advento e especialmente no Ano Santo que se aproxima, invocando com esperança: “Vem, Senhor Jesus!”. Deus vos abençoe!

[Cari pellegrini di lingua portoghese, benvenuti! Prepariamoci alla venuta del Redentore, in questo tempo d’Avvento e specialmente nell’Anno Santo ormai vicino, invocando con speranza: “Vieni, Signore Gesù!”. Dio vi benedica!]

أُحَيِّي المُؤمِنينَ النَّاطِقينَ باللغَةِ العربِيَّة. المَسِيحيُّ الَّذي يَعِيشُ في الرُّوحِ القُدُسِ يَصيرُ نورَ رجاءٍ للَّذينَ هُم في الظُّلمَة. باركَكُم الرّبُّ جَميعًا وحَماكُم دائِمًا مِن كُلِّ شَرّ!

[Saluto i fedeli di lingua araba. Il cristiano che vive nello Spirito Santo diventa una luce di speranza per coloro che sono nel buio. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga ‎sempre da ogni male‎‎‎‏!]

Pozdrawiam serdecznie Polaków. W waszym kraju żywa jest tradycja adwentowych Mszy roratnich. Niech głęboka symbolika tej liturgii, jak również bogate w treść pieśni adwentowe pomogą wam zanosić do Boga tę prastarą modlitwę Kościoła: Maràna tha, Przyjdź, Panie! Z serca wam błogosławię.

[Saluto cordialmente i polacchi. Nel vostro Paese è molto viva la tradizione delle Messe Rorate caeli. Il profondo simbolismo di questa liturgia, così come la ricchezza dei canti dell’Avvento, vi aiutino a rivolgervi a Dio con l’antica preghiera della Chiesa: Maràna tha, Vieni, Signore! Vi benedico di cuore.]

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APPELLO

Seguo ogni giorno quanto sta avvenendo in Siria, in questo momento così delicato della sua storia. Auspico che si raggiunga una soluzione politica che, senza altri conflitti né divisioni, promuova responsabilmente la stabilità e l’unità del Paese. Prego, per intercessione della Vergine Maria, che il popolo siriano possa vivere in pace e sicurezza nella sua amata terra, e le diverse religioni possano camminare insieme nell’amicizia e nel rispetto reciproco per il bene di quella Nazione, afflitta da tanti anni di guerra.

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Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i rappresentanti dell’Unione Folclorica Italiana nel 40° di attività e li incoraggio a preservare il patrimonio culturale del territorio così ricco di valori religiosi e spirituali; saluto poi la Delegazione della Provincia di Latina che celebra il 90° di fondazione e prego il Signore di ispirarne i progetti e le iniziative per il bene comune dell’intera popolazione.

Accolgo con affetto i Vigili del fuoco che vengono da Chieti e colgo l’occasione per esprimere a voi e a tutti i vostri colleghi il mio apprezzamento per ciò che rappresentate e per quello che fate in favore della collettività, sia nei servizi quotidiani sia nelle grandi emergenze.

Il mio pensiero va infine ai giovani, agli ammalati, agli anziani e agli sposi novelli. In questo tempo di Avvento andate incontro con animo fiducioso al Signore che viene per la nostra salvezza.

E penso sempre alla martoriata Ucraina che sta soffrendo tanto di questa guerra. Preghiamo perché si trovi una via di uscita. E penso alla Palestina, a Israele, al Myanmar. Che torni la pace, che ci sia pace! La guerra sempre è una sconfitta. Preghiamo per la pace.

[01967-IT.02] [Testo originale: Italiano]

[B0987-XX.02]