Questa mattina, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza la Delegazione del Dipartimento di Odontoiatria dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” in occasione degli ottocento anni dalla fondazione.
Eccellenza, magnifico Rettore, chiarissimi Professori,
care sorelle, cari fratelli, buongiorno!
Sono lieto di salutarvi in occasione di un anniversario che vi fa onore e, proprio per questo, impegna la vostra responsabilità: ottocento anni sono infatti trascorsi dalla fondazione dell’Università degli Studi di Napoli. Questa istituzione porta ancora oggi il nome di Federico II, l’imperatore svevo che eresse il primo studium generale nella città partenopea, dando origine a una delle più antiche università del mondo. I napoletani sono bravi!
La ricorrenza che festeggiate invita voi medici, in particolare, a fare memoria dell’illustre tradizione clinica di cui siete eredi. Essa è ben sintetizzata nel motto che unisce la lezione del greco Ippocrate all’autorità del latino Scribonio: primum non nocere, secundum cavere, tertium sanare. Anzitutto non nuocere, quindi prenditi cura, infine guarisci. Un buon programma sempre attuale!
Non nuocere: potrebbe sembrare superfluo questo richiamo, invece obbedisce a un sano realismo: anzitutto si tratta di non aggiungere danni e sofferenze a quelli che il paziente già sta vivendo.
Prenditi cura: questa è l’azione evangelica per eccellenza, quella del buon samaritano; ma va fatta con lo “stile di Dio”. Qual è lo stile di Dio? Vicinanza, compassione e tenerezza. Non dimenticare questo: Dio è vicino, compassionevole e tenero. Lo stile di Dio sempre è questo: vicinanza, compassione e tenerezza. Inoltre, si cura la persona nella sua totalità, non solo una parte. Io ricordo quando, ventenne, mi hanno tolto parte del polmone che era ammalato. Sì, mi davano le medicine, ma quello che mi dava più forza era la mano degli infermieri che, dopo aver fatto le punture, mi prendevano per mano. Questa tenerezza umana fa tanto bene! Prenditi cura.
Guarisci: in questo voi potete assomigliare a Gesù, che guariva ogni sorta di malattie e di infermità tra la gente. Possiate essere contenti del bene fatto a chi è nella sofferenza (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1421).
Carissimi, la saggezza classica incontra oggi una tecnologia in rapido sviluppo, che non deve mai procedere senza deontologia. Diversamente, se trascura la dignità umana, che è uguale per tutti!, la medicina rischia di prestarsi agli interessi del mercato e dell’ideologia, anziché dedicarsi al bene della vita nascente, della vita sofferente, della vita indigente. Il medico esiste per sanare dal male: curare sempre! Nessuna vita va scartata. Curare sempre. “Ma questo non ce la farà…”. Accompagnalo fino alla fine.
Vi esorto a coltivare una scienza che sia sempre a servizio della persona. E vi ringrazio per la competenza e la costanza del vostro lavoro: dopo ottocento anni, continuate a fare scuola!
Vi benedico di cuore. E vi raccomando, non dimenticatevi di pregare per me, grazie.