Pubblichiamo di seguito la Presentazione del Modulo III dell’Instrumentum laboris dedicata ai “Percorsi” che l’Em.mo Card. Jean-Claude Hollerich, S.I., Relatore Generale del Sinodo, ha pronunciato – alla presenza del Santo Padre Francesco - nel corso della VII Sessione dei Circoli Minori della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi:
Presentazione dell’Em.mo Card. Jean-Claude Hollerich, S.I
Buon pomeriggio. Abbiamo questa volta una transizione brusca, senza pausa: abbiamo terminato il Modulo 2 questa mattina ed eccoci qui a cominciare il lavoro sul Modulo 3. È vero però che ieri pomeriggio abbiamo vissuto due eventi, diversi ma ugualmente significativi, che hanno interrotto il nostro ritmo ordinario e soprattutto ci hanno fatto uscire da questa sala: la celebrazione eucaristica in rito maronita e i primi due forum teologico-pastorali. Ringrazio sentitamente tutti coloro che hanno collaborato a renderci disponibile questa ricchezza.
Affrontare il Modulo 3 significa che siamo ormai nella seconda metà dell’Instrumentum laboris, anche se può sembrare incredibile, visto che sono passati solo 8 giorni dall’apertura dei lavori. Anche se siamo sempre seduti, il Sinodo avanza veloce e dobbiamo aiutarci a fare buon uso del tempo che abbiamo a disposizione, perché ogni giorno si riduce un po’.
Con questa consapevolezza, entriamo dunque nella materia del nostro terzo Modulo, che assume «la prospettiva dei Percorsi che sorreggono e alimentano nella concretezza il dinamismo delle relazioni». Ci poniamo dunque in continuità con il Modulo 2, con un passo di maggiore concretezza. La ricchezza della trama di relazioni che costituiscono la Chiesa, che abbiamo contemplato nei giorni scorsi, è al tempo stesso potente e fragile, è un grande dono che riceviamo, ma che ha bisogno di cura. Senza cura, le relazioni rapidamente avvizziscono e soprattutto diventano tossiche per le persone coinvolte, come ci mostrano i tanti casi di fallimenti relazionali nelle nostre società e anche nelle nostre comunità. La cura è dunque il primo focus del nostro Modulo: con quali strumenti possiamo sostenere e nutrire il tessuto relazionale di cui le persone e le comunità hanno bisogno? Che cosa le può rendere più forti e che cosa invece mortifica e spegne le relazioni?
C’è un secondo filo rosso che percorre questa sezione dell’Instrumentum laboris, legato al fatto che le relazioni sono qualcosa che viviamo e che dunque si dipana nel tempo. Per sottolineare questo fatto il capitolo si intitola “Percorsi”. Le relazioni sono giustamente oggetto della nostra contemplazione e della nostra preghiera, così come dalla nostra riflessione ed elaborazione teologica e anche canonica. La dottrina della Chiesa ci offre a questo riguardo un tesoro inesauribile, per cui siamo grati. Questa ricchezza illumina la nostra mente e riscalda il nostro cuore: sappiamo bene come sono fatte le relazioni che ci fanno crescere!
Al tempo stesso, le relazioni sono qualcosa che si sperimenta in pratiche concrete, giorno dopo giorno. Queste pratiche hanno bisogno di essere coerenti con le nostre affermazioni, altrimenti le persone ascolteranno le nostre parole, ma crederanno alle nostre pratiche e questo renderà insignificante il nostro patrimonio e pian piano lo eroderà. I fatti sono più forti delle parole. Provo ancora a esprimere quello che voglio dire attraverso una domanda, radicata nei temi della sezione “Percorsi” che stiamo esaminando: Quale articolazione dei processi decisionali nella Chiesa è coerente con quello che diciamo sulle relazioni tra vocazioni, carismi e ministeri, sulla loro reciprocità e complementarità? E con le affermazioni a proposito della dignità di ogni Battezzato?
Cura e coerenza sono dunque le chiavi con cui siamo invitati ad affrontare la materia della sezione “Percorsi” dell’Instrumentum laboris, che è articolata in quattro paragrafi, ciascuno a riguardo di un punto particolarmente significativo:
- Il paragrafo “Una formazione integrale e condivisa” risponde a una delle esigenze emerse con più forza durante il processo, quella della formazione, allo scopo che «ci siano testimoni, uomini e donne capaci di assumere la missione della Chiesa in corresponsabilità e in cooperazione con la potenza dello Spirito» (IL2, n. 55). In una Chiesa sinodale, la prima formazione deve essere quella all’ascolto (della Parola di Dio, dei fratelli e delle sorelle, del contesto in cui si svolge la missione e della voce dello Spirito Santo);
- Il paragrafo “Il discernimento ecclesiale per la missione” aiuta a mettere a fuoco la profondità spirituale, teologica e pastorale di un autentico processo di discernimento, che lo rende diverso da qualsiasi tecnica o metodologia organizzativa o manageriale; sottolinea inoltre la pluralità di approcci e invita ad un fecondo dialogo tra di essi;
- Il paragrafo “L’articolazione dei processi decisionali” riflette sulla necessità che nella Chiesa sviluppiamo modalità partecipate di decisione, nella circolarità del dialogo tra tutti i membri del Popolo di Dio e nel rispetto dei diversi ruoli, in particolare quello peculiare di chi esercita un’autorità nel nome del Signore che è inalienabile, ma non incondizionata. Approfondisce inoltre il valore della consultazione, che non può essere svuotata a puro formalismo, né contrapposta alla deliberazione o trasformata in rivendicazione;
- Il paragrafo “Trasparenza, rendiconto, valutazione” ci invita a promuovere un cambiamento culturale e una conversione di atteggiamento, che in realtà sono profondamente radicati nelle prassi della Chiesa delle origini. Di particolare importanza è prendere consapevolezza che la valutazione regolare dell’operato di chi ricopre un ruolo di responsabilità è uno strumento per svolgerlo meglio, imparando dall’esperienza.
Nel contesto della nostra Assemblea, riflettere e dialogare sulla cura delle relazioni e sulla coerenza tra le parole e le pratiche ci offre una preziosa occasione di agire ciò di cui parliamo. Stiamo crescendo in una relazione di amicizia nel Signore, stiamo imparando a essere Chiesa sinodale, siamo impegnati in un processo di discernimento e siamo un organo consultivo a servizio del Santo Padre e del suo ministero: questa sezione dell’Instrumentum laboris parla di noi, hic et nunc! Così preparare gli interventi in gruppo e in plenaria, rispettando i tempi e i temi, esprimerci con franchezza – la parresia a cui spesso ci richiama il Santo Padre –, essere disponibili a nominare ed affrontare eventuali blocchi o paure e coltivare un atteggiamento di fiducia reciproca sono altrettanti modi per prenderci cura della relazione tra di noi, per il bene di tutta la Chiesa.
Con questo spirito, nuovamente auguro buon lavoro.
[01556-IT.01] [Testo originale: Italiano]
[B0784-XX.02]