L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.00 in Piazza San Pietro, dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Dopo aver riassunto la Sua catechesi nelle diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai fedeli presenti.
Il testo qui di seguito include anche parti non lette che sono date ugualmente come pronunciate.
Ciclo di Catechesi. Lo Spirito e la Sposa. Lo Spirito Santo guida il popolo di Dio incontro a Gesù nostra speranza. 8. «Tutti furono colmati di Spirito Santo». Lo Spirito Santo negli Atti degli Apostoli
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Nel nostro itinerario di catechesi sullo Spirito Santo e la Chiesa, oggi facciamo riferimento al Libro degli Atti degli Apostoli.
Il racconto della discesa dello Spirito Santo a Pentecoste inizia con la descrizione di alcuni segni preparatori – il vento fragoroso e le lingue di fuoco –, ma trova la sua conclusione nell’affermazione: «E tutti furono colmati di Spirito Santo» (At 2,4). San Luca – che ha scritto gli Atti degli Apostoli – mette in luce che lo Spirito Santo è Colui che assicura l’universalità e l’unità della Chiesa. L’effetto immediato dell’essere “colmati di Spirito Santo” è che gli Apostoli «cominciarono a parlare in altre lingue» e uscirono dal Cenacolo per annunciare Gesù Cristo alla folla (cfr At 2,4ss).
Così facendo, Luca ha voluto mettere in risalto la missione universale della Chiesa, come segno di una nuova unità tra tutti i popoli. In due modi vediamo che lo Spirito lavora per l’unità. Da un lato, spinge la Chiesa verso l’esterno, perché possa accogliere un numero sempre maggiore di persone e di popoli; dall’altro lato, la raccoglie al suo interno per consolidare l’unità raggiunta. Le insegna a estendersi in universalità e a raccogliersi in unità. Universale e una: questo è il mistero della Chiesa.
Il primo dei due movimenti – l’universalità – lo vediamo in atto nel capitolo 10 degli Atti, nell’episodio della conversione di Cornelio. Il giorno di Pentecoste gli Apostoli avevano annunciato Cristo a tutti i giudei e gli osservanti della legge mosaica, a qualsiasi popolo appartenessero. Ci vuole un’altra “pentecoste”, molto simile alla prima, quella in casa del centurione Cornelio, per indurre gli Apostoli ad allargare l’orizzonte e far cadere l’ultima barriera, quella tra giudei e pagani (cfr At 10-11).
A questa espansione etnica si aggiunge quella geografica. Paolo – si legge sempre negli Atti degli Apostoli (cfr 16,6-10) – voleva annunciare il Vangelo in una nuova regione dell’Asia Minore; ma, è scritto, «lo Spirito Santo glielo aveva impedito»; voleva passare in Bitinia «ma lo Spirito di Gesù non lo permise». Si scopre subito il perché di questi sorprendenti divieti dello Spirito: la notte seguente l’Apostolo riceve in sogno l’ordine di passare in Macedonia. Il Vangelo usciva così dalla nativa Asia ed entrava in Europa.
Il secondo movimento dello Spirito Santo – quello che crea l’unità – lo vediamo in atto nel capitolo 15 degli Atti, nello svolgimento del cosiddetto concilio di Gerusalemme. Il problema è come far sì che l’universalità raggiunta non comprometta l’unità della Chiesa. Lo Spirito Santo non opera sempre l’unità in maniera repentina, con interventi miracolosi e risolutivi, come a Pentecoste. Lo fa anche – e nella maggioranza dei casi – con un lavorio discreto, rispettoso dei tempi e delle divergenze umane, passando attraverso persone e istituzioni, preghiera e confronto. In maniera, diremmo oggi, sinodale. Così infatti avvenne, nel concilio di Gerusalemme, per la questione degli obblighi della Legge mosaica da imporre ai convertiti dal paganesimo. La sua soluzione fu annunciata a tutta la Chiesa con le ben note parole: «Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi...» (At 15,28).
Sant’Agostino spiega l’unità operata dallo Spirito Santo con una immagine, divenuta classica: «Ciò che è l’anima per il corpo umano, lo Spirito Santo lo è per il corpo di Cristo che è la Chiesa» [1]. L’immagine ci aiuta a capire una cosa importante. Lo Spirito Santo non opera l’unità della Chiesa dall’esterno; non si limita a comandare di essere uniti. È Lui stesso il “vincolo di unità”. È Lui che fa l’unità della Chiesa.
Come sempre, concludiamo con un pensiero che ci aiuta a passare dall’insieme della Chiesa a ciascuno di noi. L’unità della Chiesa è l’unità tra persone e non si realizza a tavolino, ma nella vita. Si realizza nella vita. Tutti vogliamo l’unità, tutti la desideriamo dal profondo del cuore; eppure essa è tanto difficile da ottenere che, anche all’interno del matrimonio e della famiglia, l’unione e la concordia sono tra le cose più difficili da raggiungere e più ancora da mantenere.
Il motivo – per cui è difficile l’unità tra noi – è che ognuno vuole, sì, che si faccia l’unità, ma intorno al proprio punto di vista, senza pensare che l’altro che gli sta davanti pensa esattamente la stessa cosa circa il “suo” punto di vista. Per questa via, l’unità non fa che allontanarsi. L’unità di vita, l’unità di Pentecoste, secondo lo Spirito, si realizza quando ci si sforza di mettere al centro Dio, non sé stessi. Anche l’unità dei cristiani si costruisce così: non aspettando che gli altri ci raggiungano là dove noi siamo, ma muovendoci insieme verso Cristo.
Chiediamo allo Spirito Santo che ci aiuti ad essere strumenti di unità e di pace.
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[1] Discorsi, 267, 4
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Saluti
Je salue cordialement les pèlerins de langue française, en particulier ceux venus de Haïti, de l’Ile Maurice et de France. Frères et sœurs, comme Église synodale en marche vers le Christ, demandons à l’Esprit Saint la grâce d’être des instruments d’unité et de paix. Que Dieu vous bénisse !
[Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese, in particolare quelli provenienti da Haiti, Mauritius e Francia. Fratelli e sorelle, come Chiesa sinodale in cammino verso Cristo, chiediamo allo Spirito Santo la grazia di essere strumenti di unità e di pace. Dio vi benedica!]
I extend a warm welcome to the English-speaking pilgrims and visitors, especially those coming from England, Scotland, Denmark, Greece, India, Indonesia and the United States. I greet the new seminarians of the Pontifical Beda College and I assure them of my prayers as they begin their studies for the priesthood. Upon all of you, and upon your families, I invoke the joy and peace of our Lord Jesus Christ. God bless you!
[Saluto i pellegrini di lingua inglese, specialmente quelli provenienti da Inghilterra, Scozia, Danimarca, Grecia, India, Indonesia e Stati Uniti. Rivolgo un saluto particolare ai nuovi seminaristi del Pontificio Collegio Beda, assicurando la mia preghiera per la loro preparazione al sacerdozio. Su tutti voi e sulle vostre famiglie invoco la gioia e la pace del Signore nostro Gesú Cristo. Dio vi benedica!]
Liebe Brüder und Schwestern, ich lade euch ein, jetzt im Oktober den Rosenkranz zu beten, euch von Maria zu ihrem Sohn Jesus führen zu lassen und gemeinsam für den Frieden in der Welt und die Einheit der Kirche zu beten. Heilige Maria, Unsere Liebe Frau vom Rosenkranz, bitte für uns!
[Cari fratelli e sorelle, in questo mese di ottobre vi invito a recitare il Rosario, lasciandovi condurre da Maria verso il suo figlio Gesù, e a pregare insieme per la pace nel mondo e per l’unità della Chiesa. Vergine Santa, Regina del santo Rosario, prega per noi!]
Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española. En este mes dedicado a las misiones —veo banderas uruguayas, argentinas, colombianas, ecuatorianas, mexicanas, a todos los saludo—, pidamos al Espíritu Santo que nos ayude a renovar nuestro compromiso bautismal, y que sea Cristo la piedra angular de nuestras vidas, para ofrecer un testimonio alegre de la unidad y de la paz que Él nos da. Que Jesús los bendiga y la Virgen Santa los cuide. Muchas gracias.
Queridos fiéis de língua portuguesa, sede bem-vindos. Saúdo, de modo especial, os peregrinos vindos do Brasil e de Alfândega da Fé (Portugal). Formulo votos para que cada um de vós seja um artesão de unidade onde quer que se encontre, mas sobretudo no seio da família. E, no caso de encontrardes dificuldades, lembrai-vos que podeis contar sempre com o apoio do Espírito Santo: Ele nunca nos falta.
[Cari fedeli di lingua portoghese, benvenuti. In modo speciale, saluto i pellegrini provenienti dal Brasile e d’Alfândega da Fé (Portogallo). Auspico che ognuno di voi sia artigiano dell’unità ovunque si trovi, ma soprattutto all’interno della famiglia. E se troverete difficoltà, ricordatevi che potete contare sempre sul sostegno dello Spirito Santo: Lui non ci manca mai.]
أُحَيِّي المُؤمِنينَ النَّاطِقينَ باللغَةِ العربِيَّة. لِنَطلُبْ إلى الرُّوحِ القُدُس أنْ يُساعِدَنا لنكونَ أدواتِ وَحدةٍ وسلامٍ مِن أجلِ خيرِ الكنيسة. باركَكُم الرّبُّ جَميعًا وحَماكُم دائِمًا مِن كُلِّ شَرّ!
[Saluto i fedeli di lingua araba. Chiediamo allo Spirito Santo che ci aiuti ad essere strumenti di unità e di pace per il bene della Chiesa. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga sempre da ogni male!]
Pozdrawiam serdecznie pielgrzymów polskich. Bóg codziennie towarzyszy wam w zmaganiach o jedność i pokój w sercach, w rodzinach, w narodzie. Szanując ludzką wolność i indywidualność, zsyła swego Ducha, by pokonać sztuczne bariery i poszerzyć serca, otwierając je na innych. Przyjmijcie Ducha Świętego do swoich serc. Niech Matka Boża Różańcowa wspiera was, i niech Bóg wam błogosławi.
[Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Dio vi accompagna ogni giorno nel vostro impegno per l'unità e la pace nei cuori, nelle famiglie e nella nazione. Rispettando la libertà e l'individualità umana, manda il suo Spirito per superare le barriere artificiali e allargare i cuori, aprendoli agli altri. Accogliete lo Spirito Santo nei vostri cuori. La Vergine del Rosario vi sostenga e Dio vi benedica.]
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Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i Missionari Salesiani e i sacerdoti provenienti dalla Romania. Saluto l’Opera di San Michele Arcangelo di Petralia, la Scuola Benedetta Cambiagio di Roma e la delegazione del Comune di Cervia.
Il mio pensiero va infine ai giovani, agli ammalati, agli anziani e agli sposi novelli. Il mese di ottobre, dedicato al Santo Rosario, costituisca un’occasione preziosa per valorizzare questa tradizionale preghiera mariana. Vi esorto tutti a recitare il Rosario ogni giorno, abbandonandovi fiduciosi nelle mani di Maria. A Lei, madre premurosa, affidiamo le sofferenze e il desiderio di pace delle popolazioni che subiscono la pazzia della guerra, in particolare la martoriata Ucraina, la Palestina, Israele, il Myanmar, il Sudan.
A tutti la mia benedizione!