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Conferenza Stampa di presentazione del Messaggio del Santo Padre Francesco per la Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato (1° settembre 2024), 27.06.2024


Intervento della Rev.ma Suor Alessandra Smerilli, F.M.A.

Intervento del Padre Daniel Rodríguez, O.F.M.

Intervento di Don Alberto Ravagnani

Intervento di María Lía Zervino

Alle ore 11.30 di questa mattina, presso la Sala Stampa della Santa Sede, ha avuto luogo la Conferenza Stampa di presentazione del Messaggio del Santo Padre Francesco per la Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, che sarà celebrata domenica 1° settembre 2024, sul tema “Spera e agisci con il creato”.

Sono intervenuti: la Rev.ma Suor Alessandra Smerilli, F.M.A., Segretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale; Padre Daniel Rodríguez, O.F.M., Direttore dell’Ufficio di Giustizia, Pace e Integrità del Creato (GPIC) della Curia Generale dei Francescani Minori; Don Alberto Ravagnani, Sacerdote della Diocesi di Milano e collaboratore della Pastorale Giovanile diocesana; e María Lía Zervino, Associazione Servidora, Membro del Consiglio del Movimento Laudato si’.

Ne riportiamo di seguito gli interventi:

Intervento della Rev.ma Suor Alessandra Smerilli, F.M.A.

Sono felice di poter essere qui oggi a presentare il messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato. Esso anticipa la grande prospettiva e il tema del Giubileo ormai imminente. “Spera e agisci con il creato” è il titolo che già orienta la prossima Giornata di preghiera per la cura del creato verso l’Anno Santo, che si aprirà il 24 dicembre. Il 1° settembre – data che per molti, almeno nel nostro emisfero, coincide con la ripresa delle attività dopo la pausa estiva – al centro della riflessione ecclesiale sarà dunque la speranza. Già la bolla di indizione del Giubileo, resa pubblica nella solennità dell’Ascensione, ha acceso l’attenzione su questa virtù teologale. Ora un tema di primo piano nel Magistero della Chiesa e nel cuore universale di Papa Francesco – il tema dell’ecologia integrale – potrà essere approfondito nell’orizzonte di riscatto e di riapertura della storia che caratterizza ogni Giubileo. “Spera e agisci”.

C’è speranza – oggi è drammaticamente più chiaro – se c’è cambiamento delle condizioni presenti. Il ministero di Gesù, profeticamente orientato «a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l'anno di grazia del Signore» (Lc 4, 18b-19), annuncia una vicinanza di Dio che chiede conversione. La conversione ecologica, come ogni esperienza di conversione, è un avvenimento spirituale con ripercussioni visibili, concrete. Il messaggio di quest’anno, che noterete avere un contenuto marcatamente teologico, vuole sostenere questa consapevolezza che rende la speranza quasi un miracolo di Dio in noi, ma anche attorno a noi: una meraviglia della grazia che va ben oltre l’ottimismo (o il pessimismo) con cui possiamo sentimentalmente rispondere alle circostanze storiche.

Mosso dall'aggravarsi della crisi climatica, nell’ottobre scorso Papa Francesco ha pubblicato un nuovo appello "a tutte le persone di buona volontà", l'esortazione apostolica Laudate Deum, più volte ripresa in questo nuovo messaggio. La chiamata urgente alla conversione, che viene dalla realtà storica, ma che già è al centro del vangelo, chiede un’inversione di rotta che riguarda le coscienze. Ciò che è più concreto, visibile, terreno – ciò che l’aria, l’acqua, la terra e i poveri ci gridano nella loro sofferenza – è intimamente connesso a una rivoluzione dello spirito. È questo avvenimento a rompere le catene causali che sembrano predeterminare il destino del mondo. Il Nuovo può germogliare: va accolto e coltivato, va riconosciuto e indicato.

Il capitolo ottavo della Lettera ai Romani, cui il messaggio fa riferimento, è un capolavoro della teologia paolina. Come spesso avviene leggendo le lettere dell’Apostolo, sembra di ascoltare la viva voce con cui Paolo doveva dettare allo scriba ciò che usciva dal suo cuore ispirato. In particolare, colpisce qui la sua capacità di sentire l’intera creazione che geme e soffre. Le condizioni del Pianeta non erano certo quelle attuali, ma già nel Nuovo Testamento un radicale senso di comunione con tutte le creature rende ascoltabile il grido della terra e dei viventi: un bisogno di salvezza e di redenzione che oggi si è fatto solo infinitamente più acuto, per responsabilità degli esseri umani. E non di tutti gli esseri umani allo stesso modo, ma particolarmente di chi più dalla creazione ha avuto, ha preso. Di chi ha scavalcato gli equilibri su cui si fonda la giustizia.

Il testo del Papa è da oggi affidato alla meditazione e alla rielaborazione delle Chiese, dei cristiani di altre confessioni e di tutte le donne e gli uomini di buona volontà. Sappiamo che l’impegno per la cura del creato è un ambito di riflessione e di azione tra i più aggreganti, capace di mobilitare energie giovani e spiritualità diverse. Come Dicastero siamo pronti, ancora una volta, ad accompagnare e a facilitare la diffusione della speranza che le parole di Papa Francesco comunicano a chi lavora a un futuro sostenibile, di giustizia e di pace.

A continuazione, vi presentiamo un breve video in italiano che riprende le idee chiavi del Messaggio - e sarà presto disponibile in 5 lingue per tutte le chiese locali del mondo, insieme a una infografica e altri sussidi pastorali.

Inoltre, come ben sapete, l’intenzione mensile di preghiera di Papa Francesco del mese di settembre sarà sulla Cura del creato e insieme alla Rete Mondiale di Preghiera del Papa inviteremo ad agire concretamente e ad avere più consapevolezza con uno sguardo di speranza riguardo la cura della nostra casa comune.

[01103-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Intervento di Padre Daniel Rodríguez, O.F.M.

 

Buenos días. Es una alegría presentar este Mensaje del Papa Francisco para la Jornada Mundial de Oración por el Cuidado de la Creación.

Hace muchos años, un misionero franciscano compartía a un grupo de niños la historia de tres velas encendidas. Eran la fe, la caridad y la esperanza. La primera, la fe, se cansó de que en el mundo reinara la incredulidad y decidió apagarse. La vela del amor, por su parte, estaba frustrada a causa de las guerras y el odio, y se apagó. La esperanza, la tercera vela, al ver a la gente desanimada y sin aliento, pensó también en apagarse. Y estaba a punto de hacerlo cuando le sobrevino la idea de que si un día la fe y el amor quisieran encenderse de nuevo, no encontrarían donde tomar el fuego. Decidió, entonces, mantenerse encendida. Según el misionero franciscano, así nació el dicho “la esperanza es lo último que se pierde”.

Y la esperanza es uno de los temas centrales del Mensaje del Papa Francisco para la Jornada Mundial de Oración por el Cuidado de la Creación. En él, por ejemplo, se destaca la necesidad de la esperanza en la vida de aquellas personas que hacen suyo el proyecto de una ecología integral. El Mensaje pone también en primera fila la acción del Espíritu Santo en la vida del cristiano. Su fruto principal es el amor y, la acción de este Espíritu permite al cristiano mirar al futuro con esperanza. En el documento, la palabra Espíritu Santo aparece en diecinueve ocasiones y la palabra esperanza, catorce veces. Esto indica que ambas son constitutivas de la mística y la espiritualidad cristiana. Las dos ofrecen al creyente sentido para vivir, sufrir, luchar y amar. No puede haber conversión de los estilos de vida, sin la fuerza del Espíritu Santo y sin el optimismo de la esperanza. Y es esta fuerza y optimismo el sostén del llamado a la conversión a quienes ejercen la idolatría de pretender dominar a los demás y la naturaleza a través de un poder incontrolado.

La esperanza, asevera el Papa Francisco, la “hemos de testimoniar […] [e]n los dramas de la carne humana que sufre” (n.2). Dramas que dan expresión a uno de los sentidos de la palabra paulina “gemir” (cf. Rm 8, 19ss). En el Mensaje, siguiendo el capítulo ocho de la Carta a los romanos, el verbo es empleado para hablar del gemido de la creación, el de los cristianos y el del Espíritu. Aquí, gemir tiene dos significados. Si el primero está relacionado con el dolor, la inquietud, el sufrimiento, el anhelo y el deseo; el segundo, con la “confianza en Dios y abandono a su compañía afectuosa” (n.2). En definitiva, a partir de la esperanza, este triple gemido se vuelve “anticipación y espera de la salvación que ya se está realizando” (n.3). Una salvación que no afecta únicamente “a los seres humanos, sino a todo el universo”. Por tanto, en el Mensaje del Papa, “la salvación del hombre en Cristo es esperanza segura también para la creación” (n.4).

De esto Francisco de Asís tuvo también una experiencia profunda: fue capaz de escuchar el gemido de la creación, el de la gente, en especial el de los leprosos y los pobres de su tiempo, y aprendió a prestar atención al gemido del Espíritu. Esto le permitió descubrir que la fraternidad no es sólo humana, sino cósmica. Por eso, supo esperanzar y actuar con la creación. El próximo año celebraremos los ochocientos años del Cántico de las criaturas, compuesto por el Poverello de Asís en 1225, y en el que ya se trasluce “la responsabilidad por una ecología humana e integral, camino de salvación de nuestra casa común y de nosotros que habitamos en ella” (n.3).

En nuestros días, encontramos una concretización pastoral de esta responsabilidad en la Alianza de Redes Eclesiales por la Ecología Integral, una articulación de redes eclesiales integradas por obispos, sacerdotes, religiosos, laicos y las voces de pueblos originarios. De ellas, la Red Eclesial Panamazónica (REPAM) es la más conocida por ser pionera en esta perspectiva pastoral. Estas redes tienen presencia en Asia Pacífico, Oceanía, América Latina, la cuenca del Congo y nacientes núcleos de redes en Norteamérica y Europa. Cada una de las redes tiene un compromiso de fe con la defensa de sus biomas y de la casa común. Con sus particularidades y sus ritmos de trabajo, cuentan con estructuras ligeras de coordinación y comunicación que permiten integrar y promover la ecología integral en las acciones pastorales.

Estamos exactamente a sesenta y cinco días de la celebración de la Jornada Mundial de Oración por el Cuidado de la Creación, un don providencial de la Iglesia Ortodoxa para nosotros los católicos y un espacio de reflexión, celebración y sensibilización sobre la necesidad del cuidado de la casa común. LLena de emoción ver comunidades y parroquias de muchas partes del mundo celebrando esta jornada con diferentes modalidades y expresiones. Debemos seguir promoviendo y universalizando esta jornada.

Quisiera concluir con la oración que san Francisco recitó en el mismo lugar en el que años más tarde escribiría una parte del Cántico de las criaturas, la pequeña Iglesia de San Damián, ubicada a las afueras de Asís. Ahí, buscando luz para orientar su vida, el inquieto joven asisiense suplicó al Señor:

“Oh alto y glorioso Dios,
ilumina las tinieblas de mi corazón.
Dame fe recta,
esperanza cierta
y caridad perfecta,
sentido y conocimiento, Señor,
para que cumpla tu santo y verdadero mandamiento”.

[01104-ES.01] [Texto original: Español]

Intervento di Don Alberto Ravagnani

Noi siamo le nostre relazioni, anche la relazione con il Creato. E come quando roviniamo i rapporti con gli altri siamo meno umani, più dissimili dal progetto di Dio su di noi, così lo siamo anche quando roviniamo il rapporto col Creato, spadroneggiamo sulla natura, inquiniamo l’ambiente.

Come ricorda il papa, la salvaguardia del Creato è una questione teologica, e quindi antropologica. In altre parole, la nostra fede e la nostra santità si giocano anche nel rapporto con la Creazione.

Oggi lo sappiamo bene, non solo per il magistero di Papa Francesco nella Laudato si’, ma perché la crisi climatica che sta mettendo in ginocchio l’umanità intera è una chiara e drammatica provocazione alla nostra umanità: se il Creato soffre, anche noi soffriamo; se tra gli uomini c’è armonia, allora c’è anche nella Creazione.

E le nuove generazioni lo sanno. La questione ambientale sta particolarmente a cuore ai giovani di oggi, perché l’attuale crisi climatica incombe sul loro futuro e su quello dei loro figli come una minaccia sempre più ineluttabile.

Per la maggior parte di loro l’impegno e la mobilitazione per la salvaguardia dell’ambiente non sono questioni di fede, anche se hanno un grande valore spirituale. Per i giovani cristiani, invece, proprio la fede può essere il principale motivo di una decisa e rinnovata azione a favore della Casa Comune. Non solo la paura del futuro, insomma, ma la speranza dell’eschaton, la consapevolezza che c’è in gioco il nostro destino nell’eternità.

Per questo motivo, il tema della cura del Creato andrebbe a buon diritto inserito nella pastorale giovanile per la formazione della fede delle nuove generazioni. Una fede che sia sempre più incarnata e che sappia entrare “nella carne sofferente e speranzosa della gente” di oggi. Una fede che accenda la speranza e mobiliti l’agire, in modo da generare opere nuove per il bene dell’ambiente. Una fede che diventi testimonianza per i non credenti, i quali, vedendo i giovani cristiani appassionati e formati, possano aprirsi anch’essi non solo alla cura del Creato, ma anche alla gloria del suo Creatore.

Nei nostri contesti ecclesiali il tema della cura del Creato non è sempre adeguatamente portato all’attenzione dei ragazzi e dei giovani come tema di fede. Al di là delle buone prassi a cui educarsi, infatti, per noi cristiani il tema ambientale è imprescindibile perché innanzitutto ha a che fare con la nostra identità di creature, di figli, di fratelli. E se proposto a questo livello, allora sarà questo tema di fede ad alimentare la speranza dei giovani cristiani, a stimolare la loro creatività, a mobilitare nuove e più virtuose prassi. Se proposto a questo livello, sarà questo tema di fede un punto di contatto tra la Chiesa e la società, tra i credenti e non credenti, a partire da cui unire le forze e camminare insieme a tutti gli uomini e le donne di buona volontà verso un mondo migliore.

I giovani vivono anche on-line e proprio lì condividono i loro sogni e le loro battaglie. La rete, inoltre, è molto sensibile ai temi ambientali e proprio attraverso i social sono partiti e si sono sviluppati i movimenti ambientalisti che già stanno promuovendo ad ogni latitudine una nuova cultura ecologica.

La Chiesa vive nel mondo, e se il mondo è digitale anche la Chiesa deve esserlo, altrimenti rimane fuori dal mondo. Proprio attraverso la rete la Chiesa può proporre al mondo l’ecologia umana integrale proposta da papa Francesco nella “Laudato si’”, unire la sua voce a quella di milioni di altri giovani sensibili a questa causa e offrire a tutti la forza della comunione che essa è.

In occasione della prossima Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato è importante che la Chiesa lanci il messaggio del Papa sui social per raggiungere i giovani e si preoccupi di comunicarlo in modo da essere adeguatamente compresa nel suo intento. Sarà fondamentale, infatti, intercettare la speranza e l’agire delle nuove generazioni – anche non credenti – in ordine alla cura del Creato per avere un reale impatto nella società di oggi e orientare lo sviluppo di quella del domani.

Abbiamo un dono immenso, quello della fede nel Cristo risorto per amore, e una grave responsabilità, quella di aiutare tutti gli uomini a scoprirsi figli del Padre e creature del Creatore. Se i social network possono aiutarci a condurre la nostra missione in questa epoca, allora è imperativo abitarli e utilizzarli con sapienza e coraggio.

[01105-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Intervento di María Lía Zervino

El mensaje del Santo Padre para la Jornada Mundial de Oración por el Cuidado de la Creación los fieles lo recibimos con entusiasmo. Es una expresión actual de antiguos principios que nos animan a cuidar la creación. La primera línea de la Escritura nos llama a reflexionar sobre el acto milagroso de la creación. El poder de nuestro Creador para hacer materia de la nada y luz de la oscuridad, es una fuente inagotable de asombro.

Arraigada en la antigua tradición del cristianismo ortodoxo, la Jornada de la Creación es un día precioso para detenerse y reflexionar sobre este gran don. Este día marca el comienzo anual del " Tiempo de la Creación" , un periodo de oración y acción por nuestra casa común que concluye con la celebración de San Francisco, el 4 de octubre. El tema de este mensaje, "espera y actúa con la Creación", se hace eco del tema de la celebración ecuménica de este año del Tiempo de la Creación, que celebran todas las confesiones de la familia cristiana y es fruto del "kairós ecuménico" que está surgiendo en todo el mundo Y que inspira a todos los cristianos a promover la justicia y la paz en el mundo, como nos recuerda el Papa Francisco en su mensaje.

Miles de comunidades cristianas celebran cada año la Jornada de la Creación. Algunos ejemplos en comunión con ella, de comunidades locales: en Kenia, religiosas han puesto en marcha un club de estudiantes Laudato si’; en Irlanda, parte del clero ha guiado reflexiones sobre los ríos de la región; en Filipinas, los jóvenes han organizado servicios de oración; en Ecuador, líderes laicos han organizado eventos musicales; en Estados Unidos, personal parroquial de ha dirigido talleres, y cientos de obispos de todo el mundo han hecho exhortaciones para animar a los fieles a participar.

Entre las actividades que se están llevando a cabo con tal motivo, se encuentra la incidencia política, el advocacy. Como nos exhorta el Santo Padre en este último mensaje, debemos limitar el poder incontrolado que nos convierte en monstruos y nos vuelve contra nosotros mismos. Abogar por políticas que pongan límites al poder incontrolado es una forma preciosa de buscar el bien común. Una de esas políticas, que es también uno de los llamamientos a la acción, es el Tratado de No Proliferación de Combustibles Fósiles, que ha sido apoyado por muchos líderes religiosos y por naciones vulnerables a la crisis climática. Como escribe el Papa en su mensaje, "la esperanza es una lectura alternativa de la historia y de las vicisitudes humanas; no ilusoria, sino realista, del realismo de la fe que ve lo invisible". Nuestra esperanza nos permite ver lo que ahora es invisible, un mundo libre del monopolio de los combustibles fósiles.

A través de todo lo que hagamos, permanezcamos unidos para dar gloria a Dios, nuestro Creador, y cuidar de quienes comparten nuestra casa común. Hay una gran esperanza en esta meta común. La esperanza es preciosa y necesaria en este momento de catástrofe medioambiental, cuando la creación "gime" de dolor. La esperanza nos hace ver que es posible un futuro mejor.

Pero la esperanza por sí sola no basta. El mensaje de hoy plantea el tema "espera y actúa con la creación". Como dice tan claramente el Papa Francisco, el Espíritu Santo nos mantiene alerta a los creyentes y nos llama continuamente a una conversión de los estilos de vida. Esta "conversión ecológica", como dice Laudato si’, demuestra los efectos de nuestro encuentro con Jesucristo en nuestra relación con el mundo que nos rodea. En la acción, damos vida a nuestra esperanza, y ponemos los cimientos de una esperanza renovada en todo el planeta.

El Papa nos recuerda en su mensaje que el primer fruto del Espíritu es el amor, el amor que aleja todo temor porque Cristo ha resucitado y redimido a toda la creación, y que es nuestra esperanza la que nos impulsa a actuar. Por eso, todo signo de esperanza y de acción es motivo de celebración. Entre muchos otros signos de esperanza y de acción agradezco los que provienen del Movimiento Laudato si’. Como miembro del Consejo de Dirección de este movimiento internacional de fieles, me conmueven tantas historias de esperanza y acción que se comparten casi semanalmente. El Espíritu Santo claramente está haciendo algo nuevo en el mundo, y este momento, este Kairós, ha llegado a todos los rincones del planeta.

El Movimiento Laudato si’ está trabajando bajo el patrocinio del Dicasterio para la Promoción del Desarrollo Humano Integral, con el Dicasterio para las Comunicaciones, y tantos otros.

Animo encarecidamente a todos a encontrar una nueva esperanza y a aprender a actuar planificando un acto para el Tiempo de la Creación. Se puede encontrar información y recursos en SeasonOfCreation.org.

[01106-ES.01] [Texto original: Español]

 

[B0534-XX.02]