Saluto del Santo Padre
Traduzione in lingua inglese
Questa mattina, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza un Gruppo di Amministratori Delegati di grandi imprese e banche.
Pubblichiamo di seguito il saluto che il Papa ha rivolto ai presenti all’incontro:
Saluto del Santo Padre
Con piacere do il mio benvenuto a voi, Amministratori Delegati e collaboratori di importanti imprese e banche.
Le funzioni che siete chiamati a svolgere sono sempre più decisive nella vita non solo economica ma anche sociale e politica. Le grandi imprese sono soggetti che incidono sulle dinamiche dei rapporti internazionali. Vi trovate, dunque, a prendere decisioni che hanno impatto su migliaia e migliaia di lavoratori e di investitori, e sempre più su scala globale. Il potere economico si intreccia con quello politico. Le grandi imprese, infatti, oltre alle scelte del consumo, del risparmio e della produzione, condizionano anche le sorti dei governi, le politiche pubbliche nazionali e internazionali, la sostenibilità dello sviluppo. Questa realtà voi la vivete, perché “ci siete dentro”, è il vostro mondo. Ma questo non basta: bisogna prenderne coscienza e guardarla criticamente, con discernimento, così da poter esercitare pienamente la responsabilità degli effetti, diretti e indiretti, delle vostre scelte. Perché oggi più che mai l’economia è più grande dell’economia. A tale proposito, vorrei mettere a fuoco brevemente tre sfide, cioè la cura dell’ambiente, la cura dei poveri e la cura dei giovani.
Anzitutto, vi invito a porre al centro della vostra attenzione e della vostra responsabilità l’ambiente e la terra. Siamo in un tempo di grave crisi ambientale, che dipende da molti soggetti e da molti fattori, comprese anche le scelte economiche e imprenditoriali di ieri e di oggi. Non basta più rispettare le leggi degli Stati, che procedono troppo lentamente: occorre innovare anticipando il futuro, con scelte coraggiose e lungimiranti che possano essere imitate. L’innovazione dell’imprenditore oggi dev’essere in primo luogo innovazione nella cura della casa comune.
Secondo: non dimenticatevi dei più poveri e degli scartati. L’“economia circolare” è diventata una parola-chiave, che invita a riutilizzare e riciclare gli scarti. Mentre però ricicliamo le materie e gli scarti dei materiali, non abbiamo ancora imparato – permettetemi l’espressione – a “riciclare” e non scartare le persone, i lavoratori, soprattutto i più fragili, per i quali vige spesso la cultura dello scarto. Siate diffidenti verso una certa “meritocrazia” che viene usata per legittimare l’esclusione dei poveri, giudicati demeritevoli, fino a considerare la povertà stessa come colpa. E non accontentatevi di un po’ di filantropia, è troppo poco: la sfida è includere i poveri nelle aziende, farli diventare risorse per un vantaggio comune. È possibile. Sogno un mondo in cui gli scartati possano diventare protagonisti del cambiamento – ma mi pare che questo lo abbia già realizzato un certo Gesù, non vi pare?
Terzo: i giovani. I giovani sono spesso tra i poveri del nostro tempo: poveri di risorse, di opportunità e di futuro. E questo, paradossalmente, sia dove sono tantissimi, ma mancano i mezzi, sia dove sono sempre più pochi – come ad esempio in Italia, perché non c’è nascita qui – e i mezzi ci sarebbero. Non si apprende nessun lavoro senza l’“ospitalità aziendale”, che significa accogliere generosamente i giovani anche quando non hanno l’esperienza e le competenze richieste, perché ogni lavoro si impara solo lavorando. Vi incoraggio a essere generosi, ad accogliere i giovani nelle vostre imprese, dando loro un anticipo di futuro per non far perdere la speranza a un’intera generazione.
Cari amici, avete una grande e bella responsabilità. Il Signore vi aiuti a usarla e a fare scelte coraggiose, a vantaggio dell’ambiente, dei poveri e dei giovani. Sarà l’investimento, anche economico, più fruttuoso. Vi ringrazio per quello che già state facendo: voi siete pionieri, non scoraggiatevi, continuate a essere pionieri. E per favore pregate per me. E vi benedico tutti, benedico voi, le vostre imprese, le vostre speranze, il vostro lavoro. Benedico tutti voi. Grazie.
[01035-IT.01] [Testo originale: Italiano]
Traduzione in lingua inglese
I am pleased to welcome all of you, Managing Directors and employees of major companies and banks.
The work you are called to carry out is ever more significant, not only in economic but also in social and political life. Large companies are entities which influence the dynamics of international relations. You make decisions, then, that impact thousands and thousands of workers and investors, and you do so increasingly on a global scale. Economic power is intertwined with political power. Indeed, in addition to choices about consumption, savings and production, large companies also affect the fortunes of governments, national and international public policies and the sustainability of development. You experience this reality, because “you are immersed in it”, this is your world. Yet experiencing it is not enough: you must become conscious of it and look at it critically, with discernment, so that you can fully exercise responsibility for the direct and indirect effects of your choices. For today, more than ever, the economy is greater than economics. In this regard, I would like to focus briefly on three challenges, namely, caring for the environment, the poor, and young people.
First of all, I urge you to place the environment and the earth at the centre of your attention and responsibility. We are living in a time of serious environmental crisis that depends on many individuals and factors, among which are the economic and business choices of the past and present. It is no longer enough merely to comply with the laws of states, which are proceeding too slowly: we need to innovate by anticipating the future, with courageous and forward-looking choices that can be imitated. The innovation of the entrepreneur nowadays must first and foremost be innovation in caring for our common home.
Second: do not forget the poorest and the discarded. A “circular economy” has become a key term, calling for reusing and recycling waste. Yet while we recycle materials and their waste, we have not yet learned – allow me to use the expression – to “recycle” and not discard people and workers, especially the most vulnerable, to whom the culture of waste often applies. It is important that you be wary of a certain “meritocracy” that is used to legitimize the exclusion of the poor, who are judged as undeserving, even to the point of viewing poverty itself as their fault. And let us not settle for merely a little philanthropy, that would be insufficient. The challenge is to include the poor in businesses, to make them resources for the benefit of all. This is possible. I dream of a world in which the discarded can become protagonists of change, yet it seems to me that Jesus has already accomplished that, don’t you think?
Third: young people. Young people are often among the poor of our time: poor in resources, opportunities and a future. Paradoxically, this occurs both where there are many of them, yet lacking in means, and where there are fewer and fewer of them – such as in Italy, because children are not being born here – yet with available means. We do not learn any job without “corporate hospitality”, which means generously welcoming young people even when they lack the required experience and skills, for every job is learned only by doing it. I encourage you, then, to be generous, to welcome young people into your businesses, giving them a glimpse of the future so that an entire generation does not lose hope.
Dear friends, you have a great and noble responsibility. May the Lord help you exercise it well in order to make courageous choices, in favour of the environment, the poor and young people. This will be a very fruitful investment, also an economic one. I thank you for what you are doing: you are pioneers, do not be discouraged, but continue to be pioneers. Please pray for me. I bless all of you, your businesses, your hopes and your work. I bless you all. Thank you.
[01035-EN.01] [Original text: Italian]
[B0505-XX.01]