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Norme sulla Concessione dell’Indulgenza durante il Giubileo Ordinario dell’anno 2025 indetto da Sua Santità Papa Francesco, 13.05.2024


Testo in lingua italiana

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua tedesca

Traduzione in lingua spagnola

Traduzione in lingua portoghese

Traduzione in lingua polacca

 

Testo in lingua italiana

NORME SULLA CONCESSIONE DELL’INDULGENZA

DURANTE IL GIUBILEO ORDINARIO DELL’ANNO 2025

INDETTO DA SUA SANTITÀ PAPA FRANCESCO

“Ora è giunto il tempo di un nuovo Giubileo, nel quale spalancare ancora la Porta Santa per offrire l’esperienza viva dell’amore di Dio” (Spes non confundit, 6). Nella bolla di indizione del Giubileo Ordinario del 2025, il Santo Padre, nel momento storico attuale in cui “immemore dei drammi del passato, l’umanità è sottoposta a una nuova e difficile prova che vede tante popolazioni oppresse dalla brutalità della violenza” (Spes non confundit, 8), chiama tutti i cristiani a farsi pellegrini di speranza. Questa è una virtù da riscoprire nei segni dei tempi, i quali, racchiudendo “l’anelito del cuore umano, bisognoso della presenza salvifica di Dio, chiedono di essere trasformati in segni di speranza” (Spes non confundit, 7), che dovrà essere attinta soprattutto nella grazia di Dio e nella pienezza della Sua misericordia.

Già nella bolla di indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia del 2015, Papa Francesco sottolineava quanto l’Indulgenza acquistasse in quel contesto “un rilievo particolare” (Misericordiae vultus, 22), poiché la misericordia di Dio “diventa indulgenza del Padre che, attraverso la Sposa di Cristo, raggiunge il peccatore perdonato e lo libera da ogni residuo della conseguenza del peccato” (ibid.). Analogamente oggi il Santo Padre dichiara che il dono dell’Indulgenza “permette di scoprire quanto sia illimitata la misericordia di Dio. Non è un caso che nell’antichità il termine «misericordia» fosse interscambiabile con quello di «indulgenza», proprio perché esso intende esprimere la pienezza del perdono di Dio che non conosce confini” (Spes non confundit, 23). L’Indulgenza, dunque, è una grazia giubilare.

Anche in occasione del Giubileo Ordinario del 2025, pertanto, per volontà del Sommo Pontefice, questo “Tribunale di Misericordia”, cui spetta disporre tutto ciò che concerne la concessione e l’uso dell’Indulgenza, intende spronare gli animi dei fedeli a desiderare ed alimentare il pio desiderio di ottenere l’Indulgenza come dono di grazia, proprio e peculiare di ogni Anno Santo e stabilisce le seguenti prescrizioni, affinché i fedeli possano usufruire delle “disposizioni per poter ottenere e rendere effettiva la pratica dell’Indulgenza Giubilare” (Spes non confundit, 23).

Durante il Giubileo Ordinario del 2025 resta in vigore ogni altra concessione di Indulgenza. Tutti i fedeli veramente pentiti, escludendo qualsiasi affetto al peccato (cfr. Enchiridion Indulgentiarum, IV ed., norm. 20, § 1) e mossi da spirito di carità e che, nel corso dell’Anno Santo, purificati attraverso il sacramento della penitenza e ristorati dalla Santa Comunione, pregheranno secondo le intenzioni del Sommo Pontefice, dal tesoro della Chiesa potranno conseguire pienissima Indulgenza, remissione e perdono dei loro peccati, da potersi applicare alle anime del Purgatorio in forma di suffragio:

I.- Nei sacri pellegrinaggi

I fedeli, pellegrini di speranza, potranno conseguire l’Indulgenza Giubilare concessa dal Santo Padre se intraprenderanno un pio pellegrinaggio:

verso qualsiasi luogo sacro giubilare: ivi partecipando devotamente alla Santa Messa (ogniqualvolta lo permettano le norme liturgiche si potrà ricorrere anzitutto alla Messa propria per il Giubileo oppure alla Messa votiva: per la riconciliazione, per la remissione dei peccati, per chiedere la virtù della carità e per la concordia dei popoli); ad una Messa rituale per il conferimento dei sacramenti di iniziazione cristiana o l’Unzione degli infermi; alla celebrazione della Parola di Dio; alla Liturgia delle ore (ufficio delle letture, lodi, vespri); alla Via Crucis; al Rosario mariano; all’inno Akathistos; ad una celebrazione penitenziale, che termini con le confessioni individuali dei penitenti, come è stabilito nel rito della Penitenza (forma II);

in Roma: ad almeno una delle quattro Basiliche Papali Maggiori di San Pietro in Vaticano, del Santissimo Salvatore in Laterano, di Santa Maria Maggiore, di San Paolo fuori le Mura;

in Terra Santa: ad almeno una delle tre basiliche: del Santo Sepolcro in Gerusalemme, della Natività in Betlemme, dell’Annunciazione in Nazareth;

in altre circoscrizioni ecclesiastiche: alla chiesa cattedrale o altre chiese e luoghi sacri designati dall’Ordinario del luogo. I Vescovi terranno conto delle necessità dei fedeli nonché della stessa opportunità di mantenere intatto il significato del pellegrinaggio con tutta la sua forza simbolica, capace di manifestare il bisogno ardente di conversione e di riconciliazione;

II.- Nelle pie visite ai luoghi sacri

Altresì, i fedeli potranno conseguire l’Indulgenza giubilare se, individualmente, o in gruppo, visiteranno devotamente qualsiasi luogo giubilare e lì, per un congruo periodo di tempo, si intratterranno nell’adorazione eucaristica e nella meditazione, concludendo con il Padre Nostro, la Professione di Fede in qualsiasi forma legittima e invocazioni a Maria, Madre di Dio, affinché in questo Anno Santo tutti “potranno sperimentare la vicinanza della più affettuosa delle mamme, che mai abbandona i suoi figli” (Spes non confundit, 24).

Nella particolare occasione dell’Anno giubilare, si potranno visitare, oltre ai predetti insigni luoghi di pellegrinaggio, anche questi altri luoghi sacri alle stesse condizioni:

in Roma: la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, la Basilica di San Lorenzo al Verano, la Basilica di San Sebastiano (si raccomanda vivamente la devota visita detta “delle sette Chiese”, tanto cara a San Filippo Neri), il Santuario del Divino Amore, la Chiesa di Santo Spirito in Sassia, la Chiesa di San Paolo alle Tre Fontane, luogo del Martirio dell’Apostolo, le Catacombe cristiane; le chiese dei cammini giubilari dedicati rispettivamente all’Iter Europaeum e le chiese dedicate alle Donne Patrone d’Europa e Dottori della Chiesa (Basilica di Santa Maria sopra Minerva, Santa Brigida a Campo de’ Fiori, Chiesa Santa Maria della Vittoria, Chiesa di Trinità dei Monti, Basilica di Santa Cecilia a Trastevere, Basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio);

in altri luoghi nel mondo: le due Basiliche Papali minori di Assisi, di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli; le Basiliche Pontificie della Madonna di Loreto, della Madonna di Pompei, di Sant’Antonio di Padova; qualsiasi Basilica minore, chiesa cattedrale, chiesa concattedrale, santuario mariano nonché, per l’utilità dei fedeli, qualsiasi insigne chiesa collegiata o santuario designato da ciascun Vescovo diocesano od eparchiale, come pure santuari nazionali o internazionali, “luoghi santi di accoglienza e spazi privilegiati per generare speranza” (Spes non confundit, 24), indicati dalle Conferenze Episcopali.

I fedeli veramente pentiti che non potranno partecipare alle solenni celebrazioni, ai pellegrinaggi e alle pie visite per gravi motivi (come anzitutto tutte le monache e i monaci di clausura, gli anziani, gli infermi, i reclusi, come pure coloro che, in ospedale o in altri luoghi di cura, prestano servizio continuativo ai malati), conseguiranno l’Indulgenza giubilare, alle medesime condizioni se, uniti in spirito ai fedeli in presenza, particolarmente nei momenti in cui le parole del Sommo Pontefice o dei Vescovi diocesani verranno trasmesse attraverso i mezzi di comunicazione, reciteranno nella propria casa o là dove l’impedimento li trattiene (ad es. nella cappella del monastero, dell’ospedale, della casa di cura, del carcere...) il Padre Nostro, la Professione di Fede in qualsiasi forma legittima e altre preghiere conformi alle finalità dell’Anno Santo, offrendo le loro sofferenze o i disagi della propria vita;

III.-Nelle opere di misericordia e di penitenza

Inoltre, i fedeli potranno conseguire l’Indulgenza giubilare se, con animo devoto, parteciperanno alle Missioni popolari, a esercizi spirituali o ad incontri di formazione sui testi del Concilio Vaticano II e del Catechismo della Chiesa Cattolica, da tenersi in una chiesa o altro luogo adatto, secondo la mente del Santo Padre.

Nonostante la norma secondo cui si può conseguire una sola Indulgenza plenaria al giorno (cfr. Enchiridion Indulgentiarum, IV ed., norm. 18, § 1), i fedeli che avranno emesso l’atto di carità a favore delle anime del Purgatorio, se si accosteranno legittimamente al sacramento della Comunione una seconda volta nello stesso giorno, potranno conseguire due volte nel medesimo giorno l’Indulgenza plenaria, applicabile soltanto ai defunti (si intende all’interno di una celebrazione Eucaristica; cfr. can. 917 e Pontificia Commissione per l’interpretazione autentica del CIC, Responsa ad dubia, 1, 11 iul. 1984). Tramite questa duplice oblazione, si compie un lodevole esercizio di carità soprannaturale, per quel vincolo al quale sono congiunti nel Corpo mistico di Cristo i fedeli che ancora peregrinano sulla terra, insieme a quelli che già hanno compiuto il loro cammino, in virtù del fatto che “l’indulgenza giubilare, in forza della preghiera, è destinata in modo particolare a quanti ci hanno preceduto, perché ottengano piena misericordia” (Spes non confundit, 22).

Ma, in modo più peculiare, proprio “nell’Anno Giubilare saremo chiamati ad essere segni tangibili di speranza per tanti fratelli e sorelle che vivono in condizioni di disagio” (Spes non confundit, 10): l’Indulgenza viene pertanto annessa anche alle opere di misericordia e di penitenza, con le quali si testimonia la conversione intrapresa. I fedeli, seguendo l’esempio e il mandato di Cristo, siano stimolati a compiere più frequentemente opere di carità o misericordia, principalmente al servizio di quei fratelli che sono gravati da diverse necessità. Più precisamente riscoprano “le opere di misericordia corporale: dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere gli ammalati, visitare i carcerati, seppellire i morti” (Misericordiae vultus, 15) e riscoprano altresì “le opere di misericordia spirituale: consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti” (ibid.).

Allo stesso modo i fedeli potranno conseguire l’Indulgenza giubilare se si recheranno a rendere visita per un congruo tempo ai fratelli che si trovino in necessità o difficoltà (infermi, carcerati, anziani in solitudine, diversamente abili... ), quasi compiendo un pellegrinaggio verso Cristo presente in loro (cfr. Mt 25, 34-36) e ottemperando alle consuete condizioni spirituali, sacramentali e di preghiera. I fedeli, senza dubbio, potranno ripetere tali visite nel corso dell’Anno Santo, acquisendo in ciascuna di esse l’Indulgenza plenaria, anche quotidianamente.

L’Indulgenza plenaria giubilare potrà essere conseguita anche mediante iniziative che attuino in modo concreto e generoso lo spirito penitenziale che è come l’anima del Giubileo, riscoprendo in particolare il valore penitenziale del venerdì: astenendosi, in spirito di penitenza, almeno durante un giorno da futili distrazioni (reali ma anche virtuali, indotte ad esempio dai media e dai social network) e da consumi superflui (per esempio digiunando o praticando l’astinenza secondo le norme generali della Chiesa e le specificazioni dei Vescovi), nonché devolvendo una proporzionata somma in denaro ai poveri; sostenendo opere di carattere religioso o sociale, in specie a favore della difesa e protezione della vita in ogni sua fase e della qualità stessa della vita, dell’infanzia abbandonata, della gioventù in difficoltà, degli anziani bisognosi o soli, dei migranti dai vari Paesi “che abbandonano la loro terra alla ricerca di una vita migliore per se stessi e per le loro famiglie” (Spes non confundit, 13); dedicando una congrua parte del proprio tempo libero ad attività di volontariato, che rivestano interesse per la comunità o ad altre simili forme di personale impegno.

Tutti i Vescovi diocesani o eparchiali e coloro che nel diritto sono ad essi equiparati, nel giorno più opportuno di questo tempo giubilare, in occasione della principale celebrazione in cattedrale e nelle singole chiese giubilari, potranno impartire la Benedizione Papale con annessa Indulgenza plenaria, conseguibile da tutti i fedeli che riceveranno tale Benedizione alle consuete condizioni.

Affinché l’accesso al sacramento della Penitenza e al conseguimento del perdono divino attraverso il potere delle Chiavi sia pastoralmente facilitato, gli Ordinari locali sono invitati a concedere ai canonici e ai sacerdoti, che nelle Cattedrali e nelle Chiese designate per l’Anno Santo potranno ascoltare le confessioni dei fedeli, le facoltà limitatamente al foro interno, di cui, per i fedeli delle Chiese orientali, al can. 728, § 2 del CCEO, e nel caso di un’eventuale riserva, quelle per il can. 727, esclusi, come è evidente, i casi considerati nel can. 728, § 1; mentre per i fedeli della Chiesa latina, le facoltà di cui al can. 508, § 1 del CIC.

Al riguardo, questa Penitenzieria esorta tutti i sacerdoti ad offrire con generosa disponibilità e dedizione di sé la più ampia possibilità ai fedeli di usufruire dei mezzi della salvezza, adottando e pubblicando fasce d’orario per le confessioni, in accordo con i parroci o i rettori delle chiese limitrofe, facendosi trovare in confessionale, programmando celebrazioni penitenziali a cadenza fissa e frequente, offrendo anche la più ampia disponibilità di sacerdoti che, per raggiunti limiti di età, siano privi di incarichi pastorali definiti. A seconda delle possibilità ci si ricordi altresì, in conformità al Motu proprio Misericordia Dei, dell’opportunità pastorale di ascoltare le Confessioni anche durante la celebrazione della Santa Messa.

Per agevolare il compito dei confessori, la Penitenzieria Apostolica, per mandato del Santo Padre, dispone che i sacerdoti che accompagneranno o si uniranno a pellegrinaggi giubilari fuori della propria Diocesi, possano avvalersi delle stesse facoltà di cui sono stati provvisti nella propria Diocesi dalla legittima autorità. Speciali facoltà saranno poi conferite da questa Penitenzieria Apostolica ai penitenzieri delle basiliche papali romane, ai canonici penitenzieri o ai penitenzieri diocesani istituiti nelle singole circoscrizioni ecclesiastiche.

I confessori, dopo aver amorevolmente istruito i fedeli sulla gravità dei peccati ai quali è annessa una riserva o una censura, determineranno, con carità pastorale, appropriate penitenze sacramentali, tali da condurli il più possibile ad uno stabile ravvedimento e, a seconda della natura dei casi, da invitarli alla riparazione di eventuali scandali e danni.

La Penitenzieria infine invita caldamente i Vescovi, in quanto detentori del triplice munus di insegnare, di guidare e di santificare, ad aver cura di spiegare chiaramente le disposizioni e i principi qui proposti per la santificazione dei fedeli, tenendo conto in modo particolare delle circostanze di luogo, di cultura e di tradizioni. Una catechesi adatta alle caratteristiche socio-culturali di ciascun popolo potrà proporre in maniera efficace il Vangelo e l’interezza del messaggio cristiano, radicando più profondamente nei cuori il desiderio di questo dono unico, ottenuto in virtù della mediazione della Chiesa.

Il presente Decreto ha validità per l’intero Giubileo Ordinario del 2025, nonostante qualunque disposizione contraria.

Dato in Roma, dalla sede della Penitenzieria Apostolica, il 13 maggio 2024, Memoria della Beata Vergine Maria di Fatima.

Angelo Card. De Donatis

Penitenziere Maggiore

S.E. Mons. Krzysztof Nykiel

Reggente

[00808-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

NOTE SUR L’INDULGENCE PLÉNIÈRE

CONCÉDÉE DURANT LE JUBILÉ ORDINAIRE DE L’ANNÉE 2025

ANNONCÉ PAR SA SAINTETÉ LE PAPE FRANÇOIS

« Le temps est venu d’un nouveau Jubilé au cours duquel la Porte Sainte sera à nouveau grande ouverte pour offrir l’expérience vivante de l’amour de Dieu » (Spes non confundit, 6). Dans la bulle d’indiction du Jubilé ordinaire de 2025, le Saint Père, en ce moment de l’histoire où nous sommes, où « Oublieuse des drames du passé, l’humanité est soumise à une nouvelle et difficile épreuve qui voit nombre de populations opprimées par la brutalité de la violence » (Spes non confundit, 8), appelle tous les chrétiens à se faire pèlerins d’espérance. Il s’agit d’une vertu à redécouvrir, à travers les signes des temps « qui renferment l’aspiration du cœur humain, ayant besoin de la présence salvifique de Dieu, (et) demandent à être transformés en signes d’espérance ».(Spes non confundit, 7), qu’il faut attendre en premier lieu de la grâce de Dieu et de la plénitude de Sa miséricorde.

Dans la Bulle d’Indiction du Jubilé extraordinaire de la Miséricorde de 2015, le Pape François soulignait déjà combien, dans ce contexte, l’Indulgence plénière revêtait « une importance particulière » (Misericordiae vultus, 22), dans la mesure où la miséricorde de Dieu “devient indulgence du Père qui rejoint le pécheur pardonné à travers l’Epouse du Christ, et le libère de tout ce qui reste des conséquences du péché » (ibid.). De la même façon aujourd’hui, le Saint Père affirme que le don de l’Indulgence « permet de découvrir à quel point la miséricorde de Dieu est illimitée. Ce n’est pas un hasard si, dans l’Antiquité, le terme « miséricorde » était interchangeable avec le terme « indulgence », précisément parce que celui-ci entend exprimer la plénitude du pardon de Dieu, qui ne connaît pas de limites » (Spes non confundit, 23). L’Indulgence est donc une grâce du Jubilé.

A l’occasion du Jubilé ordinaire de 2025, ce « Tribunal de la Miséricorde », à qui il revient, selon la volonté du Souverain Pontife, d’établir les conditions de la concession et de la réception de l’indulgence, entend susciter et faire grandir dans les âmes des fidèles le désir d’obtenir l’Indulgence comme le don de grâce propre à chaque Année Sainte. Il établit ainsi les prescriptions suivantes, afin que les fidèles puissent adopter « les dispositions permettant d’obtenir et de rendre effective la pratique de l’Indulgence jubilaire. « (Spes non confundit, 23).

Les autres concessions concernant l’Indulgence restent en vigueur pendant le Jubilé ordinaire de 2025. Les fidèles réellement repentis, hormis l’attachement au péché (cf. Enchiridion Indulgentiarum, IV ed., norm. 20, § 1) et animés d’un esprit de charité qui, au cours de l’Année sainte, purifiés par le sacrement de pénitence, et nourris de la sainte communion, prieront aux intentions du Souverain Pontife, obtiendront du trésor de l’Eglise, une pleine indulgence, la rémission et le pardon de leurs péchés, applicable aux âmes du Purgatoire :

I - Au cours des pèlerinages

Les fidèles, pèlerins d’espérance, pourront recevoir l’Indulgence jubilaire concédée par le Saint Père s’ils effectuent un pèlerinage :

auprès de tout lieu lié au Jubilé. Ils y participeront pieusement à la messe (à chaque fois que le permettent les normes liturgiques, on pourra célébrer la messe propre pour le Jubilé, ou bien la messe votive pour la réconciliation, pour la rémission des péchés, pour demander la charité et pour l’entente entre les peuples), à une messe rituelle pour les sacrements de l’initiation chrétienne ou l’onction des malades, à une célébration de la Parole de Dieu, à la liturgie des Heures (office des Lectures, Laudes, Vêpres), au Chemin de Croix, au chapelet, à l’hymne Acathiste, à une célébration pénitentielle avec confession individuelle des pénitents, comme prévu dans le rite de la pénitence (2ème forme).

à Rome : dans une des quatre basiliques papales : Saint Pierre au Vatican, Saint Jean de Latran, Sainte Marie majeure, Saint Paul hors les Murs.

en Terre Sainte : dans une des trois basiliques : le Saint Sépulcre de Jérusalem, de la Nativité à Bethléem, de l’Annonciation à Nazareth. En d’autres circonscriptions ecclésiastiques : dans la cathédrale ou d’autres lieux choisis par l’Ordinaire du lieu. les évêques tiendront compte des besoins des fidèles, ainsi que de la nécessité de sauvegarder la signification du pèlerinage avec sa force symbolique, de telle sorte que soit manifesté le besoin ardent de conversion et de réconciliation.

II - Au cours d’une visite à un lieu sacré

Les fidèles pourront également recevoir l’Indulgence jubilaire s’ile rendent visite, individuellement ou en groupe, à un lieu jubilaire. Là, ils vivront un temps convenable d’adoration eucharistique et de médiation, conclu par le Notre Père, le Credo, et l’invocation à Marie, Mère de Dieu. De telle sorte, tous « pourront faire l’expérience de la proximité de la plus affectueuse des mamans qui n’abandonne jamais ses enfants » (Spes non confundit, 24).

A l’occasion de l’Année jubilaire, outre les lieux connus de pélerinage, on pourra se rendre en d’autres lieux sacrés aux mêmes conditions :

à Rome: la Basilique de la Sainte Croix de Jérusalem, la basilique de Saint Laurent al Verano, la basilique de Saint Sébastien (la visite « des sept églises » chère à saint Philippe Néri, est recommandée), le sanctuaire du Divin Amour, l’église du Saint Esprit in Sassia, l’église de Saint Paul aux Trois Fontaines, lieu du martyre de l’Apôtre, les catacombes chrétiennes, les églises du chemin jubilaire consacrées à l’Iter Europaeum et les églises consacrées aux femmes Patronnes de l’Europe et Docteurs de l’Eglise (Basilique de Sainte Marie sopra Minerva, Sainte Brigitte au Campo dei Fiori, église Sainte Marie de la Victoire, église de la Trinité des Monts, basilique de Sainte Cécile au Trastévère, basilique de Saint Augustin au Campo Marzio)

dans d’autres lieux dans le monde : les deux basiliques papales mineures d’Assise, de Saint François et de Sainte Marie des Anges, les basiliques pontificales de la Madone de Lorette, de la Madone de Pompéi, de Saint Antoine de Padoue, toute basilique mineure, église cathédrale ou co-cathédrale, sanctuaire marial, ainsi que toute église collégiale ou sanctuaire choisi par l’évêque pour le bien des fidèles, tout sanctuaire national ou international, « lieux saints pour l’accueil, et des espaces privilégiés pour susciter l’espérance » (Spes non confundit, 24), choisis par la Conférence des évêques.

Les fidèles réellement repentis qui ne pourraient pas prendre part aux célébrations solennelles, aux pèlerinages ou aux visites pour de justes motifs (comme les moniales et les moines de clôture, les vieillards, les infirmes, ceux qui sont au service des malades dans les hôpitaux ou autres lieux de soin), bénéfIcieront de l’Indulgence jubilaire aux mêmes conditions, unis spirituellement aux fidèles présents, spécialement lorsque les paroles du Souverain Pontife et des évêques diocésains seront retransmises par les moyens de communication. Chez eux ou là où ils sont retenus (par exemple dans la chapelle du monastère, de l’hôpital, de la maison de soins, dans la prison…) ils réciteront le Notre Père, le Credo selon les formes légitimes, et d’autres prières conformes aux finalités de l’Année Sainte, offrant leurs souffrances ou les difficultés de leur vie.

III - Dans les oeuvres de miséricorde et de pénitence

De plus, les fidèles pourront recevoir l’indulgence jubilaire en participant pieusement aux missions populaires, aux exercices spirituels, ou à des rencontres de formation sur les textes du Concile Vatican II et du Catéchisme de l’Eglise catholique, qui ont lieu dans une église ou un autre lieu adapté, selon l’intention du Saint Père.

Nonobstant la norme qui empêche de recevoir plus d’une fois par jour l’Indulgence plénière (cf. Enchiridion Indulgentiarum, IV ed., norm. 18, § 1), les fidèles qui auront fait oeuvre de charité en faveur des âmes du purgatoire, s’ils accèdent légitimement au sacrement de la communion une seconde fois le même jour, pourront recevoir deux fois l’Indulgence plénière, applicable seulement aux défunts (à l’intérieur d’une célébration eucharistique, cf. can. 917 et Commission pontificale pour l’interprétation authentique du CIC, Responsa ad dubia, 1, 11 juillet. 1984). C’est un louable exercice de charité surnaturelle ainsi accompli à travers cette double oblation. Ainsi est manifesté le lien, à l’intérieur du Corps mystique, entre les fidèles encore en pèlerinage sur la terre, et ceux qui sont au terme de leur chemin, du fait que « l’Indulgence jubilaire, en vertu de la prière, est destinée de manière spéciale à ceux qui nous ont précédés afin qu’ils obtiennent la pleine miséricorde » (Spes non confundit, 22).

Parce que, « au cours de l’Année Jubilaire, nous serons appelés à être des signes tangibles d’espérance pour de nombreux frères et sœurs qui vivent dans des conditions de détresse » (Spes non confundit, 10) l’Indulgence plénière est liée de façon particulière aux oeuvres de miséricorde et de pénitence, qui témoignent de la conversion entreprise. Suivant l’exemple et le commandement du Christ, les fidèles sont invités à faire oeuvre de miséricorde et de charité, surtout auprès de ceux qui en ont le plus besoin. Plus précisément, ils redécouvriront « les oeuvres de miséricorde corporelles : donner à manger aux affamés, donner à boire à ceux qui ont soif, vêtir ceux qui sont nus, accueillir les étrangers, assister les malades, visiter les prisonniers, ensevelir les morts » (Misericordiae vultus, 15) ainsi que « les oeuvres de miséricorde spirituelles : conseiller ceux qui sont dans le doute, enseigner les ignorants, avertir les pécheurs, consoler les affligés, pardonner les offenses, supporter patiemment les personnes ennuyeuses, prier Dieu pour les vivants et pour les morts » (ibid.).

De la même façon, les fidèles pourront bénéficier de l’Indulgence jubilaire en visitant durant un temps suffisant, les personnes en difficulté (infirmes, prisonniers, vieillards isolés, handicapés…) accomplissant ainsi un pèlerinage auprès du Christ présent en eux (cf. Mt 25, 34-36). En se conformant aux conditions spirituelles, sacramentelles, et de prière, les fidèles pourront assurément, reproduire de telles visites au cours de l’Année Sainte et recevant ainsi à chaque fois, et même quotidiennement, l’Indulgence plénière.

L’Indulgence plénière sera également reçue à travers des initiatives qui mettent en oeuvre concrètement et généreusement l’esprit de pénitence qui est comme l’âme du Jubilé. Il s’agit en particulier de retrouver la valeur pénitentielle du vendredi, en s’abstenant, au moins durant une journée, de distractions futiles (réelles ou virtuelles, véhiculées par les médias et les réseaux sociaux), de consommation superflue (par exemple en jeûnant ou en pratiquant l’abstinence suivant les normes de l’Eglise ou des évêques), ainsi qu’en attribuant une somme d’argent aux pauvres, en soutenant des activités religieuses ou sociales, en particulier en faveur de la défense et de la protection et de la qualité de la vie en toutes ses étapes, de l’enfance abandonnée, des jeunes en difficulté, des personnes âgées dans le besoin ou isolées, des migrants des différents pays « qui abandonnent leur terre à la recherche d’une vie meilleure pour eux-mêmes et pour leurs familles. « (Spes non confundit, 13), en consacrant une part convenable de son temps libre à des activités bénévoles, en faveur de la communauté, ou à d’autres formes d’engagement.

Au moment le plus opportun de ce temps jubilaire, à l’occasion d’une célébration dans la cathédrale ou dans une église jubilaire, les évêques diocésains, les responsables d’éparchie, et ceux que le droit considère comme équivalents, pourront donner la Bénédiction pontificale avec indulgence plénière, à tous les fidèles qui recevront cette Bénédiction aux conditions habituelles.

Pour que l’accès au sacrement de pénitence et donc le pardon de Dieu à travers le pouvoir des Clefs soit facilité, les Ordinaires sont invités à concéder aux chanoines et aux prêtres, qui pourront entendre les confessions des fidèles dans les cathédrales et les églises choisies pour l’Année Sainte, la faculté limitée au for interne, pour les fidèles des Eglises orientales dont il s’agit au canon 728, § 2 du CCEO, et pour une réserve éventuelle le canon 727, à l’exception bien sûr des cas évoqués au canon 728, § 1, pour les fidèles de l’Eglise latine, la faculté énoncée par le canon 508, § 1 du CIC.

A ce propos, le Pénitencerie invite tous les prêtres à faire le don généreux d’eux-mêmes, afin d’offrir largement aux fidèles la possibilité de profiter des moyens du salut. A cette fin, ils rendront publics les horaires des confessions, en accord avec les curés et les recteurs d’églises, se rendant présents au confessionnal, programmant des célébrations pénitentielles à un rythme fréquent. Les prêtres qui, pour des raisons d’âge, n’ont plus de ministère défini, se rendront également disponibles. En fonction des possibilités, on rappellera, conformément au Motu proprio Misericordia Dei, l’opportunité pastorale qu’il y a à entendre les confessions durant la célébration de la messe.

Pour aider les confesseurs, la Pénitencerie Apostolique, par mandat du Saint Père, établit que les prêtres qui accompagneront ou s’uniront aux pèlerinages jubilaires hors de leur diocèse, pourront jouir des facultés qui leur sont concédées dans leur diocèse par l’autorité légitime. La Pénitencerie Apostolique donnera des facultés spéciales aux confesseurs des basiliques papales, aux chanoines et aux prêtres diocésains dans les différentes circonscriptions ecclésiales.

Après avoir dûment instruit les fidèles de la gravité des péchés liés à une censure ou une réserve, les confesseurs détermineront avec une charité pastorale une pénitence sacramentelle capable de favoriser une réelle repentance, et selon les cas, de réparer les éventuels conséquences ou scandales.

La Pénitencerie invite chaleureusement les évêques, en ce qu’ils détiennent le triple munus d’enseigner, de guider et de sanctifier, à veiller à exposer clairement les dispositions existantes pour la sanctification des fidèles, en tenant compte des circonstances particulière de lieu, de culture et de traditions. Une catéchèse adaptée aux caractéristiques socio-culturelles de chaque peuple pourra proposer efficacement l’Evangile et la valeur du message chrétien, enracinant profondément dans les coeurs le désir de ce don unique, obtenu en vertu de la médiation de l’Eglise.

Le présent Décret est valide pour toute l’année jubilaire de 2025, nonobstant toute disposition contraire.

Donné à Rome, au siège de la Pénitencerie Apostolique, le 13 mai 2024, mémoire de la Bienheureuse Vierge Marie de Fatima.

Angelo Card. De Donatis

Pénitencier majeur

S.E. Mgr Krzysztof Nykiel

Régent

[00808-FR.01] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua inglese

DECREE ON THE GRANTING OF THE INDULGENCE

DURING THE ORDINARY JUBILEE YEAR 2025

CALLED BY HIS HOLINESS POPE FRANCIS

“Now the time has come for a new Jubilee, when once more the Holy Door will be flung open to invite everyone to an intense experience of the love of God” (Spes non confundit, 6). In the Bull announcing the Ordinary Jubilee of 2025, at a moment in history in which "heedless of the horrors of the past, humanity is confronting yet another ordeal, as many peoples are prey to brutality and violence" (Spes non confundit, 8), the Holy Father calls on all Christians to become pilgrims of hope. This is a virtue which must be sourced above all in the grace of God and in the fullness of His mercy. It is to be rediscovered in the signs of the times, which, encompassing "the yearning of human hearts in need of God’s saving presence, ought to become signs of hope" (Spes non confundit, 7).

Previously, in the Bull announcing the Extraordinary Jubilee of Mercy in 2015, Pope Francis underlined how the Indulgence acquired "an even more important meaning" in that context (Misericordiae vultus, 22), since God's mercy becomes the "indulgence on the part of the Father who, through the Bride of Christ, his Church, reaches the pardoned sinner and frees him or her from every residue left by the consequences of sin" (ibid.). Similarly, now the Holy Father declares that the gift of the Indulgence "is a way of discovering the unlimited nature of God’s mercy. Not by chance, for the ancients, the terms ‘mercy’ and ‘indulgence’ were interchangeable, as expressions of the fullness of God’s forgiveness, which knows no bounds" (Spes non confundit, 23). The Indulgence, therefore, is a Jubilee grace.

And so, also during the Ordinary Jubilee of 2025, by will of the Supreme Pontiff, this ‘Court of Mercy’, which is responsible for all that concerns the granting and use of indulgences, wishing to encourage the souls of the faithful and nourish the pious desire to obtain the Indulgence seen as a gift of grace specific to each Holy Year, establishes the following indications, so that the faithful may take advantage of the "norms for obtaining and rendering spiritually fruitful the practice of the Jubilee indulgence" (Spes non confundit, 23).

During the Ordinary Jubilee of 2025, all others Indulgences previously granted remain in force. All the faithful, who are truly repentant and free from any affection for sin (cf. Enchiridion Indulgentiarum, IV ed., norm. 20, § 1), who are moved by a spirit of charity and who, during the Holy Year, purified through the sacrament of penance and refreshed by Holy Communion, pray for the intentions of the Supreme Pontiff, will be able to obtain from the treasury of the Church a plenary indulgence, with remission and forgiveness of all their sins, which can be applied in suffrage to the souls in Purgatory in the following ways:

I.- Pilgrimages

The faithful, pilgrims of hope, will be able to obtain the Jubilee Indulgence granted by the Holy Father if they undertake a pious pilgrimage:

to any sacred Jubilee site: by devoutly participating in Holy Mass (where the liturgical norms allow for it, the Mass of the Jubilee might fruitfully be chosen, or one of the Votive Masses: for Reconciliation, for the Remission of Sins, for the Promotion of Charity or to Foster Harmony); a ritual Mass for the conferral of the sacraments of Christian Initiation or the Anointing of the Sick; or any of the following: a celebration of the Word of God; the Liturgy of the Hours (office of readings, lauds, vespers); the Via Crucis; the Marian Rosary; the recitation of the Akathist hymn; a penitential celebration, which ends with the individual confessions of the penitents, as established in the Rite of Penance (form II);

in Rome: by visiting at least one of the four Major Papal Basilicas: St. Peter’s in the Vatican, the Archbasilica of the Holy Saviour (St John Lateran’s), Saint Mary Major’s, and St. Paul’s Outside the Walls;

in the Holy Land: by visiting at least one of the three basilicas: the Basilica of the Holy Sepulchre in Jerusalem, the Basilica of the Nativity in Bethlehem, or the Basilica of the Annunciation in Nazareth;

in other ecclesiastical areas: by visiting the Cathedral or other church or sacred place designated by the local Ordinary. Bishops will take into account the needs of the faithful as well as the opportunity to reinforce the concept of pilgrimage with all its symbolic significance, so as to manifest the great need for conversion and reconciliation;

II.- Pious visits to sacred places

Likewise, the faithful can obtain the Jubilee Indulgence if, individually or in a group, they devoutly visit any Jubilee site and there, for a suitable period of time, engage in Eucharistic adoration and meditation, concluding with the Our Father, the Profession of Faith in any legitimate form, and invocations to Mary, the Mother of God, so that in this Holy Year everyone "will come to know the closeness of Mary, the most affectionate of mothers, who never abandons her children" (Spes non confundit, 24).

During the Jubilee Year, in addition to the aforementioned places of pilgrimage, the following sacred places may also be visited under the same conditions:

in Rome: the Basilica of the Holy Cross in Jerusalem, the Basilica of St Lawrence at the Verano, the Basilica of St Sebastian, (the traditional visit to "the seven Churches of Rome", so close to the heart of St Philip Neri is also highly recommended), the Sanctuary of Divine Love (the ‘Divino Amore’), the Church of the Holy Spirit in Sassia, the Church of St Paul at the Tre Fontane, (the site of the Martyrdom of the Apostle), the Roman Catacombs; the churches of the Jubilee Pathways dedicated respectively to the Iter Europaeum and to the Female Patrons of Europe and Doctors of the Church (the Basilica of Santa Maria sopra Minerva, and the churches of St Brigid at Campo de' Fiori, Santa Maria della Vittoria, Trinità dei Monti, the Basilica of Saint Cecilia in Trastevere, and the Basilica of Sant'Augustine in Campo Marzio);

in other places in the world: the two Minor Papal Basilicas in Assisi – those of St Francis and Our Lady of the Angels; the Pontifical Basilicas of Our Lady of Loreto, Our Lady of Pompeii, and St Anthony in Padua; any minor basilica, cathedral church, co-cathedral church, Marian sanctuary, any distinguished collegiate church or sanctuary designated by the diocesan bishop or Eparchy for the benefit of the faithful, and national or international sanctuaries, "sacred places of welcome and privileged spaces for the rebirth of hope" (Spes non confundit, 24), as indicated by Episcopal Conferences.

The faithful who are truly repentant of sin but who cannot participate in the various solemn celebrations, pilgrimages and pious visits for serious reasons (especially cloistered nuns and monks, but also the elderly, the sick, prisoners, and those who, through their work in hospitals or other care facilities, provide continuous service to the sick), can obtain the Jubilee Indulgence, under the same conditions if, united in spirit with the faithful taking part in person, (especially when the words of the Supreme Pontiff or the diocesan Bishop are transmitted through the various means of communication), they recite the Our Father, the Profession of Faith in any approved form, and other prayers in conformity with the objectives of the Holy Year, in their homes or wherever they are confined (e.g. in the chapel of the monastery, hospital, nursing home, prison...) offering up their sufferings or the hardships of their lives;

III.-Works of mercy and penance

In addition, the faithful will be able to obtain the Jubilee Indulgence if, with a devout spirit, they participate in popular missions, spiritual exercises, or formation activities on the documents of the Second Vatican Council and the Catechism of the Catholic Church, held in a church or other suitable place, according to the mind of the Holy Father.

Despite the rule that only one plenary indulgence can be obtained per day (cf. Enchiridion Indulgentiarum, IV ed., norm. 18, § 1), the faithful who have carried out an act of charity on behalf of the souls in Purgatory, if they receive Holy Communion a second time that day, can obtain the plenary indulgence twice on the same day, applicable only to the deceased (this must take place within a Eucharistic celebration; see can. 917 and the Pontifical Commission for the authentic interpretation of the CIC, Responsa ad dubia, 1, 11 July 1984). Through this double act, a praiseworthy exercise of supernatural charity is carried out, through that bond by which the faithful still journeying on this earth are united in the mystical Body of Christ, with those who have already completed their journey, by virtue of the fact that “the Jubilee indulgence, thanks to the power of prayer, is intended in a particular way for those who have gone before us, so that they may obtain full mercy” (Spes non confundit, 22).

In a special way "during the Holy Year, we are called to be tangible signs of hope for those of our brothers and sisters who experience hardships of any kind" (Spes non confundit, 10). Therefore, the Indulgence is also linked to certain works of mercy and penance, which bear witness to the conversion undertaken. The faithful, following the example and mandate of Christ, are encouraged to carry out works of charity or mercy more frequently, especially in the service of those brothers and sisters who are burdened by various needs. More especially, they should rediscover these “corporal works of mercy: to feed the hungry, give drink to the thirsty, clothe the naked, welcome the stranger, heal the sick, visit the imprisoned, and bury the dead " (Misericordiae vultus, 15) and rediscover also "the spiritual works of mercy: to counsel the doubtful, instruct the ignorant, admonish sinners, comfort the afflicted, forgive offences, bear patiently those who do us ill, and pray for the living and the dead" (ibid.).

In this way, the faithful will be able to obtain the Jubilee Indulgence if they visit, for an appropriate amount of time, their brothers and sisters who are in need or in difficulty (the sick, prisoners, lonely elderly people, disabled people...), in a sense making a pilgrimage to Christ present in them (cf. Mt 25, 34-36) according to the usual spiritual, sacramental and prayer conditions. The faithful can repeat these visits throughout the Holy Year, even daily, acquiring a plenary indulgence each time.

The Jubilee Plenary Indulgence can also be obtained through initiatives that put into practice, in a concrete and generous way, the spirit of penance which is, in a sense, the soul of the Jubilee. In particular the penitential nature of Friday can be rediscovered through abstaining, in a spirit of penance, at least for one day of the week from futile distractions (real but also virtual distractions, for example, the use of the media and/or social networks), from superfluous consumption (for example by fasting or practising abstinence according to the general norms of the Church and the indications of the Bishops), as well as by donating a proportionate sum of money to the poor; by supporting works of a religious or social nature, especially in support of the defence and protection of life in all its phases, but also by supporting the quality of life of abandoned children, young people in difficulty, the needy or lonely elderly people, or migrants from various countries “who leave their homelands behind in search of a better life for themselves and for their families” (Spes non confundit, 13); it can also be obtained by dedicating a reasonable portion of one’s free time to voluntary activities that are of service to the community or to other similar forms of personal commitment.

All diocesan bishops and eparchs and those who are equivalent to them in law, on the most appropriate day of this jubilee period, on the occasion of the main celebration in the cathedral and in the individual jubilee churches, may impart the Papal Blessing with the attached plenary indulgence, obtainable by all the faithful who receive this Blessing under the usual conditions.

In order to facilitate access to the sacrament of Penance and the obtaining of divine forgiveness through the ‘Power of the Keys’, local Ordinaries are invited to grant to the Canons and Priests, who in the Cathedrals and Churches specially designated for the Holy Year, hear the confessions of the faithful, the faculties limited to the internal forum for the faithful of the Eastern Churches covered by can. 728, § 2 of the CCEO, and in the case of a possible reservation, those for can. 727, excluding, clearly, those cases listed in can. 728, § 1; while for the faithful of the Latin Church, the faculties referred to in can. 508, § 1 of the CIC.

In this regard, this Penitentiary urges all priests to offer generous availability and self-dedication to allow the greatest possible opportunity for the faithful to benefit from the means of salvation, by adopting and publishing time slots for confessions, in agreement with parish priests or rectors of neighbouring churches, by making time to be available in the confessional, planning penitential celebrations on a fixed and frequent basis, and also making the widest possible use of retired priests who do not have other defined pastoral roles. Depending on the possibilities, priests should remember, in accordance with the Motu proprio Misericordia Dei, the pastoral opportunity that also exists in hearing Confessions during the celebration of Holy Mass.

To facilitate the task of confessors, the Apostolic Penitentiary, by mandate of the Holy Father, grants to priests who accompany or join Jubilee pilgrimages outside their own Diocese the right to make use of the same faculties which they have been granted in their own Diocese by the legitimate authority. Special faculties will be conferred by this Apostolic Penitentiary to the penitentiaries of the Papal Basilicas in Rome, and to Canon Penitentiaries or Diocesan Penitentiaries established in individual ecclesiastical circumscriptions.

Confessors, after having lovingly instructed the faithful on the gravity of the sins to which a reservation or censure is attached, should determine, with pastoral charity, appropriate sacramental penances, so as to lead penitents, as far as possible to stable repentance and, depending on the nature of the case, invite them to repair any scandal and damages.

Finally, the Penitentiary warmly invites Bishops, as bearers of the triple munus of teaching, guiding, and sanctifying, to explain clearly the provisions and principles proposed here for the sanctification of the faithful, taking account of local circumstances, cultures and traditions. A catechesis appropriate to the socio-cultural characteristics of each people will propose the Gospel and the entirety of the Christian message effectively, rooting more deeply in people’s hearts the desire for this unique gift, obtained through the mediation of the Church.

This Decree is valid for the entire Ordinary Jubilee of 2025, notwithstanding any provision to the contrary.

Given in Rome, from the Offices of the Apostolic Penitentiary, on 13 May 2024, Memorial of the Blessed Virgin Mary of Fatima.

Angelo Cardinal De Donatis

Major Penitentiary

+ Krzysztof Nykiel

Regent

[00808-EN.01] [Original text: English]

Traduzione in lingua tedesca

ÜBER DIE GEWÄHRUNG EINES ABLASSES

WÄHREND DES ORDENTLICHEN JUBILÄUMS DES JAHRES 2025

VERKÜNDET VON SEINER HEILIGKEIT PAPST FRANZISKUS

„Nun ist die Zeit für ein neues Heiliges Jahr gekommen, in dem die Heilige Pforte wiederum weit geöffnet wird, um die lebendige Erfahrung der Liebe Gottes zu ermöglichen“ (Spes non confundit, 6). In der Verkündigungsbulle des Ordentlichen Jubiläums 2025 ruft der Heilige Vater in der gegenwärtigen geschichtlichen Situation, in der „die Menschheit die Dramen der Vergangenheit vergisst, wird sie von einer neuen, schwierigen Prüfung heimgesucht, bei der viele Völker von der Brutalität der Gewalt getroffen werden“ (Spes non confundit, 8), alle Christen auf, Pilger der Hoffnung zu werden. Dies ist eine Tugend, die in den Zeichen der Zeit wiederentdeckt werden muss, die „die Sehnsucht des menschlichen Herzens einschließen, das der rettenden Gegenwart Gottes bedarf, verlangen danach, in Zeichen der Hoffnung verwandelt werden“ (Spes non confundit, 7), die sich vor allem aus der Gnade Gottes und der Fülle seiner Barmherzigkeit ergibt.

Schon in der Einweihungsbulle des Außerordentlichen Jubiläums der Barmherzigkeit 2015 hat Papst Franziskus betont, wie sehr der Ablass in diesem Kontext eine „besondere Bedeutung“ (Misericordiae vultus, 22) erlangt hat, da die Barmherzigkeit Gottes „zum Ablass, den der Vater durch die Kirche, die Braut Christi, dem Sünder, dem vergeben wurde, schenkt und der ihn von allen Folgen der Sünde befreit“ (ebd.). Auch heute erklärt der Heilige Vater, dass das Geschenk des Ablasses „uns nämlich entdecken [lässt], wie grenzenlos Gottes Barmherzigkeit ist. Es ist kein Zufall, dass einst die Begriffe ‚Barmherzigkeit‘ und ‚Ablass‘ austauschbar waren, eben weil dieser die Fülle der Vergebung Gottes ausdrücken soll, die keine Grenzen kennt“ (Spes non confundit, 23). Der Ablass ist also eine Jubiläumsgnade.

Nach dem Willen des Papstes will daher, auch anlässlich des Ordentlichen Jubiläums 2025, dieses „Gericht der Barmherzigkeit“, dessen Aufgabe es ist, über alles zu verfügen, was die Gewährung und den Gebrauch des Ablasses betrifft, die Herzen der Gläubigen anspornen, den frommen Wunsch zu hegen und zu nähren, den Ablass als Gnadengeschenk zu erhalten. Er legt die folgenden Vorschriften fest, damit die Gläubigen von den „Bestimmungen […], die erforderlich sind, um den Jubiläumsablass zu erlangen und diese Praxis fruchtbar zu gestalten“ (Spes non confundit, 23) Gebrauch machen können.

Während des Ordentlichen Jubiläums 2025 bleiben alle anderen Ablasskonzessionen in Kraft. Alle wahrhaft reuigen Gläubigen, die unter Ausschluss jeglicher Neigung zur Sünde (vgl. Enchiridion Indulgentiarum, IV. Aufl., Norm 20, § 1) und von einem Geist der Nächstenliebe bewegt, im Laufe des Heiligen Jahres, geläutert durch das Sakrament der Buße und gestärkt durch die Heilige Kommunion, gemäß den Intentionen des Papstes beten, können aus dem Schatz der Kirche einen vollkommenen Ablass, den Erlass und die Vergebung ihrer Sünden erlangen, der den Seelen im Fegefeuer in Form eines Wahlrechts zukommt:

I. - Bei heiligen Wallfahrten

Die Gläubigen, Pilger der Hoffnung, können den vom Heiligen Vater gewährten Jubiläumsablass erhalten, wenn sie eine fromme Wallfahrt unternehmen

zu einer der heiligen Stätten des Jubiläums: indem sie dort andächtig an der heiligen Messe teilnehmen (wenn die liturgischen Normen dies zulassen, kann zunächst die dem Jubiläum entsprechende Messe oder die Votivmesse gelesen werden) zur Versöhnung, zur Vergebung der Sünden, zur Bitte um die Tugend der Nächstenliebe und um die Eintracht unter den Völkern); bei einer rituellen Messe zur Spendung der Sakramente der christlichen Initiation oder der Krankensalbung; bei der Feier des Wortes Gottes; beim Stundengebet (Lesungen, Laudes, Vesper); beim Kreuzweg; beim marianischen Rosenkranz; beim Akathistos-Hymnus; bei einer Bußfeier, die mit den Einzelbeichten der Pönitenten endet, wie es im Bußritus (Form II) festgelegt ist;

in Rom: in mindestens einer der vier großen päpstlichen Basiliken St. Peter im Vatikan, Heiligster Erlöser im Lateran, St. Maria Maggiore, St. Paul vor den Mauern;

im Heiligen Land: zu mindestens einer der drei Basiliken: des Heiligen Grabes in Jerusalem, der Geburtskirche in Bethlehem, der Verkündigungskirche in Nazareth;

in anderen kirchlichen Bezirken: in der Kathedralkirche oder in anderen vom Ordinarius des Ortes bestimmten Kirchen und heiligen Stätten. Die Bischöfe sollen die Bedürfnisse der Gläubigen berücksichtigen und darauf achten, dass der Sinn der Wallfahrt mit ihrer ganzen symbolischen Kraft, die das dringende Bedürfnis nach Umkehr und Versöhnung zum Ausdruck bringen kann, erhalten bleibt;

II.- Bei frommen Besuchen heiliger Stätten

Ebenso können die Gläubigen einen Jubiläumsablass erlangen, wenn sie einzeln oder als Gruppe andächtig eine beliebige Stätte des Jubiläums besuchen und dort während einer angemessenen Zeitspanne in eucharistischer Anbetung und Meditation verweilen und mit dem Vaterunser schließen, dem Glaubensbekenntnis in jeder rechtmäßigen Form und der Anrufung Marias, der Mutter Gottes, abschließen, damit alle in diesem Heiligen Jahr „die Nähe der liebevollsten aller Mütter erfahren können, die ihre Kinder niemals verlässt“ (Spes non confundit, 24).

Anlässlich des Jubiläumsjahres können neben den oben genannten bedeutenden Wallfahrtsorten auch diese anderen heiligen Stätten zu den gleichen Bedingungen besucht werden:

in Rom: die Basilika Santa Croce in Gerusalemme, die Basilika San Lorenzo al Verano, die Basilika San Sebastiano (der andächtige Besuch „der sieben Kirchen“, die dem heiligen Philipp Neri so sehr am Herzen liegen, ist sehr zu empfehlen), das Heiligtum der göttlichen Liebe, die Kirche Santo Spirito in Sassia, die Kirche San Paolo alle Tre Fontane, der Ort des Martyriums des Apostels, die christlichen Katakomben; die Kirchen der Jubiläumswege, die dem Iter Europaeum gewidmet sind, und die Kirchen, die den Schutzpatroninnen Europas und den Kirchenlehrern gewidmet sind (Basilica di Santa Maria sopra Minerva, Santa Brigida a Campo de' Fiori, Chiesa Santa Maria della Vittoria, Chiesa di Trinità dei Monti, Basilica di Santa Cecilia a Trastevere, Basilica di Sant'Agostino in Campo Marzio);

andere Orte in der Welt: die beiden kleinen päpstlichen Basiliken von Assisi, St. Franziskus und St. Maria von den Engeln; die päpstlichen Basiliken von Unserer Lieben Frau von Loreto, Unserer Lieben Frau von Pompeji, St. Antonius von Padua; Antonius von Padua; jede kleinere Basilika, jede Kathedralkirche, jede Mitkathedralkirche, jedes Marienheiligtum sowie zum Nutzen der Gläubigen jede bedeutende Stiftskirche oder jedes Heiligtum, die von jedem Diözesan- oder Eparchialbischof bestimmt werden, sowie die nationalen oder internationalen Heiligtümer, „heilige Orte der Gastfreundschaft und besondere Orte der Hoffnung“ (Spes non confundit, 24), die von den Bischofskonferenzen angegeben werden.

Die wirklich reuigen Gläubigen, die aus schwerwiegenden Gründen nicht in der Lage sind, an feierlichen Veranstaltungen, Wallfahrten und frommen Besuchen teilzunehmen (wie vor allem alle Nonnen und Mönche in Klausur, alte Menschen, Kranke, Gefangene sowie diejenigen, die in Krankenhäusern oder anderen Pflegeeinrichtungen einen ständigen Dienst an den Kranken leisten) erhalten den Jubiläumsablass unter den gleichen Bedingungen, wenn sie im Geiste vereint mit den anwesenden Gläubigen, insbesondere zu den Zeiten, in denen die Worte des Papstes oder der Diözesanbischöfe über die Medien verbreitet werden, in ihren eigenen Häusern oder dort, wo die Beeinträchtigungen sie daran hindern (z.B. in der Kapelle des Klosters, des Krankenhauses, des Pflegeheims, des Gefängnisses...) das Vaterunser, das Glaubensbekenntnis in jeder rechtmäßigen Form und andere Gebete, die den Zielen des Heiligen Jahres entsprechen, und ihre Leiden oder die Nöte ihres Lebens vor Gott zu tragen;

III.- Werke der Barmherzigkeit und der Buße

Darüber hinaus können die Gläubigen einen Jubiläumsablass erhalten, wenn sie in frommer Gesinnung an Volksmissionen, Exerzitien oder Fortbildungsveranstaltungen über die Texte des Zweiten Vatikanischen Konzils und den Katechismus der Katholischen Kirche teilnehmen, die nach dem Willen des Heiligen Vaters in einer Kirche oder an einem anderen geeigneten Ort stattfinden sollen.

Ungeachtet der Norm, dass nur ein vollkommener Ablass pro Tag gewährt werden kann (vgl. Enchiridion Indulgentiarum, IV. ed, Norm 18, § 1), können die Gläubigen, die den Akt der Nächstenliebe zugunsten der Seelen im Fegefeuer vollbracht haben, wenn sie sich rechtmäßig ein zweites Mal am selben Tag dem Sakrament der Kommunion nähern, den vollkommenen Ablass zweimal am selben Tag erlangen, der nur für die Verstorbenen gilt (Dies ist im Rahmen einer Eucharistiefeier vorgesehen; vgl. can. 917 und Päpstliche Kommission für die authentische Auslegung des CIC, Responsa ad dubia, 1, 11 iul. 1984). Durch diese doppelte Opfergabe wird eine lobenswerte Übung übernatürlicher Nächstenliebe vollzogen, durch die die Gläubigen, die noch auf der Erde leben, zusammen mit denen, die ihren Weg bereits vollendet haben, im mystischen Leib Christi vereint sind, denn „Jubiläumsablass kraft des Gebets in besonderer Weise für diejenigen bestimmt, die uns vorausgegangen sind, damit ihnen die volle Barmherzigkeit zuteil wird“ (Spes non confundit, 22).

Aber in besonderer Weise werden wir gerade „im Heiligen Jahr […] aufgerufen, zu greifbaren Zeichen der Hoffnung für viele Brüder und Schwestern zu werden, die unter schwierigen Bedingungen leben“ (Spes non confundit, 10): Der Ablass ist daher auch an Werke der Barmherzigkeit und der Buße gebunden, mit denen man Zeugnis von der vollzogenen Umkehr ablegt. Die Gläubigen sollen nach dem Beispiel und Auftrag Christi ermutigt werden, häufiger Werke der Nächstenliebe oder der Barmherzigkeit zu verrichten, vor allem im Dienst an den Brüdern und Schwestern, die durch verschiedene Nöte belastet sind. Insbesondere sollen sie „die leiblichen Werke der Barmherzigkeit wiederentdecken: die Hungrigen speisen, den Durstigen zu trinken geben, die Nackten bekleiden, die Fremden aufnehmen, die Kranken pflegen, die Gefangenen besuchen, die Toten begraben“ (Misericordiae vultus, 15), und sie sollen auch „die geistlichen Werke der Barmherzigkeit wiederentdecken: den Zweifelnden recht raten, die Unwissenden lehren, die Sünder zurechtweisen, die Betrübten trösten, Beleidigungen verzeihen, die Lästigen geduldig ertragen und für die Lebenden und Verstorbenen zu Gott beten“ (ebd. ).

Ebenso können die Gläubigen den Jubiläumsablass erlangen, wenn sie ihre Brüder und Schwestern in Not oder Schwierigkeiten (Kranke, Gefangene, alte Menschen in Einsamkeit, Behinderte...) über einen angemessenen Zeitraum besuchen, so als ob sie zu Christus pilgern würden, der in ihnen gegenwärtig ist (vgl. Mt 25,34-36), und wenn sie die üblichen geistlichen, sakramentalen und betenden Bedingungen erfüllen. Die Gläubigen werden zweifellos in der Lage sein, diese Besuche im Laufe des Heiligen Jahres zu wiederholen und bei jedem dieser Besuche einen vollkommenen Ablass zu erlangen, und zwar sogar auf täglicher Basis.

Der Jubiläumsablass kann auch durch Initiativen erreicht werden, die den Geist der Buße, der die Seele des Jubiläums ist, konkret und großzügig umsetzen, indem sie insbesondere den bußfertigen Wert des Freitags wiederentdecken: indem man im Geiste der Buße mindestens einen Tag lang auf sinnlose Ablenkungen (reale, aber auch virtuelle, die z.B. durch die Medien und die sozialen Netzwerke hervorgerufen werden) und auf überflüssigen Konsum verzichtet (z.B. durch Fasten oder Enthaltsamkeit gemäß den allgemeinen Normen der Kirche und den Vorgaben der Bischöfe), sowie durch eine anteilige Geldspende an die Armen durch die Unterstützung von Werken religiösen oder sozialen Charakters, insbesondere zugunsten der Verteidigung und des Schutzes des Lebens in jeder Phase und des Lebens selbst, der verlassenen Kinder, der Jugendlichen in Schwierigkeiten, der alten Menschen in Not oder allein, der Migranten aus verschiedenen Ländern, „die ihr Land auf der Suche nach einem besseren Leben für sich und ihre Familien verlassen“ (Spes non confundit, 13); durch die Widmung eines angemessenen Teils der Freizeit für freiwillige Tätigkeiten, die für die Gemeinschaft von Interesse sind, oder für andere ähnliche Formen des persönlichen Engagements.

Alle Diözesan- oder Eparchialbischöfe und diejenigen, die ihnen rechtlich gleichgestellt sind, können am günstigsten Tag dieser Jubiläumszeit anlässlich der Hauptfeier in der Kathedrale und in den einzelnen Jubiläumskirchen den Päpstlichen Segen mit angeschlossenem vollkommenen Ablass erteilen, der von allen Gläubigen, die diesen Segen unter den üblichen Bedingungen empfangen, erlangt werden kann.

Um den Zugang zum Bußsakrament und die Erlangung der göttlichen Vergebung durch die kirchliche Vollmacht pastoral zu erleichtern, werden die Ortsordinarien gebeten, den Kanonikern und Priestern, die in den für das Heilige Jahr bestimmten Kathedralen und Kirchen die Beichte der Gläubigen hören können, die auf das interne Forum beschränkten Befugnisse zu erteilen, wie sie für die Gläubigen der Ostkirchen in can. 728, § 2 des CCEO, und im Falle eines eventuellen Vorbehalts die des can. 727, mit Ausnahme der in can. 728, § 1 genannten Fälle; für die Gläubigen der lateinischen Kirche hingegen die in can. 508, § 1 des CIC genannten Fakultäten.

In dieser Hinsicht ermahnt die Pönitentiarie alle Priester, mit großzügiger Verfügbarkeit und Selbsthingabe den Gläubigen die größtmögliche Gelegenheit zu bieten, die Mittel des Heils in Anspruch zu nehmen, indem sie in Absprache mit den Pfarrern oder den Rektoren der Nachbarkirchen Zeitfenster für die Beichte festlegen und veröffentlichen, sich selbst im Beichtstuhl zur Verfügung stellen, feste und häufige Bußfeiern ansetzen und auch Priestern, die aus Altersgründen keine festgelegten pastoralen Verpflichtungen haben, die größtmögliche Verfügbarkeit bieten. Im Einklang mit dem Motu Proprio Misericordia Dei sollen sie auch an die pastorale Zweckmäßigkeit denken, die Beichte auch während der Feier der Heiligen Messe zu hören.

Um den Beichtvätern ihre Aufgabe zu erleichtern, sieht die Apostolische Pönitentiarie im Auftrag des Heiligen Vaters vor, dass die Priester, die die Jubiläumswallfahrten außerhalb ihrer eigenen Diözesen begleiten oder sich ihnen anschließen, von denselben Befugnissen Gebrauch machen können, die ihnen in ihren eigenen Diözesen von der rechtmäßigen Autorität zuerkannt worden sind. Diese Apostolische Pönitentiarie wird dann den Pönitentiarien der römischen päpstlichen Basiliken, den kanonischen Pönitentiarien oder den diözesanen Pönitentiarien, die in den einzelnen kirchlichen Bezirken eingerichtet sind, besondere Befugnisse übertragen.

Die Beichtväter werden, nachdem sie die Gläubigen liebevoll über die Schwere der Sünden belehrt haben, die mit einem Vorbehalt oder einem Tadel belegt sind, mit pastoraler Liebe geeignete sakramentale Bußmaßnahmen festlegen, um sie so weit wie möglich zu einer stabilen Reue zu führen und sie je nach der Art des Falles zur Wiedergutmachung aufzufordern.

Schließlich bittet die Pönitentiarie die Bischöfe nachdrücklich, als Träger des dreifachen munus der Lehre, der Leitung und der Heiligung dafür Sorge zu tragen, die hier vorgeschlagenen Bestimmungen und Grundsätze für die Heiligung der Gläubigen unter besonderer Berücksichtigung der örtlichen, kulturellen und traditionellen Gegebenheiten zu erläutern. Eine Katechese, die den soziokulturellen Besonderheiten eines jeden Volkes angepasst ist, wird in der Lage sein, das Evangelium und die Gesamtheit der christlichen Botschaft wirksam zu vermitteln und das Verlangen nach diesem einzigartigen Geschenk, das durch die Vermittlung der Kirche erlangt wurde, tiefer in den Herzen zu verwurzeln.

Dieses Dekret gilt für das gesamte Ordentliche Jubiläum 2025, ungeachtet jeder anderslautenden Bestimmung.

Gegeben zu Rom, vom Sitz der Apostolischen Pönitentiarie, am 13. Mai 2024, dem Gedenktag der seligen Jungfrau Maria von Fatima.

Angelo Card. De Donatis
Großpönitentiar

S.E. Msgr. Krzysztof Nykiel
Regent

[00808-DE.01] [Originalsprache: Italienisch]

Traduzione in lingua spagnola

SOBRE LA CONCESIÓN DE LA INDULGENCIA

DURANTE EL JUBILEO ORDINARIO DEL AÑO 2025

CONVOCADO POR SU SANTIDAD EL PAPA FRANCISCO

“Ahora ha llegado el momento de un nuevo Jubileo, para abrir de par en par la Puerta Santa una vez más y ofrecer la experiencia viva del amor de Dios” (Spes non confundit, 6). En la bula de convocación del Jubileo Ordinario del 2025, el Santo Padre, en el momento histórico actual en el que “la humanidad, desmemoriada de los dramas del pasado, está sometida a una prueba nueva y difícil cuando ve a muchas poblaciones oprimidas por la brutalidad de la violencia” (Spes non confundit, 8), llama a todos los cristianos a hacerse peregrinos de esperanza. Esta es una virtud que hay que redescubrir en los signos de los tiempos, los cuales, encerrando “el anhelo del corazón humano, necesitado de la presencia salvífica de Dios, requieren ser transformados en signos de esperanza” (Spes non confundit, 7), que deberá provenir sobretodo de la gracia de Dios y de la plenitud de su misericordia.

Ya en la bula de convocación del Jubileo Extraordinario de la Misericordia del 2015, el Papa Francisco subrayó cuánto adquiría la Indulgencia en ese contexto “una relevancia particular” (Misericordiae Vultus, 22), pues la misericordia de Dios “se transforma en indulgencia del Padre que a través de la Esposa de Cristo alcanza al pecador perdonado y lo libera de todo residuo, consecuencia del pecado” (ibid.). Análogamente hoy el Santo Padre declara que el don de la Indulgencia “permite descubrir cuán ilimitada es la misericordia de Dios. No sin razón en la antigüedad el término «misericordia» era intercambiable con el de «indulgencia», precisamente porque pretende expresar la plenitud del perdón de Dios que no conoce límites” (Spes non confundit, 23). La Indulgencia es entonces, una gracia jubilar.

Por este motivo, también con ocasión del Jubileo Ordinario del 2025, por voluntad del Sumo Pontífice, este “Tribunal de Misericordia”, a quien corresponde disponer todo lo que concierne a la concesión y al uso de la Indulgencia, pretende motivar los ánimos de los fieles para desear y alimentar el pío deseo de obtener la Indulgencia como don de gracia, propio y peculiar de cada Año Santo y establece las siguientes prescripciones, para que los fieles puedan usufructuar de las “disposiciones para poder obtener y hacer efectiva la práctica de la indulgencia jubilar” (Spes non confundit, 23).

Durante el Jubileo Ordinario del 2025 permanece en vigor cualquier otra concesión de Indulgencia. Todos los fieles verdaderamente arrepentidos, excluyendo todo afecto al pecado (cfr. Enchiridion Indulgentiarum, IV ed., norm. 20, § 1) y movidos por espíritu de caridad y que, en el curso del Año Santo, purificados a través del sacramento de la penitencia y alimentados por la Santa Comunión, oren por las intenciones del Sumo Pontífice, podrán conseguir del tesoro de la Iglesia, plenísima Indulgencia, remisión y perdón de sus pecados, pudiéndose aplicar a las almas del Purgatorio en forma de sufragio:

I.- En las sagradas peregrinaciones

Los fieles, peregrinos de esperanza, podrán conseguir la Indulgencia Jubilar concedida por el Santo Padre si emprenderán una pía peregrinación:

hacia cualquier lugar sagrado jubilar: participando devotamente en la Santa Misa (siempre que lo permitan las normas litúrgicas se podrá utilizar especialmente la Misa propia por el Jubileo o bien, la Misa votiva: para la reconciliación, por el perdón de los pecados, para pedir la caridad y para fomentar la concordia); en una Misa ritual para conferir los sacramentos de iniciación cristiana o la Unción de los enfermos; en la celebración de la Palabra de Dios; en la Liturgia de las Horas (oficio de lecturas, laudes, vísperas); en el Via Crucis; en el Rosario mariano; en el himno del Akathistos; en una celebración penitencial, que concluya con las confesión individual de los penitentes, como está establecido en el rito de la Penitencia (forma II);

en Roma: en al menos una de las cuatro Basílicas Papales Mayores: de San Pedro en el Vaticano, del Santísimo Salvador en el Laterano, de Santa María la Mayor, de San Pablo Extramuros;

en Tierra Santa: en al menos una de las tres Basílicas: del Santo Sepulcro en Jerusalén, de la Natividad en Belén, de la Anunciación en Nazaret;

en otras circunscripciones eclesiásticas: en la iglesia catedral u otras iglesias y lugares sagrados designados por el Ordinario del lugar. Los Obispos tendrán en cuenta las necesidades de los fieles, así como la oportunidad misma para mantener intacto el significado de la peregrinación con toda su fuerza simbólica, capaz de manifestar la necesidad apremiante de conversión y de reconciliación;

II.- En las pías visitas a los lugares sagrados

También, los fieles podrán conseguir la Indulgencia jubilar si, individualmente o en grupo, visitarán devotamente cualquier lugar jubilar y ahí, durante un período de tiempo adecuado, realizarán adoración eucarística y meditación, concluyendo con el Padre Nuestro, la Profesión de Fe en cualquier forma legítima e invocaciones a María, Madre de Dios, para que en este Año Santo todos “puedan experimentar la cercanía de la más afectuosa de las madres que nunca abandona a sus hijos” (Spes non confundit, 24).

Con la especial ocasión del Año jubilar, se podrán visitar también, además de los insignes lugares de peregrinación anteriormente dichos, estos otros lugares sagrados con las mismas condiciones:

en Roma: la Basílica de la Santa Cruz en Jerusalén, la Basílica de San Lorenzo al Verano, la Basílica de San Sebastián (se recomienda vivamente la devota visita llamada “de las siete Iglesias”, tan querida por San Felipe Neri), el Santuario del Divino Amor, la Iglesia de Santo Spirito in Sassia, la Iglesia de San Pablo alle Tre Fontane, lugar del Martirio del Apóstol, las Catacumbas cristianas; las iglesias de los caminos jubilares dedicadas respectivamente al Iter Europaeum y las iglesias dedicadas a las Mujeres Patronas de Europa y Doctoras de la Iglesia (Basílica de Santa María sopra Minerva, Iglesia de Santa Brígida en Campo de’ Fiori, Iglesia de Santa María della Vittoria, Iglesia de Trinità dei Monti, Basílica de Santa Cecilia en Trastevere, Basílica de San Agustín en Campo Marzio);

en otros lugares del mundo: las dos Basílicas Papales menores de Asís: de San Francisco y de Santa María de los Ángeles; las Basílicas Pontificias de la Virgen de Loreto, de la Virgen de Pompeya, de San Antonio de Padua; cualquier Basílica menor, iglesia catedral, iglesia concatedral, santuario mariano, así como, para utilidad de los fieles, cualquier insigne iglesia colegiada o santuario designado por cada Obispo diocesano o eparquial, como también santuarios nacionales o internacionales, “lugares santos de acogida y espacios privilegiados para generar esperanza” (Spes non confundit, 24), indicados por las Conferencias Episcopales.

Los fieles verdaderamente arrepentidos que no podrán participar en las solemnes celebraciones, en las peregrinaciones y en las pías visitas por graves motivos (especialmente todas las monjas y los monjes de clausura, los ancianos, los enfermos, los reclusos, como también aquellos que, en hospitales o en otros lugares de cuidados, prestan servicio continuo a los enfermos), conseguirán la Indulgencia jubilar, con las mismas condiciones si, unidos en espíritu a los fieles en presencia, particularmente en los momentos en los cuales las palabras del Sumo Pontífice o de los Obispos diocesanos sean trasmitidas a través de los medios de comunicación, recitarán en la propia casa o ahí donde el impedimento les permita (p. ej. en la capilla del monasterio, del hospital, de la casa de cuidados, de la cárcel…) el Padre Nuestro, la Profesión de Fe en cualquier forma legítima y otras oraciones conforme a las finalidades del Año Santo, ofreciendo sus sufrimientos o dificultades de la propia vida;

III.- En las obras de misericordia y de penitencia

Además, los fieles podrán conseguir la Indulgencia jubilar si, con ánimo devoto, participarán en las Misiones populares, en ejercicios espirituales u otros encuentros de formación sobre los textos del Concilio Vaticano II y del Catecismo de la Iglesia Católica, que se realicen en una iglesia u otro lugar adecuado, según la intención del Santo Padre.

No obstante la norma según la cual se puede conseguir solo una Indulgencia plenaria al día (cfr. Enchiridion Indulgentiarum, IV ed., norm. 18, § 1), los fieles que habrán emitido el acto de caridad en favor de las almas del Purgatorio, si se acercan legítimamente al sacramento de la Comunión una segunda vez en el mismo día, podrán conseguir dos veces en el mismo día la Indulgencia plenaria, aplicable solo a los difuntos (se entiende al interno de una celebración Eucarística; cfr. can 917 y Pontificia Comisión para la interpretación auténtica del CIC, Responsa ad dubia, 1, 11 jul. 1984). A través de esta doble oblación, se realiza un laudable ejercicio de caridad sobrenatural, por el vínculo mediante el cual están unidos en el Cuerpo místico de Cristo los fieles que aun peregrinan en la tierra, junto con aquellos que ya han terminado su camino, pues “la indulgencia jubilar, en virtud de la oración, está destinada en particular a los que nos han precedido, para que obtengan plena misericordia” (Spes non confundit, 22).

Pero, de manera más peculiar, precisamente “en el Año jubilar estamos llamados a ser signos tangibles de esperanza para tantos hermanos y hermanas que viven en condiciones de penuria” (Spes non confundit, 10): por lo tanto, la Indulgencia está unida también a las obras de misericordia y de penitencia, con las cuales se testimonia la conversión emprendida. Los fieles, siguiendo el ejemplo y el mandato de Cristo, sean estimulados a realizar más frecuentemente obras de caridad o misericordia, principalmente al servicio de aquellos hermanos que se encuentran agobiados por diversas necesidades. Redescubran más precisamente “las obras de misericordia corporales: dar de comer al hambriento, dar de beber al sediento, vestir al desnudo, acoger al forastero, asistir los enfermos, visitar a los presos, enterrar a los muertos” (Misericordiae vultus, 15) y redescubran asimismo “las obras de misericordia espirituales: dar consejo al que lo necesita, enseñar al que no sabe, corregir al que yerra, consolar al triste, perdonar las ofensas, soportar con paciencia las personas molestas, rogar a Dios por los vivos y por los difuntos” (ibid.).

Del mismo modo, los fieles podrán conseguir la Indulgencia jubilar si se dirigirán a visitar por un tiempo adecuado a los hermanos que se encuentran en necesidad o en dificultad (enfermos, encarcelados, ancianos en soledad, personas con capacidades diferentes…), como realizando una peregrinación hacia Cristo presente en ellos (cfr. Mt 25, 34-36) y siguiendo las habituales condiciones espirituales, sacramentales y de oración. Los fieles, sin duda, podrán repetir tales visitas en el curso del Año Santo, obteniendo en cada una de ellas la Indulgencia plenaria, incluso cotidianamente.

La Indulgencia plenaria jubilar podrá ser conseguida también mediante iniciativas que ayuden en modo concreto y generoso al espíritu penitencial que es como el alma del Jubileo, redescubriendo en particular el valor penitencial del viernes: absteniéndose, en espíritu de penitencia, al menos durante un día de distracciones banales (reales y también virtuales, inducidas, por ejemplo, por los medios de comunicación y por las redes sociales) y de consumos superfluos (por ejemplo ayunando o practicando la abstinencia según las normas generales de la Iglesia y las especificaciones de los Obispos), así como otorgando una proporcionada suma de dinero a los pobres; sosteniendo obras de carácter religioso o social, especialmente en favor de la defensa y protección de la vida en cada etapa y de la calidad de la misma, de la infancia abandonada, de la juventud en dificultad, de los ancianos necesitados o solos, de los migrantes de diversos Países “que abandonan su tierra en busca de una vida mejor para ellos y sus familias” (Spes non confundit, 13); dedicando una adecuada parte del propio tiempo libre a actividades de voluntariado, que sean de interés para la comunidad u otras formas similares de compromiso personal.

Todos los Obispos diocesanos o eparquiales y aquellos que en el derecho son equiparables a ellos, en el día más oportuno de este tiempo jubilar, en ocasión de la principal celebración en la catedral y en cada una de las iglesias jubilares, podrán impartir la Bendición Papal con anexa Indulgencia plenaria, conseguible por todos los fieles que reciban tal Bendición con las habituales condiciones.

Para que sea pastoralmente facilitado el acceso al sacramento de la Penitencia y conseguir el perdón divino a través del poder de las Llaves, los Ordinarios locales están invitados a conceder a los canónigos y a los sacerdotes, que en las Catedrales y en las Iglesias designadas para el Año Santo podrán escuchar las confesiones de los fieles, las facultades limitadamente al foro interno, de las cuales, para los fieles de las Iglesias orientales, en el can. 728, § 2 del CCEO, y en el caso de una eventual reserva, aquellas para el can. 727, excluyendo, como es evidente, los casos considerados en el can. 728, § 1; mientras que, para los fieles de la Iglesia latina, las facultades referidas en el can. 508, § 1 del CIC.

En este sentido, esta Penitenciaría exhorta a todos los sacerdotes a ofrecer con generosa disponibilidad y dedicación de sí, la más amplia posibilidad a los fieles de aprovechar los medios de la salvación, asumiendo y publicando horarios para las confesiones, en acuerdo con los párrocos o rectores de las iglesias vecinas, encontrándose en el confesionario, programando celebraciones penitenciales con fechas fijas y frecuentes, ofreciendo también la más amplia disponibilidad de sacerdotes que, por alcanzar el límite de edad, no tienen encargos pastorales definidos. Además, según las posibilidades se recuerde, en conformidad con el Motu proprio Misericordia Dei, la oportunidad pastoral de escuchar las Confesiones también durante la celebración de la Santa Misa.

Para agilizar la tarea de los confesores, la Penitenciaría Apostólica, por mandato del Santo Padre, dispone que los sacerdotes que acompañarán o se unirán a peregrinaciones jubilares fuera de la propia Diócesis, puedan valerse de las mismas facultades de las cuales fueron provistos en la propia Diócesis por la legítima autoridad. Especiales facultades serán después conferidas por esta Penitenciaría Apostólica a los penitenciarios de las basílicas papales romanas, a los canónigos penitenciarios o a los penitenciarios diocesanos instituidos en cada circunscripción eclesiástica.

Los confesores, después de haber instruido a los fieles sobre la gravedad de los pecados a los cuales viene anexa una reserva o una censura, determinarán, con caridad pastoral, apropiadas penitencias sacramentales, tales que les conduzcan lo más posible a un arrepentimiento estable y, según la naturaleza de los casos, invitarán a la reparación de eventuales escándalos y daños.

Finalmente, la Penitenciaría invita vivamente a los Obispos, en cuanto detentores del triple munus de enseñar, de guiar y de santificar, a cuidar la exposición clara de las disposiciones y principios aquí propuestos para la santificación de los fieles, teniendo en cuenta de modo especial las circunstancias del lugar, de la cultura y de las tradiciones. Una catequesis adecuada a las características socio-culturales de cada pueblo, podrá proponer de manera eficaz el Evangelio y la totalidad del mensaje cristiano, radicando más profundamente en los corazones el deseo de este don único, obtenido en virtud de la mediación de la Iglesia.

El presente Decreto tiene validez durante todo el Jubileo Ordinario del 2025, independientemente de cualquier disposición en contrario.

Dado en Roma, en la sede de la Penitenciaría Apostólica, el 13 de mayo de 2024, Memoria de la Beata Virgen María de Fátima.

Angelo Card. De Donatis

Penitenciario Mayor

S.E. Mons. Krzysztof Nykiel

Regente

[00808-ES.01] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua portoghese

SOBRE A CONCESSÃO DA INDULGÊNCIA

DURANTE O JUBILEU ORDINÁRIO DO ANO 2025

PROCLAMADO POR SUA SANTIDADE O PAPA FRANCISCO

“Agora chegou o momento dum novo Jubileu, em que se abre novamente de par em par a Porta Santa para oferecer a experiência viva do amor de Deus” (Spes non confundit, 6). Na bula de proclamação do Jubileu Ordinário de 2025, o Santo Padre, no momento histórico atual em que, “esquecida dos dramas do passado, a humanidade encontra-se de novo submetida a uma difícil prova que vê muitas populações oprimidas pela brutalidade da violência” (Spes non confundit, 8), convida todos os cristãos a tornarem-se peregrinos de esperança. Esta é uma virtude a redescobrir nos sinais dos tempos, os quais, contendo “o anélito do coração humano, carecido da presença salvífica de Deus, pedem para ser transformados em sinais de esperança” (Spes non confundit, 7), que deverá ser obtida sobretudo na graça de Deus e na plenitude da Sua misericórdia.

Já na bula de proclamação do Jubileu Extraordinário da Misericórdia de 2015, o Papa Francisco sublinhava o quanto a Indulgência adquiria, naquele contexto, “uma relevância particular” (Misericordiae vultus, 22), uma vez que a misericórdia de Deus “torna-se indulgência do Pai que, através da Esposa de Cristo, alcança o pecador perdoado e liberta-o de qualquer resíduo das consequências do pecado” (ibid.). Do mesmo modo, hoje, o Santo Padre declara que o dom da Indulgência “permite-nos descobrir como é ilimitada a misericórdia de Deus. Não é por acaso que, na antiguidade, o termo «misericórdia» era cambiável com o de «indulgência», precisamente porque pretende exprimir a plenitude do perdão de Deus que não conhece limites” (Spes non confundit, 23). A Indulgência é, pois, uma graça jubilar.

Também por ocasião do Jubileu Ordinário de 2025, portanto, por vontade do Sumo Pontífice, este “Tribunal de Misericórdia”, ao qual compete dispor tudo o que diz respeito à concessão e ao uso das Indulgências, pretende estimular os ânimos dos fiéis a desejar e alimentar o piedoso desejo de obter a Indulgência como dom de graça, próprio e peculiar de cada Ano Santo, e estabelece as seguintes prescrições, para que os fiéis possam usufruir das “disposições necessárias para poder obter e tornar efetiva a prática da Indulgência Jubilar” (Spes non confundit, 23).

Durante o Jubileu Ordinário de 2025, permanecem em vigor todas as outras concessões de Indulgência. Todos os fiéis verdadeiramente arrependidos, excluindo qualquer apego ao pecado (cf. Enchiridion Indulgentiarum, IV ed., norm. 20, § 1) e movidos por um espírito de caridade, e que, no decurso do Ano Santo, purificados pelo sacramento da penitência e revigorados pela Sagrada Comunhão, rezem segundo as intenções do Sumo Pontífice, poderão obter do tesouro da Igreja pleníssima Indulgência, remissão e perdão dos seus pecados, que se pode aplicar às almas do Purgatório sob a forma de sufrágio:

I.- Nas sagradas peregrinações

Os fiéis, peregrinos de esperança, poderão obter a Indulgência Jubilar concedida pelo Santo Padre se empreenderem uma piedosa peregrinação:

a qualquer lugar sagrado do Jubileu: aí participando devotamente na Santa Missa (sempre que as normas litúrgicas o permitam, poderá recorrer-se especialmente à Missa própria para o Jubileu ou à Missa votiva: Pela reconciliação, Pelo perdão dos pecados, Para pedir a virtude da caridade e Para promover a concórdia); numa Missa ritual para conferir os sacramentos da iniciação cristã ou a Unção dos Enfermos; na celebração da Palavra de Deus; na Liturgia das Horas (Ofício de Leituras, Laudes, Vésperas); na Via-Sacra; no Rosário Mariano; no hino Akathistos; numa celebração penitencial, que termine com as confissões individuais dos penitentes, como está estabelecido no Rito da Penitência (forma II);

em Roma: a pelo menos uma das quatro Basílicas Papais Maiores: São Pedro no Vaticano, Santíssimo Salvador em Laterão, Santa Maria Maior, São Paulo fora de Muros;

na Terra Santa: a pelo menos uma das três basílicas: do Santo Sepulcro em Jerusalém, da Natividade em Belém, da Anunciação em Nazaré;

noutras circunscrições eclesiásticas: à igreja catedral ou a outras igrejas e lugares santos designados pelo Ordinário do lugar. Os Bispos terão em conta as necessidades dos fiéis, assim como a própria oportunidade de manter intacto o significado da peregrinação com toda a sua força simbólica, capaz de manifestar a necessidade ardente de conversão e reconciliação;

II.- Nas piedosas visitas aos lugares sagrados

Ademais, os fiéis poderão obter a Indulgência jubilar se, individualmente ou em grupo, visitarem devotamente qualquer lugar jubilar e aí dedicarem um côngruo período de tempo à adoração eucarística e à meditação, concluindo com o Pai-Nosso, a Profissão de Fé em qualquer forma legítima e invocações a Maria, Mãe de Deus, para que, neste Ano Santo, todos possam “experimentar a proximidade da mais afetuosa das mães, que nunca abandona os seus filhos” (Spes non confundit, 24).

Na particular ocasião do Ano Jubilar, poderão visitar-se, para além dos supramencionados insignes lugares de peregrinação, estes outros lugares sagrados nas mesmas condições:

em Roma: a Basílica de Santa Cruz em Jerusalém, a Basílica de São Lourenço fora de Muros, a Basílica de São Sebastião (recomenda-se vivamente a devota visita conhecida como “das sete Igrejas”, tão cara a São Filipe Neri), o Santuário do Divino Amor, a Igreja do Espírito Santo em Sassia, a Igreja de São Paulo “alle Tre Fontane”, o lugar do Martírio do Apóstolo, as Catacumbas cristãs; as igrejas dos caminhos jubilares dedicadas ao Iter Europaeum e as igrejas dedicadas às Mulheres Padroeiras da Europa e Doutoras da Igreja (Basílica de Santa Maria sobre Minerva, Santa Brígida em Campo de' Fiori, Igreja Santa Maria da Vitória, Igreja de “Trinità dei Monti”, Basílica de Santa Cecília em Trastevere, Basílica de Santo Agostinho em Campo Marzio);

noutros lugares do mundo: as duas Basílicas Papais menores de Assis, de São Francisco e de Santa Maria dos Anjos; as Basílicas Pontifícias de Nossa Senhora de Loreto, de Nossa Senhora de Pompeia, de Santo António de Pádua; qualquer Basílica menor, igreja catedral, igreja concatedral, santuário mariano, assim como, para o benefício dos fiéis, qualquer insigne igreja colegiada ou santuário designado por cada Bispo diocesano ou eparquial, bem como santuários nacionais ou internacionais, “lugares sagrados de acolhimento e espaços privilegiados para gerar esperança” (Spes non confundit, 24), indicados pelas Conferências Episcopais.

Os fiéis verdadeiramente arrependidos que não puderem participar nas celebrações solenes, nas peregrinações e nas piedosas visitas por motivos graves (como, primeiramente, todas as monjas e monges de clausura, os idosos, os doentes, os reclusos, assim como quantos, nos hospitais ou noutros lugares de assistência, prestam um serviço continuado aos doentes), receberão a Indulgência jubilar nas mesmas condições se, unidos em espírito aos fiéis presentes, sobretudo nos momentos em que as palavras do Sumo Pontífice ou dos Bispos diocesanos forem transmitidas através dos meios de comunicação, recitarem nas suas casas ou nos lugares onde o impedimento os reter (por exemplo, na capela do mosteiro, do hospital, do centro de assistência, da prisão...) o Pai-Nosso, a Profissão de Fé em qualquer forma legítima e outras orações em conformidade com as finalidades do Ano Santo, oferecendo os seus sofrimentos ou as dificuldades da sua vida;

III.- Nas obras de misericórdia e de penitência

Além disso, os fiéis poderão obter a Indulgência jubilar se, com ânimo devoto, participarem em Missões populares, em exercícios espirituais ou em encontros de formação sobre os textos do Concílio Vaticano II e do Catecismo da Igreja Católica, que se realizem numa igreja ou noutro lugar adequado, segundo a intenção do Santo Padre.

Apesar da norma segundo a qual se pode obter uma só Indulgência plenária por dia (cf. Enchiridion Indulgentiarum, IV ed., norm. 18, § 1), os fiéis que terão praticado o ato de caridade a favor das almas do Purgatório, se se aproximarem legitimamente do sacramento da Comunhão uma segunda vez no mesmo dia, poderão obter duas vezes no mesmo dia a Indulgência plenária, aplicável apenas aos defuntos (entende-se no âmbito de uma celebração eucarística; cf. cân. 917 e Pontificia Commissione per l’interpretazione autentica del CIC, Responsa ad dubia, 1, 11 iul. 1984). Com esta dupla oblação, cumpre-se um louvável exercício de caridade sobrenatural, através daquele vínculo pelo qual estão unidos no Corpo místico de Cristo os fiéis que ainda peregrinam sobre a terra, juntamente com aqueles que já completaram o seu caminho, em virtude do facto de que “a Indulgência Jubilar, em virtude da oração, destina-se de modo particular a todos aqueles que nos precederam, para que obtenham plena misericórdia” (Spes non confundit, 22).

Mas, de modo particular, precisamente “no Ano Jubilar, seremos chamados a ser sinais palpáveis de esperança para muitos irmãos e irmãs que vivem em condições de dificuldade” (Spes non confundit, 10): a Indulgência está, portanto, ligada também às obras de misericórdia e de penitência, com as quais se testemunha a conversão empreendida. Os fiéis, seguindo o exemplo e o mandato de Cristo, sejam encorajados a praticar mais frequentemente obras de caridade ou misericórdia, principalmente ao serviço daqueles irmãos que se encontram oprimidos por diversas necessidades. Mais concretamente, redescubram “as obras de misericórdia corporal: dar de comer aos famintos, dar de beber aos sedentos, vestir os nus, acolher os peregrinos, dar assistência aos enfermos, visitar os presos, enterrar os mortos” (Misericordiae vultus, 15) e redescubram também “as obras de misericórdia espiritual: aconselhar os indecisos, ensinar os ignorantes, admoestar os pecadores, consolar os aflitos, perdoar as ofensas, suportar com paciência as pessoas molestas, rezar a Deus pelos vivos e defuntos” (ibid.).

Do mesmo modo, os fiéis poderão obter a Indulgência jubilar se se deslocarem para visitar por um côngruo período de tempo os irmãos que se encontrem em necessidade ou dificuldade (doentes, presos, idosos em solidão, pessoas com alguma deficiência...), quase fazendo uma peregrinação em direção a Cristo presente neles (cf. Mt 25, 34-36) e cumprindo as habituais condições espirituais, sacramentais e de oração. Os fiéis poderão, sem dúvida, repetir estas visitas no decurso do Ano Santo, adquirindo em cada uma delas a Indulgência plenária, mesmo quotidianamente.

A Indulgência plenária jubilar também poderá ser obtida mediante iniciativas que implementem de forma concreta e generosa o espírito penitencial, que é como que a alma do Jubileu, redescobrindo em particular o valor penitencial das sextas-feiras: abstendo-se, em espírito de penitência, durante pelo menos um dia, de distrações fúteis (reais mas também virtuais, induzidas, por exemplo, pelos meios de comunicação social e pelas redes sociais) e de consumos supérfluos (por exemplo, jejuando ou praticando a abstinência segundo as normas gerais da Igreja e as especificações dos Bispos), assim como devolvendo uma soma proporcional em dinheiro aos pobres; apoiando obras de caráter religioso ou social, especialmente em favor da defesa e da proteção da vida em todas as suas fases e da própria qualidade de vida, das crianças abandonadas, dos jovens em dificuldade, dos idosos necessitados ou sós, dos migrantes de vários Países “que deixam a sua terra à procura duma vida melhor para si próprios e suas famílias” (Spes non confundit, 13); dedicando uma parte proporcional do próprio tempo livre a atividades de voluntariado, que sejam de interesse para a comunidade, ou a outras formas semelhantes de empenho pessoal.

Todos os Bispos diocesanos ou eparquiais e aqueles que pelo direito lhes são equiparados, no dia mais oportuno deste tempo jubilar, por ocasião da celebração principal na catedral e nas igrejas jubilares individuais, poderão conceder a Bênção Papal com a Indulgência Plenária anexa, que pode ser obtida por todos os fiéis que receberem tal Bênção nas condições habituais.

Para que o acesso ao sacramento da Penitência e à consecução do perdão divino através do poder das Chaves seja pastoralmente facilitado, os Ordinários locais são convidados a conceder aos cónegos e aos sacerdotes que, nas Catedrais e nas Igrejas designadas para o Ano Santo, puderem ouvir as confissões dos fiéis, as faculdades limitadamente ao foro interno, como se indica, para os fiéis das Igrejas Orientais, no cân. 728, § 2 do CCIO, e, no caso de uma eventual reserva, o cân. 727, excluídos, como é evidente, os casos considerados no cân. 728, § 1; para os fiéis da Igreja latina, as faculdades indicadas no cân. 508, § 1 do CDC.

A este propósito, esta Penitenciaria exorta todos os sacerdotes a oferecer com generosa disponibilidade e dedicação a mais ampla possibilidade dos fiéis usufruírem dos meios da salvação, adotando e publicando horários para as confissões, de acordo com os párocos ou os reitores das igrejas vizinhas, estando presentes no confessionário, programando celebrações penitenciais de forma fixa e frequente, oferecendo também a mais ampla disponibilidade de sacerdotes que, por terem atingido limite de idade, não tenham encargos pastorais definidos. Dependendo das possibilidades, recorde-se ainda, segundo o Motu Proprio Misericordia Dei, a oportunidade pastoral de ouvir as Confissões também durante a celebração da Santa Missa.

Para facilitar a tarefa dos confessores, a Penitenciaria Apostólica, por mandato do Santo Padre, dispõe que os sacerdotes que acompanhem ou se unam a peregrinações jubilares fora da própria Diocese possam valer-se das mesmas faculdades que lhes foram concedidas na sua própria Diocese pela autoridade legítima. Faculdades especiais serão depois concedidas por esta Penitenciaria Apostólica aos penitenciários das basílicas papais romanas, aos cónegos penitenciários ou aos penitenciários diocesanos instituídos em cada uma das circunscrições eclesiásticas.

Os confessores, depois de terem amorosamente instruído os fiéis acerca da gravidade dos pecados aos quais estiver anexada uma reserva ou uma censura, determinarão, com caridade pastoral, penitências sacramentais apropriadas, de modo a conduzi-los o mais possível a um arrependimento estável e, segundo a natureza dos casos, a convidá-los à reparação de eventuais escândalos e danos.

Enfim, a Penitenciaria convida fervorosamente os Bispos, enquanto detentores do tríplice múnus de ensinar, guiar e santificar, a ter o cuidado de explicar claramente as disposições e os princípios aqui propostos para a santificação dos fiéis, tendo em conta de modo particular as circunstâncias de lugar, cultura e tradições. Uma catequese adequada às características socioculturais de cada povo poderá propor de forma eficaz o Evangelho e a integridade da mensagem cristã, enraizando mais profundamente nos corações o desejo deste dom único, obtido em virtude da mediação da Igreja.

O presente Decreto tem validade para todo o Jubileu Ordinário de 2025, não obstante qualquer disposição contrária.

Dado em Roma, da sede da Penitenciaria Apostólica, 13 de maio de 2024, Memória da Beata Virgem Maria de Fátima.

Angelo Card. De Donatis

Penitenciário-Mor

S.E. Dom Krzysztof Nykiel

Regente

[00808-PO.01] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua polacca

O UZYSKANIU ODPUSTU

PODCZAS ZWYCZAJNEGO JUBILEUSZU ROKU 2025

OGŁOSZONEGO PRZEZ JEGO ŚWIĘTOBLIWOŚĆ PAPIEŻA FRANCISZKA

„Teraz nadszedł czas nowego Jubileuszu, w którym Drzwi Święte zostaną ponownie otwarte, aby dać żywe doświadczenie Bożej miłości” (Spes non confundit, 6). W bulli ogłaszającej Zwyczajny Jubileusz roku 2025 Ojciec Święty w obecnym historycznym momencie, w którym „ludzkość niepomna na dramaty przeszłości, poddawana jest nowej i trudnej próbie, w której wiele ludów jest uciskanych przez brutalność przemocy” (Spes non confundit, 8), wzywa wszystkich chrześcijan, aby stali się pielgrzymami nadziei. Jest to cnota, którą należy odkryć na nowo w znakach czasu, które, obejmując „tęsknotę ludzkiego serca, potrzebującego zbawczej obecności Boga, domagają się, by zostały przekształcone w znaki nadziei” (Spes non confundit, 7), które należy czerpać przede wszystkim z łaski Bożej i pełni Jego miłosierdzia.

Już w bulli ogłaszającej Nadzwyczajny Jubileusz Miłosierdzia w 2015 roku papież Franciszek podkreślił, że w tym kontekście odpust nabiera „szczególnego znaczenia” (Misericordiae vultus, 22), gdyż miłosierdzie Boże „staje się odpustem Ojca, który poprzez Kościół — Oblubienicę Chrystusa — dociera do grzesznika, któremu udzielił już przebaczenia, i uwalnia go od wszelkich pozostałości skutków grzechu” (tamże). Podobnie i dzisiaj Ojciec Święty oświadcza, żedar odpustu „pozwala nam odkryć, jak nieograniczone jest miłosierdzie Boga. To nie przypadek, że w starożytności termin „miłosierdzie” był używany zamiennie z terminem „odpust”, właśnie dlatego, że ma wyrażać pełnię Bożego przebaczenia, które nie zna granic” (Spes non confundit, 23). Odpust jest więc łaską jubileuszową.

Dlatego też z okazji Zwyczajnego Jubileuszu roku 2025, z woli Papieża, ten „Trybunał Miłosierdzia”, do którego należy rozporządzanie wszystkim, co dotyczy udzielania i korzystania z odpustu, zamierza zachęcić dusze wiernych do karmienia się pragnieniem uzyskania odpustu jako daru łaski, właściwego i unikalnego dla każdego Roku Świętego, i ustanawia następujące wymogi, aby wierni mogli skorzystać z „przepisów umożliwiających uzyskanie i skuteczne praktykowanie jubileuszowego odpustu” (Spes non confundit, 23).

Podczas Zwyczajnego Jubileuszu roku 2025 pozostaje w mocy każdy inny udzielony odpust. Wszyscy wierni naprawdę pokutujący, wykluczający wszelkie przywiązanie do jakiegokolwiek grzechu (por. Enchiridion Indulgentiarum, wyd. IV, norm. 20, § 1) i poruszeni duchem miłosierdzia, którzy w Roku Świętym oczyścili się poprzez sakrament pokuty i pokrzepili się Komunią Świętą, będą modlić się zgodnie z intencjami Papieża, ze skarbca Kościoła będą mogli uzyskać odpust zupełny, odpuszczenie i darowanie swoich grzechów, który będzie można także zyskać dla dusz czyśćcowych, dokonując jednego z wymienionych niżej dzieł:

I.- O świętych pielgrzymkach

Wierni, pielgrzymi nadziei, będą mogli uzyskać odpust jubileuszowy udzielony przez Ojca Świętego, jeśli odbędą pobożną pielgrzymkę:

w kierunku dowolnego świętego miejsca jubileuszowego: tam pobożnie uczestniczyć we Mszy Świętej (o ile przepisy liturgiczne na to pozwalają, będzie można przede wszystkim korzystać z formularza Mszy właściwej Jubileuszowi bądź Mszy w rożnych potrzebach: o pojednanie, o odpuszczenie grzechów, o uproszenie miłości i o zachowanie pokoju i sprawiedliwości); we Mszy przy udzieleniu sakramentów wtajemniczenia chrześcijańskiego lub w Sakramencie Namaszczenia Chorych; nabożeństwie Słowa Bożego; Liturgii Godzin (godzina czytań, jutrznia, nieszpory); Drodze Krzyżowej; różańcu; recytacji hymnu Akatystu; nabożeństwie pokutnym, zakończonym indywidualną spowiedzią penitentów, zgodnie z aktem pokutnym (forma II);

w Rzymie: do co najmniej jednej z czterech Papieskich Bazylik Większych: św. Piotra na Watykanie, Najświętszego Zbawiciela na Lateranie, Matki Bożej Większej, św. Pawła za Murami;

w Ziemi Świętej: do co najmniej jednej z trzech bazylik: Grobu Świętego w Jerozolimie, Narodzenia Pańskiego w Betlejem, Zwiastowania Pańskiego w Nazarecie;

w innych okręgach kościelnych: do kościoła katedralnego lub innych kościołów i miejsc świętych wyznaczonych przez ordynariusza miejsca. Biskupi uwzględnią potrzeby wiernych i samą możliwość zachowania nienaruszonego znaczenia pielgrzymki, z całą jej mocną symboliką, zdolną ukazać naglącą potrzebę nawrócenia i pojednania;

II.- W pobożnych nawiedzeniu miejsc świętych

Wierni będą mogli uzyskać podobnie odpust jubileuszowy, jeśli indywidualnie lub w grupie, pobożnie nawiedzą dowolne miejsce jubileuszowe i tam przez odpowiedni czas odprawią adorację eucharystyczną i rozmyślanie, kończąc modlitwą „Ojcze nasz”, Wyznaniem wiary w jakiejkolwiek dopuszczonej formie i modlitwą do Maryi, Matki Bożej, aby w tym Roku Świętym wszyscy „mogli doświadczyć bliskości najczulszej z mam, która nigdy nie opuszcza swoich dzieci” (Spes non confundit, 24).

Z okazji Roku Jubileuszowego, oprócz wyżej wymienionych znamiennych miejsc pielgrzymkowych, będzie można nawiedzić także inne miejsca święte, na tych samych warunkach:

w Rzymie: Bazylika Świętego Krzyża z Jerozolimy, Bazylika św. Wawrzyńca za Murami, Bazylika św. Sebastiana za Murami (zdecydowanie zaleca się pobożne nawiedzenie zwane „Pelgrzymką do Siedmiu Kościołów”, tak drogą św. Filipowi Nereuszowi), Sanktuarium Bożego Miłosierdzia – Kościół Santo Spirito in Sassia, Kościół św. Pawła przy Trzech Źródłach – miejsce męczeństwa Apostoła, Katakumby chrześcijańskie; kościoły trasy jubileuszowej Iter Europaeum oraz kościoły poświęcone Patronom Europy i Doktorom Kościoła (Bazylika Santa Maria sopra Minerva, Kościół Santa Brigida przy Campo de' Fiori, Kościół Matki Bożej Zwycięskiej, Kościół Trinità dei Monti, Bazylika św. Cecylii na Zatybrzu, Bazylika św. Augustyna na Polu Marsowym);

w innych miejscach na świecie: dwie papieskie bazyliki mniejsze w Asyżu: św. Franciszka i Najświętszej Marii Panny od Aniołów; papieskie bazyliki: Santa Casa w Loreto, Matki Bożej Różańcowej w Pompejach, św. Antoniego w Padwie; każda bazylika mniejsza, katedra, kościół konkatedralny, sanktuarium maryjne oraz dla dobra wiernych każda wyróżniająca się kolegiata lub sanktuarium wyznaczone przez każdego biskupa diecezjalnego lub eparchialnego, a także sanktuaria krajowe lub międzynarodowe, „święte miejsca gościnności i uprzywilejowane przestrzenie budzenia nadziei” (Spes non confundit, 24), wskazane przez Konferencje Episkopatów.

Wierni prawdziwie skruszeni, którzy nie będą mogli uczestniczyć w uroczystych celebracjach, pielgrzymkach i pobożnym nawiedzeniu, z ważnych powodów (przede wszystkim siostry i mnisi klauzurowi, osoby starsze, chorzy, osadzeni w więzieniach, a także ci, którzy w szpitalu lub w innych miejscach opieki, stale posługują chorym), uzyskają odpust jubileuszowy na tych samych warunkach, jeżeli zjednoczeni duchowo z wiernymi obecnymi, zwłaszcza w momentach, w których słowa Ojca Świętego lub biskupów diecezjalnych są przekazywane za pośrednictwem środków komunikacji medialnej, w swoim domu lub tam, gdzie powstrzymuje ich przeszkoda (np. w kaplicy klasztornej, w szpitalu, w domu opieki, w więzieniu...), odmówią Ojcze nasz, Wyznanie wiary w jakiejkolwiek dopuszczonej formie i inne modlitwy zgodne z intencjami Roku Świętego, ofiarowując swoje cierpienia lub życiowe trudności;

III.-W dziełach miłosierdzia i pokuty

Ponadto wierni będą mogli uzyskać odpust jubileuszowy, jeśli w duchu pobożności będą uczestniczyć w misjach ludowych, rekolekcjach lub spotkaniach formacyjnych poświęconych tekstom Soboru Watykańskiego II i Katechizmu Kościoła Katolickiego, które odbędą się w kościele lub innym odpowiednim miejscu, według zamysłu Ojca Świętego.

Pomimo zasady, że dziennie można uzyskać tylko jeden odpust zupełny (por. Enchiridion Indulgentiarum, wyd. IV, norm. 18, § 1), wierni otrzymają akt miłosierdzia na rzecz dusz czyśćcowych, jeśli prawowicie przystąpią po raz drugi tego samego dnia do sakramentu Komunii, będą mogli uzyskać dwukrotnie odpust zupełny tego samego dnia, obowiązujący jedynie za zmarłych (czyli w ramach celebracji eucharystycznej; por. kan. 917 i Papieska Komisja ds. Autentycznej Interpretacji KPK, Responsa ad dubia, 1, 11 lipca 1984). Przez tę podwójną ofiarę dokonuje się godny pochwały przejaw miłości nadprzyrodzonej, gdyż więź, która łączy wiernych pielgrzymujących jeszcze na ziemi z mistycznym Ciałem Chrystusa, wraz z tymi, którzy już zakończyli swą drogę, ze względu na fakt, że „odpust jubileuszowy, na mocy modlitwy, jest przeznaczony w szczególny sposób dla tych, którzy odeszli przed nami, aby mogli otrzymać pełnię miłosierdzia” (Spes non confundit, 22).

W szczególny właśnie sposób „w Roku Jubileuszowym będziemy wezwani do bycia namacalnymi znakami nadziei dla wielu braci i sióstr żyjących w trudnych warunkach” (Spes non confundit, 10): Odpust jest zatem również przypisany do dzieł miłosierdzia i pokuty, które świadczą o podjętym nawróceniu. Wierni podażając za przykładem i poleceniem Chrystusa, będą zachęcani do częstszego podejmowania dzieł miłości i miłosierdzia, głównie na rzecz służby braciom obciążonym różnymi potrzebami. Dokładniej odkryjmy na nowo „uczynki miłosierdzia względem ciała: głodnych nakarmić, spragnionych napoić, nagich przyodziać, przybyszów w dom przyjąć, chorych nawiedzać, więźniów pocieszać, umarłych pogrzebać.” (Misericordiae vultus, 15) i odkryjmy na nowo również „uczynki miłosierdzia względem ducha: wątpiącym dobrze radzić, nieumiejętnych pouczać, grzeszących upominać, strapionych pocieszać, urazy chętnie darować, przykrych cierpliwie znosić, modlić się za żywych i umarłych” (tamże).

Podobnie wierni będą mogli uzyskać odpust jubileuszowy, jeśli udadzą się w celu odwiedzenia i poświęcenia właściwego czasu braciom znajdującym się w potrzebie lub w trudnej sytuacji (chorym, więźniom, samotnym osobom starszym, niepełnosprawnym...), pielgrzymując niejako do obecnego w nich Chrystusa (por. Mt 25, 34-36) i wypełniając zwykłe warunki duchowe, sakramentalne i modlitewne. Wierni bez wątpienia będą mogli te odwiedziny powtarzać w ciągu Roku Świętego, uzyskując za każdym razem odpust zupełny, nawet każdego dnia.

Jubileuszowy odpust zupełny można osiągnąć także przez działania wyrażajace w sposób konkretny i bezinteresowny ducha pokuty, który jest jakby duszą Jubileuszu, odkrywając na nowo w szczególności pokutną wartość piątku: powstrzymanie się w duchu pokuty przynajmniej przez jednen dzień od błahych rozrywek (realnych, ale także wirtualnych, spowodowanych na przykład przez media i sieci społecznościowe) oraz od zbędnej konsumpcji (na przykład praktyka postu lub wstrzemięźliwości zgodna z ogólnymi normami Kościoła i szczegółowymi zaleceniami biskupów), połączona z przekazaniem odpowiedniej sumy pieniedzy ubogim; wspieranie dzieł o charakterze religijnym lub socjalnym, zwłaszcza na rzecz obrony i ochrony życia na wszystkich jego etapach oraz samej jakości życia, opuszczonych dzieci, młodzieży zmagającej się trudnościami, starców potrzebujących opieki lub samotnych, migrantów z różnych krajów, „którzy opuszczają swoją ziemię w poszukiwaniu lepszego życia dla siebie i swoich rodzin” (Spes non confundit, 13); poświęcanie znacznej części wolnego czasu na działalność na rzecz wolontariatu, która sluży interesowi społeczności, lub inne podobne formy osobistego zaangażowania.

Wszyscy biskupi diecezjalni lub eparchialni i ci, którzy prawnie są z nimi zrównani, w najwłaściwszym dniu tego okresu jubileuszowego, przy okazji głównych uroczystości w katedrze i w poszczególnych kościołach jubileuszowych, będą mogli udzielić papieskiego błogosławieństwa z dołączonym odpustem zupełnym, który mogą otrzymać wszyscy wierni, którzy otrzymają to błogosławieństwo pod zwykłymi warunkami.

W celu duszpasterskiego ułatwienia dostępu do sakramentu pokuty i osiągnięcia Bożego przebaczenia poprzez władzę kluczy, ordynariusze miejsca proszeni są o udzielenie kanonikom i kapłanom, którzy w katedrach i kościołach wyznaczonych na Rok Święty, będą mogli wysłuchać spowiedzi wiernych, uprawnień jedynie do forum wewnętrznego, o czym dla wiernych Kościołów Wschodnich stanowi kan. 728, § 2 KKKW, a w przypadku ewentualnego zastrzeżenia dla określonej władzy – kan. 727, z wyłączeniem, jak jest oczywiste, przypadków o których mowa w kan. 728, § 1; natomiast dla wiernych Kościoła łacińskiego uprawnień o których mowa w kan. 508, § 1 KPK.

W związku z tym Penitencjaria wzywa wszystkich księży, aby z hojną dyspozycyjnością i poświęceniem siebie zapewnili jak najszerszą możliwość uzyskania przez wiernych środków zbawienia; ustalali i publikowali terminy spowiedzi, w porozumieniu z proboszczami lub rektorami sąsiednich kościołów; znajdowali się w konfesjonale; planując stałe i częste celebracje pokutne, zapewniając jednocześnie jak najszerszą dostępność księży, którzy po osiągnięciu wymaganego wieku, nie pełnią określonych funkcji duszpasterskich. W zależności od możliwości pamiętajmy także, zgodnie z Motu proprio Misericordia Dei, o duszpasterskiej możliwości słuchania spowiedzi także podczas celebracji Mszy Świętej.

W celu ułatwienia zadań spowiednikom, Penitencjaria Apostolska, z upoważnienia Ojca Świętego, stanowi, że kapłani, którzy towarzyszą lub przyłączają się do pielgrzymek jubileuszowych poza własną diecezją, mogą korzystać z tych samych uprawnień, jakie zostały im powierzone w ich własnej diecezji przez prawowity organ. Specjalne uprawnienia zostaną wówczas przyznane przez tę Penitencjarię Apostolską penitencjarzom rzymskich Bazylik Papieskich, kanonikom penitencjarzom lub penitencjarzom diecezjalnym utworzonym w poszczególnych okręgach kościelnych.

Spowiednicy, po uprzednim pouczeniu z miłością wiernych o powadze grzechów, do których należą te z dołączonym zastrzeżeniem lub cenzurą, wyznaczą z duszpasterską miłością odpowiednie pokuty sakramentalne, aby w miarę możliwości doprowadzić ich do trwałej pokuty i w zależności od charakteru spraw, zaprosić ich do naprawienia skandali i szkód.

Penitencjaria na koniec gorąco zachęca Biskupów, jako posiadaczy potrójnego munus nauczania, rządzenia i uświęcania, aby zadbali o jasne wyjaśnienie proponowanych tutaj przepisów i zasad dotyczących uświęcenia wiernych, ze szczególnym uwzględnieniem lokalnych warunków, kultury i tradycji. Katecheza dostosowana do specyfiki społeczno-kulturowej każdego narodu będzie w stanie zaproponować sposób skutecznego głoszenia Ewangelii i całokształtu orędzia chrześcijańskiego, zakorzeniając głębiej w sercach pragnienie tego wyjątkowego daru, uzyskanego za pośrednictwem Kościoła.

Niniejszy Dekret obowiązuje przez cały Jubileusz Zwyczajny roku 2025, niezaleźnie od wszelkich postanowień stanowiących inaczej.

W Rzymie, w siedzibie Penitencjarii Apostolskiej, 13 maja 2024 roku, we wspomnienie Matki Bożej z Fatimy.

Kard. Angelo De Donatis

Penitencjariusz Większy

Bp Krzysztof Nykiel

Regens

[00808-PL.01] [Testo originale: Italiano]

[B0392-XX.01]