Discorso del Santo Padre
Traduzione in lingua inglese
Questa mattina, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i partecipanti al Meeting Mondiale sulla Fraternità Umana organizzato dalla Fondazione Fratelli tutti.
Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha rivolto ai presenti nel corso dell’incontro:
Discorso del Santo Padre
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Vi do il benvenuto. Vi ringrazio di essere qui, provenienti da molte parti del mondo, per il Meeting mondiale sulla fraternità umana. Ringrazio la Fondazione Fratelli tutti, che si propone di promuovere i princìpi esposti nell’Enciclica, «per suscitare intorno alla Basilica di San Pietro e all’abbraccio del suo colonnato iniziative legate alla spiritualità, all’arte, alla formazione e al dialogo con il mondo» (Chirografo, 8 dicembre 2021).
In un pianeta in fiamme, vi siete riuniti con l’intento di ribadire il vostro “no” alla guerra e “sì” alla pace, testimoniando l’umanità che ci unisce e ci fa riconoscere fratelli, nel dono reciproco delle rispettive differenze culturali.
In proposito, mi vengono alla mente le parole di un celebre discorso di Martin Luther King, quando disse: «Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo ancora imparato la semplice arte di vivere insieme come fratelli» (Martin Luther King, Discorso in occasione del conferimento del Premio Nobel per la Pace, 11 dicembre 1964). È proprio così. E allora ci domandiamo: come possiamo, concretamente, tornare a far crescere l’arte di una convivenza che sia davvero umana?
Vorrei riprendere l’atteggiamento-chiave proposto in Fratelli tutti: la compassione. Nel Vangelo (cfr Lc 10,25-37), Gesù racconta di un samaritano che, mosso da compassione, si avvicina a un giudeo che dei briganti hanno lasciato mezzo morto sul bordo della strada. Guardiamo questi due uomini. Le loro culture erano nemiche, le loro storie diverse e conflittuali, ma uno diventa fratello dell’altro nel momento in cui si lascia guidare dalla compassione che prova per lui – potremmo dire: si lascia attrarre da Gesù presente in quell’ uomo ferito. Come un poeta fa dire, in una sua opera, a San Francesco d’Assisi: «Il Signore è là dove sono i tuoi fratelli» (É. Leclerc, La sapienza di un povero).
Nel pomeriggio vi incontrerete in dodici punti della Città del Vaticano e di Roma, per esprimere il vostro intento di generare un movimento di fraternità in uscita. In questo contesto, i “tavoli” di lavoro, che si sono preparati in questi mesi, presenteranno alla società civile alcune proposte, centrate sulla dignità della persona umana, per costruire politiche buone, basate sul principio della fraternità, che «ha qualcosa di positivo da offrire alla libertà e all’uguaglianza» (Fratelli tutti, 103). Ho apprezzato questa scelta e vi incoraggio ad andare avanti nel vostro lavoro di semina silenziosa. Da esso può nascere una “Carta dell’umano”, che includa, insieme ai diritti, anche i comportamenti e le ragioni pratiche di ciò che ci rende più umani nella vita.
E vi invito a non scoraggiarvi, perché il dialogo «perseverante e coraggioso non fa notizia come gli scontri e i conflitti, eppure aiuta discretamente il mondo a vivere meglio, molto più di quanto possiamo rendercene conto» (ivi, 198).
In particolare, desidero ringraziare il gruppo degli illustri Premi Nobel presenti, sia per la Dichiarazione sulla fraternità umana elaborata il 10 giugno dello scorso anno, sia per l’impegno che avete assunto quest’anno nella ricostruzione di una “grammatica dell’umanità”, “grammatica dell’umano”, su cui basare scelte e comportamenti. Vi esorto ad andare avanti, a far crescere questa spiritualità della fraternità e a promuovere, con la vostra azione diplomatica, il ruolo degli organismi multilaterali.
Cari fratelli e sorelle, la guerra è un inganno. La guerra sempre è una sconfitta, così come l’idea di una sicurezza internazionale basata sul deterrente della paura. È un altro inganno. Per garantire una pace duratura occorre tornare a riconoscersi nella comune umanità e a porre al centro della vita dei popoli la fraternità. Solo così riusciremo a sviluppare un modello di convivenza in grado di dare un futuro alla famiglia umana. La pace politica ha bisogno della pace dei cuori, affinché le persone si incontrino nella fiducia che la vita vince sempre su ogni forma di morte.
Cari amici, nel salutarvi penso all’abbraccio che questa sera, come lo scorso anno, sarà realizzato da tanti giovani. Guardiamoli, impariamo da loro, come ci insegna il Vangelo: se «non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli» (Mt 18,3). Facciamo tutti di questo abbraccio un impegno di vita e un gesto profetico di carità.
Grazie di quello che fate! Vi sono vicino e vi chiedo di pregare per me. E adesso, tutti insieme, in silenzio, chiediamo e riceviamo la benedizione di Dio.
[00796-IT.02] [Testo originale: Italiano]
Traduzione in lingua inglese
Dear brothers and sisters, good morning!
I welcome you and thank you for your presence here. You have come from many parts of the world to take part in the World Meeting on Human Fraternity. I thank the Fratelli Tutti Foundation, which seeks to promote the principles set forth in the Encyclical, “in order to encourage initiatives linked to spirituality, art, education and dialogue with the world, around Saint Peter’s Basilica and in the embrace of its colonnade” (Chirograph, 8 December 2021).
In a world facing the fires of conflict, you have come together with the intention of reaffirming your “no” to war and “yes” to peace, bearing witness to the humanity that unites us and makes us recognize ourselves as brothers and sisters, in the mutual gift of our respective cultural differences.
In this regard, I am reminded of a famous address of Martin Luther King, Jr., who said: “We have learned to fly the air like birds and swim the sea like fish, but we have not learned the simple art of living together as brothers” (Nobel Lecture, 11 December 1964). Indeed, that is true. Let us ask ourselves, then: how can we, concretely, return to building up the art of a coexistence that is truly humane?
I would like to go back to the key disposition proposed in Fratelli Tutti: compassion. In the Gospel (cf. 10:25-37), Jesus tells the parable of a Samaritan who, moved by compassion, approaches a Jew whom robbers have left half-dead by the side of the road. Let us look at these two men. Their cultures were at odds, their histories different and contentious, but one became a brother to the other the moment he allowed himself to be guided by the compassion he felt for him. We could say that he allowed himself to be drawn to Jesus present in that wounded man. It is like the poet who, in one of his works, has Saint Francis of Assisi say: “The Lord is where your brothers are” (É. LECLERC, La sapienza di un povero).
In the afternoon you will meet at twelve points in Vatican City and Rome, to manifest your goal of creating an outgoing movement of fraternity. In this context, the working groups that have been preparing over the past few months will present some proposals to civil society, centred on the dignity of the human person, in order to craft sound policies, based on the principle of fraternity, which “in turn enhances freedom and equality” (Fratelli Tutti, 103). I am pleased by this choice and encourage you to go forward in your work of silent sowing. From it can come a Charter of Humanity, which includes, along with rights, the behaviours and practical reasons for what makes us more human.
I urge you not to be discouraged, because “persistent and courageous dialogue does not make headlines, but quietly helps the world to live much better than we imagine” (Fratelli Tutti, 198).
In particular, I would like to thank the group of distinguished Nobel Laureates present, both for the Declaration on Human Fraternity drafted on 10 June last year and for your commitment this year in reconstructing a grammar of humanity, on which to base choices and behaviour. I encourage you to move forward, to build up this spirituality of fraternity and to promote, through diplomatic activity, the role of multilateral bodies.
Dear brothers and sisters, war is a deception – war is always a defeat –, as is the idea of international security based on the deterrent of fear. This too is a deception. To ensure lasting peace, we must return to a recognition of our common humanity and place fraternity at the centre of peoples’ lives. Only in this way will we succeed in developing a model of coexistence capable of giving the human family a future. Political peace needs peace of hearts, so that people can come together in the confidence that life always overcomes all forms of death.
Dear friends, in greeting you I am thinking also of the embrace that will be shared this evening, as it was last year, by so many young people. Let us look at them and learn from them, for, as the Gospel teaches us, unless “you become like children, you will not enter the kingdom of heaven” (Mt 18:3). Let us all make this embrace a commitment in our lives and a prophetic gesture of love.
Thank you for what you do! I am close to you and I ask you to pray for me. Now, all together and in silence, let us ask and receive the blessing of God.
[00796-EN.01] [Original text: Italian]
[B0384-XX.02]