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Messaggio Pasquale del Santo Padre e Benedizione “Urbi et Orbi, 31.03.2024


Messaggio del Santo Padre

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua tedesca

Traduzione in lingua spagnola

Traduzione in lingua portoghese

Traduzione in lingua polacca

Traduzione in lingua araba

Alle ore 12, dalla Loggia Centrale della Basilica di San Pietro, il Santo Padre Francesco ha rivolto ai fedeli presenti in piazza San Pietro e a quanti lo ascoltavano attraverso la radio, la televisione e gli altri mezzi di comunicazione il Messaggio Pasquale.

Pubblichiamo di seguito il Messaggio Pasquale del Santo Padre:

Messaggio del Santo Padre

Cari fratelli e sorelle, buona Pasqua!

Oggi risuona in tutto il mondo l’annuncio partito duemila anni fa da Gerusalemme: “Gesù Nazareno, il crocifisso, è risorto!” (cfr Mc 16,6).

La Chiesa rivive lo stupore delle donne che andarono al sepolcro all’alba del primo giorno della settimana. La tomba di Gesù era stata chiusa con una grossa pietra; e così anche oggi massi pesanti, troppo pesanti chiudono le speranze dell’umanità: il masso della guerra, il masso delle crisi umanitarie, il masso delle violazioni dei diritti umani, il masso della tratta di persone umane, e altri ancora. Anche noi, come le donne discepole di Gesù, ci chiediamo l’un l’altro: “Chi ci farà rotolare via queste pietre?” (cfr Mc 16,3).

Ed ecco la scoperta del mattino di Pasqua: la pietra, quella pietra così grande, è stata già fatta rotolare. Lo stupore delle donne è il nostro stupore: la tomba di Gesù è aperta ed è vuota! Da qui comincia tutto. Attraverso quel sepolcro vuoto passa la via nuova, quella che nessuno di noi ma solo Dio ha potuto aprire: la via della vita in mezzo alla morte, la via della pace in mezzo alla guerra, la via della riconciliazione in mezzo all’odio, la via della fraternità in mezzo all’inimicizia.

Fratelli e sorelle, Gesù Cristo è risorto, e solo Lui è capace di far rotolare le pietre che chiudono il cammino verso la vita. Anzi, Lui stesso, il Vivente, è la Via: la Via della vita, della pace, della riconciliazione, della fraternità. Lui ci apre il passaggio umanamente impossibile, perché solo Lui toglie il peccato del mondo e perdona i nostri peccati. E senza il perdono di Dio quella pietra non si toglie. Senza il perdono dei peccati non si esce dalle chiusure, dai pregiudizi, dai sospetti reciproci, dalle presunzioni che sempre assolvono sé stessi e accusano gli altri. Solo Cristo Risorto, donandoci il perdono dei peccati, apre la via per un mondo rinnovato.

Solo lui ci apre le porte della vita, quelle porte che continuamente chiudiamo con le guerre che dilagano nel mondo. Oggi volgiamo anzitutto lo sguardo verso la Città Santa di Gerusalemme, testimone del mistero della passione, morte e risurrezione di Gesù e a tutte le comunità cristiane della Terra Santa.

Il mio pensiero va soprattutto alle vittime dei tanti conflitti che sono in corso nel mondo, a cominciare da quelli in Israele e Palestina, e in Ucraina. Cristo Risorto apra una via di pace per le martoriate popolazioni di quelle regioni. Mentre invito al rispetto dei principi del diritto internazionale, auspico uno scambio generale di tutti i prigionieri tra Russia e Ucraina: tutti per tutti!

Inoltre, faccio nuovamente appello a che sia garantita la possibilità di accesso agli aiuti umanitari a Gaza, esortando nuovamente a un pronto rilascio degli ostaggi rapiti il 7 ottobre scorso e a un immediato cessate-il-fuoco nella Striscia.

Non permettiamo che le ostilità in atto continuino ad avere gravi ripercussioni sulla popolazione civile, ormai stremata, e soprattutto sui bambini. Quanta sofferenza vediamo negli occhi dei bambini: hanno dimenticato di sorridere quei bambini in quelle terre di guerra! Con il loro sguardo ci chiedono: perché? Perché tanta morte? Perché tanta distruzione? La guerra è sempre un’assurdità, la guerra è sempre una sconfitta! Non lasciamo che venti di guerra sempre più forti spirino sull’Europa e sul Mediterraneo. Non si ceda alla logica delle armi e del riarmo. La pace non si costruisce mai con le armi, ma tendendo le mani e aprendo i cuori.

E fratelli e sorelle, non dimentichiamoci della Siria, che da tredici anni patisce le conseguenze di una guerra lunga e devastante. Tantissimi morti, persone scomparse, tanta povertà e distruzione aspettano risposte da parte di tutti, anche dalla Comunità internazionale.

Il mio sguardo va oggi in modo speciale al Libano, da tempo interessato da un blocco istituzionale e da una profonda crisi economica e sociale, aggravate ora dalle ostilità alla frontiera con Israele. Il Risorto conforti l’amato popolo libanese e sostenga tutto il Paese nella sua vocazione ad essere una terra di incontro, convivenza e pluralismo.

Un pensiero particolare rivolgo alla Regione dei Balcani Occidentali, dove si stanno compiendo passi significativi verso l’integrazione nel progetto europeo: le differenze etniche, culturali e confessionali non siano causa di divisione, ma diventino fonte di ricchezza per tutta l’Europa e per il mondo intero.

Parimenti incoraggio i colloqui tra l’Armenia e l’Azerbaigian, perché, con il sostegno della Comunità internazionale, possano proseguire il dialogo, soccorrere gli sfollati, rispettare i luoghi di culto delle diverse confessioni religiose e arrivare al più presto ad un accordo di pace definitivo.

Cristo risorto apra una via di speranza alle persone che in altre parti del mondo patiscono violenze, conflitti, insicurezza alimentare, come pure gli effetti dei cambiamenti climatici. Il Signore doni conforto alle vittime di ogni forma di terrorismo. Preghiamo per quanti hanno perso la vita e imploriamo il pentimento e la conversione degli autori di tali crimini.

Il Risorto assista il popolo haitiano, affinché cessino quanto prima le violenze che lacerano e insanguinano il Paese ed esso possa progredire nel cammino della democrazia e della fraternità.

Dia conforto ai Rohingya, afflitti da una grave crisi umanitaria, e apra la strada della riconciliazione in Myanmar lacerato da anni di conflitti interni, affinché si abbandoni definitivamente ogni logica di violenza.

Il Signore apra vie di pace nel continente africano, specialmente per le popolazioni provate in Sudan e nell’intera regione del Sahel, nel Corno d’Africa, nella Regione del Kivu nella Repubblica Democratica del Congo e nella Provincia di Capo Delgado in Mozambico, e faccia cessare la prolungata situazione di siccità che interessa vaste aree e provoca carestia e fame.

Il Risorto faccia risplendere la sua luce sui migranti e su coloro che stanno attraversando un periodo di difficoltà economica, offrendo loro conforto e speranza nel momento del bisogno. Cristo guidi tutte le persone di buona volontà ad unirsi nella solidarietà, per affrontare insieme le molte sfide che incombono sulle famiglie più povere nella loro ricerca di una vita migliore e della felicità.

In questo giorno in cui celebriamo la vita che ci è donata nella risurrezione del Figlio, ricordiamoci dell’amore infinito di Dio per ciascuno di noi: un amore che supera ogni limite e ogni debolezza. Eppure come è tanto spesso disprezzato il prezioso dono della vita. Quanti bambini non possono nemmeno vedere la luce? Quanti muoiono di fame o sono privi di cure essenziali o sono vittime di abusi e violenze? Quante vite sono fatte oggetto di mercimonio per il crescente commercio di essere umani?

Fratelli e sorelle, nel giorno in cui Cristo ci ha resi liberi dalla schiavitù della morte, esorto quanti hanno responsabilità politiche perché non risparmino sforzi nel combattere il flagello della tratta di esseri umani, lavorando instancabilmente per smantellarne le reti di sfruttamento e portare libertà a coloro che ne sono vittime. Il Signore consoli le loro famiglie, soprattutto quelle che attendono con ansia notizie dei loro cari, assicurando loro conforto e speranza.

Possa la luce della risurrezione illuminare le nostre menti e convertire i nostri cuori, rendendoci consapevoli del valore di ogni vita umana, che deve essere accolta, protetta e amata.

Buona Pasqua a tutti!

[00555-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

Chers frères et sœurs, Bonnes Pâques!

Aujourd’hui, dans le monde entier, résonne l’annonce partie de Jérusalemil y a deux mille ans : «Jésus de Nazareth, le crucifié, il est ressuscité!» (Mc 16, 6)

L’Église revit l’étonnement des femmes qui se sont rendues au tombeau à l’aube du premier jour de la semaine. Le tombeau de Jésus avait été fermé par une grosse pierre. Aujourd’hui encore, de lourdes, trop lourdes pierres ferment les espérances de l’humanité : la pierre de la guerre, la pierre des crises humanitaires, la pierre des violations des droits de l’homme, la pierre de la traite des êtres humains, et d’autres encore. Nous aussi, comme les femmes disciples de Jésus, nous nous demandons les uns aux autres : Qui roulera ces pierres ? (cf. Mc 16, 3)

Et voilà la découverte du matin de Pâques : la pierre, cette si grande pierre, a déjà été roulée. L’étonnement des femmes est aussi le nôtre: le tombeau de Jésus est ouvert et il est vide ! C’est là que tout commence. C’est par ce tombeau vide que passe une voie nouvelle, la voie que personne d’autre que Dieu ne pouvait ouvrir : la voie de la vie au milieu de la mort, la voie de la paix au milieu de la guerre, la voie de la réconciliation au milieu de la haine, la voie de la fraternité au milieu de l’inimitié.

Frères et sœurs, Jésus Christ est ressuscité et Lui seul est capable de rouler les pierres qui ferment le chemin vers la vie. Lui-même, le Vivant, est le Voie : la Voie de la vie, de la paix, de la réconciliation, de la fraternité. Il nous ouvre le passage humainement impossible, car Lui seul enlève le péché du monde et pardonne nos péchés. Et sans le pardon de Dieu, cette pierre ne peut être enlevée. Sans le pardon des péchés, on ne sort pas des fermetures, des préjugés, des suspicions mutuelles, des présupposés qui toujours absolvent soi-même et accusent les autres. Seul le Christ ressuscité, en nous donnant le pardon des péchés, ouvre la voie à un monde renouvelé.

Lui seul nous ouvre les portes de la vie, ces portes que nous fermons continuellement avec les guerres qui se répandent dans le monde. Aujourd’hui, nous tournons notre regard tout d’abord vers la ville sainte de Jérusalem, témoin du mystère de la passion, de la mort et de la résurrection de Jésus, et vers toutes les communautés chrétiennes de Terre Sainte.

Ma pensée va d’abord aux victimes des conflits nombreux qui se déroulent dans le monde, à commencer par celui en Israël et en Palestine, et celui en Ukraine. Que le Christ ressuscité ouvre un chemin de paix pour les populations meurtries de ces régions. Tout en appelant au respect des principes du droit international, j’appelle de mes vœux à un échange général de tous les prisonniers entre la Russie et l’Ukraine : tous pour tous !

Par ailleurs, j’appelle une nouvelle fois à ce que l’accès des aides humanitaires à Gaza soit garanti, en exhortant de nouveau à une libération rapide des otages enlevés le 7 octobre, ainsi qu’à un cessez-le-feu immédiat dans la bande de Gaza.

Ne laissons pas les hostilités en cours continuer à toucher gravement la population civile qui est maintenant épuisée, surtout les enfants. Combien de souffrance nous voyons dans les yeux des enfants. Les enfants de ces terres en guerre ont oublié de sourire. Par leurs regards ils nous demandent : pourquoi ? Pourquoi tant de morts ? Pourquoi tant de destructions ? La guerre est toujours une absurdité, la guerre est toujours une défaite ! Ne laissons pas les vents de la guerre souffler toujours plus fort sur l’Europe et sur la Méditerranée. Ne cédons pas à la logique des armes et du réarmement. La paix ne se construit jamais avec des armes, mais en tendant les mains et en ouvrant les cœurs.

Frères et sœurs, n’oublions pas la Syrie qui souffre depuis treize ans des conséquences d’une guerre longue et dévastatrice. Tant de morts, de personnes disparues, tant de pauvreté et de destructions attendent des réponses de la part de chacun, y compris de la Communauté internationale.

Aujourd’hui, mon regard se tourne tout particulièrement vers le Liban qui connaît depuis longtemps un blocage institutionnel et une profonde crise économique et sociale, aujourd’hui aggravée par les hostilités à la frontière avec Israël. Que le Ressuscité réconforte le peuple libanais bien-aimé et soutienne le pays tout entier dans sa vocation à être une terre de rencontre, de coexistence et de pluralisme.

J’adresse une pensée particulière à la région des Balkans occidentaux où des pas importants sont accomplis vers l’intégration dans le projet européen : que les différences ethniques, culturelles et confessionnelles ne soient pas une cause de division, mais deviennent une source de richesse pour l’ensemble de l’Europe et du monde entier.

De même, j’encourage les discussions entre l’Arménie et l’Azerbaïdjan afin que, avec le soutien de la Communauté internationale, ils puissent poursuivre le dialogue, secourir les personnes déplacées, respecter les lieux de culte des différentes confessions religieuses et parvenir le plus rapidement possible à un accord de paix définitif.

Que le Christ ressuscité ouvre un chemin d’espérance pour les personnes qui, dans d’autres parties du monde, souffrent de violences, de conflits, d’insécurité alimentaire, ainsi que des effets du changement climatique. Que le Seigneur réconforte les victimes de toutes les formes de terrorisme. Prions pour tous ceux qui ont perdu la vie et implorons la repentance et la conversion des auteurs de tels crimes.

Que le Ressuscité assiste le peuple haïtien, afin que les violences qui déchirent et ensanglantent le pays cessent au plus vite et que celui-ci puisse progresser sur le chemin de la démocratie et de la fraternité.

Qu’Il réconforte les Rohingyas, touchés par une grave crise humanitaire, et qu’Il ouvre la voie de la réconciliation au Myanmar déchiré par des années de conflits internes, afin que toute logique de violence soit définitivement abandonnée.

Que le Seigneur ouvre des voies de paix sur le continent africain, notamment pour les populations éprouvées au Soudan et dans toute la région du Sahel, dans la Corne de l’Afrique, dans la région du Kivu en République Démocratique du Congo et dans la province du Cap Delgado au Mozambique, et qu’Il mette fin à la situation de sécheresse prolongée qui touche de vastes régions et provoque la pénurie et la famine.

Que le Ressuscité fasse briller sa lumière sur les migrants et sur ceux qui traversent des périodes de difficultés économiques, en leur offrant le réconfort et l’espérance au moment du besoin. Que le Christ guide toutes les personnes de bonne volonté pour qu’elles s’unissent dans la solidarité afin d’affronter ensemble les nombreux défis auxquels sont confrontées les familles les plus pauvres dans leur recherche d’une vie meilleure et du bonheur.

En ce jour où nous célébrons la vie qui nous est donnée dans la résurrection du Fils, rappelons-nous l’amour infini de Dieu pour chacun de nous : un amour qui surmonte toute limite et toute faiblesse. Pourtant, combien le précieux don de la vie est souvent méprisé. Combien d’enfants ne peuvent même pas voir la lumière ? Combien meurent de faim, sont privés des soins essentiels ou sont victimes d’abus et de violences ? Combien de vies sont transformées en marchandises dans le commerce croissant des êtres humains ?

Frères et sœurs, en ce jour où le Christ nous a libérés de l’esclavage de la mort, j’exhorte ceux qui exercent des responsabilités politiques à ne ménager aucun effort pour lutter contre le fléau de la traite des êtres humains, en travaillant sans relâche pour démanteler les réseaux d’exploitation et rendre la liberté à ceux qui en sont les victimes. Que le Seigneur console leurs familles, en particulier celles qui attendent avec anxiété des nouvelles de leurs proches, en leur assurant réconfort et espérance.

Que la lumière de la résurrection illumine nos esprits et convertisse nos cœurs, en nous faisant prendre conscience de la valeur de toute vie humaine qui doit être accueillie, protégée et aimée.

Bonnes Pâques à chacun!

[00555-FR.02] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua inglese

Dear brothers and sisters, Happy Easter!

Today throughout the world there resounds the message proclaimed two thousand years ago from Jerusalem: “Jesus of Nazareth, who was crucified, has been raised!” (Mk 16:6).

The Church relives the amazement of the women who went to the tomb at dawn on the first day of the week. The tomb of Jesus had been sealed with a great stone. Today too, great stones, heavy stones, block the hopes of humanity: the stone of war, the stone of humanitarian crises, the stone of human rights violations, the stone of human trafficking, and other stones as well. Like the women disciples of Jesus, we ask one another: “Who will roll away the stone for us from the entrance to the tomb?” (cf. Mk 16:3).

This is the amazing discovery of that Easter morning: the stone, the immense stone, was rolled away. The astonishment of the women is our astonishment as well: the tomb of Jesus is open and it is empty! From this, everything begins anew! A new path leads through that empty tomb: the path that none of us, but God alone, could open: the path of life in the midst of death, the path of peace in the midst of war, the path of reconciliation in the midst of hatred, the path of fraternity in the midst of hostility.

Brothers and sisters, Jesus Christ is risen! He alone has the power to roll away the stones that block the path to life. He, the living One, is himself that path. He is the Way: the way that leads to life, the way of peace, reconciliation and fraternity. He opens that path, humanly impossible, because he alone takes away the sin of the world and forgives us our sins. For without God’s forgiveness, that stone cannot be removed. Without the forgiveness of sins, there is no overcoming the barriers of prejudice, mutual recrimination, the presumption that we are always right and others wrong. Only the risen Christ, by granting us the forgiveness of our sins, opens the way for a renewed world.

Jesus alone opens up before us the doors of life, those doors that continually we shut with the wars spreading throughout the world. Today we want, first and foremost, to turn our eyes to the Holy City of Jerusalem, that witnessed the mystery of the Passion, Death and Resurrection of Jesus, and to all the Christian communities of the Holy Land.

My thoughts go especially to the victims of the many conflicts worldwide, beginning with those in Israel and Palestine, and in Ukraine. May the risen Christ open a path of peace for the war-torn peoples of those regions. In calling for respect for the principles of international law, I express my hope for a general exchange of all prisoners between Russia and Ukraine: all for the sake of all!

I appeal once again that access to humanitarian aid be ensured to Gaza, and call once more for the prompt release of the hostages seized on 7 October last and for an immediate cease-fire in the Strip.

Let us not allow the current hostilities to continue to have grave repercussions on the civil population, by now at the limit of its endurance, and above all on the children. How much suffering we see in the eyes of the children: the children in those lands at war have forgotten how to smile! With those eyes, they ask us: Why? Why all this death? Why all this destruction? War is always an absurdity, war is always a defeat! Let us not allow the strengthening winds of war to blow on Europe and the Mediterranean. Let us not yield to the logic of weapons and rearming. Peace is never made with arms, but with outstretched hands and open hearts.

Brothers and sisters, let us not forget Syria, which for thirteen years has suffered from the effects of a long and devastating war. So many deaths and disappearances, so much poverty and destruction, call for a response on the part of everyone, and of the international community.

My thoughts turn today in a special way to Lebanon, which has for some time experienced institutional impasse and a deepening economic and social crisis, now aggravated by the hostilities on its border with Israel. May the Risen Lord console the beloved Lebanese people and sustain the entire country in its vocation to be a land of encounter, coexistence and pluralism.

I also think in particular of the region of the Western Balkans, where significant steps are being taken towards integration in the European project. May ethnic, cultural and confessional differences not be a cause of division, but rather a source of enrichment for all of Europe and for the world as a whole.

I likewise encourage the discussions taking place between Armenia and Azerbaijan, so that, with the support of the international community, they can pursue dialogue, assist the displaced, respect the places of worship of the various religious confessions, and arrive as soon as possible at a definitive peace agreement.

May the risen Christ open a path of hope to all those who in other parts of the world are suffering from violence, conflict, food insecurity and the effects of climate change. May the Lord grant consolation to the victims of terrorism in all its forms. Let us pray for all those who have lost their lives and implore the repentance and conversion of the perpetrators of those crimes.

May the risen Lord assist the Haitian people, so that there can soon can be an end to the acts of violence, devastation and bloodshed in that country, and that it can advance on the path to democracy and fraternity.

May Christ grant consolation and strength to the Rohingya, beset by a grave humanitarian crisis, and open a path to reconciliation in Myanmar, torn for years now by internal conflicts, so that every logic of violence may be definitively abandoned.

May the Lord open paths of peace on the African continent, especially for the suffering peoples in Sudan and in the entire region of the Sahel, in the Horn of Africa, in the region of Kivu in the Democratic Republic of the Congo and in the province of Capo Delgado in Mozambique, and bring an end to the prolonged situation of drought which affects vast areas and provokes famine and hunger.

May the Risen One make the light of his face shine upon migrants and on all those who are passing through a period of economic difficulty, and offer them consolation and hope in their moment of need. May Christ guide all persons of good will to unite themselves in solidarity, in order to address together the many challenges which loom over the poorest families in their search for a better life and happiness.

On this day when we celebrate the life given us in the resurrection of the Son, let us remember the infinite love of God for each of us: a love that overcomes every limit and every weakness. And yet how much the precious gift of life is despised! How many children cannot even be born? How many die of hunger and are deprived of essential care or are victims of abuse and violence? How many lives are made objects of trafficking for the increasing commerce in human beings?

Brothers and sisters, on the day when Christ has set us free from the slavery of death, I appeal to all who have political responsibilities to spare no efforts in combatting the scourge of human trafficking, by working tirelessly to dismantle the networks of exploitation and to bring freedom to those who are their victims. May the Lord comfort their families, above all those who anxiously await news of their loved ones, and ensure them comfort and hope.

May the light of the resurrection illumine our minds and convert our hearts, and make us aware of the value of every human life, which must be welcomed, protected and loved.

A happy Easter to all!

[00555-EN.02] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern, frohe Ostern!

Heute erklingt in der ganzen Welt die Botschaft, die vor zweitausend Jahren von Jerusalem ausging: „Jesus von Nazaret, der Gekreuzigte, ist auferstanden!“ (vgl. Mk 16,6).

Die Kirche erlebt erneut das Staunen der Frauen, die im Morgengrauen des ersten Tages der Woche zum Grab gingen. Das Grab Jesu war mit einem großen Stein verschlossen; und so verschließen auch heute noch schwere, allzu schwere Felsblöcke die Hoffnungen der Menschheit: der Fels des Krieges, der Fels der humanitären Krisen, der Fels der Menschenrechtsverletzungen, der Fels des Menschenhandels und andere mehr. Auch wir fragen uns, so wie die Jüngerinnen Jesu: „Wer könnte uns diese Steine wegwälzen?“ (vgl. Mk 16,3).

Und dann die Entdeckung des Ostermorgens: Der Stein, dieser große Stein, ist bereits weggewälzt worden. Das Staunen der Frauen ist unser Staunen: Das Grab Jesu ist offen und es ist leer! Von hier aus nimmt alles seinen Anfang. Durch dieses leere Grab hindurch führt der neue Weg, der Weg, den niemand außer Gott allein eröffnen konnte: der Weg des Lebens inmitten des Todes, der Weg des Friedens inmitten des Krieges, der Weg der Versöhnung inmitten des Hasses, der Weg der Geschwisterlichkeit inmitten der Feindschaft.

Brüder und Schwestern, Jesus Christus ist auferstanden, und er allein ist fähig, die Steine wegzuwälzen, die den Weg zum Leben versperren. Ja, er selbst, der Lebendige, ist der Weg: der Weg des Lebens, des Friedens, der Versöhnung, der Geschwisterlichkeit. Er eröffnet uns den menschlich gesehen unmöglichen Weg, denn nur er nimmt die Sünde der Welt hinweg und vergibt unsere Sünden. Und ohne die Vergebung Gottes kann jener Stein nicht weggeräumt werden. Ohne die Vergebung der Sünden kommt man nicht aus Verschlossenheit, Vorurteilen, gegenseitigen Verdächtigungen und Selbstgerechtigkeiten heraus, die dazu führen, dass man immer sich selbst freispricht und andere anklagt. Allein der auferstandene Christus, der uns die Vergebung der Sünden schenkt, macht den Weg frei für eine erneuerte Welt.

Er allein öffnet uns die Türen zum Leben, Türen, die wir mit den in der Welt aufkommenden Kriegen ständig schließen. Heute richten wir unseren Blick vor allem auf die Heilige Stadt Jerusalem, die Zeugin des Geheimnisses von Jesu Leiden, Tod und Auferstehung, und auf alle christlichen Gemeinschaften des Heiligen Landes.

Meine Gedanken sind vor allem bei den Opfern der vielen aktuellen Konflikte in der Welt, angefangen bei denen in Israel und Palästina und in der Ukraine. Der auferstandene Christus eröffne den leidtragenden Bevölkerungsgruppen in diesen Regionen einen Weg des Friedens. Ich rufe zur Achtung der Grundsätze des Völkerrechts auf und hoffe auf einen umfassenden Austausch aller Gefangenen zwischen Russland und der Ukraine: alle für alle!

Darüber hinaus fordere ich erneut einen garantierten Zugang für humanitäre Hilfe nach Gaza sowie die sofortige Freilassung der am 7. Oktober entführten Geiseln und einen sofortigen Waffenstillstand im Gaza-Streifen.

Wir dürfen nicht zulassen, dass die anhaltenden Kampfhandlungen die erschöpfte Zivilbevölkerung, insbesondere die Kinder, weiterhin so schwer treffen. Wie viel Leid sehen wir in den Augen der Kinder: Diese Kinder in den Kriegsgebieten haben vergessen, wie man lächelt. Ihre Blicke fragen uns: Warum? Warum so viel Tod? Warum so viel Zerstörung? Der Krieg ist immer eine Absurdität und der Krieg ist immer eine Niederlage! Lassen wir nicht zu, dass immer stärker werdende Winde des Krieges über Europa und den Mittelmeerraum wehen. Erliegen wir nicht der Logik der Waffen und der Aufrüstung. Frieden wird niemals mit Waffen geschaffen, sondern indem man die Hände ausstreckt und die Herzen öffnet.

Und Brüder und Schwestern, vergessen wir nicht Syrien, das seit dreizehn Jahren unter den Folgen eines langen, verheerenden Krieges leidet. So viele Tote, vermisste Menschen, so viel Armut und Zerstörung warten auf Antworten vonseiten aller, auch von der internationalen Gemeinschaft.

Mein Blick richtet sich heute in besonderer Weise auf den Libanon, der seit langem von einer Blockade im institutionellen Bereich und einer tiefen wirtschaftlichen und sozialen Krise leidet, die jetzt durch die Auseinandersetzungen an der Grenze zu Israel noch verschärft wird. Der Auferstandene tröste das geliebte libanesische Volk und unterstütze das ganze Land in seiner Bestimmung, ein Land der Begegnung, des Miteinanders und des Pluralismus zu sein.

Mein besonderer Gedanke gilt der Region des westlichen Balkans, in der bedeutende Schritte zur Integration in das europäische Projekt unternommen werden: Mögen die ethnischen, kulturellen und konfessionellen Unterschiede nicht die Ursache für Spaltung sein, sondern zu einer Quelle der Bereicherung für ganz Europa und die Welt werden.

Ebenso begrüße ich die Gespräche zwischen Armenien und Aserbaidschan, auf dass sie mit Unterstützung der internationalen Gemeinschaft den Dialog fortsetzen, den Flüchtlingen helfen, die Kultstätten der verschiedenen Konfessionen respektieren und so bald wie möglich zu einem endgültigen Friedensabkommen gelangen können.

Der auferstandene Christus eröffne einen Weg der Hoffnung für die Menschen in den übrigen Teilen der Welt, die unter Gewalt, Konflikten, Ernährungsunsicherheit und den Auswirkungen des Klimawandels leiden. Der Herr schenke den Opfern aller Formen des Terrorismus Trost. Wir beten für alle, die ihr Leben verloren haben, und beten um Reue und Umkehr der Täter.

Der auferstandene Herr stehe dem haitianischen Volk bei, damit die Gewalt, die das Land zerreißt und zu Blutvergießen führt, so schnell wie möglich endet und das Land auf dem Weg der Demokratie und der Geschwisterlichkeit Fortschritte machen kann.

Er möge den Rohingya, die von einer schweren humanitären Krise betroffen sind, Trost spenden und den Weg der Versöhnung in Myanmar, das von jahrelangen internen Konflikten zerrissen ist, eröffnen, damit jede Logik der Gewalt endgültig überwunden werden kann.

Möge der Herr Wege des Friedens auf dem afrikanischen Kontinent eröffnen, insbesondere für die leidgeprüfte Bevölkerung im Sudan und in der gesamten Sahelzone, am Horn von Afrika, in der Region Kivu in der Demokratischen Republik Kongo und in der Provinz Capo Delgado in Mosambik; und möge er der anhaltenden Dürre ein Ende setzen, die weite Gebiete betrifft und Not und Hunger verursacht.

Möge der auferstandene Herr den Migranten und denjenigen, die in wirtschaftlicher Not sind, sein Licht leuchten lassen und ihnen in der Zeit ihrer Not Trost und Hoffnung spenden. Möge Christus alle Menschen guten Willens dazu bewegen, sich solidarisch zu vereinen, um gemeinsam die vielen Herausforderungen zu bewältigen, denen sich die ärmsten Familien auf ihrer Suche nach einem besseren Leben und Glück gegenübersehen.

An diesem Tag, an dem wir das Leben feiern, das uns durch die Auferstehung des Sohnes geschenkt wurde, wollen wir uns an die unendliche Liebe Gottes zu jedem von uns erinnern: eine Liebe, die jede Begrenztheit und jede Unzulänglichkeit übersteigt. Doch wie oft wird das kostbare Geschenk des Lebens missachtet. Wie viele Kinder dürfen nicht einmal das Licht der Welt erblicken? Wie viele verhungern oder erhalten keine lebensnotwendige Versorgung oder werden Opfer von Missbrauch und Gewalt? Wie viele Leben werden durch den zunehmenden Menschenhandel zur Ware?

Brüder und Schwestern, an dem Tag, an dem Christus uns aus der Knechtschaft des Todes befreit hat, fordere ich die politisch Verantwortlichen auf, keine Mühen zu scheuen, um die Geißel des Menschenhandels zu bekämpfen, und sich unermüdlich dafür einzusetzen, ausbeuterische Strukturen zu zerschlagen und die Opfer zu befreien. Der Herr tröste ihre Familien, insbesondere diejenigen, die mit Bangen auf Nachrichten von ihren Angehörigen warten, und schenke ihnen Kraft und Hoffnung.

Möge das Licht der Auferstehung unseren Geist erleuchten und unser Herz bekehren, damit wir uns des Wertes eines jeden Menschenlebens bewusstwerden, das stets angenommen, geschützt und geliebt werden muss.

Ich wünsche allen ein gesegnetes Osterfest!

[00555-DE.02] [Originalsprache: Italienisch]

Traduzione in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas: ¡Feliz Pascua!

Hoy resuena en todo el mundo el anuncio que salió hace dos mil años desde Jerusalén: “Jesús Nazareno, el Crucificado, ha resucitado” (cf. Mc 16,6).

La Iglesia revive el asombro de las mujeres que fueron al sepulcro al amanecer del primer día de la semana. La tumba de Jesús había sido cerrada con una gran piedra; y así también hoy hay rocas pesadas, demasiado pesadas, que cierran las esperanzas de la humanidad: la roca de la guerra, la roca de las crisis humanitarias, la roca de las violaciones de los derechos humanos, la roca del tráfico de personas, y otras más. También nosotros, como las mujeres discípulas de Jesús, nos preguntamos unos a otros: “¿Quién nos correrá estas piedras?” (cf. Mc 16,3).

Y he aquí el gran descubrimiento de la mañana de Pascua: la piedra, aquella piedra tan grande, ya había sido corrida. El asombro de las mujeres es nuestro asombro. La tumba de Jesús está abierta y vacía. A partir de ahí comienza todo. A través de ese sepulcro vacío pasa el camino nuevo, aquel que ninguno de nosotros sino sólo Dios pudo abrir: el camino de la vida en medio de la muerte, el camino de la paz en medio de la guerra, el camino de la reconciliación en medio del odio, el camino de la fraternidad en medio de la enemistad.

Hermanos y hermanas, Jesucristo ha resucitado, y sólo Él es capaz de quitar las piedras que cierran el camino hacia la vida. Más aún, Él mismo, el Viviente, es el Camino; el Camino de la vida, de la paz, de la reconciliación, de la fraternidad. Él nos abre un pasaje que humanamente es imposible, porque sólo Él quita el pecado del mundo y perdona nuestros pecados. Y sin el perdón de Dios esa piedra no puede ser removida. Sin el perdón de los pecados no es posible salir de las cerrazones, de los prejuicios, de las sospechas recíprocas o de las presunciones que siempre absuelven a uno mismo y acusan a los demás. Sólo Cristo resucitado, dándonos el perdón de los pecados, nos abre el camino a un mundo renovado.

Sólo Él nos abre las puertas de la vida, esas puertas que cerramos continuamente con las guerras que proliferan en el mundo. Hoy dirigimos nuestra mirada ante todo a la Ciudad Santa de Jerusalén, testigo del misterio de la pasión, muerte y resurrección de Jesús, y a todas las comunidades cristianas de Tierra Santa.

Mi pensamiento se dirige principalmente a las víctimas de tantos conflictos que están en curso en el mundo, comenzando por los de Israel y Palestina, y en Ucrania. Que Cristo resucitado abra un camino de paz para las martirizadas poblaciones de esas regiones. A la vez que invito a respetar de los principios del derecho internacional, hago votos por un intercambio general de todos los prisioneros entre Rusia y Ucrania: ¡todos por todos!

Además, reitero el llamamiento para que se garantice la posibilidad del acceso de ayudas humanitarias a Gaza, exhortando nuevamente a la rápida liberación de los rehenes secuestrados el pasado 7 de octubre y a un inmediato alto el fuego en la Franja.

No permitamos que las hostilidades en curso continúen afectando gravemente a la población civil, ya de por sí extenuada, y principalmente a los niños. Cuánto sufrimiento vemos en los ojos de los niños: ¡han olvidado de sonreír esos niños en aquellas tierras de guerra! Con su mirada nos preguntan: ¿por qué? ¿Por qué tanta muerte? ¿Por qué tanta destrucción? La guerra es siempre un absurdo, la guerra es siempre una derrota. No permitamos que los vientos de la guerra soplen cada vez más fuertes sobre Europa y sobre el Mediterráneo. Que no se ceda a la lógica de las armas y del rearme. La paz no se construye nunca con las armas, sino tendiendo la mano y abriendo el corazón.

Hermanos y hermanas, no nos olvidemos de Siria, que lleva trece años sufriendo las consecuencias de una guerra larga y devastadora. Muchísimos muertos, personas desaparecidas, tanta pobreza y destrucción esperan respuestas por parte de todos, también de la Comunidad internacional.

Mi mirada se dirige hoy de modo especial al Líbano, afectado desde hace tiempo por un bloqueo institucional y por una profunda crisis económica y social, agravados ahora por las hostilidades en la frontera con Israel. Que el Resucitado consuele al amado pueblo libanés y sostenga a todo el país en su vocación a ser una tierra de encuentro, convivencia y pluralismo.

Mi pensamiento se orienta en particular a la Región de los Balcanes Occidentales, donde se están dando pasos significativos hacia la integración en el proyecto europeo. Que las diferencias étnicas, culturales y confesionales no sean causa de división, sino fuente de riqueza para toda Europa y para el mundo entero.

Asimismo, aliento las conversaciones entre Armenia y Azerbaiyán para que, con el apoyo de la Comunidad internacional, puedan proseguir el diálogo, ayudar a las personas desplazadas, respetar los lugares de culto de las diversas confesiones religiosas y llegar cuanto antes a un acuerdo de paz definitivo.

Que Cristo resucitado abra un camino de esperanza a las personas que en otras partes del mundo sufren a causa de la violencia, los conflictos y la inseguridad alimentaria, como también por los efectos del cambio climático. Que el Señor dé consuelo a las víctimas de cualquier forma de terrorismo. Recemos por los que han perdido la vida e imploremos el arrepentimiento y la conversión de los autores de estos crímenes.

Que el Resucitado asista al pueblo haitiano, para que cese cuanto antes la violencia que lacera y ensangrienta el país, y pueda progresar en el camino de la democracia y la fraternidad.

Que conforte a los Rohinyá, afligidos por una grave crisis humanitaria, y abra el camino de la reconciliación en Myanmar, país golpeado desde hace años por conflictos internos, para que se abandone definitivamente toda lógica de violencia.

Que el Señor abra vías de paz en el continente africano, especialmente para las poblaciones exhaustas en Sudán y en toda la región del Sahel, en el Cuerno de África, en la región de Kivu en la República Democrática del Congo y en la provincia de Cabo Delgado en Mozambique, y ponga fin a la prolongada situación de sequía que afecta a amplias zonas y provoca carestía y hambre.

Que el Resucitado haga resplandecer su luz sobre los migrantes y sobre todos aquellos que están atravesando un período de dificultad económica, brindándoles consuelo y esperanza en los momentos de necesidad. Que Cristo guíe a todas las personas de buena voluntad a unirse en la solidaridad, para afrontar juntos los numerosos desafíos que conciernen a las familias más pobres en su búsqueda de una vida mejor y de la felicidad.

En este día en que celebramos la vida que se nos da en la resurrección del Hijo, recordamos el amor infinito de Dios por cada uno de nosotros, un amor que supera todo límite y toda debilidad. Y, sin embargo, con cuánta frecuencia se desprecia el don precioso de la vida. ¿Cuántos niños ni siquiera pueden ver la luz? ¿Cuántos mueren de hambre o carecen de cuidados esenciales o son víctimas de abusos y violencia? ¿Cuántas vidas se compran y se venden por el creciente comercio de seres humanos?

Hermanos y hermanas, en el día en que Cristo nos ha liberado de la esclavitud de la muerte, exhorto a cuantos tienen responsabilidades políticas para que no escatimen esfuerzos en combatir el flagelo de la trata de seres humanos, trabajando incansablemente para desmantelar sus redes de explotación y conducir a la libertad a quienes son sus víctimas. Que el Señor consuele a sus familias, sobre todo a las que esperan ansiosamente noticias de sus seres queridos, asegurándoles conforto y esperanza.

Que la luz de la resurrección ilumine nuestras mentes y convierta nuestros corazones, haciéndonos conscientes del valor de toda vida humana, que debe ser acogida, protegida y amada.

¡Feliz Pascua a todos!

[00555-ES.02] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua portoghese

Queridos irmãos e irmãs, Feliz Páscoa!

Hoje ressoa em todo o mundo o anúncio que partiu de Jerusalém há dois mil anos: "Jesus de Nazaré, o crucificado, ressuscitou!" (cf. Mc 16, 6).

A Igreja revive o espanto das mulheres que foram ao sepulcro na madrugada do primeiro dia da semana. O túmulo de Jesus tinha sido fechado com uma grande pedra; e assim, ainda hoje, pedras pesadas, demasiadamente pesadas, fecham as esperanças da humanidade: a pedra da guerra, a pedra das crises humanitárias, a pedra das violações dos direitos humanos, a pedra do tráfico de pessoas e outras. Nós também, como as mulheres discípulas de Jesus, perguntamo-nos uns aos outros: "Quem irá remover estas pedras para nós?" (cf. Mc 16, 3).

E eis a sua descoberta na manhã de Páscoa: a pedra, aquela grande pedra, já havia sido removida. O espanto das mulheres é o nosso espanto: o túmulo de Jesus está aberto e vazio! É aqui que tudo começa. Através desse túmulo vazio passa o novo caminho, o caminho que nenhum de nós, mas somente Deus, poderia abrir: o caminho da vida em meio à morte, o caminho da paz em meio à guerra, o caminho da reconciliação em meio ao ódio, o caminho da fraternidade em meio à inimizade.

Irmãos e irmãs, Jesus Cristo ressuscitou, e somente Ele é capaz de remover as pedras que fecham o caminho para a vida. De fato, Ele mesmo, o Vivente, é o Caminho: o Caminho da vida, da paz, da reconciliação, da fraternidade. Ele nos abre a passagem, algo humanamente impossível, porque somente Ele tira o pecado do mundo e perdoa os nossos pecados. E sem o perdão de Deus, essa pedra não pode ser removida. Sem o perdão dos pecados, não se consegue sair dos fechamentos, dos preconceitos, das suspeitas mútuas e das presunções, que sempre levam a absolver a si mesmo e acusar os outros. Somente o Cristo Ressuscitado, ao dar-nos o perdão dos pecados, abre o caminho para um mundo renovado.

Somente ele nos abre as portas da vida, aquelas portas que fechamos continuamente com as guerras que se alastram pelo mundo. Hoje voltamos nosso olhar, em primeiro lugar, para a Cidade Santa de Jerusalém, testemunha do mistério da paixão, morte e ressurreição de Jesus, e para todas as comunidades cristãs da Terra Santa.

Meu pensamento se dirige, sobretudo, às vítimas dos muitos conflitos em andamento no mundo, a começar pelos que ocorrem em Israel, na Palestina e na Ucrânia. Que o Cristo Ressuscitado abra um caminho de paz para as populações atormentadas dessas regiões. Ao mesmo tempo que convido a que sejam respeitados os princípios do direito internacional, espero que haja uma troca geral de todos os prisioneiros entre a Rússia e a Ucrânia: todos por todos!

Além disso, faço novamente um apelo para que seja garantido o acesso da ajuda humanitária a Gaza e insisto, uma vez mais, na pronta libertação dos reféns sequestrados em 7 de outubro e em um cessar-fogo imediato na Faixa de Gaza.

Não permitamos que as hostilidades em andamento continuem a afetar seriamente a população civil, já exausta, especialmente as crianças. Quanto sofrimento vemos nos olhos das crianças! Aquelas crianças, nas terras onde há guerras, já se esqueceram como se sorri. Com o seu olhar nos perguntam: Por quê? Por que tanta morte? Por que tanta destruição? A guerra é sempre um absurdo, a guerra é sempre uma derrota! Não permitamos que ventos de guerra cada vez mais fortes soprem sobre a Europa e o Mediterrâneo. Não nos rendamos à lógica das armas e do rearmamento. A paz nunca é construída com armas, mas estendendo nossas mãos e abrindo nossos corações.

Irmãos e irmãs, não nos esqueçamos da Síria, que vem sofrendo as consequências de uma guerra longa e devastadora há treze anos. Tantos mortos, pessoas desaparecidas, tanta pobreza e destruição estão esperando por respostas de todos, inclusive da comunidade internacional.

Meu olhar hoje se dirige de modo especial ao Líbano, que há muito tempo vem sendo afetado por um bloqueio institucional e por uma profunda crise econômica e social, agora agravada pelas hostilidades na fronteira com Israel. Que o Senhor Ressuscitado conforte o amado povo libanês e sustente todo o país em sua vocação de ser uma terra de encontro, coexistência e pluralismo.

Dirijo um pensamento especial à região dos Bálcãs Ocidentais, onde estão sendo dados passos significativos para a integração no projeto europeu: que as diferenças étnicas, culturais e confessionais não sejam uma causa de divisão, mas se tornem uma fonte de enriquecimento para toda a Europa e para o mundo inteiro.

Da mesma forma, encorajo as conversações entre a Armênia e o Azerbaijão, para que, com o apoio da comunidade internacional, se possa continuar o diálogo, ajudar os deslocados, respeitar os locais de culto das diferentes denominações religiosas e chegar a um acordo de paz definitivo o mais rápido possível.

Que o Cristo Ressuscitado abra um caminho de esperança às pessoas que, em outras partes do mundo, sofrem com a violência, os conflitos, a insegurança alimentar e os efeitos das mudanças climáticas. Que o Senhor conceda conforto às vítimas de todas as formas de terrorismo. Oremos pelos que perderam suas vidas e imploremos arrependimento e conversão para os autores de tais crimes.

Que o Senhor Ressuscitado ajude o povo haitiano, para que a violência, que derrama sangue e dilacera o País, possa cessar o mais rápido possível e que se possa progredir no caminho da democracia e da fraternidade.

Que Ele dê conforto aos Roingas, afligidos por uma grave crise humanitária, e abra o caminho da reconciliação em Mianmar, dilacerado por anos de conflito interno, a fim de que toda lógica de violência seja definitivamente abandonada.

Que o Senhor abra caminhos de paz no continente africano, especialmente para as populações provadas no Sudão e em toda a região do Sahel, no Chifre da África, na região de Kivu, na República Democrática do Congo, e na província de Cabo Delgado, em Moçambique, e ponha fim à prolongada situação de seca que afeta vastas áreas e causa fome e carestia.

Que o Ressuscitado faça resplandecer a sua luz sobre os migrantes e aqueles que estão passando por dificuldades econômicas, oferecendo-lhes conforto e esperança em seus momentos de necessidade. Que Cristo guie todas as pessoas de boa vontade a se unirem em solidariedade, para enfrentarem juntas os muitos desafios que as famílias mais pobres enfrentam em sua busca por uma vida melhor e pela felicidade.

Neste dia em que celebramos a vida que nos foi dada na ressurreição do Filho, lembremo-nos do amor infinito de Deus por cada um de nós: um amor que supera todos os limites e todas as fraquezas. No entanto, quão frequentemente a preciosa dádiva da vida é desprezada! Quantas crianças não conseguem sequer ver a luz? Quantas morrem de fome, ou são privadas de cuidados essenciais, ou são vítimas de abuso e violência? Quantas vidas são mercantilizadas pelo crescente comércio de seres humanos?

Irmãos e irmãs, no dia em que Cristo nos libertou da escravidão da morte, exorto aqueles com responsabilidade política a não pouparem esforços no combate ao flagelo do tráfico humano, trabalhando incansavelmente para desmantelar suas redes de exploração e trazer liberdade àqueles que são suas vítimas. Que o Senhor console suas famílias, especialmente aquelas que aguardam ansiosamente notícias de seus entes queridos, assegurando-lhes conforto e esperança.

Que a luz da ressurreição ilumine nossas mentes e converta nossos corações, conscientizando-nos do valor de toda vida humana, que deve ser acolhida, protegida e amada.

Feliz Páscoa a todos!

[00555-PO.02] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua polacca

Drodzy bracia i siostry, dobrych Świąt Wielkanocnych!

Dziś na całym świecie rozbrzmiewa wieść, która dwa tysiące lat temu wyszła z Jerozolimy: „Jezus z Nazaretu, ukrzyżowany, zmartwychwstał!” (por. Mk 16, 6).

Kościół przeżywa na nowo zdumienie kobiet, które o świcie pierwszego dnia tygodnia udały się do grobu. Grób Jezusa był zamknięty wielkim kamieniem. Także dzisiaj, ciężkie, zbyt ciężkie głazy zamykają nadzieje ludzkości: głaz wojny, głaz kryzysów humanitarnych, głaz łamania praw człowieka, głaz handlu ludźmi i jeszcze inne. My również, podobnie jak kobiety uczennice Jezusa, pytamy siebie nawzajem: „Kto nam odsunie te kamienie?” (por. Mk 16, 3).

I oto odkrycie poranka wielkanocnego: kamień, ten wielki kamień, został już odsunięty. Zdumienie kobiet jest naszym zdumieniem: grób Jezusa jest otwarty i pusty! Od tego wszystko się zaczyna. Przez ten pusty grób przechodzi nowa droga, droga, której nikt z nas nie mógł otworzyć, lecz tylko sam Bóg: droga życia pośród śmierci, droga pokoju pośród wojny, droga pojednania pośród nienawiści, droga braterstwa pośród wrogości.

Bracia i siostry, Jezus Chrystus zmartwychwstał i tylko On jest zdolny do odsunięcia kamieni, które zamykają drogę ku życiu. Co więcej, On sam, Żyjący, jest Drogą: Drogą życia, pokoju, pojednania, braterstwa. On nam otwiera przejście po ludzku niemożliwe, ponieważ tylko On gładzi grzech świata i przebacza nasze grzechy. A bez Bożego przebaczenia kamień ten nie może zostać odsunięty. Bez przebaczenia grzechów nie wychodzi się z zamknięcia, uprzedzeń, wzajemnych podejrzeń, uprzedzeń, które zawsze rozgrzeszają siebie, a oskarżają innych. Tylko Zmartwychwstały Chrystus, dając nam przebaczenie grzechów, otwiera drogę do odnowionego świata.

Tylko On otwiera nam bramy życia, te bramy, które nieustannie zamykamy wojnami szerzącymi się w świecie. Dziś kierujemy nasz wzrok przede wszystkim ku Świętemu Miastu Jerozolimie, świadkowi tajemnicy męki, śmierci i zmartwychwstania Jezusa, oraz na wszystkie wspólnoty chrześcijańskie Ziemi Świętej.

Moje myśli kieruję przede wszystkim ku ofiarom licznych konfliktów, toczących się w świecie, począwszy od tych w Izraelu i Palestynie oraz na Ukrainie. Niech Zmartwychwstały Chrystus otworzy drogę pokoju dla udręczonych mieszkańców tych regionów. Wzywając do poszanowania zasad prawa międzynarodowego, pragnę wyrazić życzenie powszechnej wymiany wszystkich jeńców między Rosją a Ukrainą: wszyscy za wszystkich!

Ponadto, ponownie apeluję o zapewnienie dostępu pomocy humanitarnej do Strefy Gazy i na nowo zachęcam do szybkiego uwolnienia zakładników porwanych 7 października ubiegłego roku, oraz do natychmiastowego zawieszenia broni w Strefie Gazy.

Nie pozwólmy, aby trwające działania wojenne nadal miały poważnie konsekwencje dla wyczerpanej już ludności cywilnej, a zwłaszcza dla dzieci. Ile cierpienia widzimy w oczach dzieci: dzieci na tych ziemiach ogarniętych wojną zapomniały o uśmiechu! Ich oczy pytają nas: dlaczego? Dlaczego tyle śmierci? Dlaczego tyle zniszczeń? Wojna jest zawsze absurdem, wojna jest zawsze porażką! Nie pozwólmy, by coraz silniejsze wichry wojny wiały nad Europą i Morzem Śródziemnym. Nie poddawajmy się logice zbrojeń i remilitaryzacji. Pokoju nigdy nie buduje się bronią, lecz wyciągając ręce i otwierając serca.

Bracia i siostry, nie zapominajmy o Syrii, która od trzynastu lat ponosi konsekwencje długiej i wyniszczającej wojny. Bardzo wielu zabitych, osób zaginionych, wielkie ubóstwo i zniszczenie oczekują na reakcję od wszystkich, w tym od wspólnoty międzynarodowej.

Moje spojrzenie kieruję dziś w szczególny sposób na Liban, który od dawna jest dotknięty blokadą instytucjonalną oraz głębokim kryzysem gospodarczym i społecznym, obecnie pogłębionym przez działania wojenne na granicy z Izraelem. Niech Zmartwychwstały Pan pocieszy umiłowany naród libański i wspiera cały kraj w jego powołaniu do bycia ziemią spotkania, współistnienia i pluralizmu.

Szczególną myśl kieruję do regionu Bałkanów Zachodnich, gdzie podejmowane są znaczące kroki w kierunku integracji z projektem europejskim: niech różnice etniczne, kulturowe i wyznaniowe nie będą przyczyną podziałów, lecz staną się źródłem ubogacenia dla całej Europy i reszty świata.

Podobnie zachęcam do rozmów między Armenią i Azerbejdżanem, aby przy wsparciu wspólnoty międzynarodowej mogły kontynuować dialog, przyjść z pomocą wysiedlonym, respektować miejsca kultu różnych wyznań religijnych, i jak najszybciej dojść do ostatecznego porozumienia pokojowego.

Niech Zmartwychwstały Chrystus otworzy drogę nadziei dla osób z innych części świata, które cierpią z powodu przemocy, konfliktów, niedoboru żywności i skutków zmian klimatycznych. Niech Pan da pocieszenie ofiarom wszelkich form terroryzmu. Modlimy się za tych, którzy stracili życie i błagamy o skruchę i nawrócenie dla sprawców takich zbrodni.

Niech Zmartwychwstały Pan wspomaga naród haitański, aby jak najszybciej ustała przemoc, która rozdziera i wykrwawia ten kraj, i aby mógł on podążać drogą demokracji i braterstwa.

Niech da pocieszenie ludowi Rohingja, dotkniętemu poważnym kryzysem humanitarnym, i otworzy drogę pojednania w Mjanmie, rozdartej przez lata wewnętrznego konfliktu, aby została definitywnie porzucona wszelka logika przemocy.

Niech Pan otworzy drogi pokoju na kontynencie afrykańskim, zwłaszcza dla wyczerpanej ludności w Sudanie i całym regionie Sahelu, w Rogu Afryki, w regionie Kiwu w Demokratycznej Republice Konga i w prowincji Cabo Delgado w Mozambiku, i sprawi, aby ustała przedłużająca się susza, która dotyka rozległe obszary i powoduje niedostatek i klęskę głodu.

Niech Zmartwychwstały oświeci swoim światłem migrantów i tych, którzy doświadczają trudności ekonomicznych, dając im pocieszenie i nadzieję w chwili potrzeby. Niech Chrystus poprowadzi wszystkich ludzi dobrej woli do zjednoczenia się w solidarności, aby wspólnie stawić czoła wielu wyzwaniom, przed którymi stoją najuboższe rodziny, w ich poszukiwaniu lepszego życia i szczęścia.

W tym dniu, w którym świętujemy życie dane nam w zmartwychwstaniu Syna, pamiętajmy o nieskończonej miłości Boga do każdego z nas: miłości, która przekracza wszelkie ograniczenia i wszelkie słabości. Jednak, jakże niezmiernie często drogocenny dar życia jest lekceważony. Jak wiele dzieci nie może nawet się narodzić? Jak wiele umiera z głodu czy pozbawionych jest niezbędnej opieki, lub pada ofiarą nadużyć i przemocy? Z jak wielu istnień ludzkich uczyniono towar poprzez rosnący handel ludźmi?

Bracia i siostry, w dniu, w którym Chrystus wyzwolił nas z niewoli śmierci, wzywam tych, którzy sprawują odpowiedzialność polityczną, aby nie szczędzili wysiłków w zwalczaniu plagi handlu ludźmi, pracując niestrudzenie nad rozbiciem sieci wyzysku i przynosząc wolność tym, którzy są jego ofiarami. Niech Pan pocieszy ich rodziny, zwłaszcza te, które z niepokojem oczekują wiadomości o swoich bliskich, zapewniając im pocieszenie i nadzieję.

Niech światło zmartwychwstania oświeci nasze umysły i nawróci serca, uświadamiając nam wartość każdego ludzkiego życia, które musi być przyjęte, chronione i kochane.

Wszystkim życzę dobrych Świąt Wielkanocnych!

[00555-PL.02] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua araba

بركة قداسة البابا فرنسيس

لمدينة روما وللعالم

في مناسبة عيد الفصح

يوم الأحد 31 آذار/مارس 2024

بازيليكا القدّيس بطرس

أيّها الإخوة والأخوات، عيد فصح مجيد!

يتردّد اليوم صدى البشرى التي انطلقت من القدس قبل ألفي عام في جميع أنحاء العالم: "يَسُوعَ النَّاصِرِيِّ الَّذِي كَانَ مَصلُوبًا. لَقَدْ قَامَ مِنَ المَوْتِ!" (مرقس 16، 6)، وتعيش الكنيسة من جديد دهشة النّسوة اللواتي ذهبن إلى القبر في فجر أوّل يوم من الأسبوع. كان قبر يسوع مغلقًا بحجر كبير. وهكذا، حتّى اليوم، تغلق الصّخور الثّقيلة، الثّقيلة جدًّا، آمال البشريّة: صخرة الحرب، وصخرة الأزمة في المساعدات الإنسانيّة، وصخرة انتهاكات حقوق الإنسان، وصخرة الاتّجار بالبشر، وغيرها. نحن أيضًا، مثل تلميذات يسوع، نسأل بعضنا بعضًا: "مَنْ سَيُحَرِّكُ لَنَا الحَجَرَ؟" (مرقس 16، 3).

وهذا ما نكتشفه في صباح الفصح: الحجر، ذلك الحجر الكبير، قد دُحرِج. ونُدهَش كما دُهِشَت النّساء: قبر يسوع مفتوح وفارغ! ومن هنا يبدأ كلّ شيء. بهذا القبر الفارغ تمرّ طريق جديدة، الطّريق التي لم يتمكّن أحد منّا أن يفتحها، الله وحده فتحها: طريق الحياة في وسط الموت، وطريق السّلام في وسط الحرب، وطريق المصالحة في وسط الكراهية، وطريق الأُخُوَّة في وسط العداوة.

أيّها الإخوة والأخوات، لقد قام يسوع المسيح، وهو وحده القادر على دحرجة الحجارة التي تسُدُّ طريقنا إلى الحياة. بل هو نفسه، الحيّ، هو الطّريق: الطّريق إلى الحياة، والسّلام، والمصالحة، والأُخُوّة. إنّه يفتح لنا الطّريق المستحيل في نظر النّاس، لأنّه وحده يرفع خطيئة العالم ويغفر خطايانا. وبدون مغفرة الله لا يمكن إزالة ذلك الحجر. بدون مغفرة الخطايا، لا يمكن أن نخرج من الانغلاقات، والأحكام المسبقة، والتّهم المتبادلة، والادّعاءات التي تُبرئ الذّات دائمًا وتتهم الآخرين. يسوع المسيح القائم من بين الأموات، يمنحنا هو وحده مغفرة الخطايا، ويفتح الطّريق إلى عالم جديد.

هو وحده يفتح لنا أبواب الحياة، الأبواب التي نغلقها دائمًا بالحروب التي تنتشر في جميع أنحاء العالم. اليوم، نوجّه أنظارنا أوّلًا وقبل كلّ شيء إلى القدس المدينة المقدّسة، الشّاهدة لسرّ آلام وموت وقيامة يسوع، وإلى جميع الجماعات المسيحيّة في الأرض المقدّسة.

أفكاري تتوجّه قبل كلّ شيء إلى ضحايا الصّراعات العديدة التي تدور في العالم، بدءًا بالصّراعات في إسرائيل وفلسطين، وحتّى أوكرانيا. ليفتح المسيح القائم من بين الأموات طريق السّلام للسكان المعذّبين في هذه المناطق. أدعو إلى احترام مبادئ القانون الدّولي، وآمل أن يتمّ تبادل عام لجميع الأسرى بين روسيا وأوكرانيا: الكلّ مقابل الكلّ!

علاوة على ذلك، أدعو مرّة أخرى إلى ضمان إمكانيّة وصول المساعدات الإنسانيّة إلى غزّة، وأحثّ مرّة أخرى على الإفراج الفوري عن الرّهائن المختطفين في 7 تشرين الأوّل/أكتوبر ووقف فوري لإطلاق النّار في قطاع غزّة.

لا نسمح للأعمال العدائيّة الجاريّة بأن تستمرّ بتداعياتها الخطيرة على السّكان المدنيّين المنهكين، وخاصّة على الأطفال. كم من المعاناة نرى في عيونهم: لقد نسي هؤلاء الأطفال أن يبتسموا في أراضيّ الحرب! بأعينهم يسألوننا: لماذا؟ لماذا كلّ هذا الموت؟ لماذا كلّ هذا الدّمار؟ الحرب دائمًا لا معنى لها وهي هزيمة! ولا نسمح لرياح الحرب العاتية أن تهبّ على أوروبا والبحر الأبيض المتوسّط. لا تستسلموا لمنطق السّلاح وإعادة التّسلّح. لن يُبنَى السّلام أبدًا بالأسلحة، بل بمد الأيدي وفتح القلوب.

أيّها الإخوة والأخوات، لا ننس سوريا التي تعاني من عواقب حرب طويلة ومدمّرة منذ ثلاثة عشر عامًا. الموتى العديدون، والمفقودون والفقر الكثير والدّمار، كلّ ذلك ينتظر إجابات من الجميع، بما في ذلك المجتمع الدّوليّ.

وأوجّه نظري اليوم بشكل خاصّ إلى لبنان، الذي تأثّر منذ فترة طويلة بتجميد عمل المؤسّسات، وبأزمة اقتصاديّة واجتماعيّة عميقة، وقد تفاقمت الآن بالأعمال العدائيّة على الحدود مع إسرائيل. ليمنح المسيح القائم من بين الأموات العزاء للشّعب اللبناني الحبيب ويعضد البلد كلّه في دعوته ليكون أرض اللقاء والعيش معًا والتّعدّديّة.

أتوجّه بفكر خاصّ إلى منطقة غرب البلقان، حيث تُتَّخَذُ اليوم خطوات مهمّة نحو الاندماج في المشروع الأوروبي: لا تكُنْ الاختلافات العرقيّة والثّقافيّة والطّائفيّة سببًا للانقسام، بل لتكن مصدر إغناء لأوروبا كلّها وللعالم أجمع.

وبالمثل، أشجّع المحادثات بين أرمينيا وأذربيجان، حتّى يتمكّنوا، بدعم من المجتمع الدّولي، من مواصلة الحوار، ومساعدة النّازحين، واحترام أماكن العبادة لمختلف الطّوائف الدّينيّة، والتّوصّل إلى اتفاق سلام نهائي في أقرب وقت ممكن.

ليفتح المسيح القائم من بين الأموات درب الرّجاء للأشخاص الذين يعانون في أجزاء أخرى من العالم من العنف والصّراعات وانعدام الأمن الغذائي، فضلًا عن آثار تغيّر المناخ. ليمنح العزاء لضحايا كلّ أنواع الإرهاب. نصلّي من أجل الذين فقدوا حياتهم، ونسأل الله أن يمنح التّوبة والهِداية لمرتكبي هذه الجرائم.

ليساعد المسيح القائم من بين الأموات شعب هاييتي، لكي يتوقّف فيه، في أقرب وقت ممكن، العنف الذي يمزّق البلاد ويُدميها، ولكي تتمكّن من التّقدّم على طريق الدّيمقراطيّة والأخُوّة.

ليرحَمْ ويشدِّدْ شعب الرّوهينجا الذين يعانون من أزمة إنسانيّة خطيرة، وليفتح طريق المصالحة في ميانمار التي مزّقتها سنوات من الصّراعات الدّاخليّة، حتّى يُترَكَ نهائيًّا كلّ منطق للعنف.

ليفتح الرّبّ يسوع مسارات للسّلام في القارة الأفريقيّة، وخاصّة للسّكان المعذَّبين في السّودان وفي منطقة السّاحل بأكملها، وفي القرن الأفريقيّ، وفي منطقة كيفو في جمهوريّة الكونغو الدّيمقراطيّة، وفي مقاطعة كيب ديلجادو في موزمبيق، وليوقف حالة الجفاف التي طالت مدّتها، والتي تؤثّر على مناطق واسعة وتتسبّب في المجاعة وقلّة الغذاء.

ليُشرق المسيح القائم من بين الأموات بنوره على المهاجرين، والذين يمرّون بفترة اقتصاديّة صعبة، ويمنحهم الرّاحة والرّجاء عندما تضيق بهم الحال. وليُرشد المسيح جميع الأشخاص ذوي الإرادة الصّالحة إلى الاتّحاد في التّضامن، لمواجهة التّحديات العديدة التي تلوح في الأفق أمام أشدّ العائلات فقرًا، في بحثها عن السّعادة وعن حياة أفضل.

في هذا اليوم الذي نحتفل فيه بالحياة التي أعطيت لنا بقيامة الابن، لنتذكّر حبّ الله اللامتناهي لكلّ واحد منّا: حبًّا يفوق كلّ حدٍّ وكلّ ضعف. ومع ذلك، كم تُحتَقَرُ في كثير من الأحيان هبة الحياة الثّمينة. كم من الأطفال لا يستطيعون حتّى رؤية النّور؟ وكم عدد الذين يموتون من الجوع أو يُحرَمون من الرّعايّة الأساسيّة أو هم ضحايا الاستغلال والعنف؟ كم عدد الأرواح التي يتمّ تسويقها في سوق الاتّجار بالبشر الذي ما زال يتسع ويزداد؟

أيّها الإخوة والأخوات، في اليوم الذي حرّرنا فيه المسيح من عبوديّة الموت، أحثّ أصحاب المسؤوليّات السّياسيّة حتّى لا يدَّخروا جهدًا في مكافحة آفة الاتّجار بالبشر، والعمل بلا كلل لتفكيك شبكات الاستغلال، ومنح الحرّيّة لضحاياها. ليمنح الرّبّ يسوع العزاء لعائلاتهم، وخاصّة الذين ينتظرون بألَم وقلق أخبار أحبائهم، وليمنحهم السّند والرّجاء.

ليُضِئْ نور القيامة عقولنا ويبدِّل قلوبنا، ويجعلنا ندرك قيمة كلّ حياة بشريّة، والتي يجب أن نستقبلها ونحميها ونحبّها.

عيد فصح مجيد للجميع!

[00562-AR.02] [Testo originale: Italiano]

[B0265-XX.02]