Messaggio del Santo Padre
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Pubblichiamo di seguito il Messaggio che il Santo Padre Francesco ha inviato ai giovani nel 5° anniversario dell'Esortazione Apostolica post-sinodale Christus vivit:
Messaggio del Santo Padre
Cari giovani,
Cristo vive e vi vuole vivi! È una certezza che sempre riempie di gioia il mio cuore e che mi spinge ora a scrivervi questo messaggio, a cinque anni dalla pubblicazione dell’Esortazione apostolica Christus vivit, frutto dell’Assemblea del Sinodo dei Vescovi che aveva come tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”.
Vorrei anzitutto che le mie parole ravvivassero in voi la speranza. Nell’attuale contesto internazionale, infatti, segnato da tanti conflitti, da tante sofferenze, posso immaginare che molti di voi si sentano scoraggiati. Perciò desidero ripartire insieme a voi dall’annuncio che sta a fondamento della speranza per noi e per l’intera umanità: “Cristo vive!”.
Lo dico a ciascuno di voi in particolare: Cristo vive e ti ama, infinitamente. E il suo amore per te non è condizionato dalle tue cadute o dai tuoi errori. Lui, che ha dato la sua vita per te, non aspetta, per amarti, la tua perfezione. Guarda le sue braccia aperte sulla croce e «lasciati salvare sempre nuovamente»[1], cammina con Lui come con un amico, accoglilo nella tua vita e lasciagli condividere le gioie e le speranze, le sofferenze e le angosce della tua giovinezza. Vedrai che il tuo cammino si illuminerà e che anche i pesi più grandi diventeranno meno gravosi, perché ci sarà Lui a portarli con te. Per questo, invoca ogni giorno lo Spirito Santo, che «ti fa entrare sempre più nel cuore di Cristo, affinché tu sia sempre più colmo del suo amore, della sua luce e della sua forza»[2].
Quanto vorrei che questo annuncio arrivasse a ciascuno di voi, e che ognuno lo percepisse vivo e vero nella propria vita e sentisse il desiderio di condividerlo coi suoi amici! Sì, perché voi avete questa grande missione: testimoniare a tutti la gioia che nasce dall’amicizia con Cristo.
All’inizio del mio Pontificato, durante la GMG di Rio de Janeiro, vi ho detto con forza: fatevi sentire! “Hagan lio!”. E ancora oggi torno a chiedervelo: fatevi sentire, gridate, non tanto con la voce ma con la vita e con il cuore, questa verità: Cristo vive! Perché tutta la Chiesa sia spinta a rialzarsi, a mettersi sempre di nuovo in cammino e a portare il suo annuncio a tutto il mondo.
Il prossimo 14 aprile ricorderemo i 40 anni dal primo grande raduno dei giovani che, nel contesto dell’Anno Santo della Redenzione, fu il germoglio delle future Giornate Mondiali della Gioventù. Alla fine di quell’anno giubilare, nel 1984, San Giovanni Paolo II consegnò la Croce ai giovani con la missione di portarla in tutto il mondo come segno e ricordo che solo in Gesù morto e risorto c’è salvezza e redenzione. Come ben sapete, si tratta di una Croce di legno senza il Crocifisso, così voluta per ricordarci che essa celebra soprattutto il trionfo della Risurrezione, la vittoria della vita sulla morte, per dire a tutti: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto» (Lc 24,5-6). E voi Gesù contemplatelo così: vivo e traboccante di gioia, vincitore della morte, amico che vi ama e vuole vivere in voi[3].
Solo così, nella luce della sua presenza, la memoria del passato sarà feconda e avrete il coraggio di vivere il presente e affrontare il futuro con speranza. Potrete assumere con libertà la storia delle vostre famiglie, dei vostri nonni, dei vostri genitori, le tradizioni religiose dei vostri Paesi, per essere a vostra volta costruttori del domani, “artigiani” del futuro.
L’Esortazione Christus vivit è frutto di una Chiesa che vuole camminare insieme e che perciò si mette in ascolto, in dialogo e in costante discernimento della volontà del Signore. Per questo, più di cinque anni fa, in vista del Sinodo sui giovani, a tanti di voi, di varie parti del mondo, è stato chiesto di condividere le proprie attese e i propri desideri. Centinaia di giovani sono venuti a Roma e hanno lavorato insieme per alcuni giorni, raccogliendo idee da proporre: grazie al loro lavoro i Vescovi hanno potuto conoscere e approfondire una visione più ampia e profonda del mondo e della Chiesa. È stato un vero “esperimento sinodale”, che ha portato molti frutti e che ha preparato la strada anche per un nuovo Sinodo, quello che stiamo vivendo adesso, in questi anni, proprio sulla sinodalità. Come leggiamo nel Documento Finale del 2018, infatti, «la partecipazione dei giovani ha contribuito a “risvegliare” la sinodalità, che è una “dimensione costitutiva della Chiesa”»[4]. E ora, in questa nuova tappa del nostro percorso ecclesiale, abbiamo più che mai bisogno della vostra creatività per esplorare vie nuove, sempre nella fedeltà alle nostre radici.
Cari giovani, voi siete speranza viva di una Chiesa in cammino! Per questo vi ringrazio della vostra presenza e del vostro apporto alla vita del Corpo di Cristo. E mi raccomando: non fateci mai mancare il vostro chiasso buono, la vostra spinta come quella di un motore pulito e agile, il vostro modo originale di vivere e annunciare la gioia di Gesù Risorto! Per questo prego; e anche voi, per favore, pregate per me.
Roma, San Giovanni in Laterano, 25 marzo 2024, Lunedì Santo.
FRANCESCO
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[1] Esort. ap. postsin. Christus vivit, 123.
[2] Ivi, 130.
[3] Cfr ivi, 126.
[4] Sinodo dei Vescovi, XV Assemblea Generale Ordinaria, I giovani, la fede e il discernimento vocazionale. Documento Finale, 121.
[00528-IT.01] [Testo originale: Italiano]
Traduzione in lingua francese
Chers jeunes,
le Christ vit et vous veut vivants ! C’est une certitude qui remplit toujours mon cœur de joie et qui me pousse aujourd’hui à vous écrire ce message, cinq ans après la publication de l’Exhortation apostolique Christus vivit, fruit de l’Assemblée du Synode des Évêques qui avait pour thème: “Les jeunes, la foi et le discernement vocationnel”.
Je voudrais tout d’abord que mes propos fassent renaître en vous l’espérance. Dans le contexte international actuel marqué, en effet, par tant de conflits, tant de souffrances, je peux imaginer que beaucoup d’entre vous se sentent découragés. C’est pourquoi je souhaite repartir avec vous de l’annonce qui est au fondement de l’espérance pour nous et pour l’humanité tout entière : “Le Christ est vivant”.
Je le dis à chacun de vous en particulier : Le Christ vit et t’aime, infiniment. Et son amour pour toi n’est pas conditionné par tes chutes ou tes erreurs. Lui, qui a donné sa vie pour toi, Il n’attend pas que tu sois parfait pour t’aimer. Regarde ses bras ouverts sur la croix et «laisse-toi sauver encore et encore».[1] Marche avec Lui comme avec un ami, accueille-le dans ta vie et laisse-le partager les joies et les espérances, les souffrances et les angoisses de ta jeunesse. Tu verras que ton chemin s’éclaircira et que même les plus grands fardeaux deviendront moins lourds, parce qu’Il sera là pour les porter avec toi. Invoque donc chaque jour l’Esprit Saint qui «te fait entrer toujours plus avant dans le cœur du Christ, afin de te remplir toujours davantage de son amour, de sa lumière et de sa force».[2]
Combien je voudrais que cette annonce parvienne à chacun de vous, que chacun de vous la perçoive vivante et vraie dans sa vie et qu’il ait envie de la partager avec ses amis ! Oui, parce que vous avez cette grande mission : témoigner à tous de la joie qui naît de l’amitié avec le Christ.
Au début de mon Pontificat, lors des JMJ de Rio de Janeiro, je vous ai dit avec force : faites-vous entendre ! Hagan lio ! Aujourd’hui encore, je vous le demande : faites-vous entendre, criez, non pas tant avec vos voix qu’avec vos vies et vos cœurs, cette vérité : le Christ vit ! Afin que toute l’Église soit poussée à se relever, à repartir et à porter son annonce au monde entier.
Le 14 avril prochain, nous célébrerons le 40ème anniversaire du premier grand rassemblement de jeunes qui, dans le contexte de l’Année Sainte de la Rédemption, a été le ferment des futures Journées Mondiales de la Jeunesse. À la fin de cette année jubilaire, en 1984, saint Jean-Paul II avait remis la Croix aux jeunes avec la mission de la porter dans le monde entier comme un signe et un rappel que le salut et la rédemption ne se trouvent qu’en Jésus mort et ressuscité. Comme vous le savez, il s’agit d’une croix en bois sans crucifix, voulue ainsi pour nous rappeler qu’elle célèbre avant tout le triomphe de la résurrection, la victoire de la vie sur la mort, pour dire à chacun : «Pourquoi cherchez-vous parmi les morts celui qui est vivant ? Il n’est pas ici, il est ressuscité» (Lc 24, 5-6). Et c’est ainsi que vous contemplez Jésus : vivant et débordant de joie, vainqueur de la mort, l’ami qui vous aime et veut vivre en vous.[3]
Ce n’est que de cette manière, à la lumière de sa présence, que la mémoire du passé sera féconde et que vous aurez le courage de vivre le présent et d’affronter l’avenir avec espérance. Vous pourrez assumer librement l’histoire de vos familles, de vos grands-parents, de vos parents, les traditions religieuses de vos pays, pour être à votre tour les bâtisseurs de demain, les “artisans” de l’avenir.
L’Exhortation Christus vivit est le fruit d’une Église qui veut marcher ensemble et qui, pour cela, écoute, dialogue et discerne constamment la volonté du Seigneur. C’est pourquoi, il y a plus de cinq ans, en vue du Synode sur les jeunes, il avait été demandé à un grand nombre d’entre vous, provenant de diverses parties du monde, de partager leurs attentes et leurs désirs. Des centaines de jeunes sont venus à Rome et ont travaillé ensemble pendant quelques jours, rassemblant des idées à proposer : grâce à leur travail, les évêques ont pu connaître et approfondir une vision plus large et plus profonde du monde et de l’Église. Ce fut une véritable “expérience synodale” qui a porté beaucoup de fruits et qui a également préparé le chemin pour un nouveau Synode, celui que nous vivons actuellement, précisément sur la synodalité. Comme nous le lisons dans le Document final de 2018, «la participation des jeunes a contribué à “réveiller” la synodalité qui est une “dimension constitutive de l’Église”».[4] Et maintenant, dans cette nouvelle étape de notre parcours ecclésial, nous avons plus que jamais besoin de votre créativité pour explorer de nouvelles voies, toujours dans la fidélité à nos racines.
Chers jeunes, vous êtes l’espérance vivante d’une Église en marche ! C’est pourquoi je vous remercie pour votre présence et votre contribution à la vie du Corps du Christ. Et je vous en prie : que jamais ne nous manque votre bénéfique vacarme, votre élan comme celui d’un moteur propre et alerte, votre manière originale de vivre et d’annoncer la joie de Jésus ressuscité ! C’est pour cela que je prie ; et vous aussi, s’il vous plaît, priez pour moi.
Rome, Saint Jean de Latran, 25 mars 2024, Lundi Saint.
FRANÇOIS
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[1] Exhort. ap. postsyn. Christus vivit, n. 123.
[2] Ibid., n. 123.
[3] Cf. Ibid., n. 126.
[4] Synode des Évêques, 15ème Assemblée générale ordinaire, Les jeunes, la foi et le discernement vocationnel. Document final, n. 121
[00528-FR.01] [Texte original: Italien]
Traduzione in lingua inglese
Dear young people,
Christ is alive and he wants you to be alive! This certainty always makes my heart overflow with joy, and now it inspires me to write you this Message, five years after the publication of the Apostolic Exhortation Christus Vivit, the fruit of the Assembly of the Synod of Bishops that had as its theme: “Young People, the Faith and Vocational Discernment”.
Above all, I would like my words to be a source of renewed hope for you. In today’s world, marked by so many conflicts and so much suffering, I suspect that many of you feel disheartened. So together with you, I would like to set out from the proclamation that is the basis of our hope and that of all humanity: “Christ is alive!”
I repeat this to each of you individually: Christ is alive and he loves you with an infinite love. His love for you is unaffected by your failings or your mistakes. He gave his life for you, so in his love for you he does not wait for you to be perfect. Look at his arms outstretched on the cross, and “let yourself be saved over and over again”.[1] Walk with him as with a friend, welcome him into your life and let him share all the joys and hopes, the problems and struggles of this time in your lives. You will see that the path ahead will become clearer and that your difficulties will be much less burdensome, because he will be carrying them with you. So pray daily to the Holy Spirit who “draws you ever more deeply into the heart of Christ, so that you can grow in his love, his life and his power”.[2]
How greatly I want this proclamation to reach every one of you, for you to accept it as living and true in your own lives, and feel the desire to share it with your friends! For you have received a great mission: to bear witness before everyone to the joy born of friendship with Christ.
At the beginning of my Pontificate, at the World Youth Day in Rio de Janeiro, I urged you to make your voices heard! Hagan lio! Make a mess! Today, once again, I ask you: make your voices heard! Proclaim, not so much in words but by your life and your heart, the truth that Christ is alive! And in this way, help the whole Church to get up and set out ever anew to bring his message to the entire world.
On 14 April 2024, we will mark the fortieth anniversary of the first great gathering of young people that, in the midst of the Holy Year of the Redemption, was the seed of the future World Youth Days. In 1984, at the end of that Jubilee Year, Saint John Paul II consigned the WYD Cross to young people and gave them the mission of carrying it to the entire world as a sign and reminder that in Jesus alone, crucified and risen, do we find salvation and redemption. As you know very well, that was a plain wooden cross, not a crucifix, precisely in order to remind us that it celebrates the victory of the Resurrection, the triumph of life over death. To everyone, it says: “Why do you look for the living among the dead? He is not here, but has risen” (Lk 24:5). See Jesus in this same way: as alive and overflowing with joy, the victor over death, a friend who loves you and wants to live in you.[3]
Only in this way, in the light of his presence, will your memory of the past prove fruitful, you will find courage in the present and be prepared to face the future with hope. You will find the freedom you need to carry forward the history of your families, your grandparents, your parents, and the religious traditions of your countries, and to be in turn the leaders of tomorrow, “artisans” of the future.
The Exhortation Christus Vivit is the fruit of a Church that wants to move forward together by listening, dialogue and constant discernment of the Lord’s will. That is why more than five years ago, in preparation for the Synod on young people, many of you, from various parts of the world, were asked to share your own hopes and expectations. Hundreds of young people came to Rome and worked together for several days, collecting ideas to present to the Synod. Thanks to their work, the Bishops were able to come to a broader and deeper vision of our world and the Church. It was a genuine “synodal experience”; it bore great fruit and prepared the way for a new Synod, which we are celebrating now, in these years, precisely on the subject of synodality. As we read in the Final Document of the 2018 Synod, “the participation of the young helped to ‘reawaken’ synodality, which is a ‘constitutive element of the Church’”.[4] Now, at this new stage in our ecclesial journey, we need more than ever to draw upon your creativity in order to explore new paths, always in fidelity to our roots.
Dear young people, you are the living hope of a Church on the move! For this reason, I thank you for your presence and for your contribution to the life of the Body of Christ. And I encourage you never to leave us without your good way of “making a mess”, your drive, like that of a clean and well-tuned engine, and your own particular way of living and proclaiming the joy of the risen Jesus! This is my prayer; and I ask you, please, to pray for me.
Rome, Saint John Lateran, 25 March 2024,
Monday of Holy Week.
FRANCIS
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[1] Post-Synodal Apostolic Exhortation Christus Vivit, 123.
[2] Ibid., 130.
[3] Cf. Ibid., 126.
[4] SYNOD OF BISHOPS, XV ORDINARY GENERAL ASSEMBLY, Young People, the Faith and Vocational Discernment, Final Document, 121.
[00528-EN.01] [Original text: Italian]
Traduzione in lingua tedesca
Liebe Jugendliche!
Christus lebt und er will, dass ihr lebt! Es ist eine Gewissheit, die mein Herz immer mit Freude erfüllt und die mich jetzt dazu drängt, diese Botschaft an euch zu schreiben, fünf Jahre nach der Veröffentlichung des Apostolischen Schreibens Christus vivit, Frucht jener Bischofssynode, die das Thema: „Die Jugendlichen, der Glaube und die Erkenntnis der Berufung“ zum Inhalt hatte.
Ich wünsche mir vor allem, dass meine Worte in euch die Hoffnung neu entfachen. Ich kann mir nämlich vorstellen, dass viele von euch sich angesichts der aktuellen internationalen Lage, die von so vielen Konflikten und so viel Leid geprägt ist, entmutigt fühlen. Deshalb möchte ich zusammen mit euch von der Verkündigung ausgehen, die die Grundlage der Hoffnung für uns und für die ganze Menschheit ist: „Christus lebt!“.
Ich sage das zu einem jeden Einzelnen von euch persönlich: Christus lebt und er liebt dich unendlich. Und seine Liebe für dich hängt nicht davon ab, ob du hinfällst oder Fehler machst. Er, der sein Leben für dich hingegeben hat, erwartet nicht deine Vollkommenheit, um dich zu lieben. Betrachte seine geöffneten Arme am Kreuz und »lass dich immer von neuem retten«[1], brich mit ihm wie mit einem Freund auf, nimm ihn in dein Leben auf und lass ihn teilhaben an deinen Freuden und Hoffnungen, den Leiden und Ängsten deiner Jugend. Du wirst sehen, dass dein Weg sich erhellen wird und dass auch die größten Lasten weniger schwer sein werden, weil er da sein wird, um sie mit dir zu tragen. Rufe darum jeden Tag den Heiligen Geist an: Er »führt dich immer tiefer in das Herz Christi hinein, damit du immer mehr von seiner Liebe, seinem Licht und seine Kraft erfüllt wirst«[2].
Wie sehr wünsche ich mir, dass diese Verkündigung jeden von euch erreicht und dass ein jeder von euch sie in seinem eigenen Leben als lebendig und wahr empfindet und die Sehnsucht verspürt, sie mit seinen Freunden zu teilen! Ja, denn ihr habt diesen großen Auftrag: allen die Freude zu bezeugen, die aus der Freundschaft mit Christus kommt.
Zu Beginn meines Pontifikats, während des Weltjugendtags in Rio de Janeiro, habe ich euch mit Nachdruck gesagt: Macht Lärm! „Hagan lio!“ Und ich bitte euch auch heute: Macht Lärm, ruft diese Wahrheit, nicht so sehr mit der Stimme, sondern mit eurem Leben und eurem Herzen: Christus lebt! Auf dass die ganze Kirche motiviert wird, aufzustehen um immer wieder aufzubrechen und ihre Botschaft in die ganze Welt zu tragen.
Am kommenden 14. April begehen wir den 40. Jahrestag des ersten großen Jugendtreffens, das im Rahmen des Heiligen Jahres der Erlösung die Keimzelle der späteren Weltjugendtage bildete. Am Ende jenes Jubiläumsjahres, 1984, übergab der heilige Johannes Paul II. das Kreuz den jungen Menschen mit dem Auftrag, es als Zeichen und Erinnerung daran in die Welt zu tragen, dass es allein in Jesus, der gestorben und auferstanden ist, Heil und Erlösung gibt. Wie ihr sicher wisst, handelt es sich um ein Holzkreuz ohne den Gekreuzigten, das uns daran erinnern soll, dass es vor allem vom Triumph der Auferstehung kündet, vom Sieg des Lebens über den Tod, um allen zu sagen: »Was sucht ihr den Lebenden bei den Toten? Er ist nicht hier, sondern er ist auferstanden« (Lk 24,5-6). Und betrachtet Jesus auf diese Weise: lebendig und voller Freude, als Sieger über den Tod, als Freund, der euch liebt und in euch leben will[3].
Nur so, im Lichte seiner Gegenwart, wird die Erinnerung an das Vergangene fruchtbar sein und werdet ihr den Mut haben, die Gegenwart zu leben und die Zukunft mit Hoffnung anzugehen. Ihr werdet in der Lage sein, die Geschichte eurer Familien, eurer Großeltern, eurer Eltern und die religiösen Traditionen eurer Länder in Freiheit zu übernehmen, um eurerseits Baumeister von morgen, „Handwerker“ der Zukunft zu sein.
Das Nachsynodale Apostolische Schreiben Christus vivit ist Frucht einer Kirche, die gemeinsam unterwegs sein will und deshalb zuhört, in den Dialog eintritt und in geistlicher Unterscheidung beständig nach dem Willen des Herrn fragt. Deshalb sind vor mehr als fünf Jahren im Hinblick auf die Jugendsynode viele von euch aus verschiedenen Teilen der Welt gebeten worden, die eigenen Erwartungen und Wünsche miteinander zu teilen. Hunderte von Jugendlichen kamen nach Rom und arbeiteten einige Tage lang zusammen, um Ideen zu sammeln und vorzuschlagen: Dank ihrer Arbeit konnten die Bischöfe eine umfassendere und tiefgehende Sicht der Welt und der Kirche kennenlernen und erörtern. Es war ein echtes „synodales Experiment“, das viele Früchte getragen und den Weg auch für eine neue Synode bereitet hat, nämlich diejenige, die wir jetzt in diesen Jahren gerade zum Thema Synodalität erleben. Im Abschlussdokument aus dem Jahr 2018 lesen wir nämlich: »Die Teilnahme junger Menschen hat dazu beigetragen, „Synodalität als konstitutive Dimension der Kirche“ wachzurufen«[4]. Und jetzt, in dieser neuen Etappe unseres kirchlichen Weges, brauchen wir eure Kreativität mehr denn je, um neue Wege zu gehen, immer in Treue zu unseren Wurzeln.
Liebe junge Menschen, ihr seid die lebendige Hoffnung einer Kirche, die unterwegs ist. Deshalb danke ich euch für eure Anwesenheit und euren Beitrag zum Leben des Leibes Christi. Und ich bitte euch: Lasst es uns niemals an eurem guten Lärm fehlen, an eurem Antrieb – wie bei einem sauberen und agilen Motor – an eurer originellen Art zu leben und die Freude des auferstandenen Jesus zu verkünden! Dafür bete ich. Und bitte, betet auch ihr für mich.
Rom, Sankt Johannes im Lateran, 25. März 2024, Montag in der Karwoche.
FRANZISKUS
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[1] Nachsynodales Apostolisches Schreiben Christus vivit, 123.
[2] Ebd., 130.
[3] Vgl. Ebd., 126.
[4] Bischofssynode, XV. Ordentliche Generalversammlung. Die Jugendlichen, der Glaube und die Erkenntnis der Berufung, Abschlussdokument, 121.
[00528-DE.01] [Originalsprache: Italienisch]
Traduzione in lingua spagnola
Queridos jóvenes:
¡Cristo vive y quiere que ustedes vivan! Esta es una certeza que siempre colma de alegría mi corazón y que me impulsa ahora a escribirles este mensaje, al cumplirse cinco años de la publicación de la Exhortación apostólicaChristus vivit, fruto de la Asamblea del Sínodo de los Obispos que tuvo como tema “Los jóvenes, la fe y el discernimiento vocacional”.
Quisiera ante todo que mis palabras reavivaran en ustedes la esperanza. En el actual contexto internacional, marcado por tantos conflictos y sufrimientos, es de imaginar que muchos de ustedes se sientan desanimados. Por eso les propongo que partamos juntos desde el anuncio que está en el fundamento de la esperanza para nosotros y para toda la humanidad: “¡Cristo vive!”.
Lo digo a cada uno de ustedes en particular: Cristo vive y te ama infinitamente. Y su amor por ti no está condicionado por tus caídas o tus errores. Él, que dio su vida por ti, no aguarda a que llegues a la perfección para amarte. Mira sus brazos abiertos en la cruz y «déjate salvar una y otra vez»[1], camina con Él como con un amigo, acógelo en tu vida y hazle partícipe de las alegrías y las esperanzas, los sufrimientos y las angustias de tu juventud. Verás que tu camino se iluminará y que también las cargas más grandes se volverán menos pesadas, porque será Él quien las lleve contigo. Por eso, invoca cada día al Espíritu Santo, que «te hace entrar cada vez más en el corazón de Cristo para que te llenes siempre más de su amor, de su luz y de su fuerza»[2].
¡Cuánto quisiera que este anuncio llegase a cada uno de ustedes, y que cada uno lo percibiese vivo y verdadero en su propia vida y sintiera el deseo de compartirlo con sus amigos! Sí, porque ustedes tienen esta gran misión: testimoniar a todos la alegría que nace de la amistad con Cristo.
Al comienzo de mi Pontificado, durante la JMJ de Río de Janeiro, les dije con fuerza: háganse escuchar, “¡hagan lío!”. Y hoy de nuevo vuelvo a pedirles: háganse oír, griten esta verdad, no tanto con la voz sino con la vida y con el corazón: ¡Cristo vive! Para que toda la Iglesia se siente impulsada a levantarse, a ponerse una y otra vez en camino y a llevar su anuncio al mundo entero.
El próximo 14 de abril recordaremos los 40 años del primer gran encuentro de jóvenes que, en el contexto del Año Santo de la Redención, fue el germen de las futuras Jornadas Mundiales de la Juventud. Al final de aquel año jubilar, en 1984, san Juan Pablo II entregó la cruz a los jóvenes con la misión de llevarla a todo el mundo, como signo y recuerdo de que sólo en Jesús muerto y resucitado hay salvación y redención. Como ustedes bien saben, es una cruz de madera sin el Crucificado, pensada así para recordarnos que celebra ante todo el triunfo de la Resurrección, la victoria de la vida sobre la muerte, y para decirles a todos: «¿Por qué buscan entre los muertos al que está vivo? No está aquí, ha resucitado» (Lc24,5-6). Y ustedes contemplen a Jesús de esta manera: vivo y desbordante de gozo, vencedor de la muerte, amigo que los ama y que quiere vivir en ustedes.[3]
Sólo de este modo, a la luz de su presencia, la memoria del pasado será fecunda y tendrán la valentía de vivir el presente afrontando el futuro con esperanza. Podrán asumir con libertad la historia de sus familias, de sus abuelos, de sus padres, las tradiciones religiosas de sus países, para ser a su vez constructores del mañana y “artesanos” del futuro.
La ExhortaciónChristus vivites fruto de una Iglesia que quiere caminar unida y que por eso se pone a la escucha, en diálogo y en constante discernimiento de la voluntad del Señor. Por esta razón, hace más de cinco años, con miras al Sínodo de los jóvenes, se les pidió a muchos de ustedes, de distintas partes del mundo, que compartieran sus esperanzas y sus deseos. Cientos de jóvenes vinieron a Roma y trabajaron juntos durante algunos días, recopilando y proponiendo ideas. Gracias a su trabajo los obispos pudieron conocer y ahondar en una visión más amplia y profunda del mundo y de la Iglesia. Fue un verdadero “experimento sinodal” que dio muchos frutos y que también preparó el camino para un nuevo Sínodo —el que estamos viviendo ahora, en estos años—, precisamente sobre la sinodalidad. Como leemos en elDocumento Finaldel 2018, en efecto, «la participación de los jóvenes ha contribuido a “despertar” la sinodalidad, que es una “dimensión constitutiva de la Iglesia”»[4]. Y ahora, en esta nueva etapa de nuestro itinerario eclesial, necesitamos más que nunca la creatividad de ustedes para explorar nuevos caminos, siempre en fidelidad a nuestras raíces.
Queridos jóvenes, ustedes son la esperanza viva de una Iglesia en camino. Por eso les agradezco su presencia y su contribución a la vida del Cuerpo de Cristo. Y les pido: no permitan que nos falte nunca el lío bueno que ustedes hacen; el empuje que tienen, como el de un motor limpio y ágil; su modo original de vivir y anunciar la alegría de Jesús Resucitado. Rezo por ello; y ustedes también, por favor, recen por mí.
Roma, San Juan de Letrán, 25 de marzo de 2024, Lunes Santo.
FRANCISCO
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[1]Exhort. ap. postsin.Christus vivit, n. 123.
[2]Ibíd., n. 130.
[3]Cf.ibíd., n. 126.
[4] Sínodo de los Obispos, XV Asamblea General Ordinaria. Los jóvenes, la fe y el discernimiento vocacional. Documento Final, n. 121.
[00528-ES.01] [Texto original: Italiano]
Traduzione in lingua portoghese
Queridos jovens,
Cristo vive e quer-vos vivos! É uma certeza que sempre enche de alegria o meu coração e me leva a escrever-vos esta mensagem agora, cinco anos depois da publicação da Exortação apostólica Christus vivit, fruto da Assembleia do Sínodo dos Bispos que teve como tema «Os jovens, a fé e o discernimento vocacional».
Queria, antes de mais nada, que as minhas palavras reavivassem em vós a esperança. De facto, no atual contexto internacional marcado por tantos conflitos, tantos sofrimentos, posso imaginar que muitos de vós se sintam desanimados. Por isso desejo começar, juntamente convosco, do anúncio que está no alicerce da esperança para nós e toda a humanidade: «Cristo vive!»
Digo-o a cada um de vós em particular: Cristo vive e ama-te infinitamente. E o seu amor por ti não está condicionado pelas tuas quedas ou pelos teus erros. Ele que deu a sua vida por ti, não espera pela tua perfeição para te amar. Olha os seus braços abertos na cruz e «deixa-te salvar sempre de novo»[1], caminha com Ele como com um amigo, acolhe-O na tua vida e deixa-O compartilhar as alegrias e as esperanças, os sofrimentos e as angústias da tua juventude. Verás que o teu caminho se iluminará e até os fardos maiores se hão de tornar menos pesados, porque estará Ele a carregá-los contigo. Por isso, invoca diariamente o Espírito Santo, que «te faz entrar cada vez mais no coração de Cristo, para que te enchas sempre mais com o seu amor, a sua luz e a sua força».[2]
Como gostaria que este anúncio chegasse a cada um de vós e cada qual o sentisse vivo e verdadeiro na própria vida e tivesse o desejo de o partilhar com os seus amigos! Sim, porque vós tendes esta grande missão: testemunhar a todos a alegria que nasce da amizade com Cristo.
Ao início do meu Pontificado, durante a JMJ do Rio de Janeiro, disse-vos alto e bom som: fazei-vos ouvir! «Hagan lio!». E o mesmo continuo a pedir-vos hoje: fazei-vos ouvir, gritai, não tanto com a voz mas sobretudo com a vida e o coração, esta verdade: Cristo vive! Para que toda a Igreja seja impelida a levantar-se e pôr-se incessantemente a caminho a fim de levar a sua Boa Nova a todo o mundo.
No próximo dia 14 de abril, comemoram-se quarenta anos do primeiro grande Encontro dos jovens, no contexto do Ano Santo da Redenção, que constituiu o gérmen das futuras Jornadas Mundiais da Juventude. No fim daquele Ano Jubilar, em 1984, São João Paulo II entregou a Cruz aos jovens com a missão de a levarem a todo o mundo como sinal e memória de que, só em Jesus morto e ressuscitado, há salvação e redenção. Como bem sabeis, trata-se duma Cruz de madeira sem o Crucificado, desejada assim para nos lembrar que a mesma celebra sobretudo o triunfo da Ressurreição, a vitória da vida sobre a morte, para dizer a todos: «Por que buscais o Vivente entre os mortos? Não está aqui; ressuscitou!» (Lc 24, 5-6). E vós, contemplai Jesus assim: vivo e transbordante de alegria, vencedor da morte, um amigo que vos ama e quer viver em vós.[3]
Só assim, à luz da sua presença, é que será fecunda a memória do passado e tereis a coragem de viver o presente e enfrentar o futuro com esperança. Podereis livremente assumir a história das vossas famílias, dos vossos avós, dos vossos pais, das tradições religiosas dos vossos países, para serdes, por vossa vez, construtores do amanhã, «artesãos» do futuro.
A Exortação Christus vivit é fruto duma Igreja que quer caminhar em conjunto e por isso coloca-se à escuta, em diálogo e constante discernimento da vontade do Senhor. Assim, há mais de cinco anos e já em vista do Sínodo sobre os jovens, foi pedido a muitos de vós, vindos de várias partes do mundo, que partilhassem as próprias expetativas e anseios. Centenas de jovens vieram a Roma e trabalharam juntos durante alguns dias, recolhendo as ideias a propor: graças ao seu trabalho, os Bispos puderam conhecer e aprofundar uma visão mais ampla do mundo e da Igreja. Foi uma verdadeira «experimentação sinodal», que produziu muitos frutos e preparou a estrada também para um outro Sínodo, aquele que temos estado a viver, nos últimos anos, precisamente sobre a sinodalidade. Com efeito, como lemos no Documento Final, de 2018, «a participação dos jovens contribuiu para “despertar” para a sinodalidade, que é uma “dimensão constitutiva da Igreja”».[4] E agora, nesta nova etapa do nosso percurso eclesial, precisamos, mais do que nunca, da vossa criatividade para explorar caminhos novos, sempre na fidelidade às nossas raízes.
Queridos jovens, vós sois a esperança viva duma Igreja em caminho! Por isso agradeço a vossa presença e contribuição para a vida do Corpo de Cristo. E recomendo-vos que nunca nos deixeis faltar o vosso barulho bom, o vosso impulso como o dum motor limpo e ágil, o vosso modo original de viver e anunciar a alegria de Jesus Ressuscitado! Fico a rezar por isto; e vós, por favor, rezai também por mim.
Roma, São João de Latrão, 25 de março de 2024, Segunda-feira da Semana Santa.
FRANCISCO
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[1] Francisco, Exort. ap. pós-sinodal Christus vivit (25/III/2019), 123.
[2] Ibid., 130.
[3] Cf. ibid., 126.
[4] XV Assembleia Geral Ordinária do Sínodo dos Bispos, Documento Final «Os jovens, a fé e o discernimento vocacional», 121.
[00528-PO.01] [Texto original: Italiano]
Traduzione in lingua polacca
Drodzy młodzi,
Chrystus żyje i chce, abyście żyli! Jest to pewność, która zawsze napełnia moje serce radością i która teraz przynagla mnie do napisania tego orędzia do was, w pięć lat po opublikowaniu Adhortacji apostolskiej Christus vivit, będącej owocem Zgromadzenia Synodu Biskupów, którego temat brzmiał: „Młodzi, wiara i rozeznawanie powołania”.
Chciałbym przede wszystkim, aby moje słowa ożywiły w was nadzieję. W obecnym kontekście międzynarodowym, naznaczonym jakże wieloma konfliktami, wieloma cierpieniami, mogę sobie wyobrazić, że wielu z was czuje się przygnębionymi. Dlatego pragnę podzielić się razem z wami proklamacją, która jest fundamentem nadziei dla nas i dla całej ludzkości: „Chrystus żyje!”.
Mówię to w szczególności do każdego z was: Chrystus żyje i miłuje ciebie bezgranicznie. A Jego miłość do ciebie nie jest uwarunkowana twoimi upadkami czy błędami. On, który oddał za ciebie życie, aby cię kochać, nie oczekuje na twoją doskonałość. Spójrz na Jego otwarte ramiona na krzyżu i „pozwól się zbawiać zawsze na nowo”[1], podążaj z Nim jak z przyjacielem, przyjmij Go do swojego życia i pozwól Mu podzielać radości i nadzieje, cierpienia i niepokoje twojej młodości. Zobaczysz, że twoja droga rozjaśni się, i że nawet największe ciężary staną się mniej uciążliwe, ponieważ On będzie tam, aby nieść je z tobą. Dlatego przyzywaj każdego dnia Ducha Świętego, który „sprawia, że coraz bardziej wchodzisz w serce Chrystusa, byś był zawsze coraz bardziej napełniony Jego miłością, Jego światłem i Jego mocą”[2].
Jakże bardzo pragnę, aby ta proklamacja dotarła do każdego z was i aby każdy dostrzegł ją żywą i prawdziwą w swoim życiu, i poczuł pragnienie dzielenia się nią z przyjaciółmi! Tak, ponieważ macie tę wielką misję: świadczyć wszystkim o radości, jaka wypływa z przyjaźni z Chrystusem.
Na początku mojego pontyfikatu, podczas Światowych Dni Młodzieży w Rio de Janeiro, powiedziałem wam z mocą: róbcie raban! „Hagan lio!”. I dzisiaj ponownie was proszę: róbcie raban, wykrzyczcie, nie tyle waszymi głosami, ile waszym życiem i sercem, tę prawdę: Chrystus żyje! Tak, aby cały Kościół został pobudzony do powstania, do wyruszania w drogę ciągle na nowo i zanoszenia Jego proklamacji całemu światu.
W dniu 14 kwietnia będziemy obchodzili 40. rocznicę pierwszego wielkiego spotkania młodych, które w kontekście Roku Świętego Odkupienia było zalążkiem przyszłych Światowych Dni Młodzieży. Pod koniec tego jubileuszowego roku, w 1984, św. Jan Paweł II przekazał krzyż ludziom młodym powierzając im misję niesienia go po całym świecie, jako znaku i przypomnienia, że tylko w Jezusie, który umarł i zmartwychwstał, jest zbawienie i odkupienie. Jak dobrze wiecie, jest to drewniany krzyż bez Ukrzyżowanego, aby w ten sposób przypomnieć nam, że jest on przede wszystkim znakiem triumfu Zmartwychwstania, zwycięstwa życia nad śmiercią, aby powiedzieć wszystkim: „Dlaczego szukacie żyjącego wśród umarłych? Nie ma Go tutaj; zmartwychwstał” (Łk 24, 5-6). I w ten sposób kontemplujecie Jezusa: żywego i przepełnionego radością, zwycięzcę śmierci, przyjaciela, który was kocha i chce żyć pośród was[3].
Tylko w ten sposób, w świetle Jego obecności pamięć o przeszłości będzie owocna i będziecie mieli odwagę, żeby żyć teraźniejszością i stawić czoła przyszłości z nadzieją. Będziecie mogli z wolnością podejmować historię waszych rodzin, waszych dziadków, waszych rodziców, tradycje religijne waszych krajów, aby z kolei być budowniczymi jutra, „kształtującymi” przyszłość.
Adhortacja Christus vivit jest owocem Kościoła, który chce iść razem i dlatego słucha, dialoguje i nieustannie rozeznaje wolę Pana. Dlatego ponad pięć lat temu, w perspektywie Synodu o młodzieży, tak wielu z was, z różnych części świata, zostało poproszonych o podzielenie się swoimi oczekiwaniami i pragnieniami. Setki ludzi młodych przybyło do Rzymu i pracowało razem przez kilka dni, zbierając pomysły do zaproponowania: dzięki ich pracy biskupi mogli poznać i zgłębić szerszą i głębszą wizję świata i Kościoła. Był to prawdziwy „eksperyment synodalny”, który przyniósł wiele owoców i który przygotował również drogę do nowego Synodu, tego, który obecnie przeżywamy, w tych latach, właśnie na temat synodalności. Jak czytamy w dokumencie końcowym z 2018 r., istotnie, „uczestnictwo młodzieży przyczyniło się do «przebudzenia» synodalności, która jest «konstytutywnym wymiarem Kościoła»[4]. A teraz, na tym nowym etapie naszej kościelnej drogi, potrzebujemy waszej kreatywności bardziej niż kiedykolwiek, aby odkrywać nowe drogi, dochowując zawsze wierności naszym korzeniom.
Drodzy młodzi, jesteście żywą nadzieją pielgrzymującego Kościoła! Dlatego dziękuję wam za waszą obecność i wkład w życie Ciała Chrystusa. I polecam wam: nigdy nie pozwólcie, aby zabrakło nam waszego dobrego zgiełku, waszej energii jak ta pochodząca z czystego i sprawnego silnika, waszego oryginalnego sposobu życia i głoszenia radości Jezusa Zmartwychwstałego! O to się modlę; i wy także, proszę, módlcie się za mnie.
Rzym, u Świętego Jana na Lateranie, dnia 25 marca 2024 roku, w Wielki Poniedziałek.
FRANCISZEK
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[1] Posynod. adhort. ap. Christus vivit, 123.
[2] Tamże, 130.
[3] Por. tamże, 126.
[4]SYNOD BISKUPÓW, XV ZWYCZAJNE ZGROMADZENIE OGÓLNE. Młodzi, wiara i rozeznanie powołania. Dokument końcowy, 121.
[00528-PL.01] [Testo originale: Italiano]
Traduzione in lingua araba
رسالة قداسة البابا فرنسيس
إلى الشّبيبة في الذّكرى الخامسة للإرشاد الرّسوليّ ”المسيح يحيا“
أيّها الشّباب الأعزّاء!
المسيح يحيا ويريدكم أحياء! إنّه يقين يملأ قلبي دائمًا بالفرح، وهو ما يدفعني إلى أن أكتب إليكم هذه الرّسالة الآن، خمس سنوات بعد نشر الإرشاد الرّسوليّ ”المسيح يحيا“، ثمرةً للجمعيّة العامّة لسينودس الأساقفة الذي كان موضوعه ”الشّبيبة والإيمان وتمييز الدّعوة“.
أودّ أوّلًا أن يكون كلامي باعثًا على إحياء الرّجاء فيكم. في الواقع، في السّياق الدّوليّ الحاليّ، الذي يتسّم بالصّراعات الكثيرة والآلام الكثيرة، أستطيع أن أتخيّل أنّ العديد منكم يشعرون بالإحباط. لذلك أريد أن أنطلق معكم من جديد مع هذا النّداء الذي هو أساس الرّجاء لنا وللبشريّة جمعاء: ”المسيح يحيا!“.
أقول هذا لكلّ واحد منكم بصورة خاصّة: المسيح يحيا ويحبّك إلى ما لا نهاية. وحبّه لك غير مشروط بسقطاتك أو أخطائك. هو الذي بذل حياته من أجلك، لا ينتظر أن تكون كاملًا حتّى يحبّك. أُنظر إلى ذراعَيه المفتوحَتَين على الصّليب و"اقبل منه الخلاص مرارًا وتكرارًا"[1]، وسرّ معه مثل الصّديق، واقبله في حياتك ودعه يشاركك أفراحك وآمالك، وآلام وقلق شبابك. سترى أنّ طريقك سيمتلئ بالنّور، وأنّ أثقل الأحمال أيضًا ستصير أقلّ ثقلًا، لأنّه سيكون هو معك ليحملها معك. لهذا السّبب، ابتَهِل كلّ يوم إلى الرّوح القدس الذي "يُدخِلُك أكثر فأكثر في قلب المسيح كي تزداد امتلاءً بمحبّته ونوره وقوّته"[2].
كم أتمنّى أن يصل هذا النّداء إلى كلّ واحد منكم، وأن يراه كلّ واحد بصورة حيّة وحقيقيّة في حياته ويشعر بالرّغبة في مشاركته مع أصدقائه! نَعم، لأنّكم تحملون هذه الرّسالة الكبرى: الشّهادة أمام الجميع للفرح الذي يولد من الصّداقة مع المسيح.
في بداية حبريتي، خلال اليوم العالميّ للشّبيبة في ريو دي جانيرو، قلت لكم بقوّة: ”تحرّكوا. أشعروا بأنّكم موجودون!“. واليوم أطلب منكم ذلك مرّة أخرى: أشعروا بأنّكم موجودون، اصرخوا ونادوا بهذه الحقيقة، ليس بقوّة صوتكم بل بحياتكم وقلبكم: المسيح يحيا! لكي تُدفع الكنيسة كلّها إلى أن تقوم من جديد، وتنطلق دائمًا من جديد في مسيرتها، وتحمل بشارتها إلى العالم أجمع.
في 14 نيسان/أبريل المقبل، ستكون ذكرى مرور 40 سنة بعد أوّل تجمّع كبير للشبيبة، الذي كان في إطار سنة الفداء المقدّسة، والذي كان بداية لأيام الشّبيبة العالميّة في المستقبل. وفي نهاية تلك السّنة اليوبيلية، في سنة 1984، قام القدّيس البابا يوحنّا بولس الثّاني بتسليم الصّليب للشبيبة لكي يحملوه في جميع أنحاء العالم كعلامة وتذكير بأنّ الخلاص والفداء هو فقط في يسوع الذي مات وقام من بين الأموات. وكما تَعلَمون جيّدًا، إنّه صليب خشبيّ بدون المصلوب، لكي يذكّرنا بأنّنا نحتفل أوّلًا بانتصار القيامة، وبانتصار الحياة على الموت، ولنقول للجميع: "لِماذا تَبحَثون عنِ الحَيِّ بَينَ الأَموات؟ إِنَّه لَيسَ هٰهُنا، إنّه قام" (لوقا 24، 5 – 6). وأنتم، تأمّلوا في يسوع هكذا: حيًّا يفيض فرحًا، ومنتصرًا على الموت، وصديقًا يحبّكم ويريد أن يحيا فيكم[3].
بهذه الطّريقة فقط، في نور حضوره، ستكون ذكرى الماضيّ مثمرة وستكون لكم الشّجاعة لتعيشوا الحاضر وتواجهوا المستقبل بالرّجاء. سيكون بمقدوركم أن تلتزموا بحرّيّة بتاريخ عائلاتكم، وأجدادكم، وآبائكم، والتّقاليد الدّينيّة لبلدانكم، لتكونوا بدوركم بناة الغد، و”صانعيّ“ المستقبل.
الإرشاد الرّسوليّ ”المسيح يحيا“ هو ثمرة كنيسة تريد أن تسير معًا، وبالتّالي تصغي وتتحاور وتميِّز باستمرار إرادة الرّبّ يسوع. لهذا السّبب، منذ أكثر من خمس سنوات، في ضوء سينودس الشّبيبة، طُلب من العديد منكم، من مختلف أنحاء العالم، أن يشاركوا توقعاتهم ورغباتهم. جاء مئات الشّباب إلى روما وعملوا معًا لعدة أيام، وجمَّعوا الأفكار التي تمّ اقتراحها: وبفضل عملهم، تمكّن الأساقفة من معرفة وتعميق رؤيّة أوسع وأعمق للعالم والكنيسة. لقد كانت ”خبرة سينوديّة“ حقيقيّة، أتت بثمار كثيرة وأعدّت الطّريق أيضًا لسينودس جديد، وهو السّينودس الذي نعيشه الآن، في هذه السّنوات، في موضوع السّينوديّة. وكما نقرأ في الوثيقة الختاميّة لسنة 2018، "فإنّ مشاركة الشّباب ساهمت في ”ترسيخ“ السّينوديّة، التي هي ”بعد تأسيسيّ للكنيسة“"[4]. والآن، في هذه المرحلة الجديدة من مسيرتنا الكنسيّة، نحتاج إلى إبداعكم أكثر من أيّ وقت مضى لاستكشاف طرق جديدة، وأمينة دائمًا لجذورنا.
أيّها الشّباب الأعزّاء، أنتم الرّجاء الحيّ لكنيسة تتقدّم وتسير! ولهذا أشكركم على حضوركم ومساهمتكم في حياة جسد المسيح. ومن فضلكم: لا تجعلونا ننسى أبدًا ضجيجكم الحيّ، واندفاعكم مثل محرّك لامع سريع، وطريقة عيشكم الخاصّة بكم وإعلان فرح يسوع القائم من بين الأموات! لهذا أصلّي، وأنتم أيضًا، من فضلكم، صلّوا من أجلي.
روما، بازيليكا القدّيس يوحنّا في اللاتران، 25 آذار/مارس 2024، الإثنين المقدّس.
فرنسيس
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[1] الإرشاد الرّسوليّ ما بعد السّينودس، المسيح يحيا، رقم 123.
[2] المرجع نفسه، رقم 130.
[3] راجع المرجع نفسه، رقم 126.
[4] سينودس الأساقفة، الجمعيّة العامّة العاديّة الخامسة عشرة. الشّبيبة والإيمان وتمييز الدّعوة. الوثيقة الختاميّة، 121.
[00528-AR.01] [Testo originale: Italiano]
[B0245-XX.01]