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Udienza ai partecipanti al Congresso Internazionale Interuniversitario “Donne nella Chiesa: artefici dell’umano”, 07.03.2024


Discorso del Santo Padre

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua tedesca

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Traduzione in lingua portoghese

Traduzione in lingua polacca

Traduzione in lingua araba

Questa mattina, nel Palazzo Apostolico Vaticano, Papa Francesco ha ricevuto in Udienza i partecipanti al Congresso Internazionale Interuniversitario “Donne nella Chiesa: artefici dell’umano” che si svolge presso la Pontificia Università della Santa Croce, a Roma, dal 7 all’8 marzo 2024.

Riportiamo di seguito il discorso che il Santo Padre ha preparato per l’occasione e che è stato letto da Mons. Pierluigi Giroli:

 

Discorso del Santo Padre

 

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Rivolgo un cordiale saluto a tutti voi, venuti da vari Paesi per partecipare al Convegno Donne nella Chiesa: artefici dell’umano. Grazie per la vostra presenza e per aver organizzato e promosso questo evento.

Esso valorizza in particolare la testimonianza di santità di dieci donne. Le voglio nominare: Giuseppina Bakhita, Magdeleine di Gesù, Elizabeth Ann Seton, Maria MacKillop, Laura Montoya, Kateri Tekakwitha, Teresa di Calcutta, Rafqa Pietra Choboq Ar-Rayès, Maria Beltrame Quattrocchi e Daphrose Mukasanga.

Tutte loro, in differenti tempi e culture, con stili propri e diversi, e con iniziative di carità, di educazione e di preghiera, hanno dato prova di come il “genio femminile” sappia riflettere in modo unico la santità di Dio nel mondo. Anzi, proprio in epoche nelle quali le donne erano maggiormente escluse dalla vita sociale ed ecclesiale, «lo Spirito Santo ha suscitato sante il cui fascino ha provocato nuovi dinamismi spirituali e importanti riforme nella Chiesa». Non solo, ma mi preme anche «ricordare tante donne sconosciute o dimenticate le quali, ciascuna a modo suo, hanno sostenuto e trasformato famiglie e comunità con la forza della loro testimonianza» (Esort. ap. Gaudete ed exsultate, 12). E la Chiesa ha bisogno di questo, perché la Chiesa è donna: figlia, sposa e madre, e chi più della donna può rivelarne il volto? Aiutiamoci, senza forzature e senza strappi, ma con accurato discernimento, docili alla voce dello Spirito e fedeli nella comunione, a individuare vie adeguate perché la grandezza e il ruolo delle donne siano maggiormente valorizzati nel Popolo di Dio.

Avete scelto un’espressione particolare per intitolare il vostro Convegno, definendo le donne “Artefici dell’umano”. Sono parole che richiamano ancora più chiaramente la natura della loro vocazione: quella di essere “artigiane”, collaboratrici del Creatore a servizio della vita, del bene comune, della pace. E vorrei sottolineare due aspetti di questa missione, riguardanti lo stile e la formazione.

Anzitutto lo stile. Il nostro è un tempo lacerato dall’odio, in cui l’umanità, bisognosa di sentirsi amata, è invece spesso sfregiata dalla violenza, dalla guerra e da ideologie che affogano i sentimenti più belli del cuore. E proprio in questo contesto, il contributo femminile è più che mai indispensabile: la donna, infatti, sa unire con la tenerezza. Santa Teresa di Gesù Bambino diceva di voler essere, nella Chiesa, l’amore. E aveva ragione: la donna infatti, con la sua capacità unica di compassione, con la sua intuitività e con la sua connaturale propensione a “prendersi cura”, sa in modo eminente essere, per la società, “intelligenza e cuore che ama e che unisce”, mettendo amore dove non c’è amore, umanità dove l’essere umano fatica a ritrovare sé stesso.

Secondo aspetto: la formazione. Avete organizzato questo Convegno con la collaborazione di varie realtà accademiche cattoliche. E in effetti, nell’ambito della pastorale universitaria, proporre agli alunni, oltre all’approfondimento accademico della dottrina e del messaggio sociale della Chiesa, testimonianze di santità, specialmente al femminile, incoraggia ad elevare lo sguardo, a dilatare l’orizzonte dei sogni e del modo di pensare e a disporsi a seguire alti ideali. La santità può così diventare come una linea educativa trasversale in tutto l’approccio al sapere. Per questo auspico che i vostri ambienti, oltre ad essere luoghi di studio, di ricerca e di apprendimento, luoghi “informativi”, siano anche contesti “formativi”, dove si aiuta ad aprire la mente e il cuore all’azione dello Spirito Santo. Perciò è importante far conoscere i santi, e specialmente le sante, in tutto lo spessore e in tutta la concretezza della loro umanità: così la formazione sarà ancora più capace di toccare ogni persona nella sua integralità e nella sua unicità.

Un’ultima cosa a proposito della formazione: nel mondo, dove le donne soffrono ancora tante violenze, disparità, ingiustizie e maltrattamenti – e ciò è scandaloso, ancor più per chi professa la fede nel Dio «nato da donna» (Gal 4,4) – c’è una forma grave di discriminazione, che è proprio legata alla formazione della donna. Essa è infatti temuta in molti contesti, ma la via per società migliori passa proprio attraverso l’istruzione delle bambine, delle ragazze e delle giovani, di cui beneficia lo sviluppo umano. Preghiamo e impegniamoci per questo!

Care sorelle e fratelli, affido al Signore i frutti del vostro Convegno e vi accompagno con la mia benedizione. E per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Grazie.

[00402-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

Chers frères et sœurs, bonjour!

Je vous salue cordialement vous tous qui êtes venus de divers pays pour participer à la Rencontre: La femme dans l’Église : maître d’œuvre de l’humain. Je vous remercie de votre présence et de l’organisation et de la promotion de cet événement.

Celui-ci met particulièrement l’accent sur le témoignage de sainteté de dix femmes. Je souhaiterais les nommer : Joséphine Bakhita, Magdeleine de Jésus, Elizabeth Ann Seton, Maria MacKillop, Laura Montoya, Kateri Tekakwitha, Teresa de Calcutta, Rafqa Pietra Choboq Ar-Rayès, Maria Beltrame Quattrocchi et Daphrose Mukasanga.

Toutes, à des époques et dans des cultures différentes, avec des styles propres et variés, et avec des initiatives de charité, d’éducation et de prière, ont prouvé que le “génie féminin” est en mesure de refléter de manière unique la sainteté de Dieu dans le monde. En effet, précisément à des époques où les femmes étaient le plus exclues de la vie sociale et ecclésiale, «l’Esprit Saint a suscité des saintes dont le charme a suscité de nouveaux dynamismes spirituels et d’importantes réformes dans l’Église». Non seulement cela, mais je voudrais aussi «rappeler tant de femmes inconnues ou oubliées qui, chacune à sa manière, ont soutenu et transformé les familles et les communautés par la force de leur témoignage» (Exhortation apostolique Gaudete et Exsultate, n. 12). Et l’Église en a besoin, car l’Église est femme : fille, épouse et mère, et qui plus que la femme peut révéler son visage ? Aidons-nous mutuellement, sans forcer ni déchirer, mais avec un discernement attentif, dociles à la voix de l’Esprit et fidèles dans la communion, à trouver les voies adéquates pour que la grandeur et le rôle des femmes soient davantage valorisés dans le Peuple de Dieu.

Vous avez choisi une expression particulière pour intituler votre Rencontre, en désignant les femmes comme des “artisanes de l’humain”. Ce sont des mots qui rappellent encore plus clairement la nature de leur vocation : celle d’être des “artisanes”, des collaboratrices du Créateur au service de la vie, du bien commun et de la paix. Et je voudrais souligner deux aspects de cette mission, concernant le style et la formation.

Tout d'abord, le style. Nous vivons une époque déchirée par la haine, où l’humanité, qui a besoin de se sentir aimée, est au contraire souvent marquée par la violence, la guerre et les idéologies qui noient les plus beaux sentiments du cœur. Et c’est précisément dans ce contexte que la contribution féminine est la plus indispensable : la femme, en effet, sait unir par la tendresse. Sainte Thérèse de l’Enfant Jésus disait qu’elle voulait être, dans l’Église, l’amour. Et elle avait raison : la femme, en effet, avec sa capacité unique de compassion, son intuitivité et sa tendance connaturelle à “prendre soin”, sait être, de manière éminente, pour la société, “l'intelligence et le cœur qui aiment et unissent”, en mettant de l’amour là où il n’y en a pas, de l’humanité là où l’être humain peine à se trouver.

Deuxième aspect : la formation. Vous avez organisé cette Rencontre en collaboration avec diverses réalités académiques catholiques. Et en effet, dans le cadre de la pastorale universitaire, proposer aux étudiants, en plus de l’étude académique de la doctrine et du message social de l’Église, des témoignages de sainteté, en particulier de femmes, les encourage à lever le regard, à élargir l’horizon des rêves et de la façon de penser, et à se disposer à poursuivre des idéaux élevés. La sainteté peut ainsi devenir une ligne éducative transversale dans l’ensemble de l’approche de la connaissance. C’est pourquoi je souhaite que vos milieux, en plus d’être des lieux d’étude, de recherche et d’apprentissage, des lieux “informatifs”, soient aussi des contextes “formatifs”, où l’on s’aide à ouvrir l’esprit et le cœur à l’action de l’Esprit Saint. C’est pourquoi il est important de faire connaître les saints, et surtout les saintes, dans toute la profondeur et le concret de leur humanité : de cette façon, la formation sera encore plus capable de toucher chaque personne dans sa globalité et son unicité.

Une dernière chose sur le thème de l’éducation : dans le monde, où les femmes subissent encore tant de violences, d’inégalités, d’injustices et de mauvais traitements - et cela est scandaleux, encore plus pour celui qui professe la foi dans le Dieu «né de la femme» (Ga 4, 4) - il existe une forme grave de discrimination, qui est précisément liée à la formation de la femme. Elle est en effet redoutée dans de nombreux contextes, mais le chemin vers de meilleures sociétés passe précisément par l'éducation des fillettes, des filles et des jeunes femmes, dont bénéficie le développement humain. Prions et engageons-nous pour cela !

Chers sœurs et frères, je confie au Seigneur les fruits de votre Rencontre et je vous accompagne de ma bénédiction. Et, s’il vous plait, n’oubliez pas de prier pour moi. Je vous remercie.

[00402-FR.02] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua inglese

Dear brothers and sisters, good morning!

I offer a cordial greeting to all of you who have come from various countries to take part in the Conference Women in the Church: Builders of humanity. I thank you for your presence and for organizing and promoting this event.

Your Conference highlights in particular the witness of holiness of ten women. I would like to mention them by name: Josephine Bakhita, Magdeleine de Jesus, Elizabeth Ann Seton, Mary MacKillop, Laura Montoya, Kateri Tekakwitha, Teresa of Calcutta, Rafqa Pietra Choboq Ar-Rayès, Maria Beltrame Quattrocchi and Daphrose Mukasanga.

All these women, at different times and in different cultures, each in her own distinct way, gave proof through initiatives of charity, education and prayer, of how the “feminine genius” can uniquely reflect God’s holiness in the midst of our world. Indeed, precisely at times in history when women were largely excluded from social and ecclesial life, the “Holy Spirit raised up saints whose attractiveness produced new spiritual vigour and important reforms in the Church”. Here too, “I think of all those unknown or forgotten women who, each in her own way, sustained and transformed families and communities by the power of their witness” (Gaudete et Exsultate, 12). The Church needs to keep this in mind, because the Church is herself a woman: a daughter, a bride and a mother. And who better than women can reveal her face? Let us help one another, putting aside any aggressive and divisive attitudes, and exercising careful discernment, to discover, in docility to the voice of the Spirit and in faithful communion, fitting ways for the grandeur and the place of women to be increasingly valued in the People of God.

You have chosen an eloquent title for your Conference in referring to women as “Builders of Humanity”. This expression brings out even more clearly the nature of women’s vocation as “builders”, cooperating with the Creator in the service of life, the common good, and peace. I would like to emphasize two aspects of this mission, dealing with style and with education.

First of all, style. Ours is a time seared by hatred, in which our human family, which needs to feel the power of love, is instead frequently scarred by violence, war and ideologies that stifle the noblest feelings of the human heart. Precisely in this context, the contribution of women is more necessary than ever. For women know how to bring people together with tenderness. Saint Therese of the Child Jesus said that she wanted to be love in the Church. She was right: women, in fact, with their unique capacity for compassion, their intuitiveness and their connatural inclination to “care”, are able, in an outstanding way, to be for society both “intelligence and a heart that loves and unites”, to bring love where love is lacking, and humanity where human beings are searching to find their true identity.

Secondly, education. You have organized this Conference in cooperation with various Catholic academic institutions. In the context of pastoral care within university communities, in addition to the academic study of the Church’s doctrine and social teaching, every effort to present students with testimonies of holiness, especially of feminine sanctity, can encourage them to aim higher, to broaden the horizons of their dreams and their ways of thinking, and to aim to pursue high ideals. Holiness can thus become a cross-disciplinary educational path within the greater pursuit of knowledge. For this reason, I express my hope that your educational settings, in addition to being places of study, research and learning, places of “information”, will also be places of “formation”, where minds and hearts are opened to the promptings of the Holy Spirit. That is why it is important to make the saints better known, especially women saints, in all the depth and reality of their humanity. In this way, education will be increasingly capable of touching each person in his or her wholeness and uniqueness.

A final word about education: in a world where women still suffer so greatly from violence, inequality, injustice and mistreatment – something scandalous and all the more so for those who profess faith in the God “born of woman” (Gal 4:4) –one serious form of discrimination has to do precisely with the education of women. In certain contexts it is a cause of fear, yet the way to the betterment of societies is through the education of girls and young women, which benefits overall human development. Let us pray for this and commit ourselves to this!

Dear sisters and brothers, I entrust the fruits of your Conference to the Lord and I accompany you with my blessing. And I ask you, please, not to forget to pray for me. Thank you.

[00402-EN.02] [Original text: Italian]

Traduzioni in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern, guten Tag!

Ich grüße euch alle herzlich, die ihr aus verschiedenen Ländern gekommen seid, um an der Konferenz Frauen in der Kirche: Gestalterinnen des Menschlichen teilzunehmen. Ich danke euch für eure Anwesenheit wie auch für die Organisation und Förderung dieser Veranstaltung.

Sie hebt besonders das Zeugnis der Heiligkeit von zehn Frauen hervor. Ich möchte sie nennen: Josefine Bakhita, Magdeleine von Jesus, Elizabeth Ann Seton, Maria MacKillop, Laura Montoya, Kateri Tekakwitha, Teresa von Kalkutta, Rafqa Pietra Choboq Ar-Rayès, Maria Beltrame Quattrocchi und Daphrose Mukasanga.

Sie alle haben in verschiedenen Zeiten und Kulturen auf je eigene und unterschiedliche Art durch ihr Wirken in den Bereichen der Nächstenliebe, der Erziehung und des Gebets bewiesen, wie der „weibliche Genius“ in einzigartiger Weise die Heiligkeit Gottes in der Welt widerzuspiegeln vermag. Gerade in Zeiten, in denen Frauen besonders stark vom gesellschaftlichen und kirchlichen Leben ausgeschlossen waren, hat »der Heilige Geist Heilige erweckt, deren Leuchtkraft zu neuen geistlichen Dynamiken und wichtigen Reformen in der Kirche geführt hat«. Und nicht nur das, »ich möchte hier besonders auch an so viele unbekannte oder vergessene Frauen erinnern, die, jede auf ihre eigene Art und Weise, Familien und Gemeinschaften mit der Kraft ihres Zeugnisses getragen und verwandelt haben« (Apostolisches Schreiben Gaudete ed Exsultate, 12). Die Kirche braucht dies, denn die Kirche ist Frau: Tochter, Braut und Mutter, und wer kann ihr Antlitz besser sichtbar machen als die Frau? Helfen wir einander, ohne etwas zu erzwingen und ohne Brüche zu verursachen, sondern mit sorgfältiger Unterscheidung, fügsam gegenüber der Stimme des Geistes und treu in der Gemeinschaft, angemessene Wege zu finden, damit die Bedeutung und die Rolle der Frau im Volk Gottes stärker zur Geltung kommen.

Ihr habt einen besonderen Ausdruck als Titel eurer Konferenz gewählt und die Frauen als „Gestalterinnen des Menschlichen“ bezeichnet. Das sind Worte, die sehr deutlich an das Wesen ihrer Berufung erinnern: „Gestalterinnen“ zu sein, Mitarbeiterinnen des Schöpfers im Dienste des Lebens, des Gemeinwohls und des Friedens. Ich möchte zwei Aspekte dieser Sendung hervorheben, die den Stil und die Ausbildung betreffen.

Zunächst der Stil. Unsere Zeit ist von Hass geplagt und die Menschen sehnen sich nach der Erfahrung geliebt zu sein. Und doch wird sie oft von Gewalt, Krieg und Ideologien entstellt, die die schönsten Gefühle des Herzens ertränken. Und gerade in diesem Zusammenhang ist der weibliche Beitrag unentbehrlicher denn je: Die Frau weiß nämlich, wie man mit Zärtlichkeit zur Einheit führt. Die heilige Theresia vom Kinde Jesu sagte, dass sie in der Kirche die Liebe sein wolle. Und sie hatte Recht: Die Frau kann mit ihrer einzigartigen Fähigkeit zum Mitgefühl, mit ihrem intuitiven Gespür und mit der ihr eigenen Neigung zur „Fürsorge“ in hervorragender Weise für die Gesellschaft „Herz und Verstand sein, die lieben und verbinden“, indem sie Liebe dorthin bringt, wo es keine Liebe gibt, und Menschlichkeit, wo der Mensch Mühe hat, sich selbst zu finden.

Zweiter Aspekt: die Ausbildung. Ihr habt diese Konferenz in Zusammenarbeit mit verschiedenen katholischen akademischen Einrichtungen organisiert. Den Studenten im Rahmen der Hochschulseelsorge – über die akademische Vertiefung der Lehre und der sozialen Botschaft der Kirche hinaus – Zeugnisse insbesondere weiblicher Heiligkeit vorzustellen, ermutigt wirklich dazu, den Blick zu erheben, den Horizont der Träume und der Denkweisen zu weiten und sich darauf vorzubereiten, hohen Idealen zu folgen. Die Heiligkeit kann auf diese Weise zu einer Art Querschnittsthema der Bildung für den gesamten Zugang zum Wissen werden. Deshalb hoffe ich, dass eure Einrichtungen nicht bloß Orte des Studiums, der Forschung und des Lernens sind, Orte der „Information“, sondern auch Räume der „Formation“, in denen man dabei hilft, den Verstand und das Herz für das Wirken des Heiligen Geistes zu öffnen. Deshalb ist es wichtig, die Heiligen und insbesondere die weiblichen Heiligen in ihrer ganzen Tiefe und in ihrem ganzen konkreten Menschsein bekannt zu machen: Auf diese Weise wird die Ausbildung noch mehr in der Lage sein, jede Person in ihrer Ganzheit und Einzigartigkeit zu erreichen.

Noch ein letztes Wort zum Thema der Bildung: In der Welt, in der Frauen immer noch so viel Gewalt, Ungleichheit, Ungerechtigkeit und Misshandlung erleiden – und das ist ein Skandal, besonders für jene, die sich zu dem Gott bekennen, der »geboren [wurde] von einer Frau« (Gal 4,4) – gibt es eine schwerwiegende Form der Diskriminierung, die eben mit der Ausbildung von Frauen verbunden ist. Diese wird nämlich vielfach gescheut, aber der Weg zu besseren Gesellschaften führt gerade über die Ausbildung von Mädchen, jugendlichen und jungen Frauen, wovon die menschliche Entwicklung profitiert. Beten wir dafür und setzen wir uns dafür ein!

Liebe Schwestern und Brüder, ich vertraue die Ergebnisse eurer Konferenz dem Herrn an und begleite euch mit meinem Segen. Und vergesst bitte nicht, für mich zu beten. Danke.

[00402-DE.02] [Originalsprache: Italienisch]

Traduzione in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas, buenos días.

Les dirijo un cordial saludo a todos ustedes que han venido de diversos países para participar en el congreso Mujeres en la Iglesia: artífices de humanidad. Gracias por su presencia, y por haber organizado y promovido este evento.

El congreso destaca, de manera particular, el testimonio de santidad de diez mujeres. Me gustaría nombrarlas: Josefina Bakhita, Magdalena de Jesús, Isabel Ana Seton, María de la Cruz MacKillop, Laura Montoya, Catalina Tekakwitha, Teresa de Calcuta, Rebeca de Himlaya ar-Rayyas, María Beltrame Quattrocchi y Daphrose Mukasanga.

Todas ellas, en diferentes épocas y culturas, con estilos distintos, y con iniciativas de caridad, de educación y de oración, han dado una prueba de cómo el “genio femenino” puede reflejar, en modo único, la santidad de Dios en el mundo. En épocas en las que la mayoría de las mujeres eran excluidas de la vida social y eclesial, «el Espíritu Santo suscitó santas cuya fascinación provocó nuevos dinamismos espirituales e importantes reformas en la Iglesia». Pero también quisiera «recordar a tantas mujeres desconocidas u olvidadas quienes, cada una a su modo, han sostenido y transformado familias y comunidades con la potencia de su testimonio» (Exhort. ap. Gaudete et exsultate, n. 12). La Iglesia las necesita, porque la Iglesia es mujer: es hija, esposa y madre, y ¿quién mejor que la mujer para revelarnos su rostro? Ayudémonos, sin presiones ni desgarros, sino con un atento discernimiento, dóciles a la voz del Espíritu Santo y fieles en la comunión, a encontrar caminos adecuados para que la grandeza y el papel de las mujeres sean más valorados en el Pueblo de Dios.

Ustedes han escogido una expresión particular para titular este congreso, refiriéndose a las mujeres como “artífices de humanidad”. Son palabras que evocan aún más claramente la naturaleza de su vocación, la de ser “artesanas”, colaboradoras del Creador al servicio de la vida, del bien común, de la paz. Y quisiera subrayar dos aspectos de esta misión, que se refieren al estilo y a la formación.

En primer lugar, el estilo. Nuestra época está desgarrada por el odio; es un tiempo en el cual la humanidad necesita sentirse amada, pero en cambio, esta se ve frecuentemente marcada por la violencia, por la guerra y las ideologías que ahogan los sentimientos más hermosos del corazón. Y es precisamente en este contexto, donde la aportación femenina es más indispensable que nunca: la mujer, en efecto, sabe unir con la ternura. Santa Teresita del Niño Jesús decía que quería ser, en el corazón de la Iglesia, el amor. Y tenía razón. Sin duda, la mujer, con su capacidad única de compasión, con su intuición y su tendencia natural a “cuidar”, sabe en modo sublime ser, para la sociedad, “inteligencia y corazón, que ama y que une”, llevando amor donde no lo hay, y poniendo humanidad donde al ser humano le cuesta encontrarse a sí mismo.

El segundo aspecto es la formación. Han organizado este congreso con la colaboración de diversas realidades del entorno académico católico. En efecto, en el ámbito de la pastoral universitaria, además de la profundización académica de la doctrina y del mensaje social de la Iglesia, se proponen a los alumnos testimonios de santidad, sobre todo femeninos; se les anima a levantar la mirada, a dilatar el horizonte de los sueños y del modo de pensar, y a disponerse a seguir altos ideales. De esta manera, la santidad puede volverse como una especie de línea educativa trasversal en el planteamiento global del conocimiento. Para esto espero que sus ambientes, además de ser lugares de estudio, de investigación y de aprendizaje, lugares de “información”, sean también contextos de “formación”, donde se ayude a abrir la mente y el corazón a la acción del Espíritu Santo. Por esta razón es importante conocer a los santos, particularmente a las santas, en toda la profundidad y especificidad de su humanidad, de este modo la formación será aún más capaz de tocar a cada persona en su integridad y en su singularidad.

Una última consideración a propósito de la formación. En el mundo, donde las mujeres siguen sufriendo tanta violencia, desigualdad, injusticias y maltratos —y esto resulta todavía más escandaloso si es provocado por quienes profesan la fe en el Dios «nacido de una mujer» (Ga 4,4)—, hay una forma grave de discriminación, que está precisamente vinculada a la formación de la mujer. Efectivamente, en muchos contextos dicha formación es temida, sin embargo, el camino hacia sociedades mejores pasa justamente por la educación de las niñas, de las adolescentes, de las jóvenes, de la que se beneficia el desarrollo humano. ¡Recemos y esforcémonos por ello!

Queridas hermanas y hermanos, confío al Señor los frutos de este congreso, y los acompaño con mi bendición. Y, por favor, no se olviden de rezar por mí. Gracias.

[00402-ES.02] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua portoghese

Queridos irmãos e irmãs, bom dia!

Dirijo uma cordial saudação a todos vós, que viestes de vários países para participar no Convénio Mulheres na Igreja: artífices do humano. Obrigado pela vossa presença e por terdes organizado e promovido este evento.

Nele exalta-se particularmente o testemunho de santidade de dez mulheres. Faço questão de as nomear: Josefina Bakhita, Madalena de Jesus, Elizabete Ann Seton, Maria MacKillop, Laura Montoya, Kateri Tekakwitha, Teresa de Calcutá, Rafqa Pietra Choboq Ar-Rayès, Maria Beltrame Quattrocchi e Daphrose Mukasanga.

Todas elas, em diversos tempos e culturas, com estilos próprios e diferentes e mediante iniciativas de caridade, educação e oração, deram provas de como o «génio feminino» pode refletir, de forma única, a santidade de Deus no mundo. De facto, precisamente em épocas nas quais as mulheres eram mais excluídas da vida social e eclesial, «o Espírito Santo suscitou santas, cujo fascínio provocou novos dinamismos espirituais e reformas importantes na Igreja». Além disso apraz-me «lembrar tantas mulheres desconhecidas ou esquecidas que sustentaram e transformaram, cada uma a seu modo, famílias e comunidades com a força do seu testemunho» (Francisco, Exort. ap. Gaudete ed exsultate, 12). E a Igreja precisa disto, porque a Igreja é mulher: filha, esposa e mãe, e quem mais do que a mulher pode revelar o seu rosto? Sem constrangimentos nem dissensões, mas com um cuidadoso discernimento, dóceis à voz do Espírito e fiéis na comunhão, ajudemo-nos a encontrar caminhos adequados para que a grandeza e o papel das mulheres sejam mais valorizados no Povo de Deus.

Na expressão escolhida para designar o vosso Convénio, definis as mulheres como «artífices do humano». São palavras que fazem apelo, ainda mais claramente, à natureza da vossa vocação: ser «artesãs», colaboradoras do Criador ao serviço da vida, do bem comum, da paz. Gostaria de sublinhar dois aspetos desta missão, relativos ao estilo e à formação.

Antes de mais, o estilo. O nosso tempo aparece dilacerado pelo ódio, em que a humanidade, carecida de se sentir amada, acaba frequentemente ferida pela violência, pela guerra e por ideologias que sufocam os mais belos sentimentos do coração. E, justamente neste contexto, é mais indispensável do que nunca a contribuição feminina: de facto as mulheres sabem unir com ternura. Santa Teresinha do Menino Jesus dizia que queria ser, na Igreja, o amor. E tinha razão, pois a mulher, com a sua capacidade única de compaixão, a sua intuição e a sua propensão natural para «cuidar», sabe ser de forma eminente, para a sociedade, «inteligência e coração que ama e une», colocando amor onde não há amor, humanidade onde o ser humano sente dificuldade em compreender-se a si mesmo.

Segundo aspeto: a formação. Organizastes este Convénio com a colaboração de várias realidades académicas católicas. Com efeito, no âmbito da pastoral universitária, propor aos estudantes, além do aprofundamento académico da doutrina e da mensagem social da Igreja, testemunhos de santidade, especialmente de mulheres, encoraja-os a elevar o olhar, ampliar o horizonte dos próprios sonhos e do próprio modo de pensar e dispor-se a seguir ideais elevados. Assim a santidade pode tornar-se como que uma linha educativa transversal em toda a abordagem do conhecimento. Por isso desejo que os vossos ambientes, além de constituir lugares «informativos» – lugares de estudo, pesquisa e aprendizagem –, sejam também contextos «formadores», onde se ajuda a abrir a mente e o coração à ação do Espírito Santo. Por isso é importante dar a conhecer os Santos, e especialmente as Santas, em toda a espessura e dimensão concreta da sua humanidade: desta forma, a formação será capaz de tocar ainda mais cada pessoa na sua integralidade e unicidade.

Uma última coisa, a propósito da formação: no mundo, onde as mulheres ainda sofrem tantas violências, disparidades, injustiças e maus-tratos – isto é ainda mais escandaloso para quem professa a fé no Deus «nascido de mulher» (Gal 4, 4) – existe uma grave forma de discriminação, ligada precisamente à formação da mulher. Na verdade, tem-se receio dela em muitos contextos, quando o caminho para sociedades melhores passa justamente pela instrução das meninas, adolescentes e jovens, da qual tira benefício o desenvolvimento humano. Rezemos e trabalhemos por isso!

Queridas irmãs e irmãos, confio ao Senhor os frutos do vosso Convénio e acompanho-vos com a minha bênção. E, por favor, não vos esqueçais de rezar por mim. Obrigado.

[00402-PO.01] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua polacca

Drodzy bracia i siostry, dzień dobry!

Kieruję serdeczne pozdrowienie do was wszystkich, którzy przybyliście z różnych krajów, aby wziąć udział w Konferencji „Kobiety w Kościele: kształtujące człowieczeństwo”. Dziękuję za waszą obecność oraz za zorganizowanie i wypromowanie tego wydarzenia.

Podkreśla ono w sposób szczególny świadectwo świętości dziesięciu kobiet. Chciałbym je wymienić: Józefina Bakhita, Magdalena od Jezusa, Elżbieta Anna Seton, Maria MacKillop, Laura Montoya, Kateri Tekakwitha, Teresa z Kalkuty, Rebeka Pietra Choboq Ar-Rayès, Maria Beltrame Quattrocchi i Daphrose Mukasanga.

Wszystkie one, w różnych czasach i kulturach, z własnymi i różnymi stylami, z inicjatywami charytatywnymi, edukacyjnymi i modlitewnymi, dały dowód na to, jak „geniusz kobiecy” może w wyjątkowy sposób odzwierciedlać w świecie świętość Boga. Co więcej, właśnie w czasach, gdy kobiety były najbardziej wykluczone z życia społecznego i kościelnego, „Duch Święty pobudził święte, których urok spowodował nowe dynamiki duchowe i ważne reformy w Kościele”. Nie tylko to, ale chciałbym „przypomnieć także wiele nieznanych lub zapomnianych kobiet, które, każda na swój sposób, podtrzymywały i przekształcały rodziny i wspólnoty dzięki sile swojego świadectwa” (Adhort. ap. Gaudete ed exsultate, 12). A Kościół tego potrzebuje, ponieważ Kościół jest kobietą: córką, oblubienicą i matką, a któż bardziej niż kobieta może ujawnić jego oblicze? Pomagajmy sobie, bez przymusu i bez niszczenia się, ale z uważnym rozeznaniem, posłuszni głosowi Ducha i wierni w komunii, w znajdowaniu odpowiednich sposobów działania, aby wielkość i rola kobiet były bardziej doceniane w Ludzie Bożym.

Wybraliście szczególne wyrażenie na hasło waszej Konferencji, nazywając kobiety „kształtującymi człowieczeństwo”. Są to słowa, które jeszcze wyraźniej przypominają naturę ich powołania: bycia „rzemieślnikami”, współpracownikami Stwórcy w służbie życiu, dobru wspólnemu, pokojowi. Chciałbym podkreślić dwa aspekty tej misji, dotyczące stylu i formacji.

Przede wszystkim styl. Nasze obecne czasy są rozdarte nienawiścią, w których ludzkość, potrzebująca poczucia bycia kochaną, jest często oszpecona przemocą, wojną i ideologiami, które tłumią najpiękniejsze uczucia serca. I właśnie w tym kontekście wkład kobiecy jest bardziej niezbędny niż kiedykolwiek: to właśnie kobieta potrafi jednoczyć z czułością. Św. Teresa od Dzieciątka Jezus mówiła, że chce być w Kościele miłością. I miała rację: kobieta bowiem, z jej wyjątkową zdolnością do współczucia, z jej intuicyjnością i z jej wrodzoną skłonnością do „zatroszczenia się”, potrafi w szczególny sposób być dla społeczeństwa „inteligencją i sercem, które kocha i jednoczy”, wprowadzając miłość tam, gdzie jej nie ma, człowieczeństwo tam, gdzie człowiekowi trudno odnaleźć siebie samego.

Drugi aspekt: formacja. Zorganizowaliście tę Konferencję we współpracy z różnymi katolickimi środowiskami akademickimi. I rzeczywiście, w kontekście duszpasterstwa uniwersyteckiego, proponowanie studentom świadectw świętości, zwłaszcza kobiet – oprócz akademickiego studium doktryny i przesłania społecznego Kościoła – zachęca ich do wzniesienia wzroku, poszerzenia horyzontu swoich marzeń i sposobu myślenia oraz do gotowości, aby podążać za wzniosłymi ideałami. Świętość może zatem stać się jakby przekrojową linią edukacyjną w całym podejściu do wiedzy. Dlatego życzę wam, aby wasze środowiska, oprócz bycia miejscami studiów, badań i nauki, miejscami „informacyjnymi”, były także miejscami „formacyjnymi”, w których pomaga się otwierać umysły i serca na działanie Ducha Świętego. Dlatego ważne jest, aby święci, a zwłaszcza święte, byli znani w całej głębi i konkretności ich człowieczeństwa: w ten sposób formacja będzie jeszcze bardziej zdolna dotknąć każdej osoby w jej całości i wyjątkowości.

Ostatnia rzecz na temat formacji: w świecie, w którym kobiety nadal doświadczają bardzo wiele przemocy, nierówności, niesprawiedliwości i złego traktowania – co jest skandaliczne, tym bardziej dla tego, kto wyznaje wiarę w Boga „zrodzonego z niewiasty” (Ga 4, 4) – istnieje poważna forma dyskryminacji, która jest właśnie związana z formacją kobiet. W wielu kontekstach rzeczywiście budzi ona niepokój, ale droga do lepszych społeczeństw wiedzie właśnie przez edukację dziewczynek, dziewcząt i młodych kobiet, z której korzysta rozwój społeczny. Módlmy się i zaangażujmy na rzecz tego!

Drogie siostry i drodzy bracia, powierzam Panu owoce waszej Konferencji i towarzyszę wam moim błogosławieństwem. I proszę, nie zapomnijcie o mnie w modlitwie. Dziękuję.

[00402-PO.02] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua araba

كلمة قداسة البابا فرنسيس

الى المشاركين في المؤتمر الدّوليّ

”النّساء في الكنيسة: صانعات الإنسانيّة“

7 أذار/مارس 2024

أيّها الإخوة والأخوات الأعزّاء، صباح الخير!

أتوجّه بتحيّة قلبية إليكم جميعًا، أنتم القادمين من بلدان مختلفة للمشاركة في مؤتمر النّساء في الكنيسة: صانعات الإنسانيّة. أشكركم على حضوركم وعلى تنظيمكم ورعايتكم لهذا الحدث.

هذا الحدث يقدِّر بشكل خاص شهادة عشر نساء قدّيسات. أريد أن أذكُرَهُنَّ بأسمائهنّ: جوزيبينا بخيتا (Giuseppina Bakhita)، ومجدلين يسوع (Magdeleine di Gesù)، وأليزابيت آن سيتون (Elizabeth Ann Seton)، وماريا ماكيلوب (Maria MacKillop)، ولاورا مونتويا (Laura Montoya)، وكاتيري تيكاكويثا (Kateri Tekakwitha)، وتيريزا من كلكتا (Teresa di Calcutta)، ورفقا بطرس شوبوق الريّس، وماريا بيلترام كواتروتشي (Maria Beltrame Quattrocchi)، ودافروز موكاسانغا (Daphrose Mukasanga).

جميعهنّ، في أزمنة وثقافات مختلفة، وبأساليبهنّ المختلفة، وبمبادراتهنّ في المحبّة والتّربية والصّلاة، قدّمن دليلًا على كيف تَعرِف ”العبقريّة النسائيّة“ أن تعكس قداسة الله في العالم بطريقة فريدة من نوعها. وفي الأوقات التي كانت فيها النّساء مُستبعدات إلى حدّ كبير من الحياة الاجتماعيّة والكنسيّة، "أقام الرّوح القدس قدّيسات أحدث سحرهنَّ ديناميكيّات روحيّة جديدة وإصلاحات هامّة في الكنيسة". ليس هذا فحسب، بل أريد أيضًا أن "أذكر العديد من النّساء المجهولات أو المنسيّات اللواتي أسَنَدنَ، كلّ واحدة على طريقتها، وحوَّلنَ عائلات وجماعات بقوّة شهادتهنَّ" (الإرشاد الرّسوليّ، افرحوا وابتَهِجوا، 12). والكنيسة بحاجة إلى ذلك، لأنّ الكنيسة امرأة: ابنة وعروسة وأمّ، ومن يستطيع أن يكشف وجهها أكثر من المرأة؟ لنساعد بعضنا بعضًا، دون إكراه ودون نزاعات، بل بتمييز دقيق، طيِّعِين لصوت الرّوح والمؤمنين في الشّركة والوَحدة، لتحديد الطّرق المناسبة حتّى يتمّ تقدير سمّو المرأة ودورها بشكل أفضل في شعب الله.

لقد اخترتم تعبيرًا خاصًّا لعنوان مؤتمركم، وهو تعريف النّساء بأنّهن ”صانعات الإنسانيّة“. إنّها كلمات تذكّر بشكل أوضح بطبيعة دعوتهنّ: أن يكُنَّ ”صانعات“، ومعاونات للخالق في خدمة الحياة، والخير العام، والسّلام. وأودّ أن أؤكّد على جانبَين لهذه الرّسالة، هما الأسلوب والتّنشئة.

أوّلًا الأسلوب. عصرنا هو زمن تمزّقه الكراهية، حيث الإنسانيّة، التي تحتاج إلى الشّعور بالحبّ، تكون مرارًا ممزّقة بالعنف والحرب والأيديولوجيّات التي تُغرق أجمل مشاعر القلب. وفي هذا السّياق خاصّة، صارت المساهمة النّسائيّة لا غنَى عنها أكثر من أيّ وقت مضى: فالمرأة تَعرِفُ أن توحِّد بحنانها. قالت القدّيسة تريزيا الطّفل يسوع إنّها تريد أن تكون الحبّ في الكنيسة. وكانت على حق: فالمرأة، بقدرتها الفريدة على تعاطفها مع الآخرين، وبحدسها وميلها الطّبيعي إلى ”الاهتمام بهم“، تَعرِفُ أن تكون للمجتمع، بطريقة سامية، ”العقل والقلب الذي يحبّ ويوحِّد“، فتضع الحبّ حيث لا يوجد حبّ، والإنسانيّة حيث يتعب الإنسان في سعيه لوجود نفسه.

الجانب الثّاني: التّنشئة. قمتم بتنظيم هذا المؤتمر بالتّعاون مع مختلف المؤسّسات الأكاديميّة الكاثوليكيّة. في الواقع، في إطار العمل الرّعوي في الجامعة، قدّمتم للطّلاب، بالإضافة إلى الدّراسة الأكاديميّة المتعمّقة لعقيدة الكنيسة ورسالتها الاجتماعيّة، شهادات قدّاسة، خاصّة بين النّساء، وذلك يشجّع على رفع النّظر، وتوسيع الأفق في الأحلام وطريقة التّفكير والاستعداد لاتّباع المُثل العليا. وهكذا يمكن أن تصير القدّاسة بمثابة خط تربويّ يجتاز كلّ مجالات المعرفة. لهذا السّبب، أتمنّى أن تكون أماكن عملكم، بالإضافة إلى كونها أماكن للدراسة والبحث والتّعمق، وأماكن ”معلوماتيّة“، أتمنّى أن تكون أيضًا أماكن ”تنشئة وتكوين“، حيث ينفتح العقل والقلب لعمل الرّوح القدس. لذلك، من المهمّ أن نُعَرِّفَ القدّيسين، وخاصّة القدّيسات، بكلّ عمق إنسانيتهنّ وحقيقتهنّ: بهذه الطّريقة، تصير التّنشئة أكثر قدرة على التّأثير في الشّخص في كماله وفرادته.

شيء أخير بخصوص التّنشئة: في العالم، حيث النّساء ما زالت تعاني من عنف كثير، وعدم مساواة، ومظالم، وسوء معاملة، - وهذا شكّ وحجر عثرة كبيرة، وخاصّة للذين يُعلِنون إيمانهم بالإله ”المولود من امرأة“ (راجع غلاطية 4، 4) – هناك شكل خطير من أشكال التّمييز، يرتبط خاصّة بتنشئة المرأة. وهذا في الواقع أمر تخافه مجتمعات كثيرة. ولكن الطّريق لبناء مجتمعات أفضل يمرّ عبر تعليم البنات الصّغار والفتيات والشّابات، وهو ما تستفيد منه التّنمية البشريّة. لنصلِّ ولنلتزم بهذا!

أيّها الأخوات والإخوة الأعزّاء، أُوكِل إلى الله ثمار مؤتمركم وأرافقكم ببركتي. ومن فضلكم، لا تنسَوا أن تصلّوا من أجلي. شكرًا.

[00402-AR.02] [Testo originale: Italiano]

 

[B0192-XX.02]