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Messaggio del Santo Padre per la I Giornata Mondiale dei Bambini (25 - 26 maggio 2024), 02.03.2024


Messaggio del Santo Padre

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua tedesca

Traduzione in lingua spagnola

Traduzione in lingua portoghese

Traduzione in lingua polacca

Traduzione in lingua araba

Pubblichiamo di seguito il Messaggio del Santo Padre Francesco per la I Giornata Mondiale dei Bambini che avrà luogo a Roma il 25 e 26 Maggio 2024:

Messaggio del Santo Padre

Care bambine e cari bambini!

Si avvicina la vostra prima Giornata Mondiale: sarà a Roma il 25 e 26 maggio prossimo. Per questo ho pensato di mandarvi un messaggio, sono felice che possiate riceverlo e ringrazio tutti coloro che si adopereranno per farvelo avere.

Lo rivolgo prima di tutto a ciascuno personalmente, a te, cara bambina, a te, caro bambino, perché «sei prezioso» agli occhi di Dio (Is 43,4), come ci insegna la Bibbia e come Gesù tante volte ha dimostrato.

Allo stesso tempo questo messaggio lo invio a tutti, perché tutti siete importanti, e perché insieme, vicini e lontani, manifestate il desiderio di ognuno di noi di crescere e rinnovarsi. Ci ricordate che siamo tutti figli e fratelli, e che nessuno può esistere senza qualcuno che lo metta al mondo, né crescere senza avere altri a cui donare amore e da cui ricevere amore (cfr Lett. enc. Fratelli tutti, 95).

Così tutti voi, bambine e bambini, gioia dei vostri genitori e delle vostre famiglie, siete anche gioia dell’umanità e della Chiesa, in cui ciascuno è come un anello di una lunghissima catena, che va dal passato al futuro e che copre tutta la terra. Per questo vi raccomando di ascoltare sempre con attenzione i racconti dei grandi: delle vostre mamme, dei papà, dei nonni e dei bisnonni! E nello stesso tempo di non dimenticare chi di voi, ancora così piccolo, già si trova a lottare contro malattie e difficoltà, all’ospedale o a casa, chi è vittima della guerra e della violenza, chi soffre la fame e la sete, chi vive in strada, chi è costretto a fare il soldato o a fuggire come profugo, separato dai suoi genitori, chi non può andare a scuola, chi è vittima di bande criminali, della droga o di altre forme di schiavitù, degli abusi. Insomma, tutti quei bambini a cui ancora oggi con crudeltà viene rubata l’infanzia. Ascoltateli, anzi ascoltiamoli, perché nella loro sofferenza ci parlano della realtà, con gli occhi purificati dalle lacrime e con quel desiderio tenace di bene che nasce nel cuore di chi ha veramente visto quanto è brutto il male.

Miei piccoli amici, per rinnovare noi stessi e il mondo, non basta che stiamo insieme tra noi: è necessario stare uniti a Gesù. Da lui riceviamo tanto coraggio: lui è sempre vicino, il suo Spirito ci precede e ci accompagna sulle vie del mondo. Gesù ci dice: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose» (Ap 21,5); sono le parole che ho scelto come tema per la vostra prima Giornata Mondiale. Queste parole ci invitano a diventare agili come bambini nel cogliere le novità suscitate dallo Spirito in noi e intorno a noi. Con Gesù possiamo sognare un’umanità nuova e impegnarci per una società più fraterna e attenta alla nostra casa comune, cominciando dalle cose semplici, come salutare gli altri, chiedere permesso, chiedere scusa, dire grazie. Il mondo si trasforma prima di tutto attraverso le cose piccole, senza vergognarsi di fare solo piccoli passi. Anzi, la nostra piccolezza ci ricorda che siamo fragili e che abbiamo bisogno gli uni degli altri, come membra di un unico corpo (cfr Rm 12,5; 1 Cor 12,26).

E c’è di più. Infatti, care bambine e cari bambini, da soli non si può neppure essere felici, perché la gioia cresce nella misura in cui la si condivide: nasce con la gratitudine per i doni che abbiamo ricevuto e che a nostra volta partecipiamo agli altri. Quando quello che abbiamo ricevuto lo teniamo solo per noi, o addirittura facciamo i capricci per avere questo o quel regalo, in realtà ci dimentichiamo che il dono più grande siamo noi stessi, gli uni per gli altri: siamo noi il “regalo di Dio”. Gli altri doni servono, sì, ma solo per stare insieme. Se non li usiamo per questo saremo sempre insoddisfatti e non ci basteranno mai.

Invece se si sta insieme tutto è diverso! Pensate ai vostri amici: com’è bello stare con loro, a casa, a scuola, in parrocchia, all’oratorio, dappertutto; giocare, cantare, scoprire cose nuove, divertirsi, tutti insieme, senza lasciare indietro nessuno. L’amicizia è bellissima e cresce solo così, nella condivisione e nel perdono, con pazienza, coraggio, creatività e fantasia, senza paura e senza pregiudizi.

E adesso voglio confidarvi un segreto importante: per essere davvero felici bisogna pregare, pregare tanto, tutti i giorni, perché la preghiera ci collega direttamente a Dio, ci riempie il cuore di luce e di calore e ci aiuta a fare tutto con fiducia e serenità. Anche Gesù pregava sempre il Padre. E sapete come lo chiamava? Nella sua lingua lo chiamava semplicemente Abbà, che significa Papà (cfr Mc 14,36). Facciamolo anche noi! Lo sentiremo sempre vicino. Ce lo ha promesso Gesù stesso, quando ci ha detto: «Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro» (Mt 18,20).

Care bambine e cari bambini, sapete che a maggio ci troveremo in tantissimi a Roma, proprio con voi, che verrete da tutto il mondo! E allora, per prepararci bene, vi raccomando di pregare usando le stesse parole che Gesù ci ha insegnato: il Padre nostro. Recitatelo ogni mattina e ogni sera, e poi anche in famiglia, con i vostri genitori, fratelli, sorelle e nonni. Ma non come una formula, no! Pensando alle parole che Gesù ci ha insegnato. Gesù ci chiama e ci vuole protagonisti con Lui di questa Giornata Mondiale, costruttori di un mondo nuovo, più umano, giusto e pacifico.

Lui, che si è offerto sulla Croce per raccoglierci tutti nell’amore, Lui che ha vinto la morte e ci ha riconciliati col Padre, vuole continuare la sua opera nella Chiesa, attraverso di noi. Pensateci, in particolare quelli tra voi che vi preparate a ricevere la Prima Comunione.

Carissimi, Dio, che ci ama da sempre (cfr Ger 1,5), ha per noi lo sguardo del più amorevole dei papà e della più tenera delle mamme. Lui non si dimentica mai di noi (cfr Is 49,15) e ogni giorno ci accompagna e ci rinnova con il suo Spirito.

Insieme a Maria Santissima e a San Giuseppe preghiamo con queste parole:

Vieni, Santo Spirito,

mostraci la tua bellezza

riflessa nei volti

delle bambine e dei bambini della terra.

Vieni Gesù,

che fai nuove tutte le cose,

che sei la via che ci conduce al Padre,

vieni e resta con noi.

Amen.

Roma, San Giovanni in Laterano, 2 marzo 2024

FRANCESCO

[00378-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

Chers enfants,

votre première Journée Mondiale approche : elle aura lieu à Rome les 25 et 26 mai. C’est pourquoi j’ai pensé à vous envoyer un message. Je serai heureux que vous puissiez le recevoir et je remercie tous ceux qui contribueront à le mettre à votre disposition.

Je l’adresse avant tout à chacun de vous personnellement, à toi, cher enfant, parce que “tu es précieux” aux yeux de Dieu (Is 43, 4), comme la Bible nous l’enseigne et comme Jésus l’a démontré tant de fois.

En même temps, j’adresse ce message à tous, parce que vous êtes tous importants et parce qu’ensemble, proches et lointains, vous manifestez le désir de chacun d’entre nous de grandir et de se renouveler. Vous nous rappelez que nous sommes tous des enfants et des frères, et que personne ne peut exister sans quelqu’un qui l’ait mis au monde, ni grandir sans avoir d’autres personnes à qui donner de l’amour et de qui recevoir de l’amour (cf. Lettre encyclique Fratelli tutti, n. 95).

Ainsi, vous tous, les enfants, qui êtes la joie de vos parents et de vos familles, vous êtes aussi la joie de l’humanité et de l’Église dans lesquelles chacun est comme un maillon d’une très longue chaîne qui s’étend du passé à l’avenir et qui couvre toute la terre. C’est pourquoi je vous recommande de toujours écouter attentivement les histoires des grands : de vos mamans, de vos papas, de vos grands-parents et de vos arrière-grands-parents ! Et en même temps de ne pas oublier ceux d’entre vous, encore si jeunes, qui luttent déjà contre la maladie et les difficultés, à l’hôpital ou à la maison, ceux qui sont victimes de la guerre et de la violence, ceux qui souffrent de la faim et de la soif, ceux qui vivent dans la rue, ceux qui sont contraints d’être soldats ou de fuir comme réfugiés, séparés de leurs parents, ceux qui ne peuvent pas aller à l’école, ceux qui sont victimes de bandes criminelles, de la drogue ou d’autres formes d’esclavage, des abus. Bref, tous ces enfants dont l’enfance est aujourd’hui encore cruellement volée. Ecoutez-les, écoutons-les vraiment, car dans leur souffrance, ils nous parlent de la réalité, les yeux purifiés par les larmes et avec ce tenace désir de bien qui naît dans le cœur de ceux qui ont vraiment vu combien le mal est horrible.

Mes petits amis, pour nous renouveler et renouveler le monde, il ne suffit pas que nous soyons ensemble entre nous : Il est nécessaire de rester unis à Jésus. De lui, nous recevons beaucoup de courage : il est toujours proche, son Esprit nous précède et nous accompagne sur les chemins du monde. Jésus nous dit : « Voici que je fais toutes choses nouvelles » (Ap 21, 5) ; ce sont les paroles que j'ai choisies comme thème de votre première Journée mondiale. Ces mots nous invitent à devenir aussi agiles que des enfants pour saisir la nouveauté suscitée par l'Esprit en nous et autour de nous. Avec Jésus, nous pouvons rêver d’une humanité nouvelle et nous engager dans une société plus fraternelle et attentive à notre maison commune, en commençant par des choses simples, comme saluer les autres, demander la permission, s’excuser, dire merci. Le monde se transforme d’abord par de petites choses, sans avoir honte de ne faire que de petits pas. Au contraire, notre petitesse nous rappelle que nous sommes fragiles et que nous avons besoin les uns des autres, comme les membres d’un seul corps (cf. Rm 12, 5 ; 1 Co 12, 26).

Et ce n'est pas tout. En effet, chers enfants, nous ne pouvons pas être heureux tout seuls, parce que la joie grandit dans la mesure où nous la partageons : elle naît de la gratitude pour les dons que nous avons reçus et que nous partageons à notre tour avec les autres. Lorsque nous gardons pour nous seuls ce que nous avons reçu, ou que nous faisons des caprices pour obtenir tel ou tel cadeau, nous oublions en fait que le plus grand cadeau c’est nous-mêmes, les uns pour les autres : nous sommes le “don de Dieu”. Les autres dons sont utiles, oui, mais seulement pour être ensemble. Si nous ne les utilisons pas pour cela, nous serons toujours insatisfaits et il n’y en aura jamais assez.

Au contraire, si l’on est ensemble, tout est différent ! Pensez à vos amis : comme il est beau d’être avec eux, à la maison, à l’école, en paroisse, à l’aumônerie, partout ; de jouer, de chanter, de découvrir de nouvelles choses, de s’amuser, tous ensemble, sans laisser personne de côté. L’amitié est très belle et ne grandit que de cette façon, dans le partage et le pardon, avec patience, courage, créativité et imagination, sans peur et sans préjugés.

Et maintenant, je veux vous confier un secret important : pour être vraiment heureux, il faut prier, beaucoup prier, tous les jours, parce que la prière nous relie directement à Dieu, elle remplit notre cœur de lumière et de chaleur et nous aide à tout faire avec confiance et sérénité. Jésus aussi priait toujours le Père. Et savez-vous comment il l’appelait ? Dans sa langue, il l’appelait simplement Abba, ce qui signifie Papa (cf. Mc 14, 36). Faisons-le nous aussi ! Nous le sentirons toujours proche. Jésus lui-même nous l’a promis lorsqu’il a dit : «Là où deux ou trois sont réunis en mon nom, je suis au milieu d’eux» (Mt 18, 20).

Chers enfants, vous savez qu’au mois de mai, nous nous retrouverons nombreux à Rome, avec vous, qui viendrez du monde entier ! Alors, pour bien nous préparer, je vous recommande d’utiliser en priant les mêmes paroles que celles que Jésus nous a enseignées : le Notre Père. Récitez-le chaque matin et chaque soir, et aussi en famille, avec vos parents, vos frères, vos sœurs et vos grands-parents. Mais pas comme une formule, non ! En pensant aux paroles que Jésus nous a enseignées. Jésus nous appelle et veut que nous soyons avec lui les protagonistes de cette Journée Mondiale, les bâtisseurs d’un monde nouveau, plus humain, plus juste et plus pacifique.

Lui qui s’est offert sur la Croix pour nous rassembler tous dans l’amour, Lui qui a vaincu la mort et nous a réconciliés avec le Père, il veut continuer son œuvre dans l’Église, à travers nous. Pensez-y, en particulier ceux d’entre vous qui se préparent à recevoir la Première Communion.

Chers amis, Dieu, qui nous aime depuis toujours (cf. Jr 1, 5), a pour nous le regard du papa le plus aimant et de la maman la plus tendre. Il ne nous oublie jamais (cf. Is 49,15) et nous accompagne chaque jour et nous renouvelle par son Esprit.

Avec la Très Sainte Vierge Marie et saint Joseph, prions avec ces mots :

Viens, Esprit Saint,

montre-nous ta beauté

reflétée dans les visages

des enfants de la terre.

Viens Jésus,

qui fais toutes choses nouvelles,

qui es le chemin qui nous conduit au Père,

viens et reste avec nous.

Amen.

Rome, Saint-Jean-de-Latran, 2 mars 2024

FRANÇOIS

[00378-FR.01] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua inglese

Dear Children!

Your first World Day, which will be held in Rome on 25-26 May this year, is fast approaching. That is why I thought of sending you a Message. I am happy that you will be able to read it and I thank all those responsible for passing it on to you.

I want to speak to each of you, dear children, because, as the Bible teaches us, and as Jesus showed so often, “you are precious” in God’s eyes (Is 43:4).

At the same time, I am addressing this Message to all of you, because all children, everywhere, are a sign of every person’s desire to grow and flourish. You remind us that we are all children, brothers and sisters. We would not be alive unless others brought us into this world, nor could we grow without having others to love and from whom to receive love (cf. Fratelli Tutti, 95).

All of you, girls and boys, are a source of joy for your parents and your families, but also for our human family and for the Church, in which each of us is like a link in a great chain stretching from the past to the future and covering the whole earth. That is why I encourage you to pay attention to the stories of grown-ups: your moms and dads, your grandparents and great grandparents. And not to forget all those other children and young people who are already battling illness and hardship, in hospital or at home, and those who even now are being cruelly robbed of their childhood. I think of children who are victims of war and violence, those experiencing hunger and thirst, those living on the streets, those forced to be soldiers or to flee as refugees, separated from their parents, those prevented from going to school, and those who fall prey to criminal gangs, drugs or other forms of slavery and abuse. Let us listen to their voices. We need to hear those voices, for amid their sufferings they remind us of reality, with their tearful eyes and with that tenacious yearning for goodness that endures in the hearts of those who have truly seen the horror of evil.

Dear young friends, in order for us and our world to grow and flourish, it is not enough to be united with one another; we need, above all else, to be united with Jesus. From him we receive a great deal of courage. He is always close to us, his Spirit goes before us and accompanies us on all the world’s pathways. Jesus told us: “Behold, I make all things new” (Rev 21:5); this is the theme I have chosen for your first World Day. These words invite us to become as clever as children in grasping the new realities stirred up by the Spirit, both within us and around us. With Jesus, we can dream of the renewal of our human family and work for a more fraternal society that cares for our common home. This starts with little things, like saying hello to others, asking permission, begging pardon, and saying thank you. Our world will changed if we all begin with these little things, without being ashamed to take small steps, one at a time. The fact that we are small reminds us that we are also frail and need one another as members of one body (cf. Rom 12:5; 1 Cor 12:26).

That is not all. The fact is that we cannot be happy all by ourselves, because our joy increases to the extent that we share it. Joy is born of gratitude for the gifts we have received and which we share in turn and it grows in our relationships with others. When we keep the blessings we have received to ourselves, or throw tantrums to get this or that gift, we forget that the greatest gift that we possess is ourselves, one another: all of us, together, are “God’s gift.” Other gifts are nice, but only if they help us to be together. If we don’t use them for that purpose, we will always end up being unhappy; they will never be enough.

Instead, when we are all together, everything is different! Think of your friends, and how great it is to spend time with them: at home, at school, in the parish and the playground, everywhere. Playing, singing, discovering new things, having fun, everyone being together and excluding no one. Friendship is wonderful and it grows only in this way: through sharing and forgiving, with patience, courage, creativity and imagination, without fear and without prejudice.

Now, I am going to share a special secret with you. If we really want to be happy, we need to pray, to pray a lot, to pray every day, because prayer connects us directly to God. Prayer fills our hearts with light and warmth; it helps us to do everything with confidence and peace of mind. Jesus constantly prayed to the Father. Do you know what Jesus called him? In his language, he simply called him “Abba”, which means “Daddy” (cf. Mk 14:36). Let’s do the same thing! We will always feel that Jesus is close to us. He himself promised us that, when he said, “For where two or three are gathered in my name, there am I in the midst of them” (Mt 18:20).

Dear children, you may know that in May, many of us will be together in Rome, to be together with children from all over the world. To prepare well for this, I would ask all of you to pray the same prayer that Jesus taught us – the Our Father. Recite it every morning and every evening, in your families too, together with your parents, brothers, sisters and grandparents. But not just by saying the words! Think about those words that Jesus taught us. He is calling us and he wants us to join actively with him, on this World Children’s Day, to become builders of a new, more humane, just and peaceful world. Jesus, who offered himself on the Cross to gather all of us together in love, who conquered death and reconciled us with the Father, wants to continue his work in the Church through us. Think about this, especially those of you who are preparing to receive First Communion.

God has loved us from all eternity (cf. Jer 1:5). He looks upon us with the eyes of a loving father and a gentle mother. He never forgets us (cf. Is 49:15) and every day he accompanies us and renews us with his Spirit.

Together with the Most Blessed Virgin Mary and Saint Joseph, let us pray in these words:

Come, Holy Spirit,

show us your beauty,

reflected in the faces

of children all over the the world.

Come, Jesus,

you who make all things new,

who are the way that leads us to the Father,

come and remain with us always.

Amen.

Rome, Saint John Lateran, 2 March 2024

FRANCIS

[00378-EN.01] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua tedesca

Liebe Mädchen und Jungen!

Bald findet der erste euch gewidmete Welttag statt, nämlich am 25. und 26. Mai in Rom. Deshalb habe ich mir überlegt, euch eine Botschaft zu schicken. Ich freue mich, dass ihr sie erhaltet und danke allen, die sich darum bemühen, sie euch zugänglich zu machen.

Ich richte sie vor allem an jeden von euch persönlich, an dich, liebes Mädchen, an dich, lieber Junge, denn du bist »teuer und wertvoll« in den Augen Gottes (Jes 43,4), wie uns die Bibel sagt und wie es Jesus oft gezeigt hat.

Zugleich richte ich diese Botschaft an alle, weil ihr alle wichtig seid und weil ihr gemeinsam, nah und fern, die Sehnsucht eines jeden von uns zum Ausdruck bringt, zu wachsen und sich zu erneuern. Ihr erinnert uns daran, dass wir alle Kinder und Geschwister sind und dass niemand existiert, ohne dass ihn jemand auf die Welt bringt, und dass niemand wachsen kann ohne andere, denen er Liebe schenken und von denen er Liebe empfangen kann (vgl. Enzyklika Fratelli tutti, 95).

So seid ihr alle, liebe Mädchen und Jungen, die Freude eurer Eltern und Familien, auch die Freude der Menschheit und der Kirche, in der jeder wie ein Glied in einer sehr langen Kette ist, die von der Vergangenheit bis in die Zukunft reicht und die ganze Welt umspannt. Deshalb empfehle ich euch, den Erzählungen der Erwachsenen immer aufmerksam zuzuhören: euren Müttern, Vätern, Großeltern und Urgroßeltern! Vergesst aber dabei nicht diejenigen unter euch, die, obwohl sie noch so klein sind, schon mit Krankheiten und Schwierigkeiten zu kämpfen haben, im Krankenhaus oder zu Hause; die Opfer von Krieg und Gewalt sind, die Hunger und Durst leiden, die auf der Straße leben; die gezwungen werden, Soldaten zu sein oder als Vertriebene zu fliehen, getrennt von den eigenen Eltern; die nicht zur Schule gehen können, die Opfer sind von kriminellen Banden, von Drogen oder von anderen Formen der Sklaverei, von Missbrauch. Kurzum, all jene Kinder, denen auch heute noch auf grausame Weise ihre Kindheit geraubt wird. Hört ihnen zu, ja, hören wir ihnen zu, denn durch ihr Leid erzählen sie uns von der Wirklichkeit, mit von Tränen gereinigten Augen und mit jener unermüdlichen Sehnsucht nach dem Guten, die im Herzen derjenigen entsteht, die wirklich gesehen haben, wie hässlich das Böse ist.

Meine jungen Freunde, um uns selbst und die Welt zu erneuern, reicht es nicht aus, dass wir untereinander zusammenbleiben. Wir müssen mit Jesus verbunden sein. Von ihm erhalten wir viel Mut. Er ist uns immer nahe, sein Geist kommt uns zuvor und begleitet uns auf unseren Wegen. Jesus sagt uns: »Seht, ich mache alles neu« (Offb 21,5); diese Worte habe ich als Thema für euren ersten Welttag gewählt. Diese Worte laden uns ein, das Neue, das der Geist in uns und um uns herum weckt, so rege anzunehmen wie die Kinder. Mit Jesus können wir von einer neuen Menschlichkeit träumen und uns für eine geschwisterlichere Gesellschaft einsetzen, die auf unser gemeinsames Haus achtet, angefangen bei so einfachen Dingen wie etwa andere zu grüßen, um Erlaubnis zu bitten, sich zu entschuldigen oder danke zu sagen. Die Welt verändern wir vor allem durch kleine Dinge, ohne dass wir uns dafür schämen, nur kleine Schritte zu machen. Im Gegenteil, unser Kleinsein erinnert uns daran, dass wir schwach sind und dass wir einander brauchen, als Glieder eines einzigen Leibes (vgl. Röm 12,5; 1 Kor 12,26).

Und es geht noch um mehr. Alleine kann man nämlich nicht einmal glücklich sein, liebe Mädchen und Jungen, denn die Freude wächst in dem Maß, in dem wir sie teilen. Sie kommt aus der Dankbarkeit für die Gaben, die wir empfangen haben und die wir dann wiederum mit den anderen teilen. Wenn wir das, was wir bekommen haben, nur für uns selbst behalten oder sogar ein Theater machen, um dieses oder jenes Geschenk zu erhalten, vergessen wir in Wirklichkeit, dass wir selbst füreinander das größte Geschenk sind: Wir sind das „Geschenk Gottes“. Die anderen Gaben sind nützlich, ja, aber nur, um zusammen zu sein. Wenn wir sie nicht dafür gebrauchen, werden wir immer unzufrieden sein und nie genug haben.

Aber wenn man zusammen ist, ist alles anders! Denkt an eure Freunde: Wie schön ist es, mit ihnen zusammen zu sein, zu Hause, in der Schule, in der Pfarrei, im Pfarrheim, überall; mit ihnen zu spielen, zu singen, neue Dinge zu entdecken, Spaß zu haben, alles zusammen, ohne dass jemand zurückbleibt. Freundschaft ist etwas Wunderschönes und sie wächst nur so: im Teilen und Verzeihen, mit Geduld, Mut, Kreativität und Phantasie, ohne Angst und ohne Vorurteile.

Und nun möchte ich euch ein wichtiges Geheimnis anvertrauen: um wirklich glücklich zu sein, muss man beten, viel beten, jeden Tag, denn das Gebet verbindet uns direkt mit Gott, es erfüllt unser Herz mit Licht und Wärme und hilft uns, alles mit Vertrauen und Gelassenheit zu tun. Auch Jesus betete immer zum Vater. Und wisst ihr, wie er ihn nannte? In seiner Sprache nannte er ihn einfach Abba, was Papa bedeutet (vgl. Mk 14,36). Machen wir das auch! Dann werden wir immer seine Nähe spüren. Jesus selbst hat uns das versprochen, als er sagte: »Wo zwei oder drei in meinem Namen versammelt sind, da bin ich mitten unter ihnen« (Mt 18,20).

Liebe Mädchen und Jungen, im Mai werden wir sehr zahlreich in Rom zusammenkommen, eben mit euch, die ihr aus der ganzen Welt eintreffen werdet! Um uns also gut darauf vorzubereiten, empfehle ich euch, beim Beten dieselben Worte zu verwenden, die Jesus uns gelehrt hat: das Vaterunser. Betet es jeden Morgen und jeden Abend, und dann auch in der Familie, mit euren Eltern, Brüdern, Schwestern und Großeltern. Aber nicht formelhaft, nein! Sondern indem ihr über die Worte nachdenkt, die Jesus uns gelehrt hat. Jesus ruft uns und will, dass wir mit ihm zusammen Hauptpersonen dieses Welttags sind, die sich mit ihm für eine neue, menschlichere, gerechtere und friedlichere Welt einsetzen. Er, der sich am Kreuz hingegeben hat, um uns alle in der Liebe zusammenzuführen, er, der den Tod besiegt und uns mit dem Vater versöhnt hat, will sein Werk durch uns in der Kirche fortsetzen. Denkt darüber nach, besonders diejenigen unter euch, die sich auf den Empfang der Erstkommunion vorbereiten.

Meine Lieben, Gott, der uns von Ewigkeit her liebt (vgl. Jer 1,5), sieht auf uns wie der liebevollste Vater und die zärtlichste Mutter. Er vergisst uns nie (vgl. Jes 49,15), er ist jeden Tag an unserer Seite und erneuert uns mit seinem Geist.

Beten wir gemeinsam mit der heiligen Maria und dem heiligen Josef mit diesen Worten:

Komm, Heiliger Geist,

zeige uns deine Schönheit

die sich in den Gesichtern

der Mädchen und Jungen der Erde widerspiegelt.

Komm, Jesus,

der du alle Dinge neu machst,

der du der Weg bist, der uns zum Vater führt,

komm und bleibe bei uns.

Amen.

Rom, Sankt Johannes im Lateran, 2. März 2024

FRANZISKUS

[00378-DE.01] [Originalsprache: Italienisch]

Traduzione in lingua spagnola

Queridas niñas y queridos niños:

Se acerca su primera Jornada Mundial, que será en Roma los días 25 y 26 del próximo mes de mayo. Por eso me pareció bien enviarles un mensaje. Me alegra que puedan recibirlo y agradezco a todos los que trabajarán para que esto sea posible.

Lo dirijo ante todo a cada uno de ustedes personalmente, a ti querida niña, a ti querido niño, porque «eres valioso» a los ojos de Dios (Is 43,4), como nos lo enseña la Biblia y como Jesús lo demostró tantas veces.

Al mismo tiempo este mensaje lo envío a todos, porque todos ustedes son importantes, y porque juntos —los que están cerca y los que están lejos— manifiestan el deseo de cada uno de nosotros de crecer y renovarse. Ustedes nos recuerdan que todos somos hijos y hermanos, y que nadie puede existir sin alguien que lo traiga al mundo, ni crecer sin tener otras personas para amar y sentirse amado (cf. Carta enc. Fratelli tutti, 95).

De este modo, todos ustedes, niñas y niños, que son la alegría de sus padres y de sus familias, son también la alegría de la humanidad y de la Iglesia, donde cada uno es como un eslabón de una larguísima cadena, que se extiende del pasado al futuro y que cubre toda la tierra. Por eso les aconsejo que escuchen siempre con atención los relatos de los mayores: de sus mamás y de sus papás, de sus abuelos y de sus bisabuelos. Y al mismo tiempo no olviden a cuántos de entre ustedes que, aun siendo tan pequeños, ya están luchando contra enfermedades y dificultades, en el hospital o en su casa, a quienes son víctimas de la guerra y de la violencia, a quienes sufren el hambre y la sed, a quienes viven en la calle, a quienes se ven obligados a ser soldados o a huir como refugiados, separados de sus padres, a quienes no pueden ir a la escuela, a quienes son víctimas de bandas criminales, de las drogas o de otras formas de esclavitud y de abusos. En definitiva, a todos esos niños a los que todavía hoy se les roba la infancia cruelmente. Escúchenlos, o mejor aún, escuchémoslos, porque con su sufrimiento, con los ojos purificados por las lágrimas y con el constante deseo de bien que nace del corazón de quien ha visto verdaderamente qué terrible es el mal, nos hablan de la realidad.

Mis pequeños amigos, para renovarnos a nosotros mismos y al mundo, no es suficiente con que estemos unidos entre nosotros: es necesario que estemos unidos con Jesús. Él nos infunde mucho valor, porque está siempre a nuestro lado, su Espíritu nos precede y nos acompaña en los caminos del mundo. Jesús nos dice: «Yo hago nuevas todas las cosas» (Ap 21,5); estas son las palabras que elegí como tema para la primera Jornada Mundial. Estas palabras nos invitan a ser ágiles como niños para comprender las novedades que el Espíritu suscita en nosotros y a nuestro alrededor. Con Jesús podemos soñar una humanidad nueva y comprometernos por una sociedad más fraterna y atenta a nuestra casa común, comenzando por las cosas sencillas, como saludar a los demás, pedir permiso, pedir disculpas, decir gracias. El mundo se transforma, ante todo, por medio de las cosas pequeñas, sin avergonzarse de dar sólo pasos pequeños. Es más, nuestra pequeñez nos recuerda que somos frágiles y que necesitamos los unos de los otros, como miembros de un único cuerpo (cf. Rm 12,5; 1 Co 12,26).

Y hay algo más. Queridas niñas y queridos niños, no podemos llegar a ser felices en solitario, porque la felicidad crece en la medida en que se comparte; pues nace con la gratitud por los dones que hemos recibido y que a su vez compartimos con los demás. Cuando aquello que hemos recibido lo guardamos sólo para nosotros, o incluso hacemos berrinches para conseguir este o aquel regalo, en realidad nos olvidamos de que el don más grande somos nosotros mismos, los unos para los otros; nosotros somos el “regalo de Dios”. Los otros dones sirven, sí, pero en la medida en que nos ayudan a estar juntos; si no los usamos para eso estaremos siempre insatisfechos y nunca nos serán suficientes.

En cambio, si estamos juntos todo es diferente. Piensen en sus amigos; qué hermoso es estar con ellos, en casa, en la escuela, en la parroquia, en el oratorio, en todas partes; jugar, cantar, descubrir cosas nuevas, divertirse, todos juntos, sin dejar atrás a nadie. La amistad es hermosísima y sólo crece así, compartiendo y perdonando, con paciencia, valentía, creatividad e imaginación, sin miedo y sin prejuicios.

Y ahora quiero confiarles un secreto importante: para ser realmente felices es necesario rezar, rezar mucho, todos los días, porque la oración nos conecta directamente con Dios, nos llena el corazón de luz y de calor y nos ayuda a hacer todo con confianza y serenidad. También Jesús rezaba siempre al Padre. ¿Y saben cómo lo llamaba? En su lengua le decía sencillamente Abba, que significa Papá (cf. Mc 14,36). Llamémoslo así también nosotros y lo sentiremos siempre cercano. Nos lo prometió el mismo Jesús, cuando nos dijo: «Donde hay dos o tres reunidos en mi Nombre, yo estoy presente en medio de ellos» (Mt 18,20).

Queridas niñas y queridos niños, saben que en mayo me encontraré en Roma con muchos de ustedes, que vendrán en gran número de todo el mundo. Y entonces, para prepararnos bien, rezando, les propongo que usemos las mismas palabras que Jesús nos ha enseñado: el Padrenuestro. Recítenlo todas las mañanas y todas las tardes, y también en familia, con sus padres, hermanos, hermanas y abuelos. Pero no como una fórmula, no, sino pensando en las palabras que Jesús nos ha enseñado. Jesús nos llama y desea que, con Él, seamos protagonistas de esta Jornada Mundial, como constructores de un mundo nuevo, más humano, justo y pacífico.

Él, que se ofreció en la cruz para reunirnos a todos en el amor; Él, que venció la muerte y nos reconcilió con el Padre, quiere continuar su obra en la Iglesia por medio de nosotros. Piensen en esto, especialmente quienes se están preparando para recibir la Primera Comunión.

Queridos amigos, Dios, que nos ama desde siempre (cf. Jr 1,5), tiene para nosotros la mirada del papá más amoroso y de la mamá más tierna. Él no se olvida nunca de nosotros (cf. Is 49,15) y cada día nos acompaña y nos renueva con su Espíritu.

Junto con María Santísima y san José recemos con estas palabras:

Ven, Espíritu Santo,

muéstranos tu belleza

que se refleja en los rostros

de las niñas y los niños de la tierra.

Ven, Jesús,

que haces nuevas todas las cosas,

que eres el camino que nos conduce al Padre,

ven y quédate con nosotros.

Amén.

Roma, San Juan de Letrán, 2 de marzo de 2024

FRANCISCO

[00378-ES.01] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua portoghese

Queridas meninas,

Queridos meninos!

Avizinha-se a vossa primeira Jornada Mundial, que terá lugar a 25 e 26 do próximo mês de maio, em Roma; por isso, pensei em enviar-vos uma mensagem. Fico feliz se a puderdes receber, pelo que desde já agradeço a quantos ajudarem a fazer-vo-la chegar.

Dirijo-a, antes de mais, a cada um de vós pessoalmente: a ti, querida menina, a ti, querido menino, porque sois preciosos aos olhos de Deus, como nos ensina a Bíblia (cf. Is 43, 4) e tantas vezes o demonstrou Jesus.

Ao mesmo tempo a mensagem é enviada a todos, porque todos sois importantes e, juntos – os de perto e os de longe –, manifestais o desejo que há em cada um de nós de crescer e se renovar. Lembrais-nos que somos, todos, filhos e irmãos e ninguém pode existir sem uma pessoa que o traga ao mundo, nem crescer sem ter outros a quem dar amor e de quem receber amor (cf. Francisco, Carta enc. Fratelli tutti, 95).

Assim todos vós, meninas e meninos, que sois a alegria dos vossos pais e das vossas famílias, constituís também a alegria da humanidade e da Igreja, na qual cada um representa o elo duma cadeia muito longa, que se estende do passado ao futuro e cobre toda a terra. Por isso vos recomendo que escuteis sempre com atenção as histórias dos adultos: da mamã, do papá, dos avós e bisavós! E ao mesmo tempo não esqueçais quem dentre vós embora tão pequeno já se encontra a lutar contra doenças e dificuldades, no hospital ou em casa, quem é vítima da guerra e da violência, quem padece a fome e a sede, quem vive na rua, quem é forçado a combater como soldado ou tem de escapar como refugiado, separado dos seus pais, quem não pode ir à escola, quem é vítima de grupos criminosos, das drogas ou doutras formas de escravidão, dos abusos. Em resumo, todas aquelas crianças a quem, ainda hoje, é cruelmente roubada a infância. Escutai-as, ou melhor, escutemo-las, porque, no seu sofrimento, falam-nos da realidade, com os olhos purificados pelas lágrimas e com aquele tenaz desejo de bem que nasce no coração de quem viu como é feio, de verdade, o mal.

Meus amiguinhos, para nos renovarmos a nós mesmos e ao mundo, não basta encontrar-nos entre nós: é necessário estar unidos a Jesus. D’Ele recebemos tanta coragem! Está sempre perto de nós; o seu Espírito precede-nos e acompanha-nos pelos caminhos do mundo. Jesus diz-nos: «Eu renovo todas as coisas» (Ap 21, 5); são as palavras que escolhi como tema para a vossa primeira Jornada Mundial. Estas palavras convidam a tornar-nos ágeis como crianças no acolhimento das novidades suscitadas em nós e ao nosso redor pelo Espírito. Com Jesus, podemos sonhar uma nova humanidade e trabalhar por uma sociedade mais fraterna e atenta à nossa casa comum, começando por coisas simples como saudar os outros, pedir licença, pedir desculpa, dizer obrigado. O mundo transforma-se antes de mais através de pequenas coisas, sem ter vergonha de realizar apenas pequenos passos. Com efeito, a nossa pequenez lembra-nos que somos frágeis e que precisamos uns dos outros enquanto membros de um único corpo (cf. Rm 12, 5; 1 Cor 12, 26).

Mais ainda! Sozinhos, queridas meninas e queridos meninos, não podemos sequer ser felizes, porque a alegria cresce na medida em que a partilhamos: nasce com a gratidão pelos dons que recebemos e, por nossa vez, comunicamos aos outros. Quando guardamos só para nós o que recebemos, ou até fazemos uma birra para conseguir esta ou aquela dádiva, na realidade esquecemo-nos de que o maior dom somos nós mesmos, uns para os outros: somos nós a «prenda de Deus». Os outros dons servem apenas para estar juntos; se não os utilizamos para isso, seremos eternos insatisfeitos e nunca nos bastarão.

Pelo contrário, se estivermos juntos, tudo é diferente! Pensai nos vossos amigos: como é bom estar com eles, em casa, na escola, na paróquia, no patronato, em qualquer lugar; brincar, cantar, descobrir coisas novas, divertir-se, todos juntos, sem deixar ninguém para trás. A amizade é lindíssima e só cresce assim, na partilha e no perdão, com paciência, coragem, criatividade e imaginação, sem medo nem preconceitos.

Quero agora confiar-vos um segredo importante: para sermos verdadeiramente felizes, é preciso rezar, rezar muito, todos os dias, porque a oração liga-nos diretamente a Deus, enche-nos o coração de luz e calor e ajuda-nos a fazer tudo com confiança e serenidade. Também Jesus sempre rezava ao Pai. Sabeis como Lhe chamava? Na sua língua, chamava-Lhe simplesmente Abbá, que significa Papá (cf. Mc 14, 36). Façamo-lo também nós! Senti-Lo-emos sempre perto de nós. Assim no-lo prometeu o próprio Jesus, quando nos disse: «Onde estiverem dois ou três reunidos em meu nome, Eu estou no meio deles» (Mt 18, 20).

Queridas meninas, queridos meninos! Sabeis que em maio nos encontraremos em grande número em Roma; encontrar-nos-emos precisamente convosco, que vireis de todo o mundo! E assim, para nos prepararmos bem, rezando, recomendo-vos que useis as mesmas palavras que Jesus nos ensinou: o Pai nosso. Rezai-o todas as manhãs e todas as noites; e fazei-o também em família, com os vossos pais, irmãos, irmãs e avós. Mas não o reciteis como uma fórmula… Fazei-o pensando nas palavras que Jesus nos ensinou. Jesus chama-nos e quer-nos protagonistas, com Ele, desta Jornada Mundial, construtores dum mundo novo, mais humano, justo e pacífico.

Ele, que Se ofereceu na Cruz para nos reunir a todos no amor, Ele que venceu a morte e nos reconciliou com o Pai, quer continuar por nosso intermédio a sua obra na Igreja. Pensai nisto de modo particular vós que vos preparais para fazer a Primeira Comunhão.

Caríssimos, Deus, que desde sempre nos amou (cf. Jr 1, 5), vela por nós com o olhar do mais amoroso dos papás e da mais terna das mamãs. Ele nunca Se esquece de nós (cf. Is 49, 15), e cada dia acompanha-nos e renova-nos com o seu Espírito.

Juntamente com Maria Santíssima e São José, rezemos com estas palavras:

Vinde, Santo Espírito,

mostrai-nos a vossa beleza

refletida nos rostos

das meninas e meninos da terra inteira.

Vinde Jesus,

que renovais todas as coisas

e sois o caminho que nos conduz ao Pai,

vinde e ficai connosco.

Amen.

Vaticano, 2 de março de 2024

FRANCISCO

[00378-PO.01] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua polacca

Drogie dziewczynki i drodzy chłopcy!

Zbliża się wasz pierwszy Światowy Dzień: odbędzie się on w Rzymie w dniach 25 i 26 maja. Dlatego pomyślałem o wystosowaniu do was orędzia; cieszę się, że będziecie mogli je otrzymać i dziękuję wszystkim, którzy będą pracować, żeby wam je udostępnić.

Kieruję je przede wszystkim do każdego osobiście, do ciebie, droga dziewczynko, do ciebie, drogi chłopcze, ponieważ „drogi jesteś” w oczach Boga (Iz 43, 4), jak uczy nas Biblia i jak wiele razy udowodnił Pan Jezus.

Jednocześnie kieruję to orędzie do wszystkich, ponieważ wszyscy jesteście ważni i ponieważ razem, bliscy i dalecy, wyrażacie pragnienie każdego z nas, by rozwijać się i odnawiać. Przypominacie nam, że wszyscy jesteśmy dziećmi i braćmi, i że nikt nie może istnieć bez kogoś, kto wprowadziłby go w świat, ani rozwijać się nie mając innych, których można obdarzać miłością i od których można ją otrzymywać (por. Enc. Fratelli tutti, 95).

Tak więc wy wszyscy, dziewczynki i chłopcy, będący radością waszych rodziców i rodzin, jesteście także radością ludzkości i Kościoła, w którym każdy jest jak ogniwo bardzo długiego łańcucha, rozciągającego się od przeszłości do przyszłości i ogarniającego całą ziemię. Dlatego zalecam, abyście zawsze uważnie słuchali opowiadań dorosłych: waszych mam, tatusiów, dziadków i pradziadków! A jednocześnie nie zapominajcie o tych z was, jeszcze tak młodych, a którzy już zmagają się z chorobą i trudnościami, w szpitalu lub w domu, którzy są ofiarami wojny i przemocy, którzy cierpią głód i pragnienie, którzy żyją na ulicy, którzy są zmuszani do bycia żołnierzami lub uciekają jako uchodźcy, oddzieleni od rodziców, którzy nie mogą chodzić do szkoły, którzy są ofiarami gangów przestępczych, narkotyków lub innych form niewolnictwa, wykorzystywania. Krótko mówiąc, o wszystkich tych dzieciach, którym po dziś dzień wciąż okrutnie odbierane jest dzieciństwo. Posłuchajcie ich, lepiej: posłuchajmy ich, ponieważ w swoim cierpieniu mówią nam o rzeczywistości, z oczami obmytymi łzami i z tym nieustępliwym pragnieniem dobra, które rodzi się w sercu tych, którzy naprawdę widzieli, jak okropne jest zło.

Moi młodzi przyjaciele, aby odnowić siebie i świat, nie wystarczy, abyśmy byli razem w swoim gronie: konieczne jest zjednoczenie z Jezusem. Od Niego otrzymujemy wielką odwagę: On jest zawsze blisko, Jego Duch idzie przed nami i towarzyszy nam na drogach świata. Jezus mówi nam: „Oto czynię wszystko nowe” (Ap 21, 5); to są słowa, które wybrałem jako temat waszego pierwszego Światowego Dnia. Te słowa zapraszają nas, abyśmy stali się zwinni jak dzieci w uchwyceniu nowości wzbudzonej przez Ducha Świętego w nas i wokół nas. Z Panem Jezusem możemy marzyć o nowej ludzkości i zaangażować się na rzecz bardziej braterskiego społeczeństwa, troszczącego się o nasz wspólny dom, poczynając od prostych rzeczy, takich jak pozdrawianie innych, proszenie o pozwolenie, przepraszanie, mówienie: „dziękuję”. Świat przemienia się przede wszystkim poprzez małe rzeczy, nie wstydząc się tego, że stawia się jedynie małe kroki. Co więcej, nasza małość przypomina nam, że jesteśmy słabi i że potrzebujemy siebie nawzajem, jako członki jednego ciała (por. Rz 12, 5; 1 Kor 12, 26).

I to nie wszystko. W rzeczywistości, drogie dziewczynki i drodzy chłopcy, będąc samemu nie można nawet być szczęśliwym, ponieważ radość rośnie w takim samym wymiarze, w jakim się nią dzielimy: rodzi się z wdzięczności za dary, które otrzymaliśmy i którymi z kolei dzielimy się z innymi. Kiedy to, co otrzymaliśmy, zatrzymujemy tylko dla siebie, a nawet robimy awantury, aby otrzymać ten czy inny prezent, w rzeczywistości zapominamy, że największym darem jesteśmy my sami, jedni dla drugich: jesteśmy "darem Boga". Inne dary są potrzebne, owszem, ale tylko po to, by być razem. Jeśli nie wykorzystamy ich w tym celu, zawsze będziemy niezadowoleni i nigdy nam nie wystarczą.

Natomiast, jeśli jesteśmy razem, wszystko jest inne! Pomyślcie o waszych przyjaciołach: jak pięknie jest być z nimi w domu, w szkole, w parafii, w oratorium, wszędzie; grając, śpiewając, odkrywając nowe rzeczy, bawiąc się, wszyscy razem, nie pozostawiając nikogo w tyle. Przyjaźń jest niezwykle piękna i rozwija się tylko w ten sposób, w dzieleniu się z innymi i w przebaczaniu, z cierpliwością, odwagą, kreatywnością i wyobraźnią, bez lęku i bez uprzedzeń.

A teraz chcę wam wyznać ważną tajemnicę: aby być naprawdę szczęśliwym, musimy się modlić, dużo się modlić, każdego dnia, ponieważ modlitwa łączy nas bezpośrednio z Bogiem, napełnia nasze serca światłem i ciepłem, oraz pomaga nam czynić wszystko z ufnością i spokojem. Także Pan Jezus zawsze modlił się do Ojca. A czy wiecie, jak Go nazywał? W swoim języku nazywał Go po prostu Abbà, co oznacza Tatusiu (por. Mk 1, 36). My też tak róbmy! Będziemy zawsze odczuwali Jego bliskość. Obiecał nam to sam Jezus, mówiąc: „Gdzie są dwaj albo trzej zebrani w imię moje, tam jestem pośród nich” (Mt 18, 20).

Drogie dziewczynki i chłopcy, wiecie, że w maju spotkamy się bardzo licznie w Rzymie, właśnie z wami, którzy przybędziecie z całego świata! Dlatego, aby dobrze się przygotować, zalecam wam modlić się używając tych samych słów, których nauczył nas Jezus: Ojcze nasz. Odmawiajcie je każdego ranka i każdego wieczoru, a także w rodzinie, z rodzicami, braćmi, siostrami i dziadkami. Ale nie jako formułę, nie! Lecz myśląc o słowach, których Pan Jezus nauczył nas. Jezus wzywa nas i chce, abyśmy wraz z Nim byli głównymi bohaterami tego Światowego Dnia, budowniczymi nowego, bardziej ludzkiego, sprawiedliwego i pokojowego świata.

On, który ofiarował siebie na krzyżu, aby zgromadzić nas wszystkich w miłości, On, który zwyciężył śmierć i pojednał nas z Ojcem, chce kontynuować swoje dzieło w Kościele, poprzez nas. Pomyślcie o tym, zwłaszcza ci z was, którzy przygotowują się do przyjęcia Pierwszej Komunii Świętej.

Umiłowani, Bóg, który kocha nas od początku (por. Jr 1, 5), ma dla nas spojrzenie najbardziej kochającego taty i najczulszej mamy. On nigdy o nas nie zapomina (por. Iz 49, 15), i codziennie towarzyszy nam i odnawia nas swoim Duchem.

Razem z Najświętszą Maryją Panną i świętym Józefem módlmy się tymi słowami:

Przybądź, Duchu Święty,

ukaż nam swoje piękno,

które znajduje odbicie w twarzach

dziewczynek i chłopców ziemi.

Przybądź Jezu,

który wszystko czynisz nowym,

który jesteś drogą prowadzącą nas do Ojca,

przyjdź i pozostań z nami.

Amen.

Rzym, u Świętego Jana na Lateranie, dnia 2 marca 2024 roku

FRANCISZEK

[00378-PL.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua araba

أيّها الأطفال الأعزّاء،

يقترب يومكم العالميّ الأوّل: سيكون في روما يومَيّ 25 و26 أيّار/مايو القادم. ولهذا السّبب فكّرت في أن أرسل إليكم رسالة، وأنا سعيد لأنّكم ستتسلّمونها. وأشكر كلّ الذين سيعملون على إيصالها إليكم.

أوّلًا، أوجّهها إلى كلّ واحد منكم شخصيًّا، إليكِ، أيّتها الطّفلة الصّغيرة، وإليكَ، أيّها الطّفل الصّغير، لأنّك "كريمٌ" في عينَيَّ الله (أشعيا 43، 4)، كما يُعَلِّمُنا الكتاب المقدس وكما بَيَّنَ لنا ذلك يسوع مرارًا كثيرة.

وفي الوقت نفسه أوجّه هذه الرّسالة إلى جميعكم، لأنّكم جميعًا مهمّون، ولأنّكم معًا، القريبون والبعيدون، تُظهرون رغبة كلّ واحد منّا في النّمو والتّجدّد. وتذكّروننا بأنّنا جميعًا أبناءٌ وإخوة، وبأنّه لا يمكن لأحد أن يوجد بدون أن يأتي به أحدٌ إلى العالم، ولا يمكن أن ينمو بدون أن يكون له أناس يحبّهم وهم يحبّونه (راجع رسالة بابويّة عامّة، كلّنا إخوة، 95).

وهكذا أنتم جميعًا، أيّها الأطفال، أنتم فرح والديكم وعائلاتكم، وفرح الإنسانيّة والكنيسة أيضًا، حيث كلّ واحد منكم هو حلقة في سلسلة طويلة جدًّا، تمتد من الماضيّ إلى المستقبل وتغطي الأرض كلّها. لهذا السّبب أنصحكم بأن تصغوا دائمًا بانتباه إلى قصص الكبار: إلى قصص أمهاتكم وآبائكم وأجدادكم وأجداد أجدادكم! وفي الوقت نفسه، لا تنسوا الأطفال مثلكم الذين لا يزالوا صغيرين جدًّا، ويجدون أنفسهم يكافحون الأمراض والصّعاب، في المستشفى أو في البيت، أو هم ضحيّة الحرب والعنف، أو يتألّمون من الجوع والعطش، أو يعيشون في الشّوارع، أو هم مجبرون على أن يصيروا جنودًا أو أن يهربوا ويصيروا لاجئين، وينفصلون عن والدِيهم، أو لا يستطيعون الذّهاب إلى المدرسة، أو يقعون ضحيّة العصابات الإجراميّة أو المخدرات أو غيرها من أشكال العبوديّة والإساءة. باختصار، كلّ هؤلاء الأطفال الذين لا تزال طفولتهم تسرق منهم بلا رحمة حتّى اليوم. أصغوا إليهم، بل لنصغِ إليهم، لأنّهم في آلامهم يتكلّمون إلينا عن واقعهم، بعيون تطّهرها الدّموع، وفيهم الرّغبة الشّديدة في الخير التي تُولَد في قلوب الذين رأوا حقًّا كم هو سيءٌ الشّرّ.

أصدقائي الصّغار، لكي نجدّد أنفسنا والعالم، لا يكفي أن نكون معًا: من الضّروريّ أن نبقى متّحدين بيسوع. هو يعطينا شجاعةً كثيرة، وهو دائمًا قريبٌ منّا، وروحهُ يسبقنا ويرافقنا على طرق العالم. يسوع يقول لنا: "هاءَنَذا أَجعَلُ كُلَّ شَيءٍ جَديدًا" (رؤيا يوحنّا 21، 5)، اخترت هذه الكلمات لتكون موضوعًا ليومكم العالمي الأوّل. هذه الكلمات تدعونا إلى أن نصير طيّعين مثل الأطفال لنفهم كلّ ما هو جديد يضعه الرّوح القدس فينا وحولنا. مع يسوع يمكننا أن نحلم بإنسانيّة جديدة ونلتزم بمجتمع أكثر أخُوَةً وانتباهًا إلى بيتنا المشترك، بدءًا بالأشياء البسيطة، مثل إلقاء التّحيّة على الآخرين، والاستئذان قبل العمل، والاعتذار، وقول كلمة شكرًا. العالم يتبدّل أوّلًا من خلال أشياء صغيرة، فلا نخجل من أن نَخطُوَ خُطَوات صغيرة فقط. بل بالأحرى صغرنا يذكّرنا بأنّنا ضعفاء وبأنّنا بحاجة بعضنا لبعض، مثل الأعضاء في الجسد الواحد (راجع رومة 12، 5؛ 1 قورنتس 12، 26).

وهناك أكثر من ذلك. في الواقع، أيّها الأطفال الأعزّاء، لا يمكننا حتّى أن نكون سعداء وحدنا، لأنّ الفرح ينمو بقدر ما نشاركه مع غيرنا: فهو يولد بالشُّكر على العطايا التي قبلناها، وبدورنا نتقاسمها مع الآخرين. عندما نحتفظ بما تلقّيناه لأنفسنا فقط، أو حتّى حين نقوم بتصرّفات غير لائقة لنحصل على هذه الهديّة أو تلك، فإنّنا في الحقيقة ننسى أنّ العطيّة الكبرى هي نحن أنفسنا، وبعضنا لبعض: نحن ”هديّة الله“. الهدايا الأخرى مفيدة، نعم، لكن فقط لنكون معًا. إن لم نستخدمها كذلك لنفرح بها معًا، سنكون دائمًا غير راضين ولن تكفينا أبدًا.

لكن، إن كنّا معًا، فكلّ شيء يختلف! فكّروا في أصدقائكم: كَم هو جميل أن تكونوا معهم، في البيت، وفي المدرسة، وفي الرّعيّة، وفي الكنيسة، وفي كلّ مكان، لتلعبوا، وتنشدوا، وتكتشفوا أشياء جديدة، وتستمتعوا معًا كلّكم، ودون أن تتركوا أحدًا وراءكم. الصّداقة جميلة جدًّا وتنمو فقط هكذا، في المشاركة والمغفرة، وبالصّبر والشّجاعة، وبالإبداع والخيال، ودون خوف ودون أحكام مُسبقة.

والآن أريد أن أقول لكم سرًّا مهمًّا: حتّى تكونوا سعداءَ حقًّا، يجب أن تصلّوا، كثيرًا، وكلّ يوم، لأنّ الصّلاة تربطنا مباشرة بالله، وتملأ قلوبنا بالنّور والدّفء، وتساعدنا على أن نعمل كلّ شيء بثقة وصفاء. يسوع أيضًا كان يصلّي دائمًا إلى الآب. وهل تعلمون كيف كان يناديه؟ كان يناديه بِلُغَتِهِ ببساطة ”أبَّا“، أيّ ”يا بابا“ (راجع مرقس 14، 36). لنناديه نحن أيضا كذلك! وسنشعر به دائمًا قريبًا منّا. يسوع نفسه وعدنا بهذا الأمر، عندما قال لنا: "فحَيثُما اجتَمَعَ اثنانِ أَو ثَلاثَةٌ بِاسمي، كُنتُ هُناكَ بَينَهم" (متّى 18، 20).

أيّها الأطفال الأعزّاء، تعلمون أنّنا سنكون في شهر أيّار/مايو كثيرين جدًّا في روما، ومعكم طبعًا، ستأتون من جميع أنحاء العالم! ولذلك، لكي نستعدّ جيّدًا، بالصّلاة، أوصيكم أن تستخدموا الكلمات نفسها التي علّمنا إيّاها يسوع: صلاة الأبانا. صلُّوها كلّ صباح وكلّ مساء، ثمّ مع عائلتكم أيضًا، ومع والدِيكم ومع إخوتكم وأخواتكم ومع أجدادكم. لكن لا تكُنْ كلمات نتلوها أو نرددها. كلا! بل علينا أن نفكّر في الكلمات التي علّمنا إيّاها يسوع. يسوع يدعونا ويريدنا أن نكون معه أشخاصًا مؤثّرين في هذا اليوم العالميّ، وبُناةً لعالمٍ جديد، أكثر إنسانيّة، وعدلًا وسلامًا.

هو، الذي وَهَبَنا نفسه على الصّليب ليجمعنا كلّنا في المحبّة، وهو، الذي غَلَبَ الموت وصالحنا مع الآب، يريد أن يُكمل عمله في الكنيسة، من خلالنا. فكّروا في ذلك، وخاصّة أنتم الذين تستعدّون للمناولة الأولى.

أيّها الأعزّاء، الله، الذي أحبّنا دائمًا (راجع إرميا 1، 5)، ينظر إلينا نظرة محبّة أكثر من محبّة الآباء ونظرة حنونة أكثر من حنان الأمّهات. هو لا ينسانا أبدًا (راجع أشعيا 49، 15)، وكلّ يوم يرافقنا ويجدّدنا بروحه.

مع مريم الكليّة القدّاسة والقدّيس يوسف، لنصلِّ بهذه الكلمات:

تعالَ أيّها الرّوح القدس،

وأظهر لنا جمالك

المُنعكس في وجوه

أطفال الأرض.

تعال يا يسوع،

يا من تجعل كلّ الأشياء جديدة،

أنت الطّريق الذي يقودنا إلى الآب،

تعال وابقَ معنا.

آمين.

روما، بازيليكا القدّيس يوحنّا في اللاتران، يوم 2 آذار/مارس 2024.

فرنسيس

 

[00378-AR.01] [Testo originale: Italiano]

[B0182-XX.02]