Catechesi del Santo Padre in lingua italiana
Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue
Appello del Santo Padre
L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.00 nell’Aula Paolo VI, dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana, che è stato letto da Mons. Filippo Ciampanelli, il Papa, continuando il ciclo di catechesi su “I vizi e le virtù”, ha incentrato la sua riflessione sul tema L’invidia e la vanagloria (Lettura: Gal 5,24-26).
Dopo aver riassunto la Sua catechesi nelle diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai fedeli presenti. Quindi ha rivolto un appello in occasione del 25.mo anniversario dell’entrata in vigore della Convezione sull’interdizione delle mine anti-persone che ricorre venerdì 1° marzo 2024.
L’Udienza Generale si è conclusa con la recita del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.
Catechesi del Santo Padre in lingua italiana
[Il testo qui di seguito include anche parti non lette che sono date ugualmente come pronunciate]
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Oggi prendiamo in esame due vizi capitali che troviamo nei grandi elenchi che la tradizione spirituale ci ha lasciato: l’invidia e la vanagloria.
Partiamo dall’invidia. Se leggiamo la Sacra Scrittura (cfr Gen 4), essa ci appare come uno dei vizi più antichi: l’odio di Caino nei confronti di Abele si scatena quando si accorge che i sacrifici del fratello sono graditi a Dio. Caino era il primogenito di Adamo ed Eva, si era preso la parte più cospicua dell’eredità paterna; eppure, basta che Abele, il fratello minore, riesca in una piccola impresa, che Caino si rabbuia. Il volto dell’invidioso è sempre triste: lo sguardo è basso, pare che indaghi in continuazione il suolo, ma in realtà non vede niente, perché la mente è avviluppata da pensieri pieni di cattiveria. L’invidia, se non viene controllata, porta all’odio dell’altro. Abele sarà ucciso per mano di Caino, che non poteva sopportare la felicità del fratello.
L’invidia è un male indagato non solo in ambito cristiano: essa ha attirato l’attenzione di filosofi e sapienti di ogni cultura. Alla sua base c’è un rapporto di odio e amore: si vuole il male dell’altro, ma segretamente si desidera essere come lui. L’altro è l’epifania di ciò che vorremmo essere, e che in realtà non siamo. La sua fortuna ci sembra un’ingiustizia: sicuramente – pensiamo – noi avremmo meritato molto di più i suoi successi o la sua buona sorte!
Alla radice di questo vizio c’è una falsa idea di Dio: non si accetta che Dio abbia la sua “matematica”, diversa dalla nostra. Ad esempio, nella parabola di Gesù sui lavoratori chiamati dal padrone ad andare nella vigna alle diverse ore del giorno, quelli della prima ora credono di aver diritto a un salario maggiore di quelli arrivati per ultimi; ma il padrone dà a tutti la stessa paga, e dice: «Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?» (Mt 20,15). Vorremmo imporre a Dio la nostra logica egoistica, invece la logica di Dio è l’amore. I beni che Lui ci dona sono fatti per essere condivisi. Per questo San Paolo esorta i cristiani: «Amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda» (Rm 12,10). Ecco il rimedio all’invidia!
E veniamo al secondo vizio che oggi esaminiamo: la vanagloria. Essa va a braccetto con il demone dell’invidia, e insieme questi due vizi sono propri di una persona che ambisce ad essere il centro del mondo, libera di sfruttare tutto e tutti, oggetto di ogni lode e di ogni amore. La vanagloria è un’autostima gonfiata e senza fondamenti. Il vanaglorioso possiede un “io” ingombrante: non ha empatia e non si accorge che nel mondo esistono altre persone oltre a lui. I suoi rapporti sono sempre strumentali, improntati alla sopraffazione dell’altro. La sua persona, le sue imprese, i suoi successi devono essere mostrati a tutti: è un perenne mendicante di attenzione. E se qualche volta le sue qualità non vengono riconosciute, allora si arrabbia ferocemente. Gli altri sono ingiusti, non capiscono, non sono all’altezza. Nei suoi scritti Evagrio Pontico descrive l’amara vicenda di qualche monaco colpito dalla vanagloria. Succede che, dopo i primi successi nella vita spirituale, si sente già un arrivato, e allora si precipita nel mondo per ricevere le sue lodi. Ma non capisce di essere solo agli inizi del cammino spirituale, e che è in agguato una tentazione che presto lo farà cadere.
Per guarire il vanaglorioso, i maestri spirituali non suggeriscono molti rimedi. Perché in fondo il male della vanità ha il suo rimedio in sé stesso: le lodi che il vanaglorioso sperava di mietere nel mondo presto gli si rivolteranno contro. E quante persone, illuse da una falsa immagine di sé, sono poi cadute in peccati di cui presto si sarebbero vergognate!
L’istruzione più bella per vincere la vanagloria la possiamo trovare nella testimonianza di San Paolo. L’Apostolo fece sempre i conti con un difetto che non riuscì mai a vincere. Per ben tre volte chiese al Signore di liberarlo da quel tormento, ma alla fine Gesù gli rispose: «Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Da quel giorno Paolo fu liberato. E la sua conclusione dovrebbe diventare anche la nostra: «Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo» (2 Cor 12,9).
[00348-IT.02] [Testo originale: Italiano]
Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue
In lingua francese
Speaker:
Frères et sœurs, nous examinons aujourd'hui deux vices, l’envie et la vaine gloire qui sont caractéristiques d’une personne aspirant à être le centre du monde, l’objet de toute louange et de tout amour.
L’envie apparaît dans la Bible avec la haine de Caïn à l’égard d’Abel. Elle est déclenchée lorsqu’il se rend compte que les sacrifices de son frère plaisent à Dieu. À la base, se trouve une relation de haine et d’amour : on veut le mal de l’autre, mais secrètement, on souhaite lui ressembler ! Sa réussite semble une injustice. L’envieux n’accepte pas que Dieu ait ses propres “mathématiques”, différentes des nôtres. Il voudrait imposer à Dieu sa logique égoïste, alors que la logique de Dieu c’est l’amour.
La vaine gloire est une estime de soi démesurée et sans fondement. Le vantard possède un ego encombrant : ses relations sont toujours instrumentalisées, marquées par la domination des autres. Perpétuel mendiant d’attention, sa personne, ses exploits et ses réalisations doivent être montrés à tous. Pour vaincre la vanité, nous pouvons faire comme l’apôtre Paul qui dut toujours supporter un propre défaut qu’il ne parvenait pas à surmonter.
Santo Padre:
Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese, in particolare la delegazione del Consiglio Nazionale di Monaco, così come le parrocchie e i giovani provenienti dalla Francia.
In questo tempo di Quaresima, sforziamoci di non mettere noi stessi al centro, piuttosto cerchiamo di farci da parte per fare spazio agli altri, promuoverli e gioire delle loro qualità e dei loro successi.
Che Dio vi benedica tutti.
Speaker:
Je salue cordialement les pèlerins de langue française, en particulier une délégation du Conseil National de Monaco, ainsi que les paroisses et les jeunes venus de France.
En ce temps de Carême efforçons nous de ne pas nous mettre toujours au centre, mais cherchons plutôt à nous effacer pour laisser la place aux autres, les promouvoir et nous réjouir de leurs qualités et de leurs succès.
Que Dieu vous bénisse.
[00349-FR.02] [Texte original: Français]
In lingua inglese
Speaker:
Dear brothers and sisters: In our catechesis on the virtues and the vices, we now turn to envy and vainglory. Envy, already present in the story of Cain and Abel, is a destructive force fuelled by resentment towards others, and can lead to deadly hatred. The remedy to envy lies in Saint Paul’s exhortation: “Love one another with brotherly affection, compete in esteeming one another” (Rom 12:10). Vainglory is marked by an inflated self-esteem, a craving for constant praise and frequently prone to using other people for one’s own ends. Saint Paul’s example of boasting of his weakness rather than achievements offers an effective way for overcoming vainglory. May we, like him, know that God’s grace is sufficient, since his power is made perfect in weakness, and all the more gladly boast of our weaknesses, that the power of Christ may set us free for a more generous love of others.
The Holy Father will now greet us in Italian.
Santo Padre:
Do il benvenuto a tutti i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente ai gruppi provenienti da Inghilterra, Irlanda, Paesi Bassi, Norvegia, Malaysia, Vietnam e Stati Uniti d’America. Rivolgo un saluto particolare agli studenti e professori della Saint Mary’s University di Twickenham, Inghilterra. Su tutti voi e sulle vostre famiglie, invoco la gioia e la pace del Signore nostro Gesù Cristo. Dio vi benedica!
Speaker:
I extend a warm welcome to the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, especially the groups from England, Ireland, the Netherland, Norway, Malaysia, Vietnam, and the United States of America. I offer a special greeting to the students and professors from Saint Mary’s University, Twickenham, England. Upon all of you and upon your families, I invoke the joy and peace of our Lord Jesus Christ. God bless you!
[00350-IT.02] [Testo originale: Inglese]
In lingua tedesca
Speaker:
Liebe Brüder und Schwestern, die geistlichen Meister warnen uns auch vor den Lastern des Neides und der Eitelkeit bzw. der Ruhmsucht. Schon sehr früh begegnet uns in der Heiligen Schrift das Laster des Neides: Kain tötet, von Neid verblendet, seinen Bruder Abel. Im Neid möchte man das Glück des Anderen für sich selbst. Letztlich steht dahinter ein falsches Gottesbild, das unserer egoistischen Denkweise entspringt. Der Dämon des Neides geht mit der Ruhmsucht einher. Diese bläht das Selbstwertgefühl des Menschen auf, der sich als Mittelpunkt der Welt wähnt und ständig Aufmerksamkeit braucht. In Gottes Logik der Liebe finden wir ein wirksames Heilmittel, das unser Herz für die Mitmenschen öffnet. Rühmen wir uns unserer Schwachheit, damit die Kraft Christi auf uns herabkommt (vgl. 2 Kor 12,9).
Santo Padre:
Cari fratelli e sorelle di lingua tedesca, la Quaresima tradizionalmente ci invita a fare l’elemosina, cioè a condividere i nostri beni con i fratelli bisognosi. Il Signore vi sostenga in ogni vostra opera buona di carità!
Speaker:
Liebe Brüder und Schwestern deutscher Sprache, die Fastenzeit ruft uns traditionell zum Almosengeben auf, also unsere Güter mit den bedürftigen Brüdern und Schwestern zu teilen. Der Herr stehe euch in jedem guten Werk der Liebe bei!
[00351-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]
In lingua spagnola
Queridos hermanos y hermanas:
En la catequesis de hoy examinamos la envidia y la vanagloria, dos vicios capitales propios de las personas que buscan ser el centro del mundo y de todos los elogios.
La envidia aparece ya desde las primeras páginas de la Biblia. Cuando leemos el relato de Caín y Abel vemos que, movido por la envidia, Caín llegó incluso a matar a su hermano menor. El envidioso busca el mal del otro, no sólo por odio, sino que en realidad desearía ser como él. En la base de este vicio está la idea falsa de que Dios debe actuar según la lógica mundana, sin embargo, la lógica divina es el amor y la gratuidad.
La vanagloria, por su parte, se manifiesta como una autoestima desmesurada y sin fundamentos. El que se vanagloria —el vanidoso, el engreído— es egocéntrico y reclama atención constantemente. En sus relaciones con los demás no tiene empatía ni los considera como iguales. Tiende a instrumentalizar todo y a todos para conseguir lo que ambiciona.
Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española. Nos vendría bien en esta Cuaresma meditar con frecuencia las “Letanías de la humildad” del cardenal Merry del Val, para combatir los vicios que nos alejan de la vida en Cristo. Que Dios los bendiga y la Virgen Santa los cuide. Muchas gracias.
[00352-ES.02] [Texto original: Español]
In lingua portoghese
Speaker:
A inveja é um dos pecados capitais. Na sua base, há uma relação de ódio/amor: desejamos o mal ao outro, mas no fundo quereríamos ser como ele. Os seus sucessos ou a sua boa sorte, consideramo-los uma injustiça, pois os merecíamos, nós, muito mais! Na raiz da inveja, existe uma ideia falsa de Deus: não se aceita que Ele tenha a sua «matemática», diferente da nossa. De braço dado com a inveja, anda a vanglória, a vaidade. São vícios próprios duma pessoa que sonha ser o centro do mundo: incapaz de empatia, não se dá conta de que existem ao seu lado outras pessoas. Para contrastar tais vícios, digamos como Paulo: «Prefiro gloriar-me nas minhas fraquezas, para que habite em mim a força de Cristo».
Santo Padre:
Saluto l’Istituto “Vidas Raras” e tutti i pellegrini di lingua portoghese. Affido alla Vergine Maria i vostri propositi e i vostri passi. Vi incoraggio a scommettere sulla bellezza del servizio, che allarga il cuore e rende fecondi i vostri talenti. Volentieri benedico voi e i vostri cari!
Speaker:
Saúdo o Instituto «Vidas Raras» e todos os peregrinos de língua portuguesa. Confio à Virgem Maria os vossos corações e os vossos passos. Encorajo-vos a apostar na beleza do serviço, que engrandece o coração e torna fecundos os vossos talentos. De bom grado vos abençoo a vós e aos vossos entes queridos!
[00353-PO.01] [Texto original: Português]
In lingua araba
Speaker:
تَكلَّمَ قَداسَةُ البابا اليَومَ علَى رذيلَتَين رئيسِيَتَين، هُما الحَسَدُ والكِبرياءُ في إطارِ تعليمِهِ في موضوعِ الرَّذائلِ والفضائل، وقال: رذيلةُ الحَسَدِ هي إحدَى أقدَمِ الرَّذائل، نَجِدُها في قصَّةِ قايين وهابيل، عندما قَتَلَ قايين أخاهُ هابيل، لأنَّ قايين لم يَتَحَمَّلْ نجاحَ أخيه. في أساسِ الحَسَدِ علاقةٌ بينَ الكراهيةِ والحبّ: نَكرَهُ الخيرَ الَّذي نراهُ في الآخر، وفي الخَفاء، نريدُ أنْ نكونَ مِثلَهُ. وفي أصلِ هذهِ الرَّذيلةِ فكرةٌ خاطئةٌ عنِ الله: إذ نَوَدُّ أنْ نَفرِضَ مَنطِقَنا الأنانيّ على الله، لكن منطقَ اللهِ هو منطقُ المحبَّة. والخيراتُ الَّتي يُعطينا إيّاها الله هي للتقاسُمِ معَ غيرِنا. وفي رذيلةِ الكِبرياءِ قالَ قداسَتُهُ: هذهِ الرَّذيلةُ تسيرُ جنبًا إلى جنبٍ معَ رذيلةِ الحَسَد، ونَجِدُهُما في الشَّخصِ الَّذي يَطمَحُ بأنْ يكونَ مركِزَ العالم، وحُرًّا في أنْ يَستَغِلَّ كلَّ شيءٍ وكلَّ شخص، وبأنْ يكونَ هو موضعَ كلِّ مديحٍ وكلِّ حبّ. الشَّخصُ المتكبِّرُ ليس لديه تعاطفٌ ولا يُدرِكُ أنَّ هناكَ أشخاصًا آخرينَ غيرَه في العالم. وعلاقاتُه كلُّها نَفعِيَّة، وقائمةٌ على قمعِ الآخرين، ويُحاولُ أنْ يُظهِرَ نفسَهُ وأعمالَهُ ونجاحاتِهِ للجميع. شهادةُ القِدِّيسِ بولس الَّذي اعتَرَفَ بِضَعفِهِ لِتَحِلَّ بهِ قُدرَةُ المسيحِ تُساعِدُنا أنْ نَتَغَلَّبَ على الكبرياء.
Santo Padre:
Saluto i fedeli di lingua araba. Nel percorso quaresimale, che è cammino di preghiera, digiuno e carità, sentiamoci chiamati a sperimentare l’amore di Dio che rinnova la nostra vita. Il Signore vi benedica e vi protegga sempre da ogni male!
Speaker:
أُحيِّي المُؤمِنِينَ النَّاطِقِينَ باللُغَةِ العَرَبِيَّة. في مسيرةِ الزَّمنِ الأربعينيّ، وهي مسيرةُ صلاةٍ وصومٍ ومحبَّة، لِنَشعُرْ بأنَّنَا مَدعُوّونَ إلى أنْ نَختَبِرَ حبَّ اللهِ الَّذي يُجَدِّدُ حَيَاتَنَا. بارَكَكُم الرَّبُّ جَميعًا وَحَماكُم دائِمًا مِن كُلِّ شَرّ!
[00354-AR.01] [Testo originale: Arabo]
In lingua polacca
Speaker:
Drodzy bracia i siostry, dzisiaj przyjrzymy się dwóm wadom: zazdrości i próżnej chwale. Pierwsza jawi się w Piśmie św. jako jedna z najstarszych wad. Oto Abel zostaje zabity z rąk Kaina, który nie może znieść sukcesu i radości swojego brata. Niekontrolowana zazdrość prowadzi do smutku i gniewu, gdy drugi ujawnia to, czym my chcemy być, a czym nie jesteśmy. Jej korzeniem jest fałszywa idea Boga: nie akceptujemy Jego odmiennej „matematyki”, opartej na miłości. A właśnie miłość leczy z zazdrości! A teraz druga wada - próżna chwała, idąca w parze z demonem zazdrości. Osoba próżna pragnie podziwu i pochwał. Niedoceniona, wpada w furię. Ewagriusz z Pontu ostrzega, że pokusa pychy atakuje także po sukcesach w życiu duchowym, prowokując do upadku. Niech naszą konkluzją będą słowa doświadczonego w walce duchowej św. Pawła: „Najchętniej będę się chlubił z moich słabości, aby zamieszkała we mnie moc Chrystusa”.
Santo Padre:
Saluto cordialmente i polacchi. Vi incoraggio a continuare con pazienza nel vostro impegno spirituale lottando contro tutto ciò che vi allontana da Dio e dagli altri – nella vita in famiglia, nella comunità e nei luoghi di lavoro e di incontro. Vi affido all’intercessione della Vergine Maria, l’umile Ancella del Signore, per la quale la principale regola di vita è amare Dio. Vi benedico di cuore.
Speaker:
Pozdrawiam serdecznie Polaków. Zachęcam Was do cierpliwego kontynuowania duchowej pracy i zmagania z tym, co oddala Was od Boga i od siebie nawzajem – w życiu rodzinnym, w życiu społecznym we wspólnotach, w miejscach pracy i spotkań z bliźnimi. Zawierzam Was wstawiennictwu Dziewicy Maryi, pokornej Służebnicy Pańskiej, dla której miłość Boga była naczelną regułą życia. Z serca Wam błogosławię.
[00355-PL.01] [Testo originale: Polacco]
In lingua italiana
Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana.
In particolare, saluto i fedeli provenienti dalle Diocesi dell’Emilia Romagna e di San Marino-Montefeltro, accompagnati dai loro Vescovi.
Saluto inoltre i gruppi parrocchiali di Gricignano di Aversa e di Isola di Capo Rizzuto, auspicando che la sosta presso le tombe degli Apostoli susciti un rinnovato fervore spirituale.
Il mio pensiero va infine ai malati, agli anziani, agli sposi novelli e ai giovani, specialmente agli studenti dell’Istituto “Falcone e Borsellino” di Roma e ai ragazzi della Scuola “Giovanni Pascoli” di Fucecchio. Il cammino della Quaresima sia occasione per rientrare in sé stessi e rinnovarsi nello spirito.
Cari fratelli e sorelle, non dimentichiamo i popoli che soffrono a causa della guerra: Ucraina, Palestina, Israele e tanti altri. E preghiamo per le vittime dei recenti attacchi contro luoghi di culto in Burkina Faso; come pure per la popolazione di Haiti, dove continuano i crimini e i sequestri delle bande armate.
A tutti, la mia benedizione!
[00356-IT.02] [Testo originale: Italiano]
Appello del Santo Padre
Il 1° marzo ricorrerà il 25° anniversario dell’entrata in vigore della Convenzione sull’interdizione delle mine antipersona, che continuano a colpire civili innocenti, in particolare bambini, anche molti anni dopo la fine delle ostilità. Esprimo la mia vicinanza alle numerose vittime di questi subdoli ordigni, che ci ricordano la drammatica crudeltà delle guerre e il prezzo che le popolazioni civili sono costrette a subire. A questo proposito, ringrazio tutti coloro che offrono il loro contributo per assistere le vittime e bonificare le aree contaminate. Il loro lavoro è una risposta concreta alla chiamata universale ad essere operatori di pace, prendendoci cura dei nostri fratelli e sorelle.
[00359-IT.01] [Testo originale: Italiano]
[B0170-XX.02]