Discorso del Santo Padre
Traduzione in lingua tedesca
Questa mattina, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza una Delegazione della Società dei Pubblicisti Cattolici della Germania (Gesellschaft Katholischer Publizisten Deutschlands) nel 75° anniversario della fondazione.
Pubblichiamo di seguito il testo del discorso che era stato preparato dal Papa per l’occasione e che è stato consegnato ai presenti:
Discorso del Santo Padre
Parole a braccio:
Cari fratelli e sorelle, buongiorno e benvenuti!
Sono contento di accogliere voi, giornalisti tedeschi, che siete riuniti nella Gesellschaft katholischer Publizisten Deutschlands. Benvenuti qui tutti! Voi avete tra le mani il discorso che devo dire, lo avete nella vostra lingua. Io consegnerò l’originale italiano. E vi ringrazio, ringrazio per il vostro lavoro che non è facile, il lavoro di giornalista, è una cosa bella il comunicare. Auguro per tutti voi il meglio. Mi piacerebbe salutarvi adesso, e vi chiedo di pregare per me. Betet für mich, bitte! Diese Arbeit ist nicht einfach, nicht. Betet für mich. Aber betet “für”, nicht gegen. Vielen Dank für alles. Gott segne euch.
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Cari fratelli e sorelle, buongiorno e benvenuti!
Grazie di essere venuti a Roma per celebrare il 75° anniversario della vostra associazione. La Gesellschaft katholischer Publizisten Deutschlands riunisce professionisti cattolici dei media, provenienti da vari settori, ecclesiali e civili. La comunicazione aiuta ad essere, come dice l’Apostolo Paolo, «membra gli uni degli altri» (Ef 4,25), chiamati a vivere in comunione all’interno di una rete di relazioni in continua espansione. Ciò è essenziale nella Chiesa, dove il legame con l’universalità si sviluppa e si armonizza in modo particolare attraverso il ministero del successore di Pietro.
La vostra Associazione si propone l’impegno per l’ecumenismo, il dialogo interreligioso e anche per la difesa della pace, della libertà e della dignità umana. Sono obiettivi quanto mai attuali! Quanti conflitti oggi, anziché essere estinti dal dialogo, sono alimentati da notizie false o da dichiarazioni incendiarie che passano attraverso i media! Perciò è ancora più importante che voi, forti delle vostre radici cristiane e della fede quotidianamente vissuta, “smilitarizzati” nel cuore dal Vangelo, sosteniate il disarmo del linguaggio. Questo è fondamentale: favorire toni di pace e di comprensione, costruire ponti, essere disponibili all’ascolto, esercitare una comunicazione rispettosa verso l’altro e le sue ragioni. C’è un bisogno urgente di questo nella società, ma anche la Chiesa necessita di una comunicazione «gentile e al contempo profetica» (Messaggio per la LVII Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, 24 gennaio 2023).
La Chiesa in Germania ha intrapreso un cammino sinodale, sul quale ho scritto una lettera nel 2019, che auspico sia più conosciuta, meditata e attuata, in quanto esprime due aspetti che ritengo fondamentali per non smarrirsi. Anzitutto la cura della dimensione spirituale, ovvero il concreto e costante adeguamento al Vangelo e non ai modelli del mondo, riscoprendo la conversione personale e comunitaria attraverso i Sacramenti e la preghiera, la docilità allo Spirito Santo e non allo spirito del tempo. E poi la dimensione universale, cattolica, per non concepire la vita di fede come qualcosa di relativo solo al proprio ambito culturale e nazionale. Fa bene, da questo punto di vista, la partecipazione al processo sinodale universale. I comunicatori cattolici hanno un ruolo prezioso da svolgere in tali situazioni: fornendo informazioni corrette, possono contribuire a chiarire malintesi e soprattutto ad evitare che essi sorgano, aiutando la comprensione reciproca e non le contrapposizioni.
In ogni caso, è importante non avere un atteggiamento introverso, ma “uscire” per portare il messaggio cristiano in ogni ambito della vita, utilizzando i mezzi e le possibilità oggi a disposizione. Una Chiesa che si occupa principalmente di sé stessa si ammala di autoreferenzialità. La Chiesa, invece, è missione, e i comunicatori cattolici non possono non coinvolgersi e rimanere, per così dire, “neutrali” rispetto al messaggio che trasmettono. Mi piace ricordare, in proposito, che «la neutralità dei media è solo apparente: solo chi comunica mettendo in gioco sé stesso può rappresentare un punto di riferimento» (Messaggio per la XLVIII Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, 24 gennaio 2014).
Carissimi, voi provenite da un Paese prospero e sviluppato, ma anche lì si trovano, a volte nascosti, non pochi disagi. Penso al fenomeno della povertà infantile, a famiglie che non sanno come pagare le bollette e alla situazione di tanti migranti e rifugiati, che la Germania ha accolto in gran numero. Lì il Dio dell’amore aspetta la buona notizia della nostra carità: attende cristiani che escano e vadano verso le persone che stanno ai margini. E per questo c’è bisogno anche di comunicatori che diano risalto alle storie e ai volti di coloro a cui pochi o nessuno prestano attenzione. Quando comunicate, dunque, pensate sempre ai volti delle persone, specialmente dei poveri e dei semplici, e partite da loro, dalla loro realtà, dai loro drammi e dalle loro speranze, anche se farlo vuol dire andare controcorrente, e consumare le suole delle scarpe!
Sorelle e fratelli, vi ringrazio per la vostra presenza e per il vostro lavoro. Vi benedico di cuore. E voi, per favore, non dimenticatevi di pregare per me.
[00016-IT.01] [Testo originale: Italiano]
Traduzione in lingua tedesca
Liebe Brüder und Schwestern, guten Morgen und herzlich willkommen!
Danke, dass Sie nach Rom gekommen sind, um das 75-jährige Bestehen Ihrer Vereinigung zu begehen. Die Gesellschaft Katholischer Publizisten Deutschlands bringt katholische Medienschaffende aus verschiedenen Bereichen zusammen, aus kirchlichen und weltlichen. Die Kommunikation hilft dabei, wie der Apostel Paulus sagt, »als Glieder miteinander verbunden« zu sein (Eph 4,25), die gerufen sind, in einem sich beständig erweiternden Beziehungsnetz zusammenzuleben. Das ist in der Kirche, in der die Verbindungen zum Ganzen in besonderer Weise durch das Amt des Nachfolgers Petri entwickelt und in Einklang gebracht werden, von wesentlicher Bedeutung.
Ihre Vereinigung engagiert sich für die Ökumene, den interreligiösen Dialog und auch für die Verteidigung des Friedens, der Freiheit und der Menschenwürde. Diese Ziele sind heute aktueller denn je! Wie viele Konflikte werden heute – statt im Dialog beigelegt zu werden – durch Falschmeldungen oder aufhetzende Stellungnahmen in den Medien befeuert! Deshalb ist es umso wichtiger, dass Sie – gestärkt durch Ihre christlichen Wurzeln und Ihren täglich gelebten Glauben und durch das Evangelium im Herzen „demilitarisiert“ – eine sprachliche Abrüstung unterstützen. Dies ist von grundlegender Bedeutung: sich um einen Ton des Friedens und der Verständigung zu bemühen, Brücken zu bauen, zum Zuhören bereit zu sein, eine Kommunikation zu üben, die dem anderen und seinen Gründen mit Respekt begegnet. Die Gesellschaft hat dies dringend nötig, aber auch die Kirche braucht eine Kommunikation, die »freundlich und zugleich prophetisch« ist (Botschaft zum 57. Welttag der Sozialen Kommunikationsmittel, 24. Januar 2023).
Die Kirche in Deutschland hat einen synodalen Weg eingeschlagen, zu dem ich 2019 einen Brief geschrieben habe, von dem ich wünschte, dass er stärker wahrgenommen, bedacht und umgesetzt würde, da er zwei Aspekte zum Ausdruck bringt, die ich für grundlegend halte, um nicht auf Abwege zu geraten. Da ist vor allem die Pflege der geistlichen Dimension, also die konkrete und beständige Angleichung an das Evangelium und nicht an die Leitbilder der Welt, indem man die persönliche und gemeinschaftliche Umkehr durch die Sakramente und das Gebet wiederentdeckt, die Fügsamkeit gegenüber dem Heiligen Geist und nicht gegenüber dem Zeitgeist. Und sodann die universale Dimension, die katholische Dimension, damit man das Glaubensleben nicht als etwas begreift, das sich bloß auf den eigenen kulturellen und nationalen Bereich bezieht. Die Teilnahme am Prozess der Weltsynode ist unter diesem Gesichtspunkt hilfreich. Katholischen Medienschaffenden kommt in solchen Situationen eine bedeutende Rolle zu: Dadurch, dass sie korrekte Informationen liefern, können sie dazu beitragen, Missverständnisse aufzuklären und vor allem zu verhindern, dass solche entstehen, indem sie dem gegenseitigen Verständnis und nicht einer Verschärfung der Gegensätze dienen.
In jedem Fall ist es wichtig, keine nach innen gerichtete Haltung einzunehmen, sondern „hinauszugehen“, um die christliche Botschaft in alle Bereiche des Lebens zu tragen und dabei die heute verfügbaren Mittel und Möglichkeiten zu nutzen. Eine Kirche, die sich hauptsächlich mit sich selbst beschäftigt, erkrankt an Selbstbezogenheit. Die Kirche hingegen ist Mission, und die katholischen Medienschaffenden können sich nicht nicht einbringen und hinsichtlich der von ihnen verbreiteten Botschaft sozusagen „neutral“ bleiben. In diesem Zusammenhang erinnere ich gern daran, dass die Neutralität der Medien nur eine scheinbare ist: »Nur wer in die Kommunikation sich selbst einbringt, kann einen Orientierungspunkt darstellen« (Botschaft zum 48. Welttag der Sozialen Kommunikationsmittel, 24. Januar 2014).
Liebe Freunde, Sie kommen aus einem wohlhabenden und hochentwickelten Land, aber auch dort gibt es, manchmal versteckt, nicht wenige Nöte. Ich denke dabei an das Problem der Kinderarmut, an Familien, die nicht wissen, wie sie ihre Rechnungen bezahlen sollen, und an die Situation vieler Migranten und Flüchtlinge, die Deutschland in großer Zahl aufgenommen hat. Dort wartet der Gott der Liebe auf die frohe Botschaft unserer Nächstenliebe. Er wartet auf Christen, die hinausgehen und sich zu den Menschen begeben, die am Rande stehen. Und dazu braucht es auch Medienschaffende, die die Geschichten und Gesichter derjenigen ins Bewusstsein holen, auf die kaum jemand oder niemand achtet. Wenn Sie also etwas mitteilen, denken Sie immer an die Gesichter der Menschen, besonders der Armen und der Einfachen, und gehen Sie von ihnen aus, von ihrer Wirklichkeit, von ihren Problemen und von ihren Hoffnungen, auch wenn dies bedeutet, gegen den Strom zu schwimmen und sich die Sohlen abzulaufen!
Schwestern und Brüder, ich danke Ihnen für Ihre Anwesenheit und für Ihre Arbeit. Ich segne Sie von Herzen. Und vergessen Sie bitte nicht, für mich zu beten.
[00016-DE.01] [Originalsprache: Italienisch]
[B0008-XX.02]