Catechesi del Santo Padre in lingua italiana
Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue
L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.00 in Piazza San Pietro.
Nel discorso in lingua italiana il Papa, continuando il ciclo di catechesi La passione per l’evangelizzazione: lo zelo apostolico del credente, ha incentrato la Sua meditazione sul tema “L’annuncio è gioia” (Lettura: Lc 2,8-11).
Dopo aver riassunto la Sua catechesi nelle diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai fedeli presenti.
L’Udienza Generale si è conclusa con la recita del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.
Catechesi del Santo Padre in lingua italiana
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
dopo aver incontrato diversi testimoni dell’annuncio del Vangelo, mi propongo di sintetizzare questo ciclo di catechesi sullo zelo apostolico in quattro punti, ispirati all’Esortazione apostolica Evangelii gaudium, che in questo mese compie dieci anni. Il primo punto che vediamo oggi, il primo dei quattro, non può che riguardare l’atteggiamento da cui dipende la sostanza del gesto evangelizzatore: la gioia. Il messaggio cristiano, come abbiamo ascoltato dalle parole che l’angelo rivolge ai pastori, è l’annuncio di «una grande gioia» (Lc 2,10). E la ragione?
Una buona notizia, una sorpresa, un bell’avvenimento? Molto di più, una Persona: Gesù! Gesù è la gioia. È Lui il Dio fatto uomo che è venuto da noi! La questione, cari fratelli e sorelle, non è dunque se annunciarlo, ma come annunciarlo, e questo “come” è la gioia. O annunciamo Gesù con gioia, o non lo annunciamo, perché un’altra via di annunciarlo non è capace di portare la vera realtà di Gesù.
Ecco perché un cristiano scontento, un cristiano triste, un cristiano insoddisfatto o, peggio ancora, risentito e rancoroso non è credibile. Questo parlerà di Gesù ma nessuno gli crederà! Una volta mi diceva una persona, parlando di questi cristiani: “Ma sono cristiani con faccia di baccalà!”, cioè, non esprimono niente, sono così, e la gioia è essenziale. È essenziale vigilare sui nostri sentimenti. L’evangelizzazione opera la gratuità, perché viene dalla pienezza, non dalla pressione. E quando si fa un’evangelizzazione – si vuole fare ma questo non va – in base a ideologie, questo non è evangelizzare, questo non è il Vangelo. Il Vangelo non è una ideologia: il Vangelo è un annuncio, un annuncio di gioia. Le ideologie sono fredde, tutte. Il Vangelo ha il calore della gioia. Le ideologie non sanno sorridere, il Vangelo è un sorriso, ti fa sorridere perché ti tocca l’anima con la Buona Notizia.
La nascita di Gesù, nella storia come nella vita, è il principio della gioia: pensate a quello che è successo ai discepoli di Emmaus che dalla gioia non potevano credere, e gli altri, poi, i discepoli tutti insieme, quando Gesù va al Cenacolo, non potevano credere dalla gioia (cfr Lc 24,13-35). La gioia di avere Gesù risorto. L’incontro con Gesù sempre ti porta la gioia e se questo non succede a te, non è un vero incontro con Gesù.
E questo che fa Gesù con i discepoli ci dice che i primi a dover essere evangelizzati sono i discepoli, i primi a dover essere evangelizzati siamo noi, cristiani: siamo noi. E questo è tanto importante
Immersi nel clima veloce e confuso di oggi, pure noi, infatti, potremmo trovarci a vivere la fede con un sottile senso di rinuncia, persuasi che per il Vangelo non ci sia più ascolto e che non valga più la pena impegnarsi per annunciarlo. Potremmo addirittura esser tentati dall’idea di lasciare che “gli altri” vadano per la loro strada. Invece proprio questo è il momento di ritornare al Vangelo per scoprire che Cristo «è sempre giovane e fonte costante di novità» (Evangelii gaudium, 11).
Così, come i due di Emmaus, si torna nella vita quotidiana con lo slancio di chi ha trovato un tesoro: erano gioiosi, questi due, perché avevano trovato Gesù, e ha cambiato loro la vita. E si scopre che l’umanità abbonda di fratelli e sorelle che aspettano una parola di speranza. Il Vangelo è atteso anche oggi: l’uomo di oggi è come l’uomo di ogni tempo: ne ha bisogno, anche la civiltà dell’incredulità programmata e della secolarità istituzionalizzata; anzi, soprattutto la società che lascia deserti gli spazi del senso religioso, ha bisogno di Gesù. Questo è il momento favorevole all’annuncio di Gesù. Perciò vorrei dire nuovamente a tutti: «La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia (ibid.,1). Non dimentichiamo questo. E se qualcuno di noi non percepisce questa gioia, si domandi se ha trovato Gesù. Una gioia interiore. Il Vangelo va sulla strada della gioia, sempre, è il grande annuncio. Invito ogni cristiano, in qualsiasi luogo e situazione si trovi, a rinnovare oggi stesso il suo incontro con Gesù Cristo. Ognuno di noi oggi si prenda un pochettino di tempo e pensi: “Gesù, Tu sei dentro di me: io voglio incontrarTi tutti i giorni. Tu sei una Persona, non sei un’idea; Tu sei un compagno di cammino, non sei un programma. Tu sei Amore che risolve tanti problemi. Tu sei l’inizio dell’evangelizzazione. Tu, Gesù, sei la fonte della gioia”. Amen.
[01733-IT.02] [Testo originale: Italiano]
Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue
In lingua francese
Speaker :
Chers frères et sœurs,
Après nous être appuyés sur l’exemple de diverses figures, je voudrais résumer ce cycle sur le zèle apostolique en quatre points inspirés de l’Exhortation apostolique Evangelii gaudium, qui fête ses dix ans. Le premier point abordé ce matin touche à l’attitude qui fonde l’évangélisation : la joie. L’ange ne s’est-il pas adressé aux bergers pour leur « annoncer une grande joie » ? Cette grande joie est beaucoup plus qu’un bel évènement, c’est une personne : Jésus, le Dieu fait homme qui désire nous donner la vie éternelle en partage, la source d’une joie qui ne passe pas !
L’annonce est donc fondée sur la joie et un chrétien triste, en proie au ressentiment ou à la rancœur, n’est pas crédible. Or le récit des pèlerins d’Emmaüs nous révèle qu’avec le Christ, on peut toujours passer du découragement à la joie pascale et que « toute expérience authentique de vérité et de beauté cherche par elle-même son expansion » (EG, n. 9). Dans le contexte actuel si difficile, l’humanité toute entière attend une parole d’espérance que la joie de l’Évangile peut offrir à travers chacun de nous.
Santo Padre:
Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese, in particolare i gruppi di religiose di Bordeaux e di Castres; i fedeli e gli studenti venuti della Francia.
Vi invito tutti a rinnovare oggi il vostro incontro personale con Cristo, che è l'origine dell'evangelizzazione e la fonte della gioia!
Dio vi benedica.
Speaker:
Je salue cordialement les pèlerins de langue française, notamment les groupes de religieuses de Bordeaux et de Castres, les fidèles et les élèves venus de France.
Je vous invite tous à renouveler aujourd’hui votre rencontre personnelle avec le Christ qui est l’origine de l’Évangélisation et la source de toute joie !
Que Dieu vous bénisse !
[01734-FR.02] [Texte original: Français]
In lingua inglese
Speaker:
Dear Brothers and Sisters,
In our continuing catechesis on apostolic zeal, we now turn to the Apostolic Exhortation Evangelii Gaudium and its summons to a renewed proclamation of the “joy of the Gospel”. The reason for that joy, which was first announced by the angels in Bethlehem, is our personal encounter with Jesus, who, now risen from the dead, offers us the promise of new and eternal life.
We see this in the Gospel story of the disciples who met the risen Lord on the road to Emmaus. With their hearts set afire by the Word of God that he proclaimed to them, they then recognized him in the breaking of the bread and joyfully returned to Jerusalem to announce his resurrection to the others.
Like those disciples, we too need to encounter the Lord ever anew in his Word and his sacramental presence, in order to share the liberating message of the Gospel with others. In our troubled world, so many people await a word of hope. May all Christians take up the challenge of sharing the joy of their own encounter with the risen Lord, the new life bestowed by his Spirit, and the freedom born of trust in his promises.
Santo Padre:
Do il benvenuto a tutti i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente ai gruppi provenienti da Inghilterra, Malaysia, Filippine, Corea e Stati Uniti d’America. Su tutti voi e sulle vostre famiglie, invoco la gioia e la pace del Signore nostro Gesù Cristo. Dio vi benedica!
Speaker:
I welcome all the English-speaking pilgrims taking part in today’s Audience, particularly the groups from England, Malaysia, the Philippines, Korea and the United States of America. Upon all of you and upon your families, I invoke the joy and peace of our Lord Jesus Christ. God bless you!
[01735-EN.01] [Original text: English]
In lingua tedesca
Speaker:
Liebe Brüder und Schwestern, vor zehn Jahren erschien das Apostolische Schreiben „Evangelii gaudium“, in dem es insbesondere auch um die Freude als wesentlicher Grundhaltung bei der Verkündigung des Evangeliums geht. In der Lesung haben wir von der „großen Freude“ (Lk 2,8-11) gehört, die die Engel den Hirten in Betlehem verkündeten. Der Grund dieser Freude ist Jesus Christus, der menschgewordene Gott, der uns liebt, der sein Leben für uns hingegeben hat und uns ewiges Leben schenkt. Diese frohe Botschaft muss entsprechend mit Freude verkündigt werden, sonst ist sie nicht glaubwürdig. In der Emmaus-Perikope (Lk 24,13-35) wird sichtbar, wie die verzagten Jünger durch die Begegnung mit dem Auferstandenen zur Osterfreude gelangen, als er ihnen den Sinn der Schrift erschließt und sich im Brechen des Brotes zu erkennen gibt. Noch in der Nacht brechen sie auf, um diese frohe Botschaft weiterzugeben. Die Freude des Evangeliums erfüllt das Herz und das gesamte Leben derer, die Jesus begegnen. Diejenigen, die sich von ihm retten lassen, werden befreit von der Sünde, von der Traurigkeit, von der inneren Leere und von der Vereinsamung. Aus der Begegnung mit Jesus Christus kommt immer – und immer wieder – die wahre und tiefe Freude, derer die Welt zu allen Zeiten so sehr bedarf.
Santo Padre:
Cari fratelli e sorelle di lingua tedesca, oggi la Chiesa commemora San Alberto Magno, un grande studioso universale, domenicano e Dottore della Chiesa - tedesco. Chiediamo la sua intercessione affinché possiamo conformarci sempre più alla volontà del Signore e glorificarlo attraverso la nostra vita.
Speaker:
Liebe Brüder und Schwestern deutscher Sprache, heute gedenkt die Kirche des heiligen Universalgelehrten, Dominikaners und Kirchenlehrers Albertus Magnus. Bitten wir ihn um seine Fürsprache, dass wir immer mehr dem Willen des Herrn entsprechen und ihn durch unser Leben verherrlichen.
[01736-DE.02] [Originalsprache: Deutsch]
In lingua spagnola
Queridos hermanos y hermanas:
Para concluir con el ciclo de catequesis que hemos realizado sobre el celo apostólico, quiero resumir su contenido en cuatro temas, inspirados en la exhortación Evangelii gaudium, en el décimo aniversario de la publicación. Hoy abordaremos la primera palabra: la alegría. Como a los pastores en Belén, también a nosotros se nos anuncia una gran alegría, que no es un concepto, ni siquiera una buena noticia, sino algo más, una persona, Jesús de Nazaret.
Los cristianos no podemos ser gente triste ni mucho menos resentida, traumatizada por los propios fracasos o el devenir de la sociedad. Al contrario, la fuerza de nuestro anuncio está en ser capaces de comunicar la alegría que nace del encuentro con Jesús, incluso en circunstancias difíciles. Pero para eso somos nosotros los primeros que debemos ser evangelizados. Como los discípulos de Emaús, en medio de la desolación de la cruz y la pasión, estamos llamados a redescubrir su presencia en nuestras vidas, dejándonos sorprender por la fuerza de su amor y su alegría.
Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española. Pidamos al Señor que renueve cada día nuestro encuentro con Él, que haga arder nuestro corazón con su Palabra, y también que en la Eucaristía nazca en nosotros el impulso que animó a los discípulos a salir a evangelizar al mundo.
Que Jesús los bendiga y la Virgen Santa los cuide. Muchas gracias.
[01737-ES.02] [Texto original: Español]
In lingua portoghese
Speaker:
Após falar sobre diversas testemunhas do anúncio do Evangelho, proponho, como síntese destas catequeses sobre o zelo apostólico, quatro pontos baseados na Exortação apostólica Evangelii gaudium. O primeiro deles, que veremos hoje, diz respeito à atitude que deve caracterizar toda a ação evangelizadora: a alegria. Como ouvimos, nas palavras do Anjo aos pastores, lhes é anunciada uma “grande alegria”, e a razão desta é a pessoa de Jesus. Ele é o nosso Evangelho, é Deus feito homem para a nossa salvação, é a fonte da verdadeira alegria. Sendo assim, um cristão triste, insatisfeito ou, ainda pior, ressentido ou rancoroso não possui credibilidade. Se o nascimento de Jesus é a fonte da alegria cristã, a plenitude desta é a Páscoa. Isto se entende no maravilhoso relato dos discípulos de Emaús, no qual vemos como, acompanhados por Jesus, se pode passar do desconforto e da tristeza à alegria pascal. Os dois discípulos, reanimados pelo encontro com Jesus, isto é, com a Sua Palavra que faz arder os corações e com a Sua presença amorosa no pão partido, regressam sem demoras a Jerusalém para anunciar com alegria aos demais a Boa Nova da Ressurreição. Vemos assim que a alegria cristã não vem de nós mesmos, mas é um dom do Espírito do Ressuscitado. Por isso gostaria de recordar novamente a todos: “A alegria do Evangelho enche o coração e a vida inteira daqueles que se encontram com Jesus. Quantos se deixam salvar por Ele são libertados do pecado, da tristeza, do vazio interior, do isolamento. Com Jesus Cristo, renasce sem cessar a alegria” (EG 1).
Santo Padre:
Saluto cordialmente i fedeli di lingua portoghese, in modo speciale i parlamentari venuti dal Portogallo e i gruppi di Guarulhos e Recife. Ricordiamoci che un cristiano triste è un povero cristiano; quindi, cerchiamo sempre di essere gioiosi nella testimonianza del Vangelo. Dio vi benedica!
Speaker:
Saúdo cordialmente os fiéis de língua portuguesa, de modo especial os parlamentares vindos de Portugal e os grupos de Guarulhos e Recife. Lembremo-nos que um cristão triste é um triste cristão; por isso, procuremos sempre ser alegres no testemunho do Evangelho. Deus vos abençoe!
[01738-PO.01] [Texto original: Português]
In lingua araba
Speaker:
تكلَّمَ قَداسَةُ البابا اليَومَ علَى الفرحِ الَّذي هو علامةٌ مِن علاماتِ البشارةِ بالإنجيل. قال: سبَبُ الفرحِ الرَّئيسيّ هو يسوعُ نفسُه الَّذي يُحِبُّنا دائمًا، وبَذَلَ حياتَه مِن أجلِنا، ويريدُ أنْ يَمنَحَنا الحياةَ الأبديَّة. هو بشارَتُنا وينبوعُ فرحِنا الَّذي لا يزول. لِهذا، المسيحيّ الكئيبُ أو الحزينُ أو الحاقِدُ لا يمكنُ لأن يُصَدِّقَهُ النَّاس. المسيحيّ الصَّادِقُ والمُؤَثِّرُ هو الَّذي يَظهَرُ في نفسِهِ المليئةِ بالفرحِ والوادعة، ومِن سلوكِهِ الهادئِ واللطيفِ الَّذي يَنجُمُ عن لقائِه بيسوع، ومِن حبِّهِ الصَّادِقِ الَّذي مِن خلالِهِ يُقَدِّمُ للجميعِ ما نالَه مِن غيرِ استحقاقٍ منه. وقالَ قداسَتُه: إنْ كانَ ميلادُ يسوع، هو أصلُ الفرح، فإنَّ كمالَ الفرحِ هو في يومِ الفِصح. نرَى ذلك في قصَّةِ تلميذَي عِمواس الَّتي تُبَيِّنُ لنا كيف يُمكِنُنا دائمًا أنْ نَنتَقِلَ مِن اليأسِ إلى الفرحِ الفِصحِيّ. تلميذا عِمواس بعدَ لِقائِهما بيسوعَ القائمِ مِن بينِ الأموات، انتَعَشا بكلمتِهِ، وصارا مُبَشِّرَين مليئَين بالحماسَةِ والفرح. هذا هو الفرحُ المسيحيّ، إنَّه لا يأتي منَّا، بل هو عطيَّةُ الرُّوحِ القدس، روحِ القائمِ مِن بين الأموات. ونحنُ أيضًا، مِثلَ تلميذَي عِمواس، وعندما يكونُ قلبُنا مُتعَبًا والأفُقُ مُظلِمًا، مدعوُّونَ إلى أنْ نعودَ إلى الإنجيل، ونَلتَقِيَ بيسوعَ حتَّى نَمتَلِئَ فرَحًا، إذَّاكَ نَتَمَكَّنُ مِن أنْ نَملأَ قلوبَ البشرِ بفرحِ الإنجيلِ لكي يَتَحَرَّرُوا مِن الخطيئةِ والحزنِ والفراغِ الدّاخليّ والعُزلة.
Santo Padre:
Saluto i fedeli di lingua araba. Invito ogni cristiano, in qualsiasi luogo e situazione si trovi, a rinnovare il suo incontro personale con Gesù Cristo, perché Egli è la fonte della gioia di cui abbiamo bisogno per liberarci dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga sempre da ogni male!
Speaker:
أُحيِّي المُؤمِنِينَ النَّاطِقِينَ باللُغَةِ العربِيَّة. أدعُو كلَّ مسيحيّ، في أيِّ مكانٍ ووضعٍ كان، إلى أنْ يُجَدِّدَ لقاءَهُ الشَّخصِيّ معَ يسوعَ المسيح، لأنَّهُ ينبوعُ الفرحِ الَّذي نحتاجُ إليهِ لكي نَتَحَرَّرَ مِن الخطيئةِ والحزنِ والفراغِ الدَّاخليّ والعُزلة. بارَكَكُم الرَّبُّ جَميعًا وَحَماكُم دائِمًا مِن كُلِّ شَرّ!
[01739-AR.01] [Testo originale: Arabo]
In lingua polacca
Speaker:
Drodzy bracia i siostry, po spotkaniu z różnymi świadkami Ewangelii, proponuję podsumować cykl katechez o gorliwości apostolskiej inspirując się adhortacją apostolską Evangelii gaudium, od której publikacji mija w tym miesiącu dziesięć lat. Pierwszy punkt, dotyczy postawy, od której zależy istota gestu ewangelizacyjnego: radości. Jej źródłem jest konkretna Osoba, Jezus. Pytanie nie brzmi zatem, czy głosić Ewangelię, ale jak ją głosić, a owym „jak” jest radość. Stąd chrześcijanin, który jest smutny, niezadowolony lub, co gorsza, pełen urazy i pretensji, nie jest wiarygodny. Spotkanie z uczniami idącymi do Emaus pokazuje, że w towarzystwie Jezusa zawsze można przejść od przygnębienia do paschalnej radości. Emaus pokazuje nam, że tam, gdzie wszystko wydaje się skończone, wraz ze Zmartwychwstałym odradza się radość. Mówi nam też, że pierwszymi, którzy muszą być ewangelizowanymi są uczniowie, którzy na nowo odkrywają Jezusa jako żywą Osobę. Zatem pierwszymi, którzy powinni być ewangelizowani jesteśmy my, chrześcijanie. Zanurzeni w dzisiejszym szybkim i zagmatwanym świecie, my również możemy żyć wiarą z subtelnym poczuciem rezygnacji, przekonani, że dla Ewangelii nie ma już posłuchu i że nie warto podejmować wysiłku, żeby ją głosić. Możemy ulec pokusie, by pozwolić „innym” pójść własną drogą. Tymczasem jest to właśnie chwila, żeby powrócić do Ewangelii, aby odkryć, że Chrystus „jest zawsze młody i jest zawsze źródłem nowości”. W ten sposób powracamy do codziennego życia z energią kogoś, kto znalazł skarb. I odkrywamy, że ludzkość potrzebuje słów nadziei. Ewangelia jest oczekiwana również dzisiaj: potrzebuje jej także cywilizacja zaprogramowanej niewiary i zinstytucjonalizowanej laickości. A zwłaszcza społeczeństwo, które pozostawia spustoszonymi przestrzenie zmysłu religijnego. Jest to sprzyjający moment dla głoszenia Jezusa. On jest początkiem ewangelizacji.
Santo Padre:
Serdecznie pozdrawiam pielgrzymów polskich. Ewangelia jest oczekiwana w waszej ojczyźnie również dzisiaj, a jej głoszeniu muszą towarzyszyć konkretne dzieła miłosierdzia. Módlmy się wszyscy razem za potrzebujących i za uchodźców z udręczonej Ukrainy. Z serca błogosławię wam i wszystkim osobom, którym niesiecie wsparcie.
Speaker:
Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Il Vangelo nella vostra patria è atteso anche oggi, e il suo annuncio deve essere accompagnato da concrete opere di misericordia.
Preghiamo tutti insieme per i bisognosi e per i rifugiati dalla martoriata Ucraina. Di cuore, benedico voi e le persone a cui portate sostegno.
[01740-PL.02] [Testo originale: Polacco]
In lingua italiana
Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai fedeli di Portici e a quelli di Lauria. Saluto l’Associazione Volontari Italiani del Sangue e sottolineo il valore etico della donazione del sangue: un gesto che aiuta a salvare tante vite umane!
Accolgo con affetto gli Scout Agesci di Foligno – fanno rumore, questi –, insieme con i ministranti e il gruppo della pastorale vocazionale, accompagnati dalle famiglie. Cari ragazzi, vi esorto ad essere coraggiosi protagonisti negli ambienti in cui vivete; siate soprattutto gioiosi testimoni del Vangelo, costruttori di ponti e mai di muri, mai!
Saluto infine gli anziani, i malati, gli sposi novelli – sono tanti – e i giovani, tra i quali saluto in particolare il folto gruppo dell’Istituto “Miraglia” di Lauria. Le ultime settimane dell’anno liturgico ci invitano al senso della speranza cristiana. In questa prospettiva vi invito a cogliere sempre il significato e il valore delle esperienze quotidiane e anche delle prove, pensando che «tutto concorre al bene di coloro che amano Dio» (Rm 8,28).
Preghiamo, fratelli e sorelle, per la pace, in modo speciale per la martoriata Ucraina che soffre tanto, e poi in Terra Santa, in Palestina e Israele, e non dimentichiamo il Sudan che soffre tanto, e pensiamo dovunque c’è guerra, ci sono tante guerre! Preghiamo per la pace: ogni giorno, qualcuno si prenda qualche tempo per pregare per la pace. Vogliamo la pace. A tutti la mia Benedizione!
[01741-IT.02] [Testo originale: Italiano]
[B0796-XX.02]