Catechesi del Santo Padre in lingua italiana
Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue
Appelli del Santo Padre
L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.00 in Piazza San Pietro.
Nel discorso in lingua italiana il Papa, riprendendo il ciclo di catechesi La passione per l’evangelizzazione: lo zelo apostolico del credente, ha incentrato la Sua meditazione sul tema “Santa Giuseppina Bakhita: testimone della forza trasformatrice del perdono di Cristo” (Lettura: Lc 23,32-34).
Dopo aver riassunto la Sua catechesi nelle diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai fedeli presenti. Quindi ha rivolto un appello per quanto sta succedendo in Israele e Palestina e ha dedicato un pensiero alla popolazione dell’Afghanistan colpita nei giorni scorsi da una forte scossa di terremoto. L’Udienza Generale si è conclusa con la recita del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.
Catechesi del Santo Padre in lingua italiana
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Nel cammino di catechesi sullo zelo apostolico – stiamo riflettendo sullo zelo apostolico –, oggi ci lasciamo ispirare dalla testimonianza di Santa Giuseppina Bakhita, una santa sudanese. Purtroppo da mesi il Sudan è lacerato da un terribile conflitto armato di cui oggi si parla poco; preghiamo per il popolo sudanese, perché possa vivere in pace! Ma la fama di Santa Bakhita ha superato ogni confine e ha raggiunto tutti coloro a cui viene rifiutata identità e dignità.
Nata in Darfur – il martoriato Darfur! – nel 1869, è stata rapita dalla sua famiglia all’età di sette anni e fatta schiava. I suoi rapitori la chiamarono “Bakhita”, che significa “fortunata”. È passata attraverso otto padroni – uno vendeva all’altro ... Le sofferenze fisiche e morali di cui è stata vittima da piccola l’hanno lasciata senza identità. Ha subito cattiverie e violenze: sul suo corpo portava più di cento cicatrici. Ma lei stessa ha testimoniato: “Da schiava non mi sono mai disperata, perché sentivo una forza misteriosa che mi sosteneva”.
Davanti a questo io mi domando: qual è il segreto di Santa Bakhita? Sappiamo che spesso la persona ferita ferisce a sua volta; l’oppresso diventa facilmente un oppressore. Invece, la vocazione degli oppressi è quella di liberare sé stessi e gli oppressori diventando restauratori di umanità. Solo nella debolezza degli oppressi si può rivelare la forza dell’amore di Dio che libera entrambi. Santa Bakhita esprime benissimo questa verità. Un giorno il suo tutore le regala un piccolo crocifisso, e lei, che non aveva mai posseduto nulla, lo conserva come un tesoro geloso. Guardandolo sperimenta una liberazione interiore perché si sente compresa e amata e quindi capace di comprendere e amare: questo è l’inizio. Si sente compresa, si sente amata di conseguenza capace di comprendere e amare gli altri. Infatti lei dirà: “L’amore di Dio mi ha sempre accompagnato in modo misterioso… Il Signore mi ha voluto tanto bene: bisogna voler bene a tutti… Bisogna compatire!”. Questa è l’anima di Bakhita. Davvero, com-patire significa sia patire con le vittime di tanta disumanità presente nel mondo, e anche compatire chi commette errori e ingiustizie, non giustificando, ma umanizzando. Questa è la carezza che lei ci insegna: umanizzare. Quando entriamo nella logica della lotta, della divisione tra noi, dei sentimenti cattivi, uno contro l’altro, perdiamo umanità. E tante volte pensiamo che abbiamo bisogno di umanità, di essere più umani. E questo è il lavoro che ci insegna Santa Bakhita: umanizzare, umanizzare noi stessi e umanizzare gli altri.
Santa Bakhita, diventata cristiana, viene trasformata dalle parole di Cristo che meditava quotidianamente: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34). Per questo diceva: “Se Giuda avesse chiesto perdono a Gesù anche lui avrebbe trovato misericordia”. Possiamo dire che la vita di Santa Bakhita è diventata una parabola esistenziale del perdono. Che bello dire di una persona “è stato capace, è stata capace di perdonare sempre”. E lei è stata capace di farlo sempre, anzi: la sua vita è una parabola esistenziale del perdono. Perdonare perché poi noi saremo perdonati. Non dimenticare questo: il perdono, che è la carezza di Dio a tutti noi.
Il perdono l’ha resa libera. Il perdono prima ricevuto attraverso l’amore misericordioso di Dio, e poi il perdono dato l’ha resa una donna libera, gioiosa, capace di amare. Bakhita ha potuto vivere il servizio non come una schiavitù, ma come espressione del dono libero di sé. E questo è molto importante: fatta serva volontariamente – è stata venduta come schiava – ha poi scelto liberamente di farsi serva, di portare sulle sue spalle i fardelli degli altri.
Santa Giuseppina Bakhita, con il suo esempio, ci indica la via per essere finalmente liberi dalle nostre schiavitù e paure. Ci aiuta a smascherare le nostre ipocrisie e i nostri egoismi, a superare risentimenti e conflittualità. E ci incoraggia sempre
Cari fratelli e sorelle, il perdono non toglie nulla ma aggiunge – che cosa aggiunge, il perdono? – dignità: il perdono non ti toglie nulla ma aggiunge dignità alla persona, fa levare lo sguardo da se stessi verso gli altri, per vederli sì fragili quanto noi, ma sempre fratelli e sorelle nel Signore. Fratelli e sorelle, il perdono è sorgente di uno zelo che si fa misericordia e chiama a una santità umile e gioiosa, come quella di Santa Bakhita.
[01541-IT.02] [Testo originale: Italiano]
Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue
In lingua francese
Speaker:
Frères et sœurs, dans notre série de catéchèses sur le zèle apostolique, nous nous laissons inspirer aujourd’hui par le témoignage de sainte Joséphine Bakhita, une sainte soudanise. C’est l’occasion pour nous de prier pour ce peuple en proie à un terrible conflit armé. La réputation de sainte Bakhita a dépassé les frontières et rejoint tous ceux à qui l’identité et la dignité sont refusées. Ses ravisseurs l’ont appelée “Bakhita”, qui signifie “chanceuse”. Les souffrances physiques et morales dont elle a été victime depuis l’enfance l’ont laissée sans identité. Avec sainte Bakhita, on comprend que c’est seulement dans la faiblesse des opprimés que la force de l’amour de Dieu se révèle et libère opprimé et oppresseur. Elle expérimente une profonde libération intérieure en regardant le crucifix, car elle se sent comprise et aimée et capable de comprendre et d’aimer à son tour. La vie de sainte Bakhita, devenue chrétienne, a été une parabole existentielle du pardon. Le pardon l’a rendue libre, joyeuse, capable d’aimer. Elle a vécu le service, non pas comme un esclavage, mais comme une expression du don libre de soi. Le pardon l’a rendue pacifique e pacificatrice, libre et libératrice. Sa vie est un miracle de Dieu. Sainte Joséphine Bakhita, par son exemple, nous indique la voie pour être finalement libres de nos esclavages et de nos peurs. Elle nous aide à démasquer nos hypocrisies et nos égoïsmes, à surmonter les rancunes et les conflits. Le pardon est source d’un zèle qui se fait miséricorde et appelle à une sainteté humble et joyeuse, comme celle de sainte Bakhita.
Santo Padre:
Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese giunti da diverse nazioni. Fratelli e sorelle, per intercessione di santa Giuseppina Bakhita, chiediamo al Signore il coraggio di riconciliarci con noi stessi e con gli altri, e di operare per la pace nelle nostre famiglie e comunità. Dio vi benedica!
Speaker:
Je salue cordialement les pèlerins de langue française venus de différentes nations.Frères et sœurs, par l’intercession de sainte Joséphine Bakhita, demandons au Seigneur le courage de nous réconcilier avec nous-mêmes et avec les autres, et d’œuvrer pour la paix dans nos familles et nos communautés. Que Dieu vous bénisse!
[01542-FR.01] [Texte original: Français]
In lingua inglese
Speaker:
Dear brothers and sisters: In our catechesis on apostolic zeal, we have been reflecting on the spread of the Gospel through the witness of men and women of every time and place. Today we turn once more to Africa and to the powerful witness of Saint Josephine Bakhita. Born in Darfur in Sudan, Josephine was kidnapped as a child and sold into slavery. Despite the violence and terrible sufferings she endured, she never despaired. In the cross of Christ she discovered the source of a merciful love that affirms our innate dignity as God’s children, brings true freedom and enables us to forgive and indeed love those who wrong us. The experience of God’s mercy and forgiveness inspired Josephine to devote herself to Christ as a religious and to serve others humbly and selflessly in Italy, her new country. The life of Saint Josephine Bakhita reveals the power of God’s grace to transform lives, to resolve conflicts and to bring about the justice, reconciliation and peace so greatly needed in our time. Let us entrust ourselves to her prayers and ask especially for the gift of peace for our brothers and sisters in war-torn Sudan and in so many other parts of our world.
Santo Padre:
Do il benvenuto a tutti i pellegrini di lingua inglese, specialmente ai gruppi provenienti da Inghilterra, Scozia, Danimarca, Norvegia, Indonesia, Malaysia, Filippine, Canada e Stati Uniti d’America. Saluto inoltre la delegazione di NATO Defense College, con fervidi auguri per il loro servizio a favore della pace. Su tutti voi invoco la gioia e la pace del Signore nostro Gesù Cristo. Dio vi benedica!
Speaker:
I extend a warm welcome to the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, especially the groups from England, Scotland, Denmark, Norway, Indonesia, Malaysia, the Philippines, Canada and the United States of America. I also welcome the distinguished delegation from the NATO Defense College, with prayerful good wishes for their service to the cause of peace. Upon all of you I invoke the joy and peace of our Lord Jesus Christ. God bless you!
[01543-EN.01] [Original text: English]
In lingua tedesca
Speaker:
Liebe Brüder und Schwestern, in unserer heutigen Katechese zum apostolischen Eifer blicken wir auf das Lebenszeugnis der heiligen Josefine Bakhita. Als sie sieben Jahre alt war, wurde sie ihrer Familie entrissen und als Sklavin verkauft. Ihre Entführer nannten sie „Bakhita“, die „Glückliche“, doch von klein auf muss sie schwerstes seelisches und körperliches Leid ertragen. Trotzdem verzweifelte sie nicht, sie fühlte, wie sie selbst einmal sagte „eine geheimnisvolle Kraft“, die ihr Halt gab. Beim Betrachten des Kreuzes Christi macht sie die Erfahrung einer tiefen inneren Freiheit, sie fühlt sich verstanden und geliebt und dies macht sie ihrerseits fähig zu verstehen und zu lieben – und selbst ihren Peinigern zu vergeben. Täglich betrachtete sie die Worte Christi am Kreuz: „Vater, vergib ihnen, denn sie wissen nicht, was sie tun“ (Lk 23,34). So wird an der heiligen Josefine die verwandelnde Kraft der Vergebung sichtbar. Ihren demütigen und oft demütigenden Dienst verrichtete sie nicht mehr wie eine Sklavin, sondern mit der inneren Haltung freier liebender Selbsthingabe. Orientieren wir uns an ihrem Beispiel der Liebe und Versöhnung, um frei zu werden von allem, was uns gefangen hält und an dem Leben in Fülle hindert, zu dem Gott uns ruft.
Santo Padre:
Cari fratelli e sorelle, nel mese di ottobre siamo particolarmente invitati a pregare il Santo Rosario, contemplando con Maria i misteri della salvezza e invocando la sua intercessione per le nostre necessità. Santa Maria, Madre della Chiesa, prega per noi!
Speaker
Liebe Brüder und Schwestern, im Monat Oktober sind wir besonders eingeladen, den Rosenkranz zu beten. Dabei wollen wir mit Maria die Heilsgeheimnisse betrachten und sie um ihre Fürsprache in unseren Bedürfnissen anrufen. Heilige Maria, Mutter der Kirche, bitte für uns!
[01544-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]
In lingua spagnola
Queridos hermanos y hermanas:
En el ciclo de catequesis dedicadas al celo apostólico, hoy nos inspira el testimonio de santa Josefina Bakhita. Nació en Sudán y, cuando tenía apenas siete años, fue raptada y convertida en esclava. Durante su esclavitud padeció numerosos sufrimientos físicos y morales. A pesar de tantas heridas recibidas, cuando conoció a Cristo experimentó una gran liberación interior, se sintió comprendida, amada, y capaz de amar y perdonar, como Jesús perdonó a los que lo crucificaron.
La experiencia del perdón hizo de Bakhita una mujer pacífica y pacificadora, libre y liberadora. Su ejemplo nos muestra el camino para liberarnos de nuestros miedos y de nuestras esclavitudes, para desenmascarar nuestras hipocresías y egoísmos, para reconciliarnos con nosotros mismos y sembrar paz en nuestras familias y comunidades. Su testimonio de vida nos enseña que el celo apostólico se expresa en gestos de misericordia, de alegría y humildad.
Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española. Pidamos a Nuestra Señora del Pilar —cuya fiesta celebramos mañana— que nos ayude a seguir el camino de la santidad, testimoniando la fuerza transformadora del perdón de Cristo. Que Dios los bendiga. Muchas gracias.
[01545-ES.02] [Texto original: Español]
In lingua portoghese
Speaker:
No nosso itinerário de catequese sobre o zelo apostólico, deixamo-nos hoje inspirar pelo testemunho da santa sudanesa Josefina Bakhita. Raptada na idade de sete anos, suportou indescritíveis sofrimentos físicos e morais. No seu corpo, tinha mais de cem cicatrizes. Tendo-se tornado cristã, foi transformada pelas palavras de Cristo, que ouvimos na leitura inicial: «Perdoa-lhes, Pai, porque não sabem o que fazem». Podemos dizer que a vida de Bakhita se tornou uma parábola existencial do perdão. O perdão recebido, primeiro, através do amor misericordioso de Deus e, depois, o perdão concedido fizeram dela uma mulher livre, alegre, capaz de amar. O perdão permitiu-lhe viver longe da sua terra natal e dos seus entes queridos, para renascer todos os dias onde o Senhor a chamava, juntamente com novos irmãos e irmãs. Aqui ela perdoou também àqueles que a tratavam como se fosse menos humana ou diversamente humana: «todos me olhavam – exclama ela – como se eu fosse um animal raro!» Mas o perdão libertou-a e ajudou-a a deixar-se amar como era possível às pessoas que a acompanhavam, para depois amar, por sua vez, com a simplicidade e a oferta dum sorriso, duma carícia, dum gesto de caridade. O perdão não tira nada à pessoa; antes pelo contrário, acrescenta-lhe dignidade, fazendo-a levantar o olhar de si mesma para o rosto dos outros, vendo-os tão frágeis como nós, mas sempre irmãos e irmãs no Senhor. O perdão é fonte de um zelo que se torna misericórdia e chama a uma santidade humilde e alegre, como a de Santa Bakhita.
Santo Padre:
Saluto i fedeli di lingua portoghese, in particolare i brasiliani della Barra do Garça e i portoghesi di Pombal e dell’Universidade Sénior do Porto. Non lasciate mai che eventuali nuvole sul vostro cammino vi impediscano d’irradiare la gloria e la speranza depositate in voi, lodando sempre il Signore nei vostri cuori, ringraziando di tutto Dio Padre. A tutti voi la mia benedizione!
Speaker:
Saúdo os fiéis de língua portuguesa, em particular os brasileiros da Barra do Garça e os portugueses de Pombal e da Universidade Sénior do Porto. Nunca deixeis que eventuais nuvens sobre o vosso caminho vos impeçam de irradiar a glória e a esperança depositadas em vós, louvando sempre ao Senhor em vossos corações, dando graças a Deus Pai por tudo. Minha bênção para todos vocês.
[01546-PO.01] [Texto original: Português]
In lingua araba
Speaker:
تَكلَّمَ قَداسَةُ البابا اليَومَ علَى القدِّيسةِ جوزَفين بخيتا مِن السّودان وغَيرَتِها الرَّسوليَّة، وأنَّها كانت شاهِدَةً على قوَّةِ المغفرةِ الَّتي تُبَدِّلُ الإنسان. قال: وُلِدَت في دارفور في السّودان، وخَطَفَها الخاطِفُونَ مِن عائلتِها وهي في السَّابعةِ مِن عمرِها، وبِيعَت في سوقِ العبيد. فعانَت مِن القَسوَةِ والعُنف. لكِنَّها لم تَشعَرْ باليأسِ قطّ، لأنَّها كانت تَشعُرُ بقوَّةٍ خفيَّةٍ تُسنِدُها. شَعرَت في ضَعفِها بقوَّةِ محبَّةِ اللهِ الَّتي ساعَدَتها لأن تُحَرِّرَ نفسَها وأنْ تُحَرِّرَ ظالِمِيها. فأحبَّت الجميعَ حتَّى الَّذين أساؤُوا إليها. لمَّا صارَت مسيحيَّة، ظلَّت تتأمَّلُ في كلماتِ المسيح: "يا أَبَتِ اغفِرْ لَهم، لأَنَّهُم لا يَعلَمونَ ما يَفعَلون". يمكنُنا أن نقولَ إنَّ حياةَ القدِّيسةِ بخيتا صارت مَثَلًا حَيًّا على المغفرة. فالمغفرةُ حرَّرَتها. المغفرِةُ أوّلًا التي قَبِلَتْها مِن محبَّةِ الله لها، ثُمَّ المغفرةُ الَّتي منَحَتْها هي، جَعَلَتها امرأةً حرَّةً وفَرِحَةً وقادِرَةً على أن تُحِبّ. وهكذا، استطاعت بخيتا أن تعيشَ خادِمةً لا عَبدَة، تُعبِّرُ بخدمَتِها عن عطائِها الحُرّ. القدِّيسةُ جوزَفين بخيتا، بمثالِها، تُرشِدُنا إلى طريقِ الحرِّيَّة، فنكون أحرارًا مِن عبوديّاتِنا ومخاوِفِنا في داخلِ ذاتِنا. وتُساعدُنا على أنْ نَنزَعَ القِناعَ عن مُراءاتِنا وعن أنانِيَّتِنا، وأنْ نَتَغَلَّبَ على الغضبِ والمخاصات. وتُشَجِّعُنا على أنْ نَتَصالحَ معَ أنفسِنا وأنْ نَجِدَ السَّلامَ في عائلاتِنا وجماعاتِنا. وتُقَدِّمُ لنا نورَ الرَّجاءِ في هذه الأوقاتِ الصَّعبة، حيثُ عدمُ الصِّدقِ وعدمُ الثِّقَةِ بالآخرين.
Santo Padre:
Saluto i fedeli di lingua araba. Il perdono è necessario per rimanere nell’amore, per rimanere cristiani. Esso risana ogni ferita in noi e ci aiuta ad amare tutti. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga sempre da ogni male!
Speaker:
أُحيِّي المُؤمِنِينَ النَّاطِقِينَ باللُغَةِ العربِيَّة. المغفرةُ ضَروريَّةٌ حتَّى نَبقَى في المحبَّة، وحتَّى نَبقَى مَسِيحيِّين. فهي تَشفِي كلَّ جُرحٍ فينا وتُساعِدُنا أن نُحِبَّ الجميع. بارَكَكُم الرَّبُّ جَميعًا وَحَماكُم دائِمًا مِن كُلِّ شَرّ!
[01547-AR.01] [Testo originale: Arabo]
In lingua polacca
Speaker:
Drodzy bracia i siostry, w cyklu katechez na temat gorliwości apostolskiej dajemy się dziś zainspirować świadectwem Sudanki, św. Józefiny Bakhity. Jej kraj od wielu miesięcy jest dotknięty konfliktem zbrojnym, dlatego módlmy się za naród sudański, aby mógł żyć w pokoju! Józefina urodziła się w Olgossa, w Darfurze, w 1869 roku. W wieku siedmiu lat została porwana ze swojej rodziny, stając się niewolnicą. Jej porywacze nazywali ją „Bakhita”, co znaczy: „szczęśliwa”. Na czym polega tajemnica św. Bakhity? Miała ona po kolei ośmiu panów. Od dzieciństwa doznawała przemocy. Na swoim ciele nosiła ponad sto blizn. Przez cierpienia fizyczne i moralne zatraciła tożsamość. Wiemy, że osoba zraniona, często rani potem innych. Natomiast powołaniem uciśnionych jest wyzwolenie siebie i swoich prześladowców. Pewnego dnia opiekun Bakhity dał jej mały krucyfiks, który przechowywała jak skarb. Patrząc na niego, doświadczała głębokiego wewnętrznego wyzwolenia, ponieważ czuła się zrozumiana i miłowana, a przez to zdolna do zrozumienia, miłowania i współczucia innym. W istocie, współ-czucie oznacza zarówno cierpienie z ofiarami, jak i współczucie dla popełniających błędy, nie usprawiedliwiając ich, ale poprzez przebaczenie dając kolejną szansę na przemianę. Bakhita stała się chrześcijanką, została przemieniona przez słowa Chrystusa, które codziennie rozważała: „Ojcze, przebacz im, bo nie wiedzą, co czynią”. Przebaczenie wyzwala od wewnętrznego ciemiężyciela, który nie pozwala żyć, zasmakować radości prostych gestów dnia powszedniego, szczerych relacji. Bakhita przebaczyła tym, którzy traktowali ją jak zwierzę. Ona wskazuje nam drogę do wyzwolenia z niewoli i lęków. Drodzy bracia i siostry, przebaczenie niczego nie odbiera, ale przydaje osobie godności i jest źródłem gorliwości, która staje się miłosierdziem.
Santo Padre:
Saluto cordialmente i Polacchi. In questo mese, molti di voi pregano il Rosario, chiedendo aiuto alla Madonna. La sua intercessione ottenga la misericordia di Dio per la vostra Patria. Ricordate anche nelle vostre preghiere tutti i partecipanti al Sinodo dei Vescovi in corso, affinché sappiano ascoltare ciò che lo Spirito Santo vuole dire alla Chiesa. Vi benedico di cuore.
Speaker:
Pozdrawiam serdecznie Polaków. W tym miesiącu wielu z was modli się na różańcu, prosząc o pomoc Matkę Bożą. Niech Jej wstawiennictwo wyprosi Boże miłosierdzie dla waszej Ojczyzny. W swoich modlitwach pamiętajcie także o wszystkich uczestnikach trwającego Synodu Biskupów, by umieli usłyszeć to, co Duch Święty chce powiedzieć Kościołowi. Z serca wam błogosławię.
[01548-PL.01] [Testo originale: Polacco]
In lingua croata
Santo Padre:
Saluto cordialmente tutti i pellegrini dalla Croazia, specialmente i vincitori della gara gastronomica provenienti dai Paesi dell’Unione Europea, organizzata dall’Associazione UNUO di Zagabria.
Con particolare gioia saluto i sacerdoti e i fedeli della Diocesi di Šibenik, guidati dal loro Pastore. Cari amici, mentre celebrate il giubileo dei 725 anni dalla fondazione della vostra Diocesi, ringraziate Dio con questo pellegrinaggio alle tombe degli apostoli Pietro e Paolo per tutti i doni che avete ricevuto. La vostra comunione plurisecolare con il Vescovo di Roma vi aiuti ad essere costruttori della concordia e della pace nel mondo in cui vivete come gioiosi testimoni di Cristo. Mentre vi accompagno nel vostro ringraziamento, invoco la protezione del vostro patrono San Michele Arcangelo e di cuore vi benedico. Siano lodati Gesù e Maria!
Speaker:
Srdačno pozdravljam sve hodočasnike iz Hrvatske, a posebno pobjednike gastronomskog natjecanja iz zemalja Europske Unije u organizaciji Udruge UNUO iz Zagreba.
S osobitom radošću pozdravljam svećenike i vjernike iz Šibenske biskupije, predvođene njihovim pastirom. Dragi prijatelji, dok slavite jubilej 725 godina od osnutka vaše Biskupije, s ovim hodočašćem na grobove apostola Petra i Pavla zahvaljujte Bogu za sve darove koje ste primili. Vaše višestoljetno zajedništvo s Rimskim biskupom neka vam pomogne da budete graditelji sloge i mira u svijetu u kojemu živite kao radosni Kristovi svjedoci. Dok vas pratim u vašemu zahvaljivanju, zazivam zaštitu vašega patrona sv. Mihovila Arkanđela te vas od srca blagoslivljam. Hvaljen Isus i Marija!
[01551-AA.01] [Testo originale: Croato]
In lingua italiana
Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana, cominciando dai fedeli delle diocesi di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino e di Montepulciano-Chiusi-Pienza, accompagnati dal Cardinale Paolo Lojudice: cari amici, grazie della vostra presenza! Vi incoraggio a seguire l’esempio di Santa Caterina e Sant’Agnese da Montepulciano, diventando protagonisti di bene nelle vostre comunità. Saluto altresì i numerosi gruppi parrocchiali, specialmente quelli di Volturino e di Gragnano: Si fanno sentire questi!
Accolgo con particolare affetto e riconoscenza le Associazioni Anziani di diverse località: non dimentichiamo che gli anziani sono un dono prezioso nella società; allo loro scuola si apprende la fede genuina e la sapienza della vita. Saluto il gruppo Area medica della pastorale della salute della diocesi di Roma, che si occupa delle malattie reumatiche; la Delegazione del Comune di Cervia, che ringrazio per il consueto dono del sale; gli Scout Agesci di Torremaggiore.
Saluto infine i giovani, i malati e gli sposi novelli. Vi invito a rivolgere il pensiero a Maria, invocata in questo mese di ottobre come Regina del Rosario. Per favore, perseverate insieme con Lei nella preghiera per quanti soffrono la fame, le ingiustizie e la guerra, specialmente per la cara e martoriata Ucraina. A tutti la mia Benedizione!
[01549-IT.02] [Testo originale: Italiano]
Appelli del Santo Padre
Continuo a seguire con lacrime e apprensione quanto sta succedendo in Israele e Palestina: tante persone uccise, altre ferite. Prego per quelle famiglie che hanno visto trasformare un giorno di festa in un giorno di lutto e chiedo che gli ostaggi vengano subito rilasciati. È diritto di chi è attaccato difendersi, ma sono molto preoccupato per l’assedio totale in cui vivono i palestinesi a Gaza, dove pure ci sono state molte vittime innocenti. Il terrorismo e gli estremismi non aiutano a raggiungere una soluzione al conflitto tra Israeliani e Palestinesi, ma alimentano l’odio, la violenza, la vendetta, e fanno solo soffrire gli uni e gli altri. Il Medio Oriente non ha bisogno di guerra, ma di pace, di una pace costruita sulla giustizia, sul dialogo e sul coraggio della fraternità.
Rivolgo un pensiero speciale alla popolazione dell’Afghanistan, che sta soffrendo a seguito del devastante terremoto che l’ha colpita, provocando migliaia di vittime, tra cui molte donne e bambini, e di sfollati. Invito tutte le persone di buona volontà ad aiutare questo popolo già così tanto provato, contribuendo, in spirito di fraternità, ad alleviare le sofferenze della gente e a sostenere la necessaria ricostruzione.
[01553-IT.01] [Testo originale: Italiano]
[B0709-XX.02]