Messaggio del Padre
Traduzione in lingua inglese
Pubblichiamo di seguito il Messaggio che il Santo Padre Francesco ha inviato ai partecipanti all’Incontro Internazionale di preghiera per la pace promosso dalla Comunità di Sant’Egidio dal tema: “L'audacia della pace”, che si svolge a Berlino dal 10 al 12 settembre e vede riuniti, leader religiosi, uomini politici e di cultura:
Messaggio del Padre
Cari fratelli e sorelle,
vi riunite quest’anno a Berlino, presso la Porta di Brandeburgo, Capi cristiani, Leader delle religioni mondiali e Autorità civili, radunati dalla Comunità di Sant’Egidio, che con fedeltà continua il pellegrinaggio di preghiera e di dialogo avviato da San Giovanni Paolo II ad Assisi nel 1986. Il luogo del vostro incontro è particolarmente evocativo per il fatto che, proprio dove vi riunite, è avvenuto un fatto storico: la caduta del muro che separava la due Germanie. Quel muro divideva anche due mondi, l’Ovest e l’Est dell’Europa. La sua caduta, avvenuta con il concorso di vari fattori, il coraggio di tanti e la preghiera di molti, ha aperto nuove prospettive: libertà per i popoli, riunificazione di famiglie, ma anche speranza di una nuova pace mondiale, successiva alla guerra fredda.
Purtroppo, negli anni, non si è costruito su questa speranza comune, ma sugli interessi particolari e sulla diffidenza nei riguardi altrui. Così, anziché abbattere muri, se ne sono innalzati altri. E dal muro alla trincea il passo, purtroppo, è spesso breve. Oggi la guerra devasta ancora troppe parti del mondo: penso a tante zone dell’Africa e del Medio Oriente, ma anche a molte altre regioni del pianeta; e all’Europa, che conosce la guerra in Ucraina, un conflitto terribile che non vede fine e che ha provocato morti, feriti, dolori, esodi, distruzioni.
Lo scorso anno ero con voi a Roma, al Colosseo, per pregare per la pace. Abbiamo ascoltato il grido della pace violata e calpestata. Allora dissi: «l’invocazione della pace non può essere soppressa: sale dal cuore delle madri, è scritta sui volti dei profughi, delle famiglie in fuga, dei feriti o dei morenti. E questo grido silenzioso sale al Cielo. Non conosce formule magiche per uscire dai conflitti, ma ha il diritto sacrosanto dichiedere pacein nome delle sofferenze patite, e merita ascolto. Merita che tutti, a partire dai governanti, si chinino ad ascoltare con serietà e rispetto. Il grido della pace esprime il dolore e l’orrore della guerra, madre di tutte le povertà».
Di fronte a questo scenario, non ci si può rassegnare. Occorre qualcosa di più. Occorre “l’audacia della pace”, che è al cuore del vostro incontro. Non basta il realismo, non bastano le considerazioni politiche, non bastano gli aspetti strategici messi finora in atto; occorre di più, perché la guerra continua. Occorre l’audacia della pace: ora, perché troppi conflitti perdurano da troppo tempo, tanto che alcuni sembrano non avere mai termine, così che, in un mondo in cui tutto va avanti veloce, solo la fine delle guerre sembra lenta. Ci vuole il coraggio di saper svoltare, nonostante gli ostacoli e le obiettive difficoltà. L’audacia della pace è la profezia richiesta a quanti hanno in mano le sorti dei Paesi in guerra, alla Comunità internazionale, a tutti noi, specie agli uomini e alle donne credenti, perché diano voce al pianto delle madri e dei padri, allo strazio dei caduti, all’inutilità delle distruzioni, denunciando la pazzia della guerra.
Sì, l’audacia della pace interpella in modo particolare i credenti, nei quali si converte in preghiera, per invocare dal Cielo quel che sembra impossibile in terra. L’insistenza della preghiera è la prima forma di audacia. Cristo nel Vangelo indica la «necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai» (Lc 18,1), dicendo: «chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto» (Lc 11,9). Non abbiamo paura di diventare mendicanti di pace, unendoci alle sorelle e ai fratelli delle altre religioni, e a tutti coloro che non si rassegnano all’ineluttabilità dei conflitti. Io mi unisco alla vostra preghiera per la fine delle guerre, ringraziandovi di cuore per quanto fate.
Occorre infatti andare avanti per valicare il muro dell’impossibile, eretto su ragionamenti che appaiono inconfutabili, sulla memoria di tanti dolori passati e di grandi ferite subite. È difficile, ma non è impossibile. Non è impossibile per i credenti, che vivono l’audacia di una preghiera speranzosa. Ma non dev’essere impossibile nemmeno per i politici, per i responsabili, per i diplomatici. Continuiamo a pregare per la pace senza stancarci, a bussare, con spirito umile e insistente alla porta sempre aperta del cuore di Dio e alle porte degli uomini. Chiediamo che si aprano vie di pace, soprattutto per la cara e martoriata Ucraina. Abbiamo fiducia che il Signore sempre ascolta il grido angosciato dei suoi figli. Ascoltaci, Signore!
Roma, San Giovanni in Laterano, 5 settembre 2023
FRANCESCO
[01359-IT.01] [Testo originale: Italiano]
Traduzione in lingua inglese
Dear brothers and sisters, as Christian leaders, leaders of world religions and civil authorities, you gather this year in Berlin, near the Brandenburg Gate, at the invitation of the Community of Sant’Egidio, which faithfully continues the pilgrimage of prayer and dialogue initiated by Saint John Paul II in Assisi in 1986. The location of your meeting is particularly evocative, for a historic event took place precisely where you are meeting: the fall of the wall that separated the two Germanies. That wall also divided two worlds, Western and Eastern Europe. It fell thanks to several factors, including the courage and prayers of many people. It thus opened up new horizons: freedom for peoples and the reunification of families, but also the hope of a new world peace following the Cold War.
Unfortunately over the years, the promise of such a future was not built on this common hope, but on special interests and mutual mistrust. Thus, instead of tearing down walls, more walls have been erected. And sadly, it is often a short step from wall to trench. Today, war still ravages too many parts of the world. I am thinking of several areas in Africa and the Middle East, but also of many other regions of the planet, including Europe, which is enduring a war in Ukraine. It is a terrible conflict with no end in sight, and which has caused death, injury, pain, exile, and destruction.
Last year I was with you in Rome, at the Colosseum, to pray for peace. We listened to the cry of a peace that has been sullied and trampled upon. On that occasion, I said: “[T]he plea for peace cannot be suppressed: it rises from the hearts of mothers; it is deeply etched on the faces of refugees, displaced families, the wounded and the dying. And this silent plea rises up to heaven. It has no magic formulas for ending conflict, but it does have the sacred right to implore peace in the name of all those who suffer, and it deserves to be heard. It rightfully summons everyone, beginning with government leaders, to take time and listen, seriously and respectfully. That plea for peace expresses the pain and the horror of war, which is the mother of all poverty” (Address at the Prayer Meeting for Peace, 25 October 2022).
We cannot resign ourselves to this scenario. Something more is needed. We need the “audacity of peace”, which is at the heart of your meeting. Realism is not enough, political considerations are not enough, the strategic approaches implemented so far are not enough. More is needed, because war continues. What is called for is the audacity of peace – right now, because too many conflicts have lasted far too long, so much so that some never seem to end. In a world where everything speeds by, only the end to war seems slow. It takes courage to know how to move in another direction, despite obstacles and real difficulties. The audacity of peace is the prophecy required of those who hold the fate of warring countries in their hands, of the international community, of us all. It is especially the case with regard to believing men and women, that they give expression to the cries of mothers and fathers, to the heartbreak of the fallen, and to the futility of destruction, and so denounce the madness of war.
Yes, the audacity of peace challenges believers in a particular way to transform it into prayer, to invoke from heaven what seems impossible on earth. Insistent prayer is the first kind of audacity. In the Gospel, Christ points out the “need to pray always and not to lose heart” (Lk 18:1), saying: “Ask, and it will be given you; search, and you will find; knock, and the door will be opened for you” (Lk 11:9). Let us not be afraid to become beggars for peace, joining our sisters and brothers of other religions and all those who do not resign themselves to the inevitability of conflict. I join you in your prayer for an end to war, thanking you from the bottom of my heart for all that you do.
It is indeed necessary to press forward in order to surmount the wall of the impossible, constructed on the apparently irrefutable reasoning arising from the memory of such great sorrow and so many wounds suffered in the past. It is difficult, but not impossible. It is not impossible for believers, who live the audacity of a hopeful prayer. But it must not be impossible for politicians, leaders or diplomats either. Let us continue to pray for peace without losing heart, to knock with a humble and insistent spirit at the ever-open door of God’s heart and at the doors of humankind. Let us ask that ways to peace be opened, especially for beloved and war-torn Ukraine. Let us trust that the Lord always hears the anguished cry of his children. Hear us, Lord!
Rome, Saint John Lateran, 5 September 2023
FRANCIS
[01359-EN.01] [Original text: Italian]
[B0623-XX.02]