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Conferenza Stampa di presentazione dell’Instrumentum Laboris e della Metodologia della prima sessione della XVI Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi sul tema: “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione” (4-29 ottobre 2023), 20.06.2023


Intervento dell’Em.mo Card. Mario Grech

Intervento dell’Em.mo Card. Jean-Claude Hollerich, S.I.

Intervento di Padre Giacomo Costa, S.I.

Intervento di Helena Jeppesen-Spuhler

Intervento di Don Rafael Simbine Junior

Intervento di Sr. Nadia Coppa, A.S.C.

Alle ore 14.30 di oggi, ha avuto luogo in diretta streaming dalla Sala Stampa della Santa Sede, Sala San Pio X, Via dell’Ospedale 1, la Conferenza Stampa di presentazione dell’Instrumentum Laboris e della Metodologia della prima sessione della XVI Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi sul tema: “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione” (4-29 ottobre 2023).

Sono intervenuti: l’Em.mo Card. Mario Grech, Segretario Generale della Segreteria Generale del Sinodo; l’Em.mo Card. Jean-Claude Hollerich, S.I., Arcivescovo di Luxembourg; Relatore Generale della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi; Padre Giacomo Costa, S.I., Consultore della Segreteria Generale del Sinodo.

Nel corso dell’incontro sono state presentate le brevi testimonianze sulla preparazione dei Membri dell’Assemblea di ottobre e sul possibile utilizzo dell’Instrumentum Laboris da parte dei gruppi locali di: Helena Jeppesen-Spuhler, Azione Quaresimale (Svizzera) Membro della delegazione svizzera all’Assemblea Continentale di Praga; di Sr. Ester Lucas, membro dell’Equipe sinodale del SECAM, Comitato Teologico, che ha letto da remoto il testo preparato da Don Rafael Simbine Junior, Segretario Generale SECAM; di Sr. Nadia Coppa, A.S.C., Presidente dell’Unione Internazionale Superiore Generali (UISG).
Riportiamo di seguito gli interventi:

Intervento dell’Em.mo Card. Mario Grech

Buongiorno. Per noi che siamo qui, oggi, è davvero un buon giorno. E abbiamo fiducia che lo sia per la Chiesa tutta. Con questa conferenza stampa, infatti, viene reso pubblico l’IL per la prima sessione dell’Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei vescovi dell’ottobre prossimo. Come ogni evento di grazia, anche questa presentazione è un “oggi” di Dio, un “oggi” della Chiesa, un segno, piccolo quanto si vuole, ma un segno, o se preferite un seme che può produrre molti frutti: «dove il trenta, dove il sessanta, dove il cento per uno» (Mc 4,20). Dipende da tutti di noi, anche da voi, cari giornalisti.

Qualcuno potrebbe avvertire come retorica questa immagine del seme. In realtà, il testo che presentiamo è il frutto di un processo sinodale che – lo abbiamo ripetuto spesso – ha coinvolto tutta la Chiesa e tutti nella Chiesa, nella prospettiva del «perfezionamento» del Sinodo dei Vescovi da evento a processo, voluto da papa Francesco (cfr EC, art. 4).

Lo scopo della prima tappa era «la consultazione del Popolo di Dio» (EC, art. 5). Il Sinodo non inizia a ottobre prossimo, quasi che il percorso fin qui compiuto sia stato qualcosa di superfluo o semplice atto preparatorio. Il Sinodo è iniziato il 10 ottobre 2021, con la celebrazione di apertura in San Pietro. Da allora la prima fase si è articolata in tre tappe: la prima, nelle Chiese locali, con la consultazione del Popolo di Dio – l’invito era rivolto a tutti, particolarmente alle periferie e a quelli che per un motivo o un altro si sentono “esclusi”; la seconda, nelle Conferenze Episcopali, con il discernimento dei vescovi sui contributi delle Chiese locali; la terza, nelle Assemblee continentali, con un ulteriore livello di discernimento in vista della seconda fase del Sinodo.

Ascolto necessario, perché la Chiesa sinodale è, per definizione, «Chiesa dell’ascolto»: ascolto gli uni degli altri per ascoltare ciò che lo Spirito dice alla Chiesa (cfr Francesco, Discorso nel 50° del Sinodo, 17 ottobre 2015). Ascolto del Popolo di Dio, anzitutto, perché il Popolo di Dio, partecipando della funzione profetica di Cristo, è il soggetto del sensus fidei, cioè di quella funzione della totalità dei battezzati che è infallibile in credendo (cfr LG 12). Lo so che molti non comprendono o sottostimano questa funzione, sostenendo che il Popolo di Dio non ha gli strumenti per offrire un reale contributo al processo sinodale. Per me questo è un grave insulto. E se in parte è vero che nel seno del Santo Popolo di Dio ci sono quelli che soffrono di un senso di inferiorità, questo non è per colpa loro! In realtà, l’esperienza vissuta ha mostrato il contrario: là dove i vescovi hanno avviato e accompagnato la consultazione, il contributo è stato vivo e profondo. Lo stesso vale a livello delle parrocchie, delle congregazioni di vita consacrata o associazioni laicali e movimenti, là dove i responsabili hanno accompagnato e stimolato la consultazione.

Né c’è da temere che l’ascolto del Popolo di Dio abbia compromesso la funzione pastorale dei Vescovi. Al contrario, il processo sinodale ha restituito ai vescovi un ministero fecondo, sia come pastori delle loro Chiese che come membri degli organismi collegiali che sono stati chiamati a svolgere un discernimento accurato sui contributi della consultazione, prima nelle Conferenze Episcopali e poi nelle Assemblee continentali. Durante questi due anni ho incontrato vescovi che prima erano scettici, ma camminando più da vicino con il Popolo di Dio loro affidato, hanno trovato un tesoro inestimabile!

Non ho timore di descrivere la prima fase, che ha impegnato per due anni la Chiesa, come un processo di circolarità profonda tra profezia e discernimento: profezia, perché «tutti hanno ricevuto l’unzione dal Santo» (1Gv 2,20); discernimento, perché le ispirazioni vanno vagliate (cfr 1Gv 4,1). Vale per il processo sinodale quanto ha detto l’Apostolo: «Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie. Vagliate ogni cosa; tenete ciò che è buono» (1Ts 5,19-21).

L’IL è il frutto di questo processo di ascolto, il punto di arrivo di un “camminare insieme” che si offre anche come punto di partenza per la seconda fase del Sinodo, quella della duplice Assemblea di ottobre 2023 e ottobre 2024.

Insisto su questo punto, rispondendo a chi teme che le conclusioni del Sinodo siano state già scritte. La maggiore preoccupazione della Segreteria del Sinodo e mia personale è stata di rispettare sempre quanto emergeva dalle tappe del processo sinodale. Lo abbiamo fatto fin dal Documento preparatorio, quando abbiamo domandato «quali passi lo Spirito ci invita a compiere per crescere come Chiesa sinodale». Lo abbiamo fatto con il Documento per la Tappa Continentale, quando abbiamo raccolto la voce delle Chiese. Lo facciamo ora, con l’IL, che restituisce l’intero ascolto della prima fase attraverso il discernimento delle Assemblee continentali. Si tratta di rispettare lo Spirito Santo che – papa Francesco lo ripete spesso – è il protagonista del processo sinodale. Presumere di scrivere prima le conclusioni equivarrebbe a bestemmiare lo Spirito (cfr Mt 12,31)!

Non troverete nel testo una sistematizzazione teorica della sinodalità, ma il frutto di una esperienza di Chiesa, di un cammino nel quale tutti abbiamo imparato di più, per il fatto di camminare insieme e interrogarci sul senso di questa esperienza. Posso dire che l’IL è un testo nel quale non manca la voce di nessuno: del Popolo Santo di Dio; dei Pastori, che hanno garantito con la loro partecipazione il discernimento ecclesiale; del Papa, che sempre ci ha accompagnato, sostenuto, incoraggiato ad andare avanti. L’IL costituisce anche un’occasione perché tutto il popolo di Dio possa proseguire il cammino avviato e un’occasione per coinvolgere chi finora non è stato coinvolto.

Per questo mi piace concludere che l’IL non è un documento della Santa Sede, ma della Chiesa tutta. Non è un documento scritto sulla scrivania. È un documento in cui tutti sono co-autori, ciascuno per la parte che è chiamato a svolgere nella Chiesa, nella docilità allo Spirito. Ed è lo Spirito Santo che invochiamo, perché ci sostenga nelle ulteriori tappe del processo sinodale, in modo che possiamo proseguire «con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede» (Eb 12,1-2).

[01019-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Intervento dell’Em.mo Card. Jean-Claude Hollerich, S.I.

It is a great honor and joy for me to present you the Instrumentum Laboris for the Synod of Bishops. Let me first give you an information what the document is not meant to be: it is no document which after several amendments by the Synod participants should lead to a final version to be voted on at the end of the Synod. It is not a tentative answer to all questions about Synodality. It is rather the result of the synodal process on all levels, a result which leads to many questions which could receive answers by the participants of the Synod of Bishops. The text structure and the structural dynamics of the Synod Assembly are intimately connected.

The text first gives a narration of the synodal process the Church has undertaken. The text is based on a myriad of personal and communitarian experiences. The Church is in Synod: by trying to walk together we experienced a new art of walking led by the Spirit. In this Church experience the method of conversation in the Spirit was fundamental: the same conversation in the Spirit will be our main tool for discernment!

The text leads us to a matter of discernment, a discernment about concretization of communion, mission and participation.

How can we grow in communion, welcoming everybody without exclusion while remaining faithful to the Gospel?

Which acknowledging each baptized person’s contribution to our common mission?

How can we identify governance structures and dynamics for participation in a missionary Synodal Church?

Mission is an important aspect present as much in communion and participation.

Each of these three priorities is linked to five working sheets: these five different approaches take into consideration the diversity of persons as well as the diversity of the different social, cultural and religious contexts we have experienced during the synodal process.

This text is extremely short: in the English version 24 pages for the two parts:

For a Synodal Church. An integral experience and Communion, participation, mission. Three priority issues for the synodal Church.

Pages 25 to 60 reflect the Working Sheets. An introduction and a guide for use introduce us to the Working Sheets.

Each working sheet gives us a short reflection, fruit of the discernment during the synodal process and is followed by a fundamental question for the discernment in the different working sessions of the Synod of Bishops. Each participant also finds different points for prayer and preparatory reflection. These questions have to be put in the general framework of how answering the call of the Spirit and how growing as a synodal Church. The Holy Spirit is the real protagonist of the Synod.

Let me give you some titles of the working sheets and the questions for discernment:

A communion that radiates.

How does the service of charity and commitment to justice and care for our common home nourish communion in a synodal Church?

Walking together means not leading anyone behind and remaining alongside those who struggle the most.

How are we building a synodal Church capable of promoting the belonging and participation of the least within the Church and in society?

How can a synodal Church make credible the promise that “love and truth will meet” (Ps 85.11)?

How can the Church of our time better fulfill its mission through greater recognition and promotion of the baptismal dignity of women?

How can we properly value ordained Ministry in the relationship with baptismal Ministries in a missionary perspective?

How do we understand the vocation and mission of the Bishop in a synodal missionary perspective? What renewal of the vision and exercise of episcopal ministry is needed for a synodal Church characterized by co-responsibility?

You see by these examples that the text of the Instrumentum Laboris has no pretense to be a theological treaty about synodality. The text does not give answers but merely put questions.

The bishops as those called to be those who perfect the discernment started in the worldwide synodal process have to fulfill their episcopal mission and try to give some answers.

Allow me a trivial comparison: the text is like a cooking book. The chef cooks receive that book together with some ingredients: their mission is to put the different ingredients together in order to please the different palates? An impossible task, you might think… if in the background the Holy Spirit is not guiding to find a new food harmony.

Harmony-Consensus-lead by the Spirit: those are words which describe the way this text has to be used.

[01020-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Intervento di Padre Giacomo Costa, S.I.

La metodologia dell’Assemblea sinodale

Il mio compito è ora presentarvi il metodo di lavoro che seguiremo durante l’Assemblea sinodale di ottobre 2023.

In quadro di riferimento per lo svolgimento dell’Assemblea resta ovviamente la costituzione apostolica Episcopalis Communio (EC), in particolare gli artt. 13-18. La metodologia proposta si situa quindi in continuità con quella delle più recenti Assemblee, con alcune variazioni. In parte sono dovute a ragioni pratiche, legate all’aumento del numero dei Membri. Aumentano i Vescovi: una ventina in più rispetto all’ultima Assemblea Generale Ordinari, quella del 2018, data la crescita del numero di vescovi nel mondo. E aumentano i non Vescovi, a seguito dell’estensione partecipativa approvata da Papa Francesco nel mese di aprile. Complessivamente sono previsti circa 370 Membri dell’Assemblea, esperti esclusi, mentre nel 2018 i Padri sinodali erano 267, più una cinquantina di Uditori.

Ma le variazioni sono soprattutto necessarie per tenere conto dei non piccoli cambiamenti del processo sinodale, e in particolare del fatto che arriviamo all’Assemblea sinodale dopo una lunga fase di consultazione e di ascolto, che ha permesso alle sette Assemblee continentali di esprimere una serie di priorità.

In maniera sorprendentemente chiara tra queste è emerso il desiderio di continuare a utilizzare per l’ascolto e il discernimento in comune il metodo della conversazione nello Spirito, che ha segnato profondamente la fase consultiva del cammino sinodale.

Il metodo della conversazione nello Spirito

La conversazione nello Spirito può essere descritta come una preghiera condivisa in vista di un discernimento in comune, a cui i partecipanti si preparano con la riflessione e la meditazione personale. Si faranno reciprocamente dono di una parola meditata e nutrita dalla preghiera, non di una opinione improvvisata sul momento. La conversazione è però monca se non si articolano le diverse voci e non si colgono i frutti dell’incontro, in un dinamismo missionario che punta all’azione. La conversazione nello Spirito risulta tanto più feconda quanto più tutti i partecipanti vi si impegnano con convinzione, condividendo esperienze, carismi e ministeri a servizio del Vangelo. A partire da questi contributi, il discernimento, aiuterà a identificare i passi concreti che lo Spirito Santo invita la Chiesa a compiere per crescere nella comunione, nella missione e nella partecipazione.

L’esperienza della fase della consultazione mostra come la conversazione nello Spirito apra “spazi” in cui affrontare insieme anche tematiche controverse, su cui nella società e nella Chiesa è più frequente lo scontro, di persona o attraverso i social media, che il confronto. In altre parole, la conversazione nello Spirito ci offre una alternativa praticabile alle polarizzazioni.

La dinamica della conversazione nello Spirito articola tre passaggi fondamentali, da declinare nelle diverse situazioni. Il primo è dedicato alla presa di parola da parte di ciascuno, a partire dalla propria esperienza riletta nella preghiera durante il tempo della preparazione. Il secondo passaggio punta a costruire legami: ciascuno prende la parola per esprimere che cosa durante l’ascolto lo ha toccato più profondamente e quando ha sentito lo Spirito Santo far risuonare la propria voce; questo è possibile quanto più ciascuno coltiva la familiarità con il Signore, attraverso la meditazione della Parola e la vita sacramentale, crescendo così nella capacità di riconoscere la Sua voce. Infine nel terzo passaggio, sempre sotto la guida dello Spirito Santo, si identificano i punti chiave emersi durante la conversazione e si raccolgono i frutti del lavoro comune, in vista del passaggio all’azione; in particolare si punta a raggiungere un consenso inclusivo, in cui ciascuno possa sentirsi rappresentato, senza trascurare i punti di vista marginali né trascurare i punti in cui emerge un dissenso, che non va eliminato ma sottoposto a discernimento.

Risulta così chiaro che l’Assemblea sinodale è chiamata a vivere un processo spirituale di ricerca della volontà di Dio e non il dinamismo degli organi parlamentari, in cui il confronto si conclude con un voto che divide maggioranza e minoranza. Offre un’occasione per ascoltare dei fratelli e delle sorelle in Cristo, e, attraverso a loro, lo Spirito, che, come ripete Papa Francesco è l’autentico protagonista. Chi non ne ha mai fatto esperienza, fatica a comprendere questo dinamismo, che è un punto qualificante della metodologia di lavoro.

I diversi passi dell’Assemblea

I lavori dell’Assemblea saranno strutturati in cinque segmenti, seguendo lo sviluppo dell’IL (cfr figg. 1 e 2), con l’introduzione, rispetto al passato, di alcuni momenti di preghiera comune e di alcune celebrazioni liturgiche, in aggiunta alla preghiera con cui si apre e chiude ogni sessione.

Nel primo segmento dei lavori, l’Assemblea affronterà la Sezione A dell’IL, che si intitola “Per una Chiesa sinodale. Un’esperienza integrale” ed esprime la comprensione vissuta della sinodalità maturata lungo la fase della consultazione. Lo scopo sarà mettere ulteriormente a fuoco le caratteristiche fondamentali e il modo di procedere di una Chiesa sinodale.

Il frutto di questo lavoro costituirà l’orizzonte al cui interno affrontare le tre questioni prioritarie emerse dalla fase di consultazione e presentate nella Sezione B dell’IL, che le esprime legandole ai tre termini chiave del Sinodo: comunione, missione e partecipazione.

Come spiega il n. 44 dell’IL, il cambiamento nell’ordine con cui i tre termini compaiono, con la missione nel posto centrale, si radica nella consapevolezza dei legami che li uniscono maturata durante la prima fase. In particolare, comunione e missione si intrecciano e si rispecchiano l’una nell’altra. Siamo spinti a superare una concezione dualista, in cui i rapporti interni alla comunità ecclesiale sono il dominio della comunione, mentre la missione riguarda lo slancio ad extra. Infine, la partecipazione non può essere compresa se non nel rapporto con comunione e missione che la partecipazione può essere compresa, e per questo non può che essere affrontata dopo. Da una parte rappresenta una istanza di concretezza che rende più solide comunione e missione, dall’altra trova nelle prime due un orientamento finalistico che le impediscono di trasformarsi nella frenesia della rivendicazione di diritti individuali.

Ogni questione prioritaria (B1-B2-B3) sarà sviluppata in un segmento specifico dell’Assemblea, grazie al lavoro sulle Schede appena presentate dal card. Hollerich.

Le Schede di lavoro – cinque per ciascuna questione prioritaria – che costituiscono la seconda parte dell’IL. Sono pensate come sussidio pratico per facilitare il lavoro dei gruppi (circuli minores). Ogni scheda offre una domanda per il discernimento, preceduta da una contestualizzazione basata soprattutto sui documenti finali delle Assemblee sinodali e seguita da una serie di spunti per la preghiera, la riflessione personale e il lavoro di gruppo. Questi spunti articolano diverse prospettive e dimensioni della vita della Chiesa, mantenendo il legame con l’esperienza del Popolo di Dio raccolta nella fase dell’ascolto. Quindi le Schede di lavoro non sono trattati su un tema, né capitoli di un libro da leggere in successione. Ciascuna è una sorta di portale d’ingresso per trattare la questione prioritaria a cui è associata e può essere affrontata anche senza dover considerare le altre.

L’obiettivo del lavoro sulla Sezione B è identificare dei passi concreti che lo Spirito Santo ci chiama a compiere per crescere come Chiesa sinodale, ed elaborare proposte a diversi livelli, dal locale all’universale.

L'organizzazione dei lavori a segmenti non elimina la connessione tra le due sezioni. L'esperienza sinodale del Popolo di Dio affrontata nella Sezione A rappresenta l'orizzonte all'interno del quale collochiamo la trattazione delle questioni prioritarie poste nella Sezione B. Occorre mantenere la tensione tra lo sguardo d'insieme e l'identificazione dei passi da compiere. Questi ultimi danno incisività e concretezza alla visione d'insieme, mentre la visione d'insieme ci aiuta a mantenere la coesione e a evitare di disperderci nei dettagli.

I frutti dell’lavoro assembleare

L’ultimo segmento dei lavori sarà dedicato alla raccolta dei frutti e alla loro formulazione in un testo che li renda comunicabili e, per quanto riguarda le proposte più concrete, anche attuabili nell’arco di tempo che separa le due sessioni (2023 e 2024). Le votazioni permetteranno di cogliere il consenso che questa formulazione riscuote.

Non si tratta di una conclusione. Tra le due sessioni si continuerà a camminare insieme nelle Chiese e tra Chiese, a rileggere questa esperienza del Popolo di Dio e a promuovere gli approfondimenti necessari, in particolare dal punto di vista teologico, canonico e pastorale. L’obiettivo delle due sessioni resta presentare al Santo Padre proposte concrete per crescere come Chiesa sinodale. Per questo scopo, è importante identificare quali blocchi ostacolano il cammino e approfondire le questioni su cui non è ancora maturato un sufficiente consenso. L’anno che separa le due sessioni sarà di fondamentale importanza per sperimentare come affrontarle e offrire ulteriori elementi per il discernimento dell’assemblea di ottobre 2024.

Il luogo

Un’ultima parola riguarda il luogo dove si svolgerà l’Assemblea sinodale. È in Vaticano, certo, ma si tratta dell’Aula Paolo VI. È grande abbastanza per accogliere tutti i partecipanti, mentre nell’Aula nuova del Sinodo ci sarebbero stati a malapena i Membri e non gli Esperti. Ma soprattutto l’Aula Paolo VI può essere sistemata con tavoli a cui possono sedere gruppi di una decina di persone, rendendo più rapido il passaggio tra sessioni in plenaria e lavori di gruppo e soprattutto facilitando la dinamica della conversazione nello Spirito. Così, chi ha presente le immagini delle precedenti Assemblee sinodali, si prepari a rimanere sorpreso quando vedrà quelle di ottobre 2023.

Un sentito grazie

Non posso concludere senza cominciare a esprimere la gratitudine per il lavoro che state facendo e che farete in ottobre: il Sinodo affronterà questioni di grande importanza per il futuro della Chiesa, lo sforzo per costruire una metodologia di lavoro che permetta un lavoro costruttivo e fruttuoso è stato ingente (anche solo per elaborare i documenti a partire da una quantità di materiali senza precedenti). Ma per portare frutto questo sforzo ha bisogno di essere comunicato, di essere fatto circolare. Grazie quindi al Dicastero per la Comunicazione e alla Sala Stampa per il loro appoggio – continueremo ad approfittarne! – oltre che a Thierry Bonaventura e ai suoi collaboratori nella Segreteria del Sinodo e in diverse parti del mondo. E grazie anche a tutti voi per il vostro lavoro.

[01023-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Intervento di Helena Jeppesen-Spuhler

Thank you very much for the invitation to the press conference and in a special way many thanks to the Synod Secretariat for the very creative and participative organization of the worldwide "Synodal Process" so far. This process has brought a new momentum and hope for a renewal process to the Church. I myself have participated in the process at various levels in Switzerland, and most recently in Prague, where I also worked on the continental phase of the synodal process at the European level.

I can witness that in all the phases so far, the following is particularly noteworthy: Our concerns and needs are being heard. We are not simply Christians who are expected to receive and accept rules and prescriptions. How we as faithful understand the Christian faith in our specific context is now of interest. And in the respective texts, in which the results of the listening and discerning processes were summarized, our concerns are really taken up. They are testimonies that we are on the way to a synodal church, it means journeying together and learning from and with each other!

The synodal process opens the chance to discover how in the different local churches and bishops’ conferences worldwide the message of the Gospel is understood and proclaimed. For us as Catholic Christians in Switzerland, it is important to enter into a dialogue with the delegates from the various countries and continents at the next phase in Rome in October and to learn how - through the work of the Holy Spirit - new ways of synodal participation have already been developed and can be further developed.

How we in Switzerland are preparing for this phase can only be understood if we take note of the fact that several synodal elements have already been developed in our country since the Second Vatican Council. This testifies to the fact that we have already had good experiences with a more synodal church, entirely in the sense of the early church principle: "What touches all should be considered and approved by all".

For such a church, everyone bears responsibility, that is, the entire people of God as a whole and not just the bishops and the clergy.

For example:

- It will surprise many that, in the financial-administrative area in many parts of the church in Switzerland really all bear responsibility, have a say and are involved in the decision-taking. At the parish level there are parish assemblies, the parishes send delegates to the cantonal assemblies which are called “synods” and the cantonal level sends delegates to the national level of decision-making and -taking. This structure was developed according to our Swiss cultural and political context and it does not look the same in all parts of Switzerland.

- After the Council, the question of a shared pastoral responsibility was also raised. In the pastoral councils elected by the people of God as a whole, the upcoming consultations on pastoral priorities and necessities, at the parish level are made together and the implementation is carried out accordingly.

- Such participatory processes are also particularly significant for the catholic youth and the catholic women’s organizations, who not only have their own sphere of formation and responsibility in their associations, but also have an impact on the parishes and communities and on the Church at the parish, cantonal, diocesan and national levels.

- From this synodal context, the Church in Switzerland has already had an impact for the Universal Church also in the liturgical field: after the Council, it developed four Mass Canons, approved by Rome and they are available today to the Church as a whole.

These few testimonies prove that the Church in Switzerland is already on a synodal journey. It is therefore natural for us that the IL is being discussed by many in preparation of the Synod in October. The young people for example will hold an assembly, a kind of small national “pre-synod" in September also in order to prepare their stay in Rome in October. The IL will also be discussed by the women’s organizations, some diocesan councils, with the delegates of Prague, with the national and the diocesan synodal groups and within the bishops’ conference. The feedbacks of the different discussions will be summarized for our delegates so that they can testify our synodal process in October.

It is important for us that the participants of the synod don't only represent themselves but before going to Rome listen carefully to the voices of the portion of the people of God to whom they belong.

For the accompaniment of the Swiss delegates in October in Rome we are still preparing how to do this in the best way.

It is important for us to share our experience and to listen how the IL is being taken up in other countries from their various contexts and cultures and how together - listening to the Holy Spirit - we can give the Church in its worldwide diversity a real synodal face: for all the baptized have a responsibility to proclaim the Gospel. The gospel for the good of the whole family of humankind and the creation. This responsibility has to be realized in word and deed and in strengthening the commitment of the universal church for our common home.

[01016-EN.01] [Original text: English]

Intervento di Don Rafael Simbine Junior

Il testo verrà letto da Sr. Ester Lucas (in lingua portoghese), membro dell’Equipe sinodale del SECAM, Comitato Teologico.

SHARING THE AFRICAN PREPARATION PLAN FOR THE SYNOD ASSEMBLY

The African Synodal Continental Assembly marked a significant milestone in the journey of the Church in Africa towards embracing synodality. It provided an inclusive platform for delegates from across Africa and its islands to engage in a spiritual synodal journey, guided by the Document for the Continental Stage (DCS). In preparation for the Synod on Synodality in Rome, the Symposium of Episcopal Conferences of Africa and Madagascar (SECAM), in collaboration with the African Synodality Initiative (ASI), has planned a seminar to prepare SECAM's delegates.

Through this seminar, we hope to help SECAM delegates achieve many things. First, to acquire a deep knowledge and clear understanding of the Instrumentum Laboris for the Synodal Assembly and its implications for the Church in Africa. Second, to deepen the use of the Conversation in the Spirit, drawing on the experiences from the African Synodal Continental Assembly, in order to foster meaningful and inclusive conversations, and active listening and dialogue as essential elements of synodality. Third, to review and reflect on the African Synodal Document, which was adopted as the official document for the African Church during the Continental Assembly, in order to deepen delegates' familiarity with its content and recommendations and to ensure its integration into their contributions and conversations during the Synodal Assembly. Finally, to reflect on critical and important African issues to be shared during the Synod, including unique challenges, aspirations and contributions of the Church in Africa, thus enabling the African delegation to speak with a united voice and effectively address the concerns of the Church in the African context.

We hope that an enhanced understanding of the Instrumentum Laboris by SECAM delegates will enable them to actively contribute to conversations during the Synodal Assembly. Also, the African delegation will be equipped to identify and articulate with clarity and depth key African issues, ensuring that the concerns, challenges and aspirations of the Church in Africa are well represented during the Synodal Assembly.

During this seminar, ASI and SECAM will equip the African delegation with the necessary knowledge, skills and perspectives to actively contribute to the Synodal Assembly in Rome. This seminar will reinforce the spirit of synodality and ensure that the Church in Africa speaks with one voice on the issues that concern it in order to shape the future of the Church and address the specific challenges and opportunities in the African ecclesial context.

[01017-EN.01] [Original text: English]

Intervento di Sr. Nadia Coppa, A.S.C.

Sappiamo che la parola “sinodalità” deriva dalle parole greche “syn” (insieme) e “hodos” (strada, sentiero). Questa è, secondo Giovanni Crisostomo, la definizione della Chiesa (cfrPG 55, 493): è entrare in questo camminare insieme con tutto il popolo di Dio che, nato dal battesimo e con l’unzione dello Spirito: è il cammino che Dio attende dalla Chiesa nel Terzo Millennio e questa è una strada che si percorre insieme guidati dallo Spirito che si realizza attraverso l’ascolto comunitario della Parola e la celebrazione dell’eucaristia, la fraternità della comunione e la corresponsabilità e la partecipazione di tutto il popolo di Dio, ai vari livelli e nella distinzione dei diversi ministeri e ruoli.

L’esperienza della sinodalità è prima di tutto un’esperienza dello Spirito, è un cammino aperto, non tracciato in anticipo, che si tesse grazie all’incontro, al dialogo e alla condivisione che viene ad allargare e modificare la visione di ognuno.

Essere chiesa sinodale, leggiamo nell’Istrumentum Laboris, è riconoscere la dignità comune derivante dal Battesimo, che rende coloro che lo ricevono figli e figlie di Dio, membri della sua famiglia, e quindi fratelli e sorelle in Cristo e inviati a compiere una comune missione (n.20). È essere una Chiesa dell’ascolto che “segna e trasforma tutte le relazioni che la comunità instaura con i suoi membri, con le altre comunità di fede e con la società nel suo complesso” (n.22)

Per entrare nello stile e nella pratica della sinodalità,abbiamo bisogno di coltivare le attitudini spirituali dell’incontro e del dialogo, dell’accoglienza che abbraccia e include tutti, dell’umiltà che spinge a chiedere perdono e ad imparare da tutti. Abbiamo bisogno di sentirci Chiesa dialogante, pronta a promuovere il passaggio “dall’io” al “noi”, disposta a cercare la verità e a non lasciarsi schiacciare dalle tensioni. Emerge con forza la necessità di porsi l’uno accanto all’altro nel progettare e lavorare per l’edificazione del Regno. Abbiamo bisogno di uno stile di compartecipazione privo di ogni forma di supremazia che prediliga la circolarità e la corresponsabilità.

Entrare nella sinodalità significa accettare di mettersi in cammino, di vivere da pellegrini in una Chiesa pellegrina; è una danza insieme nella quale tutti, pastori e fedeli, grazie a un dialogo vivo e a una condivisione nella fiducia, si muovono in relazione gli uni con gli altri, nell’ascolto reciproco e comune della musica dello Spirito. La sinodalità è un’esperienza di incarnazione che ci pone in ascolto del reale, del grido dei poveri e dei bisogni del mondo.

Èl’esperienza del rinnovamento di una Chiesa diventare sempre di più una Chiesa relazionale, inclusiva, dialogante e generativa, vale a dire una Chiesa che si lascia formare e rinasce, nel dinamismo dello Spirito e grazie a coloro che la fanno vivere.

La sinodalità non è un cammino segnato in partenza e richiede di aprirsi all’inatteso di Dio che, attraverso l’ascolto degli altri, giunge a toccarci, a scuoterci, a modellarci interiormente; è un cammino di discernimento in comune di una assemblea radicata nell’eucaristia che prende coscienza di sé e si mette in strada insieme. È fondamentalmente chiamata alla conversione per elaborare e produrre una comunione missionaria al servizio del mondo.

Le cinque delegate della UISG dell'Unione Internazionale delle Superiore Generali (UISG) intraprenderanno, con tutti gli altri partecipanti al sinodo, un cammino che mira a “dare energia alla vita e alla missione evangelizzatrice della Chiesa”. L'Instrumentum Laboris servirà come itinerario per un profondo discernimento personale e collettivo. Le schede di lavoro proposte, infatti, sono molto utili per un discernimento nello spirito, in quanto offrono “una traccia per la preghiera e la riflessione personale in preparazione allo scambio in gruppo o in plenaria e si focalizzano sulle tre tematiche fondamentali: Comunione che si irradia – “come essere più pienamente segno e strumento di unione con dio e di unità del genere umano?”; Corresponsabili nella missione. - Come condividere doni e compiti a servizio del Vangelo?”; Partecipazione, compiti di responsabilità e autorità. - Quali processi, strutture e istituzioni in una Chiesa sinodale missionaria?”

Il documento verrà letto attentamente da ogni suora che sarà presente al Sinodo e poi condiviso insieme come gruppo con il metodo della conversazione spirituale. Attraverso la preghiera e la riflessione personale e di gruppo, sarà possibile discernere insieme come e dove lo Spirito sta chiamando la Chiesa nella realtà di oggi.

L'UISG (organizzazione mondiale di quasi 2.000 leader di congregazioni religiose femminili) intende presentare il documento ai suoi membri nei prossimi giorni attraverso un webinar online con traduzione in più lingue.

Cercheremo inoltre, di coinvolgere le religiose di tutto il mondo, le loro collaboratrici e coloro tra i quali vivono, invitandole ad iniziare un processo di riflessione e discernimento in modo che anche loro possano offrire spunti e riflessioni da diversi contesti e culture. Condivideremo alcune delle domande indicate nelle schede per accogliere la sapienza delle altre sorelle e offrirla alle partecipanti quale contributo.

Per la UISG questo è l'inizio di un lungo processo – un lungo cammino di cambiamento e trasformazione in cui ci sentiamo chiamate ad impegnarci. Sappiamo per esperienza vissuta che la sinodalità non è solo una teologia, ma è anche una pratica spirituale, è un modus vivendi et operandi che va coltivato e vissuto.

Sia a livello personale che comunitario, la sinodalità ci chiama a una dinamica di sequela e di testimonianza del Signore che è in mezzo a noi e ci sta invitando ad imparare come dobbiamo camminare insieme e con tutta la Chiesa in un modo nuovo. Siamo aperte all’inedito di Dio. Papa Francesco ci ha ricordato che la sinodalità «non è un capitolo di un manuale ecclesiastico, tanto meno una moda o uno slogan da sbandierare nei nostri incontri. La sinodalità è espressione della natura della Chiesa, della sua forma, del suo stile e della sua missione”. Dice ancora che “Non dobbiamo fare un sinodo, ma essere sinodo”.

Come suore che svolgono servizi di governo delle congregazioni religiose femminili, ci sentiamo chiamate a sviluppare un modo di vivere e di governare che si manifesti e sia segnato dai tre pilastri interconnessi della Chiesa sinodale: La comunione; La corresponsabilità nella missione; La partecipazione, compiti di responsabilità e autorità.

Studieremo come il documento ci chiama a vivere questi tre elementi chiave promuovendo una formazione permanente sulla sinodalità, finalizzata ad approfondire gli spunti che le schede offrono. Essi sono molto utili perché sviluppano questi elementi fondamentali toccando diverse e importanti prospettive (teologica, pastorale, canonica..). Sarà importante, per noi, promuovere uno stile di governo che sviluppi strutture e processi partecipativi in cui i membri possano discernere insieme una nuova visione per la Chiesa e per la missione di ogni singola Congregazione. L'Instumentum Laboris, molto ricco e articolato, per la varietà di quanto raccolto dalla consultazione, ci offre uno mezzo chiaro ed efficace per invitare tutti i membri ad abbracciare un processo di rinnovamento e trasformazione che tutti auspichiamo per il bene della Missio Dei.

[01018-IT.01] [Testo originale: Italiano]

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