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Messaggio del Santo Padre Francesco per la III Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani (23 luglio 2023), 15.06.2023


Messaggio del Santo Padre

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua tedesca

Traduzione in lingua spagnola

Traduzione in lingua portoghese

Traduzione in lingua polacca

Traduzione in lingua araba

Pubblichiamo di seguito il testo del Messaggio del Santo Padre Francesco per la III Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani che si celebra la quarta domenica di luglio – quest’anno il 23 luglio - sul tema «Di generazione in generazione la sua misericordia» (Lc 1,50):

Messaggio del Santo Padre

Cari fratelli e sorelle!

«Di generazione in generazione la sua misericordia» (Lc 1,50): è questo il tema della III Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani. È un tema che ci riporta a un incontro benedetto: quello tra la giovane Maria e la sua anziana parente Elisabetta (cfr Lc 1,39-56). Questa, ricolma di Spirito Santo, rivolge alla Madre di Dio delle parole che, a distanza di millenni, ritmano la nostra preghiera quotidiana: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo» (v. 42). E lo Spirito Santo, già disceso su Maria, le suggerisce di rispondere con il Magnificat, nel quale proclama che la misericordia del Signore si estende di generazione in generazione. Lo Spirito Santo benedice e accompagna ogni fecondo incontro tra generazioni diverse, tra nonni e nipoti, tra giovani e anziani. Dio, infatti, desidera che, come ha fatto Maria con Elisabetta, i giovani rallegrino i cuori degli anziani, e che attingano sapienza dai loro vissuti. Ma, anzitutto, il Signore desidera che non lasciamo soli gli anziani, che non li releghiamo ai margini della vita, come purtroppo oggi troppo spesso accade.

È bella, quest’anno, la vicinanza tra la celebrazione della Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani e quella della Gioventù; entrambe hanno come tema la “fretta” di Maria (cfr v. 39) nel visitare Elisabetta, e ci portano così a riflettere sul legame tra giovani e anziani. Il Signore spera che i giovani, incontrandoli, accolgano la chiamata a custodire la memoria e riconoscano, grazie a loro, il dono di appartenere a una storia più grande. L’amicizia di una persona anziana aiuta il giovane a non appiattire la vita sul presente e a ricordarsi che non tutto dipende dalle sue capacità. Per i più anziani, invece, la presenza di un giovane apre alla speranza che quanto hanno vissuto non vada perduto e che i loro sogni si realizzino. Insomma, la visita di Maria ad Elisabetta e la consapevolezza che la misericordia del Signore si trasmette da una generazione all’altra rivelano che non possiamo andare avanti – e neppure salvarci – da soli e che l’intervento di Dio si manifesta sempre nell’insieme, nella storia di un popolo. È Maria stessa a dirlo nel Magnificat, esultando in Dio che ha operato meraviglie nuove e sorprendenti, fedele alla promessa fatta ad Abramo (cfr vv. 51-55).

Per meglio accogliere lo stile dell’agire di Dio, ricordiamo che il tempo va abitato nella sua pienezza, perché le realtà più grandi e i sogni più belli non si realizzano in un attimo, ma attraverso una crescita e una maturazione: in cammino, in dialogo, in relazione. Perciò chi si concentra solo sull’immediato, sui propri vantaggi da conseguire rapidamente e avidamente, sul “tutto e subito”, perde di vista l’agire di Dio. Il suo progetto di amore attraversa invece il passato, il presente e il futuro, abbraccia e mette in collegamento le generazioni. È un progetto che va oltre noi stessi, ma nel quale ciascuno di noi è importante, e soprattutto è chiamato ad andare oltre. Per i più giovani si tratta di andare al di là dell’immediato nel quale ci confina la realtà virtuale, la quale spesso distoglie dall’azione concreta; per i più anziani si tratta di non soffermarsi sulle forze che s’indeboliscono e di non rammaricarsi per le occasioni perse. Guardiamo avanti! Lasciamoci plasmare dalla grazia di Dio che, di generazione in generazione, ci libera dall’immobilismo nell’agire e dai rimpianti del passato!

Nell’incontro tra Maria ed Elisabetta, tra giovani e anziani, Dio ci dona il suo futuro. Il cammino di Maria e l’accoglienza di Elisabetta aprono infatti le porte al manifestarsi della salvezza: attraverso il loro abbraccio la sua misericordia irrompe con gioiosa mitezza nella storia umana. Vorrei allora invitare ciascuno a pensare a quell’incontro, di più, a chiudere gli occhi e a immaginare, come in un’istantanea, quell’abbraccio tra la giovane Madre di Dio e l’anziana madre di San Giovanni Battista; a rappresentarlo nella mente e a visualizzarlo nel cuore, per fissarlo nell’anima come una luminosa icona interiore.

E invito poi a passare dall’immaginazione alla concretezza nel fare qualcosa per abbracciare i nonni e gli anziani. Non lasciamoli soli, la loro presenza nelle famiglie e nelle comunità è preziosa, ci dona la consapevolezza di condividere la medesima eredità e di far parte di un popolo in cui si custodiscono le radici. Sì, sono gli anziani a trasmetterci l’appartenenza al Popolo santo di Dio. La Chiesa, così come la società, ha bisogno di loro. Essi consegnano al presente un passato necessario per costruire il futuro. Onoriamoli, non priviamoci della loro compagnia e non priviamoli della nostra, non permettiamo che siano scartati!

La Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani vuol essere un piccolo segno delicato di speranza per loro e per la Chiesa intera. Rinnovo perciò il mio invito a tutti – diocesi, parrocchie, associazioni, comunità – a celebrarla, mettendo al centro la gioia traboccante di un rinnovato incontro tra giovani e anziani. A voi giovani, che vi state preparando a partire per Lisbona o che vivrete la Giornata Mondiale della Gioventù nei vostri luoghi, vorrei dire: prima di mettervi in viaggio andate a trovare i vostri nonni, fate una visita a un anziano solo! La sua preghiera vi proteggerà e porterete nel cuore la benedizione di quell’incontro. A voi anziani chiedo di accompagnare con la preghiera i giovani che stanno per celebrare la GMG. Quei ragazzi sono la risposta di Dio alle vostre richieste, il frutto di quel che avete seminato, il segno che Dio non abbandona il suo popolo, ma sempre lo ringiovanisce con la fantasia dello Spirito Santo.

Cari nonni, cari fratelli e sorelle anziani, che la benedizione dell’abbraccio tra Maria ed Elisabetta vi raggiunga e colmi di pace i vostri cuori. Vi benedico con affetto. E voi, per favore, pregate per me.

Roma, San Giovanni in Laterano, 31 maggio 2023, Festa della Visitazione della B.V. Maria.

FRANCESCO

[00991-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

Chers frères et sœurs !

« Sa miséricorde s’étend d’âge en âge » (Lc 1, 50) : c’est le thème de la 3ème Journée Mondiale des Grands-Parents et des Personnes Âgées. C’est un thème qui nous renvoie à une rencontre bénie : la rencontre entre la jeune Marie et sa parente âgée Élisabeth (cf. Lc 1, 39-56). Cette dernière, remplie de l’Esprit Saint, adresse à la Mère de Dieu des paroles qui, des milliers d’années plus tard, rythment notre prière quotidienne : « Tu es bénie entre toutes les femmes, et le fruit de tes entrailles est béni » (v. 42). Et l’Esprit Saint, déjà descendu sur Marie, l’inspire à répondre par le Magnificat, où elle proclame que la miséricorde du Seigneur s’étend d’âge en âge. L’Esprit Saint bénit et accompagne toute rencontre fructueuse entre les différentes générations, entre grands-parents et petits-enfants, entre jeunes et personnes âgées. Dieu désire en effet que les jeunes réjouissent le cœur des personnes âgées et qu’ils puisent la sagesse de leurs expériences, comme Marie l’a fait avec Élisabeth. Mais, avant tout, le Seigneur désire que nous ne laissions pas les personnes âgées seules, que nous ne les reléguions pas en marge de la vie, comme c’est malheureusement trop souvent le cas aujourd’hui.

Cette année, la proximité entre la célébration de la Journée Mondiale des Grands-Parents et des Personnes Âgées et celle des Journées Mondiales de la Jeunesse est belle ; toutes les deux ont pour thème “la hâte” (cf. v. 39) de Marie à rendre visite à Élisabeth et nous amènent à réfléchir sur le lien entre jeunes et personnes âgées. Le Seigneur souhaite que les jeunes, en les rencontrant, accueillent l’appel à préserver la mémoire, et qu’ils reconnaissent, grâce à elles, le don d’appartenir à une histoire plus grande. L’amitié d’une personne âgée aide le jeune à ne pas réduire sa vie au présent et à se rappeler que tout ne dépend pas de ses propres capacités. Pour les plus âgés, en revanche, la présence d’un jeune ouvre l’espérance que ce qu’ils ont vécu ne sera pas perdu et que leurs rêves se réaliseront. En définitive, la visite de Marie à Élisabeth, et la conscience que la miséricorde du Seigneur se transmet d’une génération à l’autre, révèlent que nous ne pouvons pas avancer – ni même nous sauver – tout seuls et que l’intervention de Dieu se manifeste toujours ensemble, dans l’histoire d’un peuple. C’est Marie elle-même qui le dit dans le Magnificat, en exultant en Dieu qui a accompli des merveilles nouvelles et surprenantes, fidèle à la promesse faite à Abraham (cf. v. 51-55).

Pour mieux accueillir le style de l’agir de Dieu, rappelons-nous que le temps doit être vécu dans sa plénitude, parce que les réalités les plus grandes et les rêves les plus beaux ne se réalisent pas en un instant, mais à travers une croissance et une maturation : en chemin, en dialogue, en relation. C’est pourquoi ceux qui se concentrent uniquement sur l’immédiat, sur leurs propres avantages à obtenir rapidement et avec avidité, sur le “tout et maintenant”, perdent de vue l’action de Dieu. Au contraire, son projet d’amour s’étend sur le passé, le présent et l’avenir, il embrasse et relie les générations. C’est un projet qui va au-delà de nous-mêmes, mais où chacun est important et, surtout, est appelé à aller plus loin. Pour les plus jeunes, il s’agit d’aller au-delà de l’immédiat où la réalité virtuelle nous enferme et nous détourne souvent de l’action concrète. Pour les plus âgés, il s’agit de ne pas s’attarder sur les forces qui s’affaiblissent et de ne pas regretter les occasions perdues. Regardons vers l’avant ! Laissons-nous modeler par la grâce de Dieu qui, d’âge en âge, nous libère de l’immobilisme et des regrets du passé !

Dans la rencontre entre Marie et Élisabeth, entre jeunes et personnes âgées, Dieu nous donne son avenir. En effet, le chemin de Marie et l’accueil d’Élisabeth ouvrent la porte à la manifestation du salut : à travers leur étreinte, sa miséricorde fait irruption dans l’histoire humaine avec une joyeuse douceur. Je voudrais donc inviter chacun à penser à cette rencontre, mieux, à fermer les yeux et à imaginer un instant cette étreinte entre la jeune Mère de Dieu et la vieille mère de saint Jean-Baptiste ; à se la représenter dans l’esprit et à la visualiser dans le cœur, pour la fixer dans l’âme comme une lumineuse icône intérieure.

Et j’invite ensuite à passer de l’imagination au concret en faisant quelque chose pour étreindre les grands-parents et les personnes âgées. Ne les laissons pas seuls, leur présence dans les familles et les communautés est précieuse, elle nous donne la conscience de partager le même héritage et de faire partie d’un peuple où l’on conserve les racines. Oui, ce sont les personnes âgées qui nous transmettent notre appartenance au Peuple saint de Dieu. L’Église, tout comme la société, a besoin d’elles. Elles livrent au présent un passé nécessaire pour construire l’avenir. Honorons-les, ne nous privons pas de leur compagnie et ne les privons pas de la nôtre, ne permettons pas qu’elles soient rejetées !

La Journée Mondiale des Grands-Parents et des Personnes Âgées veut être un petit signe délicat d’espérance pour eux et pour toute l’Église. Je renouvelle donc mon invitation à tous – diocèses, paroisses, associations, communautés – à la célébrer en mettant l’accent sur la joie débordante d’une rencontre renouvelée entre jeunes et personnes âgées. À vous jeunes, qui vous préparez à partir pour Lisbonne ou qui vivrez les Journées Mondiales de la Jeunesse chez vous, je voudrais dire : avant de vous mettre en route, allez rendre visite à vos grands-parents, rendez visite à une personne âgée qui vit seule ! Sa prière vous protégera et vous porterez dans votre cœur la bénédiction de cette rencontre. À vous personnes âgées, je demande d’accompagner par la prière les jeunes qui s’apprêtent à célébrer les JMJ. Ces jeunes sont la réponse de Dieu à vos demandes, le fruit de ce que vous avez semé, le signe que Dieu n’abandonne pas son peuple, mais qu’Il le rajeunit toujours avec l’imagination de l’Esprit Saint.

Chers grands-parents, chers frères et sœurs âgés, que la bénédiction de l’étreinte entre Marie et Élisabeth vous parvienne et qu’elle remplisse vos cœurs de paix. Je vous bénis avec affection. Et vous, s’il vous plaît, priez pour moi.

Rome, Saint-Jean-de-Latran, 31 mai 2023, Fête de la Visitation de la Vierge Marie.

FRANÇOIS

[00991-FR.01] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua inglese

Dear brothers and sisters!

“His mercy is from age to age” (Lk 1:50). This is the theme of the Third World Day for Grandparents and the Elderly, and it takes us back to the joyful meeting between the young Mary and her elderly relative Elizabeth (cf. Lk 1:39-56). Filled with the Holy Spirit, Elizabeth addressed the Mother of God with words that, millennia later, continue to echo in our daily prayer: “Blessed are you among women and blessed is the fruit of your womb” (v. 42). The Holy Spirit, who had earlier descended upon Mary, prompted her to respond with the Magnificat, in which she proclaimed that the Lord’s mercy is from generation to generation. That same Spirit blesses and accompanies every fruitful encounter between different generations: between grandparents and grandchildren, between young and old. God wants young people to bring joy to the hearts of the elderly, as Mary did to Elizabeth, and gain wisdom from their experiences. Yet, above all, the Lord wants us not to abandon the elderly or to push them to the margins of life, as tragically happens all too often in our time.

This year, the World Day for Grandparents and the Elderly takes place close to World Youth Day. Both celebrations remind us of the “haste” (cf. v. 39) with which Mary set out to visit Elizabeth. In this way, they invite us to reflect on the bond that unites young and old. The Lord trusts that young people, through their relationships with the elderly, will realize that they are called to cultivate memory and recognize the beauty of being part of a much larger history. Friendship with an older person can help the young to see life not only in terms of the present and realize that not everything depends on them and their abilities. For the elderly, the presence of a young person in their lives can give them hope that their experience will not be lost and that their dreams can find fulfilment. Mary’s visit to Elizabeth and their shared awareness that the Lord’s mercy is from generation to generation remind us that, alone, we cannot move forward, much less save ourselves, and that God’s presence and activity are always part of something greater, the history of a people. Mary herself said this in the Magnificat, as she rejoiced in God, who, in fidelity to the promise he had made to Abraham, had worked new and unexpected wonders (cf. vv. 51-55).

To better appreciate God’s way of acting, let us remember that our life is meant to be lived to the full, and that our greatest hopes and dreams are not achieved instantly but through a process of growth and maturation, in dialogue and in relationship with others. Those who focus only on the here and now, on money and possessions, on “having it all now”, are blind to the way God works. His loving plan spans past, present and future; it embraces and connects the generations. It is greater than we are, yet includes each of us and calls us at every moment to keep pressing forward. For the young, this means being ready to break free from the fleeting present in which virtual reality can entrap us, preventing us from doing something productive. For the elderly, it means not dwelling on the loss of physical strength and thinking with regret about missed opportunities. Let us all look ahead! And allow ourselves to be shaped by God’s grace, which from generation to generation frees us from inertia and from dwelling on the past!

In the meeting between Mary and Elizabeth, between young and old, God points us towards the future that he is opening up before us. Indeed, Mary’s visit and Elizabeth’s greeting open our eyes to the dawn of salvation: in their embrace, God’s mercy quietly breaks into human history amid abundant joy. I encourage everyone to reflect on that meeting, to picture, like a snapshot, that embrace between the young Mother of God and the elderly mother of Saint John the Baptist, and to frame it in their minds and hearts as a radiant icon.

Next, I would invite you to make a concrete gesture that would include grandparents and the elderly. Let us not abandon them. Their presence in families and communities is a precious one, for it reminds us that we share the same heritage and are part of a people committed to preserving its roots. From the elderly we received the gift of belonging to God’s holy people. The Church, as well as society, needs them, for they entrust to the present the past that is needed to build the future. Let us honour them, neither depriving ourselves of their company nor depriving them of ours. May we never allow the elderly to be cast aside!

The World Day for Grandparents and the Elderly is meant to be a small but precious sign of hope for them and for the whole Church. I renew my invitation to everyone – dioceses, parishes, associations and communities – to celebrate this Day and to make it the occasion of a joyful and renewed encounter between young and old. To you, the young who are preparing to meet in Lisbon or to celebrate World Youth Day in your own countries, I would ask: before you set out on your journey, visit your grandparents or an elderly person who lives alone! Their prayers will protect you and you will carry in your heart the blessing of that encounter. I ask you, the elderly among us, to accompany by your prayers the young people about to celebrate World Youth Day. Those young people are God’s answer to your prayers, the fruits of all that you have sown, the sign that God does not abandon his people, but always rejuvenates them with the creativity of the Holy Spirit.

Dear grandparents, dear elderly brothers and sisters, may the blessing of the embrace between Mary and Elizabeth come upon you and fill your hearts with peace. With great affection, I give you my blessing. And I ask you, please, to pray for me.

Rome, Saint John Lateran, 31 May 2023, Feast of the Visitation of the Blessed Virgin Mary

FRANCIS

[00991-EN.01] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

»Er erbarmt sich von Geschlecht zu Geschlecht« (Lk 1,50). Dies ist das Thema des 3. Welttags der Großeltern und älteren Menschen. Dieses Thema führt uns zurück zu einer segensreichen Begegnung: der zwischen der jungen Maria und ihrer älteren Verwandten Elisabet (vgl. Lk 1,39-56). Letztere richtet, erfüllt vom Heiligen Geist, Worte an die Mutter Gottes, die auch zweitausend Jahre später unser tägliches Gebet prägen: »Gesegnet bist du unter den Frauen und gesegnet ist die Frucht deines Leibes« (V. 42). Und der Heilige Geist, der auf Maria bereits herabgekommen ist, lässt sie mit dem Magnificat antworten, in dem sie ausruft, dass die Barmherzigkeit des Herrn von Geschlecht zu Geschlecht reicht. Der Heilige Geist segnet und begleitet jede fruchtbare Begegnung zwischen verschiedenen Generationen, zwischen Großeltern und Enkelkindern, zwischen jungen und älteren Menschen. Ja, Gott wünscht sich, dass die Jungen, so wie es bei Maria und Elisabet der Fall war, die Herzen der Älteren erfreuen und Weisheit aus deren Lebenserfahrung schöpfen. Vor allem aber wünscht der Herr, dass wir die Älteren nicht allein lassen, dass wir sie nicht an den Rand des Lebens drängen, wie es heute leider allzu oft geschieht.

Es ist schön, dass der Welttag der Großeltern und älteren Menschen und der Weltjugendtag in diesem Jahr so nah beieinanderliegen; beide haben Marias „Eile“ (vgl. V. 39) bei ihrem Besuch bei Elisabet zum Thema und veranlassen uns so, über die Beziehung zwischen den jungen und den älteren Menschen nachzudenken. Der Herr hofft, dass die Jungen durch die Begegnung mit ihnen den Auftrag annehmen, die Erinnerung zu bewahren, und dank ihnen das Geschenk ihrer Zugehörigkeit zu einer größeren Geschichte erkennen. Die Freundschaft eines älteren Menschen hilft einem jungen, das Leben nicht auf die Gegenwart zu reduzieren und sich daran zu erinnern, dass nicht alles von seinen Fähigkeiten abhängt. Für die älteren Menschen wiederum eröffnet die Gegenwart eines jungen Menschen die Hoffnung, dass das, was sie erlebt haben, nicht verloren geht und dass sich ihre Träume erfüllen werden. Kurz gesagt, Marias Besuch bei Elisabet und das Bewusstsein, dass die Barmherzigkeit des Herrn von einer Generation auf die nächste übergeht, zeigen, dass wir nicht allein vorankommen – geschweige denn uns selbst retten – können und dass sich Gottes Eingreifen immer im Ganzen, in der Geschichte eines Volkes, manifestiert. Maria selbst sagt dies im Magnifikat und sie jubelt über Gott, der neue und überraschende Wunder vollbracht hat, getreu der Verheißung, die er Abraham gegeben hat (vgl. V. 51-55).

Um die Art des Handelns Gottes besser zu verstehen, wollen wir daran denken, dass die Zeit in ihrer Gänze zu nehmen ist, denn die bedeutendsten Ereignisse und die schönsten Träume realisieren sich nicht in einem Augenblick, sondern durch ein Wachsen und Reifen: auf einem Weg, in einem Dialog, in einer Beziehung. Deshalb verlieren diejenigen, die sich nur auf das Unmittelbare konzentrieren, auf ihre eigenen Vorteile, die schnell und gierig erreicht werden müssen, auf das „Alles und Sofort“, Gottes Handeln aus den Augen. Sein Liebes-Projekt hingegen umspannt die Vergangenheit, die Gegenwart und die Zukunft, es umfasst die Generationen und stellt eine Verbindung zwischen ihnen her. Es ist ein Projekt, das über uns selbst hinausgeht, bei dem aber jeder von uns wichtig ist und vor allem dazu gerufen, darüber hinauszugehen. Für die Jüngeren geht es darum, über das Unmittelbare hinauszugehen, auf das uns die virtuelle Realität beschränkt, die oft vom konkreten Handeln ablenkt; für die Älteren geht es darum, sich nicht mit den schwindenden Kräften aufzuhalten und verpassten Chancen nicht nachzutrauern. Schauen wir nach vorne! Lassen wir uns von der Gnade Gottes formen, die uns von Generation zu Generation aus der Bewegungsunfähigkeit und dem Nachtrauern über die Vergangenheit befreit!

In der Begegnung zwischen Maria und Elisabet, zwischen Jung und Alt, schenkt uns Gott seine Zukunft. Marias Reise und Elisabets Empfang öffnen tatsächlich die Tür für das Offenbarwerden des Heils: Durch ihre Umarmung bricht seine Barmherzigkeit mit freudiger Sanftmut in die menschliche Geschichte ein. Ich möchte deshalb alle einladen, an diese Begegnung zu denken, ja mehr noch, die Augen zu schließen und sich wie in einer Momentaufnahme diese Umarmung zwischen der jungen Mutter Gottes und der alten Mutter von Johannes dem Täufer vorzustellen; sie sich im Geiste vorzustellen und im Herzen zu veranschaulichen, um sie in der Seele als leuchtende innere Ikone zu bewahren.

Und ich lade dazu ein, diese Vorstellung konkret werden zu lassen und etwas zu tun, um die Großeltern und die älteren Menschen einzubeziehen. Lassen wir sie nicht allein, denn ihre Anwesenheit in den Familien und Gemeinschaften ist wertvoll, sie macht uns bewusst, dass wir dasselbe Erbe teilen und Teil eines Volkes sind, das seine Wurzeln bewahrt. Ja, es sind die älteren Menschen, die uns unsere Zugehörigkeit zu Gottes heiligem Volk vermitteln. Sowohl die Kirche als auch die Gesellschaft bedürfen ihrer. Sie überliefern der Gegenwart eine Vergangenheit, die notwendig ist, um die Zukunft zu gestalten. Ehren wir sie, bringen wir uns nicht um ihre Gesellschaft, bringen wir sie nicht um die unsere, lassen wir nicht zu, dass sie abserviert werden!

Der Welttag der Großeltern und älteren Menschen soll ein kleines, zartes Zeichen der Hoffnung für sie und für die ganze Kirche sein. Deshalb erneuere ich meine Einladung an alle – Diözesen, Pfarreien, Verbände, Gemeinschaften –, ihn zu begehen und dabei die überschwängliche Freude über eine erneute Begegnung zwischen Jung und Alt in den Mittelpunkt zu stellen. Euch jungen Menschen, die ihr euch auf die Abreise nach Lissabon vorbereitet oder den Weltjugendtag an euren eigenen Orten erleben werdet, möchte ich sagen: Bevor ihr euch auf den Weg macht, geht eure Großeltern besuchen, besucht einen einsamen älteren Menschen! Sein Gebet wird euch beschützen und ihr werdet den Segen dieser Begegnung in eurem Herzen tragen. Ich bitte euch Ältere, die jungen Menschen, die den Weltjugendtag feiern werden, mit eurem Gebet zu begleiten. Diese jungen Menschen sind Gottes Antwort auf eure Bitten, die Frucht dessen, was ihr ausgesät habt, das Zeichen dafür, dass Gott sein Volk nicht im Stich lässt, sondern es immer wieder mit der Phantasie des Heiligen Geistes verjüngt.

Liebe Großeltern, liebe ältere Brüder und Schwestern, möge der Segen der Umarmung von Maria und Elisabet euch erreichen und eure Herzen mit Frieden erfüllen. Mit Zuneigung segne ich euch. Und ihr, bitte, betet für mich.

Rom, Sankt Johannes im Lateran, 31. Mai 2023, Fest Mariä Heimsuchung.

FRANZISKUS

[00991-DE.01] [Originalsprache: Italienisch]

Traduzione in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

«Su misericordia se extiende de generación en generación» (Lc 1,50): este es el tema de la III Jornada Mundial de los Abuelos y de los Mayores. Es un tema que nos reconduce a aquel encuentro bendito entre la joven María y su pariente anciana Isabel (cf. Lc 1,39-56). Esta, llena del Espíritu Santo, se dirige a la Madre de Dios con palabras que, a distancia de milenios, acompasan nuestra oración cotidiana: «Bendita tú eres entre todas las mujeres, y bendito es el fruto de tu vientre» (v. 42). Y el Espíritu Santo, que ha descendido ya sobre María, la impulsa a responder con el Magníficat, en el que proclama que la misericordia del Señor se extiende de generación en generación. El Espíritu Santo bendice y acompaña cada encuentro fecundo entre generaciones distintas, entre abuelos y nietos, entre jóvenes y ancianos. Efectivamente, Dios desea que, como hizo María con Isabel, los jóvenes alegren el corazón de los ancianos, y que adquieran sabiduría de sus vivencias. Pero, sobre todo, el Señor desea que no dejemos solos a los ancianos, que no los releguemos a los márgenes de la vida, como por desgracia sucede frecuentemente.

Es hermosa, este año, la cercanía entre la celebración de la Jornada Mundial de los Abuelos y de los Mayores y la de la Juventud; ambas tienen como tema la “prisa” de María para ir a visitar a Isabel (cf. v. 39), y de ese modo nos llevan a reflexionar sobre el vínculo entre los jóvenes y los ancianos. El Señor espera que los jóvenes, al encontrarse con los ancianos, acojan la llamada a custodiar la memoria y reconozcan, gracias a ellos, el don de pertenecer a una historia más grande. La amistad con una persona anciana ayuda al joven a no reducir la vida al presente y a recordar que no todo depende de sus capacidades. Para los más ancianos, en cambio, la presencia de un joven les da esperanza de que todo lo que han vivido no se perderá y que sus sueños pueden realizarse. En definitiva, la visita de María a Isabel y la conciencia de que la misericordia del Señor se transmite de una generación a la otra revelan que no podemos avanzar —y mucho menos salvarnos— solos y que la intervención de Dios se manifiesta siempre en el conjunto, en la historia de un pueblo. Es María misma quien lo dice en el Magníficat, exultando en Dios que ha obrado maravillas nuevas y sorprendentes, fiel a la promesa hecha a Abrahán (cf. vv. 51-55).

Para acoger mejor el estilo de actuar de Dios, recordemos que el tiempo tiene que ser vivido en su plenitud, porque las realidades más grandes y los sueños más hermosos no se realizan en un momento, sino a través de un crecimiento y una maduración; en camino, en diálogo, en relación. Por ello, quien se concentra sólo en lo inmediato, en conseguir beneficios para sí rápida y ávidamente, en tener “todo enseguida”, pierde de vista el actuar de Dios. Su proyecto de amor, por el contrario, atraviesa pasado, presente y futuro, abraza y pone en comunicación las generaciones. Es un proyecto que va más allá de nosotros mismos, pero en el que cada uno de nosotros es importante, y sobre todo está llamado a ir más allá. Para los más jóvenes se trata de ir más allá de esa inmediatez en la que se confina la realidad virtual, la cual muchas veces distrae de la acción concreta; en el caso de las personas mayores se trata de no hacer hincapié en las fuerzas que decaen y de no lamentarse por las ocasiones perdidas. Miremos hacia adelante. Dejémonos plasmar por la gracia de Dios que, de generación en generación, nos libra del inmovilismo en el actuar y de los remordimientos del pasado.

En el encuentro entre María e Isabel, entre jóvenes y ancianos, Dios nos da su futuro. El camino de María y la acogida de Isabel abren las puertas a la manifestación de la salvación. A través de su abrazo, la misericordia de Dios irrumpe con una gozosa mansedumbre en la historia humana. Quisiera pues invitar a cada uno de ustedes a pensar en aquel encuentro, más aún, a cerrar los ojos y a imaginar, como en una foto, aquel abrazo entre la joven Madre de Dios y la madre anciana de san Juan Bautista; a representarlo en la mente y a visualizarlo en el corazón, para fijarlo en el alma como un luminoso icono interior.

Y los invito además a pasar de la imaginación a la realización de un gesto concreto para abrazar a los abuelos y a los ancianos. No los dejemos solos, su presencia en las familias y en las comunidades es valiosa, nos da la conciencia de compartir la misma herencia y de formar parte de un pueblo en el que se conservan las raíces. Sí, son los ancianos quienes nos transmiten la pertenencia al Pueblo santo de Dios. Tanto la Iglesia como la sociedad los necesita. Ellos entregan al presente un pasado necesario para construir el futuro. Honrémoslos, no nos privemos de su compañía y no los privemos de la nuestra; no permitamos que sean descartados.

La Jornada Mundial de los Abuelos y de los Mayores quiere ser un pequeño y delicado signo de esperanza para ellos y para toda la Iglesia. Renuevo por ello mi invitación a todos —diócesis, parroquias, asociaciones y comunidades— a celebrar esta Jornada, poniendo en el centro la alegría desbordante de un renovado encuentro entre jóvenes y ancianos. A ustedes, jóvenes, que se están preparando para ir a Lisboa o que vivirán la Jornada Mundial de la Juventud en sus lugares de origen, quisiera decirles: antes de ponerse en camino vayan a encontrar a sus abuelos, hagan una visita a un anciano que esté solo. Su oración los protegerá y llevarán en el corazón la bendición de ese encuentro. A ustedes ancianos les pido que acompañen con la oración a los jóvenes que van a celebrar la JMJ. Estos muchachos son la respuesta de Dios a sus peticiones, el fruto de lo que sembraron, el signo de que Dios no abandona a su pueblo, sino que siempre lo rejuvenece con la fantasía del Espíritu Santo.

Queridos abuelos, queridos hermanos y hermanas mayores, que la bendición del abrazo entre María e Isabel los alcance y colme de paz vuestros corazones. Los bendigo con afecto. Y ustedes, por favor, recen por mí.

Roma, San Juan de Letrán, 31 de mayo de 2023, Fiesta de la Visitación de la Bienaventurada Virgen María.

FRANCISCO

[00991-ES.01] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua portoghese

Queridos irmãos e irmãs!

«De geração em geração, a sua misericórdia» (cf. Lc 1, 50): assim reza o tema do III Dia Mundial dos Avós e dos Idosos. O tema leva-nos a um encontro abençoado: o encontro entre Maria, jovem, e sua parente Isabel, idosa (cf. Lc 1, 39-56). Esta, cheia de Espírito Santo, dirige à Mãe de Deus palavras que, dois milénios depois, cadenciam a nossa oração diária: «Bendita és Tu entre as mulheres e bendito é o fruto do teu ventre» (1, 42). E o Espírito Santo, que já tinha descido sobre Maria, sugere-Lhe como resposta o Magnificat, onde proclama que a misericórdia do Senhor se estende de geração em geração. O Espírito Santo abençoa e acompanha todo o encontro fecundo entre gerações diversas, entre avós e netos, entre jovens e idosos. De facto, Deus quer que os jovens, como fez Maria com Isabel, alegrem os corações dos anciãos e extraiam sabedoria das suas experiências. Mas o primeiro desejo do Senhor é que não deixemos sozinhos os idosos, que não os abandonemos à margem da vida, como hoje, infelizmente, acontece com demasiada frequência.

Neste ano, regista-se uma proximidade estupenda entre a celebração do Dia Mundial dos Avós e dos Idosos e a Jornada Mundial da Juventude; no tema de ambas, sobressai a «pressa» de Maria (cf. 1, 39) quando visita Isabel, levando-nos assim a refletir sobre a ligação entre jovens e idosos. O Senhor espera que os jovens, ao encontrar os idosos, acolham o apelo a guardar as memórias e reconheçam, graças a eles, o dom de pertencerem a uma história maior. A amizade duma pessoa idosa ajuda o jovem a não cingir a vida ao presente e a lembrar-se que nem tudo depende das suas capacidades. Por sua vez, aos mais velhos, a presença dum jovem abre à esperança de que não se perderá tudo aquilo que viveram e se vão realizar os seus sonhos. Em resumo, a visita de Maria a Isabel e a consciência de que a misericórdia do Senhor se transmite duma geração à outra mostram que não podemos avançar – nem salvar-nos – sozinhos, e que a intervenção de Deus se manifesta sempre no conjunto, na história dum povo. É precisamente Maria quem no-lo diz no Magnificat, alegrando-Se em Deus, que, fiel à promessa feita a Abraão (cf. 1, 51-55), realizou maravilhas novas e surpreendentes.

Para melhor captar o estilo do agir de Deus, recordemos que o tempo deve ser vivido em plenitude, porque as realidades maiores e os sonhos mais belos não acontecem num instante, mas através dum crescimento e duma maturação: em caminho, em diálogo, no relacionamento. Ora, quem se concentra apenas no imediato, nas próprias vantagens que se hão de conseguir rápida e sofregamente, no «tudo e já», perde de vista o agir de Deus. Diversamente, o seu projeto de amor atravessa o passado, o presente e o futuro, abraça e põe em ligação as gerações. É um projeto que nos ultrapassa a nós mesmos, mas no qual cada um de nós é importante e, sobretudo, é chamado a ir mais além. Para os mais jovens, trata-se de ir mais além do imediato em que nos confina a realidade virtual, que muitas vezes nos desvia da atividade concreta; para os mais velhos, trata-se de não se deterem no debilitar-se das forças nem no lamento pelas ocasiões perdidas. Olhemos para a frente! Deixemo-nos plasmar pela graça de Deus, que, de geração em geração, nos liberta do imobilismo no agir e das lamúrias voltadas para o passado!

No encontro entre Maria e Isabel, entre jovens e idosos, Deus dá-nos o seu futuro. Na realidade, o caminho de Maria e o acolhimento de Isabel abrem as portas à manifestação da salvação: através do seu abraço, a misericórdia irrompe, com alegre mansidão, na história humana. Por isso, quero convidar cada um a pensar naquele encontro; mais ainda, a fechar os olhos e imaginar, como numa foto instantânea, aquele abraço entre a jovem Mãe de Deus e a mãe idosa de São João Batista; representá-lo na mente e visualizá-lo no coração, para o fixar na alma como um luminoso ícone interior.

E convido depois a passar da imaginação à vida concreta, fazendo algo para abraçar os avós e os idosos. Não os deixemos sozinhos; é preciosa a sua presença nas famílias e nas comunidades: dá-nos a noção de partilhar a mesma herança e de fazer parte dum povo em que se preservam as raízes. Sim! São os idosos que nos transmitem a pertença ao santo Povo de Deus. A Igreja e de igual modo a sociedade precisam deles. É que os idosos entregam ao presente um passado necessário para construir o futuro. Honremo-los, não nos privemos da sua companhia nem os privemos da nossa. Não permitamos que sejam descartados.

O Dia Mundial dos Avós e dos Idosos pretende ser um pequeno e delicado sinal de esperança para eles e para a Igreja inteira. Por isso renovo o meu convite a todos – dioceses, paróquias, associações, comunidades – para o celebrarem, colocando no centro a alegria transbordante dum renovado encontro entre jovens e idosos. A vós, jovens, que estais a preparar-vos para partir para Lisboa ou que vivereis a Jornada Mundial da Juventude na própria localidade, quero dizer: antes de sair para a viagem, ide visitar os vossos avós, fazei uma visita a um idoso sozinho. A sua oração proteger-vos-á e levareis no coração a bênção daquele encontro. A vós, idosos, peço para acompanhardes com a oração os jovens que estão prestes a celebrar a JMJ. Aqueles jovens são a resposta de Deus aos vossos pedidos, o fruto daquilo que semeastes, o sinal de que Deus não abandona o seu povo, mas sempre o rejuvenesce com a criatividade do Espírito Santo.

Queridos avós, queridos irmãos e irmãs idosos, chegue até vós a bênção do abraço entre Maria e Isabel, e encha de paz os vossos corações. Com afeto, vos abençoo. E vós, por favor, rezai por mim.

Roma – São João de Latrão, na Festa da Visitação da Virgem Santa Maria, 31 de maio de 2023.

FRANCISCO

[00991-PO.01] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua polacca

Drodzy bracia i siostry!

„Jego miłosierdzie z pokolenia na pokolenie” (Łk 1, 50): oto temat III Światowego Dnia Dziadków i Osób Starszych. Temat ten prowadzi nas ponownie do błogosławionego spotkania młodej Maryi z jej starszą krewną Elżbietą (por. Łk 1, 39-56). Napełniona Duchem Świętym, kieruje ona do Matki Bożej słowa, które tysiące lat później nadają rytm naszej codziennej modlitwie: „Błogosławiona jesteś między niewiastami i błogosławiony jest owoc Twojego łona” (w. 42). A Duch Święty, który już zstąpił na Maryję, skłania Ją do odpowiedzi poprzez Magnificat, w którym obwieszcza, że miłosierdzie Pana rozciąga się z pokolenia na pokolenie. Duch Święty błogosławi i towarzyszy każdemu owocnemu spotkaniu między różnymi pokoleniami, między dziadkami a wnukami, między młodymi a osobami starszymi. Bóg pragnie bowiem, aby tak jak Maryja z Elżbietą, młodzi radowali serca starszych i czerpali mądrość z ich doświadczeń życiowych. Ale przede wszystkim Pan pragnie, abyśmy nie pozostawiali osób starszych samym sobie, abyśmy nie spychali ich na margines życia, co niestety zdarza się dziś nazbyt często.

To piękne, że w tym roku obchody Światowego Dnia Dziadków i Osób Starszych i Światowe Dni Młodzieży przypadają blisko siebie. Obydwa wydarzenia mają za temat „pośpiech” Maryi (por. w. 39) w wydarzeniu nawiedzenia Elżbiety, a tym samym prowadzą nas do refleksji nad więzią między młodymi a osobami starszymi. Pan ufa, że młodzi spotykając się z nimi przyjmą wezwanie do pielęgnowania pamięci i rozpoznają w nich dar przynależności do większej historii. Przyjaźń osoby starszej pomaga młodemu człowiekowi nie sprowadzać życia do teraźniejszości i pamiętać, że nie wszystko zależy od jego zdolności. Z kolei dla osób starszych obecność osoby młodej otwiera nadzieję, że to, co przeżyli, nie zostanie utracone, a ich marzenia zostaną zrealizowane. Krótko mówiąc, nawiedzenie Elżbiety przez Maryję i świadomość, że miłosierdzie Pana jest przekazywane z pokolenia na pokolenie, ujawniają, że nie możemy iść dalej - a nawet zbawić się - sami i że interwencja Boga zawsze objawia się w całości, w dziejach ludu. Mówi o tym sama Maryja w Magnificat, radując się w Bogu, który dokonuje nowych i zaskakujących cudów, będąc wierny obietnicy danej Abrahamowi (por. w. 51-55).

Aby lepiej przyjąć styl Bożego działania pamiętajmy, że czas musi być przeżywany w pełni, ponieważ największe rzeczywistości i najpiękniejsze marzenia nie są realizowane w jednej chwili, ale poprzez rozwój i dojrzewanie: w drodze, w dialogu, w relacji. Dlatego ci, którzy skupiają się tylko na tym, co doraźne, na własnych korzyściach, które należy osiągnąć szybko i zachłannie, na „wszystkim i teraz”, tracą z oczu działanie Boga. Natomiast Jego plan miłości obejmuje przeszłość, teraźniejszość i przyszłość, obejmując i łącząc pokolenia. Jest to projekt, który wykracza poza nas samych, ale w którym każdy z nas jest ważny, a przede wszystkim wezwany do wyjścia poza swoje ograniczenia. Dla najmłodszych jest to kwestia wyjścia poza doraźność, w której zamyka nas rzeczywistość wirtualna, często odwracająca uwagę od konkretnych działań. Dla najstarszych jest to kwestia nie rozpamiętywania słabnących sił i nie żałowania utraconych możliwości. Patrzmy w przyszłość! Dajmy się kształtować łasce Bożej, która z pokolenia na pokolenie uwalnia nas od bezruchu w działaniu i żalu za przeszłością!

W spotkaniu Maryi i Elżbiety, młodych i starych, Bóg daje nam swoją przyszłość. Droga Maryi i gościnność Elżbiety otwierają bowiem drzwi do objawienia się zbawienia: poprzez ich uścisk Jego miłosierdzie wkracza z radosną łagodnością w ludzką historię. Chciałbym zatem zaprosić wszystkich do zastanowienia się nad tym spotkaniem, co więcej, do zamknięcia oczu i wyobrażenia sobie, jak w migawce, tego uścisku między młodą Matką Boga a starszą matką św. Jana Chrzciciela; do przedstawienia go sobie w myśli i uwidocznienia w sercu, do utrwalenia go w duszy jako świetlistej ikony wewnętrznej.

Zachęcam także, abyśmy przeszli od wyobraźni do konkretu, czyniąc coś, aby objąć uściskiem dziadków i osoby starsze. Nie zostawiajmy ich samymi. Ich obecność w rodzinach i wspólnotach jest cenna, daje nam świadomość, że dzielimy to samo dziedzictwo i jesteśmy częścią ludu, w którym strzeże się korzeni. Tak, to właśnie osoby starsze przekazują nam naszą przynależność do świętego ludu Bożego. Kościół podobnie, jak społeczeństwo ich potrzebują. Przekazują oni teraźniejszości przeszłość, która jest niezbędna do budowania przyszłości. Czcijmy ich, nie pozbawiajmy siebie ich towarzystwa i nie pozbawiajmy ich naszego, nie pozwólmy, by byli odrzuceni!

Światowy Dzień Dziadków i Osób Starszych pragnie być małym, delikatnym znakiem nadziei dla nich i dla całego Kościoła. Dlatego ponawiam moje zaproszenie do wszystkich - diecezji, parafii, stowarzyszeń, wspólnot – aby obchodzić go, koncentrując się na przepełniającej radości z ponownego spotkania między młodymi a osobami starszymi. Wam młodym, którzy przygotowujecie się do wyjazdu do Lizbony, lub będziecie przeżywać Światowe Dni Młodzieży w waszych miejscowościach, chciałbym powiedzieć: zanim wyruszycie, odwiedźcie swoich dziadków, odwiedźcie samotną osobę starszą! Jej modlitwa będzie was strzegła i będziecie nosić w sercu błogosławieństwo tego spotkania. Proszę was, starsi, abyście towarzyszyli modlitwą młodym, którzy wkrótce będą świętować ŚDM. Ci ludzie młodzi są odpowiedzią Boga na wasze prośby, owocem tego, co zasialiście, znakiem, że Bóg nie opuszcza swojego ludu, ale zawsze odmładza go wyobraźnią Ducha Świętego.

Drodzy dziadkowie, drodzy starsi bracia i siostry, niech błogosławieństwo uścisku Maryi i Elżbiety dotrze do was i napełni wasze serca pokojem. Z miłością was błogosławię. A wy, proszę, módlcie się za mnie.

Rzym, u św. Jan na Lateranie, 31 maja 2023 r., w święto Nawiedzenia NMP

FRANCISZEK

[00991-PL.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua araba

رسالة قداسة البابا فرنسيس

في مناسبة اليوم العالمي للأجداد وكبار السّن

أيّها الإخوة والأخوات الأعزّاء!

"ورَحمَتُه مِن جيلٍ إِلى جيلٍ" (لوقا 1، 50): هذا هو موضوع اليوم العالمي الثّالث للأجداد وكبار السّن. إنّه موضوع يُعيدنا إلى لقاءٍ مُبارك، هو اللقاء بين مريم الشّابّة وأليصابات قريبتها المتقدّمة في السّن (راجع لوقا 1، 39-56). أليصابات الممتلئة بالرّوح القدس، وجّهت كلامها إلى والدة الله، وصار كلامها صلاتنا اليوميّة، بعد آلاف السّنين: "مُبارَكَةٌ أَنتِ في النِّساء، وَمُبارَكَةٌ ثَمَرَةُ بَطنِكِ" (الآية 42). والرّوح القدس، الذي كان قَد نزل على مريم، ألهمها بأن تُجيب بِنَشيد تعظّم، الذي أعلنت فيه أنّ رحمة الرّبّ تمتدّ من جيل إلى جيل. الرّوح القدس يبارك ويرافق كلّ لقاءٍ مُثمر بين الأجيال المختلفة، وبين الأجداد والأحفاد، وبين الشّباب وكبار السّن. في الواقع، يريد الله أن يُفرِّح الشّبابُ قلوبَ الكبار، كما صنعت مريم مع أليصابات، وأن يستقوا الحكمة من خبراتهم الحياتيّة. لكن، قبل كلّ شيء، يريد الله ألّا نترك كبار السّن وحدهم، وألّا نضعهم على هامش الحياة، كما يحدث للأسف اليوم كثيرًا.

في هذه السّنة، جميلٌ هذا القُرب بين الاحتفال باليوم العالمي للأجداد وكبار السّن واليوم العالمي للشّبيبة، وموضوع كليهما ”وقامت مريم مسرعة“، ”سُرعَة“ مريم (راجع الآية 39) لزيارة أليصابات. ويحملنا هذان اليومان على التّفكير في العلاقة بين الشّباب وكبار السّن. الرّبّ يسوع يأمل، إذا تلاقى الشّباب وكبارَ السّن، أن يقبل الشّباب الدّعوة للحفاظ على الذّاكرة ويعرفوا بأنّهم ينتمون، بفضل كبار السّن، إلى تاريخ أكبر. صداقة شخصٍ مُسنّ تُساعد الشّاب على ألّا يجعل الحياة مسطّحة في الحاضر، وتذكّره أن ليس كلّ شيء يعتمد على قدراته. ولكبار السّن، حضور الشّاب يفتح على الأمل في أنّ ما عاشوه لن يضيع وأنّ أحلامهم ستتحقّق. باختصار، زيارة مريم لأليصابات والوعي بأنّ رحمة الرّبّ تنتقل من جيل إلى آخر يُظهران أنّه لا يمكننا أن نستمرّ - ولا حتّى أن نخلّص أنفسنا – وحدنا، وأنّ تَدخُّل الله يتجلّى دائمًا في الجماعة، في تاريخ الشّعب. ومريم نفسها هي التي قالت ذلك في نشيد تعظّم، وابتهجت بالله الذي صنع عجائب جديدة ومدهشة، ووفى بالوعد الذي قطعه لإبراهيم (راجع الآيات 51-55).

لكي نستقبل بشكل أفضل أسلوب عمل الله، علينا أن نتذكّر أنّ الوقت يجب أن نعيشه بملئه، لأنّ الأمور الكبيرة والأحلام الجميلة لا تتحقّق في لحظة، بل بعمليّة نمو وتنضيج: في مسيرة، وحوار، وفي علاقة. لذلك، مَن يُركّز فقط على الأمور الفوريّة، وعلى منفعته الخاصّة التي يريد أن يحقّقها بسرعة وجشع، ويريد ”كلّ شيء وفَورًا“، يفقد رؤيّة عمل الله. عكس ذلك، مشروع حبّ الله يجتاز الماضي والحاضر والمستقبل، ويُعانق الأجيال ويربط بينها. إنّه مشروع يتجاوزنا، ولكن كلّ واحدٍ منّا فيه حاضر ومهمّ، والأهمّ أنّ كلّ واحد مدعوٌ إلى أن يذهب إلى ما أبعد. بالنّسبة للشّباب، عليهم أن يذهبوا إلى أبعد من الأمور الفوريّة، حيث يقيِّده الواقع الافتراضي، الذي يصرف انتباهنا غالبًا عن الواقع الحقيقي. بالنّسبة للمتقدمين في السّن، عليهم ألّا يتوقّفوا عند القِوى التي تَضعُف، وألّا يندموا على الفُرَص الضّائعة. لننظر إلى الأمام! لندع نعمة الله تَصُوغنا وتحرّرنا، من جيل إلى جيل، من الجُمود في العمل ومن البُكاء على الماضي.

في اللقاء بين مريم وأليصابات، بين الشّباب وكبار السّن، يرينا الله المستقبل. في الواقع، مسيرة مريم واستقبال أليصابات لها فتحا الأبواب أمام ظهور الخلاص: من خلال عناقهما، تدفّقت رحمته في تاريخ البشريّة بوداعة وفرح. لذلك أودّ أن أدعو كلّ واحد إلى أن يفكّر في ذلك اللقاء، وأكثر من ذلك، إلى أن يغلق عَينَيه ويتخيّل، كما في لقطة سريعة، ذلك العناق بين والدة الإله الشّابة ووالدة القدّيس يوحنّا المعمدان المتقدمة في السّن؛ وأن نعيد الصّورة حيّة في عقلنا وفي قلبنا، لتثبيتها في النّفس مثل أيقونة داخليّة مضيئة.

ثمّ أدعوكم إلى أن تنتقلوا من الخيال إلى الواقع لتعملوا شيئًا لعناق الأجداد وكبار السّن. لا نتركهم وحدهم. فحضورهم عزيز في العائلات والجماعات، حضورهم يمنحنا الوعي بأنّنا نتقاسم نفس التّراث وأنّنا جزء من شعب يُحافظ على جذوره. نَعم، كبار السّن هم الذين ينقلون إلينا الانتماء إلى شعب الله المقدّس. لذلك الكنيسة، والمجتمع أيضًا، تحتاج إليهم. فهم يقدّمون إلى الحاضر الماضيّ الضّروريّ لبناء المستقبل. لِنُكرِمَهم، ولا نحرِم أنفسنا من رفقتهم ولا نحرِمهم من رفقتنا، ولا نسمح بإبعادهم!

اليوم العالميّ للأجداد وكبار السّن هو علامة رجاء صغيرة ولطيفة لهم وللكنيسة جمعاء. لذلك أجدّد دعوتي إلى الجميع - الأبرشيّات والرّعايا والجمعيّات والجماعات – ليحتفلوا به، ويضعوا في المركز الفرح المتدفّق للقاء متجدّد بين الشّباب والكبار. إليكم أنتم الشّباب الذين تستعدون للانطلاق إلى لشبونة أو الذين تعيشون اليوم العالميّ للشّبيبة في أماكنكم، أودّ أن أقول: قبل أن تنطلقوا، اذهبوا لزيارة أجدادكم، قوموا بزيارة شخص متقدّم في السّن يعيش وحده! صلاته ستحميكم، واحملوا في قلوبكم بركة ذلك اللقاء. وإليكم أنتم كبار السّن أسألكم أن ترافقوا في صلاتكم الشّباب الذين يستعدون للاحتفال باليوم العالميّ للشّبيبة. هؤلاء الشّباب هم جواب الله لرغبتكم، وثمرة ما زرعتموه، وعلامة على أنّ الله لا يتخلّى عن شعبه، بل يجدّد شبابه دائمًا بفيض الرّوح القدس.

أيّها الأجداد الأعزّاء، والإخوة والأخوات كبار السّن الأعزّاء، لِتَصِلْ إليكم بركة العناق بين مريم وأليصابات، ولْتَملأ قلوبكم بالسّلام. أبارككم بمودّة. وأنتم، من فضلكم، صلّوا من أجلي.

روما، بازيليكا القدّيس يوحنّا في اللاتران، يوم 31 أيّار/مايو 2023، في عيد زيارة مريم العذراء للقدّيسة أليصابات.

فرنسيس

[00991-AR.01] [Testo originale: Italiano]