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Conferenza Stampa di presentazione del “Family Global Compact” e del Messaggio del Santo Padre Francesco in occasione del lancio del “Family Global Compact”, 30.05.2023


 

Intervento dell’Em.mo Card. Kevin Farrell

Intervento della Rev.da Sr. Helen Alford, O.P.

Intervento della Prof.ssa Gabriella Gambino

Intervento del Prof. Pierpaolo Donati

 

Alle ore 11.30 di questa mattina, ha avuto luogo in diretta streaming dalla Sala Stampa della Santa Sede, Sala San Pio X, Via dell’Ospedale 1, la Conferenza Stampa di presentazione del Family Global Compact e del Messaggio del Santo Padre Francesco in occasione del lancio del Family Global Compact.

Sono intervenuti: la Rev.da Sr. Helen Alford, O.P., Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali; la Prof.ssa Gabriella Gambino, Sotto-Segretario del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita; e il Prof. Pierpaolo Donati, sociologo e Membro della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. L’intervento dell’Em.mo Card. Kevin Farrell, Prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, non presente in sala, è stato letto dalla Prof.ssa Gambino.

Inoltre, a disposizione dei giornalisti, erano in sala: il Prof. Stefano Zamagni, già Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali e il Dott. Francesco Belletti, Direttore del Centro Internazionale Studi Famiglia (CISF).

Ne riportiamo di seguito gli interventi:

Intervento dell’Em.mo Card. Kevin Farrell

 

Buongiorno,

il Family Global Compact è una iniziativa promossa dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, insieme alla Pontifica Accademia delle Scienze Sociali, con la collaborazione del Centro Internazionale Studi Famiglia.

Mi limiterò, in questa sede, ad alcune brevi considerazioni a partire dal messaggio di lancio del Compact del Santo Padre, per far comprendere la ratio che sottostà a questo progetto.

Il Family Global Compact è “un programma condiviso di azioni volto a mettere in dialogo la pastorale familiare con i centri di studio e ricerca sulla famiglia presenti nelle Università cattoliche di tutto il mondo per promuovere la famiglia alla luce della Dottrina Sociale della Chiesa” (Francesco, Messaggio per il lancio del Family Global Compact, 13 maggio 2023).

Esso nasce da una seria considerazione delle sfide a cui oggi è soggetta la famiglia in ogni Paese del mondo. Papa Francesco ne ha parlato nel secondo capitolo di Amoris Laetitia, nel quale ci invita a prestare attenzione alla realtà concreta della famiglia, affinché come Chiesa siamo guidati ad una capacità di comprensione più profonda di essa e maturiamo modalità più efficaci per trasmetterne la bellezza e il ruolo insostituibile nella società.

Negli ultimi decenni, osservando con attenzione il lavoro di ricerca svolto dalle Università cattoliche che hanno centri di studio e istituti per la famiglia, si evidenzia una certa fatica nel lavorare su questi temi, così come la necessità di una maggiore collaborazione tra le Università, nonché tra Università e Chiesa. La sfida più grande per il mondo accademico di ispirazione cattolica è portare avanti il compito educativo sulla famiglia e la promozione della vita umana, in armonia con la Dottrina Sociale della Chiesa.

Per questo, il Family Global Compact intende favorire la collaborazione tra la pastorale familiare e i centri di studio sulla famiglia, come auspicato dal Santo Padre nel suo Messaggio: “l’obiettivo è la sinergia, è fare in modo che il lavoro pastorale con le famiglie nelle Chiese particolari si avvalga più efficacemente dei risultati della ricerca e dell’impegno didattico e formativo che hanno luogo nelle Università (…) Insieme, Università cattoliche e pastorale possono meglio promuovere una cultura della famiglia e della vita che, a partire dalla realtà, aiuti le nuove generazioni ad apprezzare il matrimonio, la vita familiare con le sue risorse e le sue sfide, la bellezza di generare e custodire la vita umana”. Per questo, il Family Global Compact affida alle Università cattoliche il compito di sviluppare analisi più approfondite di natura teologica, filosofica, giuridica, sociologica ed economica sul matrimonio e la famiglia per sostenerla e porla al cuore dei sistemi di pensiero e di azione contemporanei.

Dando seguito a questa sollecitazione, il Family Global Compact offre un contributo alla formazione di un pensiero globale ed integrale su matrimonio e famiglia, che si sviluppi a partire dalla realtà odierna, tenendo presente che nell’insegnamento della Chiesa la famiglia è ben più che un’idea. Secondo l’antropologia cristiana, infatti, la famiglia nasce dall’“intima comunione di vita e d’amore coniugale tra un uomo e una donna” (GS 48) ed è il primo luogo in cui si realizza lo sviluppo della persona e delle relazioni interpersonali, della responsabilità e della solidarietà. Essa è quindi dono di sé, mutuo aiuto, educazione dei figli, incontro tra le generazioni. Il Family Global Compact cerca di approcciarsi a questa ricchezza senza proporre una lettura idealistica della vita familiare, mettendo piuttosto in evidenza l’intreccio tra le dimensioni antropologiche della famiglia e le condizioni economiche e sociali nelle quali essa oggi si trova.

Ci troviamo di fronte a sfide culturali e sociali impegnative: la fragilità dei legami familiari e la difficoltà di percepire il valore inviolabile di ogni vita umana. Non possiamo perciò rassegnarci al declino della realtà familiare – spiega il Santo Padre - in nome dell’incertezza, dell’individualismo e del consumismo. Non possiamo essere indifferenti all’avvenire della famiglia, né rinunciare a proporre con chiarezza il messaggio cristiano sulla famiglia. Dobbiamo però saperlo fare in maniera più efficace, con modalità di comunicazione adatte ai nostri tempi e alle nuove generazioni. Promuovere la famiglia nello spazio privato, ma anche in quello pubblico, non potrà che avere effetti positivi sul bene comune: quando le relazioni familiari sono buone, rappresentano una ricchezza per i coniugi, i figli e per l’intera comunità civile ed ecclesiale.

Il coinvolgimento delle Università cattoliche risponde, inoltre, all’esigenza di formare e coinvolgere i laici cristiani nella missione evangelizzatrice della Chiesa: attraverso la ricerca scientifica e l’insegnamento accademico, le Università cattoliche possono infatti rivolgersi ad un pubblico ampio, anche lontano dalle strutture ecclesiali, proponendo con un linguaggio laico il valore della famiglia nel mondo.

Ci auguriamo che questo percorso possa portare frutti e “contribuire a rimettere la famiglia al cuore del nostro impegno pastorale e sociale”, attuando ulteriormente quanto indicato dall’Esortazione apostolica Amoris Laetitia, che ha ispirato questo progetto.

[00898-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Intervento della Rev.da Sr. Helen Alford, O.P.

Testo in lingua inglese

Traduzione in lingua italiana

Testo in lingua inglese

1. In Amoris Laetitia, Pope Francis encourages us to look at the “concrete realities” of family life (AL, 31), and, in so doing, quotes from Pope St John Paul II’s encyclical, Familiaris consortio, for “the call and the demands of the Spirit resound in the events of history”. If we look at the current situation of the family, we see both light and dark, as emerged very clearly in the 2022 Plenary of the PASS which was focused on the family, looking at it as a “relational good”.

2. Among the signs of light, we see that, despite the sense of a crisis in the family, or even of the “death” of the family, it remains a central goal and value in people’s lives. As the final statement of last year’s PASS plenary put it, the contemporary world aspires to “create new ways of experiencing the family as a place of authentic love between the sexes and between the generations”, and, “[t]here is certainly no lack of new forms of family solidarity, both in internal relations and in the surrounding community, to give support to those in need”.

3. At the same time, we are witnessing a weakening of the family, thanks to “a series of interdependent causes that converge to foster a strongly individualistic culture in the conception of human and social rights, to the detriment of solidarity and reciprocity between the sexes and between generations”. Such a culture reduces the capacity of families to deal with the stresses of life, making them more fragile and more susceptible to “[f]ragmentation and internal conflict” through “aggravating their conditions of poverty, both material and relational”. As families weaken, so do social structures and “multiple social problems and pathologies are . . . accentuated”.

4. How to interpret the overall import of these two aspects of light and dark? If we look at the media, we mostly see the negative situations in families, with a focus on abuse, violence and discrimination. However, social science research, while giving due regard to these manifold problems, highlights “the persistence and vitality of families in which the challenge to love prevails and generates relational goods”. It was clear in the discussions during the plenary last year that the family remains a very resilient social structure, capable of absorbing shocks and of providing support and healing to people in many different circumstances. In a world that is looking for more resilience in the face of projected future crises, including those arising from climate change, investing in the family and in research into how families can face their challenges more effectively, would bring great returns for society as a whole.

5. One of the key elements for improving the resilience of families is a deeper “relational family culture”, allowing a search for happiness at a deeper, less superficial, level. In families, people need to find their first experience of men and women being treated equally, one where family members experience “growth in one’s own difference through reciprocity with others”. This is why the PASS focused the plenary on the idea of the family as a “relational good”, and, in doing so, wanted to call the academic world to give greater attention to understanding the family in this way.

6. As a relational good, the family is “the source of a good society, because it generates those fundamental social goods, such as trust, responsibility, collaboration, solidarity, and the whole ensemble of human virtues that are essential to an inclusive, sustainable social life”. Furthermore, we should recognise that the family finds itself “at the intersection of the private and public spheres”, and as a “social subject”. Indeed, in the final statement of the 2022 plenary, the PASS recommended that there should be “a citizenship right for the family as such, due to the unique mediation that families exercise between individuals and community”, and that society as a whole should pursue “family-friendly policies” across economic, social and cultural spheres, recognising the fundamental contribution that the family makes in supporting society, especially thanks to its role in forming, maintaining and deepening the capacity to build relationships in a world that experiences so much loneliness and the suffering that comes from this.

7. What should we do? The Final Statement of the 2022 Plenary addressed international organisations, national governments and national authorities, civil society organisations, the business community, the Holy See, all the world’s religions and all people of goodwill with key actions to be carried forward to strengthen the family as a resilient, relational good. These actions included: Make the promotion of family wellbeing one of the new UN Global Development Goals (addressed to international organisations); Prepare national action plans to help families meet their basic needs and implement them by allocating a significant amount of their budget to them (addressed to national governments); Create working groups to address family-friendly employment contracts, focusing on concrete actions and preparing positions on key issues that could improve relations between families and businesses (addressed to the business community); Commit to collaborating with one another to build a global alliance for the protection and promotion of the family (addressed to all religions).

8. In this series of calls, the first suggested action to the Holy See was: “Propose a family global compact, understood as a global alliance for the family, in order to include the protection and promotion of the family based on marriage in the new Sustainable Development Goals”. It is wonderful to see that today the Holy See is taking that suggested action forward.

 

[00901-EN.01] [Original text: English]

Traduzione in lingua italiana

1. Nell’Amoris Laetitia, Papa Francesco ci incoraggia a guardare alla “realtà concreta” della vita familiare (AL, 31) e, nel farlo, cita l'enciclica di Papa Giovanni Paolo II, Familiaris consortio, perché "le richieste e gli appelli dello Spirito risuonano anche negli stessi avvenimenti della storia". Se guardiamo alla situazione attuale della famiglia, vediamo sia luci che ombre, come è emerso molto chiaramente nell’Assemblea Plenaria 2022 della PASS che si è concentrata sulla famiglia, guardandola come un “bene relazionale”.

2. Tra i segni di luce, vediamo che, nonostante il senso di crisi della famiglia, o addirittura di “morte” della famiglia, essa rimane un obiettivo e un valore centrale nella vita delle persone. Come si legge nella dichiarazione finale della plenaria PASS dello scorso anno, il mondo contemporaneo aspira a “creare nuovi modi di vivere la famiglia come luogo di amore autentico tra i sessi e tra le generazioni”, e “non mancano nuove forme di solidarietà familiare, sia nelle relazioni interne che nella comunità circostante, per dare sostegno a chi ha bisogno”.

3. Allo stesso tempo, assistiamo ad un indebolimento della famiglia, grazie a “una serie di cause interdipendenti che convergono nel favorire una cultura fortemente individualista nella concezione dei diritti umani e sociali, a scapito della solidarietà e della reciprocità tra i sessi e tra le generazioni”. Tale cultura riduce la capacità delle famiglie di affrontare gli stress della vita, rendendole più fragili e più suscettibili alla “frammentazione e al conflitto interno” attraverso “l'aggravamento delle loro condizioni di povertà, sia materiale che relazionale”. Con l'indebolimento delle famiglie, si indeboliscono anche le strutture sociali e “si accentuano molteplici problemi e patologie sociali”.

4. Come interpretare l'importanza complessiva di questi due aspetti di luce e buio? Se guardiamo ai media, vediamo soprattutto le situazioni negative delle famiglie, con particolare attenzione agli abusi, alla violenza e alla discriminazione. Tuttavia, la ricerca delle scienze sociali, pur tenendo conto di questi molteplici problemi, evidenzia “la persistenza e la vitalità delle famiglie in cui prevale la sfida dell'amore e si generano beni relazionali”. Nelle discussioni della plenaria dello scorso anno è emerso chiaramente che la famiglia rimane una struttura sociale molto resistente, capace di assorbire gli shock e di fornire sostegno e guarigione alle persone in molte circostanze diverse. In un mondo che cerca una maggiore resilienza di fronte alle crisi previste per il futuro, comprese quelle derivanti dal cambiamento climatico, investire nella famiglia e nella ricerca su come le famiglie possono affrontare le sfide in modo più efficace, porterebbe grandi benefici alla società nel suo complesso.

5. Uno degli elementi chiave per migliorare la resilienza delle famiglie è una “cultura familiare relazionale” più profonda, che consenta la ricerca della felicità a un livello meno superficiale. Nelle famiglie, le persone devono trovare la loro prima esperienza di uomini e donne trattati in modo paritario, in cui i membri della famiglia sperimentano “la crescita della propria differenza attraverso la reciprocità con gli altri”. Per questo motivo la PASS ha incentrato la plenaria sull'idea di famiglia come “bene relazionale” e, così facendo, ha voluto richiamare il mondo accademico a prestare maggiore attenzione alla comprensione della famiglia in questo senso.

6. In quanto bene relazionale, la famiglia è “la fonte di una buona società, perché genera quei beni sociali fondamentali, come la fiducia, la responsabilità, la collaborazione, la solidarietà e tutto l'insieme delle virtù umane che sono essenziali per una vita sociale inclusiva e sostenibile”. Inoltre, dobbiamo riconoscere che la famiglia si trova “all'intersezione tra la sfera privata e quella pubblica” e come “soggetto sociale”. Infatti, nella dichiarazione finale della plenaria del 2022, la PASS ha raccomandato che ci sia “un diritto di cittadinanza per la famiglia in quanto tale, a causa della mediazione unica che le famiglie esercitano tra gli individui e la comunità”, e che la società nel suo complesso persegua “politiche favorevoli alla famiglia” in tutti gli ambiti economici, sociali e culturali, riconoscendo il contributo fondamentale che la famiglia dà nel sostenere la società, soprattutto grazie al suo ruolo nel formare, mantenere e approfondire la capacità di costruire relazioni in un mondo che sperimenta tanta solitudine e la sofferenza che ne deriva.

7. Cosa fare? La dichiarazione finale dell’Assemblea Plenaria del 2022 si è rivolta alle organizzazioni internazionali, ai governi nazionali e alle autorità nazionali, alle organizzazioni della società civile, alla comunità imprenditoriale, alla Santa Sede, a tutte le religioni del mondo e a tutte le persone di buona volontà con azioni chiave da portare avanti per rafforzare la famiglia come bene relazionale e resiliente. Fra altre, queste azioni comprendono: fare della promozione del benessere familiare uno dei nuovi Obiettivi di Sviluppo Globale delle Nazioni Unite (rivolto alle organizzazioni internazionali); preparare piani d'azione nazionali per aiutare le famiglie a soddisfare i loro bisogni fondamentali e metterli in atto stanziando una quota significativa del loro bilancio (rivolto ai governi nazionali); creare gruppi di lavoro che si occupino di contratti di lavoro favorevoli alla famiglia, concentrandosi su azioni concrete e preparando posizioni su questioni chiave che potrebbero migliorare le relazioni tra le famiglie e le imprese (rivolto alla comunità imprenditoriale); impegnarsi a collaborare tra loro per costruire un'alleanza globale per la protezione e la promozione della famiglia (rivolto a tutte le religioni).

8. In questa serie di appelli, la prima azione suggerita dalla PASS alla Santa Sede è stata: “Proporre un family global compact, inteso come alleanza globale per la famiglia, al fine di includere la protezione e la promozione della famiglia fondata sul matrimonio nei nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile”. È positivo vedere che oggi la Santa Sede sta portando avanti quell'azione suggerita.

[00901-IT.01] [Testo originale: Inglese]

 

Intervento della Prof.ssa Gabriella Gambino

Il Family Global Compact non è un programma statico, pensato per cristallizzare alcune idee, ma è un cammino proposto alle Università cattoliche per approfondire e sviluppare l’antropologia cristiana e il messaggio che veicola sul matrimonio, la famiglia e la vita umana. Come spiega il Santo Padre Francesco nel messaggio di lancio del Compact, esso prevede quattro passi:

1. Il primo passo è attivare un processo di dialogo e di maggior collaborazione fra i centri universitari di studio e ricerca che si occupano di questioni familiari per rendere più efficace e feconda la loro attività, in particolare creando o rilanciando le reti degli istituti universitari che si ispirano alla Dottrina Sociale della Chiesa.

2. Il secondo passo è creare una maggiore sinergia tra Chiesa e Università cattoliche nella programmazione dei contenuti e degli obiettivi. Anche sul piano ecclesiale, l’azione pastorale ha bisogno di un concreto supporto da parte del pensiero accademico dei centri universitari di ispirazione cattolica.

3. Il terzo passo è ridare forza alla cultura della vita e della famiglia nella società, affinché da essa possano scaturire proposte e obiettivi strategici per le politiche pubbliche.

4. Il quarto passo, una volta individuate le proposte, è armonizzarle e sostenerle, facendo sì che Chiesa e società si muovano insieme per dare voce ad un pensiero integrale sulla famiglia comprensivo di tutte le sue declinazioni: spirituali, pastorali, culturali, giuridiche, politiche, economiche e sociali.

In particolare, come prevede il primo punto, il Compact intende sviluppare ed estendere le reti già esistenti degli istituti e centri per la famiglia che si ispirano alla Dottrina Sociale della Chiesa. Tra queste, la Rediuf, la Rete internazionale degli Istituti Universitari per la Famiglia, coordinata dal nostro Dicastero e istituita nel 2018 in occasione del IX Incontro Mondiale delle Famiglie a Dublino. Tra i suoi obiettivi, la realizzazione di ricerche e studi interdisciplinari e multicentrici; favorire lo scambio di studenti e professori tra i continenti; promuovere una collaborazione efficace con la pastorale della Chiesa universale e delle Chiese particolari in materia di famiglia e non da ultimo, stimolare la creazione di nuovi istituti per la famiglia nelle Università cattoliche che ancora non si dedicano a questi temi in maniera strutturata. Porre la famiglia, come sede di vincoli e relazioni - al centro dell’impegno culturale è, infatti, il presupposto per rimetterla al centro dell’interesse politico, economico e sociale.

Oggi pomeriggio, nella giornata di lancio del Compact, si svolgerà dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita un webinar con i responsabili di oltre 40 centri e istituti per la Famiglia sparsi in tutto il mondo per avviare il lavoro pratico di coordinamento dell’impegno delle università cattoliche per l’attuazione del Compact. Di fatto, si tratterà di estendere la REDIUF ai centri che desiderano partecipare al Compact: mediante la rete avverrà questo lavoro di coordinamento.

A partire da oggi è anche disponibile un nuovo sito web: www.familyglobalcompact.org dedicato al Compact, nel quale si possono trovare: il testo integrale del Compact in tre lingue (italiano, inglese e spagnolo), la versione sintetica nella brochure (sempre in tre lingue), entrambi scaricabili e stampabili; il messaggio di lancio del Santo Padre, la spiegazione del logo che abbiamo scelto e una mail di riferimento per informazioni e per chiedere di aderire al Compact.

Il Logo, in particolare, è la rappresentazione grafica della visione, della missione e dei valori che il Patto vuole esprimere. Esso è composto da tre elementi: una rete, una famiglia e una croce.

La rete è la rete mondiale che collega idealmente le università e i centri universitari ai quali è proposto il Patto globale e che si ispirano alla Dottrina Sociale della Chiesa cattolica. Allo stesso tempo, essa rappresenta la visione di una rete dinamica tra famiglie – soggetto e non oggetto del Patto – e tra i diversi attori della società civile, dell’economia, del diritto e della cultura mobilitati a favore delle famiglie.

La famiglia, come soggetto del Family Global Compact, è al centro del logo. Le persone rappresentano una famiglia che è fonte e origine della vita sociale ispirata alla solidarietà e allo sviluppo della persona. La vita umana, invece, è rappresentata dalla donna incinta, per approfondire il tema della vita nascente e della cura per ogni vita umana. La generatività è anche immagine di un tempo nuovo che si vuole promuovere con l’adesione al Patto globale: un impegno comune per favorire il ruolo protagonista della famiglia nell’economia, nella società, nello sviluppo della persona umana e del bene comune.

La croce cristiana è la rappresentazione dei valori che muovono il Compact. Essa è simbolo di speranza, di amore e di futuro. Papa Francesco, nella sua Esortazione apostolica Amoris Laetitia, indica la strada: “il bene della famiglia è decisivo per il futuro del mondo e della Chiesa” (AL, 31).

[00899-IT.01] [Testo originale: Italiano]

 

Intervento del Prof. Pierpaolo Donati

1. La motivazione del Family Global Compact (FGC)

L’idea che ha ispirato il Family Global Compact (FGC) è stata quella di stimolare l’applicazione della esortazione apostolica Amoris Laetitia negli studi e ricerche condotte nelle Università Cattoliche o comunque di ispirazione cattolica, attraverso: (a) una ricognizione sulle attività di ricerca nei Centri o Istituti dedicati agli studi sulla famiglia, per conoscere lo stato delle cose; (b) trarre indicazioni dalle varie Università sui temi e le iniziative in atto e ricevere proposte circa le possibili linee di sviluppo della ricerca; (c) così da poter elaborare un documento, in forma di “patto globale”, che sia di aiuto alle Università per coordinarsi a livello internazionale e promuovere reciprocamente nuovi orizzonti di conoscenze sul fenomeno familiare e l’attivazione di buone pratiche utili alla società e alla Chiesa. Varrà la pensa di ricordare che questo percorso costituisce un modo per attualizzare e implementare la Carta dei diritti della famigliaproposta dalla Santa Sede già nel 1983 e si affianca al Global Compact on Education (a cura del Dicastero per la cultura e l'educazione) lanciato da Papa Francesco nel 2019.

2. Fasi di preparazione

La preparazione del Compact è partita dall’analisi della situazione, in sintonia con l’approccio indicato da Papa Francesco, cioè alla luce del principio di realtà correttamente interpretato (“È sano prestare attenzione alla realtà concreta, perché le richieste e gli appelli dello Spirito risuonano anche negli stessi avvenimenti della storia”, AL 31).

Pertanto, nel novembre 2021 è stata affidata al CISF una indagine sul campo volta a conoscere le attività di ricerca teoriche e applicative nelle Università Cattoliche, in particolare prendendo spunto dalla parte più operativa contenuta nella Amoris Laetitia, cioè i punti riguardanti La realtà e le sfide delle famiglie (nn. 31-57) su cinque principali direttrici:

a) gli elementi strutturali socio-economici;

b) alcune specifiche condizioni di bisogno/fragilità;

c) l’orizzonte valoriale e spirituale;

d) l’idea di coppia e di matrimonio;

e) la debolezza degli interventi pubblici di sostegno.

Non essendo mai stato fatto questo lavoro in precedenza, il CISF ha dovuto innanzitutto comporre una lista, la più completa possibile, delle Università Cattoliche, specificando quelle in cui esiste un Centro/Istituto di studi e ricerche dedicato alla famiglia. Inizialmente, sono state individuate 373 università a cui è stato inviato un questionario per sapere se in esse esisteva o meno un Centro di ricerche sulla famiglia e sono state ricevute 100 risposte, di cui solo 73 con risposta positiva. A queste ultime sono poi stati inviati due questionari per conoscere in dettaglio le loro attività. Le informazioni più complete sono arrivate da 30 università. Sono poi state organizzati tre webinar con tutti i Centri che si sono dichiarati disponibili (di fatto, soprattutto dell’Europa e del Centro-Sud America, alcuni del Nord America, e un paio dall’Africa). Il Cisf ha steso un Rapporto su questi risultati di indagine che sarà reso disponibile a breve sul suo sito web.

Le principali risultanze sono state: (i) la debolezza dei sostegni (anche finanziari) alle ricerche in questo campo rispetto ad altri campi; (ii) il relativo isolamento di ogni Centro (se si eccettua la rete Redifam dei Centri dell’America Latina); (iii) evidenti lacune nella multi- e trans-disciplinarità delle ricerche sulla della famiglia, che, in quanto ‘oggetto poliedrico’ dovrebbe essere trattato connettendo fra loro gli aspetti biologici, sociali, giuridici, economici, culturali, di servizi e politiche sociali, inclusi gli aspetti pastorali, mentre largamente prevalente è l’interesse per i temi filosofici e valoriali; (iv) la necessità di una maggiore creatività nelle ricerche, avendo riscontrato una scarsa capacità di anticipare i temi più rilevanti; (v) l’esigenza di collegare la ricerca, e gli studi in generale, alle implicazioni operative sul piano dei servizi, delle politiche sociali, delle attività pastorali, quindi l’esigenza di collegare le Università alle pratiche quotidiane sviluppando quella che si è soliti chiamare la ‘Terza missione’ delle Università di servizio verso la società civile e la Chiesa.

Sulla base di queste risultanze e delle consultazioni online, è stato predisposto un testo che, attraverso varie elaborazioni, viene oggi consegnato alla stampa.

3. Stesura del FGC

La stesura del testo è frutto della collaborazione fra il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita (DLFV) e la Pontificia Accademia delle Scienze Sociali (PASS), con la collaborazione del CISF (Centro Internazionale Studi Famiglia). Sulla base della ricognizione delle attività e delle proposte dei Centri e Istituti intervistati è stato elaborato un testo più ampio e uno più sintetico che riporta i punti salienti del FGC.

4. Contenuti del FGC

Il documento analizza la situazione della famiglia soprattutto nelle sue relazioni con il contesto socioculturale, per offrire una riflessione mirata sulle modalità con cui la libera soggettività familiare viene sostenuta od ostacolata nell’organizzazione sociale, e per proporre alcune direttrici operative di empowerment familiare. Si tratta di una scelta che non pretende di esaurire la comprensione della famiglia, che è ambito per eccellenza multidimensionale (“poliedrico”, per usare un’espressione cara a Papa Francesco) ed integrale.

Il documento è articolato in 4 punti, che riguardano: (I) la qualità delle relazioni familiari; (II) la promozione della famiglia come soggetto sociale; (III) le sfide sociali e politiche (lavoro, povertà, politiche pubbliche); (IV) la famiglia come sfida per tutti gli attori della società (università, politica, mondo del lavoro, settore non-profit, sistema culturale e media).

Ogni punto è articolato in varie dimensioni. Ogni dimensione viene trattata specificando le sfide concrete, le proposte per affrontarle, le azioni da intraprendere, raccomandando alle università un rilancio delle ricerche in una prospettiva autenticamente family-focused.

In breve, il FGC è un’agenda di lavoro che individua le sfide più rilevanti che investono oggi la famiglia e propone linee di innovazione e priorità progettuali per le ricerche sulla famiglia che siano non solo conoscitive, ma anche operative.

5. Ricadute operative attese

Le ricadute che si attendono dal lancio del FGC sono sintetizzabili come segue: (i) innanzitutto, lo stimolo alle Università perché investano maggiori risorse, umane, organizzative e finanziarie, sulle tematiche familiari, rispetto ad altri ambiti di ricerca; (ii) sostenere la formazione di reti fra i Centri/Istituti di ricerca, a partire da quelle già esistenti, allo scopo di coordinare in modo più efficace le attività delle singole sedi; (iii) favorire la complementarità e la interdisciplinarità delle ricerche; (iv) la creazione e la diffusione di buone pratiche di servizi alle famiglie, sia in ambito civile sia in ambito pastorale; (v) rendere le famiglie protagoniste della società facendo della famiglia un vero soggetto sociale. In sintesi, il “patto globale” costituisce una agenda di lavoro per nuove politiche sociali, economiche e culturali, per nuovi servizi sul territorio e per collegare le attività pastorali alla vita quotidiana delle famiglie.

[00900-IT.01] [Testo originale: Italiano]

 

[B0410-XX.02]