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L’Udienza Generale, 03.05.2023


    Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

    Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.00 in Piazza San Pietro, dove il Santo Padre Francesco ha incontrato i gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana, il Papa ha incentrato la Sua meditazione sul Suo recente Viaggio Apostolico in Ungheria.

Dopo aver riassunto la Sua catechesi nelle diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai fedeli presenti.

L’Udienza Generale si è conclusa con la recita del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Tre giorni fa sono rientrato dal viaggio in Ungheria. Desidero ringraziare tutti coloro che hanno preparato e accompagnato questa visita con la preghiera, e rinnovare la mia riconoscenza alle Autorità, alla Chiesa locale e al popolo ungherese, un popolo coraggioso e ricco di memoria. Durante la mia permanenza a Budapest ho potuto avvertire l’affetto di tutti gli ungheresi. Oggi vorrei parlarvi di questa visita attraverso due immagini: le radici e i ponti.

Le radici. Mi sono recato pellegrino presso un popolo la cui storia – come disse San Giovanni Paolo II – è stata segnata da «molti santi ed eroi, attorniati da schiere di gente umile e laboriosa» (Discorso in occasione della cerimonia di benvenuto, Budapest, 6 settembre 1996). È proprio vero: ho visto tanta gente semplice e laboriosa custodire con fierezza il legame con le proprie radici. E tra queste radici, come hanno evidenziato le testimonianze durante gli incontri con la Chiesa locale e con i giovani, ci sono anzitutto i santi: santi che hanno dato la vita per il popolo, santi che hanno testimoniato il Vangelo dell’amore, che sono stati luci nei momenti di buio; tanti santi del passato che oggi esortano a superare il rischio del disfattismo e la paura del domani, ricordando che Cristo è il nostro futuro. I santi ci ricordano questo: Cristo è il nostro futuro.

Le solide radici cristiane del popolo ungherese sono state però messe alla prova. La loro fede, è stata provata al fuoco. Durante la persecuzione ateista del ‘900, infatti, i cristiani sono stati colpiti violentemente, con Vescovi, preti, religiosi e laici uccisi o privati della libertà. E mentre si tentava di tagliare l’albero della fede, le radici sono rimaste intatte: è restata una Chiesa nascosta, ma viva, forte, con la forza del Vangelo. E in Ungheria questa ultima persecuzione, oppressione comunista era stata preceduta da quella nazista, con la tragica deportazione di tanta popolazione ebraica. Ma in quell’atroce genocidio tanti si distinsero per la resistenza e la capacità di proteggere le vittime, e questo fu possibile perché le radici del vivere insieme erano salde. Noi a Roma abbiamo una brava poetessa ungherese che ha passato tutte queste prove e racconta ai giovani il bisogno di lottare per un ideale, per non essere vinti dalle persecuzioni, dallo scoramento. Questa poetessa oggi fa 92 anni: tanti auguri, Edith Bruck!

Ma anche oggi, come emerso negli incontri con i giovani e con il mondo della cultura, la libertà è minacciata. Come? Soprattutto con i guanti bianchi, da un consumismo che anestetizza, per cui ci si accontenta di un po’ di benessere materiale e, dimentichi del passato, si “galleggia” in un presente fatto a misura d’individuo. Questa è la persecuzione pericolosa della mondanità, portata avanti dal consumismo. Ma quando l’unica cosa che conta è pensare a sé e fare quel che pare e piace, le radici soffocano. È un problema che riguarda l’Europa intera, dove il dedicarsi agli altri, il sentirsi comunità, sentire la bellezza di sognare insieme e di creare famiglie numerose sono in crisi. L’Europa intera è in crisi. Riflettiamo allora sull’importanza di custodire le radici, perché solo andando in profondità i rami cresceranno verso l’alto e produrranno frutti. Ognuno di noi può chiedersi, anche come popolo, ognuno di noi: quali sono le radici più importanti della mia vita? Dove sono radicato? Ne faccio memoria, me ne prendo cura?

Dopo le radici ecco la seconda immagine: i ponti. Budapest, nata 150 anni fa dall’unione di tre città, è celebre per i ponti che la attraversano e ne uniscono le parti. Ciò ha richiamato, specialmente negli incontri con le Autorità, l’importanza di costruire ponti di pace tra popoli diversi. È, in particolare, la vocazione dell’Europa, chiamata, quale “pontiere di pace”, a includere le differenze e ad accogliere chi bussa alle sue porte. Bello, in questo senso, il ponte umanitario creato per tanti rifugiati dalla vicina Ucraina, che ho potuto incontrare, ammirando anche la grande rete di carità della Chiesa ungherese.

Il Paese è poi molto impegnato nel costruire “ponti per il domani”: è grande la sua attenzione per la cura ecologica – e questa è una cosa molto, molto bella dell’Ungheria – la cura ecologica e per un futuro sostenibile, e si lavora per edificare ponti tra le generazioni, tra gli anziani e i giovani, sfida oggi irrinunciabile per tutti. Ci sono inoltre ponti che la Chiesa, come emerso nell’apposito incontro, è chiamata a tendere verso l’uomo d’oggi, perché l’annuncio di Cristo non può consistere solo nella ripetizione del passato, ma ha sempre bisogno di essere aggiornato, così da aiutare le donne e gli uomini del nostro tempo a riscoprire Gesù. E, infine, ricordando con gratitudine i bei momenti liturgici, la preghiera con la comunità greco-cattolica e la solenne Celebrazione eucaristica tanto partecipata, penso alla bellezza di creare ponti tra i credenti: domenica a Messa erano presenti cristiani di vari riti e Paesi, e di diverse confessioni, che in Ungheria lavorano bene insieme. Costruire ponti, ponti di armonia e ponti di unità.

Mi ha colpito, in questa visita, l’importanza della musica, che è un tratto caratteristico della cultura ungherese.

Mi piace infine ricordare, all’inizio del mese di maggio, che gli Ungheresi sono molto devoti alla Santa Madre di Dio. Consacrati a lei dal primo re, santo Stefano, per rispetto erano soliti rivolgersi a lei senza pronunciarne il nome, chiamandola solo con i titoli della regina. Alla Regina d’Ungheria affidiamo dunque quel caro Paese, alla Regina della pace affidiamo la costruzione di ponti nel mondo, alla Regina del cielo, che acclamiamo in questo tempo pasquale, affidiamo i nostri cuori perché siano radicati nell’amore di Dio.

[00714-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

In lingua francese

Speaker:

Chers frères et sœurs,

Je suis allé il y a trois jours en Hongrie. Je veux redire ma gratitude aux Autorités et à l’Église locale ainsi qu’à tous ceux qui ont préparé et accompagné ce voyage auprès de ce peuple. Pour vous partager ma visite, j’aimerai vous donner deux images: les racines et les ponts. Tout d’abord les racines. Le peuple hongrois en possède de belles: son histoire est peuplée de héros et surtout de saints qui ont su témoigner de l’Évangile de l’amour en donnant leur vie pour leur peuple. Ces saints nous redisent que le Christ est notre avenir. Ces racines ont passées l’épreuve du feu: une persécution athée violente qui a privé les hongrois de liberté. Aujourd’hui encore notre liberté est menacée par un consumérisme anesthésiant qui nous coupe de nos racines et nous enferme dans un individualisme matérialiste stérile. C’est seulement en vivant de nos racines que nous porterons du fruit.

Ensuite les ponts. Budapest est célèbre pour ses ponts, qui unissent et relient. Ils nous redisent la vocation de l’Europe de construire des ponts de paix entre les peuples, des ponts qui accueillent, comme ce pont humanitaire qui relie la Hongrie à l’Ukraine. Ce pays est aussi soucieux de bâtir des ponts entre générations, des ponts entre croyants, mais aussi des «ponts pour demain» par la protection de l’environnement et le développement durable. En ce début du mois de mai, nous confions ce cher pays à la Vierge Marie. Demandons lui d’enraciner nos cœurs dans l’amour de Dieu et de nous aider à bâtir des ponts de paix dans le monde.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i fedeli di lingua francese, in particolare il Pellegrinaggio Nazionale Nostra Signora della Salute, le varie scuole, le parrocchie e i gruppi di pellegrini provenienti dalla Francia, e soprattutto i Seminaristi di San Sulpizio. In un mondo materialista e individualista, chiediamo al Signore di tenerci radicati in Cristo, che ci insegna a donarci incessantemente ai nostri fratelli e a diventare ponti tra le persone, per costruire un mondo più fraterno e rispettoso del creato. Dio vi benedica.

Speaker:

Je salue cordialement les personnes de langue française, en particulier le Pèlerinage National Notre-Dame de Salut, les différents établissements scolaires, les paroisses et groupes de pèlerins venus de France, et spécialement les Séminaristes de Saint Sulpice. Dans un monde matérialiste et individualiste, demandons au Seigneur de nous maintenir enracinés dans le Christ, qui nous apprends à nous donner sans cesse à nos frères et à devenir des ponts entre les hommes, pour bâtir un monde plus fraternel et respectueux de la création. Que Dieu vous bénisse.

[00715-FR.01] [Texte original: Français]

In lingua inglese

Speaker:

Dear brothers and sisters: In my recent Apostolic Journey to Hungary, I encountered a courageous people, conscious of its deep Christian roots and open to a future of hope. The nation’s long history of sanctity was crowned in the twentieth century by the witness of many believers during the Nazi and Communist persecutions. Budapest, a city of bridges, symbolizes the challenge facing Hungary, and indeed all of Europe, to continue to build bridges of solidarity and peace between peoples. There I witnessed at first hand the “humanitarian bridge” created to welcome the numerous refugees from Ukraine, as well as the efforts of the Hungarian people to build a “bridge to the future” through care for the natural and human environment and efforts to ensure a sustainable future. At the impressive Mass that concluded my visit, I witnessed the vitality of the Church in Hungary and its commitment to strengthening the bridges of fraternity that unite Christians of different rites and confessions. As we begin this month of May, dedicated to Our Lady, I ask her, the Queen of Hungary, to intercede for the beloved Hungarian people and for all of us, so that, rooted in faith, we may build bridges of unity and concord in our communities and in our world.

Santo Padre:

Do il benvenuto a tutti i pellegrini di lingua inglese, specialmente ai gruppi provenienti da Ciad, Nigeria, Uganda, Nuova Zelanda, India, Indonesia, Filippine, Canada e Stati Uniti d’America. Nella gioia del Cristo Risorto, invoco su di voi e sulle vostre famiglie l’amore misericordioso di Dio nostro Padre. Il Signore vi benedica!

Speaker:

I extend a warm welcome to the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, especially the groups from Chad, Nigeria, Uganda, New Zealand, India, Indonesia, the Philippines, Canada and the United States of America. In the joy of the Risen Christ, I invoke upon you and your families the loving mercy of God our Father. May the Lord bless you all!

[00716-EN.01] [Original text: English]

In lingua tedesca

Speaker:

Liebe Brüder und Schwestern, dankbar blicke ich auf meine Apostolische Reise nach Ungarn zurück. Große Heiligengestalten und die rechtschaffene Bevölkerung prägten die Geschicke dieses Landes. Ihr Glaubenszeugnis gab besonders in den dramatischen dunklen Stunden der Geschichte festen Halt und spendete Trost und Hoffnung. Diese Verwurzlung im Glauben ist auch heute von zentraler Bedeutung, da die Freiheit erneut bedroht ist durch einen betäubenden materialistischen Konsumismus sowie einen hedonistischen Egoismus. Dabei geraten wichtige Werte wie Hingabe, Gemeinschaft, Familie und eine gemeinsame Vision zusehends in Vergessenheit. Erinnern wir uns unserer Wurzeln – denn nur, wenn wir in die Tiefe gehen, werden wir wachsen und Frucht bringen. Ein weiteres Bild kommt mir in den Sinn: die zahlreichen Brücken in Budapest, die uns an die stets aktuelle Notwendigkeit erinnern, Brücken zu bauen: Brücken zwischen den Völkern, Brücken für die vielen Menschen auf der Flucht, Brücken zwischen den Generationen – auch in der Kirche –, Brücken zwischen den Konfessionen, Brücken in eine Zukunft in Eintracht und Frieden. Denken wir ein wenig darüber nach, wo wir alle im Kleinen wie im Großen zu Brückenbauern werden können.

Santo Padre:

Cari fratelli e sorelle di lingua tedesca, la pietà popolare dedica il mese di maggio in modo particolare alla Vergine Maria, la Santa Madre di Dio e nostra Madre. Cerchiamo dunque rifugio sotto la sua protezione perché ci soccorra nelle nostre miserie e ci liberi da ogni pericolo.

Speaker:

Liebe Brüder und Schwestern deutscher Sprache, die Volksfrömmigkeit widmet den Monat Mai besonders der seligen Jungfrau Maria, der heiligen Mutter Gottes und unserer Mutter. Nehmen wir also Zuflucht unter ihrem Schutz und Schirm, auf dass sie uns in unseren Nöten beistehe und uns von jeder Gefahr befreie.

[00717-DE.02] [Originalsprache: Deutsch]

In lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

El domingo pasado regresé del viaje a Hungría, que tuvo como lema “Cristo es nuestro futuro”. Agradezco a todas las personas que colaboraron para hacer posible esta visita, y a quienes me acompañaron con su oración. De modo especial agradezco a todas las autoridades, a la señora Presidenta, ministros y demás dirigentes, el modo como me han recibido. Quisiera destacar dos imágenes que, en cierto modo, resumen este viaje: las raíces y los puentes. En Hungría encontré un pueblo con profundas raíces cristianas; entre ellas, el testimonio de los santos, que fueron luces para sus hermanos y hermanas en los momentos de oscuridad.

Sin embargo, las raíces cristianas —hoy como ayer— siguen siendo amenazadas; no sólo en Hungría sino en toda Europa. Por eso, es importante reflexionar sobre el origen de nuestra vida y de nuestros pueblos, para que se encuentre su verdadero sentido y se den buenos frutos. Otra imagen que nos invita a reflexionar son los puentes, que renuevan la llamada a conectar a las personas, abriendo así nuevos caminos al Evangelio, para que todos puedan conocer a Cristo y experimentar su amor.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, especialmente a los sacerdotes Legionarios de Cristo que fueron ordenados el sábado pasado y a sus familias. En este mes de mayo pidamos a María, Reina de la paz, que nos enseñe a construir en el mundo puentes de amor y fraternidad. Que Jesús los bendiga y la Virgen Santa los cuide. Muchas gracias.

[00718-ES.02] [Texto original: Español]

In lingua portoghese

Speaker:

Há três dias regressei da viagem à Hungria e gostaria de vos falar dessa visita através de duas imagens: a das raízes e a das pontes. As raízes fazem-me pensar na gente simples e trabalhadora que ali encontrei. São pessoas de fé que se deixam iluminar pelos santos do seu passado e que não têm medo do futuro, pois Cristo é o nosso futuro. Porém, como no passado houve momentos de prova, hoje também os há. No século XX, tentou-se cortar a árvore da fé naquelas terras; hoje, a ameaça vem do consumismo e do bem-estar que, fazendo esquecer as raízes, levam a trocar a beleza de estar em comunidade pela aridez do individualismo. Por isso, perguntemo-nos: Eu cuido das minhas raízes? Já com a imagem das pontes, gostaria de evocar não só a cidade de Budapest, que é célebre por causa delas, mas também a vocação da Europa, que é chamada a construir pontes de paz, a incluir as diferenças e a acolher quem lhe bate à porta. Perguntemo-nos ainda: Sou construtor de pontes, de harmonia e de unidade? Entreguemos a Maria, Rainha da paz, a contrução de pontes no mundo e confiemos-lhe o nosso coração para que esteja enraizado no amor de Deus.

Santo Padre:

Saluto i fedeli di lingua portoghese, in particolare la comunità «Amigos de Jesus» di Caratinga, i pellegrini di Campinas e gli avvocati brasiliani qui presenti. All’inizio di questo mese di maggio ricordo la richiesta della Madonna di Fatima ai tre pastorelli: «Pregate il rosario ogni giorno per la pace nel mondo e la fine della guerra». Anch’io ve lo chiedo: pregate il rosario per la pace. Maria, Madre di Gesù e nostra, ci aiuti a costruire vie di incontro e sentieri di dialogo, e ci dia il coraggio di intraprenderli senza indugio. Dio vi benedica!

Speaker:

Saúdo os fiéis de língua portuguesa, especialmente a comunidade «Amigos de Jesus» de Caratinga, os peregrinos de Campinas e os advogados brasileiros aqui presentes. No início deste mês de maio, recordo o pedido de Nossa Senhora de Fátima aos três pastorinhos: «Rezem o terço todos os dias pela paz no mundo e pelo fim da guerra». Também eu vo-lo peço: rezai o terço pela paz. Que Maria, Mãe de Jesus e nossa Mãe, nos ajude a construir caminhos de encontro e veredas de diálogo, e nos dê a coragem de os percorrer sem demora. Deus vos abençoe!

[00719-PO.01] [Texto original: Português]

In lingua araba

Speaker:

تَكلَّمَ قَداسَةُ البابا اليَومَ علَى زيارتِهِ الرَّسوليَّةِ إلى هنغاريا، وقال: أودُّ اليومَ أنْ أُكَلِّمَكُم على هذِه الزّيارةِ مِن خلالِ صورتَين: الأولى هي الجذور. ومِن بينِ هذِه الجذورِ يوجدُ أوّلًا القِدِّيسون، سكّانُ هذا البلد، الَّذين بَذَلُوا حياتَهُم مِن أجلِ الشَّعب، وشَهِدُوا لإنجيلِ المحبَّة، وكانوا نورًا في لحظاتِ الظُّلمَة. وهم الَّذين يَحُثُونَنا اليومَ على التَّغلُّبِ على مخاطرِ الرُّوحِ الانهزاميَّةِ والخوفِ مِن الغد، ويُذَكِّرُونَنا بأنَّ المسيحَ هو مُستَقبَلُنا. وقد امتُحِنَتْ جذورُ الشَّعبِ الهُنغاري المَسِيحيّ على مرِّ التَّاريخ. إيمانُهم امتُحِنَ بالنَّارِ خلالِ الاضطهادِ الإلحادي في القرنِ العشرين. لكنَّهم بَقُوا ثابتينَ بإيمانِهِم لأنَّ جذورَهم كانت قويَّة. وفي فترةِ الظُّلمِ النَّازي تميَّزَ الكثيرون مِنهُم بِمُقاوَمَتِهِم وَقُدرَتِهِم على حمايةِ الضَّحايا اليهودِ مِن الإبادةِ الجماعيَّة. وهذا لأنَّ جذورَ العيشِ معًا كانت راسخة. الصُّورَةُ الثّانيةُ هي الجسور. تَشتَهِرُ العاصمةُ بودابست بالجسورِ الَّتي تَجتازُها وتُوَحِّدُ أجزاءَها، وهنا تأتي أهميَّةُ بناءِ جسورِ السَّلامِ بينَ مختلفِ الشُّعوب. والبلدُ أيضًا يعملُ على بناءِ الجسورِ بينَ جميعِ الأجيال. والكنيسةُ أيضًا تسعَى إلى مدِّ الجسورِ نحوَ إنسانِ اليوم لكي يَكتَشِفَ يسوعَ مِن جديد. وهناكَ جسورٌ أخرى في البلد، هي جسورٌ بينَ المؤمنين، مِن مختلفِ الطُّقوسِ والبِلدانِ والدّيانات، كلُّهم يعملونَ معًا في هنغاريا. وفي الختامِ قالَ قداسَتُهُ: إنَّ الهنغاريّينَ هم أتقياءٌ جدًّا في تكريمِهِم لوالِدَةِ الإله. لذلك لِنُوكِلْ إليها كلَّ هنغاريا، وكلَّ قلوبِنا، والسَّلامَ في العالم.

Santo Padre:

Saluto i fedeli di lingua araba. Cristo risorto è il nostro futuro. Egli è l’Alfa e l’Omega, il principio e la fine, il fondamento e la meta ultima della storia dell’umanità. La nostra vita, per quanto segnata dalla fragilità, è saldamente posta nelle sue mani. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga ‎sempre da ogni male‎‎‎‏!

Speaker:

أُحَيِّي المؤمِنينَ الناطِقينَ باللّغَةِ العربِيَّة. المسيحُ القائِمُ مِن بينِ الأمواتِ هو مُستَقبَلُنا. هو الأَلِفُ والياء، والبدايةُ والنِّهاية، والأساسُ والهدفُ النِّهائي لتاريخِ البشريَّة. إنَّ حياتَنا راسخةٌ بأمانٍ بين يديه، بالرَّغمِ مِن كلِّ ضَعفٍ يُصيبُها. باركَكُم الرّبُّ جَميعًا وحَماكُم دائِمًا مِن كُلِّ شَرّ!

[00720-AR.01] [Testo originale: Arabo]

In lingua polacca

Speaker:

Przed trzema dniami powróciłem z podróży na Węgry. Pojechałem jako pielgrzym do narodu, którego historię - jak powiedział św. Jan Paweł II - naznaczyło „wielu świętych i bohaterów, otoczonych zastępami ludzi skromnych i pracowitych”. Węgierscy święci to ludzie, którzy oddali życie za naród, dawali świadectwo Ewangelii miłości, byli światłem w czasach ciemności; dzisiaj wzywają nas do przezwyciężenia lęku przed jutrem, pamiętając, że to Chrystus jest naszą przyszłością. Mocne korzenie tego narodu zostały wystawione na próbę, podczas ateistycznych prześladowań. Wielu chrześcijan zostało zabitych lub uwięzionych. Choć próbowano podciąć drzewo wiary, korzenie pozostały nienaruszone. Prześladowania komunistyczne zostały poprzedzone uciskiem nazistowskim, tragiczną deportacją ludności żydowskiej. W tym czasie wielu wyróżniło się oporem i zdolnością do ochrony ofiar. Także i dziś wolność jest zagrożona. Przede wszystkim przez konsumpcjonizm, który znieczula. Człowiek zadowala się odrobiną dobrobytu materialnego. Pamiętajmy więc, jak ważne jest strzeżenie korzeni, bo tylko sięgając głęboko, gałęzie wyrosną ku górze i wydadzą owoce. Była to też okazja do przypomnienia o potrzebie budowania mostów. Jest to w szczególności powołanie Europy, która jest wezwana do włączania różnic i przyjęcia tych, którzy pukają do jej drzwi. Piękny w tym sensie jest most humanitarny dla wielu uchodźców z Ukrainy. Węgry to także kraj, który jest zaangażowany w budowanie mostów z przyszłością. Przejawia się to m.in. w relacjach między pokoleniami i w głoszeniu Chrystusa współczesnemu człowiekowi.

Santo Padre:

Saluto cordialmente tutti i polacchi e in modo particolare i superiori e gli alunni del Seminario Maggiore della Diocesi di Tarnów, venuti in pellegrinaggio con loro Vescovo. Oggi, nella solennità di Maria Regina di Polonia, ricordo il mio viaggio apostolico e gli indimenticabili incontri con gli ungheresi, con i quali avete legami così stretti da chiamarli popolarmente cugini. È significativo che entrambi i Paesi abbiano proclamato Maria la loro Regina. Invocate la sua intercessione per i vostri Paesi e per l'intera Europa, chiedendo la perseveranza nella fede, l'unità e la cooperazione armoniosa, ma prima di tutto la pace, specialmente nella vicina Ucraina. Vi benedico di cuore.

Speaker:

Pozdrawiam serdecznie wszystkich Polaków, a w szczególny sposób Przełożonych i Alumnów Wyższego Seminarium Duchownego Diecezji Tarnowskiej, przybyłych w pielgrzymce z ich Biskupem. Dziś w uroczystość Maryi Królowej Polski wspominam moją podróż apostolską i niezapomniane spotkania z Węgrami, z którym łączą was tak bliskie więzi iż popularnie nazywacie ich waszymi bratankami. To znamienne, że obydwa kraje obwołały Maryję swoją Królową. Przyzywajcie Jej wstawiennictwa dla waszych krajów i całej Europy, prosząc o wytrwanie w wierze, o jedność i zgodną współpracę, a przede wszystkim o pokój, zwłaszcza w sąsiedniej Ukrainie. Z serca wam błogosławię.

[00721-PL.01] [Testo originale: Polacco]

In lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i partecipanti al Seminario promosso dall’Università della Santa Croce, la Confraternita del Beato Angelo da Furci, le parrocchie di Carditello, San Severino Lucano e Teverola. Saluto poi le religiose e i religiosi presenti, incoraggiandoli a vivere con gioia la loro consacrazione al Signore e il servizio ai fratelli.

Infine, come di consueto, mi rivolgo ai giovani, ai malati, agli anziani e agli sposi novelli. In questo mese di maggio da poco iniziato, vi invito a rinnovare la devozione alla Madonna. Vi incoraggio a conoscere più profondamente Maria, a entrare in intimità con lei, per accoglierla come Madre spirituale e modello di fedeltà a Cristo.

A Lei, Madre di consolazione e Regina della pace, affido la martoriata popolazione ucraina.

A tutti voi la mia benedizione.

[00722-IT.01] [Testo originale: Italiano]

[B0329-XX.02]