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Conferenza Stampa di presentazione del Messaggio del Santo Padre per la 60.ma Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, 26.04.2023


Intervento dell’Em.mo Card. Lazzaro You Heung-sik

Intervento di S.E. Mons. Andrés Gabriel Ferrada Moreira

Intervento di Mons. Simone Renna

Intervento del Rev.do Eamonn McLaughlin

Alle ore 11.30 di questa mattina, ha avuto luogo in diretta streaming dalla Sala Stampa della Santa Sede, Sala San Pio X, Via dell’Ospedale 1, la Conferenza Stampa di presentazione del Messaggio del Santo Padre Francesco per la 60.ma Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni dal tema “Vocazione: grazia e missione”.

Sono intervenuti: l’Em.mo Card. Lazzaro You Heung-sik, Prefetto del Dicastero per il Clero; S.E. Mons. Andrés Gabriel Ferrada Moreira, Segretario del Dicastero per il Clero; Mons. Simone Renna, Sotto-Segretario del Dicastero per il Clero; e il Rev.do Eamonn McLaughlin, Officiale del medesimo Dicastero.

Ne riportiamo di seguito gli interventi:

Intervento dell’Em.mo Card. Lazzaro You Heung-sik

Rivolgo un cordiale saluto a tutti voi e vi ringrazio per la presenza a questa conferenza stampa. Vorrei anzitutto dirvi che in questo momento mi faccio portavoce del sentimento di tutti i miei collaboratori del Dicastero per il Clero: insieme, in questo anno nel quale ricorre il 60° Anniversario della Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, istituita da San Paolo VI nel 1964, abbiamo pensato che fosse importante condividere il Messaggio del Santo Padre, che sarà pubblicato a breve. L’istituzione di questa Giornata fu infatti una profetica intuizione del Papa, mentre era in pieno corso il Concilio Ecumenico Vaticano II.

È questa un’opportunità per richiamare la gioia dell’incontro con Gesù, che libera dalla tristezza di una vita chiusa nella prigione dell'individualismo, allarga gli orizzonti, riempie il cuore (cfr. Esort. ap. Evangelii gaudium, nn. 1-2). La dolce e confortante gioia che deriva dall’incontro con il Signore è ciò che permette a ciascuno di noi di scoprire la propria vocazione: Dio, infatti, ha un “sogno” che desidera realizzare per noi e con noi, un progetto che ci consegna perché, accogliendolo e realizzandolo con tutta libertà, possiamo trovare il significato autentico della nostra esistenza, la realizzazione della nostra umanità, ma anche la missione attraverso cui contribuire alla costruzione di un mondo più fraterno, più giusto e più solidale, anticipo e realizzazione del Regno di Dio.

Papa Francesco, nel Messaggio della 60a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, sottolinea con vigore questo "dinamismo dell'incontro" tra Dio e l’uomo, che è al cuore di ciò che intendiamo con la parola “vocazione”. E ci esorta a riscoprire il primato di Dio, perché solo quando facciamo spazio a Lui e alla sua chiamata, allora la nostra vita fiorisce e la nostra libertà si realizza nel bene e nella verità. Il Santo Padre fa una scelta precisa: partire da Dio, dalla sua grazia, dalla sua paterna e premurosa sollecitudine con la quale si muove verso di noi, per venirci a cercare e parlare a noi «come ad amici» (Cost. dogm. Dei Verbum, 2). Solo dal dono gratuito e generoso dell’amicizia con cui il Signore ci viene incontro nasce la possibilità di portare avanti una missione nella nostra vita, nella Chiesa, nella società e nella storia. Dalla grazia di Dio, insomma, nasce la nostra missione qui sulla terra!

Grazia e missione sono, allora, i due poli e le due dimensioni costitutive di ogni vocazione e, perciò, sono le due parole su cui Papa Francesco si sofferma nel Messaggio. Dio ci ha creati con amore e per amore e, perciò, scoprendo la nostra propria vocazione - nella vita personale, nella Chiesa, nella società – l’orizzonte in cui entrare per aprirci alla felicità dovrà essere quello dell’amore: una vita donata, una vita spesa, una vita che rischia progetti di amore vincendo la tentazione del calcolo e dell’egoismo, e lasciandosi sospingere dalla “fantasia di Dio che ci chiama”. Questa iniziativa di Dio attende da noi una risposta e, quando non restiamo indifferenti, non soffochiamo la voce di Dio, non rifiutiamo il suo invito a “volare alto”, allora la sua chiamata si concretizza in una missione, in una scelta di vita e in un impegno che si realizza nelle cose di ogni giorno, nei luoghi che frequentiamo, nelle parole e negli atteggiamenti che viviamo, in ogni situazione.

Non vi sarà sfuggito che, come già l’anno scorso, il Messaggio anche quest’anno mette l’accento sulla vocazione al dono di sé, comune a tutti i cristiani: tutti sono chiamati a essere in prima linea, a fare la propria parte perché la terra diventi la Casa comune in cui i singoli e i popoli vivono insieme come fratelli e sorelle, sotto lo sguardo dell'unico Padre.

È questo, senza dubbio, il fulcro e il senso profondo anche dell’attuale percorso sinodale al quale ci ha invitati Papa Francesco: camminare insieme, ma in uscita. E in questo ogni battezzato e ogni battezzata, nessuno escluso, ha la sua parte attiva, al punto da poter dire di sé: «Io sono una missione su questa terra, e per questo mi trovo in questo mondo» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 273).

Dalle parole che Papa Francesco ha scelto per questo Messaggio, allora, possiamo scoprire il cuore stesso della buona notizia del Vangelo: ciascuno di noi ha un posto nel cuore di Dio, nessuno escluso; ciascuno di noi è stato pensato, creato e chiamato con amore, da sempre; ciascuno di noi è amato dal Padre ed è inviato nel mondo e nella Chiesa come segno di questo amore.

E questa liberante verità è un invito anche per la Chiesa! Infatti è anzitutto la Chiesa che deve portare al mondo questa buona notizia. È la Chiesa che, con un volto lieto e con le braccia allargate, deve saper dire a ogni donna e a ogni uomo: sei amato da Dio e il Signore ha un sogno anche per la tua vita! Perciò, nella diversità e varietà dei suoi carismi, la Comunità cristiana è chiamata a diventare un luogo accogliente e ospitale, che non esclude mai, che non ostacola la fantasia dello Spirito, ma che aiuta tutti a scoprire la propria vocazione. Un compito che richiede l’impegno dei laici e dei pastori: facciamo in modo che ogni persona, ciascuno con la propria sensibilità e col proprio percorso di vita, varcando la soglia della Comunità cristiana vi possa trovare gli strumenti utili per la ricerca della propria felicità e per scoprire il progetto di Dio: il silenzio, la preghiera, l’ascolto, il discernimento. Abbiamo bisogno, oggi più che mai, di una Chiesa che accompagna, che tiene per mano, che si fa vicina al cammino di ogni persona, accogliendo le sue domande e sostenendo i suoi passi.

E, così, come ci augura Papa Francesco, allargheremo ovunque gli spazi dell’amore.

[00651-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Intervento di S.E. Mons. Andrés Gabriel Ferrada Moreira

«Vocazione: grazia e missione» è appunto il titolo del Messaggio del Santo Padre Francesco per la 60a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni; esso evoca i due poli che fanno della vita cristiana un dinamismo continuo, tanto nell’esistenza di ciascuno come nella comunità. Infatti, tutti siamo stati «scelti prima della creazione del mondo», cioè il disegno di salvezza, che scaturisce del cuore di Dio, si realizza per mezzo dello Spirito Santo, il quale comunica la grazia vivificante che arricchisce ogni comunità, famiglia e persona, facendo di esse veri cristiani e vere cristiane. Un cristiano, una cristiana, non soltanto annuncia la Buona Novella della Redenzione, ma anche, sulla testimonianza della propria coerenza di vita, può dichiarare «Io sono una missione su questa terra» e allo stesso tempo riconoscersi effettivamente come membro del Corpo di Cristo, la Chiesa, una cosa sola cioè con i fratelli e le sorelle nella fede, i quali sono consapevoli di essere stati «Chiamati insieme: convocati». Due poli, dunque: «Grazia e missione: dono e compito».

Vorrei accennare in particolare a due aspetti che sono alla base del Messaggio:

- Il riferimento esplicito che Papa Francesco fa al personale cammino di grazia e missione. Infatti, Egli confida che lo Spirito “a volte addirittura irrompe in modo inaspettato. È stato così per me –continua il Santo Padre- il 21 settembre 1953 quando, mentre andavo all’annuale festa dello studente, ho sentito la spinta ad entrare in chiesa e a confessarmi. Quel giorno ha cambiato la mia vita e le ha dato un’impronta che dura fino a oggi”. È chiaro che l’elezione del Signore non si è ridotta a quell’attimo “di grazia”, ma si è scandita come “grazia dopo grazia”, durante tutta la vita del Santo Padre, “fino a oggi”.

- Il Messaggio dice relazione con l’interesse e la ferma volontà di Papa Francesco di promuovere la sinodalità come modo di essere Chiesa. L’anno scorso ha compiuto la Visita ad limina apostolorum la Conferenza del Brasile, che ha condiviso con Papa Francesco che quella Chiesa stava vivendo il suo terzo anno vocazionale dal tema “Vocazione: grazia e missione”. Il Successore di Pietro ha inteso fare proprio tale tema al quale ha ispirato il presente Messaggio, giacché Gli è sembrata un’iniziativa che intende – come hanno scritto i Vescovi brasiliani – «incoraggiare ogni persona ad accettare la chiamata di Gesù come grazia, in modo che più cuori brucino e che i loro piedi siano in cammino, in uscita missionaria».

[00668-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Intervento di Mons. Simone Renna

La recente Costituzione Apostolica “Praedicate Evangelium” affida al Dicastero per il Clero il compito di promuovere le vocazioni all’Ordine sacro, infatti leggiamo all’art. 114 §1: “Il Dicastero assiste i Vescovi diocesani affinché nelle loro Chiese si provveda alla pastorale vocazionale al ministero ordinato…”.

Vorremmo, pertanto, offrire alcuni semplici suggerimenti per una migliore diffusione del Messaggio del Santo Padre e, più in generale, riguardo la pastorale vocazionale a livello diocesano, parrocchiale e familiare. Siamo a conoscenza di tante lodevoli iniziative già in atto e auspichiamo che questa attenzione al tema delle vocazioni possa stimolare sempre più l’impegno delle nostre comunità.

Il Messaggio potrebbe innanzitutto essere valorizzato per una Veglia vocazionale di preghiera, nella quale si manifesti la sinfonia delle diverse vocazioni, che devono essere tutte coltivate ricordando la loro reciproca relazione e dipendenza.

Sarebbe opportuno dare rilievo al Messaggio durante le celebrazioni eucaristiche, facendo riferimento alle parole del Santo Padre durante l’omelia e chiedendo al Signore il dono di numerose e sante vocazioni durante la preghiera dei fedeli.

Si potrebbe trattare il tema della Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni sia nei gruppi di catechismo dell’iniziazione cristiana, che nei gruppi giovanili, in quelli dei nubendi e delle famiglie come anche nei seminari.

La diffusione, infine, potrebbe avvenire anche attraverso i siti internet e i canali social delle comunità cristiane.

Per quanto concerne la promozione della pastorale vocazionale, cedo la parola al Rev. Eamonn McLaughlin, coordinatore dell’Ufficio per i Seminari e la Formazione.

[00669-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Intervento del Rev.do Eamonn McLaughlin

La Pastorale Vocazionale

Nell’opera evangelizzatrice della Chiesa una particolare rilevanza assume la nascita, l’accompagnamento e il discernimento delle vocazioni, in particolare di quelle al diaconato e al presbiterato. La comunità cristiana, dunque, avverte il bisogno di promuovere le vocazioni sacerdotali, collaborando con la grazia di Dio per proseguire la propria missione.

Come scrive il Papa nel Suo Messaggio: siamo chiamati alla fede testimoniale. In tale compito, un contributo assai rilevante viene dalle famiglie, le quali, come ricordava San Paolo VI, se animate da spirito di fede, di carità e di pietà, costituiscono il primo seminario, come anche dalle comunità parrocchiali. Una responsabilità particolare per la pastorale vocazionale compete a coloro che curano l’educazione dei giovani, così da aiutarli, accompagnarli ed incoraggiarli a scoprire la chiamata divina a seguire il Signore con fede, speranza e carità. Ai sacerdoti quindi, compete uno specifico sguardo amorevole per la promozione delle vocazioni al sacerdozio. La testimonianza di presbiteri umili e gioiosi, che conducono una vita santa e coerente, che sono innamorati del Maestro e che hanno l’odore delle pecore, certamente può ispirare molti alla sequela Christi. I Vescovi, in qualità di primi responsabili dei chiamati alla vita ministeriale, anche con la loro testimonianza di buoni pastori, favoriscono una cooperazione tra sacerdoti, consacrati e laici (soprattutto i genitori e gli educatori) e anche con gruppi, movimenti e associazioni laicali, all’interno di un appropriato piano pastorale.

In ogni parrocchia, sarebbe opportuno individuare una persona – sacerdote, religioso o laico – o un gruppo dei fedeli, responsabile per la promozione della pastorale vocazionale, innamorato del Signore e testimone della gioia della fede. Infine, è auspicabile che vengano istituiti e promossi nelle singole Diocesi, Regioni e Paesi, i Centri per le Vocazioni, chiamati a promuovere e a tenere desta la necessità della pastorale vocazionale. Tutti noi battezzati, siamo, non solo collaboratori, ma corresponsabili, di tale specifica iniziativa della Chiesa. Che si alzi dunque al Cielo la preghiera di tutti noi, affinché nascono e crescano le vocazioni, conformi al Cuore di Gesù, Sommo ed Eterno Sacerdote.

[00670-IT.01] [Testo originale: Italiano]

 

[B0307-XX.02]