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L’Udienza Generale, 19.04.2023


Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.00 in Piazza San Pietro, dove il Santo Padre Francesco ha incontrato i gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana il Papa, continuando il ciclo di catechesi La passione per l’evangelizzazione: lo zelo apostolico del credente, ha incentrato la Sua meditazione sul tema “Testimoni: i martiri.” (Lettura: Mt 10,16-18 ).

Dopo aver riassunto la Sua catechesi nelle diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai fedeli presenti.

L’Udienza Generale si è conclusa con la recita del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Parlando dell’evangelizzazione e parlando dello zelo apostolico, dopo aver considerato la testimonianza di San Paolo, vero “campione” di zelo apostolico, oggi il nostro sguardo si rivolge non a una figura singola, ma alla schiera dei martiri, uomini e donne di ogni età, lingua e nazione che hanno dato la vita per Cristo, che hanno versato il sangue per confessare Cristo. Dopo la generazione degli Apostoli, sono stati loro, per eccellenza, i “testimoni” del Vangelo. I martiri: il primo fu il diacono Santo Stefano, lapidato fuori dalle mura di Gerusalemme. La parola “martirio” deriva dal greco martyria, che significa proprio testimonianza. Un martire è un testimone, uno che dà testimonianza fino a versare il sangue. Tuttavia, ben presto nella Chiesa si è usata la parola martire per indicare chi dava testimonianza fino all’effusione del sangue[1]. Cioè, dapprima la parola martira indicava la testimonianza resa tutti i giorni, in seguito si è usata per indicare colui che dà la vita con l’effusione.

I martiri, però, non vanno visti come “eroi” che hanno agito individualmente, come fiori spuntati in un deserto, ma come frutti maturi ed eccellenti della vigna del Signore, che è la Chiesa. In particolare, i cristiani, partecipando assiduamente alla celebrazione dell’Eucaristia, erano condotti dallo Spirito a impostare la loro vita sulla base di quel mistero d’amore: cioè sul fatto che il Signore Gesù aveva dato la sua vita per loro, e dunque anche loro potevano e dovevano dare la vita per Lui e per i fratelli. Una grande generosità, il cammino di testimonianza cristiana. Sant’Agostino sottolinea spesso questa dinamica di gratitudine e di gratuito contraccambio del dono. Ecco ad esempio ciò che egli predicava in occasione della festa di San Lorenzo: «San Lorenzo era diacono della Chiesa di Roma. Ivi era ministro del sangue di Cristo e là, per il nome di Cristo, versò il suo sangue. Il beato apostolo Giovanni espose chiaramente il mistero della Cena del Signore, dicendo: “Come Cristo ha dato la sua vita per noi, così anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli” (1 Gv 3,16). Lorenzo, fratelli, ha compreso tutto questo. L’ha compreso e messo in pratica. E davvero contraccambiò quanto aveva ricevuto in tale mensa. Amò Cristo nella sua vita, lo imitò nella sua morte» (Disc. 304, 14; PL 38, 1395-1397). Così Sant’Agostino spiegava il dinamismo spirituale che animava i martiri. Con queste parole: i martiri amano Cristo nella sua vita e lo imitano nella sua morte.

Oggi, cari fratelli e sorelle, ricordiamo tutti i martiri che hanno accompagnato la vita della Chiesa. Essi, come ho già detto tante volte, sono più numerosi nel nostro tempo che nei primi secoli. Oggi ci sono tanti martiri nella Chiesa, tanti, perché per confessare la fede cristiana sono cacciati via dalla società o vanno in carcere … Sono tanti. Il Concilio Vaticano II ci ricorda che «il martirio, col quale il discepolo è reso simile al suo maestro che liberamente accetta la morte per la salute del mondo, e col quale diventa simile a lui nella effusione del sangue, è stimato dalla Chiesa come dono insigne e suprema prova di carità» (Cost. Lumen gentium, 42). I martiri, a imitazione di Gesù e con la sua grazia, fanno diventare la violenza di chi rifiuta l’annuncio una occasione suprema di amore, che arriva fino al perdono dei propri aguzzini. Interessante, questo: i martiri perdonano sempre gli aguzzini. Stefano, il primo martire, morì pregando: “Signore, perdona loro, non sanno cosa fanno”. I martiri pregano per gli aguzzini.

Sebbene siano solo alcuni quelli a cui viene chiesto il martirio, «tutti però devono essere pronti a confessare Cristo davanti agli uomini e a seguirlo sulla via della croce durante le persecuzioni, che non mancano mai alla Chiesa» (ibid., 42). Ma, questa delle persecuzioni è cosa di allora? No, no: oggi. Oggi ci sono delle persecuzioni per i cristiani nel mondo, tanti, tanti. Sono più i martiri di oggi che quelli dei primi tempi. I martiri ci mostrano che ogni cristiano è chiamato alla testimonianza della vita, anche quando non arriva all’effusione del sangue, facendo di sé stesso un dono a Dio e ai fratelli, ad imitazione di Gesù.

E vorrei concludere ricordando la testimonianza cristiana presente in ogni angolo del mondo. Penso, ad esempio, allo Yemen, una terra da molti anni ferita da una guerra terribile, dimenticata, che ha fatto tanti morti e che ancora oggi fa soffrire tanta gente, specialmente i bambini. Proprio in questa terra ci sono state luminose testimonianze di fede, come quella delle suore Missionarie della Carità, che hanno dato la vita lì. Ancora oggi esse sono presenti nello Yemen, dove offrono assistenza ad anziani ammalati e a persone con disabilità. Alcune di loro hanno sofferto il martirio, ma le altre continuano, rischiano la vita ma vanno avanti. Accolgono tutti, di qualsiasi religione, perché la carità e la fraternità non hanno confini. Nel luglio 1998 Suor Aletta, Suor Zelia e Suor Michael, mentre tornavano a casa dopo la Messa sono state uccise da un fanatico, perché erano cristiane. Più recentemente, poco dopo l’inizio del conflitto ancora in corso, nel marzo 2016, Suor Anselm, Suor Marguerite, Suor Reginette e Suor Judith sono state uccise insieme ad alcuni laici che le aiutavano nell’opera della carità tra gli ultimi. Sono i martiri del nostro tempo. Tra questi laici uccisi, oltre ai cristiani c’erano fedeli musulmani che lavoravano con le suore. Ci commuove vedere come la testimonianza del sangue possa accomunare persone di religioni diverse. Non si deve mai uccidere in nome di Dio, perché per Lui siamo tutti fratelli e sorelle. Ma insieme si può dare la vita per gli altri.

Preghiamo dunque, perché non ci stanchiamo di dare testimonianza al Vangelo anche in tempo di tribolazione. Tutti i santi e le sante martiri siano semi di pace e di riconciliazione tra i popoli per un mondo più umano e fraterno, nell’attesa che si manifesti in pienezza il Regno dei cieli, quando Dio sarà tutto in tutti (cfr 1 Cor 15,28).

__________________

[1] Origene, In Johannem, II, 210: «Chiunque rende testimonianza alla verità, sia a parole, sia con i fatti o adoperandosi in qualsiasi modo a favore di essa, si può chiamare a buon diritto testimone. Ma il nome di testimone (martyres) in senso proprio, la comunità dei fratelli, colpiti dalla forza d’animo di coloro che lottarono per la verità o la virtù fino alla morte, ha preso la consuetudine di riservarlo a quelli che hanno reso testimonianza al mistero della vera religione con l’effusione del sangue».

[00611-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

In lingua francese

Speaker :

Chers frères et sœurs,

Après avoir admiré saint Paul, champion du zèle apostolique, nous nous tournons aujourd’hui vers la cohorte des martyrs, hommes et femmes de tous âges, de toutes langues et de toutes nations, qui ont donné leur vie pour le Christ. Le mot "martyre", du grec martyria, veut dire témoignage. Il est utilisé dans l'Église pour désigner celui qui témoigne de la vérité ou de la vertu jusqu'à l'effusion du sang, à l’imitation du Christ. C’est pourquoi le martyre est considéré « comme un don éminent et une preuve suprême de charité ». Pour expliquer le dynamisme spirituel qui animait les martyrs, Saint Augustin disait à propos de saint Laurent : « Il a aimé le Christ dans sa vie, il l’a imité dans sa mort ». Même si « être martyrs » n'est demandé qu'à quelques-uns, "tous cependant – a rappelé le dernier Concile – doivent être prêts à confesser le Christ devant les hommes et à le suivre sur le chemin de la croix, pendant les persécutions qui ne manquent jamais à l'Église". Les martyrs, comme je l’ai souvent répété, sont plus nombreux de nos jours que dans les premiers siècles, je pense par exemple aux sœurs Missionnaires de la Charité qui ont donné leur vie au Yémen, parmi tant d’autres à travers le monde.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese presenti a questa udienza, in particolare i numerosi gruppi di parrocchiani, cappellani e studenti giunti dalla Svizzera, dal Belgio e dalla Francia.

Cari fratelli e sorelle, preghiamo per non stancarci di dare testimonianza al Vangelo anche in tempo di tribolazione. Il sangue dei martiri diventi seme di pace e di riconciliazione tra i popoli.

Dio vi benedica e vi dia la forza di testimoniare!

Speaker :

Je salue cordialement les pèlerins de langue française présents à cette audience, notamment les nombreux groupes de paroissiens, d’aumôneries et d’étudiants qui sont venus de Suisse, de Belgique et de France.

Chers frères et sœurs, prions afin de ne jamais nous lasser de témoigner de l'Évangile, même dans les temps de tribulation. Que le sang des martyrs devienne une semence de paix et de réconciliation entre les peuples.

Que Dieu vous bénisse et vous donne la force de témoigner !

[00612-FR.01] [Texte original: Français]

In lingua inglese

Speaker:

Dear brothers and sisters: In our continuing catechesis on apostolic zeal, we now turn to the example of the martyrs, those men and women of every age, nation and tongue who have given their lives in testimony to the Gospel. In an outstanding way, the martyrs bore witness to the love that we celebrate in every Mass: the love that led Christ to lay down his life for us and that we in turn are called to imitate (cf. 1 Jn 3:16). While all Christians must be prepared to testify to their faith in the face of persecution, martyrdom represents, in the words of the Second Vatican Council, “the highest gift and supreme proof of love” (Lumen Gentium, 42). Martyrs for the faith in our own time are even more numerous than in the early days of the Church. We can think, for example, of the two groups of Missionaries of Charity who assisted the elderly and disabled in Yemen, and were brutally killed during the ongoing conflict in that country. May the example of the martyrs continue to inspire our efforts to bear witness to the Gospel as we await the coming of God’s kingdom of universal reconciliation, justice and peace.

Santo Padre:

Do il benvenuto a tutti i pellegrini di lingua inglese, specialmente ai gruppi provenienti da Inghilterra, Paesi Bassi, India, Australia e Stati Uniti d’America. Nella gioia del Cristo Risorto, invoco su di voi e sulle vostre famiglie l’amore misericordioso di Dio nostro Padre. Il Signore vi benedica!

Speaker:

I extend a warm welcome to the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, especially the groups from England, the Netherlands, India, Australia and the United States of America. In the joy of the Risen Christ, I invoke upon you and your families the loving mercy of God our Father. May the Lord bless you all!

[00613-EN.01] [Original text: English]

In lingua tedesca

Speaker:

Liebe Brüder und Schwestern, in der heutigen Katechese über den Eifer in der Verkündigung möchte ich der großen Schar der Märtyrer gedenken, die ihr Leben für Christus hingegeben und sein Evangelium mit ihrem Blut bezeugt haben. Das Wort Märtyrer bedeutet „Zeuge“ und in der Tat waren sie diejenigen, die nach der Generation der Apostel zu den bedeutendsten Zeugen des Evangeliums wurden. Ihr Zeugnis ruht auf dem Fundament der Liebe Christi: Weil er sein Leben am Kreuz für sie hingegeben hatte, sind auch sie bereit, ihr Leben für ihn und die Brüder hinzugeben (vgl. 1 Joh 3,16). Bis in unsere Tage erleiden unzählige Männer und Frauen für Gott und die Nächsten das Martyrium und bezeugen so die Liebe Christi auf einzigartige Weise. Wenn auch nicht von jedem das Martyrium im engeren Sinne verlangt ist, „so müssen doch alle bereit sein, Christus vor den Menschen zu bekennen und ihm in den Verfolgungen, die der Kirche nie fehlen, auf dem Weg des Kreuzes zu folgen“ (II. Vatikanisches Konzil: Lumen Gentium, 42). Wir alle sind berufen, unseren Glauben mit dem Leben zu bezeugen. Dabei gibt es viele Arten der Hingabe, viele Möglichkeiten, das eigene Leben – nach dem Beispiel Christi und mit seiner Gnade – zu einer Gabe zu machen für Gott und die Mitmenschen.

Santo Padre:

Cari fratelli e sorelle di lingua tedesca, durante questo Tempo Pasquale le letture dagli Atti degli Apostoli ci ricordano con quanto zelo gli Apostoli annunciarono il Vangelo. Seguiamo il loro esempio e portiamo la gioia del Cristo Risorto nel mondo.

Speaker:

Liebe Brüder und Schwestern deutscher Sprache, in dieser Osterzeit begleiten uns die Lesungen aus der Apostelgeschichte, die uns daran erinnern, mit welchem Eifer die Apostel das Evangelium verkündet haben. Folgen wir ihrem Beispiel und tragen wir die Freude des auferstandenen Christus in die Welt.

[00614-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]

In lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

En esta catequesis reflexionamos sobre los mártires como testigos del Evangelio. La palabra martirio proviene del griego y significa dar testimonio. El primer mártir fue Esteban, que murió apedreado por confesar su fe en Cristo. Los mártires, por tanto, son hijos e hijas de la Iglesia —de diversas edades, lugares, lenguas, naciones— que han dado la vida por amor a Jesús.

Y este dinamismo espiritual que impulsaba a los mártires se va configurando en la celebración de la Eucaristía. Así como Cristo nos amó y se entregó por todos, quienes participan en la Misa sienten el deseo de responder gratuitamente a este amor con la oblación de la propia vida.

Quisiera recordar que también hoy, en diversas partes del mundo, sigue habiendo numerosos mártires que, a imitación de Jesús y con su gracia, aun en medio de la violencia y de la persecución, dan la mayor prueba de amor, ofreciendo su vida y llegando a perdonar a sus propios enemigos.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española. Por intercesión de los santos mártires, que proclamaron la fe hasta derramar su sangre, pidamos al Señor que no nos cansemos de ser sus testigos, sobre todo en los momentos de tribulación. Que Jesús los bendiga y la Virgen Santa los cuide. Muchas gracias.

[00615-ES.02] [Texto original: Español]

In lingua portoghese

Speaker:

Detemo-nos hoje a contemplar o zelo apostólico, não duma pessoa singular como São Paulo, mas da multidão dos mártires: homens e mulheres das mais diversas idades, línguas e nações, que deram a vida por Cristo. Depois da geração dos Apóstolos, foram eles as «testemunhas» por excelência do Evangelho. O primeiro deles foi Santo Estêvão, lapidado fora das muralhas de Jerusalém. Os mártires, porém, não devem ser vistos como «heróis» que agiram individualmente, como flores despontadas num deserto, mas como frutos maduros e excelentes da vinha do Senhor, que é a Igreja. De facto, participando assiduamente na celebração da Eucaristia, os cristãos sentem-se impelidos pelo Espírito a organizar a sua vida sobre a base daquele mistério de amor, ou seja, como o Senhor Jesus dera a sua vida por eles assim também eles podiam e deviam dar a vida por Ele e pelos irmãos. À imitação de Cristo e com a sua graça, os mártires fazem com que a violência recebida de quem recusa o anúncio do Evangelho se torne uma ocasião suprema de amor, que vai até ao perdão dos próprios algozes. Embora o martírio seja pedido a poucos, «todos, porém, devem estar dispostos – diz o Concílio Vaticano II – a confessar a Cristo diante dos homens e a segui-Lo no caminho da cruz em meio das perseguições que nunca faltarão à Igreja». Assim os mártires mostram-nos que todo o cristão é chamado a dar testemunho com a sua vida, embora não chegue ao derramamento do sangue, fazendo de si mesmo um dom a Deus e aos irmãos.

Santo Padre:

Saluto tutti voi, pellegrini di lingua portoghese, e vi prego di non lasciare mai che eventuali nuvole sul vostro cammino vi impediscano d’irradiare la gloria e la speranza seminate in voi, lodando sempre il Signore nei vostri cuori e rendendo grazie di tutto al Padre celeste. Così Dio vi benedica!

Speaker:

Saúdo a todos vós, peregrinos de língua portuguesa, pedindo-vos para nunca deixardes que eventuais nuvens sobre o vosso caminho vos impeçam de irradiar a glória e a esperança semeadas em vós, louvando sempre ao Senhor em vossos corações e dando graças por tudo ao Pai do Céu. Assim Deus vos abençoe!

[00616-PO.01] [Texto original: Português]

In lingua araba

Speaker:

تكلَّمَ قَداسَةُ البابا اليَومَ على الشُّهداءِ وغَيرَتِهِم الإنجيليَّة، وقال: الشُّهداءُ هم الَّذين بَذَلُوا حياتَهم مِن أجلِ المسيح. بعدَ جيلِ الرُّسل، كانوا هم ”شهودَ“ الإنجيلِ بامتياز، وكان أوَّلَهُم الشَّماسُ إِسْطفانُس. ويجبُ ألَّا نَنظُرَ إليهِم كأنَّهم ”أبطالٌ“ تصرفُوا بِمُفرَدِهم، بل هم ثمارٌ ناضجةٌ ويانعةٌ في كَرمِ الرَّبِّ يسوع. وبصورةٍ خاصَّة، إنّ المسيحيِّين، الَّذين كانوا يشاركونَ باستمرارٍ في الاحتفالِ بالإفخارستيا، قادَهم الرُّوحُ القُدُسُ إلى أنْ يُؤَسِّسُوا حياتَهم على سرِّ المحبَّة، أعني أنَّ الرَّبَّ يسوعَ بَذَلَ حياتَه مِن أجلِهِم، ولذلك هم أيضًا علَيهِم أنْ يَبذِلُوا حياتَهم مِن أجلِهِ ومِن أجلِ إخوتِهِم. لذلك فالشُّهداءُ هم الَّذين أحبُّوا المسيحَ في حياتِهِم، واقتَدُوا بِه في موتِهِم. وهُم أكثرُ عددًا في وقتِنا هذا مِمَّا كانوا عليه في القرونِ الأولى. على الرَّغمِ مِن أنَّ الاستِشهادَ لم يُعطَ إلَّا لِقَليلين، إنَّما على الجميعِ أنْ يكونوا مُستَعِدينَ لِيَعتَرِفُوا بالمسيحِ أمام النَّاس، ولْيَتبَعُوهُ علَى دربِ الصَّليب. وقالَ قداستُه: في اليَمنِ الأرضِ الَّتي تعاني مِن حربٍ طويلةٍ ومنسيَّة، قُتِلَتْ عِدَةُ راهباتٍ كُنَّ يَقُمنَ بأعمالِ المحبَّة. قُتِلنَ بسببِ إيمانِهِنَّ معَ بعضِ المسيحيّينَ والمسلمينَ الَّذين كانوا يخدُمون بمحبَّةٍ معهنَّ. فشهادةُ الدَّمِ إذًا يمكنُ أنْ تُوَحِّدَ أشخاصًا مِن أديانٍ مختلفة. لا يجوزُ القَتلُ أبدًا باسمِ الله، لأنَّنا كلَّنا في نظرِ اللهِ إخوةٌ وأخوات. بل يمكِنُنا أنْ نَبذِلَ معًا حياتَنا مِن أجلِ الآخرين.

Santo Padre:

Saluto i fedeli di lingua araba. Chiediamo a Dio di accrescere il nostro amore per Cristo, così da imitare i Santi e le Sante martiri che hanno dato la loro vita per Lui e per i fratelli, e sono stati semi di pace e di riconciliazione tra i popoli. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga ‎sempre da ogni male‎‎‎‏!

Speaker:

أُحَيِّي المُؤمِنينَ الناطِقينَ باللغَةِ العربِيَّة. لِنَطلُبْ مِن اللهِ أنْ يزيدَنا محبَّةً للمسيحِ حتَّى نَقتَدِيَ بالقِدّيسينَ والقِدّيساتِ الشُّهداءِ الَّذين بذلُوا حياتَهُم مِن أجلِهِ ومِن أجلِ إخوَتِهِم، وكانوا بِذارَ سلامٍ ومصالحةٍ بينَ الشُّعوب. باركَكُم الرّبُّ جَميعًا وحَماكُم دائِمًا مِن كُلِّ شَرّ!

[00617-AR.01] [Testo originale: Arabo]

In lingua polacca

Speaker

Po rozważeniu świadectwa św. Pawła dziś przyglądamy się zastępom męczenników, którzy oddali życie za Chrystusa. Po pokoleniu apostołów to oni byli w najwyższym stopniu „świadkami” Ewangelii. Pierwszym był diakon Szczepan, ukamienowany poza murami Jerozolimy. Słowo „męczeństwo” pochodzi od greckiego martyria, co oznacza „świadectwo”. Kościół słowo „męczennik” zaczął stosować na oznaczenie tych, którzy dawali świadectwo aż do przelania krwi.

Chrześcijanie, uczestnicząc gorliwie w Eucharystii, byli prowadzeni przez Ducha Świętego do budowania swojego życia na tajemnicy miłości - na fakcie, że Pan Jezus oddał za nich swoje życie, a zatem i oni mogą i powinni oddać życie za Niego i za swoich braci.

Sobór Watykański II przypomina, że „męczeństwo, przez które uczeń upodabnia się do Mistrza, przyjmującego z własnej woli śmierć dla zbawienia świata, i naśladuje Go w przelaniu krwi, Kościół uważa za cenny dar i najwyższą próbę miłości”. Dalej stwierdza, że chociaż tylko nieliczni są wezwani do męczeństwa, to „wszyscy powinni być gotowi do wyznawania Chrystusa wobec ludzi i iść za Nim drogą krzyża wśród prześladowań”.

Módlmy się, abyśmy niestrudzenie dawali świadectwo Ewangelii, także w czasach ucisku. Niech wszyscy święci męczennicy i męczennice będą ziarnami pokoju i pojednania między narodami, aby świat stał się bardziej ludzki i braterski, w oczekiwaniu na pełne objawienie się królestwa niebieskiego, kiedy to Bóg będzie wszystkim we wszystkich.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Abbiamo parlato oggi dei martiri. Tra questi c’è anche sant’Adalberto, vescovo, patrono della Polonia, la cui solennità celebrerete fra qualche giorno. Il suo martirio, che divenne testimonianza per la Chiesa in Polonia, vi ottenga da Dio il coraggio nella fede. Vi benedico di cuore.

Speaker:

Serdecznie pozdrawiam pielgrzymów polskich. Mówiliśmy dzisiaj o męczennikach. Wśród nich jest także św. Wojciech, biskup, patron Polski, którego uroczystość będziecie obchodzili za kilka dni. Jego męczeństwo stało się świadectwem dla Kościoła w Polsce. Niech wyjednuje wam u Boga odwagę w wierze. Z serca wam błogosławię.

[00618-PL.01] [Testo originale: Polacco]

In lingua slovena

Santo Padre

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua slovena. In particolare, saluto gli studenti e i professori del liceo Arcidiocesano Anton Martin Slomšek e auspico che la celebrazione del Mistero pasquale rafforzi in ciascuno la speranza cristiana e corrobori la carità verso Dio e verso il prossimo. A tutti voi la mia Benedizione.

Speaker:

Prisrčno pozdravljam romarje iz Slovenije. Še posebej pozdravljam dijake in profesorje škofijske gimnazije Antona Martina Slomška. Želim vam, da bi obhajanje velikonočne skrivnosti v vsakem izmed vas okrepilo krščansko upanje in utrdilo ljubezen do Boga in bližnjega. Vsem vam podeljujem svoj blagoslov.

[00620-AA.01] [Testo originale: Sloveno]

In lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i fedeli delle parrocchie di Perugia, di San Ferdinando in Bari e di San Gaspare del Bufalo in Roma. Saluto la Scuola Sottufficiali della Marina Militare di Taranto, gli alunni dell’Istituto Giovanni Paolo II di Maratea e quelli dell’Istituto Miraglia di Lauria.

Il mio pensiero va infine, come di consueto, ai giovani, ai malati, agli anziani e agli sposi novelli. A tutti rivolgo il mio augurio perché, partendo dalla Città Eterna e tornando nei rispettivi ambienti di vita, portiate la testimonianza di un impegno rinnovato di fede operosa, contribuendo così a far risplendere nel mondo la luce di Cristo risorto.

E perseveriamo nella vicinanza e nella preghiera per la cara e martoriata Ucraina, che continua a sopportare terribili sofferenze.

A tutti la mia benedizione.

[00619-IT.01] [Testo originale: Italiano]

 

[B0284-XX.02]