Catechesi del Santo Padre in lingua italiana
Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue
Appello del Santo Padre
L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.00 in Piazza San Pietro, dove il Santo Padre Francesco ha incontrato i gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana il Papa, continuando il ciclo di catechesi La passione per l’evangelizzazione: lo zelo apostolico del credente, ha incentrato la Sua meditazione sul tema “Testimoni: San Paolo. 2” (Lettura: Ef 6,13-15).
Dopo aver riassunto la Sua catechesi nelle diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai fedeli presenti. Quindi ha rivolto un appello in occasione del 60° anniversario dell’Enciclica di San Giovanni XXIII “Pacem in terris”, che ricorreva ieri.
L’Udienza Generale si è conclusa con la recita del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.
Catechesi del Santo Padre in lingua italiana
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Dopo aver visto, due settimane fa, lo slancio personale di San Paolo per il Vangelo, possiamo oggi riflettere più approfonditamente sullo zelo evangelico così come lui stesso ne parla e lo descrive in alcune sue lettere.
In forza della sua stessa esperienza, Paolo non ignora il pericolo di uno zelo distorto, orientato in una direzione sbagliata; in questo pericolo era caduto lui stesso prima della caduta provvidenziale sulla via di Damasco. Talvolta abbiamo a che fare con una premura mal orientata, accanita nell’osservanza di norme puramente umane e obsolete per la comunità cristiana. «Costoro – scrive l’Apostolo – sono premurosi verso di voi, ma non onestamente» (Gal 4,17).
Non possiamo ignorare la sollecitudine con cui alcuni si dedicano a occupazioni sbagliate anche nella stessa comunità cristiana; si può millantare un falso slancio evangelico mentre si sta inseguendo in realtà la vanagloria o le proprie convinzioni o un po’ l’amore di se stesso.
Per questo ci domandiamo: quali sono le caratteristiche dello zelo evangelico vero secondo Paolo? Mi sembra utile per questo il testo che abbiamo ascoltato in apertura, un elenco di “armi” che l’Apostolo indica per la battaglia spirituale. Fra queste c’è la prontezza a propagare il Vangelo, tradotta da alcuni come “zelo” – questa persona è uno zelante nel portare avanti queste idee, queste cose –, e indicata come una “calzatura”. Perché? Come mai lo slancio per il Vangelo è collegato a ciò che si mette ai piedi? Questa metafora riprende un testo del profeta Isaia, che dice così: «Come sono belli sui monti / i piedi del messaggero che annuncia la pace, / del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza, / che dice a Sion: “Regna il tuo Dio”» (52,7).
Anche qui troviamo il riferimento ai piedi di un annunciatore di buone notizie. Perché? Perché chi va ad annunciare si deve muovere, deve camminare! Ma notiamo anche che Paolo, in quel testo, parla della calzatura come parte di un’armatura, secondo l’analogia dell’equipaggiamento di un soldato che va in battaglia: nei combattimenti era fondamentale avere stabilità di appoggio, per evitare le insidie del terreno, perché spesso l’avversario disseminava di trappole il campo di battaglia, e per avere la forza necessaria per correre e muoversi nella direzione giusta. Per questo, la calzatura è per correre ed evitare tutte queste cose dell’avversario.
Lo zelo evangelico è l’appoggio su cui si basa l’annuncio, e gli annunciatori sono un po’ come i piedi del corpo di Cristo che è la Chiesa. Non c’è annuncio senza movimento, senza “uscita”, senza iniziativa. Questo vuol dire che non c’è cristiano se non in cammino, non è un cristiano se il cristiano non esce da sé stesso per mettersi in cammino e portare un annuncio. Non c’è annuncio senza movimento, senza cammino. Non si annuncia il Vangelo da fermi, chiusi in un ufficio, alla scrivania o al computer facendo polemiche come “leoni da tastiera” e surrogando la creatività dell’annuncio con il copia-e-incolla di idee prese qua e là. Il Vangelo si annuncia muovendosi, camminando, andando.
Il termine usato da Paolo, per indicare la calzatura di chi porta il Vangelo, è una parola greca che denota prontezza, preparazione, alacrità. È il contrario della trasandatezza, incompatibile con l’amore. Infatti altrove Paolo dice: «Non siate pigri nello zelo; siate invece ferventi nello spirito, servite il Signore» (Rm 12,11). Questo atteggiamento era quello richiesto nel Libro dell’Esodo per celebrare il sacrificio della liberazione pasquale: «Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta. È la Pasqua del Signore! In quella notte io passerò» (12,11-12a).
Un annunciatore è pronto a partire, e sa che il Signore passa in modo sorprendente; deve quindi essere libero da schemi e predisposto ad un’azione inaspettata e nuova: preparato per le sorprese. Chi annuncia il Vangelo non può essere fossilizzato in gabbie di plausibilità o nel “si è sempre fatto così”, ma è pronto a seguire una sapienza che non è di questo mondo, come Paolo dice parlando di sé stesso: «La mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio» (1 Cor 2,4-5).
Ecco, fratelli e sorelle: è importante avere questa prontezza alla novità del Vangelo, questo atteggiamento che è uno slancio, un prendere l’iniziativa, un andare per primo. È un non lasciarsi sfuggire le occasioni per promulgare l’annuncio del Vangelo di pace, quella pace che Cristo sa dare più e meglio di come la dà il mondo. E per questo vi esorto a essere evangelizzatori che si muovono, senza paura, che vanno avanti, per portare la bellezza di Gesù, per portare la novità di Gesù che cambia tutto. “Sì, Padre, cambia il calendario, perché adesso noi contiamo gli anni prima di Gesù …” – “Ma anche, cambia il cuore: e tu sei disposto a lasciare che Gesù ti cambi il cuore? O tu sei un cristiano tiepido, che non si muove? Pensa un po’: tu sei un entusiasta di Gesù, vai avanti? Pensa un po’…
[00567-IT.02] [Testo originale: Italiano]
Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue
In lingua francese
Speaker:
Frères et sœurs, après avoir parlé de l’empressement personnel de saint Paul pour l’Évangile, nous réfléchissons aujourd’hui sur le zèle apostolique décrit dans ses lettres. Fort de son expérience, Paul n’ignore pas le danger d’un zèle déformé, orienté dans la mauvaise direction. Il peut y avoir, en effet, un faux élan évangélique lorsque l’on poursuit en réalité sa propre gloire ou que l’on sert ses convictions personnelles. Les caractéristiques d’un zèle authentique, selon Paul, sont décrites dans la liste des “armes” que l’Apôtre estime nécessaires pour le combat spirituel. Parmi elles se trouve l’ardeur à annoncer l’Évangile, traduite comme “zèle” et comparé à des “souliers”, car celui qui va annoncer doit marcher. L’annonce s’appuie sur le zèle évangélique, et les annonciateurs sont un peu comme les pieds du Corps du Christ qu’est l’Église. Il n’y a pas d’annonce sans mouvement, sans “sortie”, sans initiative. L’Évangile est annoncé en se déplaçant, en marchant, en allant. Le terme grec utilisé par Paul pour désigner les souliers de celui qui porte l’Évangile évoque la promptitude, la préparation, la hâte. C’est le contraire du laisser-aller, incompatible avec l’amour. L’annonciateur est prêt à partir, il doit se libérer des schémas et être disposé à agir de manière inattendue et nouvelle. Celui qui annonce l’Évangile est prêt à suivre une sagesse qui n’est pas de ce monde.
Santo-Padre:
Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese, in particolare le parrocchie e i giovani venuti dalla Svizzera e dalla Francia.
Fratelli e sorelle, riempiti della gioia del Cristo Risorto, chiediamo la grazia di essere Chiesa “in uscita”, quella comunità di discepoli missionari che prendono l’iniziativa e che si coinvolgono per annunciare il Vangelo della pace e della misericordia.
Dio vi benedica!
Speaker:
Je salue cordialement les pèlerins de langue française, en particulier les paroisses et les jeunes venus de Suisse et de France.
Frères et sœurs, remplis de la joie du Christ Ressuscité, demandons la grâce d’être l’Église “en sortie”, cette communauté des disciples missionnaires qui prennent l’initiative et qui s’impliquent pour annoncer l’Évangile de la paix et de la miséricorde.
Que Dieu vous bénisse!
[00568-FR.01] [Texte original: Français]
In lingua inglese
Speaker:
Dear brothers and sisters: In our continuing catechesis on apostolic zeal, we have been reflecting on the example of the Apostle Paul. From his earlier experience as a persecutor of the Church, Paul was well aware of the danger of misguided zeal, or a zeal motivated not by love of Christ but by vanity or self-assertion. Authentic zeal for the Gospel is instead, Paul teaches, completely centred on Christ and the power of his resurrection. In his Letters, Paul uses the imagery of putting on the “armour of God” and exhorts his listeners to have their “feet shod” in readiness to proclaim the Gospel of peace (cf. Eph 6:13). The image is eloquent, since the feet of an evangelist must be solidly planted yet constantly in movement, ever ready to confront new situations in the effort to proclaim the Good News with creativity and conviction. May each of us, in the circumstances of our daily lives, prove zealous in discerning when and how best to proclaim the risen Jesus and his promise of the fullness of life and peace.
Santo Padre:
Do il benvenuto a tutti i pellegrini di lingua inglese, specialmente ai gruppi provenienti da Svezia, Svizzera, Canada e Stati Uniti d’America. Nella gioia del Cristo Risorto, invoco su di voi e sulle vostre famiglie l’amore misericordioso di Dio nostro Padre. Il Signore vi benedica!
Speaker:
I extend a warm welcome to the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, especially the groups from Sweden, Switzerland, Canada and the United States of America. In the joy of the Risen Christ, I invoke upon you and your families the loving mercy of God our Father. May the Lord bless all of you!
[00569-EN.01] [Original text: English]
In lingua tedesca
Speaker:
Liebe Brüder und Schwestern, in der heutigen Katechese befassen wir uns mit dem, was der Apostel Paulus in seinen Briefen über den Eifer für das Evangelium schreibt. Aus eigener Erfahrung weiß er, dass immer auch die Gefahr eines verzerrten, fehlgeleiteten Eifers besteht, der letztlich auf das eigene Ansehen aus ist und der eigenen Überzeugung folgt. Echten, authentischen Eifer hingegen erkennt man an der Bereitschaft, dem Evangelium zu dienen und es zu verbreiten. Paulus fordert in der eben gehörten Lesung dazu auf, sich mit dieser Bereitschaft „zu beschuhen“. Er bringt damit zum Ausdruck, dass die Verkünder des Evangeliums gleichsam die Füße des Leibes Christi, also der Kirche, sind, da durch sie Christus mit seiner Botschaft zu den Menschen gelangt. Daher geschieht die Verkündigung auch nicht statisch, vom Schreibtisch oder vom Computer aus, sondern im Hinausgehen und im Unterwegssein. Wer das Evangelium verkündet, braucht Offenheit und Bereitschaft für das Unerwartete, für die überraschende Begegnung mit dem Herrn. Dabei setzt er nicht auf Überredung durch gewandte oder kluge Worte, sondern auf das Offenbarwerden von Gottes Geist und Kraft (vgl. 1 Kor 2,4-5) und verkündet so das Evangelium jenes Friedens, den nur Christus der Welt schenken kann.
Santo Padre:
Cari fratelli e sorelle, Cristo è risorto, è veramente risorto! La luce della sua risurrezione ci guidi per compiere sempre meglio il passaggio dal peccato alla vera vita perché possiamo annunciare con gioia al mondo che Cristo ha sconfitto la morte e il male.
Speaker:
Liebe Brüder und Schwestern, Christus ist auferstanden, er ist wahrhaft auferstanden! Das Licht seiner Auferstehung leite uns, damit wir den Übergang von der Sünde zum wahren Leben immer besser vollziehen und der Welt freudig verkünden können, dass Christus den Tod und das Böse besiegt hat.
[00570-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]
In lingua spagnola
Queridos hermanos y hermanas:
Hoy reflexionamos sobre el celo apostólico a la luz de los escritos de san Pablo. La experiencia del Apóstol nos demuestra que puede haber un celo distorsionado —quizás movido por la vanagloria o las propias ideas—, tal como le sucedió a él mismo antes de su encuentro con Cristo en el camino de Damasco. De hecho, las imágenes que utiliza en sus cartas pueden ayudarnos a definir las características de un verdadero celo apostólico, de un verdadero apóstol de Jesús.
En el texto que hemos escuchado, Pablo dice a los efesios que “el calzado” para anunciar el Evangelio es “el celo”. Esta metáfora también nos recuerda al profeta Isaías, cuando habla de los pasos del que anuncia la buena noticia. ¿Qué significa esta referencia a “los pies” del apóstol? Significa que quienes anuncian a Jesús se tienen que mover, no se pueden quedar quietos. El celo evangélico es la base del anuncio, lo que impulsa a salir, a tener iniciativas, a tener creatividad; en definitiva, nos hace estar dispuestos a “modificar la agenda”, poniendo en primer lugar el anuncio de Jesús.
Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española. Con la fuerza que nos da Cristo Resucitado, y teniendo en cuenta la experiencia de san Pablo, salgamos a anunciar a todos la Buena Noticia, que nos da alegría y paz. Que Jesús los bendiga y la Virgen Santa los cuide. Muchas gracias.
00571-ES.02] [Texto original: Español]
In lingua portoghese
Speaker:
Vejamos hoje como São Paulo compreende o zelo apostólico do discípulo de Jesus Cristo. O Apóstolo não ignora, até por experiência própria, que o zelo pode ser mal orientado. Na verdade, se for posto ao serviço da vanglória ou das próprias ideias, não ajuda a obra da evangelização. É preciso tomar a armadura de Deus, tendo os pés calçados com a prontidão para ir anunciar a novidade do Evangelho. Paulo associa esta prontidão à imagem do calçado, que, nos antigos campos de batalha era fundamental para o soldado não perder a estabilidade ao apoiar-se sobre a terra, evitando mais facilmente as armadilhas preparadas pelo adversário e conseguindo maior agilidade na corrida. Assim, o zelo apostólico pode comparar-se ao apoio no qual assenta o anúncio de Cristo, sendo os evangelizadores como que os pés da Igreja missionária. Vemos a importância disto quando pensamos que é impossível anunciar o Evangelho sem nos pormos em movimento, sem saída, sem iniciativa. Não se evangeliza fechado no escritório, sentado à secretária, substituindo a creatividade do anúncio com a tarefa de elaborar ideias. Por isso, para nomear o calçado de quem leva o Evangelho, Paulo usa este termo prontidão que é o contrário de desmazelo. Efetivamente, o verdadeiro evangelizador, porque ama Cristo, está pronto a partir para anunciar o Evangelho da paz.
Santo Padre:
Saluto cordialmente i pellegrini brasiliani della Comunità Filhos da Misericórdia e tutti i presenti di lingua portoghese: «La pace del Signore sia con tutti voi». Dalla tomba dove Lo avevano rinchiuso, Cristo Gesù è uscito per noi, per portare la vita dove c’era la morte. Egli è risorto per noi e non ci lascerà mancare nulla: appoggiati a questa certezza riusciremo a superare ogni difficoltà. Di nuovo auguro a tutti buona Pasqua, nella pace di Cristo.
Speaker:
De coração, saúdo os peregrinos brasileiros da «Comunidade Filhos da Misericórdia» e todos os presentes de língua portuguesa: «A paz do Senhor esteja com todos vós». Do túmulo onde O fechámos, Cristo Jesus saiu para nós, para trazer a vida onde havia a morte. Ele ressuscitou para nós e não nos deixará faltar nada: apoiados nesta certeza, conseguiremos superar todas as dificuldades. De novo, a todos desejo uma Páscoa feliz, na paz de Cristo.
[00572-PO.01] [Texto original: Português]
In lingua araba
Speaker:
تكلَّمَ قَداسَةُ البابا اليَومَ على القِدّيسِ بولسَ وغَيرَتِهِ الإنجيليَّة. وقال: كانَ القِدّيسُ بولسُ يَعرِفُ معنَى الغَيرَةِ الزائفةِ الَّتي تسيرُ في الاتّجاهِ الخاطئ، لأنَّهُ جَرَّبَها، قَبلَ أنْ يُوقِفَهُ اللهُ علَى طريقِ دمشق. يُمكِنُنا أحيانًا أنْ نَقَعَ في مِثلِ هذهِ الغَيرَةِ الزائفة، فنسعَى وراءَ مجدِنا الباطلِ ونسيرُ بحسبِ قناعاتِنا الخاصَّة. بحسبِ بولس، ما هي مِيزاتُ الغَيرَةِ الإنجيليَّةِ الأَصيلَة؟ النَّصُ الإنجيليّ الَّذي أصغَينا إليهِ يُعطِينا الجواب. يُعَدِّدُ فيهِ بولسُ نوعَ الأسلحةِ الرُّوحيَّةِ الَّتي يجبُ أنْ نَتَسَلَّحَ بِها للمعركةِ الرُّوحيَّة. ومِن بينِها النَّشاطُ لإِعلانِ البِشارة. وأشارَ إلى ذلك بِلِبسِ ”الحِذاء“. لماذا؟ كيف يرتبطُ الاندفاعُ للإنجيلِ بِما نَلبَسَهُ في قدَمَينا؟ لأنَّ الَّذي يذهبُ لِيُبَشِّرَ يجبُ أنْ يتحرَّكَ ويسير! لا يُمكِنُنا أنْ نُبَشِّرَ بالإنجيل، وأنْ تكونَ لدينا الغَيرَةَ الإنجيليَّة، ونحنُ واقفونَ بلا حِراك، ومُنغَلِقونَ علَى أنفسِنا في المكتب، أمامَ الكومبيوترِ أو غيرِهِ. وهنا تأتي أهميَّةُ حِذاءِ المُبَشِّرِ بحسبِ بولسَ الَّذي يَدِلُّ علَى الاستعدادِ والجاهزيَّةِ والحيويَّة. وقالَ قداسَتُهُ: المُبَشِّرُ مُستَعِدٌّ لأن يَنطَلِقَ، وَيَعلَمُ أنَّ الرَّبَّ يسوعَ سَيَمُرُّ بِهِ بطريقةٍ مفاجئة، فَعَلَيهِ إذًا أنْ يكونَ حرًّا مِن المخطَّطاتِ الجاهزة، ومستعِدًّا لِعَمَلِ جديدٍ غيرِ مُتوقَّع، وألَّا يَستَنِدَ إِيمانُهُ إِلى حِكمَةِ النَّاس، بل إِلى قُدرَةِ الله.
Santo Padre:
Saluto i fedeli di lingua araba. La nostra speranza si chiama Gesù. Egli è entrato dentro il sepolcro del nostro peccato e dagli abissi più oscuri della nostra morte, ci ha risvegliati alla vita. Egli è vivo e con Lui il male non ha più potere, il fallimento non può impedirci di ricominciare e la morte diventa passaggio per l’inizio di una vita nuova. A tutti voi, Buona Pasqua!
Speaker:
أُحَيِّي المُؤمِنينَ الناطِقينَ باللغَةِ العربِيَّة. رجاؤُنا يُدعَى يسوع. هو دخلَ في قبرِ خطايانا، ومِن أحلَكِ أعماقِ موتِنا، أَيقَظَنا ومَنَحنا الحياة. إنَّهُ حَيٌّ، ومَعَهُ لمْ يَعُدْ للشَّرِّ سُلطان، ولا يستطيعُ الفشلُ أنْ يَمنَعنا مِن أنْ نبدأَ مِن جديد، والموتُ أصبحَ مَعبَرًا لبدايةِ حياةٍ جديدة. أتمنَّى لكُم جميعًا فِصحًا مجيدًا.
[00573-AR.01] [Testo originale: Arabo]
In lingua polacca
Speaker:
W kolejnej katechezie o zapale apostolskim zastanawiamy się dziś nad gorliwością, którą św. Paweł opisuje w swoich listach, nie lekceważąc przy tym gorliwości wypaczonej, bo sam popadł w to niebezpieczeństwo przed swym nawróceniem. W zrozumieniu cech prawdziwej gorliwości pomocny jest tekst, który usłyszeliśmy na początku audiencji, w którym św. Paweł opisuje zbroję do walki duchowej. Należy do niej gotowość głoszenia dobrej nowiny, w którą trzeba się obuć. Metafora ta nawiązuje do proroctwa Izajasza, który mówi o nogach zwiastuna dobrej nowiny. Ci, którzy głoszą są niejako stopami ciała Chrystusa, jakim jest Kościół. Nie ma głoszenia bez ruchu, bez wyjścia, bez inicjatywy. Nie głosi się Ewangelii stojąc w miejscu, przy biurku czy przy komputerze i zastępując kreatywność głoszenia czynnością „kopiuj-wklej”, ideami zaczerpniętymi z różnych miejsc. Ewangelię głosi się w ruchu. Głosiciel jest gotów do wyruszenia w drogę i wie, że Pan przechodzi w sposób zaskakujący. Musi więc być wolny od schematów i przygotowany na działanie niespodziewane i nowe. Ten, kto głosi Ewangelię nie może być skostniały w niewoli przewidywalności lub w tym, że „zawsze tak robiono", ale gotów jest iść za mądrością, która nie jest z tego świata, jak mówi św. Paweł, powiadając o sobie: „mowa moja i moje głoszenie nie miały nic z uwodzących przekonywaniem słów mądrości, lecz były ukazywaniem ducha i mocy, aby wiara wasza opierała się nie na mądrości ludzkiej, lecz na mocy Bożej” (1 Kor 2, 4-5).
Santo Padre:
Saluto cordialmente tutti i polacchi. Tra poco celebreremo la Domenica della Divina Misericordia, istituita da San Giovanni Paolo II come voluto dal Signore Gesù attraverso Santa Faustina Kowalska quasi un secolo fa. Oggi che il mondo è sempre più provato dalle guerre e si allontana da Dio, abbiamo ancora più bisogno della Misericordia del Padre. Eleviamo pertanto la preghiera a Cristo: “Per la Tua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero”. Vi benedico di cuore.
Speaker:
Pozdrawiam serdecznie wszystkich Polaków. Wkrótce będziemy przeżywać Niedzielę Bożego Miłosierdzia, ustanowioną przez św. Jana Pawła II, jak tego pragnął Pan Jezus za pośrednictwem św. Faustyny Kowalskiej prawie sto lat temu. Dziś, gdy świat jest doświadczany coraz bardziej przez wojny i oddala się od Boga, nade wszystko potrzebujemy Miłosierdzia Ojca. Dlatego wznośmy do Chrystusa modlitwę: „dla Twojej bolesnej męki, miej miłosierdzie dla nas i całego świata”. Z serca wam błogosławię. Dlatego nie przestawajmy prosić Boga, by zważywszy na bolesną Mękę swego Syna, miał miłosierdzie dla nas i całego świata.
[00574-PL.01] [Testo originale: Polacco]
In lingua italiana
Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i nuovi diaconi della Compagnia di Gesù, esortando ciascuno a seguire con fedeltà il divino Maestro. Saluto i ragazzi della Valcamonica, i Decanati di Lecco, Bollate e Villoresi, le comunità parrocchiali di Pontoglio e di Contrada, i liceali di Napoli e gli studenti di Marcianise. Accolgo con gioia il pellegrinaggio dei preadolescenti dell’Arcidiocesi di Milano: cari ragazzi, vi auguro di vivere in pienezza il messaggio pasquale, sempre fedeli al vostro Battesimo e testimoni gioiosi di Cristo morto e risorto per noi.
La prossima domenica celebriamo la Misericordia di Dio, è la Domenica della Misericordia. Il Signore mai smette di essere misericordioso: pensiamo alla Misericordia di Dio che sempre ci accoglie, sempre ci accompagna, mai ci lascia da soli.
Il mio pensiero va infine, come di consueto, ai giovani, ai malati, agli anziani e agli sposi novelli. Vi invito a vivere questo tempo pasquale con lo sguardo rivolto al Cristo Risorto, che si è immolato per noi e per la nostra salvezza.
E perseveriamo nella preghiera per la martoriata Ucraina. Preghiamo per quanto soffre l’Ucraina.
A tutti la mia benedizione.
[00575-IT.02] [Testo originale: Italiano]
Appello del Santo Padre
Ieri ricorreva il 60° anniversario dell’Enciclica Pacem in terris, che San Giovanni XXIII indirizzò alla Chiesa e al mondo nel pieno della tensione tra i due blocchi contrapposti nella cosiddetta guerra fredda. Il Papa aprì davanti a tutti l’orizzonte ampio in cui poter parlare di pace e costruire la pace: il disegno di Dio sul mondo e sulla famiglia umana. Quell’Enciclica fu una vera benedizione, come uno squarcio di sereno in mezzo a nubi scure. Il suo messaggio è attualissimo. Basti ad esempio questo passo: «I rapporti tra le comunità politiche, come quelli tra i singoli esseri umani, vanno regolati non facendo ricorso alla forza delle armi, ma nella luce della ragione, e cioè nella verità, nella giustizia, nella solidarietà operante» (n. 62). Invito i fedeli e gli uomini e le donne di buona volontà a leggere la Pacem in terris, e prego perché i Capi delle Nazioni se ne lascino ispirare nei progetti e nelle decisioni.
[00576-IT.01] [Testo originale: Italiano]
[B0266-XX.02]