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L’Udienza Generale, 29.12.2021


Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

L’ Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.00 nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana, il Papa, riprendendo il ciclo di catechesi su San Giuseppe, ha incentrato la sua riflessione sul tema: San Giuseppe, migrante perseguitato e coraggioso (Lettura: Mt, 2, 13-15).

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Oggi vorrei presentarvi San Giuseppe come migrante perseguitato e coraggioso. Così lo descrive l’Evangelista Matteo. Questa particolare vicenda della vita di Gesù, che vede come protagonisti anche Giuseppe e Maria, è conosciuta tradizionalmente come “la fuga in Egitto” (cfr Mt 2,13-23). La famiglia di Nazaret ha subito tale umiliazione e sperimentato in prima persona la precarietà, la paura, il dolore di dover lasciare la propria terra. Ancora oggi tanti nostri fratelli e tante nostre sorelle sono costretti a vivere la medesima ingiustizia e sofferenza. La causa è quasi sempre la prepotenza e la violenza dei potenti. Anche per Gesù è accaduto così.

Il re Erode viene a sapere dai Magi della nascita del “re dei Giudei”, e la notizia lo sconvolge. Si sente insicuro, si sente minacciato nel suo potere. Così riunisce tutte le autorità di Gerusalemme per informarsi sul luogo della nascita, e prega i Magi di farglielo sapere con precisione, affinché – dice falsamente – anche lui possa andare ad adorarlo. Accorgendosi però che i Magi erano ripartiti per un’altra strada, concepì un proposito scellerato: uccidere tutti i bambini di Betlemme dai due anni in giù in quanto, secondo il calcolo dei Magi, quello era il tempo in cui Gesù era nato.

Nel frattempo, un angelo ordina a Giuseppe: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò. Erode, infatti, vuole cercare il bambino per ucciderlo» (Mt 2,13). Pensiamo oggi a tanta gente che sente questa ispirazione dentro: “Fuggiamo, fuggiamo, perché qui c’è pericolo”. Il piano di Erode richiama quello del Faraone di gettare nel Nilo tutti i figli maschi del popolo d’Israele (cfr Es 1,22). E la fuga in Egitto evoca tutta la storia d’Israele a partire da Abramo, che pure vi soggiornò (cfr Gen 12,10), fino a Giuseppe, figlio di Giacobbe, venduto dai fratelli (cfr Gen 37,36) e poi divenuto “capo del paese” (cfr Gen 41,37-57); e a Mosè, che liberò il suo popolo dalla schiavitù degli egiziani (cfr Es 1; 18).

La fuga della Santa Famiglia in Egitto salva Gesù, ma purtroppo non impedisce a Erode di compiere la sua strage. Ci troviamo così di fronte a due personalità opposte: da una parte Erode con la sua ferocia e dall’altra parte Giuseppe con la sua premura e il suo coraggio. Erode vuole difendere il proprio potere, la propria “pelle”, con una spietata crudeltà, come attestano anche le esecuzioni di una delle sue mogli, di alcuni dei suoi figli e di centinaia di oppositori. Era un uomo crudele: per risolvere dei problemi, aveva una sola ricetta: “fare fuori”. Egli è il simbolo di tanti tiranni di ieri e di oggi. E per loro, per questi tiranni, la gente non conta: conta il potere, e se hanno bisogno di spazio di potere, fanno fuori la gente. E questo succede anche oggi: non dobbiamo andare alla storia antica, succede oggi. È l’uomo che diventa “lupo” per gli altri uomini. La storia è piena di personalità che, vivendo in balìa delle loro paure, cercano di vincerle esercitando in maniera dispotica il potere e mettendo in atto disumani propositi di violenza. Ma non dobbiamo pensare che si vive nella prospettiva di Erode solo se si diventa tiranni, no! In realtà è un atteggiamento in cui possiamo cadere tutti noi, ogni volta che cerchiamo di scacciare le nostre paure con la prepotenza, anche se solo verbale o fatta di piccoli soprusi messi in atto per mortificare chi ci è accanto. Anche noi abbiamo nel cuore la possibilità di essere dei piccoli Erode.

Giuseppe è l’opposto di Erode: prima di tutto è «un uomo giusto» (Mt 1,19), mentre Erode è un dittatore; inoltre si dimostra coraggioso nell’eseguire l’ordine dell’Angelo. Si possono immaginare le peripezie che dovette affrontare durante il lungo e pericoloso viaggio e le difficoltà che comportò la permanenza in un paese straniero, con un'altra lingua: tante difficoltà. Il suo coraggio emerge anche al momento del ritorno, quando, rassicurato dall’Angelo, supera i comprensibili timori e con Maria e Gesù si stabilisce a Nazaret (cfr Mt 2,19-23). Erode e Giuseppe sono due personaggi opposti, che rispecchiano le due facce dell’umanità di sempre. È un luogo comune sbagliato considerare il coraggio come virtù esclusiva dell’eroe. In realtà, il vivere quotidiano di ogni persona – il tuo, il mio, di tutti noi – richiede coraggio: non si può vivere senza coraggio! Il coraggio per affrontare le difficoltà di ogni giorno. In tutti i tempi e in tutte le culture troviamo uomini e donne coraggiosi, che per essere coerenti con il proprio credo hanno superato ogni genere di difficoltà, sopportando ingiustizie, condanne e persino la morte. Il coraggio è sinonimo di fortezza, che insieme alla giustizia, alla prudenza e alla temperanza fa parte del gruppo delle virtù umane, dette “cardinali”.

La lezione che ci lascia oggi Giuseppe è questa: la vita ci riserva sempre delle avversità, questo è vero, e davanti ad esse possiamo anche sentirci minacciati, impauriti, ma non è tirando fuori il peggio di noi, come fa Erode, che possiamo superare certi momenti, bensì comportandoci come Giuseppe che reagisce alla paura con il coraggio di affidarsi alla Provvidenza di Dio. Oggi credo ci voglia una preghiera per tutti i migranti, tutti i perseguitati e tutti coloro che sono vittime di circostanze avverse: che siano circostanze politiche, storiche o personali. Ma, pensiamo a tanta gente vittima delle guerre che vuole fuggire dalla sua patria e non può; pensiamo ai migranti che incominciano quella strada per essere liberi e tanti finiscono sulla strada o nel mare; pensiamo a Gesù nelle braccia di Giuseppe e Maria, fuggendo, e vediamo in Lui ognuno dei migranti di oggi. È una realtà, questa della migrazione di oggi, davanti alla quale non possiamo chiudere gli occhi. È uno scandalo sociale dell’umanità.

San Giuseppe,
tu che hai sperimentato la sofferenza di chi deve fuggire
tu che sei stato costretto a fuggire
per salvare la vita alle persone più care,
proteggi tutti coloro che fuggono a causa della guerra,
dell’odio, della fame.
Sostienili nelle loro difficoltà,
rafforzali nella speranza e fa’ che incontrino accoglienza e solidarietà.
Guida i loro passi e apri i cuori di coloro che possono aiutarli. Amen.

[01866-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

In lingua francese

Speaker :

Aujourd'hui, je voudrais vous présenter saint Joseph comme un migrant persécuté et courageux, ainsi qu’il est décrit par saint Matthieu dans l’évangile. Joseph est le contraire du roi Hérode, et les attitudes de ces deux personnages manifestent les deux faces de notre humanité : alors qu’Hérode cherche à défendre son pouvoir par l’intimidation et la violence, Joseph affronte avec courage les vicissitudes d’un long et dangereux voyage en Egypte, confiant et obéissant dans la parole de l’ange. Voici l’enseignement que Joseph nous laisse aujourd'hui : devant les adversités que la vie nous réserve, nous pouvons nous sentir menacés et avoir peur. Ce n'est pourtant pas en faisant ressortir le pire qui est en nous, comme Hérode, que nous pourrons surmonter ces moments, mais en nous comportant comme Joseph qui réagit à la peur par le courage de faire confiance à la Providence de Dieu. Le courage n’est pas la vertu exclusive du héros. Il est aussi nécessaire pour affronter avec détermination les difficultés de la vie quotidienne. Prions aujourd'hui pour tous les migrants et tous les persécutés, qui se sentent abandonnés et qui se découragent. Que le Seigneur guide leurs pas et ouvre le cœur de ceux qui pourront leur venir en aide.

Santo Padre :

Saluto cordialmente i fedeli di lingua francese presenti oggi. La gioia del Natale non ci faccia dimenticare coloro che, come la Sacra Famiglia in Egitto, sono lontani da casa e dai loro cari. Dio vi benedica!

Speaker :

Je salue cordialement les personnes de langue française présentes aujourd’hui. Que la joie de Noël ne nous fasse pas oublier ceux qui, comme la Sainte Famille en Egypte, sont loin de chez eux et de leurs proches. Que Dieu vous bénisse.

[01867-FR.01] [Texte original: Français]

In lingua inglese

Speaker:

Dear Brothers and Sisters: In our continuing catechesis on Saint Joseph, we now consider Joseph’s courage in the face of persecution. Like many of our brothers and sisters facing injustice or violence today, Joseph and Mary were forced to migrate from their homeland, in order to flee the wrath of King Herod. Deceived by the Magi as to the precise location of Christ’s birth, Herod sought to kill all the male children in Bethlehem of two years or younger. In response to the message of an angel, Joseph courageously took the Holy Family on the perilous journey to Egypt. On their return to the land of Israel, Joseph led them to Galilee to set up home in Nazareth, safe from the threat of Herod’s successor. While Herod embodies cruelty, arrogance and aggression, Joseph, by contrast, shows us how to respond to our own challenges and difficulties with virtuous love, courageously trusting in God’s providence. As we recall the fortitude and love shown by Joseph in the flight into Egypt, let us pray for all those who, like the Holy Family, find themselves forced to flee their homelands, that they will be blessed with the courage of Saint Joseph.

Santo Padre:

Saluto i pellegrini di lingua inglese. Nella pace del Signore Gesù, a ciascuno di voi e alle vostre famiglie auguro di custodire la gioia di questo tempo di Natale, affinché incontriate nella preghiera il Salvatore che desidera farsi vicino a tutti. Dio vi benedica!

Speaker:

I greet the English-speaking pilgrims and visitors. In the peace of our Lord Jesus Christ, may each of you, and your families, cherish the joy of this Christmas season, and so draw near in prayer to the Saviour who has come to dwell among us. May God bless you!

[01868-EN.01] [Original text: English]

In lingua tedesca

Speaker:

Liebe Brüder und Schwestern, bei ihrer Flucht nach Ägypten (vgl. Mt 2,13-23) erlebte die Heilige Familie Demütigung, Unsicherheit, Angst und Leid – ähnlich wie die vielen Flüchtlinge und Migranten unserer Tage. Die Ursache dafür liegt damals wie heute zumeist in der Arroganz und Gewalt der Mächtigen. Herodes ist das Symbol für viele Tyrannen von gestern und heute, die ihre Macht auf despotische Weise ausüben und unmenschliche Gewalttaten verüben. Josef ist das Gegenteil von Herodes. Letzterer fürchtet um seine Macht und reagiert mit der Bekämpfung seiner vermeintlichen Konkurrenten. Josef hingegen reagiert auf seine Ängste mit Gottvertrauen. Er ist „gerecht“ (Mt 1,19) und er beweist Mut, als er auf Geheiß des Engels flieht, aber auch als er trotz anfänglicher Furcht mit Jesus und Maria wieder nach Nazaret zurückkehrt. Mut ist nicht nur eine Tugend der großen Helden. Auch der ganz normale Lebensalltag erfordert vielfach Mut. Zu allen Zeiten und in allen Kulturen finden wir tapfere Männer und Frauen, die für ihre Überzeugungen alle möglichen Schwierigkeiten auf sich genommen, und Ungerechtigkeit, Verurteilung und sogar den Tod ertragen haben. Mut bedeutet das Gleiche wie Tapferkeit, welche zusammen mit der Gerechtigkeit, der Klugheit und der Mäßigung zu den sogenannten „Kardinaltugenden“ gehört.

Santo Padre:

Cari fratelli e sorelle di lingua tedesca, chiedo le vostre preghiere per i migranti, per i perseguitati e per tutti coloro che si sentono abbandonati e scoraggiati. Il Signore infonda loro speranza e aiuti noi a essere loro vicini. Buone feste!

Speaker:

Liebe Brüder und Schwestern deutscher Sprache, ich bitte euch um euer Gebet für die Migranten, für die Verfolgten und für alle, die sich alleingelassen fühlen und ihren Mut verloren haben. Der Herr schenke ihnen Hoffnung und helfe uns ihnen beizustehen. Gesegnete Feiertage!

[01869-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]

In lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

Reflexionamos hoy, en este fin de año, sobre san José como emigrante perseguido y valiente, según lo que nos refiere san Mateo en el pasaje de la Huida en Egipto que hoy hemos escuchado. La Sagrada Familia, como tantos de nuestros hermanos y hermanas en la actualidad, experimentó también la injusticia y el sufrimiento de tener que dejar la propia patria debido a la prepotencia y violencia del poderoso de turno.

En este escenario se contraponen dos personajes. Por una parte, Herodes, que sintiéndose amenazado por el nacimiento del “rey de los judíos” y, defender su propio poder, decide asesinar a todos los niños de Belén menores de dos años. Él es símbolo de muchos tiranos de ayer y de hoy que quieren vencer sus miedos ejerciendo el poder de manera despótica y violenta. Por otra parte, san José, hombre justo y valiente, que para salvar la vida del niño y de la Virgen, se fía de la indicación del ángel y afronta todas las dificultades y peligros del viaje.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española. En este tiempo de Navidad, imploremos al Señor Jesús, por intercesión de la Virgen y de san José, que nos conceda la gracia de fiarnos de la Providencia divina en todo momento, y también la valentía de acoger con espíritu cristiano de caridad y solidaridad a todos nuestros hermanos y hermanas que han tenido que huir de su tierra y abandonar sus hogares. Que el Señor nos conceda un año nuevo lleno de sus dones y sus bendiciones. Muchas gracias.

[01870-ES.02] [Texto original: Español]

In lingua portoghese

Speaker:

São José teve de fugir com a família para o Egito, a fim de livrar Jesus das mãos do rei Herodes, que, imaginando n’Ele uma ameaça ao trono, decide matá-Lo. Aquela fuga salvou Jesus, mas infelizmente não impede o massacre dos restantes meninos de Belém com menos de dois anos de idade. Hoje vemos em São José o emigrante perseguido e corajoso, que nos deixa esta lição: a vida sempre nos reserva contrariedades e, à vista delas, podemos sentir-nos ameaçados, amedrontados, mas não é tirando fora o pior de nós mesmos – como fez Herodes – que podemos superar tais momentos, mas comportando-nos como José que reage ao medo com a coragem de se abandonar confiadamente à Providência de Deus. José demonstra ser um homem corajoso ao cumprir a ordem do Anjo, que ordenou a fuga; não é difícil imaginar os sustos e percalços que teve de vencer, bem como as dificuldades que comportou a permanência num país estrangeiro. E a coragem de José vê-se também no regresso depois de tranquilizado pelo Anjo a propósito da morte de Herodes: supera compreensíveis temores e vai, com Maria e Jesus, estabelecer-se em Nazaré. Herodes e José são duas figuras opostas que refletem as duas faces da humanidade de sempre. É ideia comum, mas errada, considerar a coragem como virtude exclusiva dos heróis com as suas façanhas, quando, na realidade, a vida quotidiana duma pessoa requer tanta coragem para enfrentar as dificuldades do dia a dia. E como não lembrar inúmeros homens e mulheres corajosos que, para permanecer coerentes com a sua fé, enfrentaram todo o género de dificuldades, suportando injustiças, derisão pública e até a morte? A coragem é sinónimo de fortaleza, a qual, juntamente com a prudência, a justiça e a temperança, forma o grupo das chamadas «virtudes cardiais», necessárias a todo o homem e mulher sobre a terra.

Santo Padre:

Cari fratelli e sorelle di lingua portoghese, di cuore vi saluto tutti. Auguro a ciascuno di voi che sempre rifulga, nel vostro cuore e sulla vostra famiglia e comunità, la luce del Salvatore, che ci rivela il volto tenero e misericordioso del Padre celeste. Stringiamo tra le braccia il Bambino Gesù e mettiamoci al suo servizio: Lui è fonte di amore e serenità. Egli vi benedica per un sereno e felice Anno Nuovo!

Speaker:

Queridos irmãos e irmãs de língua portuguesa, a minha cordial saudação para todos vós. Desejo a cada um que sempre resplandeça, no vosso coração, família e comunidade, a luz do Salvador, que nos revela o rosto terno e misericordioso do Pai do Céu. Abracemos o Deus Menino, colocando-nos ao seu serviço: Ele é fonte de amor e serenidade. Ele vos abençoe com um Ano Novo sereno e feliz!

[01871-PO.01] [Texto original: Português]

In lingua araba

Speaker:

تَكَلَّمَ قَداسَةُ البابا اليَوْمَ علَى القدّيس يوسف المهاجر المُضطهَد والشجاع، وَقال: عانت عائلة الناصرة من مذلة التهجير ومغادرة الأرض وما يصحبها من خوف وألم. حتّى اليوم، يعيش كثيرون من إخوتنا وأخواتنا في الظّلم والمعاناة نفسها. والسبب هو استبداد وعنف الأقوياء. عندما أمر الملاك يوسف بأن يأخذ الطِّفْلَ يسوع وأُمَّه ويهربوا إِلى مِصْر، نجا يسوع من هيرودس، لكن ذلك لم يمنع هيرودس من أن يقتل أطفال بيت لحم. وهنا نحن أمام شخصيّتين متناقضتين: هيرودس بشراسته، ويوسف باهتمامه وشجاعته. دافع هيرودس عن سلطانه بقسوة وحشيّة. وهو رمز لطغاة كثيرين الأمس واليوم، وفيه يتحقّق المثل القائل: الإنسان ذئب للإنسان (Homo homini lupus). بينما أظهر يوسف البار شجاعته عندما نفّذ أمر الملاك. وقالَ قداسَتُه: من الخطأ أن نعتبر أنّ الشّجاعة محصورة في الأبطال. في الواقع، يتطلّب عيش الحياة اليوميّة من كلّ شخص الشّجاعة لمواجهة صعوبات كلّ يوم. ويعطينا القديس يوسف اليوم درسًا ثانيًا: الحياة لا تخلو من الشدائد. وقد نشعر أمامها أيضًا أنّنا مهدّدون وخائفون، ولكن لا يمكننا أن نتغلّب عليها بأن نلجأ إلى أسوأ ما فينا، كما فعل هيرودس، بل يجب أن نتصرّف مثل يوسف الذي تفاعل مع الخوف بشجاعة وأوكل نفسه إلى العناية الإلهيّة.

Santo Padre:

Saluto i fedeli di lingua araba. Il coraggio di Giuseppe, affidatosi alla Provvidenza di Dio, sia fonte di ispirazione e impegno per tutti noi dinanzi ai bambini, per insegnare loro che solo così è possibile respingere ogni male e arginare ogni fuga senza paura. Auguro a tutti un sereno Anno Nuovo!

Speaker:

أحيّي المؤمنينَ الناطقينَ باللغةِ العربيّة. لتكن شجاعة يوسف، الذي اتكل على العناية الإلهيّة، مصدر إلهام والتزام لنا جميعًا أمام الأطفال، حتّى نعلّمهم أنّه بهذه الطريقة فقط يمكننا أن نبعد كلّ شرّ ونوقف كلّ هرب من دون خوف. أتَمَنَّى لَكُم جَميعًا سنة جديدة مطمئنة!

[01872-AR.01] [Testo originale: Arabo]

In lingua polacca

Dziś poznajemy św. Józefa jako prześladowanego i mężnego migranta. Szczególne wydarzenie z życia Jezusa, w którym uczestniczą także Józef i Maryja, tradycyjnie jest nazywane „ucieczką do Egiptu” (por. Mt 2, 13-23). Rodzina z Nazaretu doznała tego upokorzenia i doświadczyła niepewności, strachu i cierpienia związanego z koniecznością opuszczenia swej ojczyzny. Gdy król Herod dowiaduje się od Magów o narodzinach „Króla Żydowskiego” i czując, że jego władza jest zagrożona, chce zabić w Betlejem wszystkich chłopców poniżej drugiego roku życia, anioł nakazuje Józefowi: „Wstań, weź Dziecię i Jego Matkę i uchodź do Egiptu; pozostań tam, aż ci powiem; bo Herod będzie szukał Dziecięcia, aby Je zgładzić” (Mt 2,13).

Herod jest symbolem wielu tyranów dnia wczorajszego i dzisiejszego. Jest to postawa, w którą możemy popaść wszyscy, zawsze wtedy, gdy próbujemy rozproszyć nasze lęki arogancją.

Józef jest przeciwieństwem Heroda: przede wszystkim jest „człowiekiem sprawiedliwym” (Mt 1, 19), a ponadto okazuje się odważny w wypełnianiu polecenia Anioła. Można sobie wyobrazić, z jakimi przeciwnościami losu musiał się zmierzyć podczas długiej i niebezpiecznej podróży oraz jakie trudności wiązały się z pobytem w obcym kraju. Jego odwaga ujawnia się także w momencie powrotu, kiedy przezwycięża zrozumiałe obawy i zamieszkuje z Maryją i Jezusem w Nazarecie (por. Mt 2, 19-23).

Lekcja, jaką zostawia nam dzisiaj Józef, jest następująca: życie zawsze stawia przed nami przeciwności i w ich obliczu również możemy czuć się zagrożeni i pełni lęku. Jednak sprostać pewnym wydarzeniom możemy nie poprzez wydobywanie z siebie tego, co najgorsze, jak Herod, lecz zachowując się jak Józef, który reaguje na lęk z odwagą płynącą z zaufania Bożej Opatrzności.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Cari fratelli e sorelle, avvicinandoci alla fine di quest’anno ringraziamo il Signore per le grazie ricevute e per ogni bene che ci ha permesso di sperimentare, malgrado tutte le difficoltà dei nostri tempi. Per l’intercessione di Maria Santissima Madre di Dio e di San Giuseppe suo sposo preghiamo che l’anno prossimo sia felice per noi e per tutti gli uomini, che cessi la pandemia e possiamo godere della pace nei nostri cuori, nelle nostre famiglie, nelle nostre società e nel mondo. La benedizione di Dio vi accompagni sempre! Grazie.

Speaker:

Serdecznie pozdrawiam polskich pielgrzymów. Drodzy bracia i siostry, zbliżając się do końca tego roku dziękujmy Panu za otrzymane łaski i za każde dobro, jakiego pozwolił nam doświadczyć, mimo wszelkich trudności naszych czasów. Przez wstawiennictwo Maryi Świętej Bożej Rodzicielki i św. Józefa, Jej oblubieńca, módlmy się, aby przyszły rok był szczęśliwy dla nas i dla wszystkich ludzi, aby ustąpiła pandemia i byśmy mogli cieszyć się pokojem w naszych sercach, w naszych rodzinach, w naszych społeczeństwach i na świecie. Boże błogosławieństwo niech wam zawsze towarzyszy! Dziękuję

[01873-PL.02] [Testo originale: Polacco]

In lingua italiana

Con la gioia del clima natalizio, rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto le Apostole del Sacro Cuore di Gesù e le esorto a rinnovare l’adesione a Cristo povero, umile e obbediente per trasmettere l’amore e la misericordia di Dio nel contesto odierno. Saluto poi gli adolescenti e i giovani di Librino, San Fermo della Battaglia, Villa d’Almé, Portogruaro, Clusone, Celadina di Bergamo, Gravedona e Trento giunti a Roma in questo tempo natalizio per fare esperienze formative e di carità: andate avanti con gioia e tenacia nel cammino intrapreso.

Il mio pensiero va infine, come di consueto, agli anziani, agli ammalati, ai giovani e agli sposi novelli. Sappiate essere forti nella fede, guardando al divino Bambino, che nel mistero del Natale si offre in dono per l’intera umanità.

A tutti la mia benedizione.

[01874-IT.01] [Testo originale: Italiano]

 

[B0887-XX.02]