Catechesi del Santo Padre in lingua italiana
Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue
Appello del Santo Padre
L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.15 nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo
Nel discorso in lingua italiana il Papa, continuando il nuovo ciclo di catechesi su San Giuseppe, ha incentrato la sua riflessione sul tema: San Giuseppe, uomo del silenzio (cfr Lettura: Gc 3,2.5.10).
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti. Quindi ha rivolto un invito a pregare per Haiti, colpita da un’esplosione che ha causato numerose vittime.
L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.
Catechesi del Santo Padre in lingua italiana
Cari fratelli e care sorelle, buongiorno!
Continuiamo il nostro cammino di riflessione su San Giuseppe. Dopo aver illustrato l’ambiente in cui è vissuto, il suo ruolo nella storia della salvezza e il suo essere giusto e sposo di Maria, oggi vorrei prendere in esame un altro aspetto importante della sua figura: il silenzio. Tante volte oggi ci vuole il silenzio. Il silenzio è importante, a me colpisce un versetto del Libro della Sapienza che è stato letto pensando al Natale e dice: “Quando la notte era nel più profondo silenzio, lì la tua parola è discesa sulla terra”. Il momento di più silenzio Dio si è manifestato. È importante pensare al silenzio in quest’epoca che esso sembra non abbia tanto valore.
I Vangeli non ci riportano nessuna parola di Giuseppe di Nazaret, niente, non ha mai parlato. Ciò non significa che egli fosse taciturno, no, c’è un motivo più profondo. Con questo suo silenzio, Giuseppe conferma quello che scrive Sant’Agostino: «Nella misura in cui cresce in noi la Parola – il Verbo fatto uomo – diminuiscono le parole».[1] Nella misura che Gesù - la vita spirituale - cresce, le parole diminuiscono. Questo che possiamo definire il “pappagallismo” parlare come pappagalli, continuamente, diminuisce un po’. Lo stesso Giovanni Battista, che è «la voce che grida nel deserto: “Preparate la via del Signore”» (Mt 3,1), dice nei confronti del Verbo: «Egli deve crescere e io devo diminuire» (Gv 3,30). Questo vuol dire che Lui deve parlare e io stare zitto e Giuseppe con il suo silenzio ci invita a lasciare spazio alla Presenza della Parola fatta carne, a Gesù.
Il silenzio di Giuseppe non è mutismo; è un silenzio pieno di ascolto, un silenzio operoso, un silenzio che fa emergere la sua grande interiorità. «Una parola pronunciò il Padre, e fu suo Figlio – commenta San Giovanni della Croce, – ed essa parla sempre in eterno silenzio, e nel silenzio deve essere ascoltata dall’anima».[2]
Gesù è cresciuto a questa “scuola”, nella casa di Nazaret, con l’esempio quotidiano di Maria e Giuseppe. E non meraviglia il fatto che Lui stesso, cercherà spazi di silenzio nelle sue giornate (cfr Mt 14,23) e inviterà i suoi discepoli a fare tale esperienza per esempio: «Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po’» (Mc 6,31).
Come sarebbe bello se ognuno di noi, sull’esempio di San Giuseppe, riuscisse a recuperare questa dimensione contemplativa della vita spalancata proprio dal silenzio. Ma tutti noi sappiamo per esperienza che non è facile: il silenzio un po’ ci spaventa, perché ci chiede di entrare dentro noi stessi e di incontrare la parte più vera di noi. E tanta gente ha paura del silenzio, deve parlare, parlare, parlare o ascoltare, radio, televisione …, ma il silenzio non può accettarlo perché ha paura. Il filosofo Pascal osservava che «tutta l’infelicità degli uomini proviene da una cosa sola: dal non saper restare tranquilli in una camera».[3]
Cari fratelli e sorelle, impariamo da San Giuseppe a coltivare spazi di silenzio, in cui possa emergere un’altra Parola cioè Gesù, la Parola: quella dello Spirito Santo che abita in noi e che porta Gesù. Non è facile riconoscere questa Voce, che molto spesso è confusa insieme alle mille voci di preoccupazioni, tentazioni, desideri, speranze che ci abitano; ma senza questo allenamento che viene proprio dalla pratica del silenzio, può ammalarsi anche il nostro parlare. Senza la pratica del silenzio si ammala il nostro parlare. Esso, invece di far splendere la verità, può diventare un’arma pericolosa. Infatti le nostre parole possono diventare adulazione, vanagloria, bugia, maldicenza, calunnia. È un dato di esperienza che, come ci ricorda il Libro del Siracide, «ne uccide più la lingua che la spada» (28,18). Gesù lo ha detto chiaramente: chi parla male del fratello e della sorella, chi calunnia il prossimo, è omicida (cfr Mt 5,21-22). Uccide con la lingua. Noi non crediamo a questo ma è la verità. Pensiamo un po’ alle volte che abbiamo ucciso con la lingua, ci vergogneremmo! Ma ci farà tanto bene, tanto bene.
La sapienza biblica afferma che «morte e vita sono in potere della lingua: chi ne fa buon uso, ne mangerà i frutti» (Pr 18,21). E l’apostolo Giacomo, nella sua Lettera, sviluppa questo antico tema del potere, positivo e negativo, della parola con esempi folgoranti e dice così: «Se uno non sbaglia nel parlare, è un uomo perfetto, capace di tenere a freno anche tutto il corpo. […] anche la lingua è un piccolo membro, eppure si vanta di grandi cose. […] Con essa benediciamo il Signore e Padre; e con essa malediciamo gli uomini, che sono fatti a somiglianza di Dio.Dalla medesima bocca escono benedizioni e maledizioni” (3,2-10).
Questo è il motivo per cui dobbiamo imparare da Giuseppe a coltivare il silenzio: quello spazio di interiorità nelle nostre giornate in cui diamo la possibilità allo Spirito di rigenerarci, di consolarci, di correggerci. Non dico di cadere in un mutismo, no, ma di coltivare il silenzio. Ognuno guardi dentro a se stesso: tante volte stiamo facendo un lavoro e quando finiamo subito cerchiamo il telefonino per fare un’altra cosa, sempre stiamo così. E questo non aiuta, questo ci fa scivolare nella superficialità. La profondità del cuore cresce col silenzio, silenzio che non è mutismo, come ho detto, ma che lascia spazio alla saggezza, alla riflessione e allo Spirito Santo. Noi a volte abbiamo paura dei momenti di silenzio, ma non dobbiamo avere paura! Ci farà tanto bene il silenzio. E il beneficio del cuore che ne avremo guarirà anche la nostra lingua, le nostre parole e soprattutto le nostre scelte. Infatti Giuseppe ha unito al silenzio l’azione. Egli non ha parlato, ma ha fatto, e ci ha mostrato così quello che un giorno Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chi dice Signore, Signore entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli» (Mt 7,21). Parole feconde quando parliamo e noi abbiamo il ricordo di quella canzone “Parole, parole, parole…” e niente di sostanziale. Silenzio, parlare giusto, qualche volta mordersi un po’ la lingua, che fa bene, invece di dire stupidaggini.
Concludiamo con una preghiera:
San Giuseppe, uomo del silenzio,
tu che nel Vangelo non hai pronunciato nessuna parola,
insegnaci a digiunare dalle parole vane,
a riscoprire il valore delle parole che edificano, incoraggiano, consolano, sostengono.
Fatti vicino a coloro che soffrono a causa delle parole che feriscono,
come le calunnie e le maldicenze,
e aiutaci a unire sempre alle parole i fatti. Amen.
_______________________
[1] Discorso 288, 5: PL 38, 1307.
[2] Dichos de luz y amor, BAC, Madrid, 417, n. 99.
[3] Pensieri, 139.
[01782-IT.02] [Testo originale: Italiano]
Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue
In lingua francese:
Speaker:
Chers frères et sœurs,
dans la suite de notre réflexion sur Saint Joseph, examinons aujourd’hui un aspect important de sa vie qui est celui du silence. En effet, les évangiles ne reportent aucune de ses paroles, non pas parce qu’il aurait été taciturne, mais pour une raison bien plus profonde. Par son silence, Joseph nous invite à faire place à la Présence de la Parole faite chair, c’est-à-dire à Jésus. Il s’agit donc d’un silence plein d’écoute, un silence actif et qui révèle la grande intériorité de Joseph. Jésus a grandi lui aussi dans cette atmosphère de silence à Nazareth et l’a vécue dans toute sa mission. Il serait une bonne chose que chacun d’entre nous puisse faire l’expérience du silence et de sa dimension contemplative dans sa vie. Mais l’expérience nous montre que ce n’est pas chose aisée car le silence fait peur, il nous met en face de notre vraie personnalité. Apprenons, à l’exemple de Saint Joseph, à cultiver des moments de silence afin d’écouter la voix du Saint Esprit qui habite en nous. Cette voix n’est cependant pas facile à discerner, et seul l’exercice du silence peut nous y aider. Permettons donc au Saint Esprit de nous régénérer, de nous consoler, de nous corriger, de guérir nos paroles et d’orienter nos choix.
Santo Padre:
Saluto cordialmente le persone di lingua francese.
Fratelli e sorelle, con gli occhi rivolti verso la grotta di Betlemme dove Giuseppe e Maria, nel silenzio, attendono con amore la nascita del bambino Gesù, impariamo a porre fine ai nostri silenzi complici e alle parole che attentano alla carità, per stare vicini a coloro che soffrono e che hanno bisogno di essere accolti, riconosciuti, protetti e amati.
Dio vi benedica!
Speaker:
Je salue cordialement les personnes de langue française.
Frères et sœurs, les yeux tournés vers la grotte de Bethlehem où Joseph et Marie, dans le silence, attendent avec amour la naissance de l’enfant Jésus, apprenons à mettre fin à nos silences complices et aux paroles qui portent atteinte à la charité, pour être proches de ceux qui souffrent et qui ont besoin d’être accueillis, reconnus, protégés et aimés.
Que Dieu vous bénisse !
[01783-FR.01] [Texte original: Français]
In lingua inglese
Speaker:
Dear Brothers and Sisters: In our continuing catechesis on Saint Joseph, we now consider Joseph as a “man of silence”. The Gospels report none of his spoken words, yet they present Joseph as a model of attentive hearing of God’s word and acting upon it. Indeed, Joseph’s silence was the sign of a contemplative heart, confirming Saint Augustine’s observation that, “when the word of God increases, human words fail” (Sermon 288: 5). Joseph’s quiet humility teaches us to make room in our hearts for Christ, and thus to discern the Father’s will for our lives. Jesus learned the importance of silence from the example of Joseph and Mary, and in turn taught his disciples to cultivate it. We too are called to exercise interior silence and attentive listening to God’s word, lest our daily worries, temptations and fears lead our spoken words astray and cause hurt to others. Though not easy, fostering contemplative silence is a sure path to authentic self-knowledge and spiritual growth. May we learn from Saint Joseph’s example of silence to let the Lord fill our hearts and guide our words in the service of his truth and in charity towards all our brothers and sisters.
Santo Padre:
Saluto i pellegrini di lingua inglese, specialmente i gruppi provenienti da Nigeria e Stati Uniti d’America. A ciascuno di voi e alle vostre famiglie giunga l’augurio di un fecondo cammino attraverso gli ultimi giorni di Avvento, per prepararci ad accogliere la nascita del Bambino Gesù, il Salvatore del mondo. Dio vi benedica!
Speaker:
I greet the English-speaking pilgrims and visitors, especially the groups from Nigeria and the United States of America. I pray that each of you, and your families, may experience these final days of Advent as a fruitful preparation for the coming of the newborn Saviour of the world. May God bless you!
[01784-EN.01] [Original text: English]
In lingua tedesca
Speaker:
Liebe Brüder und Schwestern, die Evangelien überliefern kein einziges Wort aus dem Mund des heiligen Josef. Sein Schweigen bedeutet jedoch keineswegs Leere und Passivität, es ist vielmehr Ausdruck tiefer Innerlichkeit. Josef schweigt, weil er ein Hörender ist. Aber gerade so ist er ein Mann des Wortes: Sein Schweigen gibt dem Wort Gottes Raum. „Ein Wort hat der Vater gesprochen, und dieses Wort ist sein Sohn“, sagt Johannes vom Kreuz, „und nur in der Stille ist es für die Seele zu hören“. Könnten wir doch nach dem Vorbild des heiligen Josef wieder zu dieser kontemplativen Dimension des Lebens finden, die sich in der Stille auftut. Dies ist freilich nicht einfach und die Stille ist uns vielleicht sogar unheimlich, weil sie uns in unser Innerstes führt, wo wir uns der Wahrheit unseres Lebens stellen müssen. Lernen wir vom heiligen Josef einen Raum der Stille zu schaffen, in dem vernehmbar wird, was der Heilige Geist uns mitteilen möchte. Auch unser Sprechen braucht das Moment der Stille, sonst wird es schnell oberflächlich oder gar zu einer gefährlichen Waffe, die statt zu trösten und aufzubauen, verletzt und tötet. Lassen wir uns von Josef in die Stille einführen, in diesen wohltuenden geistlichen Raum, wo die Seele neue Kraft schöpft und wo wir erkennen können, was in unserem Leben der Korrektur bedarf. Ein ruhiges Herz ist der Ursprung guter Worte, rechter Entscheidungen und beherzten Handelns.
Santo Padre:
Saluto i fedeli di lingua tedesca. In questi ultimi giorni dell’Avvento, imitiamo l’esempio di San Giuseppe. Cerchiamo di adottare un atteggiamento di silenzio e di ascolto, per essere pronti a ricevere la Parola eterna del Padre, il suo Figlio incarnato, Gesù Cristo.
Speaker:
Ich grüße die Gläubigen deutscher Sprache. Orientieren wir uns in dieser verbleibenden Adventszeit am heiligen Josef. Versuchen wir eine Haltung der Stille und des Hörens einzunehmen, damit wir empfänglich sind für das Ewige Wort des Vaters, seinen menschgewordenen Sohn Jesus Christus.
[01785-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]
In lingua spagnola
Queridos hermanos y hermanas:
Continuamos con nuestra reflexión sobre la figura de san José. Los Evangelios no refieren ninguna palabra suya, sino su actitud de silencio, de escucha y de acción, que nos pone de relieve su interioridad profunda. José de Nazaret nos invita a descubrir la dimensión contemplativa del silencio, no para aislarnos de los demás, sino para dar espacio a Jesús, la Palabra de Dios hecha carne, y escuchar su voz.
En contraste con este mundo ruidoso y caótico en que vivimos, el silencio nos da miedo y nos inquieta, eso es verdad. Pero no nos aflijamos. Sigamos, en cambio, el ejemplo de san José de ponernos a la escucha atenta del Espíritu Santo que vive en nosotros, para que la fuerza transformadora de su amor convierta nuestros corazones y de nuestra boca salgan sólo palabras buenas de bendición, de aliento y comprensión que edifiquen, sostengan y consuelen a todos nuestros hermanos y hermanas.
Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española. Pidamos al Señor Jesús, por intercesión de san José, que nos libre de los pecados de la lengua, el odio, la calumnia, la difamación, y nos conceda la gracia de que nuestras obras coincidan con nuestro hablar, y que seamos ante los demás testigos alegres y creíbles del amor misericordioso de Dios por toda la humanidad. Que Dios los bendiga. Muchas gracias.
[01786-ES.02] [Texto original: Español]
In lingua portoghese
Speaker:
Continuamos nossa reflexão sobre São José com outro aspecto importante de sua figura: o silêncio. Os Evangelhos não recolhem nenhuma palavra sua. Com este silêncio, José antecipadamente confirma o que escreveria Santo Agostinho: “à medida que cresce em nós a Palavra, diminuem as palavras”, convidando-nos a abrir espaço à presença de Jesus, Palavra feita carne. O silêncio de José não é mutismo, mas é um silêncio cheio de escuta e que denota grande interioridade. Sob o exemplo de São José devemos recuperar a dimensão contemplativa da vida. Aprendamos dele, portanto, a cultivar tempos de silêncio nos quais possa surgir uma outra Palavra: a do Espírito Santo que habita em nós. Não é fácil reconhecer essa Voz em meio às tantas vozes das preocupações, tentações, desejos e esperanças que ouvimos em nosso interior, mas sem esse treinamento, que vem da prática do silêncio, nossas palavras podem tornar-se malsãs. São José uniu o silêncio à ação. Não falou, mas fez, mostrando-nos assim aquilo que um dia Jesus diria aos seus discípulos: “Nem todo aquele que me diz: ‘Senhor! Senhor!’, entrará no Reino dos Céus, mas só aquele que põe em prática a vontade de meu Pai que está nos céus”.
Santo Padre:
Cari fratelli e sorelle di lingua portoghese: Ci avviciniamo al Natale. Come San Giuseppe, vi invito a contemplare nel silenzio il mistero della Parola Eterna di Dio fatta uomo per noi e per la nostra salvezza. Nella nostra povertà, Dio è venuto a noi. Scenda su tutti voi la Sua benedizione!
Speaker:
Caros irmãos e irmãs de língua portuguesa: nos aproximamos do Natal. Como São José, convido-vos a contemplar no silêncio o mistério da Palavra Eterna de Deus feita homem por nós e pela nossa salvação. Na nossa pobreza, Deus veio a nós. Desça sobre todos vós a Sua bênção!
[01787-PO.01] [Texto original: Português]
In lingua araba
Speaker:
تَكَلَّمَ قَداسَةُ البابا اليَوْمَ علَى القِدِّيسِ يُوسُف رَجُلِ الصّمت، وَقَال: لَمْ تُورِد لَنَا الأَنَاجِيلُ أَيُّ كَلِمَةٍ قِيلَت عَلى لِسَانِ يُوسُف النّاصِري، وَهَذا لَا يَعنِي أَنَّهُ كَانَ قَلِيلَ الكَلَام، لا، بَلْ كان السَّبَبُ أَعمَقَ من ذلك. أَكَّدَ يُوسُف بِصَمتِهِ مَا قَالَهُ القِدِّيسُ أَغُسطِينُس وَهُوَ: "بِقَدرِ ما يَنمُو فينا الكَلِمَةُ المُتَجَسِّدَ تقِلُّ فينا الكلمات". وهَكَذا، دَعَانَا يُوسُف بِصَمتِهِ إلَى أَن نَترُكَ مَكانًا لِحُضُورِ الكَلِمَةِ المُتَجَسِّد، أَي يَسُوعَ المَسِيح. وأَضَافَ قَداسَتُهُ: صَمْتُ يُوسُف لَيسَ سُكُوتًا عَنِ الكَلَام، بل إِنَّهُ صَمتٌ مَلِيٌء بِالإِصغَاءِ، وَصَمتٌ فاعِل، وَصَمتٌ يُبيّن حياتَهُ الداخليّةَ العميقة. وَفِي هَذِهِ الأَجوَاءِ نَشَأَ يَسُوع، مُتَعَلِّمًا مِن مَريَم ويُوسُف، وَهُوَ نَفسُهُ بَحَثَ عَن أماكنِ صَمتٍ فِي أَيَّامِهِ. وَدَعَا الأَبُ الأَقدَس أَن نَتَعَلَّمَ مِن القِدّيسِ يُوسُف بأَن نُنَمِّي فِينَا أماكن الصَّمت، التِي فِيهَا يُمكِنُ أَن تَظهَرَ كَلِمَةٌ أُخرَى وَهِيَ: كَلِمَةُ الرُّوحُ القُدُس الذي يَسكُنُ فِينَا. لكنَّا كثيرًا مَا نَخلِطُ بَينَهُ وبَينَ آلَافِ الأَصوَاتِ الأخرى مِنَ الهُمُومِ، والتَّجَارِبِ، والرَّغَبَاتِ، والآمَالِ التِي فِي دَاخِلِنَا. فنحنُ بحاجةٍ إلى لَحَظاتِ صَمت، حتى يَبقَى كلامُنا سليمًا ولا يصيرَ مرَضًا وسببَ إساءة. لنَتَعَلَّمْ مِن يُوسُف أَن نُنَمِّي الصَّمت فينا: فنَسمعَ الرُّوحَ القُدُسِ فينا ونسمحَ له بأَن يُجَدِّدَنَا، وَيُعَزِّيَنَا، وَيُصَحِّحَنَا.
Santo Padre:
Saluto i fedeli di lingua araba. Chiediamo a San Giuseppe, uomo del silenzio, che nel Vangelo non ha pronunciato nessuna parola, di insegnarci a digiunare dalle parole vane e a riscoprire il valore delle parole che edificano, incoraggiano, consolano e sostengono. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga sempre da ogni male!
Speaker:
أُحَيِّي المُؤْمِنِينَ الناطِقِينَ باللُغَةِ العَرَبِيَّة. لِنَسْأَلِ القِدِّيسَ يُوسُف رَجُلَ الصَّمت، الذِي لَم يَنطِق بِأيِّ كَلِمَةٍ فِي الإِنجِيل، أَنْ يُعَلِّمَنَا أَن نَصُومَ عَنِ الكَلِمَاتِ الفَارِغَة، وأَن نَكتَشِفَ مِن جَدِيد قِيمَةَ الكَلِمَاتِ التِي تَبنِي، وَتُشَجِّع، وَتُعَزِّي وَتَدعَم. بارَكَكُم الرَّبُّ جَميعًا وَحَماكُم دائِمًا مِنْ كُلِّ شَرّ!
[01788-AR.01] [Testo originale: Arabo]
In lingua polacca
Speaker:
Drodzy bracia i siostry, mówiąc o św. Józefie z Nazaretu, zastanawiamy się dzisiaj nad istotną cechą jego charakteru - milczeniem. Ewangelie nie odnotowują żadnej jego wypowiedzi. Swoim milczeniem św. Józef zaprasza nas, abyśmy go naśladowali otwierając się w ciszy serca na obecność Pana Jezusa – Słowa, które stało się ciałem. Nie jest to łatwe: cisza często nas przeraża, wymaga od nas wejścia w siebie, konfrontacji z prawdą o nas samych i o naszej wierze. Bez umiejętności milczenia, nasza mowa może stać się niebezpieczną bronią, przybierając postać kłamstwa, pochlebstwa, chełpliwości, obmowy, oszczerstwa. Księga Syracha przypomina, że „Wielu padło od ostrza miecza, ale nie tylu, co od języka” (28, 18). Pan Jezus powie to jeszcze wyraźniej: kto źle mówi o swoim bracie lub siostrze, kto oczernia bliźniego, jest zabójcą (por. Mt 5, 21-22). Św. Józef potrafił łączyć milczenie z działaniem. To ważne wskazanie dla nas. Prośmy w modlitwie, by nauczył nas wystrzegać się słów próżnych, odkrywać wartość słów pełnych otuchy i umocnienia, by uczył nas podejmować codzienne obowiązki z myślą o Bogu.
Santo Padre:
Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Il tempo dell’Avvento ci conduce a Betlemme, alla mangiatoia, all’incontro con la Santa Famiglia in attesa della nascita di Gesù. Oggi guardiamo la figura di San Giuseppe, il suo silenzio e la sua contemplazione. Domandiamo a Lui di insegnarci come nel complicato mondo odierno, in mezzo alle preoccupazioni e in mezzo alla fretta, coltivare il silenzio e la preghiera può aiutarci ad ascoltare meglio la voce di Dio. Vi benedico di cuore.
Speaker:
Pozdrawiam serdecznie pielgrzymów polskich. Czas Adwentu wiedzie nas do Betlejem, do żłóbka, na spotkanie z oczekującą narodzin Jezusa, Świętą Rodziną. Dzisiaj patrzymy na postać św. Józefa, na jego milczenie i kontemplację. Prośmy, by nauczył nas, jak w dzisiejszym, zagmatwanym świecie, wśród trosk i zabiegania, pielęgnować milczenie i modlitwę, by lepiej wsłuchiwać się w głos Boga. Z serca wam błogosławię.
[01789-PL.01] [Testo originale: Polacco]
In lingua italiana
Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i fedeli della parrocchia di Santa Maria del Popolo in Surbo (Lecce), i calciatori della Nazionale Old Italia di Roma e i componenti dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Arezzo. Sono lieto di accogliere gli alunni della scuola Bartolena di Livorno, accompagnati dagli insegnanti e da varie Autorità: cari ragazzi, vi ringrazio della vostra visita e vi incoraggio a coltivare i valori della solidarietà e del dialogo fraterno fra voi.
Il mio pensiero va infine in modo speciale agli anziani, agli ammalati, ai giovani e agli sposi novelli. Cari anziani e ammalati, grazie per il vostro esempio, prego perché portiate la vostra croce con la pazienza mite e docile di San Giuseppe. Cari giovani, vi invito a guardare San Giuseppe come guida per i sogni della vostra giovinezza, il custode dei sogni. Cari sposi, possiate trovare nella santa Famiglia di Nazaret le virtù e la serenità per il vostro cammino di vita. A tutti la mia Benedizione.
[01790-IT.02] [Testo originale: Italiano]
Appello del Santo Padre
Nelle scorse ore è avvenuta una devastante esplosione a Cap-Haïtien, nel nord di Haiti, nella quale hanno perso la vita numerose persone, tra cui molti bambini. Povero Haiti, una dietro l’altra, è un popolo in sofferenza. Preghiamo, preghiamo per Haiti, è gente buona, gente brava, gente religiosa ma sta soffrendo tanto. Sono vicino agli abitanti di quella città e ai familiari delle vittime, come pure ai feriti. Vi invito a unirvi alla preghiera per questi nostri fratelli e sorelle, così duramente provati.
[01792-IT.01] [Testo originale: Italiano]
[B0850-XX.02]