Catechesi del Santo Padre in lingua italiana
Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue
L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.30 nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana il Papa, continuando il ciclo di catechesi sulla Lettera ai Galati dell’Apostolo Paolo, ha incentrato la sua meditazione sul tema: “Non lasciamoci prendere dalla stanchezza” (cfr Lettura: Gal 6,9-10.18).
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.
Catechesi del Santo Padre in lingua italiana
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Siamo giunti alla conclusione delle catechesi sulla Lettera ai Galati. Su quanti altri contenuti, presenti in questo scritto di San Paolo, si sarebbe potuto riflettere! La Parola di Dio è una sorgente inesauribile. E l’Apostolo in questa Lettera ci ha parlato come evangelizzatore, come teologo e come pastore.
Il santo vescovo Ignazio di Antiochia ha una bella espressione, quando scrive: «Vi è un solo maestro il quale parlò e ciò che disse fu fatto; ma le cose che egli fece tacendo sono degne del Padre. Chi possiede la parola di Gesù può ascoltare anche il suo silenzio» (Ad Ephesios, 15,1-2). Possiamo dire che l’apostolo Paolo è stato capace di dare voce a questo silenzio di Dio. Le sue intuizioni più originali ci aiutano a scoprire la sconvolgente novità racchiusa nella rivelazione di Gesù Cristo. È stato un vero teologo, che ha contemplato il mistero di Cristo e l’ha trasmesso con la sua intelligenza creativa. Ed è stato anche capace di esercitare la sua missione pastorale nei confronti di una comunità smarrita e confusa. Lo ha fatto con metodi differenti: ha usato di volta in volta l’ironia, il rigore, la mansuetudine… Ha rivendicato la propria autorità di apostolo, ma nello stesso tempo non ha nascosto le debolezze del suo carattere. Nel suo cuore la forza dello Spirito ha realmente scavato: l’incontro con Cristo Risorto ha conquistato e trasformato tutta la sua vita, e lui l’ha spesa interamente al servizio del Vangelo.
Paolo non ha mai pensato a un cristianesimo dai tratti irenici, privo di mordente e di energia, al contrario. Ha difeso la libertà portata da Cristo con una passione che fino ad oggi commuove, soprattutto se pensiamo alle sofferenze e alla solitudine che ha dovuto subire. Era convinto di avere ricevuto una chiamata a cui solo lui poteva rispondere; e ha voluto spiegare ai Galati che erano anch’essi chiamati a quella libertà, che li affrancava da ogni forma di schiavitù, perché li rendeva eredi della promessa antica e, in Cristo, figli di Dio. E consapevole dei rischi che questa concezione della libertà portava, non ha mai minimizzato le conseguenze. Lui era consapevole dei rischi che porta la libertà cristiana, ma non ha minimizzato le conseguenze. Ha ribadito con parresia, cioè con coraggio, ai credenti che la libertà non equivale affatto a libertinaggio, né conduce a forme di presuntuosa autosufficienza. Al contrario, Paolo ha posto la libertà all’ombra dell’amore e ha stabilito il suo coerente esercizio nel servizio della carità. Tutta questa visione è stata posta nell’orizzonte della vita secondo lo Spirito Santo, che porta a compimento la Legge donata da Dio a Israele e impedisce di ricadere sotto la schiavitù del peccato. La tentazione è sempre quella di tornare indietro. Una definizione dei cristiani, che è nella Scrittura, dice che noi cristiani non siamo gente che va indietro, che torna indietro. Una bella definizione. E la tentazione è questa di andare indietro per essere più sicuri; tornare soltanto alla Legge, trascurando la vita nuova dello Spirito. È questo che Paolo ci insegna: la vera Legge ha la sua pienezza in questa vita dello Spirito che Gesù ci ha dato. E questa vita dello Spirito può essere vissuta soltanto nella libertà, la libertà cristiana. E questa è una delle cose più belle.
Al termine di questo itinerario di catechesi, mi pare che possa nascere in noi un duplice atteggiamento. Da una parte, l’insegnamento dell’Apostolo genera in noi entusiasmo; ci sentiamo spinti a seguire subito la via della libertà, a “camminare secondo lo Spirito”. Sempre camminare secondo lo Spirito: ci fa liberi. Dall’altra parte, siamo consapevoli dei nostri limiti, perché tocchiamo con mano ogni giorno quanto facciamo fatica ad essere docili allo Spirito, ad assecondare la sua benefica azione. Allora può sopraggiungere la stanchezza che frena l’entusiasmo. Ci si sente scoraggiati, deboli, a volte emarginati rispetto allo stile di vita secondo la mentalità mondana. Sant’Agostino ci suggerisce come reagire in questa situazione, rifacendosi all’episodio evangelico della tempesta sul lago. Dice così: «La fede di Cristo nel tuo cuore è come Cristo nella barca. Ascolti insulti, ti affatichi, sei sconvolto, e Cristo dorme. Risveglia Cristo, scuoti la tua fede! Persino nel turbamento sei in grado di fare qualcosa. Scuoti la tua fede. Cristo si desti e ti parli… Perciò risveglia Cristo… Credi ciò che è stato detto, e si fa grande bonaccia nel tuo cuore» (Discorsi 163/B 6). Nei momenti di difficoltà siamo come – dice Sant’Agostino qui – nella barca nel momento della tempesta. E cosa hanno fatto gli Apostoli? Hanno svegliato Cristo che dormiva mentre c’era la tempesta; ma Lui era presente. L’unica cosa che possiamo fare nei momenti brutti è quella di “svegliare” Cristo che è dentro di noi, ma “dorme” come nella barca. È proprio così. Dobbiamo risvegliare Cristo nel nostro cuore e solo allora potremo contemplare le cose con il suo sguardo, perché Lui vede oltre la tempesta. Attraverso quel suo sguardo sereno, possiamo vedere un panorama che, da soli, non è neppure pensabile scorgere.
In questo cammino impegnativo ma affascinante, l’Apostolo ci ricorda che non possiamo permetterci alcuna stanchezza nel fare il bene. Non stancatevi di fare il bene. Dobbiamo confidare che lo Spirito viene sempre in aiuto alla nostra debolezza e ci concede il sostegno di cui abbiamo bisogno. Dunque, impariamo a invocare più spesso lo Spirito Santo! Qualcuno può dire: “E come si invoca lo Spirito Santo? Perché io so pregare il Padre, con il Padre Nostro; so pregare la Madonna con l’Ave Maria; so pregare Gesù con la Preghiera delle Piaghe, ma lo Spirito? Quale è la preghiera dello Spirito Santo?”. La preghiera allo Spirito Santo è spontanea: deve nascere dal tuo cuore. Tu devi dire nei momenti di difficoltà: “Santo Spirito, vieni”. La parola chiave è questa: “vieni”. Ma devi dirlo tu con il tuo linguaggio, con le tue parole. Vieni, perché sono in difficoltà, vieni perché sono nell’oscurità, nel buio; vieni perché non so cosa fare; vieni perché sto per cadere. Vieni. Vieni. È la parola dello Spirito per chiamare lo Spirito. Impariamo a invocare più spesso lo Spirito Santo. Possiamo farlo con parole semplici, nei vari momenti della giornata. E possiamo portare con noi, magari dentro il nostro Vangelo tascabile, la bella preghiera che la Chiesa recita a Pentecoste: «Vieni, Santo Spirito, / manda a noi dal cielo / un raggio della tua luce! / Vieni, padre dei poveri, / vieni, datore dei doni, / vieni, luce dei cuori! / Consolatore perfetto, / ospite dolce dell’anima / dolcissimo sollievo…». Vieni. E così prosegue, è una preghiera bellissima. Il nocciolo della preghiera è “vieni”, così la Madonna e gli Apostoli pregavano dopo che Gesù era salito in Cielo; erano soli nel Cenacolo e invocavano lo Spirito. Ci farà bene pregare spesso: Vieni, Spirito Santo. E con la presenza dello Spirito noi salvaguardiamo la libertà. Saremo liberi, cristiani liberi, non attaccati al passato nel senso negativo della parola, non incatenati a pratiche, ma liberi della libertà cristiana, quella che ci fa maturare. Ci aiuterà questa preghiera a camminare nello Spirito, nella libertà e nella gioia, perché quando viene lo Spirito Santo viene la gioia, la vera gioia. Il Signore vi benedica.
[01552-IT.02] [Testo originale: Italiano]
Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue
In lingua francese
Speaker:
Chers frères et sœurs,
nous sommes parvenus à la fin de la catéchèse sur la Lettre aux Galates. Dans cette Lettre, l’Apôtre Paul nous a parlé en évangélisateur, en théologien et en pasteur qui a su contempler le mystère du Christ et l’a transmis par son intelligence créative. Il a aussi défendu la liberté apportée par le Christ et a fait comprendre aux Galates qu’ils y étaient aussi appelés. En effet, cette liberté les affranchissait de toute forme d’esclavage et les rendait héritiers de la promesse et fils de Dieu en Christ. Elle n’équivaut pas au libertinage et ne conduit pas à des formes d’autosuffisance présomptueuse. A l’ombre de l’amour, cette liberté s’exerce dans le service de la charité. De cet itinéraire catéchétique, deux attitudes peuvent naître en nous. D’une part l’enthousiasme à suivre immédiatement le chemin de la liberté et à “marcher selon l’Esprit”. D’autre part, la conscience de nos limites qui peut freiner l’enthousiasme. Dans une telle situation, Saint Augustin nous suggère de réveiller le Christ dans notre cœur et de contempler les choses avec son regard. Nous ne devons pas non plus nous lasser de faire le bien, en invoquant souvent le secours du Saint Esprit.
Santo Padre:
Saluto cordialmente i fedeli di lingua francese, in particolare i giovani dell’Ecole des Francs Bourgeois-La-Salle, de Paris.
Fratelli e sorelle, sull'esempio di San Paolo, chiediamo la grazia di un vero incontro con Cristo perché ci liberi dai vincoli che ci ostacolano in questo mondo e ci aiuti a mettere tutta la nostra vita al servizio del Vangelo e del prossimo.
Dio vi benedica!
Speaker:
Je salue cordialement les personnes de langue française, particulièrement les jeunes de “l’Ecole des Francs Bourgeois-La-Salle, de Paris”.
Frères et sœurs, à l’exemple de Saint Paul, demandons la grâce d’une vraie rencontre avec le Christ afin qu’il nous libère des liens qui nous entravent en ce monde et qu’il nous aide à mettre toute notre vie au service de l’Evangile et du prochain.
Que Dieu vous bénisse!
[01553-FR.01] [Texte original: Français]
In lingua inglese
Speaker:
Dear Brothers and Sisters: Today we conclude our series of catecheses on Saint Paul’s Letter to the Galatians. We have seen Paul speak in a variety of ways as apostle, theologian and pastor, opening up the inexhaustible riches of Jesus Christ. Paul’s personal encounter with the risen Lord led him to proclaim boldly the freedom from sin and death won by Christ’s victory on the Cross, and the new life bestowed on us by the Holy Spirit at our baptism. Paul’s insistence that charity is the fulfilment of the law should lead us enthusiastically to pursue the way of Christian love and to cultivate the fruits of the Holy Spirit. Nor should we ever grow weary or discouraged by our failures or apparent lack of progress. Saint Augustine evokes the image of Christ asleep in the boat amid the storm to remind us that whenever we feel weary and the tempests of life threaten to overwhelm us, we need but awaken Christ in our hearts, trusting in his faithful presence and the life-giving power of his Spirit. With Saint Paul, may we constantly rejoice in the newness, joy and freedom of the new life proclaimed by the Gospel.
Santo Padre:
Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente i gruppi provenienti da Inghilterra e Stati Uniti d’America. In questo mese di novembre preghiamo per le persone care che ci hanno lasciato e per tutti i defunti, perché il Signore, nella sua misericordia, li accolga nel Regno dei cieli. Su di voi e sulle vostre famiglie invoco la gioia e la pace di Cristo. Dio vi benedica!
Speaker:
I greet the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, especially the groups from England and the United States of America. In this month of November, let us pray for our deceased loved ones, and for all who have died, that the Lord in his mercy will welcome them into the Kingdom of heaven. Upon all of you, and your families, I invoke the joy and peace of Christ.
May God bless you!
[01554-EN.01] [Original text: English]
In lingua tedesca
Speaker:
Liebe Brüder und Schwestern, zum Abschluss unserer Katechesen über den Galaterbrief betrachten wir nochmals die zentrale Erkenntnis, die der Apostel Paulus durch die Offenbarung Jesu Christi erhalten hat. Das Leben des Paulus wurde durch die Begegnung mit dem auferstandenen Christus auf dem Weg nach Damaskus völlig verwandelt. Während er früher im Eifer für die Überlieferung seiner Väter die Christen verfolgte, setzte er sich nun für die Freiheit ein, die Christus durch sein Leiden und seinen Tod am Kreuz für uns errungen hat. Paulus erklärte den Galatern, dass auch sie zu dieser Freiheit berufen sind, die sie von jeder Sklaverei der Sünde entbindet und zu Erben der Verheißung und zu Kindern Gottes macht. Mit Nachdruck weist er darauf hin, dass Freiheit nicht Freizügigkeit bedeutet und nicht zu anmaßender Selbstgewissheit führen darf. Im Gegenteil: Die Freiheit steht im Schatten der Liebe. Sie wird in rechter Weise ausgeübt, wenn sie sich in den Dienst des Nächsten stellt. Diese Vision eröffnet uns das Panorama des Lebens aus dem Heiligen Geist, der das Gesetz des Gottes Israels zur Vollendung führt und verhindert, wieder in die Sünde Gottes zurückzufallen. Die Lehre des Paulus will unseren müden Glauben aufwecken und uns auf eine persönliche Begegnung mit Christus hinleiten.
Santo Padre:
Rivolgo un cordiale benvenuto ai fratelli e alle sorelle di lingua tedesca. Cerchiamo di camminare nello Spirito Santo, essendo vicini a quelli che hanno bisogno, e lodando il Signore in tutte le nostre vicende. Il Dio misericordioso benedica voi e le vostre famiglie.
Speaker:
Ein herzliches Willkommen sage ich allen Brüdern und Schwestern deutscher Sprache. Streben wir danach, im Heiligen Geist unseren Lebensweg zu gehen, indem wir denen nahe sind, die bedürftig sind, und indem wir Gott in allen Lebensumständen loben. Der barmherzige Gott segne euch und eure Familien.
[01555-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]
In lingua spagnola
Queridos hermanos y hermanas:
Hoy concluimos las catequesis sobre la Carta del Apóstol san Pablo a los gálatas. En ellas lo hemos visto como evangelizador, como teólogo y como pastor que sabe escuchar la Palabra de Dios, incluso en el silencio de las obras que Jesús cumple. Con intuiciones muy originales nos ha presentado la fe en Cristo, no como algo que nos apacigua y aplaca sino como un revulsivo que nos llama como comunidad a abandonar el pecado para seguir la vida del Evangelio.
De esta enseñanza del Apóstol nace el entusiasmo, que nos lleva a abrazar el camino de la libertad bajo la guía del Espíritu. Pero ante las dificultades puede surgir también un cansancio que frene ese entusiasmo y nos hace sentir como los discípulos que estaban en la barca aquella noche de la tormenta, mientras el Señor dormía y parecía no importarle el peligro. En esos momentos, tenemos que avivar nuestra fe, despertar a Jesús que duerme en nuestro corazón y escuchar su voz que nos habla. El Señor ve más allá de la tormenta y, a través de su mirada serena, podremos contemplar el panorama de forma distinta.
Saludo cordialmente a los fieles de lengua española. Los animo a pedir con confianza al Espíritu Santo que ayude nuestra debilidad, lo podemos hacer con la oración que nos propone la liturgia el día de Pentecostés y que empieza así: «Ven Espíritu divino, manda tu luz desde el cielo. Padre amoroso del pobre, don en tus dones espléndido. Luz que penetras las almas, fuente del mayor consuelo». Nos hará bien recitarla frecuentemente, nos ayudará a caminar en la alegría y en la libertad. Que el Señor los bendiga. Muchas gracias.
[01556-ES.02] [Texto original: Español]
In lingua portoghese
Speaker:
Com a catequese de hoje, damos por concluídas as nossas reflexões sobre a Carta aos Gálatas. No termo deste exigente mas fascinante percurso, recordemos as palavras que deixou escritas o bispo Santo Inácio de Antioquia: «Um só é o mestre que disse e foi feito; mas também é digno do Pai o que Ele fez em silêncio. O que possui a palavra de Jesus é capaz de perceber também o seu silêncio» (Ad Ephesios 15, 1-2). Pois bem! De Paulo, podemos afirmar que foi capaz de dar voz a este silêncio. Aquele seu encontro com Cristo Ressuscitado no caminho de Damasco conquistou-o e transformou inteiramente a sua vida que ele havia de gastar ao serviço do Evangelho. As suas intuições mais originais ajudam-nos a descobrir a novidade impressionante que se encerra na revelação de Jesus Cristo. Na verdade, os seus ensinamentos geram em nós entusiasmo, impelindo-nos a embocar decididamente o caminho da liberdade, impelindo-nos a caminhar segundo o Espírito Santo; mas embatemos nas nossas próprias limitações, que nos impedem de ser dóceis às inspirações divinas, e sobrevém o cansaço que gela o nosso entusiasmo. Entretanto ouvimos São Paulo dizer-nos: «não nos cansemos de fazer o bem». Mas como reagir ao cansaço? Fazendo como os discípulos de Jesus, quando na barca se viram perdidos no meio da tempestade: acordemos o Senhor que parece dormir no nosso coração em sobressalto. Que Ele acorde e nos fale, porque vê para além da tempestade. Através daquele seu olhar sereno, podemos ver algo que, sozinhos, não conseguíamos sequer vislumbrar: o Espírito Santo vem sempre em ajuda da nossa fraqueza, dando-nos o apoio de que precisamos.
Santo Padre:
Carissimi fedeli di lingua portoghese, il mese di novembre ci ricorda il destino eterno che ci attende; e lo fa in diversi modi, uno dei quali è il ricordo nostalgico dei nostri cari defunti. Essi un giorno ci hanno lasciati con la richiesta, tacita o esplicita, del nostro aiuto spirituale nella loro traversata verso l'Aldilà; come sapete, le nostre mani in preghiera giungono al Cielo, e così possiamo accompagnarli fin là, consolidando in loro e in noi stessi i vincoli che ci legano all'eternità. Con tale richiamo che si fa preghiera per i vostri parenti defunti, v’imparto la Benedizione Apostolica.
Speaker:
Queridos fiéis de língua portuguesa, o mês de novembro lembra-nos o destino eterno que nos espera; e lembra-o de várias formas, sendo uma delas a recordação saudosa dos nossos queridos defuntos. Eles deixaram-nos um dia com o pedido, tácito ou explícito, da nossa ajuda espiritual na sua travessia para o Além; sabeis que as nossas mãos em oração chegam até ao Céu, e assim podemos acompanhá-los até lá, consolidando neles e em nós mesmos as amarras que nos ligam à eternidade. Com este apelo que se faz súplica pelos vossos familiares falecidos, dou-vos a Bênção Apostólica.
[01557-PO.01] [Texto original: Português]
In lingua araba
Speaker:
في خِتامِ التَّعْلِيمِ المَسِيحِيّ في الرِسالَةِ إلى أَهْلِ غَلاطِيَة قالَ قَداسَةُ البابا: كانَ بولسُ مُبَشِّرًا وَلاهُوتِيًّا وَراعِيًا، وَذَلِكَ بِقُوَّةِ الرُّوحِ القُدُسِ الذي غَيَّرَ حَياتَهُ. وَقَدْ دافَعَ عَنِ الحُرِّيَّةِ التي أتَى بِها المَسيحُ وَرَبَطَها بالمَحَبَّة. وَعَلَّمَ أَهْلَ غَلاطِيَة أَنَّهُم مَدْعُوُونَ هُمْ أيْضًا إلى تِلْكَ الحُرِّيَّة، التي أَعْتَقَتْهُم مِنَ العُبُودِيَّة، وَجَعَلَتْهُم وَرَثَةَ الوَعْدِ القَدِيم، وأَبَناءَ اللهِ في المَسِيح. وَقالَ أَيْضًا إنَّ الحُرِّيَّةَ لا تَعْني التَحَرُّرَ مِنَ الأَخْلاق، وَلا تَعْنِي الادِّعاءَ باكْتِفاءٍ ذاتي. بَلْ أَكَّدَ أنَّ الحُرِّيَّةَ هِيَ مِنْ أَجْلِ خِدْمَةِ المَحَبَّة. وَقالَ البابا إنَّ تَعْليِمَ بُولسَ في الرِسالَةِ إلى أَهْلِ غَلاطِيَة، يُوَلِّدُ فِينا مِنْ جِهَةٍ الحَماس، فَنَشْعُرَ بأَنَّنا مُنْدَفِعُونَ إلى أنْ نَتْبَعَ طَرِيقَ الحُرِّيَّةِ وأَنْ نَسْلُكَ سَبِيلَ الرُّوح. وَمِنْ جِهَةٍ أُخْرَى، وَبِسَبَبِ مَحْدُودِيَتِنا، قَدْ يَطْرأُ عَلَيْنا التَعَبُ الذي يُوْقِفُ كُلَّ انْدِفاعٍ فِينا، فَنَشْعُرَ بالإحْباطِ والضَّعْفِ وأَحْيانًا بالتَهْمِيش. وَلِمُواجَهَةِ هذا المَوْقِفِ الثاني، اقْتَبَسَ البابا مِنْ كَلامِ القِدِّيسِ أُغُسْطِينُس وَقال: العاصِفَةُ علَى البُحَيْرَةِ في الإنْجِيلِ تُعَلِّمُنا بِأَنَّهُ عَلَيْنا دائِمًا أَنْ نُوْقِظَ المَسِيحَ في وَقْتِ الشِدَّة، وَعِنْدَما يُهَدِّئُ المَسِيحُ العاصِفَةَ في قُلُوبِنا سَنَقْدِرُ أَنْ نَنْظُرَ إلَى الأُمُورِ بِنَظْرَتِهِ، فَنَرَى مَشْهَدًا وَأُمُورًا لَمْ نَكُنْ نَتَصَوَّرُ أَنَّنا نَقْدِرُ وَحْدَنا أَنْ نَراها.
Santo Padre:
Saluto i fedeli di lingua araba. San Paolo ci ricorda che non possiamo permetterci alcuna stanchezza nel fare il bene. Dobbiamo avere fiducia nello Spirito Santo, che viene sempre in aiuto alla nostra debolezza e ci concede il sostegno di cui abbiamo bisogno per fare il bene. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga sempre da ogni male!
Speaker:
أُحَيِّي المُؤْمِنِينَ الناطِقِينَ باللُغَةِ العَرَبِيَّة. يُذَكِّرُنا القِدِّيسُ بُولُسُ أَنَّهُ لا يُمْكِنُنا أَنْ نَسْمَحَ لأَنْفُسِنا بأَيِّ تَعَبٍ في عَمَلِ الخَيْر. يَجِبُ أَنْ نَثِقَ بأَنَّ الرُّوحَ القُدُسَ يَأْتِي دائِمًا لِمُساعَدَةِ ضَعْفِنا وَيَمْنَحُنا الدَعْمَ الذي نَحْتاجُ إليْهِ حَتَى نَصْنَعَ الخَيْر. بارَكَكُم الرَّبُّ جَميعًا وَحَماكُم دائِمًا مِنْ كُلِّ شَرّ!
[01558-AR.01] [Testo originale: Arabo]
In lingua polacca
Speaker:
Dzisiejsza katecheza jest ostatnią w cyklu refleksji na temat Listu do Galatów. List ten pozwala dostrzec w Pawle Apostole prawdziwego teologa, który kontemplował tajemnicę Chrystusa i przekazywał ją z twórczą inteligencją. Potrafił też pełnić swoją misję duszpasterską wobec zagubionej i zdezorientowanej wspólnoty. Moc Ducha naprawdę wniknęła w jego serce: spotkanie z Chrystusem Zmartwychwstałym ogarnęło i przemieniło całe jego życie, a on poświęcił je całkowicie na służbę Ewangelii. Był przekonany, że otrzymał powołanie, na które tylko on mógł odpowiedzieć, i chciał wyjaśnić Galatom, że oni również zostali powołani do wolności, gdyż stali się dziedzicami dawnej obietnicy, a w Chrystusie dziećmi Bożymi. Paweł podporządkował wolność miłości i wskazał, iż wyraża się ona konsekwentnie w posłudze miłosierdzia.
Na końcu tego cyklu katechez może pojawić się w nas dwojaka postawa. Z jednej strony, nauczanie Apostoła wywołuje w nas entuzjazm; czujemy się przynagleni, by natychmiast podążać drogą wolności, by „postępować według Ducha”. Z drugiej strony, jesteśmy świadomi naszych ograniczeń, ponieważ doświadczamy na co dzień jak trudno być uległym Duchowi Świętemu. Wtedy może pojawić się znużenie powstrzymujące entuzjazm. Czujemy się zniechęceni i słabi. Święty Augustyn, odwołując się do ewangelicznego wydarzenia burzy na jeziorze, podpowiada jak reagować w takiej sytuacji. Mówi: „Wiara Chrystusowa w twoim sercu jest jak Chrystus w łodzi. Obudź Chrystusa, wstrząśnij swoją wiarą! Również będąc wzburzonym możesz coś uczynić. Wstrząśnij swoją wiarą. Chrystus się zbudzi i przemówi do ciebie... Dlatego obudź Chrystusa... Uwierz w to, co zostało ci powiedziane, a w twoim sercu nastanie wielki pokój” (Kazania 163/B 6).
Santo Padre:
Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini polacchi. Domani in Polonia ricorre la festa nazionale dell’indipendenza. Ringraziando il Signore per il dono della libertà, ricordiamoci che – come diceva san Giovanni Paolo II – “questa libertà deve essere gestita sulla base dell’amore di Dio, della patria e dei fratelli” (13.11.2002). “Oggi il mondo e la Polonia hanno bisogno di uomini dal cuore grande, che servono con umiltà e amore, che benedicono e non maledicono, che conquistano la terra con la benedizione” (Sopot, 5.06.1999). Con l’augurio di pace e di ogni bene, affido a Dio tutti i polacchi e vi benedico di cuore.
Speaker:
Serdecznie witam polskich pielgrzymów. Jutro w Polsce przypada Narodowe Święto Niepodległości. Dziękując Bogu za dar wolności, pamiętajmy, że – jak mówił św. Jan Paweł II – „wolność trzeba zagospodarowywać w oparciu o miłość Boga, ojczyzny i braci” (13.11.2002). „Dzisiaj potrzeba światu i Polsce ludzi mocnych sercem, którzy w pokorze służą i miłują, błogosławią, a nie złorzeczą, i błogosławieństwem ziemię zdobywają” (Sopot, 5.06.1999 r.). Z życzeniem pokoju i wszelkiego dobra, zawierzam Bogu wszystkich Polaków i z serca błogosławię.
[01559-PL.01] [Testo originale: Polacco]
In lingua italiana
Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto le Associazioni del Clero e le Unioni degli Addetti al Culto – Sacrestani: esprimo il mio apprezzamento per il vostro servizio, che vi incoraggio a compiere sempre con viva sensibilità pastorale. Saluto i rappresentanti della Polizia Penitenziaria, dei Vigili del Fuoco e di altre realtà sindacali del comparto Sicurezza e difesa: auspico che la vostra professione sia intesa come “missione”, da svolgere con competenza e responsabilità morale.
Il mio pensiero va infine, come di consueto, agli anziani, agli ammalati, ai giovani e agli sposi novelli. Oggi la liturgia ricorda San Leone Magno, Papa e Dottore della Chiesa, che ha consacrato la sua esistenza alla difesa e alla diffusione della verità evangelica. Per sua intercessione, possiate vivere la vostra fede con gioia ed essere sereni testimoni dell’amore del Signore.
A ciascuno di voi la mia benedizione.
[01560-IT.01] [Testo originale: Italiano]
[B0734-XX.02]