Catechesi del Santo Padre in lingua italiana
Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue
Appello del Santo Padre
L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana il Papa, continuando il ciclo di catechesi sulla Lettera ai Galati dell’Apostolo Paolo, ha incentrato la sua meditazione sul tema: “Siamo figli di Dio” (cfr Lettura: Gal 3,26-29).
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti. Quindi ha rivolto un appello per l’Etiopia che il prossimo 11 settembre celebrerà il Capodanno e ha rinnovato la sua vicinanza alle popolazioni colpite dal conflitto in corso nel Paese.
L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.
Catechesi del Santo Padre in lingua italiana
Fratelli e sorelle, buongiorno!
Proseguiamo il nostro itinerario di approfondimento della fede – della nostra fede – alla luce della Lettera di San Paolo ai Galati. L’Apostolo insiste con quei cristiani perché non dimentichino la novità della rivelazione di Dio che è stata loro annunciata. In pieno accordo con l’evangelista Giovanni (cfr 1 Gv 3,1-2), Paolo sottolinea che la fede in Gesù Cristo ci ha permesso di diventare realmente figli di Dio e anche suoi eredi. Noi cristiani diamo spesso per scontato questa realtà di essere figli di Dio. È bene invece fare sempre memoria grata del momento in cui lo siamo diventati, quello del nostro battesimo, per vivere con più consapevolezza il grande dono ricevuto.
Se io oggi domandassi: chi di voi sa la data del proprio battesimo?, credo che le mani alzate non sarebbero tante. E invece è la data nella quale siamo stati salvati, è la data nella quale siamo diventati figli di Dio. Adesso, coloro che non la conoscono domandino al padrino, alla madrina, al papà, alla mamma, allo zio, alla zia: “Quando sono stato battezzato? Quando sono stata battezzata?”; e ricordare ogni anno quella data: è la data nella quale siamo stati fatti figli di Dio. D’accordo? Farete questo? [rispondono: sì!] È un “sì” così, eh? [ridono] Andiamo avanti…
Infatti, una volta che è «sopraggiunta la fede» in Gesù Cristo (v. 25), si crea la condizione radicalmente nuova che immette nella figliolanza divina. La figliolanza di cui parla Paolo non è più quella generale che coinvolge tutti gli uomini e le donne in quanto figli e figlie dell’unico Creatore. Nel brano che abbiamo ascoltato egli afferma che la fede permette di essere figli di Dio «in Cristo» (v. 26): questa è la novità. È questo “in Cristo” che fa la differenza. Non soltanto figli di Dio, come tutti: tutti gli uomini e donne siamo figli di Dio, tutti, qualsiasi sia la religione che abbiamo. No. Ma “in Cristo” è quello che fa la differenza nei cristiani, e questo soltanto avviene nella partecipazione alla redenzione di Cristo e in noi nel sacramento del battesimo, così incomincia. Gesù è diventato nostro fratello, e con la sua morte e risurrezione ci ha riconciliati con il Padre. Chi accoglie Cristo nella fede, per il battesimo viene “rivestito” di Lui e della dignità filiale (cfr v. 27).
San Paolo nelle sue Lettere fa riferimento più volte al battesimo. Per lui, essere battezzati equivale a prendere parte in maniera effettiva e reale al mistero di Gesù. Per esempio, nella Lettera ai Romani giungerà perfino a dire che, nel battesimo, siamo morti con Cristo e sepolti con Lui per poter vivere con Lui (cfr 6,3-14). Morti con Cristo, sepolti con Lui per poter vivere con Lui. E questa è la grazia del battesimo: partecipare della morte e resurrezione di Gesù. Il battesimo, quindi, non è un mero rito esteriore. Quanti lo ricevono vengono trasformati nel profondo, nell’essere più intimo, e possiedono una vita nuova, appunto quella che permette di rivolgersi a Dio e invocarlo con il nome di “Abbà”, cioè “papà”. “Padre”? No, “papà” (cfr Gal 4,6).
L’Apostolo afferma con grande audacia che quella ricevuta con il battesimo è un’identità totalmente nuova, tale da prevalere rispetto alle differenze che ci sono sul piano etnico-religioso. Cioè, lo spiega così: «non c’è Giudeo né Greco»; e anche su quello sociale: «non c’è schiavo né libero; non c’è maschio e femmina» (Gal 3,28). Si leggono spesso con troppa fretta queste espressioni, senza cogliere il valore rivoluzionario che possiedono. Per Paolo, scrivere ai Galati che in Cristo “non c’è Giudeo né Greco” equivaleva a un’autentica sovversione in ambito etnico-religioso. Il Giudeo, per il fatto di appartenere al popolo eletto, era privilegiato rispetto al pagano (cfr Rm 2,17-20), e Paolo stesso lo afferma (cfr Rm 9,4-5). Non stupisce, dunque, che questo nuovo insegnamento dell’Apostolo potesse suonare come eretico. “Ma come, uguali tutti? Siamo differenti!”. Suona un po’ eretico, no? Anche la seconda uguaglianza, tra “liberi” e “schiavi”, apre prospettive sconvolgenti. Per la società antica era vitale la distinzione tra schiavi e cittadini liberi. Questi godevano per legge di tutti i diritti, mentre agli schiavi non era riconosciuta nemmeno la dignità umana. Questo succede anche oggi: tanta gente nel mondo, tanta, milioni, che non hanno diritto a mangiare, non hanno diritto all’educazione, non hanno diritto al lavoro: sono i nuovi schiavi, sono coloro che sono alle periferie, che sono sfruttati da tutti. Anche oggi c’è la schiavitù. Pensiamo un poco a questo. Noi neghiamo a questa gente la dignità umana, sono schiavi. Così infine, l’uguaglianza in Cristo supera la differenza sociale tra i due sessi, stabilendo un’uguaglianza tra uomo e donna allora rivoluzionaria e che c’è bisogno di riaffermare anche oggi. C’è bisogno di riaffermarla anche oggi. Quante volte noi sentiamo espressioni che disprezzano le donne! Quante volte abbiamo sentito: “Ma no, non fare nulla, [sono] cose di donne”. Ma guarda che uomo e donna hanno la stessa dignità, e c’è nella storia, anche oggi, una schiavitù delle donne: le donne non hanno le stesse opportunità degli uomini. Dobbiamo leggere quello che dice Paolo: siamo uguali in Cristo Gesù.
Come si può vedere, Paolo afferma la profonda unità che esiste tra tutti i battezzati, a qualsiasi condizione appartengano, siano uomini o donne, uguali, perché ciascuno di loro, in Cristo, è una creatura nuova. Ogni distinzione diventa secondaria rispetto alla dignità di essere figli di Dio, il quale con il suo amore realizza una vera e sostanziale uguaglianza. Tutti, tramite la redenzione di Cristo e il battesimo che abbiamo ricevuto, siamo uguali: figli e figlie di Dio. Uguali.
Fratelli e sorelle, siamo dunque chiamati in modo più positivo a vivere una nuova vita che trova nella figliolanza con Dio la sua espressione fondante. Uguali perché figli di Dio, e figli di Dio perché ci ha redento Gesù Cristo e siamo entrati in questa dignità tramite il battesimo. È decisivo anche per tutti noi oggi riscoprire la bellezza di essere figli di Dio, di essere fratelli e sorelle tra di noi perché inseriti in Cristo che ci ha redenti. Le differenze e i contrasti che creano separazione non dovrebbero avere dimora presso i credenti in Cristo. E uno degli apostoli, nella Lettera di Giacomo, dice così: “State attenti con le differenze, perché voi non siete giusti quando nell’assemblea (cioè nella Messa) entra uno che porta un anello d’oro, è ben vestito: ‘Ah, avanti, avanti!’, e lo fanno sedere al primo posto. Poi, se entra un altro che, poveretto, appena si può coprire e si vede che è povero, povero, povero: ‘sì, sì, accomodati lì, in fondo’”. Queste differenze le facciamo noi, tante volte, in modo inconscio. No, siamo uguali. La nostra vocazione è piuttosto quella di rendere concreta ed evidente la chiamata all’unità di tutto il genere umano (cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. Lumen gentium, 1). Tutto quello che esaspera le differenze tra le persone, causando spesso discriminazioni, tutto questo, davanti a Dio, non ha più consistenza, grazie alla salvezza realizzata in Cristo. Ciò che conta è la fede che opera seguendo il cammino dell’unità indicato dallo Spirito Santo. E la nostra responsabilità è camminare decisamente su questa strada dell’uguaglianza, ma l’uguaglianza che è sostenuta, che è stata fatta dalla redenzione di Gesù.
Grazie. E non dimenticatevi, quando tornerete a casa: “Quando sono stata battezzata? Quando sono stato battezzato?”. Domandare, per avere sempre in mente quella data. E anche festeggiare quando arriverà la data. Grazie.
[01169-IT.02] [Testo originale: Italiano]
Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue
In lingua francese
Speaker:
Frères et sœurs, saint Paul explique, dans la lettre aux Galates, que la foi en Jésus-Christ nous rend réellement fils de Dieu. Cette filiation n’est plus celle qui concerne tous les hommes en tant qu’enfants de l’unique Créateur. Il s’agit d’une condition radicalement nouvelle qui advient au Baptême. Par son incarnation, le Christ nous a réconciliés avec son Père et est devenu notre frère. Le Baptême n’est pas un simple rite extérieur. Il transforme notre être le plus intime et nous fait prendre part, de manière réelle et effective, au mystère du Christ: nous sommes morts et ensevelis avec lui pour vivre avec lui. L’identité de fils de Dieu est entièrement nouvelle et prévaut sur toute différence ethnique, religieuse et sociale: il n’y a plus ni juif ni grec, ni esclave ni homme libre, ni homme ni femme. Paul révèle la profonde unité qui existe entre tous les baptisés car ils sont, dans le Christ, une créature nouvelle. Devant cette dignité de fils de Dieu toute distinction devient secondaire entre baptisés, et les conflits qui les divisent ne devraient plus exister. Notre vocation consiste, au contraire, à rendre évident et concret l’appel à l’unité de tout le genre humain.
Santo-Padre:
Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese.
In questo giorno in cui celebriamo la Natività della Vergine Maria, chiediamo alla nostra Madre di aiutarci a riscoprire la bellezza di essere figli di Dio e, superando differenze e conflitti, di aiutarci a vivere come fratelli.
Dio vi benedica.
Speaker:
Je salue cordialement les pèlerins de langue française.
En ce jour où nous célébrons la Nativité de la Vierge Marie, demandons à notre Mère de nous aider à redécouvrir la beauté de notre condition d’enfants de Dieu, et, dépassant les différences et les conflits, de nous aider à vivre comme des frères.
Que Dieu vous bénisse.
[01170-FR.01] [Texte original: Français]
In lingua inglese
Speaker:
Dear brothers and sisters, in our continuing catechesis on the Letter to the Galatians, we now consider Paul’s teaching on the radical newness of our life in Jesus Christ. By his incarnation, death and resurrection, the Son of God has reconciled us with the Father, given us birth to new life and bestowed on us a share in his divine sonship. Through faith and baptism, we have been interiorly transformed; now, having “put on Christ”, we have become a new creation. This new identity transcends all other ethnic, social and religious differences: in Christ, “there is no longer Jew or Greek, slave or free, male or female” (Gal 3:28). We Christians can often take for granted this newness of life bestowed at our baptism. Conscious of our dignity as sons and daughters of the Father, may we resolve to reconcile every division, to embrace fully our oneness in Christ and our vocation to be convincing witnesses of the unity to which, in God’s saving plan, the entire human family is called (cf. Gaudium et Spes, 1).
Santo Padre:
Rivolgo un cordiale saluto ai fedeli di lingua inglese. Il mio pensiero va in modo particolare a quanti riprenderanno la scuola nelle prossime settimane. Cari giovani, che quest’anno accademico sia per tutti voi occasione di crescita culturale e di approfondimento dei legami di amicizia. Su voi e sulle vostre famiglie invoco la sapienza e la gioia di Cristo. Dio vi benedica!
Speaker:
I cordially greet the English-speaking faithful. My thoughts turn especially to young people returning to school in the coming weeks. Dear young people, may this academic year be for all of you a time of educational growth and deepening of the bonds of friendship. Upon you and your families I invoke the wisdom and joy of our Lord Jesus Christ. God bless you!
[01171-EN.01] [Original text: English]
In lingua tedesca
Speaker:
Liebe Brüder und Schwestern, in den Mittwochskatechesen befassen wir uns zurzeit im Licht des Galaterbriefs des Apostels Paulus mit dem Thema der Vertiefung des Glaubens. Paulus unterstreicht, dass der Glaube uns erlaubt hat, in Jesus Christus wirklich Kinder Gottes und seine Erben zu werden. Wer Christus im Glauben annimmt, wird durch die Taufe mit der Würde Christi und somit der Gotteskindschaft bekleidet. Er wird im Innersten verwandelt und erhält ein neues Leben, das ihm erlaubt, sich direkt an Gott zu wenden und ihn vertraulich mit „Abba, Vater“ (Gal 4,6) anzurufen. Diese Kindschaft kennt keine Unterschiede, sei es im ethnisch-religiösen Bereich, sei es, was die sozialen Differenzen oder das Geschlecht betrifft. Jede Besonderheit wird gegenüber der gemeinsamen Würde, Kinder Gottes zu sein, zweitrangig. Gott schafft mit seiner Liebe eine wahre und echte Gleichheit. Es ist wichtig zu erkennen, dass wir untereinander Brüder und Schwestern sind, weil wir in Christus eingefügt sind. Unsere Berufung ist vor allem jene, die Bestimmung zur Einheit des ganzen Menschengeschlechts in Christus immer wieder sichtbar und konkret zu machen.
Santo Padre:
Saluto cordialmente i pellegrini di lingua tedesca! Oggi la Chiesa ci invita a celebrare il giorno della Natività di Maria, Madre del Signore. Come fratelli e sorelle di Gesù, Maria è anche Madre nostra. Formiamo una famiglia con Gesù e Maria! La Beata Vergine vi protegga e vi accompagni sempre.
Speaker:
Herzlich grüße ich die Pilger und Besucher deutscher Sprache! Heute lädt uns die Kirche ein, den Geburtstag von Maria, der Mutter Jesu zu feiern. Da wir Brüder und Schwestern Jesu sind, dürfen wir Maria als unsere Mutter betrachten. Wir sind eine Familie mit Jesus und Maria. Die selige Jungfrau möge euch allezeit behüten und begleiten.
[01172-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]
In lingua spagnola
Queridos hermanos y hermanas:
En la Carta a los Gálatas, san Pablo nos recuerda que somos hijos de Dios por la fe en Jesucristo. Así, el bautismo nos reviste de una nueva dignidad, nos hace hermanos en Cristo, lo que nos permite dirigirnos a Dios con confianza y llamarlo “Padre” o “Papá”. Además, al insistir en la novedad de la revelación y la filiación divina, san Pablo afirma que hay una profunda unidad entre todos los bautizados, que va más allá de la condición cultural, social o religiosa, porque cada uno es una criatura nueva en Cristo.
En este sentido, el Apóstol nos enseña que cualquier diferencia que se establezca entre las personas es secundaria respecto a la dignidad de hijos de Dios. Por eso los creyentes nunca deberían dar espacio a lo que separa, a lo que discrimina, sino a todo lo que favorece la llamada de Dios a la unidad y a la fraternidad. Por tanto, el fundamento de la verdadera igualdad entre todos los miembros de la gran familia humana, es esa nueva dignidad de hijos y herederos en Cristo.
Saludo cordialmente a los fieles de lengua española. Los invito a redescubrir la belleza de ser hijos e hijas de Dios, y a dar gracias por el don recibido en el bautismo, que nos hace hermanos y hermanas en Cristo, miembros de la Iglesia y partícipes de su misión en el mundo.
Y en este día, los cubanos celebran a su Patrona y Madre, la Virgen de la Caridad del Cobre. Con un recuerdo agradecido de mi peregrinación a su Santuario, en septiembre de 2015, quiero presentar nuevamente a los pies de la Virgen de la Caridad la vida, los sueños, las esperanzas y dolores del pueblo de Cuba. Que dondequiera que haya hoy un cubano, experimente la ternura de María, y que Ella los conduzca a todos hacia Cristo, el Salvador.
Que el Señor los bendiga. Muchas gracias.
[01173-ES.02] [Texto original: Español]
In lingua portoghese
Speaker:
Na Carta aos Gálatas, São Paulo exorta os cristãos a não esquecerem a novidade radical que supõe o batismo na vida dos fiéis. O batismo não é meramente um rito exterior. Ser batizado significa converter-se em filho de Deus. Não se trata de uma filiação genérica, como a que corresponde a todos os homens e mulheres enquanto criados por Deus. São Paulo fala de ser filho de Deus em Cristo. Isso significa tomar parte no mistério de Jesus, recebendo uma vida nova que permite dirigir-se a Deus e invocá-lo com o nome de “Abbá, Pai”. O Apóstolo insiste que a identidade do batizado exprime uma superação das diferenças de ordem religiosa, cultural e social. A afirmação de que “não há judeu nem grego, nem escravo nem livre, nem homem nem mulher” mostra que, entre todos os batizados, existe uma única e igual dignidade. Por isso, a vocação cristã impele a tornar concreta e evidente a chamada à unidade de todo o gênero humano, deixando de lado qualquer espécie de discriminação.
Santo Padre:
Rivolgo un cordiale saluto ai fedeli di lingua portoghese, in particolare alla comunità brasiliana “Nossa Senhora Aparecida” a Roma. Cari amici, nel battesimo siamo stati santificati nel nome della Santissima Trinità. Chiediamo la grazia di poter vivere i nostri impegni battesimali come veri imitatori di Gesù, il Figlio di Dio, guidati dallo Spirito Santo, per la gloria del Padre. Grazie.
Speaker:
Dirijo uma cordial saudação aos fiéis de língua portuguesa, particularmente à Comunidade brasileira “Nossa Senhora Aparecida” em Roma. Queridos amigos, no batismo fomos santificados no nome da Santíssima Trindade. Peçamos a graça de poder viver os nossos compromissos batismais como verdadeiros imitadores de Jesus, o Filho de Deus, guiados pelo Espírito Santo, para a glória do Pai. Obrigado.
[01174-PO.01] [Texto original: Português]
In lingua araba
Speaker:
تَكَلَّمَ قَداسَةُ البابا علَى أَنَّنا أَبَناءُ اللهِ في إطارِ تَعْلِيمِهِ في الرِّسالَةِ إلى أَهْلِ غَلاطية. قال: أَشارَ بولسُ إلى أنّ الإيمانَ بيسوعَ المسيح أَتاحَ لنا بأنْ نُصْبِحَ أبْناءَ اللهِ وَوَرَثَتَهُ. وأَشارَ أَيضًا عِدَةَ مَراتٍ في رَسائِلِهِ إلى المَعْمُودِيَّة، وَبَيَّنَ أَنَّنا بالمَعْمُودِيَّةِ نُشارِكُ بِطَريقَةٍ فَعَّالَةٍ وَحقِيقِيَّةٍ في سِرِّ يسوع. وَمَنْ يَقْبَلْ سِرَّ المَعْمُودِيَّةِ يَتَغَيَّرْ في أعْماقِه، وَتُصْبِحُ فيهِ حَياةً جَدِيدةً تُتِيحُ لَهُ بأَنْ يُنادِيَ اللهَ باسْمِ "أَبَّا، يا أَبَتِ. وأَكَدَّ الرَّسُولُ أَنَّنا قَبِلْنا بالمَعْمُودِيَّةِ هَوِيَّةً جَدِيدَةً تَتَغَلَّبُ علَى الاخْتِلافاتِ المَوْجُودَةِ علَى المُسْتَوى العِرْقيّ والدِينِيّ: "فلَيْسَ هُناكَ يَهودِيٌّ ولا يونانِيّ"، وَكَذَلِكَ علَى المُسْتَوَى الاجْتِماعيّ: "ولَيْسَ هُناكَ عَبْدٌ أَوْ حُرّ، ولَيْسَ هُناكَ ذَكَرٌ وأُنْثى". وَبِهَذا أَكَدَّ بولسُ علَى أَهَمِيَّةِ المَساواةِ والوَحْدَةِ العَميقَةِ المَوْجُودَةِ بَيْنَ جَميعِ المُعَمَدِّين، مَهْما كانَتْ ظُرُوفُهُم، لأنَّ كلَّ واحِدٍ مِنْهُم، هُوَ في المَسيح، خَليِقَةٌ جَديدَة. كَما أَكَدَّ علَى المُساواةِ بَيْنَ العَبِيدِ والأَحْرار. وَكانَ ذَلِكَ ثَوْرَةً في المُجْتَمَعِ في زَمَنِه. وَفي نِهايَةِ كَلِمَتِهِ دَعانا قَداسَةُ البابا أنْ نَكْتَشِفَ مِن جَديدٍ جَمالَ أنْ نكونَ أبْناءَ الله، وإخْوَةً وأخواتٍ فيما بَيْنَنا لأَنَّنا مُنْغَرِسُونَ في المَسيح، وأنْ نَسْعَى مِنْ أجْلِ وَحْدَةِ البَشَرِيَّة. فَكُلُّ ما يُؤَدِي إلى تَفاقُمِ الاخْتِلافاتِ بَيْنَ الناس، وَغالِبًا ما يَتَسَبَّبُ في التَمْيِيز، كلُّ هذا، أمامَ الله، لَمْ يَعُدْ لَهُ أَهَمِيَّة، وَطَريقُنا هيَ السَّيْرُ نَحْوَ الوَحْدَة.
Santo Padre:
Saluto i fedeli di lingua araba. Voi ragazzi, giovani, studenti e insegnanti che in questi giorni state tornando a scuola, possa il Signore aiutarvi a preservare la fede e a coltivare la scienza, per diventare protagonisti di un futuro migliore, in cui l’umanità possa godere di pace, fratellanza e tranquillità. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga sempre da ogni male!
Speaker:
أُحيِّي المُؤْمِنِينَ الناطِقِينَ باللُغَةِ العَرَبِيَّة. أَنْتُمُ الفِتْيانَ والشَّبابَ والطُلابَ والمُعَلِمينَ الذينَ عُدْتُم إلى المَدْرَسَةِ في هَذِهِ الأيام، لِيُساعِدْكُم الرَّبُّ يَسوع أَنْ تُحافِظُوا علَى الإيمان، وأَنْ تَزْرَعُوا العِلْمَ لِتُصْبِحُوا أَبْطالَ مُسْتَقْبَلٍ أَفْضَلَ فِيهِ تَنْعَمُ البَشَرِيَّةُ بالسَّلامِ والأُخُوَّةِ والطُمأنِينَة. بارَكَكُم الرَّبُّ جَميعًا وَحَماكُم دائِمًا مِنْ كُلِّ شَرّ!
[01175-AR.01] [Testo originale: Arabo]
In lingua polacca
Speaker:
Bracia i siostry, w Liście do Galatów, św. Paweł Apostoł wzywa chrześcijan, aby pamiętali o nowości objawienia Bożego, które zostało im przekazane. Zaznacza, że wiara w Jezusa Chrystusa sprawiła, iż stali się prawdziwie dziećmi Bożymi. Przypomina, że otrzymane synostwo w Chrystusie nie jest już tylko tym ogólnym, które obejmuje wszystkich mężczyzn i kobiety, jako dzieci jedynego Stwórcy. Ci bowiem, którzy przyjęli Chrzest zostali przemienieni w swoim wnętrzu i otrzymali nowe życie, które pozwala im wzywać Boga imieniem „Abba, Ojcze” (por. Ga 4,6). Apostoł stwierdza, że „Nie ma już Żyda ani Greka, nie ma już niewolnika ani człowieka wolnego, nie ma już mężczyzny ani kobiety” (Ga 3,28). W Chrystusie wszyscy stajemy się nowym stworzeniem. Jesteśmy dziećmi Bożymi. Ta godność sprawia, że wszelkie różnice między ludźmi stają się drugorzędne. W tamtych czasach było to zupełnie rewolucyjne spojrzenie na człowieka i świat. Bóg przez swoją miłość wprowadził prawdziwą i istotną równość. Różnice, podziały, konflikty, nigdy nie powinny mieć miejsca wśród wierzących w Chrystusa. Pamiętajmy, że przez Chrzest św. i my staliśmy się dziećmi Bożymi. Należymy do rodziny, której powołaniem jest budowanie jedności całego rodzaju ludzkiego.
Santo Padre:
Saluto cordialmente tutti i polacchi. Esprimo la mia gioia per la prossima beatificazione del Cardinale Stefano Wyszyński e madre Elisabetta Rosa Czacka. Che il testamento spirituale del Primate del Millennio: “Tutto affido a Maria” e la confidenza della madre Elisabetta Rosa nella Croce di Cristo siano sempre la forza della vostra nazione. Sul Cardinale Wyszyński San Giovanni Paolo II ha pronunciato le storiche parole: “Sulla Sede di Pietro non ci sarebbe questo Papa polacco, se non ci fosse stata la tua fede, che non si è piegata davanti alla prigione e alla sofferenza, la tua eroica speranza, il tuo fidarti fino in fondo della Madre della Chiesa”. Dio benedica la Polonia. Vi sostengano i vostri grandi santi e beati.
Speaker:
Pozdrawiam serdecznie wszystkich Polaków. Wyrażam radość z bliskiej już beatyfikacji kardynała Stefana Wyszyńskiego i matki Elżbiety Róży Czackiej. Niech duchowy testament Prymasa Tysiąclecia: „Wszystko postawiłem na Maryję” i ufność matki Elżbiety Róży pokładana w Krzyżu Chrystusa będą zawsze mocą waszego narodu. O kardynale Wyszyńskim św. Jan Paweł II wypowiedział historyczne słowa: „Nie byłoby na Stolicy Piotrowej tego Papieża-Polaka gdyby nie było Twojej wiary, niecofającej się przed więzieniem i cierpieniem, Twojej heroicznej nadziei, Twego zawierzenia bez reszty Matce Kościoła”. Niech Bóg błogosławi Polskę. Niech was wspierają wasi wielcy święci i błogosławieni.
[01176-PL.01] [Testo originale: Polacco]
In lingua italiana
Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana.
In particolare, ai membri dell’Arciconfraternita “Maria Santissima Addolorata” di Casolla (Caserta), e agli Ufficiali e agli Allievi della Scuola Militare “Nunziatella” di Napoli e alle Suore Schiave del Sacro Cuore. Auguro a tutti voi, qui pellegrini, che la visita alle tombe degli Apostoli vi rinsaldi nell’adesione al Signore e vi renda suoi testimoni nella vita di ogni giorno.
Il mio pensiero va infine, come di consueto, agli anziani, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Oggi celebriamo la Natività della Beata Vergine Maria. Questa festa ci ricorda che Dio è fedele alle sue promesse e, attraverso Maria Santissima, ha voluto abitare in mezzo a noi: sia in ciascuno di voi la gioia di accogliere la Sua presenza di pace di gioia!
Vi benedico di cuore.
[01177-IT.01] [Testo originale: Italiano]
Appello del Santo Padre
Il prossimo 11 settembre in Etiopia si celebrerà il Capodanno. Rivolgo al popolo etiope il mio più cordiale e affettuoso saluto, in modo particolare a quanti soffrono a motivo del conflitto in atto e della grave situazione umanitaria da esso causata. Sia questo un tempo di fraternità e di solidarietà in cui dare ascolto al comune desiderio di pace.
[01180-IT.01] [Testo originale: Italiano]
[B0544-XX.02]