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Messaggio del Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale in occasione della Giornata Mondiale della Salute 2021, 07.04.2021


Testo in lingua italiana

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua spagnola

Pubblichiamo di seguito il Messaggio dell’Em.mo Card. Peter Kodwo Appiah Turkson, Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, inviato in occasione della Giornata Mondiale della Salute 2021, che si celebra oggi:

Testo in lingua italiana

Costruire un mondo più giusto e più sano per tutti

Il 7 aprile ogni anno si celebra la Giornata Mondiale della Salute, istituita dalla prima Assemblea della Sanità nel 1948, con l’obbiettivo di accrescere la consapevolezza su un tema specifico della salute ed evidenziare le questioni di grande urgenza e priorità nel mondo della salute. Il tema di quest’anno rileva l’urgenza di lavorare per eliminare le disuguaglianze nell’accesso alla salute, per “Costruire un mondo più giusto e più sano per tutti.”

L’anno 2020 sarà ricordato come un anno spartiacque tra un primo e un dopo. La pandemia ha inciso profondamente sulle nostre vite e sulla nostra società; essa ha aggravato vecchi problemi sociali, soprattutto le disuguaglianze, come quelle nell’accesso alle cure. L’impatto della pandemia è stato più forte sulle comunità più vulnerabili, più esposte alla malattia, con meno possibilità di avere accesso ai servizi sanitari di qualità.

Noi stiamo vivendo una crisi, ma come ricorda Papa Francesco, da una crisi non si esce uguali, o usciamo migliori o usciamo peggiori. Ecco l’invito di questa giornata mondiale della salute, “Costruire un mondo più giusto e più sano per tutti.” L’anno difficile ci ha ricordato anche l’importanza della solidarietà umana e la consapevolezza che nessuno si salva da solo. A tale proposito il Papa ci invita a vivificare e mettere al centro del nostro agire i valori della fratellanza, della giustizia, dell’equità, della solidarietà, dell’inclusione per non lasciare che i nazionalismi chiusi o leggi di mercato ci impediscano di vivere come una vera famiglia umana.[1]

La salute attiene al valore della giustizia

La pandemia ha esacerbato il grande divario tra paesi più avvantaggiati rispetto a quelli meno, nell’accesso alle cure e ai trattamenti sanitari, un fatto deplorevole che persiste nonostante la situazione sia stata denunciata a più riprese da varie istituzioni; disparità e disuguaglianze inaccettabili che negano la salute a gran parte della popolazione nelle “periferie del mondo”. L’umanità stenta a riconoscere che «il diritto fondamentale alla tutela della salute attiene al valore della giustizia, secondo il quale non ci sono distinzioni di popoli e nazioni, tenuto conto delle oggettive situazioni di vita e di sviluppo dei medesimi, nel perseguimento del bene comune, che è contemporaneamente bene di tutti e di ciascuno, di cui deve farsi carico, anche e soprattutto, la comunità civile»[2]. È auspicabile che «l’armonizzazione del diritto alla tutela della salute e del diritto alla giustizia venga assicurata da un’equa distribuzione di strutture sanitarie e di risorse finanziarie, secondo i principi di solidarietà e di sussidiarietà»[3]. Su questi due principi si possono costruire sistemi sanitari più equi e più giusti. Ma per far ciò occorre innanzitutto ripensare il concetto di salute, come salute integrale.

Per una salute integrale

Per un mondo più giusto e più sano è necessario acquisire uno sguardo diverso sulla salute umana e sulla cura che tenga conto della dimensione fisica, psicologica, intellettuale, sociale, culturale e spirituale della persona. Acquisire questo sguardo integrale ci permette di capire che assicurare a ciascuno le cure sanitarie necessarie è un atto di giustizia, cioè rendere alla persona ciò che è nel suo diritto. Chi assiste i malati e i sofferenti deve avere questo sguardo d'insieme ispirandosi continuamente ad una visione olistica della cura: operatori sanitari e pastorali all'unanimità per la salute integrale dei loro assistiti.

Rivolgiamo la nostra stima e riconoscenza ai curanti che, malgrado le tante carenze e mancanze dei sistemi sanitari non si sono arresi e si sono battuti per la salute dei loro pazienti; sono stati fedeli alla propria vocazione che nella compassione trova la sua sorgente. «La compassione è una via privilegiata anche per edificare la giustizia, perché, mettendoci nella situazione dell’altro, non solo ci permette di incontrarne le fatiche, le difficoltà e le paure, ma pure di scoprirne, all’interno della fragilità che connota ogni essere umano, la preziosità e il valore unico, in una parola: la dignità. Perché la dignità umana è il fondamento della giustizia, mentre la scoperta dell’inestimabile valore di ogni uomo è la forza che ci spinge a superare, con entusiasmo e abnegazione, le disparità»[4].

Per un mondo più sano

Nell’attuale esperienza della pandemia scopriamo che siamo fratelli, tutti nella stessa barca, responsabili gli uni per gli altri, che il nostro benessere dipende anche dai comportamenti responsabili di tutti[5]. L’umanità riscopre il senso della reciproca interdipendenza: una casa comune, per una cura comune del creato e delle persone che lo abitano. Nella vera fraternità l’individualismo e l’egoismo possono essere sconfitti dalla riconferma che solo la ricerca del bene di tutti può portare al mio bene. La pandemia, in particolare, ci ha insegnato che la salute è un bene comune cosicché proteggendo la propria salute si protegge la salute dell’altro e della comunità intera.

Una questione che merita una particolare attenzione è la salute mentale fortemente provata in questo periodo di pandemia. Al riguardo il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale ha elaborato un documento, consultabile sul suo sito[6], dal titolo: “Accompagnare le persone in sofferenza psicologica nel contesto della pandemia del COVID-19. Membri di un solo corpo, amati da un unico amore”. Il documento propone alcuni elementi di riflessione a quanti sono vicini a persone colpite dalla pandemia e a tutti coloro che sono chiamati ad accompagnarli sia in seno alle famiglie che all’interno delle strutture sanitarie.

È urgente prendersi cura di coloro che ci hanno curato. I governanti e responsabili delle politiche economiche e sanitarie hanno la responsabilità di garantire condizioni di lavoro migliori degli operatori sanitari. Ciò richiede investimenti economici misurati, prudenti ed etici, che siano volti ad accompagnare lo sviluppo delle potenzialità umane; parimenti si indica la formazione degli operatori sanitari alla salute integrale come bene di singole persone e della collettività; questo chiama a promuovere la prevenzione, la cura e la pedagogia per un’educazione alla salute integrale.

Si rivolga anche una maggiore attenzione alle istituzioni sanitarie, in particolare a quelle prive di sostegno finanziario da parte dello Stato, come quelle della Chiesa e delle comunità di fede, che in vari angoli della terra, spesso remoti, rappresentano gli unici presìdi per garantire l’accesso alle cure sanitarie.

Le disuguaglianze sanitarie sono ingiuste, ma sono anche prevenibili con strategie che mirino a garantire un equo accesso all’assistenza sanitaria, soprattutto per i gruppi più vulnerabili ed emarginati. Una maggiore equità nella tutela della salute nel mondo si può raggiungere solo attraverso un rinnovato impegno morale da parte dei paesi con maggiori risorse verso i paesi più bisognosi. È auspicabile che si arrivi a garantire a tutti gli individui e a tutte le comunità la copertura sanitaria universale. È un obbiettivo impellente da raggiungere per costruire un mondo più giusto e più sano, un mondo migliore, un mondo di pace che sogniamo e crediamo ancora possibile[7].

Cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson

Prefetto

______________________

[1] Francesco, Messaggio Urbi et Orbi – Natale 2020, 25 dicembre 2020.

[2] Nuova Carta degli Operatori Sanitari, n. 141

[3] Francesco, Messaggio ai Partecipanti alla XXXII Conferenza Internazionale sul tema: Affrontare le disparità globali in materia di salute, 18 novembre 2017.

[4] Francesco, Messaggio ai Partecipanti alla XXXII Conferenza Internazionale sul tema: Affrontare le disparità globali in materia di salute, 18 novembre 2017

[5] Cf. Francesco, Lett. enc., Fratelli Tutti, n. 32

[6] Cf.https://www.humandevelopment.va/it/news/2021/accompagnare-le-persone-in-sofferenza-psicologica-nel-contesto-d.html

[7] Cf. Ritorniamo a sognare. La strada verso un futuro migliore (Piemme, dicembre 2020) e Dio e il mondo che verrà (Piemme-LEV, marzo 2021), libri-interviste di Papa Francesco.

[00467-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

 

Construire un monde plus juste et plus sain pour tous

La Journée mondiale de la santé est célébrée chaque année le 7 avril. Instituée par la première Assemblée de la santé en 1948, elle a pour but de sensibiliser l'opinion publique à un thème sanitaire spécifique et de mettre en lumière les questions de grande urgence et de priorité dans le monde de la santé. Le thème de cette année souligne l'urgence d'œuvrer à l'élimination des inégalités en matière d'accès à la santé, afin de “Construire un monde plus juste et plus sain pour tous”.

L'année 2020 restera dans les mémoires comme une année charnière entre un avant et un après. La pandémie a profondément affecté nos vies et notre société ; elle a aggravé de vieux problèmes sociaux, en particulier les inégalités, comme celles de l'accès aux soins. La pandémie a été particulièrement lourde de conséquences pour les communautés les plus vulnérables, qui sont plus exposées aux maladies, avec moins de possibilité d’accès à des services de soins de qualité.

Nous vivons une crise, mais comme nous le rappelle le pape François, d'une crise nous ne sortons pas pareils, nous en sortons soit meilleurs, soit pires. Voici l'invitation de cette Journée mondiale de la santé : “Construire un monde plus juste et plus sain pour tous”. Cette année difficile nous a également rappelé l'importance de la solidarité humaine et de la prise de conscience que personne ne se sauve tout seul. À cet égard, le Pape nous invite à fortifier et à mettre au centre de nos actions les valeurs de fraternité, de justice, d'équité, de solidarité et d'inclusion, afin de ne pas laisser des nationalismes fermés ou les lois du marché nous empêcher de vivre comme la vraie famille humaine que nous sommes.[1]

La santé se rattache à la valeur de la justice

La pandémie a exacerbé le grand fossé entre les pays plus favorisés et les moins favorisés en matière d'accès aux soins et aux traitements sanitaires, un fait déplorable qui persiste malgré que la situation ait été dénoncée à plusieurs reprises par diverses institutions ; des disparités et des inégalités inacceptables qui privent de la santé une grande partie de la population des “périphéries du monde”. L'humanité a du mal à reconnaître que «Le droit fondamental à la protection de la santé relève de la valeur de la justice, selon laquelle il n’y a pas de distinction de peuples et de nations dans la pour­suite du bien commun, compte tenu de leurs propres situations objectives de vie et de développement. Le bien commun est en même temps le bien de tous et de chacun, dont la communauté civile doit aussi et surtout se charger, y compris en ce qui concerne les choix en matière de politiques de la santé. Ceci vaut en particu­lier pour les Pays et les populations qui sont à un stade initial ou peu avancé de développement économique»[2].

Il est souhaitable que« l’harmonisation entre le droit à la protection de la santé et le droit à la justice soit assuré par une distribution équitable de structures médicales et de ressources financières, selon les principes de solidarité et de subsidiarité»[3].Sur la base de ces deux principes, il est possible de construire des systèmes de santé plus équitables et plus justes. Mais pour ce faire, nous devons d'abord repenser le concept de santé, en tant que santé intégrale.

Pour une santé intégrale

Pour un monde plus juste et plus sain, il est nécessaire d'acquérir une vision différente de la santé et des soins, qui tienne compte des dimensions physique, psychologique, intellectuelle, sociale, culturelle et spirituelle de la personne. L'acquisition de cette vision intégrale nous permet de comprendre que garantir à chacun les soins de santé nécessaires est un acte de justice, c'est-à-dire rendre à la personne ce qui est dans ses droits. Ceux qui s'occupent des malades et des souffrants doivent adopter cette vision globale de l'ensemble, en s'inspirant constamment d'une vision holistique des soins: les agents de santé et les agents pastoraux à l’unanimité pour la santé intégrale des personnes assistées.

Nous exprimons notre estime et notre gratitude aux personnels de santé qui, malgré les nombreuses lacunes et défaillances des systèmes de santé, n'ont pas baissé les bras et se sont battus pour la santé de leurs patients ; ils ont été fidèles à leur vocation qui trouve sa source dans la compassion. « La compassion est une voie privilégiée également pour édifier la justice, car, en se mettant dans la situation de l’autre, non seulement elle nous permet d’en rencontrer les peines, les difficultés et les peurs, mais aussi d’en découvrir, au sein de la fragilité qui caractérise chaque être humain, le caractère précieux et la valeur unique, en un mot: la dignité. Car la dignité humaine est le fondement de la justice, alors que la découverte de la valeur inestimable de chaque homme est la force qui nous pousse à dépasser, avec enthousiasme et abnégation, les disparités »[4].

Pour un monde plus sain

Dans l'expérience actuelle de la pandémie, nous découvrons que nous sommes frères, tous dans le même bateau, responsables les uns des autres, que notre bien-être dépend aussi du comportement responsable de tous[5]. L'humanité redécouvre le sens de l'interdépendance mutuelle : une maison commune, pour un soin commun de la création et des personnes qui l'habitent. Dans la vraie fraternité, l'individualisme et l'égoïsme peuvent être vaincus par la réaffirmation que seule la recherche du bien de tous peut conduire à mon bien. La pandémie, en particulier, nous a appris que la santé est un bien commun, de sorte qu'en protégeant sa propre santé, on protège celle des autres et de la communauté tout entière.

Une question qui mérite une attention particulière est la santé mentale, qui est mise à dure épreuve en cette période de pandémie. À cet égard, le Dicastère pour le Service du Développement Humain Intégral a préparé un document, qui peut être consulté sur son site web[6], intitulé : “ Accompagner les personnes en souffrance psychologique dans le contexte de la pandémie de COVID-19. Membres d'un seul corps, aimés d’un unique amour”. Le document propose quelques éléments de réflexion à tous ceux qui sont proches des personnes touchées par la pandémie et à tous ceux qui sont appelés à les accompagner, tant au sein de leur famille que dans les structures de soins.

Il est urgent de prendre soin de ceux qui ont pris soin de nous. Ceux qui gouvernent et sont responsables des politiques économiques et de santé ont la responsabilité de garantir de meilleures conditions de travail aux travailleurs de la santé. Cela demande des investissements économiques mesurés, prudents et éthiques, qui visent à accompagner le développement du potentiel humain ; de même, il indique que la formation des professionnels de la santé à la santé intégrale est un atout des individus et de la communauté ; ce qui appelle à la promotion de la prévention, du traitement et de la pédagogie pour une éducation sanitaire intégrale.

Il faut également accorder une plus grande attention aux institutions sanitaires, en particulier celles qui ne bénéficient pas du soutien financier de l'État, telles que celles de l'Église et des communautés de foi, qui, dans divers coins du monde, souvent éloignés, sont les seuls moyens de garantir l'accès aux soins de santé.

Les inégalités sanitaires sont injustes, mais elles peuvent aussi être évitées grâce à des stratégies visant à garantir un accès équitable aux soins, en particulier pour les groupes les plus vulnérables et marginalisés. Une plus grande équité en matière de protection de la santé dans le monde ne peut être obtenue que par un engagement moral renouvelé des pays disposant de plus de ressources envers ceux qui en ont le plus besoin. Il est souhaitable de parvenir à une couverture sanitaire universelle pour tous les individus et toutes les communautés. C'est un objectif urgent à atteindre pour construire un monde plus juste et plus sain, un monde meilleur, un monde de paix dont nous rêvons et que nous croyons encore possible[7].

Cardinal Peter Kodwo Appiah Turkson

Préfet

_______________________

[1] François, Message Urbi et Orbi - Noël 2020, 25 décembre 2020.

[2] La charte des personnels de la santé, n. 141

[3] François, Message aux Participants à la XXXII Conférence Internationale sur le thème :Affronter les disparités mondiales en matière de santé, 18 novembre 2017.

[4] François, Message aux Participants à la XXXII Conférence Internationale sur le thème :Affronter les disparités mondiales en matière de santé, 18 novembre 2017.

[5] Cf. François, Lett. enc., Fratelli Tutti, n. 32

[6] Cf.https://www.humandevelopment.va/it/news/2021/accompagnare-le-persone-in-sofferenza-psicologica-nel-contesto-d.html

[7] Cf. Ritorniamo a sognare. La strada verso un futuro migliore (Piemme, décembre 2020) et Dio e il mondo che verrà (Piemme-LEV, mars 2021), livres-interviews du Pape François.

[00467-FR.01] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua inglese

 

Building a fairer, healthier world for all

World Health Day is celebrated annually on April 7. This day was established by the first World Health Assembly in 1948 with the goal to raise awareness on a specific health theme and to highlight issues of great urgency and priority in the world of health. This year's theme putts emphasis on the urgency of working to eliminate inequalities in access to health care, towards “Building a fairer, healthier world for all”.

The year 2020 will be remembered as a watershed year that separates the ‘before’ and the ‘after’. The pandemic has profoundly affected our lives and our society; it has intensified longstanding social problems, especially inequalities, such as access to care. The impact of the pandemic has been harshest on the most vulnerable communities, who are most exposed to the disease, with less chances of having access to quality healthcare services.

We are experiencing a crisis, but as Pope Francis recalls, we do not come out from a crisis the same as before, either we come out better or worse. This is the invitation of this World Health Day, "Building a fairer, healthier world for all." This difficult year also reminded us of the importance of human solidarity and the awareness that no one saves his or herself on their own. In this regard, the Pope invites us to enliven and put at the center of our actions the values of brotherhood, justice, equity, solidarity and inclusion so as not to allow that the various forms of closed nationalisms or market laws prevent us from living as a truly human family.[1]

Health pertains to the value of justice

The pandemic has widened the large gap between countries that are more advantaged and those with less, in obtaining access to health care and medical treatments, and this is a regrettable fact that persists despite the condemnation of this situation on several occasions by various institutions. There are unacceptable disparities and inequalities that deny health to a large part of the population in the "peripheries of the world". Humanity hesitates in accepting that “the fundamental right to the preservation of health pertains to the value of justice, whereby there are no distinctions between peoples and ethnic groups, taking into account their objective living situations and stages of development, in pursuing the common good, which is at the same time the good of all and of each individual. Among others, the civil community in particular must take on this responsibility for the common good»[2]. It is hoped that “the right to health care and the right to justice ought to be reconciled by ensuring a fair distribution of healthcare facilities and financial resources, in accordance with the principles of solidarity and subsidiarity”[3]. More equitable and more just health systems can be built on these two principles. But in order to do this, it is necessary to first of all rethink the concept of health, as integral health.

For an integral health

For a fairer and healthier world, it is necessary to acquire a different overall view on human health and care that takes into account the physical, psychological, intellectual, social, cultural and spiritual dimensions of the person. Acquiring this integral view allows us to understand that ensuring that everyone receives the necessary health care is an act of justice, that is, giving the person what is in his/her right. Those who care for the ill and suffering must have this overview, continually inspired by a holistic vision of care: a unanimous effort of health and pastoral workers for the integral health of their patients.

We extend our esteem and gratitude to the caregivers who, despite the many limitations and shortcomings of the health systems, have not given up, fighting for the health of their patients; they have been faithful to their own vocation which finds its source in compassion. “Compassion is also a privileged way to promote justice, since empathizing with the others allows us not only to understand their struggles, difficulties and fears, but also to discover, in the frailness of every human being, his or her unique worth and dignity. Indeed, human dignity is the basis of justice, while the recognition of every person’s inestimable worth is the force that impels us to work, with enthusiasm and self-sacrifice, to overcome all disparities”[4].

For a healthier world

In the current pandemic experience we discover that we are brothers and sisters, we are all in the same boat, responsible for one another, and that our well-being also depends on the responsible behavior of all[5]. Humanity rediscovers the sense of mutual interdependence: a common home, for a common care for creation and for the people who inhabit it. In true fraternity, individualism and selfishness can be defeated by the reaffirmation that only the search for the good of all can lead to good for me. The pandemic, in particular, has taught us that health is a common good so that by protecting one's own health, the health of the other and of the entire community are protected as well.

An issue that deserves special attention is mental health, severely put to the test, in this pandemic period. In this regard, the Dicastery for Promoting Integral Human Development has drawn up a document, which can be consulted on its website[6], entitled: “Accompanying people in psychological distress in the context of the COVID-19 pandemic. Members of one body, loved by one love". The document offers some elements for reflection to those close to people affected by the pandemic and to all those who are called to accompany them both within families and within health facilities.

We must necessarily take urgent care of those who have taken care of us. Those who govern as well as economic and health policy makers have a responsibility to ensure better working conditions for healthcare workers. This requires measured, prudent and ethical economic investments, which are aimed at accompanying the development of human potential; likewise, it entails the training of healthcare workers in integral health as an asset for both individuals and the community; this calls for the promotion of prevention, treatment and pedagogy for integral health education.

Greater attention should also be given to healthcare institutions, in particular to those without financial support from the state, such as those of the Church and other faith communities, which in various corners of the earth, often remote, are the only means for guaranteeing access to healthcare.

Health inequalities are unfair, but they are also preventable through strategies that aim to ensure equal access to health care, especially for the most vulnerable and marginalized groups. Greater equity in the protection of health in the world can only be achieved through a renewed moral commitment by the countries with the greatest resources to the countries most in need. It is desirable that universal health coverage be guaranteed to all individuals and all communities. This is an urgent goal to be achieved in order to build a fairer, healthier world, a better world, a world of peace that we dream and believe is still possible[7].

Cardinal Peter Kodwo Appiah Turkson

Prefect

________________________

[1] Pope Francis, Urbi et Orbi Message – Christmas 2020, December 25, 2020.

[2] New Charter for Health Care Workers, n. 141

[3] Pope Francis, Message of His Holiness Pope Francis to the Participants of the 32nd International Conference on the theme: Addressing Global Health Inequalities, November 18, 2017

[4] Pope Francis, Message of His Holiness Pope Francis to the Participants in the 32nd International Conference on the theme: Addressing Global Health Inequalities, November 18, 2017

[5] Cf. Pope FRANCIS, Encyclical Letter, Fratelli Tutti, n. 32

[6]Cf.https://www.humandevelopment.va/it/news/2021/accompagnare-le-persone-in-sofferenza-psicologica-nel-contesto-d.html

[7] Cf. Let us dream. A path to a better future (Simon + Schuster UK (1 December 2020) and Dio e il mondo che verrà [God and the world that will come –free translation] (Piemme-LEV, March 2021), books of interviews to Pope Francis.

[00467-EN.01] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua spagnola

Construir un mundo más justo y saludable para todos

El Día Mundial de la Salud, establecido por la primera Asamblea de la Salud en 1948, se celebra cada año el 7 de abril con el objetivo de sensibilizar sobre un tema sanitario concreto y poner de relieve cuestiones de gran urgencia y prioridad en el mundo de la salud. El tema de este año señala la urgencia de trabajar para eliminar las desigualdades en el acceso a la salud, para "Construir un mundo más justo y saludable para todos".

El pasado año 2020 será recordado como un año decisivo entre un antes y un después. La pandemia ha afectado profundamente a nuestras vidas y a nuestra sociedad; ha exacerbado viejos problemas sociales, especialmente las desigualdades, como las del acceso a la asistencia. El impacto de la pandemia ha sido más fuerte en las comunidades más vulnerables, más expuestas a la enfermedad, con menores oportunidades de acceder a servicios sanitarios de calidad.

Estamos viviendo una crisis, pero, como nos recuerda el Papa Francisco, de una crisis no se sale igual, se sale mejor o se sale peor. Esa es la invitación de este Día Mundial de la Salud, "Construir un mundo más justo y saludable para todos". El difícil año vivido también nos ha recordado la importancia de la solidaridad humana y la constatación de que nadie se salva solo. En este sentido, el Papa nos invita a vivificar y poner en el centro de nuestras acciones los valores de la fraternidad, la justicia, la equidad, la solidaridad y la inclusión para no dejar que los nacionalismos cerrados o las leyes del mercado nos impidan vivir como una verdadera familia humana[1].

La salud es el valor de la justicia

La pandemia ha agravado la gran brecha existente entre los países más y menos favorecidos en el acceso a la atención sanitaria y a los tratamientos, un hecho deplorable que persiste a pesar de que la situación ha sido denunciada en varias ocasiones por diversas instituciones; disparidades y desigualdades inaceptables que niegan la salud a una gran parte de la población de las "periferias del mundo". La humanidad se esfuerza por reconocer que "el derecho fundamental a la protección de la salud se basa en el valor de la justicia, según el cual no hay distinciones entre los pueblos y las naciones, teniendo en cuenta las situaciones objetivas de la vida y el desarrollo de los mismos, en la búsqueda del bien común, que es, al mismo tiempo, el bien de todos y de cada uno, del que debe ocuparse, también y sobre todo, la comunidad civil"[2]. Es de esperar que "la armonización del derecho a la protección de la salud y del derecho a la justicia se garantice mediante una distribución equitativa de las estructuras sanitarias y de los recursos financieros, según los principios de solidaridad y subsidiariedad"[3]. Sobre estos dos principios podemos construir sistemas sanitarios más justos y equitativos. Pero para ello hay que repensar primero el concepto de salud, como salud integral.

Para una salud integral

Para lograr un mundo más justo y saludable es necesario adquirir una visión diferente de la salud y la atención humana que tenga en cuenta las dimensiones física, psicológica, intelectual, social, cultural y espiritual de la persona. Adquirir esta perspectiva integral nos permite comprender que garantizar a todos la atención sanitaria necesaria es un acto de justicia, es decir, devolver a la persona lo que está en su derecho. Quienes atienden a las personas enfermas y a quienes sufren deben adoptar esta visión holística del conjunto, inspirándose continuamente en una visión holística de la atención: personal sanitario y agentes de pastoral uniendo esfuerzos en su preocupación por la salud integral de sus pacientes.

Extendemos nuestro aprecio y gratitud a los cuidadores y cuidadoas que, a pesar de las numerosas deficiencias y fallos de los sistemas sanitarios, no se han rendido y han luchado por la salud de sus pacientes; han sido fieles a su vocación, que encuentra su fuente en la compasión. "La compasión es también una forma privilegiada de construir la justicia, porque, al ponernos en la situación del otro, no sólo nos permite encontrar sus penas, dificultades y miedos, sino también descubrir, dentro de la fragilidad que caracteriza a todo ser humano, la preciosidad y el valor único, en una palabra: la dignidad. Porque la dignidad humana es el fundamento de la justicia, mientras que el descubrimiento del valor inestimable de cada ser humano es la fuerza que nos impulsa a superar, con entusiasmo y abnegación, las desigualdades"[4].

Por un mundo más sano

En la experiencia actual de la pandemia descubrimos que somos hermanos, que estamos todos en el mismo barco, que somos responsables unos de otros y que nuestro bienestar también depende del comportamiento responsable de todos[5]. La humanidad redescubre el sentido de la interdependencia mutua: una Casa Común, para un cuidado común de la creación y de las personas que la habitan. En la verdadera fraternidad, el individualismo y el egoísmo pueden ser derrotados por la reconfirmación de que sólo la búsqueda del bien de todos puede conducir a mi bien. La pandemia, en particular, nos ha enseñado que la salud es un bien común, de modo que al proteger la propia salud se protege la de los demás y la de toda la comunidad.

Una cuestión que merece especial atención es la salud mental, que está siendo puesta a prueba en este periodo de pandemia. En este sentido, el Dicasterio para el Servicio del Desarrollo Humano Integral ha elaborado un documento, que puede consultarse en su página web[6], titulado: "Acompañar a las personas con problemas psicológicos, en el contexto de la pandemia de COVID-19. Miembros de un solo cuerpo, amados por un único amor". El documento propone algunos elementos de reflexión a quienes están cerca de las personas afectadas por la pandemia y a todos los que están llamados a acompañarlas tanto en el seno de las familias como en las estructuras sanitarias.

Hay una necesidad urgente de cuidar a los que han cuidado de nosotros. Los gobiernos y los responsables de las políticas económicas y sanitarias tienen la responsabilidad de garantizar mejores condiciones de trabajo para el personal sanitario. Esto exige una inversión económica mesurada, prudente y ética que acompañe el desarrollo del potencial humano; asimismo, exige la formación del personal sanitario en salud integral como bien de las personas y de la comunidad; esto exige la promoción de la prevención, el cuidado y la pedagogía para la educación en salud integral.

También debería prestarse mayor atención a las instituciones sanitarias, especialmente a las que no cuentan con apoyo financiero del Estado, como las de la Iglesia y las comunidades de fe, que en diversos rincones de la tierra, a menudo remotos, son el único medio de garantizar el acceso a la atención sanitaria.

Las desigualdades en materia de salud son injustas, pero también se pueden prevenir con estrategias destinadas a garantizar un acceso equitativo a la atención sanitaria, especialmente para los grupos más vulnerables y marginados. Una mayor equidad en la protección de la salud en todo el mundo sólo puede lograrse mediante un renovado compromiso moral de los países con mayores recursos con los más necesitados. Es deseable conseguir una cobertura sanitaria universal para todas las personas y comunidades. Es un objetivo urgente que hay que alcanzar para construir un mundo más justo y sano, un mundo mejor, un mundo de paz con el que soñamos y creemos que todavía es posible[7].

Cardenal Peter Kodwo Appiah Turkson

Prefecto

_________________________

[1] FRANCISCO, Mensaje Urbi et Orbi - Navidad 2020, 25 de diciembre de 2020.

[2] Nueva Carta de los Agentes Sanitarios, n.141

[3] Francisco, Mensaje a los participantes en la Conferencia Internacional sobre el tema “Afrontar las disparidades globales en materia de salud”, 18 de noviembre de 2017.

[4] Francisco, Mensaje a los participantes en la Conferencia Internacional sobre el tema “Afrontar las disparidades globales en materia de salud”, 18 de noviembre de 2017.

[5] Cf. Francisco, Carta Encíclica, Fratelli Tutti, n. 32

[6] Cf. https://www.humandevelopment.va/it/news/2021/accompagnare-le-persone-in-sofferenza-psicologica-nel-contesto-d.html

[7] Cf. Volvamos a soñar. El camino hacia un futuro mejor (Piemme, diciembre de 2020) y Dios y el mundo que viene (Piemme-LEV, marzo de 2021), libros-entrevista del Papa Francisco.

[00467-ES.01] [Texto original: Italiano]

[B0212-XX.01]