Visita alla Comunità di Qaraqosh nella Chiesa dell’Immacolata Concezione
Discorso del Santo Padre
Traduzione in lingua francese
Traduzione in lingua inglese
Traduzione in lingua tedesca
Traduzione in lingua spagnola
Traduzione in lingua portoghese
Traduzione in lingua polacca
Traduzione in lingua araba
All’arrivo a Qaraqosh il Santo Padre Francesco è stato accolto dall’Arcivescovo di Mosul dei Siri, S.E. Mons. Yohanna Petros Moshe, dall’Arcivescovo di Baghdad dei Latini, S.E. Mons. Jean Benjamin Sleiman, O.C.D., e da alcune autorità civili e religiose. Quindi il Papa si è trasferito in auto alla Chiesa dell’Immacolata Concezione dove, alle ore 12.30 locali (10.30 ora di Roma), ha incontrato la Comunità di Qaraqosh.
All’ingresso della chiesa, Papa Francesco è stato accolto da Sua Beatitudine Ignace Youssif III Younan, Patriarca di Antiochia dei Siri, dall’Arcivescovo e dal Parroco, che gli hanno porto il crocifisso e l’acqua benedetta per l’aspersione. Prima che s’incamminassero lungo la navata centrale accompagnati da un canto, due bambini hanno offerto al Papa un omaggio floreale. Quindi, introdotto dall’indirizzo di saluto del Patriarca siro-cattolico e dopo le testimonianze di una laica e di un sacerdote, il Santo Padre ha pronunciato il Suo discorso e ha guidato la recita dell’Angelus.
Al termine dell’incontro, dopo la Firma del Libro d’Onore, il Papa ha salutato alcune persone, quindi è uscito dalla navata centrale della chiesa e, dopo essersi congedato dal Patriarca e dall’Arcivescovo, si è trasferito in auto al Seminario Patriarcale di St. Peter di Erbil dove ha pranzato in privato.
Pubblichiamo di seguito il discorso che Papa Francesco ha pronunciato nel corso dell’incontro con la Comunità di Qaraqosh:
Discorso del Santo Padre
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Sono grato al Signore per l’opportunità di essere in mezzo a voi questa mattina. Ho atteso con impazienza questo momento. Ringrazio Sua Beatitudine il Patriarca Ignace Youssif Younan per le sue parole di saluto, come pure la Signora Doha Sabah Abdallah e padre Ammar Yako per le loro testimonianze. Guardandovi, vedo la diversità culturale e religiosa della gente di Qaraqosh, e questo mostra qualcosa della bellezza che la vostra regione offre al futuro. La vostra presenza qui ricorda che la bellezza non è monocromatica, ma risplende per la varietà e le differenze.
Allo stesso tempo, con grande tristezza, ci guardiamo attorno e vediamo altri segni, i segni del potere distruttivo della violenza, dell’odio e della guerra. Quante cose sono state distrutte! E quanto dev’essere ricostruito! Questo nostro incontro dimostra che il terrorismo e la morte non hanno mai l’ultima parola. L’ultima parola appartiene a Dio e al suo Figlio, vincitore del peccato e della morte. Anche in mezzo alle devastazioni del terrorismo e della guerra, possiamo vedere, con gli occhi della fede, il trionfo della vita sulla morte. Avete davanti a voi l’esempio dei vostri padri e delle vostre madri nella fede, che hanno adorato e lodato Dio in questo luogo. Hanno perseverato con ferma speranza nel loro cammino terreno, confidando in Dio che non delude mai e che sempre ci sostiene con la sua grazia. La grande eredità spirituale che ci hanno lasciato continua a vivere in voi. Abbracciate questa eredità! Questa eredità è la vostra forza! Adesso è il momento di ricostruire e ricominciare, affidandosi alla grazia di Dio, che guida le sorti di ogni uomo e di tutti i popoli. Non siete soli! La Chiesa intera vi è vicina, con la preghiera e la carità concreta. E in questa regione tanti vi hanno aperto le porte nel momento del bisogno.
Carissimi, questo è il momento di risanare non solo gli edifici, ma prima ancora i legami che uniscono comunità e famiglie, giovani e anziani. Il profeta Gioele dice: “I tuoi figli e le tue figlie profetizzeranno, i tuoi vecchi sogneranno e i tuoi giovani avranno visioni” (cfr Gl 3,1). Quando gli anziani e i giovani si incontrano, che cosa succede? Gli anziani sognano, sognano un futuro per i giovani; e i giovani possono raccogliere questi sogni e profetizzare, portarli avanti. Quando gli anziani e i giovani si uniscono, preserviamo e trasmettiamo i doni che Dio dà. Guardiamo i nostri figli, sapendo che erediteranno non solo una terra, una cultura e una tradizione, ma anche i frutti vivi della fede che sono le benedizioni di Dio su questa terra. Vi incoraggio a non dimenticare chi siete e da dove venite! A custodire i legami che vi tengono insieme, vi incoraggio a custodire le vostre radici!
Sicuramente ci sono momenti in cui la fede può vacillare, quando sembra che Dio non veda e non agisca. Questo per voi era vero nei giorni più bui della guerra, ed è vero anche in questi giorni di crisi sanitaria globale e di grande insicurezza. In questi momenti, ricordate che Gesù è al vostro fianco. Non smettete di sognare! Non arrendetevi, non perdete la speranza! Dal Cielo i santi vegliano su di noi: invochiamoli e non stanchiamoci di chiedere la loro intercessione. E ci sono anche “i santi della porta accanto” «che, vivendo in mezzo a noi, riflettono la presenza di Dio» (Esort. ap. Gaudete et exsultate, 7). Questa terra ne ha molti, è una terra di tanti uomini e donne santi. Lasciate che vi accompagnino verso un futuro migliore, un futuro di speranza.
Una cosa che ha detto la Signora Doha mi ha commosso: ha detto che il perdono è necessario da parte di coloro che sono sopravvissuti agli attacchi terroristici. Perdono: questa è una parola-chiave. Il perdono è necessario per rimanere nell’amore, per rimanere cristiani. La strada per una piena guarigione potrebbe essere ancora lunga, ma vi chiedo, per favore, di non scoraggiarvi. Ci vuole capacità di perdonare e, nello stesso tempo, coraggio di lottare. So che questo è molto difficile. Ma crediamo che Dio può portare la pace in questa terra. Noi confidiamo in Lui e, insieme a tutte le persone di buona volontà, diciamo “no” al terrorismo e alla strumentalizzazione della religione.
Padre Ammar, ricordando gli orrori del terrorismo e della guerra, ha ringraziato il Signore che vi ha sempre sostenuto nei tempi buoni e in quelli cattivi, nella salute e nella malattia. La gratitudine nasce e cresce quando ricordiamo i doni e le promesse di Dio. La memoria del passato plasma il presente e ci porta avanti verso il futuro.
In ogni momento, rendiamo grazie a Dio per i suoi doni e chiediamogli di concedere pace, perdono e fraternità a questa terra e alla sua gente. Non stanchiamoci di pregare per la conversione dei cuori e per il trionfo di una cultura della vita, della riconciliazione e dell’amore fraterno, nel rispetto delle differenze, delle diverse tradizioni religiose, nello sforzo di costruire un futuro di unità e collaborazione tra tutte le persone di buona volontà. Un amore fraterno che riconosca «i valori fondamentali della nostra comune umanità, valori in nome dei quali possiamo e dobbiamo cooperare, costruire e dialogare, perdonare e crescere» (Enc. Fratelli tutti, 283).
Mentre arrivavo con l’elicottero, ho visto la statua della Vergine Maria su questa chiesa dell’Immacolata Concezione, e ho affidato a lei la rinascita di questa città. La Madonna non solo ci protegge dall’alto, ma con tenerezza materna scende verso di noi. La sua effigie qui è stata persino ferita e calpestata, ma il volto della Madre di Dio continua a guardarci con tenerezza. Perché così fanno le madri: consolano, confortano, danno vita. E vorrei dire grazie di cuore a tutte le madri e a tutte le donne di questo Paese, donne coraggiose che continuano a donare vita nonostante i soprusi e le ferite. Che le donne siano rispettate e tutelate! Che vengano loro date attenzione e opportunità! E ora preghiamo insieme la nostra Madre, invocando la sua intercessione per le vostre necessità e i vostri progetti. Vi pongo tutti sotto la sua protezione. E vi chiedo, per favore, di pregare per me.
Angelus Domini…
[00278-IT.02] [Testo originale: Italiano]
Traduzione in lingua francese
Chers frères et sœurs, bonjour!
Je rends grâce au Seigneur pour l’occasion qu’il me donne d’être parmi vous ce matin. J’ai attendu avec impatience ce moment. Je remercie Sa Béatitude le Patriarche Ignace Youssif Younan pour ses paroles de salutation, et aussi Madame Doha Sabah Abdallah et le Père Ammar Yako pour leurs témoignages. En vous regardant, je vois la diversité culturelle et religieuse des habitants de Quaraquosh, et cela montre quelque chose de la beauté que votre région offre pour l’avenir. Votre présence ici rappelle que la beauté n’est pas unicolore, mais qu’elle rayonne par la variété et les différences.
En même temps, avec grande tristesse, nous regardons tout autour et nous voyons d’autres signes, des signes du pouvoir destructeur de la violence, de la haine et de la guerre. Que de choses ont été détruites! Et combien doivent être reconstruites. Notre rencontre montre que le terrorisme et la mort n’ont jamais le dernier mot. Le dernier mot appartient à Dieu et à son Fils, vainqueur du péché et de la mort. Même au milieu des dévastations du terrorisme et de la guerre, nous pouvons voir, avec les yeux de la foi, le triomphe de la vie sur la mort. Vous avez devant vous l’exemple de vos pères et de vos mères dans la foi qui ont adoré et loué Dieu en ce lieu. Ils ont persévéré dans une ferme espérance sur leur chemin terrestre, faisant confiance à Dieu qui ne déçoit jamais et qui nous soutient toujours de sa grâce. Le grand héritage spirituel qu’ils nous ont laissé continue de vivre en vous. Etreignez cet héritage ! Cet héritage est votre force ! Le moment est venu de reconstruire et de recommencer, en se confiant à la grâce de Dieu qui guide le destin de tout homme et de tous les peuples. Vous n’êtes pas seuls! L’Eglise toute entière vous est proche, par la prière et la charité concrète. Et dans cette région, beaucoup vous ont ouvert les portes quand il y en avait besoin.
Très chers, c’est le moment de restaurer non seulement les édifices, mais aussi d’abord les liens qui unissent communautés et familles, jeunes et anciens. Le prophète Joël dit: «Vos fils et vos filles prophétiseront, vos anciens seront instruits par des songes, et vos jeunes gens par des visions» (Jl 3, 1). Quand les anciens et les jeunes se rencontrent, que se passe-t-il? Les anciens rêvent, ils rêvent d’un avenir pour les jeunes; et les jeunes peuvent accueillir ces rêves et prophétiser, les mettre en œuvre. Quand les anciens et les jeunes s’unissent, nous préservons et transmettons les dons que Dieu fait. Regardons nos enfants sachant qu’ils hériteront non seulement d’une terre, d’une culture et d’une tradition, mais aussi des fruits vivants de la foi que sont les bénédictions de Dieu sur cette terre. Je vous encourage à ne pas oublier qui vous êtes et d’où vous venez ! à protéger les liens qui vous tiennent ensemble, à protéger vos racines!
Il y a sûrement des moments où la foi peut vaciller, lorsqu’il semble que Dieu ne voit pas ni n’agit. Cela a été vrai pour vous aux jours les plus sombres de la guerre, et cela est vrai aussi en ces jours de crise sanitaire mondiale et de grande insécurité. En ces instants, rappelez-vous que Jésus est à votre côté. Ne cessez pas de rêver! Ne vous rendez pas, ne perdez pas l’espérance! Du ciel, les saints veillent sur nous : invoquons-les et ne nous lassons pas de demander leur intercession. Et il y a aussi “les saints de la porte d’à côté” «qui vivent proches de nous et sont un reflet de la présence de Dieu » (Exhort. ap. Gaudete et exsultate, n. 7). Cette terre en a beaucoup, c’est une terre où les saints, hommes et femmes, sont nombreux. Laissez-les vous accompagner vers un avenir meilleur, un avenir d’espérance.
Une chose qu’a dite Madame Doha m’a bouleversé: elle a dit que le pardon est nécessaire de la part de ceux qui ont survécu aux attaques terroristes. Pardon: c’est une parole clé. Le pardon est nécessaire pour demeurer dans l’amour, pour demeurer chrétien. La route vers une pleine guérison peut-être encore longue, mais je vous demande, s’il vous plait, de ne pas vous décourager. La capacité de pardonner est nécessaire et, en même temps, le courage de lutter. Je sais que cela est très difficile. Mais nous croyons que Dieu peut apporter la paix sur cette terre. Nous lui faisons confiance et, avec toutes les personnes de bonne volonté, nous disons “non” au terrorisme et à l’instrumentalisation de la religion.
Le Père Ammar, en rappelant les horreurs du terrorisme et de la guerre, a remercié le Seigneur qui vous a toujours soutenus dans les temps bons et dans les mauvais, dans la santé et dans la maladie. La gratitude naît et grandit lorsque nous nous souvenons des dons et des promesses de Dieu. La mémoire du passé façonne le présent et nous porte en avant vers l’avenir.
A tout moment, rendons grâce à Dieu pour ses dons et demandons-lui d’accorder paix, pardon et fraternité à cette terre et à ceux qui l’habitent. Ne nous lassons pas de prier pour la conversion des cœurs et pour le triomphe d’une culture de la vie, de la réconciliation et de l’amour fraternel, dans le respect des différences, des diverses traditions religieuses, dans l’effort de construire un avenir d’unité et de collaboration entre toutes les personnes de bonne volonté. Un amour fraternel qui reconnaisse «les valeurs fondamentales de la commune humanité, valeurs au nom desquelles on peut et on doit collaborer, construire et dialoguer, pardonner et grandir » (Enc. Fratelli tutti, n.283).
Lorsque j’arrivais avec l’hélicoptère, j’ai vu la statue de la Vierge Marie sur cette église de l’Immaculée Conception, et je lui ai confié la renaissance de cette ville. La Vierge non seulement nous protège d’en haut, mais elle descend vers nous avec une tendresse maternelle. Sa représentation a été ici blessée et bafouée, mais le visage de la Mère de Dieu continue à nous regarder avec tendresse. Car c’est ainsi que font les mères: elles consolent, elles confortent, elle donne vie. Et je voudrais dire merci de tout cœur à toutes les mères et les femmes de ce pays, des femmes courageuses qui continuent à donner vie malgré les exactions et les blessures. Que les femmes soient respectées et protégées! Que leur soient données attention et opportunités! Et maintenant prions ensemble notre Mère, invoquant son intercession pour vos nécessités et vos projets. Je vous mets tous sous sa protection. Et je vous demande, s’il vous plait, de ne pas oublier de prier pour moi.
Angelus Domini…
[00278-FR.01] [Texte original: Italien]
Traduzione in lingua inglese
Dear Brothers and Sisters, good morning!
I am grateful to the Lord for the opportunity to be among you this morning. I have looked forward to this time together. I thank His Beatitude Patriarch Ignace Youssif Younan for his words of welcome, and Mrs Doha Sabah Abdallah and Father Ammar Yako for their testimonies. As I look out at you, I can see the cultural and religious diversity of the people of Qaraqosh, and this shows something of the beauty that this entire region holds out to the future. Your presence here is a reminder that beauty is not monochrome, but shines forth in variety and difference.
At the same time, with great sadness, we look around and see other signs, signs of the destructive power of violence, hatred and war. How much has been torn down! How much needs to be rebuilt! Our gathering here today shows that terrorism and death never have the last word. The last word belongs to God and to his Son, the conqueror of sin and death. Even amid the ravages of terrorism and war, we can see, with the eyes of faith, the triumph of life over death. You have before you the example of your fathers and mothers in faith, who worshipped and praised God in this place. They persevered with unwavering hope along their earthly journey, trusting in God who never disappoints and who constantly sustains us by his grace. The great spiritual legacy they left behind continues to live in you. Embrace this legacy! It is your strength! Now is the time to rebuild and to start afresh, relying on the grace of God, who guides the destinies of all individuals and peoples. You are not alone! The entire Church is close to you, with prayers and concrete charity. And in this region, so many people opened their doors to you in time of need.
Dear friends, this is the time to restore not just buildings but also the bonds of community that unite communities and families, the young and the old together. The prophet Joel says, “Your sons and your daughters shall prophecy, your old men shall dream dreams, and your young men shall see visions” (cf. Joel 3:1). When the old and the young come together, what happens? The old dream dreams, they dream of a future for the young. And the young can take those dreams and prophecy, make them reality. When old and young come together, we preserve and pass on the gifts that God gives. We look upon our children, knowing that they will inherit not only a land, a culture and a tradition, but also the living fruits of faith that are God’s blessings upon this land. So I encourage you: do not forget who you are and where you come from! Do not forget the bonds that hold you together! Do not forget to preserve your roots!
Surely, there will be moments when faith can waver, when it seems that God does not see or act. This was true for you in the darkest days of the war, and it is true too in these days of global health crisis and great insecurity. At times like these, remember that Jesus is by your side. Do not stop dreaming! Do not give up! Do not lose hope! From heaven the saints are watching over us. Let us pray to them and never tire of begging their intercession. There are also the saints next-door, “who, living in our midst, reflect God’s presence” (Gaudete et Exsultate, 7). This land has many of them, because it is a land of many holy men and women. Let them accompany you to a better future, a future of hope.
One thing that Doha said moved me deeply. She said that forgiveness is needed on the part of those who survived the terrorist attacks. Forgiveness; that is a key word. Forgiveness is necessary to remain in love, to remain Christian. The road to a full recovery may still be long, but I ask you, please, not to grow discouraged. What is needed is the ability to forgive, but also the courage not to give up. I know that this is very difficult. But we believe that God can bring peace to this land. We trust in him and, together with all people of good will, we say “no” to terrorism and the manipulation of religion.
Father Ammar, in recalling all that happened during the terrorist attacks and the war, you thanked the Lord who has always filled you with joy, in good times and in bad, in sickness and in health. Gratitude is born and grows when we remember God’s gifts and promises. Memory of the past shapes the present and leads us forward to the future.
At all times, let us offer thanks to God for his gracious gifts and ask him to grant his peace, forgiveness and fraternity to this land and its people. Let us pray tirelessly for the conversion of hearts and for the triumph of a culture of life, reconciliation and fraternal love between all men and women, with respect for differences and diverse religious traditions, in the effort to build a future of unity and cooperation between all people of good will. A fraternal love that recognizes “the fundamental values of our common humanity, values in the name of which we can and must cooperate, build and dialogue, pardon and grow” (Fratelli Tutti, 283).
As I arrived on the helicopter, I saw the statue of Mary on this Church of Immaculate Conception. To her I entrusted the rebirth of this city. Our Lady does not only protect us from on high, but comes down to us with a Mother’s love. Her image here has met with mistreatment and disrespect, yet the face of the Mother of God continues to look upon us with love. For that is what mothers do: they console, they comfort and they give life. I would like to say a heartfelt thank-you to all the mothers and women of this country, women of courage who continue to give life, in spite of wrongs and hurts. May women be respect and protected! May they be shown respect and provided with opportunities!
And now, let us pray together to our Mother, invoking her intercession for your needs and future plans. I place all of you under her intercession. And I ask you, please, not to forget to pray for me.
Angelus Domini…
[00278-EN.01] [Original text: Italian]
Traduzione in lingua tedesca
Liebe Brüder und Schwestern, guten Tag!
Dankbar bin ich dem Herrn für die Gelegenheit, an diesem Vormittag bei euch zu sein. Mit Ungeduld habe diesen Moment erwartet. Ich danke Seiner Seligkeit Patriarch Ignace Youssif Younan für seine Begrüßungsworte, wie auch Frau Doha Sabah Abdallah und Pater Ammar Yako für ihre Zeugnisse. Wenn ich euch so betrachte, sehe ich die kulturelle und religiöse Verschiedenheit der Menschen in Karakosch. Dies lässt etwas von der Schönheit erkennen, die euer Gebiet der Zukunft anbietet. Eure Anwesenheit hier macht deutlich, dass die Schönheit nicht einfarbig ist, sondern in der Vielfalt und in den Unterschieden aufleuchtet.
Wenn wir uns allerdings umschauen, sehen wir mit großer Traurigkeit andere Zeichen, die Zeichen der zerstörerischen Kraft der Gewalt, des Hasses und des Krieges. Wie viel ist zerstört worden! Und was muss alles wiederhergestellt werden! Unser Treffen hier zeigt, dass der Terrorismus und der Tod niemals das letzte Wort haben. Das letzte Wort hat Gott und sein Sohn, der Sieger über Sünde und Tod. Selbst inmitten der Verwüstungen des Terrorismus und des Krieges können wir – mit den Augen des Glaubens – den Triumpf des Lebens über den Tod sehen. Vor euch habt ihr die Beispiele eurer Väter und Mütter im Glauben, die Gott an diesem Ort angebetet und verherrlicht haben. Sie haben mit fester Hoffnung auf ihrem irdischen Weg durchgehalten, da sie ihr Vertrauen auf Gott setzten, der uns nie enttäuscht und uns mit seiner Gnade aufrichtet. Das große geistliche Erbe, das sie uns hinterlassen haben, lebt in euch weiter. Ergreift dieses Erbe! Dieses Erbe ist eure Kraft! Jetzt ist die Zeit, aufzubauen und wieder neu zu beginnen und sich der göttlichen Gnade anzuvertrauen, die das Schicksal jedes Menschen und aller Völker leitet. Ihr seid nicht allein. Die gesamte Kirche ist euch im Gebet und mit der konkreten Nächstenliebe nahe. Und in dieser Region haben euch viele im Augenblick der Not die Türen geöffnet.
Liebe Freunde, dies ist der Moment, nicht nur die Gebäude herzurichten, sondern vorher noch die Bande zu heilen, welche Gemeinschaften und Familien, junge und ältere Menschen vereinen. Der Prophet Joël sagt: »Eure Söhne und Töchter werden Propheten sein, eure Alten werden Träume haben und eure jungen Männer haben Visionen« (Joël 3,1). Was geschieht, wenn die Älteren und die Jungen sich begegnen? Die Älteren träumen, sie träumen eine Zukunft für die jungen Menschen; und die Jungen können diese Träume aufnehmen und prophetisch deuten und vorantreiben. Wenn die Älteren und die Jungen sich vereinen, bewahren und geben wir die Gaben weiter, die Gott schenkt. Achten wir auf unsere Kinder, die nicht nur eine Erde, eine Kultur und eine Tradition erben, sondern auch die lebendigen Früchte des Glaubens, die Gottes Segensgaben auf dieser Erde sind. Bitte vergesst nicht, wer ihr seid und wo ihr herkommt! Vergesst nicht, die Bande zu hüten, die euch zusammenhalten, und eure Wurzeln zu bewahren!
Sicher gibt es Momente, in denen der Glaube ins Wanken geraten mag, wenn es scheint, als würde Gott nicht hinsehen und nicht handeln. Diese Erfahrung habt ihr in den dunkelsten Tagen des Krieges gemacht. Und es trifft auch auf die jetzigen Tage der weltweiten Gesundheitskrise und der großen Unsicherheit zu. In diesen Momenten denkt daran, dass Jesus an eurer Seite ist. Hört nicht auf zu träumen! Gebt nicht auf, lasst die Hoffnung nicht sinken! Vom Himmel wachen die Heiligen über euch: Wenden wir uns an sie und werden wir nicht müde, sie um ihre Fürbitte anzuflehen. Und es gibt auch die Heiligen „von nebenan“, »die in unserer Nähe wohnen und die ein Widerschein der Gegenwart Gottes sind« (Apostolisches Schreiben Gaudete et exsultate, 7). Dieses Land hat viele davon; es ist ein Land so vieler heiliger Männer und Frauen. Lasst zu, dass sie euch in eine bessere Zukunft begleiten, eine Zukunft der Hoffnung.
Eine Sache, die Frau Doha sagte, hat mich bewegt: Sie sagte, dass seitens der Überlebenden der Terrorakte Vergebung nötig sei. Vergebung – das ist ein Schlüsselwort. Vergebung ist nötig, um in der Liebe zu bleiben, um Christ zu bleiben. Der Weg zu einer vollständigen Heilung könnte noch lang sein, aber bitte lasst euch nicht entmutigen. Es braucht die Fähigkeit zu vergeben und zugleich den Mut zu kämpfen. Ich weiß, dass das sehr schwer ist. Doch wir glauben daran, dass Gott den Frieden auf diese Erde bringen kann. Wir vertrauen auf ihn, und gemeinsam mit allen Menschen guten Willens sagen wir „Nein“ zum Terrorismus und zur Instrumentalisierung der Religion.
Bei seinem Rückblick auf die Schrecken des Terrorismus und des Krieges hat Pater Ammar dem Herrn dafür gedankt, dass er euch in guten wie in schlechten Zeiten, in der Gesundheit und in der Krankheit immer gestützt hat. Dankbarkeit kommt auf und sie wächst, wenn wir an die Gaben und Verheißungen Gottes denken. Die Erinnerung an die Vergangenheit prägt die Gegenwart und treibt uns voran in Richtung Zukunft.
Jeden Augenblick danken wir Gott für seine Gaben. Wir bitten ihn, dieser Erde und ihren Bewohnern Frieden, Vergebung und Geschwisterlichkeit zu gewähren. Wir werden nicht müde, für die Umkehr der Herzen und für den Sieg einer Kultur des Lebens, der Versöhnung und der geschwisterlichen Liebe zu beten, wo die Unterschiede und die verschiedenen religiösen Traditionen respektiert werden und man sich darum bemüht, eine Zukunft der Einheit und Zusammenarbeit aller Menschen guten Willens zu schaffen. Eine geschwisterliche Liebe, welche die Grundwerte des gemeinsamen Menschseins anerkennt, in deren Namen man zusammenarbeiten, aufbauen und miteinander reden, vergeben und wachsen kann und muss (vgl. Enzyklika Fratelli tutti, 283).
Bei meiner Ankunft mit dem Hubschrauber habe ich die Statue der Jungfrau Maria auf dieser Kirche der Unbefleckten Empfängnis gesehen und habe ihr den Wiederaufbau dieser Stadt anvertraut. Die Muttergottes schützt uns nicht nur aus der Höhe, sondern steigt auch mit mütterlicher Zärtlichkeit zu uns herab. Ihr Bild hier wurde sogar beschädigt und zertrampelt, doch das Angesicht der Muttergottes betrachtet uns weiterhin mit Zärtlichkeit. Denn so machen es die Mütter: sie trösten, sie richten auf, sie schenken Leben. Und ich möchte allen Müttern und allen Frauen dieses Landes von Herzen Danke sagen – mutige Frauen, die weiterhin Leben schenken trotz der Misshandlungen und Verletzungen. Mögen die Frauen respektiert und geschützt werden! Möge ihnen Aufmerksamkeit zukommen und Chancen eröffnet werden! Und jetzt wenden wir uns im Gebet an unsere Mutter und flehen sie um ihre Fürsprache für eure Anliegen und eure Vorhaben an. Ich empfehle euch alle ihrer Obhut. Und bitte vergesst nicht, für mich zu beten.
Angelus Domini…
[00278-DE.01] [Originalsprache: Italienisch]
Traduzione in lingua spagnola
Queridos hermanos y hermanas, buenos días.
Agradezco al Señor la oportunidad de estar con ustedes esta mañana. He esperado con impaciencia este momento. Agradezco a Su Beatitud el Patriarca Ignace Youssif Younan su saludo, como también a la señora Doha Sabah Abdallah y al padre Ammar Yako por sus testimonios. Mirándolos, veo la diversidad cultural y religiosa de la gente de Qaraqosh, y esto muestra parte de la belleza que vuestra región ofrece al futuro. Vuestra presencia aquí recuerda que la belleza no es monocromática, sino que resplandece por la variedad y las diferencias.
Al mismo tiempo, con mucha tristeza, miramos a nuestro alrededor y percibimos otros signos, los signos del poder destructivo de la violencia, del odio y de la guerra. Cuántas cosas han sido destruidas. Y cuánto debe ser reconstruido. Nuestro encuentro demuestra que el terrorismo y la muerte nunca tienen la última palabra. La última palabra pertenece a Dios y a su Hijo, vencedor del pecado y de la muerte. Incluso ante la devastación que causa el terrorismo y la guerra podemos ver, con los ojos de la fe, el triunfo de la vida sobre la muerte. Tienen ante ustedes el ejemplo de sus padres y de sus madres en la fe, que adoraron y alabaron a Dios en este lugar. Perseveraron con firme esperanza en su camino terreno, confiando en Dios que nunca defrauda y que siempre nos sostiene con su gracia. La gran herencia espiritual que nos han dejado continúa viviendo en ustedes. Abracen esta herencia. Esta herencia es su fortaleza. Ahora es el momento de reconstruir y volver a empezar, encomendándose a la gracia de Dios, que guía el destino de cada hombre y de todos los pueblos. ¡No están solos! Toda la Iglesia está con ustedes, por medio de la oración y la caridad concreta. Y en esta región muchos les han abierto las puertas en los momentos de necesidad.
Muy queridos: Este es el momento de reconstruir no sólo los edificios, sino ante todo los vínculos que unen comunidades y familias, jóvenes y ancianos. El profeta Joel dice: «Sus hijos e hijas profetizarán; sus ancianos tendrán sueños, y sus jóvenes, visiones» (cf. Jl 3,1). Cuando los ancianos y los jóvenes se encuentran, ¿qué es lo que sucede? Los ancianos sueñan, sueñan un futuro para los jóvenes; y los jóvenes pueden recoger estos sueños y profetizar, llevarlos a cabo. Cuando los ancianos y los jóvenes se unen, preservamos y trasmitimos los dones que Dios da. Miremos a nuestros hijos, sabiendo que heredarán no sólo una tierra, una cultura y una tradición, sino también los frutos vivos de la fe que son las bendiciones de Dios sobre esta tierra. Los animo a no olvidar quiénes son y de dónde vienen, a custodiar los vínculos que los mantienen unidos y a custodiar sus raíces.
Seguramente hay momentos en los que la fe puede vacilar, cuando parece que Dios no ve y no actúa. Esto se confirmó para ustedes durante los días más oscuros de la guerra, y también en estos días de crisis sanitaria global y de gran inseguridad. En estos momentos, acuérdense de que Jesús está a su lado. No dejen de soñar. No se rindan, no pierdan la esperanza. Desde el cielo los santos velan sobre nosotros: invoquémoslos y no nos cansemos de pedir su intercesión. Y están también “los santos de la puerta de al lado”, «aquellos que viven cerca de nosotros y son un reflejo de la presencia de Dios» (Exhort. ap. Gaudete et exsultate, 7). Esta tierra está llena de ellos, es una tierra de muchos hombres y mujeres santos. Dejen que los acompañen hacia un futuro mejor, un futuro de esperanza.
Algo que dijo la señora Doha me conmovió; dijo que el perdón es necesario para aquellos que sobrevivieron a los ataques terroristas. Perdón: esta es una palabra clave. El perdón es necesario para permanecer en el amor, para permanecer cristianos. El camino hacia una recuperación total podría ser todavía largo pero les pido, por favor, que no se desanimen. Se necesita capacidad de perdonar y, al mismo tiempo, valentía para luchar. Sé que esto es muy difícil. Pero creemos que Dios puede traer la paz a esta tierra. Nosotros confiamos en Él y, junto con todas las personas de buena voluntad, decimos “no” al terrorismo y a la instrumentalización de la religión.
El padre Ammar, recordando los horrores del terrorismo y de la guerra, agradeció al Señor que siempre los haya sostenido, en los tiempos buenos y en los malos, en la salud y en la enfermedad. La gratitud nace y crece cuando recordamos los dones y las promesas de Dios. La memoria del pasado forja el presente y nos hace avanzar hacia el futuro.
En todo momento, demos gracias a Dios por sus dones y pidámosle que conceda paz, perdón y fraternidad a esta tierra y a su gente. No nos cansemos de rezar por la conversión de los corazones y por el triunfo de una cultura de la vida, de la reconciliación y del amor fraterno, que respete las diferencias, las distintas tradiciones religiosas, y que se esfuerce por construir un futuro de unidad y colaboración entre todas las personas de buena voluntad. Un amor fraterno que reconozca «los valores fundamentales de nuestra humanidad común, los valores en virtud de los que podemos y debemos colaborar, construir y dialogar, perdonar y crecer» (Carta enc. Fratelli tutti, 283).
Mientras llegaba con el helicóptero, miré la estatua de la Virgen María colocada sobre esta iglesia de la Inmaculada Concepción, y le confié el renacer de esta ciudad. La Virgen no sólo nos protege desde lo alto, sino que desciende hacia nosotros con ternura maternal. Esta imagen suya incluso ha sido dañada y pisoteada, pero el rostro de la Madre de Dios sigue mirándonos con ternura. Porque así hacen las madres: consuelan, reconfortan, dan vida. Y quisiera agradecer de corazón a todas las madres y las mujeres de este país, mujeres valientes que siguen dando vida, a pesar de los abusos y las heridas. ¡Que las mujeres sean respetadas y defendidas! ¡Que se les brinden cuidados y oportunidades! Y ahora recemos juntos a nuestra Madre, invocando su intercesión por vuestras necesidades y vuestros proyectos. Los pongo a todos bajo su protección. Y les pido, por favor, que no se olviden de rezar por mí.
Angelus Domini...
[00278-ES.01] [Texto original: Italiano]
Traduzione in lingua portoghese
Queridos irmãos e irmãs, bom dia!
Sinto-me agradecido ao Senhor pela oportunidade de vos encontrar esta manhã. Estava ansioso por este momento. Agradeço a Sua Beatitude Patriarca Ignace Youssif Younan as suas palavras de saudação, bem como à Senhora Doha Sabah Abdallah e ao Padre Ammar Yako os seus testemunhos. Contemplando-vos, vejo a diversidade cultural e religiosa do povo de Qaraqosh, e isto mostra algo da beleza que a vossa região tem para oferecer ao futuro. A vossa presença aqui lembra que a beleza não é monocromática, mas resplandece pela variedade e as diferenças.
Simultaneamente, com grande tristeza, olhamos ao nosso redor e vemos outros sinais: os sinais do poder destruidor da violência, do ódio e da guerra. Quantas coisas foram destruídas! E quanto deve ser reconstruído! Este nosso encontro demonstra que o terrorismo e a morte nunca têm a última palavra. A última palavra pertence a Deus e ao seu Filho, vencedor do pecado e da morte. Mesmo no meio das devastações do terrorismo e da guerra podemos, com os olhos da fé, ver o triunfo da vida sobre a morte. Tendes diante de vós o exemplo dos vossos pais e mães na fé, que adoraram e louvaram a Deus neste lugar. Perseveraram com firme esperança no seu caminho terreno, confiando em Deus que nunca dececiona e sempre nos sustenta com a sua graça. A grande herança espiritual que nos deixaram continua a viver em vós. Abraçai esta herança! Esta herança é a vossa força. Agora é o momento de reconstruir e recomeçar, confiando-se à graça de Deus, que guia o destino de cada homem e de todos os povos. Não estais sozinhos. Solidária convosco está a Igreja inteira, com a oração e a caridade concreta. E, nesta região, muitos vos abriram as portas nos momentos de necessidade.
Queridos amigos, este é o momento de restaurar não só os edifícios, mas também e em primeiro lugar os laços que unem comunidades e famílias, jovens e idosos. Diz o profeta Joel: «Os vossos filhos e as vossas filhas profetizarão, os vossos anciãos terão sonhos e os vossos jovens terão visões» (cf. Jl 3, 1). Quando os idosos e os jovens se encontram, que acontece? Os idosos sonham; sonham um futuro para os jovens. E os jovens podem recolher estes sonhos e profetizar, realizá-los. Quando os idosos e os jovens se unem, preservamos e transmitimos os dons que Deus nos oferece. Olhamos para os nossos filhos, sabendo que herdarão não apenas uma terra, uma cultura e uma tradição, mas também os frutos vivos da fé, que são as bênçãos de Deus sobre esta terra. Animo-vos a não esquecer quem sois e donde vindes; a preservar os laços que vos mantêm unidos, a guardar as vossas raízes.
Com certeza há momentos em que a fé pode vacilar, quando parece que Deus não vê nem intervém. Sentistes a verdade disto nos dias mais negros da guerra, e é verdade também nestes dias de crise sanitária mundial e de grande insegurança. Nestes momentos, lembrai-vos que Jesus está ao vosso lado. Não deixeis de sonhar. Não desistais, não percais a esperança. Do Céu, os Santos velam sobre vós: invoquemo-los e não nos cansemos de pedir a sua intercessão. E há também «os santos ao pé da porta (…), que vivem perto de nós e são um reflexo da presença de Deus» (Francisco, Exort. ap. Gaudete et exsultate, 7). Esta terra tem muitos: é uma terra de muitos homens e mulheres santos. Deixai que vos acompanhem para um futuro melhor, um futuro de esperança.
Comoveu-me uma coisa que disse a Senhora Doha: o perdão é necessário por parte daqueles que sobreviveram aos ataques terroristas. Perdão: esta é uma palavra-chave. O perdão é necessário para permanecer no amor, para se permanecer cristão. O caminho para uma cura plena poderia ainda ser longo, mas peço-vos, por favor, que não desanimeis. É preciso capacidade de perdoar e, ao mesmo tempo, coragem de lutar. Sei que isto é muito difícil. Mas acreditamos que Deus pode trazer a paz a esta terra. Confiamos n’Ele e, unidos a todas as pessoas de boa vontade, dizemos «não» ao terrorismo e à instrumentalização da religião.
Padre Ammar, ao recordar os horrores do terrorismo e da guerra, agradeceu ao Senhor por vos ter sempre sustentado nos momentos bons e maus, na saúde e na doença. A gratidão nasce e cresce, quando recordamos os dons e as promessas de Deus. A memória do passado molda o presente e faz-nos avançar para o futuro.
Em cada momento, demos graças a Deus pelos seus dons e peçamos-Lhe que conceda paz, perdão e fraternidade a esta terra e ao seu povo. Não nos cansemos de rezar pela conversão dos corações e pelo triunfo duma cultura da vida, da reconciliação e do amor fraterno, no respeito pelas diferenças, pelas diversas tradições religiosas, no esforço por construir um futuro de unidade e colaboração entre todas as pessoas de boa vontade. Um amor fraterno que reconheça «os valores fundamentais da nossa humanidade comum, valores em nome dos quais se pode e deve colaborar, construir e dialogar, perdoar e crescer» (Francisco, Carta enc. Fratelli tutti, 283).
Quando chegava de helicóptero, vi a estátua da Virgem Maria sobre esta igreja da Imaculada Conceição e confiei-Lhe o renascimento desta cidade. Nossa Senhora não só nos protege do Alto, mas, com ternura materna, desce até junto de nós. Aqui a sua estátua foi danificada e espezinhada, mas o rosto da Mãe de Deus continua a olhar-nos com ternura. Porque é assim que fazem as mães: consolam, confortam, dão vida. E gostaria de agradecer cordialmente a todas as mães e mulheres deste país, mulheres corajosas que continuam a dar vida não obstante os abusos e as feridas. Que as mulheres sejam respeitadas e protegidas! Que lhes sejam dadas atenção e oportunidades! E agora rezemos juntos à nossa Mãe, invocando a sua intercessão para as vossas necessidades e projetos. Coloco-vos a todos sob a sua proteção. E peço, por favor, que não vos esqueçais de rezar por mim.
Angelus Domini...
[00278-PO.01] [Texto original: Italiano]
Traduzione in lingua polacca
Drodzy Bracia i Siostry, dzień dobry!
Jestem wdzięczny Panu za możliwość bycia pośród was dzisiejszego ranka. Niecierpliwie czekałem na ten moment. Dziękuję arcybiskupowi Yohannie Boutrosowi Moshe za słowa pozdrowienia, a także pani Doha Sabah Abdallah i ojcu Ammarowi Yako za ich świadectwa. Patrząc na was, widzę kulturową i religijną różnorodność mieszkańców Karakosz, a to ukazuje coś z piękna, jakie wasz region wnosi w przyszłość. Wasza obecność tutaj przypomina, że piękno nie jest monochromatyczne, ale jaśnieje z powodu różnorodności i odmienności.
Jednocześnie z wielkim smutkiem rozglądamy się wokół i widzimy inne znaki, znaki niszczących sił przemocy, nienawiści i wojny. Jak wiele zostało zniszczone! A jak wiele trzeba odbudować! To nasze spotkanie dowodzi, że terroryzm i śmierć nigdy nie mają ostatniego słowa. Ostatnie słowo należy do Boga i do Jego Syna, zwycięzcy grzechu i śmierci. Nawet pośród spustoszeń spowodowanych terroryzmem i wojną, oczami wiary możemy dostrzec triumf życia nad śmiercią. Poprzedza was przykład waszych ojców i matek w wierze, którzy czcili i chwalili Boga w tym miejscu. W swojej ziemskiej wędrówce wytrwali z mocną nadzieją, ufając Bogu, który nigdy nie zawodzi i który zawsze podtrzymuje nas swoją łaską. Wielkie duchowe dziedzictwo, które nam pozostawili, nadal żyje w was. Przyjmijcie to dziedzictwo! To dziedzictwo jest waszą siłą! Teraz jest czas, aby odbudować i zacząć od nowa, zawierzając całkowicie łasce Boga, który kieruje losem każdego człowieka i wszystkich narodów. Nie jesteście sami! Cały Kościół jest blisko was w modlitwie i w konkretnych dziełach miłosierdzia. I w tym regionie wielu otwarło wam drzwi, gdy byliście w potrzebie.
Umiłowani, nadszedł czas, aby odbudować nie tylko budynki, ale przede wszystkim więzi, które łączą wspólnoty i rodziny, młodych i starszych. Prorok Joel mówi: „synowie wasi i córki wasze prorokować będą, starcy wasi będą śnili, a młodzieńcy wasi będą mieli widzenia” (por. Jl 3, 1). Co się dzieje, gdy spotykają się starsi i młodzi? Starsi marzą, marzą o przyszłości dla młodych, a młodzi mogą podjąć te marzenia i prorokować, rozwijać je. Kiedy dochodzi do spotkania starszych i młodych, zachowujemy i przekazujemy dary, które daje Bóg. Patrzymy na nasze dzieci, wiedząc, że odziedziczą one nie tylko ziemię, kulturę i tradycję, ale także żywe owoce wiary, które są Bożym błogosławieństwem na tej ziemi. Zachęcam was, abyście nie zapominali kim jesteście i skąd pochodzicie! Pielęgnujcie więzi, które was łączą, pielęgnujcie wasze korzenie!
Z pewnością są chwile, kiedy wiara może się zachwiać, kiedy wydaje się, że Bóg nie widzi i nie działa. Było to dla was prawdą w najciemniejszych dniach wojny i jest to prawdą również w dzisiejszych czasach globalnego kryzysu sanitarnego i wielkiej niepewności. W takich chwilach pamiętajcie, że Jezus jest tuż obok was. Nie przestawajcie marzyć! Nie poddawajcie się, nie traćcie nadziei! Z nieba czuwają nad nami święci: przyzywajmy ich i nie ustawajmy w proszeniu o ich wstawiennictwo. Są też „święci z sąsiedztwa”, „którzy żyją blisko nas i są odblaskiem obecności Boga” (Adhort. apost. Gaudete et exsultate, 7). Ta ziemia ma ich wielu; jest to ziemia wielu świętych mężczyzn i kobiet. Pozwólcie, by wam towarzyszyli w drodze ku lepszej przyszłości, ku przyszłości nadziei.
Wzruszyła mnie pewna rzecz, którą powiedziała pani Doha: powiedziała, że potrzebne jest przebaczenie ze strony tych, którzy przeżyli ataki terrorystyczne. Przebaczenie: to jest słowo kluczowe. Przebaczenie jest konieczne, aby trwać w miłości, aby pozostać chrześcijaninem. Droga do pełnego uzdrowienia może być jeszcze długa, ale proszę Was, nie zniechęcajcie się. Konieczna jest umiejętność przebaczania, a jednocześnie odwaga do walki. Wiem, że jest to bardzo trudne. Wierzymy jednak, że Bóg może przynieść pokój na tę ziemię. Jemu ufamy i razem ze wszystkimi ludźmi dobrej woli mówimy „nie” terroryzmowi i instrumentalizacji religii.
Ojciec Ammar, wspominając okrucieństwa terroryzmu i wojny, dziękował Panu, który zawsze was wspierał w dobrych i złych czasach, w zdrowiu i w chorobie. Wdzięczność rodzi się i się rozwija, gdy pamiętamy o Bożych darach i obietnicach. Pamięć o przeszłości kształtuje teraźniejszość i prowadzi nas ku przyszłości.
W każdej chwili dziękujmy Bogu za Jego dary i prośmy Go, aby obdarzył tę ziemię i jej mieszkańców pokojem, przebaczeniem i braterstwem. Nie ustawajmy w modlitwie o nawrócenie serc i o triumf kultury życia, pojednania i miłości braterskiej, z poszanowaniem różnic, różnych tradycji religijnych, w dążeniu do budowania przyszłości opartej na jedności i współpracy wszystkich ludzi dobrej woli. Miłości braterskiej, która uznaje „podstawowe wartości naszego wspólnego człowieczeństwa. W ich imię możemy i musimy współpracować, budować i prowadzić dialog, przebaczać i rozwijać się” (Enc. Fratelli tutti, 283).
Kiedy helikopter, którym leciałem podchodził do lądowania, zobaczyłem figurę Matki Bożej na tutejszym kościele Niepokalanego Poczęcia i zawierzyłem Maryi odrodzenie tego miasta. Matka Boża nie tylko chroni nas z góry, ale z macierzyńską czułością schodzi do nas. Jej wizerunek tutaj został nawet zraniony i podeptany, ale oblicze Matki Bożej wciąż patrzy na nas z czułością. Bo tak właśnie robią matki: pocieszają, podnoszą na duchu, dają życie. I chciałbym z serca powiedzieć dziękuję wszystkim matkom i kobietom tego kraju, kobietom dzielnym, które mimo przemocy i ran nadal dają życie. Niech kobiety będą szanowane i chronione! Niech otrzymają zainteresowanie i perspektywy! A teraz pomódlmy się razem do naszej Matki, przyzywając Jej wstawiennictwa we wszystkich potrzebach i wszystkich projektach. Powierzam was wszystkich Jej opiece. I proszę was, nie zapominajcie o mnie w modlitwie.
Angelus Domini...
[00278-PL.01] [Testo originale: Italiano]
Traduzione in lingua araba
الزيارة الرسوليّة إلى العراق
كلمة قداسة البابا فرنسيس
في صلاة التبشير الملائكي
قره قوش
الأحد 7 مارس / آذار 2021
أيُّها الإخوَةُ والأَخَواتُ الأعزّاء، صَباح الخير!
أَشْكُرُ اللهَ الذي مَنَحَني هذهِ الفُرْصَةَ لأكونَ بِيْنَكُم هذا الصَّباح. لَقَدْ انْتَظَرْتُ هذهِ اللحْظَةَ بِفارغِ الصَّبْر. أَشْكُرُ غِبْطَةَ البَطْرِيَرْك مار اغناطيوس يوسف الثالث يونان لِكَلماتِهِ التَرْحيبيّة، وأَشْكُرُ السَيِّدَة ضُحَى صَباح عبد الله والأب عمار ياكو على شَهادَتَيْهِما. حينَ أَنْظُرُ إليْكُم، أرَى الاخْتِلافَ الثَقافيّ والدينيّ لأَهالي قَرَه قوش، وهذا يُبَيِّنُ شيئًا مِنَ الجَمالِ الذي تُقَدِّمُهُ مِنْطَقَتُكُم للمُسْتَقْبَل. إنَّ وُجودَكُم هُنا يُذَكِّرُ بأنَّ الجمالَ ليسَ في لَوْنٍ واحِد، وَلَكِنَّهُ يَتَأَلَّقُ بالتَنَوُعِ والاخْتِلاف.
في الوَقْتِ نَفْسِه، وبِحُزْنٍ شَديد، نَنْظُرُ حَوْلَنا ونَرَى عَلاماتٍ أُخرَى، آثارَ القُوَّةِ المُدَمِّرةِ بِسَبَبِ العُنْفِ والكَراهِيَةِ والحَرْب. كَمْ مِنَ الأشْياءِ أَصابَها الدَمار! وَكَمْ مِنَ الأشْياءِ يَجِبُ إعادَةُ بِنائِها! لَكِنَّ لِقَاءَنا هذا يُبَيِّنُ أنَّ الكَلِمَةَ الأَخيرةَ ليْسَتْ للإرْهابِ والمَوْت. الكَلِمَةُ الأَخيرَةُ للهِ ولابنِهِ المُنْتَصِرِ على الخَطيئَةِ والمَوْت. حتَى في وَسَطِ دَمارِ الإرْهابِ والحَرْب، يُمْكِنُنا أنْ نَرى بأَعْيُنِ الإيْمانِ انتِصارَ الحَياةِ على المَوْت. أَمامَكُم مِثالُ آبائِكُم وأُمَهاتِكُم في الإيمان، الذينَ عَبَدُوا اللهَ وَسَبَّحُوه في هذا المكان. لَقَدْ ثابَرُوا بِرَجاءٍ ثابِتٍ في مَسيرَتِهِم الأرْضيَّة، وَوَضَعُوا ثِقَتَهُم في اللهِ الذي لا يُخَيِّبُ آمالَنا أَبدًا والذي يَسْنُدُنا دائِمًا بِنِعْمَتِه. الإرْثُ الرُوحيُّ العَظيمُ الذي تَرَكُوهُ لَنا ما زالَ يَعيشُ فيكُم. تَمَسَّكُوا بِهذا الإرْث! إنَّهُ قوَّتُكُم! الآن، في هذا الوَقْت، نُعيدُ البِناءَ ونَبْدأُ مِن جَديد، مُعْتَمِدِينَ على نِعْمَةِ الله، التي تَقُودُ مَصيرَ كُلِّ إنسانٍ وَجَميعِ الشُعوب. لَسْتُم وَحْدَكُم! الكَنيِسَةُ بِأَكْمَلِها قَريبَةٌ مِنْكُم، بالصَّلاةِ والمَحَبَّةِ المَلْمُوسَة. وَفي هذهِ المَنْطِقَة، فَتَحَ الكَثيرونَ أبْوابَهُم لَكُم في أوْقاتِ حاجَتِكُم.
أَيُّها الأحِباء، هذا الوَقْتُ ليسَ فَقَط لِتَرْميمِ المَباني، وَلَكِن أَوَلاً وَقَبْلَ كُلِّ شَيءٍ لِتَرْميمِ الرَوابِطِ التي تُوَحِّدُ الجَماعاتِ والعائِلات، الشَبابَ والكِبارَ في السِّن. قالَ النَبي يوئيل: "سَيَتَنَبَّأُ بَنُوكَ وَبَناتُكَ، وَسَيَحْلَمُ شُيوخُكَ، وَسَيَرى شُبَّانُكَ رُؤًى" (را. يوء 3، 1). عندما يَلْتَقي الكِبارُ في السِّنِ والشَباب، ماذا يَحْدُث؟ يَحْلَمُ الكِبارُ في السِّنِ أَحْلامًا، يَحْلَمُونَ في مُسْتَقْبَلِ الشَباب، وَيُمْكِنُ للشَبابِ أنْ يَجْمَعُوا هذهِ الأَحْلام، وأَنْ يَتَنَبَّأُوا، وَيَسِيرُوا بِها إلى الأمام. عِندما يَجْتَمِعُ الكِبارُ في السِّنِ والشَبابُ مَعًا، نُحافِظُ على العَطايا التي مَنَحَنا إياها الله، وَنُسَلِّمُها لِغَيْرِنا. لِنَنْظُرْ إلى أَبْنائِنا، وَنَحنُ عالِمونَ أَنَّهُم سَيَرِثُونَ ليسَ فَقَط أَرْضًا وَثَقَافَةً وَتَقاليدَ، بَلْ أَيضًا ثِمارَ الإيمانِ الحَيَّة التي هي بَرَكاتُ اللهِ على هذهِ الأرْض. أُشَجِّعُكُم كَي لا تَنْسَوْا مَنْ أَنتُم وَمِن أيْنَ أَتَيْتُم! حافِظُوا على الرَوابِطِ التي تَجْمَعُكُم مَعًا، حافِظُوا على جُذورِكُم!
بالتأكيد، هُناكَ أَوْقاتٌ قَدْ يَتَعَثَّرُ فيها الإيمان، عِندما يَبدُو أنَّ اللهَ لا يرَى ولا يَعْمَل. كانَ هذا صَحيحًا بالنِسْبَةِ لَكُم في أيّامِ الحَرْبِ الحالِكَة، وَهُو صَحيحٌ أَيضًا في أيامِ الأَزْمَةِ الصِحِيَّةِ العالَمِيَّةِ اليوم، وانْعِدامِ الأمْنِ الكَبير. في هذهِ اللَحَظات، تَذَكَّرُوا أنَّ يسوعَ بِجانِبِكُم. لا تَتَوَقَّفُوا عَنْ أنْ تَحْلَمُوا! لا تَسْتَسْلِمُوا، لا تَفْقِدُوا الرَجاء! مِنَ السَّماءِ، القِدِّيسونَ يَسْهَرونَ عَلَيْنا: لِنَتَوَسَّلْ إليْهِم ولا نَمَلَّ مِن طَلَبِ شَفَاعَتِهِم. وَهُنَاك أيضًا "القِدِّيسونَ الذين يَعيشُون في جِوارِنا وَبَيْنَنا. وَهُم انْعِكاسٌ لِحُضورِ اللهِ بَيْنَنا" (را. الإرشاد الرسولي، اِفَرحوا وابتَهِجوا، 7). إنَّهُم كثيرونَ في هذهِ الأرْض. هذهِ أَرْضُ القِدِّيسين، رِجالًا وَنِسَاءً. دَعُوهُم يُرافِقُونَكُم نَحْوَ مُسْتَقْبَلٍ أَفْضَل، مُسْتَقْبَلٍ مَليءٍ بالأَمَل.
قالَتْ السَيِّدَة ضُحَى شَيْئًا أَثَّرَ فيَّ. قالَتْ إنَّ المَغْفِرَةَ ضَرُوريَّةٌ مِن قِبَلِ الذينَ نَجَوْا مِنَ الهَجَماتِ الإرْهابيَّة. المَغْفِرَة: هذهِ كَلِمَةُ - مُفْتاح. المَغْفِرَةُ ضَروريّةٌ حتَى نَبْقَى في المَحَبَّة، وَحَتَى نَبْقَى مَسِيحيّين. قد يكونُ الطَريقُ إلى الشِفاءِ الكامِلِ ما زالَ طَويلًا، لَكِنِي أَطْلُبُ مِنْكُم، مِنْ فَضْلِكُم، أَلا تَيْأَسُوا. يَتَطَلَّبُ الأمْرُ القُدْرَةَ على المَغْفِرَة، وفي الوَقْتِ نَفْسِه، الشَجاعَةَ للكِفاح. أَعْلَمُ أنَّ هذا صَعْبٌ للغايَة. لَكِنَنا نُؤْمِنُ أنَّ اللهَ يُمْكِنُهُ أنْ يُحِلَّ السَّلامَ في هذهِ الأرْض. إنّا نَثِقُ بِهِ وَنَقُولُ مَعَ كُلِّ أَصْحابِ النَوايا الحَسَنَة "لا" للإرْهابِ واسْتِغلالِ الدين.
اسْتَذْكَرَ الأب عمار أَهوالَ الإرْهابِ والحَرْب، وَشَكَرَ اللهَ الذي سانَدَكُم دائمًا في الأيامِ الجَميلَةِ والصَّعْبَة، وفي الصَّحَةِ والمَرَض. يَنْشَأُ الشُكْرُ وَيَنْمُو عِندما نَتَذَكَّرُ عَطايا اللهِ وَوُعُودَه. وإنَّ ذاكِرَةَ الماضي تُغَذِّي الحاضِر، وَتَدْفَعُنا إلى المُسْتَقْبَل.
لِنَشْكُرِ الله في كُلِّ لَحْظَة، على عَطاياه، ولْنَطْلُبْ إليْهِ أنْ يَمْنَحَ هذهِ الأرضَ وأهْلَها، السَّلامَ والمَغْفِرَةَ والأُخُوَّة. لا نَمَلَّ مِنَ الصَّلاةِ مِن أجلِ تَوْبَةِ القُلُوبِ وانْتِصارِ ثَقافَةِ الحَياةِ والمُصالَحَةِ والمَحَبَّةِ الأَخَويَّة، مَعَ احترامِ الاخْتِلافاتِ وَتَنَوُّعِ التَقاليدِ الدينيَّة، وفي السَعِي لِبِناءِ مُسْتَقْبَلٍ مُرَسَّخٍ على الوَحْدَةِ والتَعاوِنِ بَيْنَ جَميعِ أصْحابِ النوايا الحَسَنَة. مَحَبَّةٌ أَخَويَّة، تَعْتَرِفُ "بالقِيَمِ الجَوهَريَّةِ للإنسانيَّةِ الواحِدَة، القِيَمِ التي باسْمِها يُمْكِنُنا، بَلْ يَجِبُ أنْ نَتَعاوَنَ، وَنَبْنِيَ وَنَتَحَاوَرَ، وَنَغْفِرَ وَنَنْمُو" (را. رسالة بابوية عامة، Fratelli tutti، 283).
بَيْنَما كُنْتُ أَهبِطُ بالطائِرَةِ المَرْوَحِيَّة، رَأَيْتُ تِمثالَ العَذراءِ مَرْيَم على كَنيسَةِ الحَبَلِ بِلا دَنَس، فأَوْكَلْتُ إلَيْها وِلادَةَ هذهِ المدينَةِ مِن جَديد. لا تَحْمينا السَيِّدَةُ العذراء مِنَ فَوْقُ فَحَسْب، بَلْ تَنْزِلُ نَحْوَنا بِحنانِ الأمّ. تِمْثالُها هُنا تَعَرّضَ للإِساءَةِ وَداسَتْهُ الأَرْجُل، لِكَنَّ وَجْهَ والِدَةِ الإلَه لا يزالُ يَنْظُرُ إلينا بِحنان. لأنَّ هذا ما تَفْعَلُهُ الأُمَهات: إنَّهُن يُواسِينَ ويُقَوِّينَ ويُعْطِينَ الحياة. وَأَوَدُّ أنْ أَشْكُرَ مِن عُمْقِ قَلْبِي كُلَّ الأمَهاتِ والنِساءِ في هذا البَلَد، النِساءِ الشُجاعاتِ اللواتي يُواصِلْنَ إعْطاءَ الحَياةِ بالرَّغْمِ مِنَ الانتِهاكاتِ التي يَتَعَرَّضْن لَها والجِراحاتِ التي تُصِيبُهُنَّ. فَلْتُحْتَرَمِ النساءُ وَلْيُمْنَحْنَ الحِمايَة! لِيَحْظَيْنَ بالاهْتِمامِ ويُمْنَحْنَ الفُرَص! والآن لِنُصَلِّ مَعًا لأُمِّنا مَرْيمَ البتُول، وَلْنَلْتَمِسْ شَفاعَتَها مِن أجلِ احتِياجاتِكُم وَمَشاريعِكُم. إنِّي أَضَعُكُم جَميعًا تَحْتَ حِمايَتِها. وأَسْأَلُكُم مِن فَضْلِكُم أنْ تُصَلُّوا مِن أَجلي.
Angelus Domini…
[00278-AR.02] [Testo originale: Italiano]
[B0140-XX.02]