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Viaggio Apostolico di Sua Santità Francesco in Iraq (5-8 marzo 2021) – Incontro con il Presidente e il Primo Ministro della Regione Autonoma del Kurdistan Iracheno e Preghiera di suffragio per le vittime della guerra a Hosh-al-Bieaa, 07.03.2021


Accoglienza del Presidente della Regione Autonoma del Kurdistan Iracheno e delle Autorità Religiose e Civili della Regione e Incontro con il Presidente e il Primo Ministro

Preghiera di suffragio per le vittime della guerra a Hosh-al-Bieaa

Accoglienza del Presidente della Regione Autonoma del Kurdistan Iracheno e delle Autorità Religiose e Civili della Regione e Incontro con il Presidente e il Primo Ministro

Questa mattina, lasciata la Nunziatura Apostolica, il Santo Padre Francesco si è trasferito in auto all’Aeroporto Internazionale di Baghdad da dove è partito, a bordo di un aereo delle linee Iraqi Airways, diretto a Erbil.

Al Suo arrivo il Papa è stato accolto dall’Arcivescovo di Erbil dei Caldei, S.E. Mons. Bashar Matti Warda; dall’Arcivescovo di Hadiab-Erbil dei Siri, S.E. Mons. Nizar Semaan; dal Presidente della Regione Autonoma del Kurdistan Iracheno, Nechirvan Barzani; dal Primo Ministro, Masrour Barzani; e da alcune autorità civili e religiose. Quindi, dopo un breve incontro, nella Presidential VIP Lounge dell’Aeroporto, con gli Arcivescovi di Erbil dei Caldei e di Hadiab-Erbil dei Siri e con il Presidente e il Primo Ministro della Regione Autonoma del Kurdistan Iracheno, Papa Francesco si congedato e si è trasferito in elicottero a Mosul.

A Mosul, il Papa è stato accolto dall’Arcivescovo di Mosul e Aqra dei Caldei, S.E. Mons. Najeeb Michaeel, O.P., dal Governatore di Mosul e da due bambini che gli hanno donato dei fiori. Quindi si è recato in auto ad Hosh-al-Bieaa per la preghiera di suffragio per le vittime della guerra.

[00290-IT.01]

Preghiera di suffragio per le vittime della guerra a Hosh-al-Bieaa

Saluto del Santo Padre

Preghiera del Santo Padre

Alle ore 10.10 locali (8.10 ora di Roma), il Santo Padre Francesco è arrivato ad Hosh-al-Bieaa, piazza delle quattro chiese (siro-cattolica, armeno-ortodossa, siro-ortodossa e caldea) distrutte tra il 2014 e il 2017 dagli attacchi terroristici, per la preghiera di suffragio per le vittime della guerra.

Al Suo arrivo, il Papa è stato accolto dall’Arcivescovo di Mosul e Aqra dei Caldei, S.E. Mons. Najeeb Michaeel, O.P., insieme al quale ha raggiunto il centro di Hosh-al-Bieaa.

Dopo il saluto introduttivo dell’Arcivescovo e le testimonianze di un sacerdote e di un sunnita, il Santo Padre ha rivolto il Suo saluto ai presenti e recitato una preghiera in suffragio delle vittime della guerra.

Al termine del momento di preghiera, dopo l’inaugurazione della lapide commemorativa della visita seguita dal lancio di una colomba bianca e la benedizione finale, il Santo Padre ha salutato alcune personalità religiose e civili.

Prima di lasciare Mosul, Papa Francesco ha vistato le rovine intorno ad Hosh-al-Bieaa, e ha sostato in preghiera davanti alle rovine della Chiesa siro-cattolica. Quindi si trasferito in auto nell’area di decollo e, dopo essersi congedato dall’Arcivescovo di Mosul e Aqra dei Caldei e dal Governatore di Mosul, a bordo di un elicottero si è recato a Qaraqosh.

Pubblichiamo di seguito il saluto e la preghiera che Papa Francesco ha pronunciato a Hosh-al-Bieaa:

Saluto del Santo Padre

Testo in lingua italiana

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua tedesca

Traduzione in lingua spagnola

Traduzione in lingua portoghese

Traduzione in lingua polacca

Traduzione in lingua araba

Testo in lingua italiana

Cari fratelli e sorelle,
cari amici!

Ringrazio l’Arcivescovo Najeeb Michaeel per le sue parole di benvenuto e sono particolarmente grato a Padre Raid Kallo e al Sig. Gutayba Aagha per le loro toccanti testimonianze.

Grazie tante, Padre Raid. Lei ci ha raccontato dello sfollamento forzato di molte famiglie cristiane dalle loro case. Il tragico ridursi dei discepoli di Cristo, qui e in tutto il Medio Oriente, è un danno incalcolabile non solo per le persone e le comunità interessate, ma per la stessa società che si lasciano alle spalle. In effetti, un tessuto culturale e religioso così ricco di diversità è indebolito dalla perdita di uno qualsiasi dei suoi membri, per quanto piccolo. Come in uno dei vostri tappeti artistici, un piccolo filo strappato può danneggiare l’insieme. Lei, Padre, ha parlato dell’esperienza fraterna che vive con i musulmani, dopo essere ritornato a Mosul. Lei ha trovato accoglienza, rispetto, collaborazione. Grazie, Padre, per aver condiviso questi segni che lo Spirito fa fiorire nel deserto e per averci indicato che è possibile sperare nella riconciliazione e in una nuova vita.

Signor Aagha, Lei ci ha ricordato che la vera identità di questa città è quella della convivenza armoniosa tra persone di origini e culture diverse. Per questo, accolgo con grande favore il Suo invito alla comunità cristiana a tornare a Mosul e ad assumere il ruolo vitale che le è proprio nel processo di risanamento e di rinnovamento.

Oggi, tutti eleviamo le nostre voci in preghiera a Dio Onnipotente per tutte le vittime della guerra e dei conflitti armati. Qui a Mosul le tragiche conseguenze della guerra e delle ostilità sono fin troppo evidenti. Com’è crudele che questo Paese, culla di civiltà, sia stato colpito da una tempesta così disumana, con antichi luoghi di culto distrutti e migliaia e migliaia di persone – musulmani, cristiani, gli yazidi, che sono stati annientati crudelmente dal terrorismo, e altri – sfollati con la forza o uccisi!

Oggi, malgrado tutto, riaffermiamo la nostra convinzione che la fraternità è più forte del fratricidio, che la speranza è più forte della morte, che la pace è più forte della guerra. Questa convinzione parla con voce più eloquente di quella dell’odio e della violenza; e mai potrà essere soffocata nel sangue versato da coloro che pervertono il nome di Dio percorrendo strade di distruzione.

[00276-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

Chers frères et sœurs,
Chers amis!

Je remercie l’Archevêque Najeeb Michaeel pour ses paroles de bienvenue et je suis particulièrement reconnaissant au Père Raid Kallo et à Monsieur Gutayba Aagha pour leurs touchants témoignages.

Merci beaucoup, Père Raid. Vous nous avez parlé du déplacement forcé de nombreuses familles chrétiennes de leurs maisons. La diminution tragique des disciples du Christ, ici et dans tout le Moyen-Orient, est un dommage incalculable non seulement pour les personnes et les communautés intéressées, mais pour la société elle-même qu’ils laissent derrière eux. En effet, un tissu culturel et religieux aussi riche de diversité est affaibli par la perte de n’importe lequel de ses membres, aussi petit soit-il. Comme dans un de vos tapis artistiques, un petit fil arraché peut endommager l’ensemble. Mon Père, vous avez parlé de l’expérience fraternelle que vous vivez avec les musulmans, après être revenu à Mossoul. Vous avez trouvé accueil, respect, collaboration. Merci, mon Père, pour avoir partagé ces signes que l’Esprit fait fleurir dans le désert, et pour nous avoir montré qu’il est possible d’espérer la réconciliation et une nouvelle vie.

Monsieur Aagha, vous nous avez rappelé que la véritable identité de cette ville est celle de la coexistence harmonieuse entre des personnes d’origines et de cultures différentes. C’est pourquoi j’apprécie grandement votre invitation à la communauté chrétienne à revenir à Mossoul, et à assumer le rôle vital qui est le sien dans le processus de redressement et de renouveau.

Aujourd’hui nous élevons tous nos voix en prière vers Dieu Tout-Puissant pour toutes les victimes de la guerre et des conflits armés. Ici à Mossoul les tragiques conséquences de la guerre et des hostilités ne sont que trop évidentes. Comme il est cruel que ce pays, berceau de civilisations, ait été frappé par une tempête aussi inhumaine, avec d’antiques lieux de culte détruits et des milliers et des milliers de personnes – musulmanes, chrétiennes, les yézidis, qui ont été anéantis cruellement par le terrorisme, et autres – déplacées de force ou tuées!

Aujourd’hui, malgré tout, nous réaffirmons notre conviction que la fraternité est plus forte que le fratricide, que l’espérance est plus forte que la mort, que la paix est plus forte que la guerre. Cette conviction parle d’une voix plus éloquente que celle de la haine et de la violence; et jamais elle ne pourra être étouffée dans le sang versé par ceux qui pervertissent le nom de Dieu en parcourant des chemins de destruction.

[00276-FR.02] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,
Dear Friends,

I thank Archbishop Najeeb Michaeel for his kind words of welcome and I am especially grateful to Father Raid Kallo and Mr Gutayba Aagha for their moving testimonies.

Thank you very much, Father Raid. You told us of the forced displacement of many Christian families from their homes. The tragic diminution of Jesus’ disciples here and across the Middle East does incalculable harm not just to the individuals and communities concerned but also to the society they leave behind. Indeed such a richly diverse cultural and religious fabric as this is weakened by the loss of any of its members, however small. As in one of your intricately designed carpets, one small thread torn away can damage the rest. Father, you told us of your fraternal relationship with Muslims after returning to Mosul. You were met with welcome, respect and cooperation. Thank you, Father, for having shared these signs that the Spirit is making blossom in the desert, and for showing us that it is possible to hope in reconciliation and new life.

Mr Aagha, you reminded us that the real identity of this city is that of harmonious coexistence between people of different backgrounds and cultures. I especially welcome, then, your invitation to the Christian community to return to Mosul and to take up their vital role in the process of healing and renewal.

Today all of us raise our voices in prayer to Almighty God for all the victims of war and armed conflict. Here in Mosul, the tragic consequences of war and hostility are all too evident. How cruel it is that this country, the cradle of civilization, should have been afflicted by so barbarous a blow, with ancient places of worship destroyed and many thousands of people – Muslims, Christians, Yazidis, who were cruelly eliminated by terrorism, and others – forcibly displaced or killed!

Today, however, we reaffirm our conviction that fraternity is more durable than fratricide, that hope is more powerful than hatred, that peace more powerful than war. This conviction speaks with greater eloquence than the passing voices of hatred and violence, and it can never be silenced by the blood spilled by those who pervert the name of God to pursue paths of destruction.

[00276-EN.02] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern,
liebe Freunde!

Ich danke Erzbischof Najeeb Michaeel für seine Begrüßungsworte und bin besonders dankbar für die berührenden Zeugnisse von Pater Raid Kallo und Herrn Gutayba Aagha.

Vielen Dank, Pater Raid. Sie haben uns von der Zwangsevakuierung vieler christlicher Familien aus ihren Häusern erzählt. Der tragische Rückgang der Jünger Christi hier und im ganzen Nahen Osten ist ein unermesslicher Schaden nicht nur für die betroffenen Menschen und Gemeinschaften, sondern für die Gesellschaft selbst, welche sie hinter sich lassen. Tatsächlich wird ein kulturelles und religiöses Gefüge, das in seiner Vielfalt so reich ist, durch den Verlust eines jeden Mitglieds geschwächt, und sei es auch noch so klein. Wie in einem eurer kunstvollen Teppiche kann ein ausgerissener Faden dem Ganzen schaden. Sie, Pater, haben über die brüderliche Erfahrung gesprochen, die Sie mit den Muslimen seit Ihrer Rückkehr nach Mossul erleben. Sie haben Aufnahme gefunden, Respekt, Zusammenarbeit. Danke, Pater, dass Sie uns diese Zeichen, die der Heilige Geist in der Wüste erblühen lässt, mitgeteilt haben und damit zeigen, dass es möglich ist, auf die Versöhnung und auf ein neues Leben zu hoffen.

Herr Aagha, Sie haben daran erinnert, dass die wahre Identität dieser Stadt im harmonischen Zusammenleben von Menschen verschiedener Herkunft und Kulturen besteht. Daher nehme ich sehr wohlwollend ihre Einladung in Empfang, dass die christliche Gemeinschaft nach Mossul zurückkehren möge, um die vitale Rolle einzunehmen, die ihr im Sanierungs- und Erneuerungsprozess zukommt.

Heute erheben wir alle unsere Stimmen im Gebet zum allmächtigen Gott für alle Opfer des Krieges und der bewaffneten Konflikte. Hier in Mossul sind die tragischen Konsequenzen des Krieges und der Feindseligkeiten allzu sichtbar. Wie grausam ist es, dass dieses Land als Wiege der Zivilisation von einem so unmenschlichen Sturm heimgesucht worden ist, der antike Kultstätten zerstört hat und Abertausende von Menschen – Moslems, Christen, die Jesiden, die vom Terrorismus grausam vernichtet wurden, und andere – gewaltsam vertrieben oder getötet hat!

Heute bekräftigen wir nichtsdestotrotz erneut unsere Überzeugung, dass die Geschwisterlichkeit stärker ist als der Brudermord, dass die Hoffnung stärker ist als der Tod, dass der Friede stärker ist als der Krieg. Diese Überzeugung spricht mit mächtigerer Stimme als jene des Hasses und der Gewalt; und sie wird niemals durch das vergossene Blut erstickt werden können, das von jenen verursacht wird, die den Namen Gottes verkehren, indem sie Wege der Zerstörung beschreiten.

[00276-DE.02] [Originalsprache: Italienisch]

Traduzione in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas,
queridos amigos:

Agradezco al arzobispo Najeeb Michaeel sus palabras de bienvenida y agradezco especialmente al padre Raid Kallo y al señor Gutayba Aagha sus conmovedores testimonios.

Muchas gracias, padre Raid. Usted nos ha contado acerca del desplazamiento forzoso de muchas familias cristianas que tuvieron que abandonar sus casas. La trágica disminución de los discípulos de Cristo, aquí y en todo Oriente Medio, es un daño incalculable no sólo para las personas y las comunidades afectadas, sino para la misma sociedad que dejan atrás. En efecto, un tejido cultural y religioso tan rico de diversidad se debilita con la pérdida de alguno de sus miembros, aunque sea pequeño. Como en una de vuestras artísticas alfombras, un pequeño hilo salido puede estropearlo todo. Usted, Padre, habló de la experiencia fraterna que vive con los musulmanes, después de haber regresado a Mosul. Usted encontró acogida, respeto y colaboración. Gracias, Padre, por haber compartido estos signos que el Espíritu hace florecer en el desierto y por habernos indicado que es posible esperar en la reconciliación y en una nueva vida.

Señor Aagha, usted nos recordó que la verdadera identidad de esta ciudad es la convivencia armoniosa entre personas de orígenes y culturas diversas. Por eso, acojo con agrado su invitación a la comunidad cristiana a regresar a Mosul y a asumir el papel vital que le es propio en el proceso de sanación y renovación.

Hoy, todos elevamos nuestras voces en oración a Dios omnipotente por todas las víctimas de la guerra y de los conflictos armados. Aquí en Mosul las trágicas consecuencias de la guerra y de la hostilidad son demasiado evidentes. Es cruel que este país, cuna de la civilización, haya sido golpeado por una tempestad tan deshumana, con antiguos lugares de culto destruidos y miles y miles de personas —musulmanes, cristianos, los yazidíes, que han sido aniquilados cruelmente por el terrorismo, y otros— desalojadas por la fuerza o asesinadas.

Hoy, a pesar de todo, reafirmamos nuestra convicción de que la fraternidad es más fuerte que el fratricidio, la esperanza es más fuerte que la muerte, la paz es más fuerte que la guerra. Esta convicción habla con voz más elocuente que la voz del odio y de la violencia; y nunca podrá ser acallada en la sangre derramada por quienes profanan el nombre de Dios recorriendo caminos de destrucción.

[00276-ES.02] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua portoghese

Queridos irmãos e irmãs,
Caros amigos!

Agradeço ao Arcebispo D. Najeeb Michaeel as suas palavras de boas-vindas e estou particularmente grato ao Padre Raid Kallo e ao senhor Gutayba Aagha pelos seus comoventes testemunhos.

Muito obrigado, Padre Raid, por nos ter falado do deslocamento forçado de muitas famílias cristãs das suas casas. A trágica redução dos discípulos de Cristo, aqui e em todo o Médio Oriente, é um dano incalculável não só para as pessoas e comunidades envolvidas, mas também para a própria sociedade que eles deixaram para trás. Com efeito, um tecido cultural e religioso assim rico de diversidade é enfraquecido pela perda de qualquer um dos seus membros, por menor que seja, como, num dos vossos artísticos tapetes, um pequeno fio rebentado pode danificar o conjunto. Padre, falou da experiência fraterna que vive com os muçulmanos, depois de ter regressado a Mossul. Aqui encontrou acolhimento, respeito, colaboração. Obrigado, Padre, por ter compartilhado estes sinais que o Espírito faz florir no deserto e ter mostrado que é possível esperar na reconciliação e numa vida nova.

Senhor Aagha, lembrou-nos que faz parte da verdadeira identidade desta cidade a convivência harmoniosa entre pessoas de diferentes origens e culturas. Por isso, muito me alegro com o seu convite à comunidade cristã para voltar a Mossul e assumir o papel vital que lhe cabe no processo de regeneração e renovamento.

Hoje, todos erguemos as nossas vozes em oração a Deus Todo-Poderoso por todas as vítimas da guerra e dos conflitos armados. Aqui em Mossul, saltam à vista as trágicas consequências da guerra e das hostilidades. Como é cruel que este país, berço de civilizações, tenha sido atingido por uma tormenta tão desumana, com antigos lugares de culto destruídos e milhares e milhares de pessoas (muçulmanas, cristãs, yazidis – que foram aniquiladas cruelmente pelo terrorismo – e outras) deslocadas à força ou mortas!

Hoje, apesar de tudo, reafirmamos a nossa convicção de que a fraternidade é mais forte que o fratricídio, que a esperança é mais forte que a morte, que a paz é mais forte que a guerra. Esta convicção fala com uma voz mais eloquente do que a do ódio e da violência; e jamais poderá ser sufocada no sangue derramado por aqueles que pervertem o nome de Deus ao percorrer caminhos de destruição.

[00276-PO.02] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua polacca

Drodzy Bracia i Siostry,
drodzy przyjaciele!

Dziękuję Arcybiskupowi Najeebowi Michaeelowi za słowa powitania i jestem szczególnie wdzięczny Ojcu Raidowi Kallo i Panu Gutayba Aagha za ich wzruszające świadectwa.

Bardzo dziękuję, Ojcze Raidzie. Opowiedział nam Ojciec o przymusowym wysiedleniu wielu rodzin chrześcijańskich z ich domów. Tragiczne ubywanie uczniów Chrystusa tu i na całym Bliskim Wschodzie, wyrządza niepowetowane szkody nie tylko osobom i wspólnotom, których dotyka to zjawisko, ale także społeczeństwu, które opuszczają. Tkanka kulturowa i religijna tak bogata w różnorodność jest bowiem osłabiona przez utratę któregokolwiek z jej członków, choćby najmniejszego lub pozornie nieistotnego. Podobnie, jak w urozmaiconym gobelinie, mała rozdarta nić może doprowadzić do rozpadu całości. Ojciec mówił o doświadczeniu braterstwa w życiu z muzułmanami, po powrocie do Mosulu. Ojciec znalazł dobre przyjęcie, szacunek, współpracę. Dziękuję, Ojcze, za podzielenie się tymi znakami, jakie dzięki Duchowi Świętemu są kwiatami na pustyni, i za wskazanie nam, że można mieć nadzieję na pojednanie i na nowe życie.

Panie Aagha, przypomniał nam Pan, że prawdziwa tożsamość tego miasta polega na harmonijnym współistnieniu osób o różnym pochodzeniu i kulturze. Z tego powodu z zadowoleniem przyjmuję Pańskie zaproszenie skierowane do wspólnoty chrześcijańskiej, by powróciła do Mosulu oraz do odegrania właściwej jej istotnej roli w procesie uleczenia i odnowy.

Dziś wszyscy wznosimy nasze głosy w modlitwie do Boga Wszechmogącego za wszystkie ofiary wojny i konfliktów zbrojnych. Tutaj, w Mosulu, tragiczne skutki wojny i działań wojennych są aż nazbyt widoczne. Jakże okrutne jest to, że ten kraj, kolebkę cywilizacji, nawiedziła tak nieludzka burza, w której zniszczono starożytne miejsca kultu, a tysiące ludzi - muzułmanów, chrześcijan, jazydów, którzy zostali unicestwieni przez terroryzm, i innych - przymusowo wysiedlono lub zabito!

Dziś, mimo wszystko, potwierdzamy nasze przekonanie, że braterstwo jest silniejsze od bratobójstwa, że nadzieja jest silniejsza od śmierci, że pokój jest silniejszy od wojny. To przekonanie przemawia głosem bardziej wymownym niż głos nienawiści i przemocy; i nigdy nie może zostać uciszony krwią przelewaną przez tych, którzy wypaczają imię Boga, podążając drogami zniszczenia.

[00276-PL.02] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua araba

الزيارة الرسوليّة إلى العراق

تحيّة قداسة البابا فرنسيس

قبل الصّلاة

الموصل

الأحد 7 مارس / آذار 2021

أيُّها الإخوَةُ والأخَواتُ الأعِزاء،أيُّها الأصْدِقاءُ الأعِزاء!

أَشْكُرُ سِيادَةَ رَئيسِ الأَساقِفَة المُطران نجيب ميخائيل لِكَلِماتِهِ التَرْحِيبِيَّة، وَأَشْكُرُ بِشَكْلٍ خاصّ الأب رائد كالو والسَيِّد قُتَيْبَة آغا علَى شَهادَتَيْهِما المَؤَثِّرَتَيْن.

شُكْرًا جَزيلًا لكَ، الأب رائد. رَوَيْتَ لَنا عَنِ التَهْجيرِ القَسْريِّ لِلْعَديدِ مِنَ العائِلاتِ المَسِيحيَّةِ مِن بُيُوتِهِم. هذا التَناقُصُ المأساويُّ في أعْدادِ تَلامِيذِ المَسيح، هُنا وَفي جَميعِ أنْحاءِ الشَّرْقِ الأوْسَط، إنَّما هُو ضَرَرٌ جَسِيمٌ لا يُمْكِنُ تَقْديرُهُ، ليسَ فَقَط لِلأَشْخاصِ والجَماعاتِ المَعْنِيَّة، بِلْ لِلمُجْتَمَعِ نَفْسِهِ الذي تَرَكُوهُ وَراءَهُم. في الواقِع، يَضْعُفُ النَسِيجُ الثَقافيُّ والدِينيُّ الغَنيُّ بالتَنَوُّعِ بِفُقْدانِ أيٍّ مِن أعْضائِه، مَهْما كانَ في الظاهِرِ صَغيرًا. كَما هو الحالُ في أحَدِ بُسُطِكُم الفَنِيَّة، فإنَّ نَزْعَ خَيْطٍ صَغيرٍ مِنَ البِساطِ يُمْكِنُ أنْ يُؤَدِّيَ إلى اتلافِهِ كُلِّه. وَتَكَلَّمْتَ أَيضًا، أَيُّها الأب، عَنِ الخِبْرَةِ الأخَوِّيَةِ التي تَعِيشُها مَعَ المُسْلِمينَ بَعْدَ أنْ عُدْتَ إلى المُوْصِل. لَقَدْ وَجَدْتَ بَيْنَهُم التَرْحيبَ والاحْتِرامَ والتَعاوُن. شُكْرًا لَكَ، أيُّها الأب، لأنَّكَ شارَكْتَنا هذهِ الخِبْراتِ التي تُزْهِرُ بِقُوَّةِ الرُّوحِ القُدُس في الصَّحْراء، وَلأَنَّكَ بَيَّنْتَ لَنا أنَّ الأَمَلَ ما زالَ مُمْكِنًا في المُصالَحَة، وَفي حَياةٍ جَديدة.

السَيِّد آغا، أنْتَ ذَكَّرْتَنا أنَّ الهُوَّيَّةَ الحَقيقيَّة لِهذهِ المَدينةِ هيَ العَيْشُ المُتَناغِمُ مَعًا بَيْنَ أُناسٍ مِن مُخْتَلِفِ الأُصُولِ والثَقافات. لِهذا أُرَحِّبُ بِحَرارَةٍ بِدَعْوَتِكُم لِلْجَماعَةِ المَسِيحِيَّة، لأنْ تَعُودَ إلى المُوْصِل وتَقُومَ بِدَوْرِها الحَيَويِّ في عَمَلِيَّةِ الشِفاءِ والتَجْديد.

نَرْفَعُ اليَوْمَ الصَلاةَ جميعُنا إلى اللهِ القَدِير، مِن أجلِ جَميعِ ضَحايا الحَرْبِ والنِزاعاتِ المُسَلَّحَة. هُنا في المُوْصِل، تَبْدُو واضِحَةً جِدًّا عَواقِبُ الحَرْبِ والعَداواتِ المأساوِيَّة. إنَّها لَقَسْوَةٌ شَدِيدة أنْ تَكونَ هذهِ البِلاد، مَهْدُ الحَضارات، قَد تَعَرَّضَتْ لِمِثْلِ هذهِ العاصَفَةِ اللاإنْسانِيَّة، التي دَمَّرَتْ دُورَ العِبادَةِ القَديمَة، وأُلوفَ الأُلوفِ مِنَ الناس، مُسْلِمينَ وَمَسِيحيِّينَ ويَزِيدِيِّينَ –الذين أبادَهم الإرهابُ بوحشيّة- وَغَيْرِهِم، هُجِّرُوا بالقُوَةِ أو قُتِلُوا!

واليَوْم، علَى الرَّغْمِ مِن كُلِّ شَيء، نَحنُ نُؤَكِّدُ مِن جَديد قَناعَتَنا بأنَّ الأُخُوّةَ أَقْوَى مِن قَتْلِ الإخْوَة، وأنَّ الرَجاءَ أَقْوَى مِنَ المَوْت، وأنَّ السَّلامَ أَقْوَى مِنَ الحَرْب. تَنْطِقُ هذهِ القَناعةُ بِصَوْتٍ أكثَرَ بَلاغَةً مِن صَوْتِ الكَراهيَةِ والعُنْف، ولا يُمْكِنُ أنْ يُخْنَقَ في وَسَطِ الدِّماءِ التي تَسَبَّبَ في إراقَتِها هؤلاءِ الذينَ يُشَوِّهونَ اسمَ اللهِ وَيَسيرونَ في طُرُقِ الدَمار.

[00276-AR.02] [Testo originale: Italiano]

Preghiera del Santo Padre

Testo in lingua italiana

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua tedesca

Traduzione in lingua spagnola

Traduzione in lingua portoghese

Traduzione in lingua polacca

Traduzione in lingua araba

Testo in lingua italiana

Parole introduttive del Santo Padre

Prima di pregare per tutte le vittime della guerra in questa città di Mosul, in Iraq e nell’intero Medio Oriente, vorrei condividere con voi questi pensieri:

Se Dio è il Dio della vita – e lo è –, a noi non è lecito uccidere i fratelli nel suo nome.

Se Dio è il Dio della pace – e lo è –, a noi non è lecito fare la guerra nel suo nome.

Se Dio è il Dio dell’amore – e lo è –, a noi non è lecito odiare i fratelli.

Ora preghiamo insieme per tutte le vittime della guerra, perché Dio Onnipotente conceda loro vita eterna e pace senza fine, e le accolga nel suo amorevole abbraccio. E preghiamo anche per tutti noi, perché, al di là delle appartenenze religiose, possiamo vivere in armonia e in pace, consapevoli che agli occhi di Dio siamo tutti fratelli e sorelle.

Preghiera

Altissimo Dio, Signore del tempo e della storia, Tu per amore hai creato il mondo e non smetti mai di riversare sulle tue creature le tue benedizioni. Tu, al di là dell’oceano della sofferenza e della morte, al di là delle tentazioni della violenza, dell’ingiustizia e dell’iniquo guadagno, accompagni i tuoi figli e le tue figlie con tenero amore di Padre.

Ma noi uomini, ingrati per i tuoi doni e distolti dalle nostre preoccupazioni e dalle nostre ambizioni troppo terrene, spesso abbiamo dimenticato i tuoi disegni di pace e di armonia. Ci siamo chiusi in noi stessi e nei nostri interessi di parte e, indifferenti a Te e agli altri, abbiamo sbarrato le porte alla pace. Si è così ripetuto quanto il profeta Giona udì dire di Ninive: la malvagità degli uomini è salita fino al cielo (cfr Gn 1,2). Non abbiamo alzato al Cielo mani pure (cfr 1 Tm 2,8), ma dalla terra è salito ancora una volta il grido del sangue innocente (cfr Gen 4,10). Gli abitanti di Ninive, nel racconto di Giona, ascoltarono la voce del tuo profeta e trovarono salvezza nella conversione. Anche noi, Signore, mentre ti affidiamo le tante vittime dell’odio dell’uomo contro l’uomo, invochiamo il tuo perdono e supplichiamo la grazia della conversione:

Kyrie eleison! Kyrie eleison! Kyrie eleison!

[breve silenzio]

Signore Dio nostro, in questa città due simboli testimoniano il perenne desiderio dell’umanità di avvicinarsi a Te: la moschea Al-Nouri con il suo minareto Al Hadba e la chiesa di Nostra Signora dell’orologio. È un orologio che da più di cent’anni ricorda ai passanti che la vita è breve e il tempo prezioso. Insegnaci a comprendere che Tu hai affidato a noi il tuo disegno di amore, di pace e di riconciliazione, perché lo attuassimo nel tempo, nel breve volgere della nostra vita terrena. Facci comprendere che solo mettendolo in pratica senza indugi si potranno ricostruire questa città e questo Paese, e si potranno risanare i cuori straziati dal dolore. Aiutaci a non trascorrere il tempo al servizio dei nostri interessi egoistici, personali o di gruppo, ma al servizio del tuo disegno d’amore. E quando andiamo fuori strada, fa’ che possiamo dare ascolto alla voce dei veri uomini di Dio e ravvederci per tempo, per non rovinarci ancora con distruzione e morte.

Ti affidiamo coloro, la cui vita terrena è stata accorciata dalla mano violenta dei loro fratelli, e ti imploriamo anche per quanti hanno fatto del male ai loro fratelli e alle loro sorelle: si ravvedano, toccati dalla potenza della tua misericordia.

Requiem æternam dona eis, Domine, et lux perpetua luceat eis.

Requiescant in pace. Amen.

[00277-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

Paroles introductives du Saint-Père

Avant de prier pour toutes les victimes de la guerre dans cette ville de Mossoul, en Iraq et dans tout le Moyen Orient, je voudrais partager avec vous ces pensées:

Si Dieu est le Dieu de la vie – et il l’est – il ne nous est pas permis de tuer nos frères en son nom.

Si Dieu est le Dieu de la paix – et il l’est – il ne nous est pas permis de faire la guerre en son nom.

Si Dieu est le Dieu de l’amour – et il l’est – il ne nous est pas permis de haïr nos frères.

Maintenant prions ensemble pour toutes les victimes de la guerre, afin que Dieu Tout Puissant leur accorde la vie éternelle et la paix sans fin, et qu’il les accueille dans ses bras très aimants. Et prions aussi pour nous tous, afin qu’au-delà des appartenances religieuses, nous puissions vivre en harmonie et en paix, conscients qu’aux yeux de Dieu nous sommes tous frères et sœurs.

Prière

Dieu très haut, Seigneur du temps et de l’histoire, par amour tu as créé le monde et tu ne cesses jamais de déverser tes bénédictions sur tes créatures. Toi, au-delà de l’océan de la souffrance et de la mort, au-delà des tentations de la violence, de l’injustice et du gain inique, accompagne tes fils et tes filles avec un tendre amour de Père.

Mais nous les hommes, ingrats à l’égard de tes dons et distraits par nos préoccupations et par nos ambitions trop terrestres, nous avons souvent oublié tes desseins de paix et d’harmonie. Nous nous sommes enfermés en nous-mêmes et dans nos intérêts partisans et, indifférents à toi et aux autres, nous avons fermé les portes à la paix. S’est ainsi répété ce que le prophète Jonas avait entendu dire de Ninive: la méchanceté des hommes est montée jusqu’au ciel (cf. Jon 1, 2). Nous n’avons pas élevé des mains pures vers le Ciel (cf.1 Tm 2, 8), mais de la terre est monté une fois encore le cri du sang innocent (cf. Gn 4, 10). Les habitants de Ninive, dans le récit de Jonas, ont écouté la voix de ton prophète et ont trouvé le salut dans la conversion. Nous aussi, Seigneur, alors que nous te confions les nombreuses victimes de la haine de l’homme contre l’homme, nous invoquons ton pardon et nous implorons la grâce de la conversion:

Kyrie eleison! Kyrie eleison! Kyrie eleison!

[bref silence]

Seigneur notre Dieu, dans cette ville, deux symboles témoignent du perpétuel désir de l’humanité de se rapprocher de toi: la mosquée Al-Nouri avec son minaret Al Hadba, et l’église Notre Dame de l’horloge. C’est une horloge qui depuis plus de cent ans rappelle aux passants que la vie est brève et que le temps est précieux. Apprend-nous à comprendre que tu nous as confié ton dessein d’amour, de paix et de réconciliation, afin que nous le réalisions dans le temps, au cours du bref passage de notre vie terrestre. Fais-nous comprendre que c’est seulement en le mettant en pratique sans délai, que cette ville et ce pays pourront être reconstruits et que les cœurs déchirés par la douleur pourront être guéris. Aide-nous à ne pas passer notre temps au service de nos intérêts égoïstes, personnels ou de groupe, mais au service de ton dessein d’amour. Et quand nous nous égarons, fais que nous puissions écouter la voix des vrais hommes de Dieu et nous ressaisir à temps, pour ne pas nous laisser ruiner encore par la destruction et la mort.

Nous te confions ceux dont la vie terrestre a été écourtée par la main violente de leurs frères, et nous t’implorons aussi pour tous ceux qui ont fait du mal à leurs frères et à leurs sœurs: qu’ils se repentent, touchés par la puissance de ta miséricorde.

Requiem æternam dona eis, domine, et lux perpetua luceat eis.

Requiescant in pace. Amen.

[00277-FR.01] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua inglese

The Holy Father introduces the prayer:

Before we pray in this city of Mosul for all the victims of war, in Iraq and in the entire Middle East, I would like to share with you these thoughts:

If God is the God of life – for so he is – then it is wrong for us to kill our brothers and sisters in his Name.

If God is the God of peace – for so he is – then it is wrong for us to wage war in his Name.

If God is the God of love – for so he is – then it is wrong for us to hate our brothers and sisters.

Let us now join in praying for all the victims of war. May Almighty God grant them eternal life and unending peace, and welcome them into his fatherly embrace. Let us pray too for ourselves. May all of us – whatever our religious tradition – live in harmony and peace, conscious that in the eyes of God, we are all brothers and sisters.

Prayer:

Most High God, Lord of all ages, you created the world in love and never cease to shower your blessings upon your creatures. From beyond the sea of suffering and death, from beyond all temptations to violence, injustice and unjust gain, you accompany your sons and daughters with a Father’s tender love.

Yet we men and women, spurning your gifts and absorbed by all-too-worldly concerns have often forgotten your counsels of peace and harmony. We were concerned only with ourselves and our narrow interests. Indifferent to you and to others, we barred the door to peace. What the prophet Jonah heard said of Nineveh was repeated: the wickedness of men rose up to heaven (cf. Jonah 1:2). We did not lift pure hands to heaven (cf. 1 Tim 2:8), but from the earth there arose once more the cry of innocent blood (cf. Gen 4:10). In the Book of Jonah, the inhabitants of Nineveh heeded the words of your prophet and found salvation in repentance. Lord, we now entrust to you the many victims of man’s hatred for man. We too implore your forgiveness and beg the grace of repentance:

Kyrie eleison! Kyrie eleison! Kyrie eleison!

[Brief moment of silence]

Lord our God, in this city, we see two signs of the perennial human desire for closeness to you: the Al-Nouri Mosque, with its Al-Hadba minaret, and the Church of Our Lady of the Hour, whose clock for more than a century has reminded passersby that life is short and that time is precious. Teach us to realize that you have entrusted to us your plan of love, peace and reconciliation, and charged us to carry it out in our time, in the brief span of our earthly lives. Make us recognize that only in this way, by putting it into practice immediately, can this city and this country be rebuilt, and hearts torn by grief be healed. Help us not to pass our time in promoting our selfish concerns, whether as individuals or as groups, but in serving your loving plan. And whenever we go astray, grant that we may heed the voice of true men and women of God and repent in due time, lest we be once more overwhelmed by destruction and death.

To you we entrust all those whose span of earthly life was cut short by the violent hand of their brothers and sisters; we also pray to you for those who caused such harm to their brothers and sisters. May they repent, touched by the power of your mercy.

Eternal rest grant unto them, O Lord, and let perpetual light shine upon them.

May they rest in peace. Amen.

[00277-EN.01] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua tedesca

Einführende Worte des Heiligen Vaters

Vor meinem Gebet für alle Kriegsopfer in dieser Stadt Mossul, im Irak und im gesamten Nahen Osten möchte ich mit euch folgende Gedanken teilen:

Wenn Gott der Gott des Lebens ist – und das ist er –, dann ist es uns nicht erlaubt, die Brüder und Schwestern in seinem Namen zu töten.

Wenn Gott der Gott des Friedens ist – und das ist er –, dann ist es uns nicht erlaubt, in seinem Namen Krieg zu führen.

Wenn Gott der Gott der Liebe ist – und das ist er –, dann dürfen wir die Brüder und Schwestern nicht hassen.

Lasst uns nun gemeinsam für alle Opfer des Krieges beten, dass der allmächtige Gott ihnen ewiges Leben und nie endenden Frieden schenke und sie liebevoll in seine Arme nehme. Wir wollen auch für uns alle beten, dass wir über die religiösen Bekenntnisse hinweg in Harmonie und Frieden leben können, in dem Bewusstsein, dass wir in den Augen Gottes alle Brüder und Schwestern sind.

Gebet

Höchster Gott, Herr über die Zeit und über die Geschichte, du hast die Welt aus Liebe erschaffen und du hörst nie auf, deinen Segen über deine Geschöpfe auszugießen. Jenseits des Ozeans von Leid und Tod, jenseits der Versuchungen von Gewalt, Ungerechtigkeit und ungerechtem Gewinn, begleitest du deine Söhne und Töchter mit der zärtlichen Liebe eines Vaters.

Wir Menschen aber sind undankbar gegenüber deinen Gaben. Von unseren Sorgen und allzu irdischen Ambitionen abgelenkt, haben wir deine Pläne des Friedens und der Harmonie oft vergessen. Wir haben uns in uns selbst und in unseren Eigeninteressen verschlossen. Dir und unseren Mitmenschen gegenüber gleichgültig, haben wir die Türen zum Frieden verriegelt. Damit wiederholt sich, was dem Propheten Jona über Ninive gesagt wurde: Die Schlechtigkeit der Menschen ist zum Himmel hinaufgedrungen (vgl. Jona 1,2). Wir haben unsere Hände nicht in Reinheit zum Himmel erhoben (vgl. 1Tim 2,8), sondern von der Erde ist wieder einmal der Schrei unschuldigen Blutes aufgestiegen (vgl. Gen 4,10). Die Bewohner von Ninive hörten, wie es in der Geschichte von Jona heißt, auf die Stimme deines Propheten und fanden Rettung in der Umkehr. Wenn wir dir, Herr, nun die vielen Opfer des Hasses unter den Menschen anvertrauen, bitten auch wir dich um Vergebung und erflehen die Gnade der Umkehr:

Kyrie eleison! Kyrie eleison! Kyrie eleison!

[kurze Stille]

Herr, unser Gott, in dieser Stadt bezeugen zwei Symbole die immerwährende Sehnsucht der Menschheit, sich dir zu nähern: die Al-Nuri-Moschee mit ihrem Al-Hadba-Minarett und die Kirche Unserer Lieben Frau von der Uhr. Diese Uhr erinnert alle Vorübergehenden seit mehr als hundert Jahren daran, dass das Leben kurz und die Zeit kostbar ist. Lehre uns verstehen, dass du uns deinen Plan der Liebe, des Friedens und der Versöhnung anvertraut hast, damit wir ihn in der Zeit, in der kurzen Spanne unseres irdischen Lebens verwirklichen können. Lass uns verstehen, dass es nur dann möglich sein wird, diese Stadt und dieses Land wiederaufzubauen und die vom Schmerz zerrissenen Herzen zu heilen, wenn wir deinen Plan der Liebe ohne Umschweife in die Tat umsetzen. Hilf uns, unsere Zeit nicht allein mit unseren egoistischen Interessen zu verbringen, die wir als Einzelne oder als Gruppe verfolgen, sondern im Dienst deines Plans der Liebe. Und wenn wir in die Irre gehen, dann lass uns auf die Stimme der wahren Gottesmänner hören und rechtzeitig in uns gehen, damit wir uns nicht wieder durch Zerstörung und Tod zugrunde richten.

Dir vertrauen wir alle an, deren irdisches Leben durch die gewaltsame Hand ihrer Brüder und Schwestern verkürzt wurde. Dich bitten wir auch für alle, die ihren Brüdern und Schwestern ein Leid zugefügt haben, dass sie, von deiner Barmherzigkeit berührt, Reue empfinden.

Requiem æternam dona eis, Domine, et lux perpetua luceat eis.

Requiescant in pace. Amen.

[00277-DE.01] [Originalsprache: Italienisch]

Traduzione in lingua spagnola

Palabras introductorias del Santo Padre

Antes de rezar por todas las víctimas de la guerra en esta ciudad de Mosul, en Irak y en todo el Oriente Medio, quisiera compartir con ustedes estos pensamientos:

Si Dios es el Dios de la vida —y lo es— a nosotros no nos es lícito matar a los hermanos en su nombre.

Si Dios es el Dios de la paz —y lo es— a nosotros no nos es lícito hacer la guerra en su nombre.

Si Dios es el Dios del amor —y lo es— a nosotros no nos es lícito odiar a los hermanos.

Ahora recemos juntos por todas las víctimas de la guerra, para que Dios omnipotente les conceda la vida eterna y la paz sin fin, y los acoja con su abrazo amoroso. Y recemos también por todos nosotros, para que, más allá de las creencias religiosas, podamos vivir en armonía y en paz, conscientes de que a los ojos de Dios todos somos hermanos y hermanas.

Oración

Dios altísimo, Señor del tiempo y de la historia, tú has creado el mundo por amor y no dejas nunca de derramar tus bendiciones sobre tus criaturas. Tú, más allá del océano del sufrimiento y de la muerte, más allá de las tentaciones de la violencia, de la injusticia y de la ganancia inicua, acompañas a tus hijos y a tus hijas con tierno amor de Padre.

Pero nosotros hombres, desagradecidos de tus dones y absortos en nuestras preocupaciones y ambiciones demasiado terrenas, a menudo hemos olvidado tus designios de paz y de armonía. Nos hemos cerrado en nosotros mismos y en nuestros intereses particulares, e indiferentes a Ti y a los demás, hemos atrancado las puertas a la paz. Así se repitió lo que el profeta Jonás oyó decir de Nínive: la maldad de los hombres subió hasta el cielo (cf. Jon 1,2). No elevamos al cielo manos limpias (cf. 1 Tm 2,8), sino que desde la tierra subió una vez más el grito de sangre inocente (cf. Gn 4,10). Los habitantes de Nínive, en el relato de Jonás, escucharon la voz de tu profeta y encontraron salvación en la conversión. También nosotros, Señor, mientras te confiamos a las numerosas víctimas del odio del hombre contra el hombre, invocamos tu perdón y suplicamos la gracia de la conversión:

Kyrie eleison. Kyrie eleison. Kyrie eleison.

[breve silencio]

Señor Dios nuestro, en esta ciudad dos símbolos dan testimonio del deseo constante de la humanidad de acercarse a Ti: la mezquita Al Nuri con su alminar Al Hadba y la iglesia de Nuestra Señora de la Hora, con un reloj que desde hace más de cien años recuerda a los transeúntes que la vida es breve y el tiempo precioso. Enséñanos a comprender que Tú nos has confiado tu designio de amor, de paz y de reconciliación para que lo llevemos a cabo en el tiempo, en el breve desarrollo de nuestra vida terrena. Haznos comprender que sólo poniéndolo en práctica sin demoras esta ciudad y este país se podrán reconstruir, y se lograría sanar los corazones destrozados de dolor. Ayúdanos a no emplear el tiempo al servicio de nuestros intereses egoístas, personales o de grupo, sino al servicio de tu designio de amor. Y cuando nos desviemos del camino, haz que podamos escuchar las voces de los verdaderos hombres de Dios y recapacitar durante un tiempo, para que la destrucción y la muerte no nos arruinen de nuevo.

Te confiamos a aquellos cuya vida terrena se ha visto abreviada por la mano violenta de sus hermanos, y te suplicamos también por los que han lastimado a sus hermanos y a sus hermanas; que se arrepientan, alcanzados por la fuerza de tu misericordia.

Requiem æternam dona eis, Domine, et lux perpetua luceat eis.

Requiescant in pace. Amen.

[00277-ES.01] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua portoghese

Palavras introdutórias do Santo Padre

Antes de rezar por todas as vítimas da guerra nesta cidade de Mossul, no Iraque e em todo o Médio Oriente, gostaria de partilhar convosco estes pensamentos:

Se Deus é o Deus da vida – e é-o –, a nós não é lícito matar os irmãos no seu nome.

Se Deus é o Deus da paz – e é-o –, a nós não é lícito fazer a guerra no seu nome.

Se Deus é o Deus do amor – e é-o –, a nós não é lícito odiar os irmãos.

Agora rezemos juntos por todas as vítimas da guerra, para que Deus Omnipotente lhes conceda vida eterna e paz sem fim, acolhendo-as no seu abraço amoroso. E rezemos também por todos nós para podermos, independentemente das respetivas filiações religiosas, viver em harmonia e paz, conscientes de que, aos olhos de Deus, todos somos irmãos e irmãs.

Oração

Deus Altíssimo, Senhor do tempo e da história, por amor criastes o mundo e nunca cessais de derramar as vossas bênçãos sobre as vossas criaturas. Com terno amor de Pai, acompanhais os vossos filhos e filhas, para além do oceano do sofrimento e da morte, para além das tentações da violência, da injustiça e do lucro iníquo.

Mas nós homens, ingratos pelos vossos dons e distraídos pelas nossas preocupações e ambições demasiado terrenas, muitas vezes esquecemos os vossos desígnios de paz e harmonia. Fechamo-nos em nós mesmos e nos nossos próprios interesses e, indiferentes a Vós e aos outros, fechamos as portas à paz. Assim se repetiu aquilo que o profeta Jonas ouviu dizer de Nínive: a maldade dos homens subiu até à presença de Deus (cf. Jn 1, 2). Não levantamos para o Céu mãos puras (cf. 1 Tm 2, 8), mas da terra subiu mais uma vez o grito do sangue inocente (cf. Gn 4, 10). Os habitantes de Nínive, na narração de Jonas, ouviram a voz do vosso profeta e encontraram salvação na conversão. Também nós, Senhor, ao mesmo tempo que Vos confiamos as inúmeras vítimas do ódio do homem contra o homem, invocamos o vosso perdão e suplicamos a graça da conversão:

Kyrie eleison! Kyrie eleison! Kyrie eleison!

[Senhor, tende piedade de nós! Senhor, tende piedade…]

[um momento de silêncio]

Senhor nosso Deus, nesta cidade, dois símbolos testemunham o perene desejo da humanidade se aproximar de Vós: a mesquita Al-Nouri com o seu minarete Al Hadba e a igreja de Nossa Senhora do relógio. É um relógio que, há mais de cem anos, lembra aos transeuntes que a vida é breve, e o tempo precioso. Ensinai-nos a compreender que Vós nos confiastes o vosso desígnio de amor, paz e reconciliação, para o realizarmos no tempo, no breve arco da nossa vida terrena. Fazei-nos compreender que, só colocando-o em prática sem demora, será possível reconstruir esta cidade e este país e curar os corações dilacerados pela dor. Ajudai-nos a não gastar o tempo ao serviço dos nossos interesses egoístas, pessoais ou coletivos, mas ao serviço do vosso desígnio de amor. E quando nos transviarmos, concedei que possamos dar ouvidos à voz dos verdadeiros homens de Deus e arrepender-nos a tempo, para não nos arruinarmos ainda mais com destruição e morte.

Confiamo-Vos as pessoas, cuja vida terrena foi abreviada pela mão violenta dos seus irmãos, e imploramo-Vos também, para quantos fizeram mal aos seus irmãos e irmãs, que se arrependam, tocados pelo poder da vossa misericórdia:

Requiem æternam dona eis, Domine, et lux perpetua luceat eis.

Requiescant in pace. Amen.

[Dai-lhes, Senhor, o eterno descanso, entre os esplendores da luz perpétua.

Descansem em paz. Amen.]

[00277-PO.01] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua polacca

Słowo wprowadzenia Ojca Świętego

Zanim pomodlimy się za wszystkie ofiary wojny w tym mieście Mosul, w Iraku i na całym Bliskim Wschodzie, chciałbym podzielić się z wami następującymi myślami:

Jeśli Bóg jest Bogiem życia – a jest nim – to jego dzieciom nie godzi się w Jego imię zabijać innych dzieci.

Jeśli Bóg jest Bogiem pokoju – a jest nim – to nie godzi się, Jego dzieciom prowadzić wojny w Jego imię.

Jeśli Bóg jest Bogiem miłości – a jest nim – to Jego dzieciom nie godzi się nienawidzić.

Módlmy się teraz wspólnie za wszystkie ofiary wojny, aby Wszechmogący Bóg obdarzył je życiem wiecznym i pokojem bez końca, i wziął je w swe miłujące ramiona. Módlmy się także za nas wszystkich, abyśmy, niezależnie od naszej przynależności religijnej, żyli w zgodzie i pokoju, mając świadomość, że w oczach Boga wszyscy jesteśmy braćmi i siostrami.

Modlitwa

Boże Najwyższy, Panie czasu i dziejów, Ty stworzyłeś świat z miłości i nigdy nie przestajesz wylewać swoje błogosławieństwa na Twe stworzenia. Pomimo ogromu cierpienia i śmierci, pomimo pokus przemocy, niesprawiedliwości i niegodziwego zysku, towarzyszysz swoim synom i córkom z czułą miłością Ojca.

Ale my, ludzie, niewdzięczni za Twoje dary i pogrążeni w troskach i ambicjach, które są nazbyt doczesne, nie zawsze rozpoznawaliśmy Twoje plany pokoju i zgody. Zamknęliśmy się w sobie i w naszych partykularnych interesach, a obojętni na Ciebie i na innych, zabarykadowaliśmy drzwi dla pokoju. Powtórzyło się zatem to, co prorok Jonasz słyszał o Niniwie: niegodziwość ludzi sięgnęła nieba (por. Jon 1,2). Nie wznieśliśmy ku Niebu czystych rąk (por. 1 Tm 2, 8), lecz z ziemi po raz kolejny wzniosło się głośne wołanie niewinnej krwi (por. Rdz 4, 10). W historii Jonasza mieszkańcy Niniwy posłuchali głosu Twojego proroka i w nawróceniu znaleźli zbawienie. Także i my, Panie, zawierzając Tobie liczne ofiary nienawiści człowieka względem człowieka, przyzywamy Twego przebaczenia i błagamy o łaskę nawrócenia:

Kyrie eleison! Kyrie eleison! Kyrie eleison!

[krótka chwila milczenia]

Panie, nasz Boże, w tym mieście dwa symbole świadczą o odwiecznym pragnieniu ludzkości, aby zbliżyć się do Ciebie: meczet Al-Nuri z minaretem Al Hadba i kościół Matki Bożej od zegara. Jest to zegar, który od ponad stu lat przypomina przechodniom, że życie jest krótkie, a czas cenny. Naucz nas rozumieć, że powierzyłeś nam swój plan miłości, pokoju i pojednania, abyśmy mogli go realizować w czasie, w krótkim okresie naszego ziemskiego życia. Spraw, byśmy zrozumieli, że tylko bezzwłoczne wprowadzenie w życie tego planu miłości pozwoli odbudować to miasto i ten kraj, i uleczyć serca rozdarte bólem. Pomóż nam, abyśmy nie spędzali naszego czasu służąc naszym własnym egoistycznym korzyściom, osobistym lub grupowym, ale w służbie Twojego planu miłości. A kiedy pobłądzimy, spraw, abyśmy mogli słuchać głosu prawdziwych mężów Bożych i nawrócić się w porę, aby nie ogarnęło nas znowu zniszczenie i śmierć.

Dla tych, których ziemskie życie zostało przerwane brutalną ręką ich braci, błagamy o Twoje miłosierdzie:

Requiem æternam dona eis, Domine, et lux perpetua luceat eis.

Requiescant in pace. Amen.

[00277-PL.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua araba

الزيارة الرسوليّة إلى العراق

صلاة قداسة البابا فرنسيس

من أجل ضحايا الحرب

الموصل

الأحد 7 مارس / آذار 2021

كَلِماتٌ تَمهِيدِيةٌ للأبِ الأقدس

قَبْلَ أنْ نُصَلِّيَ مِن أجلِ جَميعِ ضَحايا الحَرْبِ في هذهِ المَدينة، المُوصِل، وفي العِراقِ وفي جَميعِ أنحاءِ الشَّرْقِ الأوْسَط، أَوَدُّ أنْ أُشارِكَكُم هذهِ الأفكار:

إنْ كانَ اللهُ إلَهَ الحَياة - وَهُوَ كَذَلِك - فلا يَجُوزُ لَنا أنْ نَقْتُلَ إخْوَتَنا باسمِه.

إنْ كانَ اللهُ إلَهَ السَّلام - وَهُوَ كَذَلِك - فلا يَجُوزُ لَنا أنْ نَشُنَّ الحَرْبَ باسمِه.

إنْ كانَ اللهُ إلَهَ المَحَبَّة - وَهُوَ كَذَلِك - فلا يَجُوزُ لَنا أنْ نَكْرَهَ إخْوَتَنا.

والآن لِنُصَلِّ معًا مِن أجلِ جَميعِ ضَحايا الحَرْب، لِكَي يَمْنَحَهُم اللهُ القَدير الحَياةَ الأبَدِيَّةَ والسَّلامَ الذي لا نِهايَةَ لَهُ، ولْيَسْتَقْبِلْهُم في حُبِّهِ وحَنانِه. ولْنُصَلِّ أيضًا مِن أجلِنا جَميعًا، حتى نَعيشَ في وِئامٍ وَسَّلامٍ مُتَجَاوِزِينَ الانتِمَاءاتِ الدِينِيَّة، لأنَّنا نُدرِكُ أنَّنا جَميعًا في عَينَيِ اللهِ إخوَةٌ وأخَوات.

الصّلاة

أيُّها الإلَهُ العَلِيّ، يا رَبَّ الزَمانِ والتاريخ، بِحُبِّكَ خَلَقْتَ العالَم، وما زِلْتَ تُفيضُ بَرَكَتَكَ على خَليقَتِك، وبالرَّغمِ مِن هَوْلِ الآلامِ والمَوْت، والمَيْلِ إلى العُنْف، والظُلْمِ والمَكاسِبِ الأثيمَة، ما زِلْتَ تُرافِقُ أبناءَكَ وَبَناتِك، أبًا مُحِبًّا حَنُونًا.

لكِنَّنا نَحنُ البَشَر، أنكَرْنا عَطاياكَ وَطَغَتْ عَليْنا اهتِماماتُنا وطُمُوحاتُنا الأرضِيَّة. غالِبًا ما نَسَيْنا أفكارَك، أفكارَ السَّلامِ والوِئام. انْغَلَقْنا على ذَواتِنا، وعلى مَصالِحِنا الخاصَّة، ولمْ نَكْتَرِثْ لَكَ ولِلآخرين، فأغْلَقْنا الأبوابَ أمامَ السَّلام. وهكذا تَكرَّرَ ما سَمِعَهُ يونان النَبي عَن نينَوَى: قَدْ صَعِدَ شَرُّ البَشَرِ إلى السَّماء (را. تك 1، 2). لمْ نَرفَعْ إلى السَّماءِ أيْدِيًا طاهرة (را. 1 طيم 2، 8)، بلْ صَعِدَ مَرَةً أُخرَى مِن الأرْضِ صُراخُ الدَمِ البَريء (را. تك 4، 10). سَمِعَ سُكانُ نينَوَى، في قِصَةِ يونان، صَوْتَ نَبيِّكَ وَوَجَدُوا الخَلاصَ في التَوْبَة. نَحنُ أيضًا، يا رَبّ، إنَّنا نُوْكِلُ إليْكَ الضَّحايا الكثيرة لِكَراهِيَةِ الإنسانِ للإنسان، ونَلتَمِسُ مَغْفِرَتَكَ ونَسْأَلُكَ نِعْمَةَ التَوْبَة:

يا ربُّ ارحم! يا ربُّ ارحم! يا ربُّ ارحم!

[صمت قصير]

أيُّها الرّبُّ إلَهَنا، في هذهِ المَدينةِ رَمزان يَشهَدانِ على شَوْقِ الإنسانِيَّةِ الأبَديّ للاقتِرابِ مِنكَ: جامِعُ النُوري ومَنارَتُه الحَدْباء، وكَنِيسَةُ السَّاعة. إنَّها ساعَةٌ ما زالتْ مُنْذُ أكْثَرَ مِن مائةِ عامٍ تُذَكِّرُ المارَّةَ بأنَّ الحَياةَ قَصِيرَةٌ والوَقْتَ ثَمين. عَلِّمْنا أنْ نَفهَمَ أنَّكَ أنتَ أوْكَلْتَ إلينا خِطَّتَكَ، خِطَةَ مَحَبَةٍ وسَلامٍ ومُصَالحَة، فَنَتَمَكَنَ مِن تَحقيقِها في هذا الزَمَن، في فَترَةِ حياتِنا الأرضِيَّةِ القَصِيرَة. أعْطِنا أنْ نُدرِكَ أنَّهُ فقط مِن خِلالِ العَمَلِ بِحَسَبِ خِطَةِ حُبِّكَ دونَ تأخير، يُمكِنُ أنْ يُعادَ بِناءُ هذهِ المَدينةِ وهذا البَلَد، ويُمكِنُ شِفاءُ القُلُوبِ التي مَزَّقَها الألَم. ساعِدْنا حتَى لا نَقْضِيَ الوَقتَ في خِدْمَةِ مَصالِحِنا الأنانِيَّة، أفرادًا أو جَماعات، بلْ في تَحقيقِ خِطَةِ حُبِّكَ. وإذا ضَلَلْنا أعْطِنا أنْ نُصْغِيَ إلى صَوْتِ رِجالِ اللهِ الصَّادِقين، فَنُصَحِّحَ مَسَارَنا قَبْلَ فواتِ الأوان، حتَى لا نَهْلَكَ مَرَةً أُخرَى في الدَمارِ والمَوت.

إنَّنا نُوْكِلُ إليْكَ أولَئِكَ الذينَ تَوَقَّفَتْ حَياتُهُم على الأرْضِ بِسَبَبِ العُنْفِ على يَدِ إخوَتِهِم، ونَطْلُبُ مِنْكَ أيضًا مِن أجلِ الذينَ صَنَعُوا الشَّرَّ لإخْوَتِهِم وأخَواتِهِم: أنْ يَتُوبوا بِفِعْلِ قُوَّةِ رَحْمَتِك.

الراحَةَ الأبَدَيَّة أعطِهِم يا ربّ، والنُورُ الدائِمُ فَلْيُضِئْ لَهُم.

لِيَسْتَريحوا بِسَّلام. آمين

[00277-AR.01] [Testo originale: Italiano]

[B0139-XX.02]