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Messaggio del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale in occasione della Giornata Mondiale del Turismo 2020, 07.08.2020


Messaggio

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua spagnola

Pubblichiamo di seguito il Messaggio che il Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, Em.mo Card. Peter Kodwo Appiah Turkson, ha inviato in occasione della Giornata Mondiale del Turismo, che si celebra ogni anno il 27 settembre:

Messaggio

Turismo e sviluppo rurale

La 41ma Giornata Mondiale del Turismo ricorre quest’anno nel contesto incerto segnato dagli sviluppi della pandemia COVID-19, di cui ancora non si vede la fine. Ne deriva una drastica riduzione della mobilità umana e del turismo, sia internazionale che nazionale, collocandosi ai minimi storici. La sospensione dei voli internazionali, la chiusura degli aeroporti e dei confini, l’adozione delle severe restrizioni ai viaggi, anche interni, sta causando una crisi senza precedenti in molti settori connessi all’industria turistica. Si teme che nella peggiore delle ipotesi, a fine 2020 si assisterà ad una diminuzione di circa un miliardo di turisti internazionali, con una perdita economica globale di circa 1.200 miliardi di dollari. Ne conseguirebbe una perdita enorme di posti di lavoro nell’intero settore turistico. Secondo il Segretario Generale dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, Zurab Pololikashvili, «il turismo è stato tra tutti il settore maggiormente colpito dal lockdown globale, con milioni di posti di lavoro a rischio in uno dei settori più ad alta intensità di lavoro dell’economia»[1].

Tale inquietante scenario, impensabile ancora qualche mese fa, non deve paralizzarci e privarci di una visione positiva del futuro. In questo senso, Papa Francesco ha affermato: «Peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla […] Ora, nel grande sforzo di ricominciare, quanto è dannoso il pessimismo, il vedere tutto nero, il ripetere che nulla tornerà più come prima!»[2].

Turismo e sviluppo rurale – il tema scelto dall’OMT prima dell’emergenza COVID-19 per la presente Giornata – indica provvidenzialmente una delle strade verso una possibile ripresa del settore turistico. Essa inizia con l’invito a prendere sul serio e mettere in pratica lo sviluppo sostenibile che, nell’ambito del turismo, significa un interesse maggiore rivolto alle mete turistiche extra-urbane, piccoli villaggi, borghi, strade e luoghi poco noti e meno frequentati: quei luoghi più nascosti da scoprire o riscoprire proprio perché più incantevoli e incontaminati. La ruralità vive in questi luoghi, lontani dalle vie del turismo delle folle. Si tratta, quindi, della promozione del turismo sostenibile e responsabile che, attuato secondo principi di giustizia sociale ed economica e nel pieno rispetto dell’ambiente e delle culture, riconosce la centralità della comunità locale ospitante e il suo diritto ad essere protagonista nello sviluppo sostenibile e socialmente responsabile del proprio territorio; un turismo quindi che favorisce la positiva interazione tra l’industria turistica, la comunità locale e i viaggiatori[3].

Tale tipologia di turismo può diventare un volano per sostenere l’economia rurale, che è fatta di agricoltura e, spesso, di aziende familiari, piccole dimensioni, aree marginali e bassi redditi percepiti dalla filiera alimentare. Turismo e agricoltura rurale possono così diventare due componenti essenziali di un mondo nuovo che si auspica di costruire. Un turismo realizzato dalle persone e attraverso le persone. I piccoli agricoltori, del resto, sono i primi custodi del creato attraverso la loro paziente e faticosa lavorazione della terra. I turisti sono i visitatori che possono diventare sostenitori di un ecosistema, se viaggiano in modo consapevole e sobrio. Viaggiare verso mete rurali, allora, può voler dire, concretamente, sostenere le produzioni locali, di piccole realtà aziendali agricole, realizzate in modo compatibile con le leggi della natura. Così, un viaggio potrà avere il sapore della storia e aprire il cuore verso l’ampio orizzonte della fraternità e della solidarietà.

Il turismo che sa guardare e condividere i doni della terra in ambito rurale diventa anche il modo per imparare nuovi stili di vita, in modo concreto. La saggezza di chi coltiva la terra, fatta di osservazione e di attesa, può certamente aiutare il frenetico mondo moderno ad armonizzare i tempi della vita quotidiana con quelli naturali. Avvicinare turismo e sviluppo rurale è un buon modo per apprendere nuove culture, lasciarsi contaminare dai valori della custodia del creato e della tutela del creato che, oggi, rappresentano non solo un dovere morale ma un’urgenza di azione collettiva.

Il “turismo rurale” diventa così il luogo in cui imparare un nuovo modo di entrare in relazione con l’altro e la natura. E ogni cambiamento personale deve cominciare da comportamenti realmente trasformativi; per fare questo occorre mettersi in cammino; e per mettersi in cammino occorre una meta: il mondo rurale può essere tutto questo. Il turismo incontra lo sviluppo se si svolge in modo attento e tranquillo, sostenibile; ciò significa rispettare le pratiche agricole, i ritmi di vita delle popolazioni rurali, apprezzando la genuinità ancora conservata di intere aree interne, facendosi sorprendere dalle mille piccole cose che si possono vedere, scegliendo prodotti agricoli locali. In questo modo si possono cogliere le differenze, piccole o grandi che siano, tra tradizioni, luoghi e comunità incontrate. Perché allora non volgerci a un turismo che valorizzi le aree rurali e marginali incontrandole camminando? Questo ci permetterà di rallentare e di evitare i rischi della frenesia[4].

Il turismo può diventare, proprio in questo periodo, uno strumento di prossimità. Si, il nostro mondo postmoderno ha bisogno di prossimità, cioè di vicinanza nelle relazioni, e, quindi, dei cuori. E il turismo, che in ogni caso prevede il movimento di persone e beni, deve ora mostrare il suo volto trasformativo, come attività ricreativa che faccia crescere lo spirito di fraternità tra i popoli.

In un periodo di incertezza dei movimenti delle persone, di cui il turismo subisce le maggiori conseguenze in modo immediato e diretto, riteniamo che si debba agire per il sostegno dei redditi dei lavoratori di questo settore, come pure per la cura e la difesa delle comunità rurali più fragili in ciascun territorio. Così facendo, l’economia turistica potrà riprendere il suo corso, seppure su livelli di circolazione più ridotti; la circolazione delle persone, dei beni e della moneta sarà il segno tangibile di una prossimità che è cominciata nel cuore. Il turismo responsabile e sostenibile, valorizzando le risorse e le attività locali, è auspicabile come uno dei fattori di svolta nella lotta contro la povertà, che la pandemia COVID-19 ha fatto aumentare in maniera esponenziale.

Concludendo, vogliamo assicurare la nostra vicinanza e il nostro sostegno a tutti coloro che sono impegnati nel contrastare l’impatto della pandemia sulla vita dei singoli e delle società che vivono di turismo.

Facciamo appello ai governanti e ai responsabili delle politiche economiche nazionali, affinché promuovano e incentivino il turismo responsabile, attuato secondo principi di giustizia sociale ed economica e nel pieno rispetto dell’ambiente e delle culture. I governanti rivolgano il loro sguardo alle aree marginali, dando a questi territori concrete occasioni di sviluppo, valorizzandone le vocazioni peculiari, la partecipazione delle comunità locali ai processi decisionali, il miglioramento del reddito di chi lavora la terra.

Ci rivolgiamo in modo particolare ai movimenti ecologisti e a tutti coloro che sono impegnati nella difesa dell’ambiente affinché contribuiscano con la propria opera alla conversione dei cuori verso una sana e corretta ecologia integrale, in cui il valore della persona umana si coniughi con la tutela delle condizioni di vita delle comunità rurali insediate nelle aree marginali. La programmazione economica abbia come riferimento la difesa dei poveri e dei soggetti più deboli del ciclo economico; i lavoratori dell’agricoltura delle zone rurali siano considerati destinatari diretti di significativi aiuti economico-finanziari e di progetti di recupero e di promozione dell’agricoltura rurale familiare.

Ai vescovi e ai responsabili per la pastorale del turismo chiediamo un impegno corale, perché ciascuno, nel proprio territorio, assuma concrete iniziative di aiuto delle attività turistiche. I fedeli e le parrocchie rispondano con sollecitudine e generosità alle esigenze e ai bisogni dei lavoratori del turismo, oggi in difficoltà, e insieme sviluppino reti di prossimità nelle relazioni e nell’aiuto al sostegno del reddito perso. Si costruiscano nuovi percorsi di fruizione turistica delle aree rurali, in cui coniugare rispetto dell’ambiente e occasioni di sostentamento degli operatori turistici locali.

Infine, esprimiamo il nostro più cordiale ringraziamento a tutti coloro che, in questo tempo di prova, hanno mostrato solidarietà e sostegno a chi vive di turismo, in particolare nelle zone rurali. Con l’aiuto di Dio, mettiamoci tutti nello stesso cammino verso un futuro migliore.

    Dal Vaticano, 6 agosto 2020, nella festa della Trasfigurazione del Signore

Peter K. A. Cardinale TURKSON
Prefetto

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[1] https://www.unwto.org/news/covid-19-world-tourism-remains-at-a-standstill-as-100-of-countries-impose-restrictions-on-travel

[2] Francesco, Omelia durante la Santa Messa nella Solennità di Pentecoste, 31 maggio 2020.

[3] Definizione adottata dall’assemblea dell’Associazione Italiana del Turismo Responsabile, 9 ottobre 2005.

[4] Cfr Francesco, Lettera enciclica Laudato si’, 18.

[00930-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

Tourisme et développement rural

La 41ème Journée Mondiale du Tourisme se déroule cette année dans le contexte incertain marqué par l'évolution de la pandémie de COVID-19, dont on ne voit pas encore la fin. Il en résulte une réduction drastique de la mobilité et du tourisme, tant international que national, à un niveau historique. La suspension des vols internationaux, la fermeture des aéroports et des frontières, l'adoption de restrictions strictes en matière de voyages, y compris les vols intérieurs, provoquent une crise sans précédent dans de nombreux secteurs liés à l'industrie du tourisme. Il est à craindre que, dans le pire des cas, à la fin de 2020, on assiste à une diminution du nombre de touristes internationaux d’environ un milliard, avec une perte économique mondiale d'environ 1200 milliards de dollars. Il en résulterait une perte énorme d'emplois dans l'ensemble du secteur du tourisme. Selon le Secrétaire général de l'Organisation Mondiale du Tourisme (OMT), Zourab Pololikachvili : "Le tourisme a été le secteur le plus touché par le confinement mondial, avec des millions d'emplois menacés dans l'un des secteurs économiques les plus intensifs en main-d'œuvre” [1].

Ce scénario inquiétant, impensable il y a encore quelques mois, ne doit pas nous paralyser et nous priver d'une vision positive de l'avenir. En ce sens, le Pape François a dit : «Le pire de cette crise, c’est seulement le drame de la gâcher […] Actuellement, dans le grand effort de recommencer, combien le pessimisme est nocif, le fait de voir tout en noir, le fait de répéter que rien ne sera plus comme avant!» [2].

Tourisme et développement rural - le thème choisi pour cette journée par l'OMT avant l'urgence COVID-19 - indique providentiellement l'une des voies pour une reprise du secteur du tourisme. Elle commence par l’invitation à prendre au sérieux, et à mettre en pratique, le développement durable qui, dans le domaine du tourisme, signifie un plus grand intérêt pour les destinations touristiques extra-urbaines, les petits villages, les hameaux, les routes et les lieux moins connus et moins fréquentés ; ces endroits les plus cachés à découvrir ou redécouvrir parce qu'ils sont plus enchanteurs et préservés. La ruralité vit dans ces lieux, loin des rues touristiques bondées. Il s'agit donc de la promotion d'un tourisme durable et responsable qui, mis en œuvre selon des principes de justice sociale et économique, et dans le respect de l'environnement et des cultures, reconnaît la place centrale de la communauté locale d'accueil et son droit à être un acteur du développement touristique durable et socialement responsable de son territoire ; un tourisme qui favorise l'interaction positive entre l'industrie touristique, la communauté locale et les voyageurs[3].

Ce type de tourisme peut devenir un levier pour soutenir l'économie rurale qui est constituée d'agriculture et souvent d’exploitations familiales de petite taille, de zones marginales aux faibles revenus perçus par la chaîne alimentaire. Le tourisme et l'agriculture rurale peuvent ainsi devenir deux composantes essentielles d'un nouveau monde que nous espérons construire. Un tourisme fait par et à travers les gens. Les petits agriculteurs, d’ailleurs, sont les premiers gardiens de la Création grâce à leur patient et dur travail de la terre. Les touristes sont les visiteurs qui peuvent devenir les défenseurs d'un écosystème s'ils voyagent de manière consciente et sobre. Voyager vers des destinations rurales peut donc signifier, concrètement, soutenir les productions locales de petites exploitations agricoles, compatibles avec les lois de la nature. De cette manière, un voyage pourra avoir la saveur de l'histoire et ouvrir le cœur aux larges horizons de la fraternité et de la solidarité.

Un tourisme qui sait regarder et partager les dons de la terre dans les zones rurales devient aussi le moyen concret d'apprendre de nouveaux modes de vie. La sagesse de ceux qui cultivent la terre, faite d'observation et d'attente, peut certainement aider le frénétique monde moderne à harmoniser les temps de la vie quotidienne avec les temps naturels. Le rapprochement entre le tourisme et le développement rural est un bon moyen pour apprendre de nouvelles cultures, se laisser contaminer par les valeurs de la garde et de la protection de la Création qui, aujourd'hui, sont non seulement un devoir moral mais aussi une urgence d'action collective.

Le "tourisme rural" devient ainsi le lieu où l'on apprend une nouvelle façon de se mettre en relation avec l’autre et avec la nature. Tout changement personnel doit commencer par des comportements qui transforment véritablement. Pour ce faire, il faut se mettre en marche ; et pour se mettre en marche, il faut avoir un objectif : le monde rural peut être tout cela. Le tourisme rencontre le développement s'il se déroule de manière attentive, tranquille et durable, c'est-à-dire en prêtant attention aux pratiques agricoles rurales, aux rythmes de vie des populations rurales, en appréciant l’authenticité encore préservée d’entières zones intérieures, en s’émerveillant des mille petites choses que l'on peut voir, en choisissant des produits agricoles locaux. On peut ainsi apprécier les différences, petites ou grandes, entre les traditions, les lieux et les communautés rencontrés. Alors pourquoi ne pas se tourner vers un tourisme qui valorise les zones rurales et marginales en les rencontrant à pied? Cela nous permettra de ralentir et d'éviter la frénésie[4].

Le tourisme peut devenir, précisément en ce moment, un instrument de proximité. Oui, notre monde postmoderne a besoin de proximité, une proximité dans les relations et, par conséquent, des cœurs. Et le tourisme, qui implique toujours une circulation des personnes et des biens, doit à présent montrer son visage transformateur qui fait grandir l'esprit de fraternité entre les peuples.

À une époque d'incertitude concernant les mouvements de personnes, dont le tourisme subit, immédiatement et directement, les plus grandes conséquences, nous pensons qu'il faut agir pour soutenir les revenus des travailleurs de ce secteur et du monde agricole, en accordant une attention particulière et en défendant les communautés les plus vulnérables de chaque territoire. Ainsi, l'économie du tourisme pourra reprendre son cours, bien qu’à des niveaux de circulation moins élevés ; la circulation des personnes, des biens et des devises sera le signe tangible d'une proximité qui commence dans le cœur. Un tourisme responsable et durable qui tire le meilleur parti des ressources et des activités locales est souhaitable car il constitue l'un des facteurs de la lutte contre la pauvreté que la pandémie COVID-19 a fait augmenter de façon exponentielle.

En conclusion, nous voulons assurer de notre proximité et de notre soutien tous ceux qui participent à la lutte contre l'impact de la pandémie sur la vie des individus et des sociétés vivant du tourisme.

Nous lançons un appel aux gouvernants et aux responsables des politiques économiques nationales afin qu’ils promeuvent et encouragent un tourisme responsable, mis en œuvre conformément aux principes de justice sociale et économique et dans le plein respect de l'environnement et des cultures. Que les gouvernants tournent leur regard vers les zones marginales en donnant à ces territoires des opportunités concrètes de développement, en valorisant leurs vocations particulières, la participation des communautés locales aux processus de décision, l'amélioration des revenus de ceux qui travaillent la terre.

Nous nous adressons en particulier aux mouvements écologiques et à tous ceux qui sont engagés dans la défense de l'environnement afin qu'ils contribuent par leur travail à la conversion des cœurs vers une écologie intégrale saine et juste, où la valeur de la personne humaine se conjugue avec la protection des conditions de vie des communautés rurales installées dans les zones marginales. La planification économique doit avoir comme référence la défense des pauvres et des acteurs les plus faibles du cycle économique ; les travailleurs agricoles des zones rurales doivent être les bénéficiaires directs d'aides économico-financières importantes et de projets de redressement et de promotion de l'agriculture familiale rurale.

Nous demandons aux évêques et aux responsables de la pastorale du tourisme de s'engager de manière concertée afin que chacun, sur son propre territoire, prenne des initiatives concrètes pour aider les activités touristiques. Les fidèles et les paroisses doivent répondre avec sollicitude et générosité aux besoins et aux exigences des travailleurs du tourisme, aujourd'hui en difficulté, et développer ensemble des réseaux de proximité dans les relations et dans l’aide au soutien du revenu qui a été perdu. De nouveaux parcours doivent être construits à l’usage des touristes dans les zones rurales où respect de l'environnement et soutien aux opérateurs touristiques locaux peuvent être combinés.

Enfin, nous exprimons notre plus cordial remerciement à tous ceux qui, en ces temps d’épreuve, ont montré de la solidarité et ont soutenu ceux qui vivent du tourisme, en particulier dans les zones rurales. Avec l'aide de Dieu, mettons-nous tous sur le même chemin vers un avenir meilleur.

    Du Vatican, le 6 août 2020, en la fête de la Transfiguration du Seigneur

Peter K. A. Cardinal TURKSON
Préfet

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[1]https://www.unwto.org/news/covid-19-world-tourism-remains-at-a-standstill-as-100-of-countries-impose-restrictions-on-travel

[2] Francesco, Omelia durante la Santa Messa nella Solennità di Pentecoste, 31 maggio 2020.

[3] La definizione adottata dall’assemblea dell’Associazione Italiana del Turismo Responsabile, 9 ottobre 2005.

[4] Cf. Francesco, Lettera enciclica Laudato si’, n. 18.

[00930-FR.01] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua inglese

Tourism and rural development

The 41st World Tourism Day takes place this year in the situation of uncertainty dictated by developments in the Covid-19 pandemic, whose end is not yet in sight. The pandemic has resulted in a drastic reduction in human mobility and tourism, both international and national, to an all-time low. The suspension of international flights, the closing of airports and borders, the adoption of strict restrictions on travel, including domestic travel, is causing an unprecedented crisis in many sectors related to the tourism industry. It is feared that, in the worst-case scenario, at the end of 2020, the drop in tourists, now standing at 850 million, will increase to 1.2 billion international tourists, with a global economic loss of about 1.2 trillion dollars. This will mean a loss of about 100 million jobs overall in the tourism sector. According to the Secretary General of the World Tourism Organization (WTO), Zurab Pololikashvili: “Tourism has been the hardest hit of all the major sectors as countries lock down… Tourism is a lifeline to millions, especially in the developing world. Opening the world up to tourism again will save jobs, protect livelihoods and enable our sector to resume its vital role in driving sustainable development”.[1]

This worrying scenario, unthinkable even a few months ago, must not paralyse us and deprive us of a positive vision of the future. As Pope Francis has observed: “Even worse than this crisis is the tragedy of squandering it... At this moment, in the great effort of beginning anew, how damaging is pessimism, the tendency to see everything in the worst light and to keep saying that nothing will return as before!”[2]

Tourism and rural development – the theme chosen by the WTO for this World Day even before the Covid-19 emergency – providentially indicates one path towards a possible recovery of the tourism sector. It starts from taking seriously and putting into practice sustainable development in the field of tourism. This means greater interest in extra-urban tourist destinations, small villages, hamlets, roads and places less known and less frequented. These out-of-the way places should be discovered or rediscovered, because they are enchanting and unspoilt. Country life thrives in these places, far from the crowded streets of mass tourism. What we need to promote is a sustainable and responsible tourism, carried out in respect for the principles of social and economic justice, and in full respect for the environment and cultures. This kind of tourism will acknowledge the centrality of the local host community and its right to be a protagonist in the sustainable and socially responsible tourism development of its territory. It will thus be a tourism that favours the positive interaction between the tourism industry, the local community and travellers.[3]

This type of tourism can become a driving force to assist rural economies dependent on agriculture and often marked by small family farms in marginal areas that are perceived as low income by the food industry. Tourism and rural agriculture can thus become two essential components of a new world that we hope to build. A tourism centred on people. Small farmers, after all, are the first stewards of creation, thanks to their patient and hard work on the land. Tourists are visitors who can help to sustain an ecosystem, provided they travel in a thoughtful and sober way. Travelling to rural destinations can thus involve, concretely, supporting local enterprises and small farms whose activity is in harmony with the laws of nature. A visit to such places can give a taste of history and open hearts to the wider horizon of fraternity and solidarity.

A tourism capable of respecting and sharing the gifts of the land in rural areas also becomes a concrete way to learn new lifestyles. The wisdom of those who cultivate the land, rooted in observation and patient expectation, can certainly help our hectic modern world to harmonize the daily rhythm of life with the rhythms of nature. Combining tourism and rural development is a good way to learn new cultures and to appropriate a sense of stewardship for creation. Today these are a moral duty, but they also serve as an urgent summons to collective action.

“Rural tourism” thus becomes a place where we can learn a new way of relating to one another and to nature. Every personal change has to begin with a genuine change in behaviour. This means setting out on a journey, and setting out on a journey requires a goal. The out-of-the-way places of the countryside can make this journey possible. Tourism combines with development if it takes place in a slow, gentle and sustainable way, i.e. paying attention to rural farming practices, to the quiet rhythms of life in marginal areas, appreciating the untouched natural beauty of entire inland areas, experiencing amazement at the thousand little things to be seen, choosing local agricultural products. In this way, we come to appreciate the differences, small or large, between the traditions, places and communities we encounter. So why should we not encourage a tourism that makes us appreciate rural and marginal areas by encountering them on foot? This will allow us to slow down and avoid the risk of frantically rushing from one thing to another.[4]

Especially during this time, tourism can become a means of encouraging that closeness our postmodern world so greatly needs: closeness in relationships and thus closeness of hearts. Tourism, while still involving the movement of people and goods, must now show its transformative dimension as a recreational activity that encourages a spirit of fraternity among peoples.

Tourism is suffering the most immediate and direct effects of this time of uncertainty in mass travel. We believe that steps must be taken to support the income of tourism workers and the world of agriculture, with particular concern and care for the most vulnerable communities in each region. In this way, the tourism sector will be able to resume its course, albeit at lower levels of circulation. Yet the circulation of people, goods and currency will be the tangible sign of a proximity that has begun in the heart. A responsible and sustainable tourism, one that makes the most of local resources and activities, is to be encouraged as a critical resource in the fight against poverty, which has increased exponentially as a result of the COVID-19 pandemic.

In conclusion, we want to express our closeness and support to all those working to alleviate the impact of the pandemic on the lives of individuals and societies dependent on tourism.

We appeal to government leaders and those responsible for national economic policies to promote and encourage a responsible tourism, implemented in accordance with principles of social and economic justice and fully respectful of the environment and cultures. May they show especial concern for marginal areas, providing them with concrete opportunities for development, enhancing their particular gifts, allowing local communities to share in decision-making processes, and improving the income of those who work the land.

In a particular way, we ask ecological movements and all those committed to the protection of the environment to contribute by their efforts to the conversion of hearts for the sake of a healthy and correct integral ecology that combines the dignity of the human person with the protection of conditions in rural communities in marginal areas. Economic planning should work to protect the poor and the most vulnerable actors in the economic cycle. Agricultural workers in rural areas should be considered direct recipients of significant economic-financial aid and of projects for the recovery and encouragement of rural family farming.

We ask Bishops and all those responsible for the pastoral care of the tourism sector to make a concerted effort, each in his or her own territory, to undertake concrete initiatives to help tourist activities. May the faithful and parishes respond with solicitude and generosity to the needs of those tourism workers presently in difficulty, and develop networks of closeness and support for those who have lost their income. May we all set out on new trails that enable tourists to enjoy rural areas, while combining respect for the environment and ways of supporting local tourism personnel.

Finally, we would express our deep gratitude to all who have shown solidarity and support to those dependent on tourism, particularly in rural areas. With God’s help, may we all set out together on the journey towards a better future.

From the Vatican, August 6, 2020, on the Feast of the Transfiguration

Peter K. A. Cardinal TURKSON
Prefect

  

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[1]https://www.unwto.org/news/covid-19-world-tourism-remains-at-a-standstill-as-100-of-countries-impose-restrictions-on-travel

[2] Homily for the Solemnity of Pentecost, 31 May 2020.

[3] See the definition adopted by the Italian Association of Responsible Tourism, 9 October 2005.

[4] Cf. FRANCIS, Encyclical Letter Laudato Si’ (24 May 2015), 18.

[00930-EN.01] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua spagnola

Turismo y desarrollo rural

La 41.ª Jornada Mundial del Turismo se celebra este año en el contexto incierto que está marcado por la evolución de la pandemia de Covid-19, cuyo final aún no se vislumbra. El resultado es una drástica reducción de la movilidad humana y del turismo, tanto internacional como nacional, que ha caído a mínimos históricos. La suspensión de los vuelos internacionales, el cierre de aeropuertos y fronteras, la adopción de estrictas restricciones en los viajes, incluso internos, está provocando una crisis sin precedentes en muchos sectores relacionados con la industria turística. Se teme que, en el peor de los casos, a finales de 2020 habrá una disminución aproximadamente de mil millones de turistas internacionales, con una pérdida económica mundial de casi 1.2 billones de dólares. El resultado sería una pérdida enorme de empleos en todo el sector turístico. Según el Secretario General de la Organización Mundial del Turismo, Zurab Pololikashvili: «El turismo ha sido el sector más afectado por el bloqueo mundial, con millones de puestos de trabajo en peligro en uno de los sectores de la economía con mayor número de mano de obra».[1]

Este preocupante escenario —incluso impensable hace unos meses—, no debe paralizarnos y privarnos de una visión positiva del futuro. En este sentido, el Papa Francisco afirmó: «Porque peor que esta crisis, es solamente el drama de desaprovecharla [...]. Y así, en el gran esfuerzo que supone comenzar de nuevo, qué dañino es el pesimismo, ver todo negro y repetir que nada volverá a ser como antes».[2]

Turismo y desarrollo rural es el tema que la OMT, antes de la emergencia por el Covid-19, eligió para la presente Jornada y señala providencialmente uno de los caminos hacia una posible recuperación del sector turístico. Comienza con la invitación a tomar en serio y poner en práctica el desarrollo sostenible que, en el ámbito del turismo, significa un mayor interés por los destinos turísticos extraurbanos, los pueblos pequeños, las aldeas, los caminos y lugares poco conocidos y menos frecuentados. Esos lugares más escondidos para descubrir o redescubrir, precisamente porque son más encantadores e inexplorados. El mundo rural vive en estos lugares, lejos de las rutas del turismo masivo. Se trata, por tanto, de la promoción de un turismo sostenible y responsable que, realizado según los principios de la justicia social y económica, y en el pleno respeto del medio ambiente y de las culturas, reconozca la centralidad de la comunidad local anfitriona y su derecho a ser protagonista y socialmente responsable en el desarrollo sostenible del propio territorio; un turismo que favorezca, por lo tanto, la interacción positiva entre la industria turística, la comunidad local y los viajeros.[3]

Este tipo de turismo puede convertirse en un motor para apoyar la economía rural, que se basa en la agricultura y, a menudo, en haciendas familiares de pequeñas dimensiones, en zonas marginales y con bajos ingresos producidos por el sector alimentario. El turismo y la agricultura rural pueden convertirse así en dos componentes esenciales de un mundo nuevo que se espera construir. Un turismo realizado por y a través de las personas. Por otra parte, los pequeños agricultores son los primeros guardianes de la creación, a través de su paciente y arduo trabajo de la tierra. Los turistas son los visitantes que pueden convertirse en defensores del ecosistema, si viajan de forma consciente y sobria. Entonces, viajar a destinos rurales puede significar, concretamente, apoyar la producción local de las pequeñas explotaciones agrícolas, que se lleva a cabo de manera compatible con las leyes de la naturaleza. De esta manera, un viaje podrá tener el sabor de la historia y abrir el corazón al amplio horizonte de la fraternidad y la solidaridad.

El turismo que sabe mirar y compartir los dones de la tierra en el ámbito rural se convierte también en un modo concreto para aprender nuevos estilos de vida. Ciertamente, la sabiduría de quien cultiva la tierra, hecha de observación y espera, puede ayudar al agitado mundo moderno a armonizar los tiempos de la vida diaria con los de la naturaleza. Acercar el turismo y el desarrollo rural es una buena manera de aprender nuevas culturas, de dejarse contagiar por los valores del cuidado y la protección de la creación que, hoy en día, representan no sólo un deber moral sino una urgencia de acción colectiva.

El “turismo rural” se convierte así en el lugar donde se aprende una nueva forma de relacionarse con los demás y con la naturaleza. Y todo cambio personal debe comenzar por comportamientos verdaderamente transformadores; para ello, es necesario ponerse en marcha, y para hacerlo se necesita un objetivo: el mundo rural puede ser todo esto. El turismo se desarrolla si se realiza de manera cuidadosa, tranquila y sostenible, esto significa respetar las actividades agrícolas, los ritmos de vida de las poblaciones rurales, apreciando la autenticidad que todavía se conserva en zonas enteras del interior, dejándose sorprender por las muchísimas pequeñas cosas que se pueden ver, eligiendo productos agrícolas locales. De esta manera se pueden apreciar las diferencias, pequeñas o grandes, entre las tradiciones, lugares y comunidades que se encuentren. Entonces, ¿por qué no recurrir a un turismo que promueva las zonas rurales y marginales conociéndolas a pie? Esto nos permitirá frenar y evitar los riesgos del frenesí.[4]

Precisamente en este período, el turismo puede convertirse en un instrumento de proximidad. Sí, nuestro mundo postmoderno necesita proximidad, es decir, cercanía en las relaciones y, por ende, de los corazones. Y el turismo, que en cualquier caso implica el movimiento de personas y bienes, debe mostrar ahora su faceta transformadora, como actividad recreativa que haga crecer el espíritu de fraternidad entre los pueblos.

En un periodo de incertidumbre por los movimientos de personas, de los que el turismo sufre las mayores consecuencias de forma inmediata y directa, creemos que es necesario tomar medidas para apoyar los ingresos de los trabajadores de este sector, como también para cuidar y defender las comunidades rurales más vulnerables de cada territorio. De esta manera, la economía turística podrá retomar su curso, aunque en niveles de circulación más reducidos; la circulación de personas, bienes y dinero será el signo tangible de una proximidad que ha comenzado en el corazón. Un turismo responsable y sostenible, que aproveche al máximo los recursos y las actividades locales, es aconsejable como uno de los puntos de inflexión en la lucha contra la pobreza que la pandemia de Covid-19 ha hecho aumentar exponencialmente.

En conclusión, queremos asegurar nuestra cercanía y apoyo a todos los que participan en la lucha contra el impacto de la pandemia en la vida de las personas y de los que viven del turismo.

Hacemos un llamamiento a los gobernantes y a los responsables de las políticas económicas nacionales, para que promuevan y fomenten un turismo responsable, llevado a cabo según los principios de la justicia social y económica, y con pleno respeto al medio ambiente y las culturas. Que los gobernantes dirijan su mirada a las zonas marginales, dando a estos territorios oportunidades concretas de desarrollo, potenciando sus vocaciones particulares, la participación de las comunidades locales en los procesos de toma de decisiones, la mejora de los ingresos de los que trabajan la tierra.

Nos dirigimos de manera particular a los movimientos ecologistas y a todos aquellos que están comprometidos en la defensa del medio ambiente, para que contribuyan con su trabajo a la conversión de los corazones hacia una ecología integral sana y correcta, en la que se conjugue el valor de la persona humana con la protección de las condiciones de vida de las comunidades rurales asentadas en zonas marginales. Que la planificación económica tenga como referencia la defensa de los pobres y de los actores más débiles del ciclo económico; que los agricultores de las zonas rurales sean considerados beneficiarios directos de ayudas económico-financieras significativas y de proyectos de recuperación y promoción de la agricultura rural familiar.

Pedimos a los obispos y a los responsables de la pastoral del turismo un esfuerzo común para que, cada uno en su propio territorio, tome iniciativas concretas en favor de las actividades turísticas. Que los fieles y las parroquias respondan con solicitud y generosidad a las exigencias y necesidades de los trabajadores del turismo, hoy en día en dificultad, y que juntos desarrollen redes de proximidad en las relaciones y en la ayuda para fomentar los ingresos perdidos. Que se construyan nuevas rutas para el disfrute turístico de las zonas rurales, en las que se puedan unir el respeto por el medio ambiente y las oportunidades para ayudar a los operadores turísticos locales.

Por último, queremos expresar nuestro más sincero agradecimiento a todos los que, en este tiempo de prueba, han mostrado su solidaridad y apoyo a quienes viven del turismo, en particular en las zonas rurales. Con la ayuda de Dios, pongámonos todos en el mismo camino hacia un futuro mejor.

Vaticano, 6 de agosto de 2020, Fiesta de la Transfiguración del Señor

Peter K. A. Cardenal TURKSON
Prefecto

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[1]https://www.unwto.org/news/covid-19-world-tourism-remains-at-a-standstill-as-100-of-countries-impose-restrictions-on-travel

[2] Francisco, Homilía durante la Santa Misa en la Solemnidad de Pentecostés, 31 mayo 2020.

[3] Definición adoptada por la asamblea de la Asociación Italiana de Turismo Responsable, 9 octubre 2005.

[4] Cf. Francisco, Carta enc. Laudato si’, 18.

[00930-ES.01] [Texto original: Italiano]

[B0409-XX.01]