Messaggio del Santo Padre
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Pubblichiamo di seguito il Messaggio che il Santo Padre ha inviato alle Sorelle consacrate nell’Ordo Virginum in occasione del 50° anniversario della Promulgazione del Rito della Consacrazione delle vergini:
Messaggio del Santo Padre
Carissime sorelle!
1. Cinquant’anni fa la Sacra Congregazione per il Culto Divino, per mandato di San Paolo VI, promulgava il nuovo Rito della Consacrazione delle vergini. La pandemia ancora in corso ha costretto a rinviare l’incontro internazionale convocato dalla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica per festeggiare questo importante anniversario. Tuttavia, desidero ugualmente unirmi al vostro ringraziamento per questo «duplice dono del Signore alla sua Chiesa» – come vi disse San Giovanni Paolo II in occasione del 25° –: il Rito rinnovato e un Ordo fidelium «restituito alla comunità ecclesiale» (Discorso alle partecipanti al Convegno Internazionale dell’Ordo virginum, 2 giugno 1995).
La vostra forma di vita trova la sua prima fonte nel Rito, ha la sua configurazione giuridica nel can. 604 del Codice di diritto canonico, e dal 2018 nella Istruzione Ecclesiae Sponsae imago. La vostra chiamata mette in luce l’inesauribile e multiforme ricchezza dei doni dello Spirito del Risorto che fa nuove tutte le cose (cfr Ap 21,5). Al tempo stesso essa è un segno di speranza: la fedeltà del Padre ancora oggi pone nel cuore di alcune donne il desiderio di essere consacrate al Signore nella verginità vissuta nel proprio ordinario ambiente sociale e culturale, radicate in una Chiesa particolare, in una forma di vita antica e al tempo stesso nuova e moderna.
Accompagnate dai Vescovi, avete approfondito la specificità della vostra forma di vita consacrata, sperimentando che la consacrazione vi costituisce nella Chiesa un particolare Ordo fidelium. Proseguite in questo cammino, collaborate con i Vescovi perché vi siano seri percorsi di discernimento vocazionale e di formazione iniziale e permanente. Il dono della vostra vocazione si esprime, infatti, nella sinfonia della Chiesa, che è edificata quando può riconoscere in voi delle donne capaci di vivere il dono della sororità.
2. A cinquant’anni dal Rito rinnovato, vorrei dirvi: non spegnete la profezia della vostra vocazione! Siete chiamate, non per vostro merito, ma per la misericordia di Dio, a far risplendere nella vostra esistenza il volto della Chiesa, Sposa di Cristo, che è vergine perché, nonostante sia composta da peccatori, custodisce integra la fede, concepisce e fa crescere una umanità nuova.
Insieme allo Spirito, alla Chiesa tutta e ad ogni uditore della Parola, siete invitate a consegnarvi a Cristo e a dirgli: «Vieni!» (Ap 22,17), per dimorare nella forza donata dalla sua risposta: «Sì, vengo presto!» (Ap 22,20). Questa visita dello Sposo è l’orizzonte del vostro cammino ecclesiale, la vostra meta, la promessa da accogliere ogni giorno. In questo modo «potrete essere stelle che orientano il cammino del mondo» (Benedetto XVI, Discorso alle partecipanti al Congresso dell’Ordo Virginum, 15 maggio 2008).
Vi invito a rileggere e meditare i testi del Rito, dove risuona il senso della vostra vocazione: siete chiamate a sperimentare e testimoniare che Dio, nel suo Figlio, ci ha amati per primo, che il suo amore è per tutti e ha la forza di trasformare i peccatori in santi. Infatti, «Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola con il lavacro dell’acqua mediante la parola» (Ef 5,25-26). La vostra vita farà trasparire la tensione escatologica che anima l’intera creazione, che sospinge tutta la storia e nasce dall’invito del Risorto: “Alzati, mia bella, e vieni!” (cfr Ct 2,10; Origene, Omelie sul Cantico dei cantici II,12).
3. L’Omelia proposta dal Rito di Consacrazione vi esorta: «Amate tutti e prediligete i poveri» (n. 29). La consacrazione vi riserva a Dio senza estraniarvi dall’ambiente nel quale vivete e nel quale siete chiamate a rendere la vostra testimonianza nello stile della prossimità evangelica (cfr Ecclesiae Sponsae imago, 37-38). Con questa specifica vicinanza agli uomini e alle donne di oggi, la vostra consacrazione verginale aiuti la Chiesa ad amare i poveri, a riconoscere le povertà materiali e spirituali, a soccorrere chi è più fragile e indifeso, chi soffre per la malattia fisica e psichica, i piccoli e gli anziani, chi rischia di essere messo da parte come uno scarto.
Siate donne della misericordia, esperte di umanità. Donne che credono «nella forza rivoluzionaria della tenerezza e dell’affetto» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 288). La pandemia ci insegna che «è tempo di rimuovere le disuguaglianze, di risanare l’ingiustizia che mina alla radice la salute dell’intera umanità!» (Omelia nella S. Messa della Divina Misericordia, 19 aprile 2020). Quel che sta accadendo nel mondo vi scuota: non chiudete gli occhi e non fuggite; attraversate con delicatezza il dolore e la sofferenza; perseverate nel proclamare il Vangelo della vita piena per tutti.
La Preghiera di consacrazione, invocando per voi i multiformi doni dello Spirito, chiede che possiate vivere in una casta libertas (Rito della Consacrazione delle vergini, 38). Sia questo il vostro stile relazionale, per essere segno dell’amore sponsale che unisce Cristo alla Chiesa, vergine madre, sorella e amica dell’umanità. Con la vostra amabilità (cfr Fil 4,5) tessete trame di rapporti autentici, che riscattino i quartieri delle nostre città dalla solitudine e dall’anonimato. Siate capaci di parresia, ma tenete lontana la tentazione del chiacchiericcio e del pettegolezzo. Abbiate la saggezza, l’intraprendenza e l’autorevolezza della carità, per opporvi all’arroganza e prevenire gli abusi di potere.
4. Nella Solennità di Pentecoste, desidero benedire ciascuna di voi, come pure le donne che si stanno preparando a ricevere questa consacrazione e tutte coloro che in futuro la riceveranno. «Lo Spirito Paraclito è donato alla Chiesa come principio inesauribile della sua gioia di sposa del Cristo glorificato» (S. Paolo VI, Esort. ap. Gaudete in Domino, 41). Quale segno della Chiesa Sposa, possiate essere sempre donne della gioia, sull’esempio di Maria di Nazareth, donna del Magnificat, madre del Vangelo vivente.
Roma, San Giovanni in Laterano, 31 maggio 2020, Solennità di Pentecoste.
FRANCESCO
[00713-IT.01] [Testo originale: Italiano]
Traduzione in lingua francese
Chères sœurs !
1. Il y a cinquante ans, la Sacrée Congrégation pour le Culte Divin, par mandat de Saint Paul VI, a promulguait le nouveau Rite de la Consécration des Vierges. La pandémie toujours en cours nous a obligés à reporter la réunion internationale convoquée par la Congrégation pour les Instituts de vie consacrée et les Sociétés de vie apostolique qui était prévue pour célébrer cet important anniversaire. Je souhaite cependant m'associer à vos remerciements pour ce «double don du Seigneur à son Église» - comme vous l'avait dit Saint Jean Paul II à l'occasion du 25ème anniversaire - : le Rite renouvelé et un Ordo fidelium «restitué à la communauté ecclésiale» (Discours aux participants à la Conférence internationale de l'Ordo virginum, 2 juin 1995).
Votre forme de vie trouve sa source première dans le Rite, elle a sa configuration juridique dans le can. 604 du Code de Droit Canonique, et depuis 2018 dans l'Instruction Ecclesiae Sponsae imago. Votre appel met en lumière la richesse inépuisable et multiforme des dons de l'Esprit du Ressuscité qui fait toutes choses nouvelles (cf. Ap 21, 5). Elle est en même temps un signe d'espérance : la fidélité du Père met, encore aujourd'hui, dans le cœur de certaines femmes le désir de se consacrer au Seigneur dans la virginité vécue dans leur environnement social et culturel ordinaire, enracinée dans une Église particulière, à travers une forme de vie ancienne et en même temps nouvelle et moderne.
Accompagnées par les évêques, vous avez approfondi la spécificité de votre forme de vie consacrée en faisant l'expérience que la consécration constitue un Ordo fidelium particulier dans l'Église. Vous avancez dans cette voie et collaborez avec les évêques pour qu'il y ait des parcours sérieux de discernement des vocations et de formations initiale et continue. Le don de votre vocation s'exprime, en effet, dans la symphonie de l'Eglise qui se construit lorsqu'elle peut reconnaître en vous des femmes capables de vivre le don de la sororité.
2. Cinquante ans après le Rite rénové, je voudrais vous dire : n'éteignez pas la prophétie de votre vocation ! Vous êtes appelées, non par votre propre mérite mais par la miséricorde de Dieu, à faire briller dans votre existence le visage de l'Église, Épouse du Christ, qui est vierge parce que, bien que composée de pécheurs, elle garde la foi intacte, conçoit et fait croître une humanité nouvelle.
Avec l'Esprit, avec toute l'Église et chaque auditeur de la Parole, vous êtes invitées à vous abandonner au Christ et à lui dire : «Viens !» (Ap 22, 17), pour demeurer dans la force donnée par sa réponse : «Oui, je viens bientôt !» (Ap 22, 20). Cette visite de l'Epoux est l'horizon de votre cheminement ecclésial, votre but, la promesse à accueillir chaque jour. Ainsi, «vous pourrez être des étoiles qui guident le chemin du monde» (Benoît XVI, Discours aux participants au Congrès de l'Ordo Virginum, 15 mai 2008).
Je vous invite à relire et à méditer les textes du Rite, dans lesquels résonne le sens de votre vocation : vous êtes appelées à faire l'expérience et à témoigner que Dieu, dans son Fils, nous a aimés le premier, que son amour est pour tous et a la force de transformer les pécheurs en saints. En effet, «le Christ a aimé l’Église, il s’est livré lui-même pour elle, afin de la rendre sainte en la purifiant par le bain de l’eau baptismale, accompagné d’une parole» (Ep 5,25-26). Votre vie révélera la tension eschatologique qui anime toute la création, qui propulse toute l'histoire et naît de l'invitation du Ressuscité : «Lève-toi, mon amie, ma toute belle, et viens!» (Ct2,10; Origène, Homélies sur le Cantique des Cantiques II, 12).
3. L'homélie proposée par le Rite de consécration vous exhorte : «Aimez tous les hommes, avec une préférence pour le plus démunis» (n. 13, annexe 3). La consécration vous réserve à Dieu sans vous rendre étrangères au milieu dans lequel vous vivez et dans lequel vous êtes appelées à donner votre témoignage à la façon de la proximité évangélique (cf. Ecclesiae Sponsae Imago, n. 37-38). Par cette proximité spécifique avec les hommes et les femmes d'aujourd'hui, votre consécration virginale aide l'Église à aimer les pauvres, à reconnaître les pauvretés matérielles et spirituelles, à aider les plus fragiles et les plus démunis, ceux qui souffrent de maladies physiques et mentales, les petits et les personnes âgées, ceux qui risquent d'être rejetés comme des déchets.
Soyez des femmes de miséricorde, des expertes en humanité. Des femmes qui croient «au pouvoir révolutionnaire de la tendresse et de l'affection» (Exhortation apostolique Evangelii gaudium, n. 288). La pandémie nous enseigne «qu'il est temps de supprimer les inégalités, de guérir l'injustice qui mine la santé de toute l'humanité!» (Homélie de la Messe de la Divine Miséricorde, 19 avril 2020). Ce qui se passe dans le monde vous ébranle : ne fermez pas les yeux et ne fuyez pas ; traversez la douleur et la souffrance avec délicatesse ; persévérez dans l'annonce de l'Évangile de la vie en plénitude pour tous.
La Prière de consécration, invoquant pour vous les dons multiformes de l'Esprit, vous demande de vivre dans une casta libertas (cf. Rite de la Consécration des Vierges, n. 24). Que ce soit là votre style relationnel, afin d’être signes de l'amour sponsal qui unit le Christ à l'Église, vierge, mère, sœur et amie de l'humanité. Par votre bienveillance (cf. Ph 4, 5), tissez des trames de relations authentiques qui permettront de délivrer les quartiers de nos villes de la solitude et de l'anonymat. Soyez capables de parresia, mais éloignez la tentation du bavardage et du commérage. Ayez la sagesse, l'ingéniosité et l'autorité de la charité pour résister à l'arrogance et prévenir les abus de pouvoir.
4. En la solennité de la Pentecôte, je désire bénir chacune d'entre vous, ainsi que les femmes qui se préparent à recevoir cette consécration et toutes celles qui la recevront dans l'avenir. «L'Esprit Paraclet est donné à l'Église comme le principe inépuisable de sa joie d'épouse du Christ glorifié» (Saint Paul VI, Ex. ap. Gaudete in Domino, n. 41). Signes de l'Église Épouse, puissiez-vous toujours être des femmes de la joie, à l'exemple de Marie de Nazareth, femme du Magnificat, mère de l'Évangile vivant.
Rome, Saint Jean de Latran, 31 mai 2020, Solennité de la Pentecôte.
FRANÇOIS
[00713-FR.01] [Texte original: Italien]
Traduzione in lingua inglese
Dear Sisters!
1. Fifty years ago, the Sacred Congregation for Divine Worship, by mandate of Saint Paul VI, promulgated the new Rite of Consecration of Virgins. The current pandemic made it necessary to postpone the international meeting organized by the Congregation for Institutes of Consecrated Life and Societies of Apostolic Life to mark this important anniversary. Nevertheless, I wish to join you in giving thanks for what Saint John Paul II, addressing you on the twenty-fifth anniversary, referred to as a “twofold gift of the Lord to his Church”: the renewed Rite and an Ordo fidelium “restored to the ecclesial community” (Address to Participants in the International Conference on the Ordo Virginum, 2 June 1995).
Your form of life has its primary source in the Rite and its juridical configuration in Canon 604 of the Code of Canon Law, and, since 2018, in the Instruction Ecclesiae Sponsae Imago. Your vocation is a sign of the inexhaustible and manifold richness of the gifts of the Spirit of the Risen Lord, who makes all things new (cf. Rev 21:5). It is likewise a sign of hope, pointing to the fidelity of the Father, who even today awakens in the hearts of some women the desire to be consecrated to the Lord in virginity, lived out in a concrete social and cultural setting, rooted in a particular Church, and expressed in a way of life that is ancient, yet modern and ever new.
Accompanied by your Bishops, you have become increasingly conscious of the distinctive nature of your form of consecrated life and have come to realize that your consecration makes you a particular Ordo fidelium in the Church. Continue along this path of cooperation with the Bishops in the development of sound programmes of vocational discernment and of initial and ongoing formation. The gift of your vocation finds expression within the symphonic unity of the Church, which is built up when she can see in you women capable of living the gift of sisterhood.
2. Fifty years after the renewal of the Rite, I would say this to you: do not extinguish the prophetic nature of your vocation! You have been called, not because of your own merits, but by God’s mercy, to make your lives a reflection of the face of the Church, the Bride of Christ. The Church is a virgin because, albeit composed of sinners, she continues to preserve the faith intact, to bring forth new life and to foster the growth of a new humanity.
In union with the Spirit and together with the entire Church and all those who hear the word of God, you are called to surrender yourselves to Christ and to say to him: “Come!” (Rev 22:17). In this way, you will experience the strength born of hearing his response: “Surely, I am coming soon!” (Rev 22:20). The coming of the Bridegroom is the horizon and goal of your ecclesial journey, a promise to be welcomed each day anew. By living in this way, “you will be stars to guide the world on its journey” (BENEDICT XVI, Address to Participants in the Ordo Virginum Congress, 15 May 2008).
I encourage you to reread and meditate on those texts of the Rite that speak of the meaning of your vocation. You are called to experience yourselves, and then to testify to others, that God, in his Son, loved us first, that his love is for all, and that it has the power to change sinners into saints. For “Christ loved the Church and gave himself up for her, that he might sanctify her, having cleansed her by the washing of water with the word” (Eph 5:25-26). Your lives will reveal the eschatological tension that enlivens the whole of creation, drives the whole of history, and is born of the Risen Lord’s invitation: “Arise, my love, my fair one, and come away” (Song 2:10; cf. ORIGEN, Homilies on the Song of Songs II:12).
3. The Homily proposed for the Rite of Consecration exhorts you to “Love everyone, especially those in need” (no. 16). Your consecration dedicates you to God without separating you from the setting in which you live and in which you are called to bear personal witness by a lifestyle of evangelical closeness (cf. Ecclesiae Sponsae Imago, 37-38). By such closeness to the men and women of our times, your virginal consecration helps the Church to love the poor, to discern forms of material and spiritual poverty, to help those who are weak and vulnerable, those suffering from physical and mental illness, the young and the elderly, and all those in danger of being marginalized or discarded.
Be women of mercy, experts in humanity. Women who believe in the “revolutionary nature of love and tenderness” (Evangelii Gaudium, 288). The pandemic is teaching us that “the time has come to eliminate inequalities, to heal the injustice that is undermining the health of the entire human family!” (Homily at Mass for Divine Mercy Sunday, 19 April 2020). Let everything that is happening all around us disturb you: do not close your eyes to it and do not flee from it. Be present and sensitive to pain and suffering. Persevere in proclaiming the Gospel, which promises fullness of life for all.
The Prayer of Consecration, in invoking upon you the manifold gifts of the Spirit, asks that you be enabled to live in casta libertas (Rite of Consecration of Virgins, 24). Let this “chaste freedom” be your way of relating to others, so that you can be a sign of the spousal love uniting Christ to the Church, virgin and mother, sister and friend of all. By your gentleness (cf. Phil 4:5), weave a web of authentic relationships that can help to make the neighbourhoods of our cities less lonely and anonymous. Be forthright, capable of parrhesia, but avoid the temptation to chatter and gossip. Have the wisdom, the resourcefulness, and the authority of charity, in order to stand up to arrogance and to prevent abuses of power.
4. On this Solemnity of Pentecost, I bless each of you, all those women preparing to receive this consecration, and all those who will receive it in the future. “The Holy Spirit is given to the Church as the inexhaustible principle of her joy as the Bride of the glorified Christ” (SAINT PAUL VI, Gaudete in Domino). As signs of the Church as Bride, may you always be women of joy, following the example of Mary of Nazareth, woman of the Magnificat, Mother of the living Gospel.
Rome, Saint John Lateran, 31 May 2020, Solemnity of Pentecost
FRANCIS
[00713-EN.01] [Original text: Italian]
Traduzione in lingua tedesca
Liebe Schwestern!
1. Vor fünfzig Jahren promulgierte die Heilige Kongregation für den Gottesdienst, im Auftrag des heiligen Paul VI., den neuen Ritus der Jungfrauenweihe. Die noch andauernde Pandemie hat die Kongregation für die Institute des geweihten Lebens und die Gesellschaften des apostolischen Lebens dazu gezwungen, das internationale Treffen zu verschieben, welches sie zur Feier dieses wichtigen Jahrestages einberufen hatte. Ich möchte mich dennoch Eurem Dank anschließen, wie der heilige Johannes Paul II. anlässlich des 25. Jahrestages der Promulgation des Ritus sagte, für diese »zweifache Gabe des Herrn an seine Kirche«: für den erneuerten Ritus und »für den der Gemeinschaft der Kirche zurückgegebenen « Ordo fidelium (Ansprache an die Teilnehmerinnen der Internationalen Tagung des Ordo Virginum, 2. Juni 1995).
Eure Lebensform findet ihre erste Quelle im Ritus, erhält ihre rechtliche Gestaltung in can. 604 des Kodex des kanonischen Rechts und ab 2018 in der Instruktion Ecclesiae Sponsae imago. Eure Berufung macht den unerschöpflichen und vielfältigen Reichtum des Geistes des Auferstandenen deutlich, der alles neu macht (vgl. Offb 21,5). Zugleich ist sie ein Zeichen der Hoffnung: Die Treue des Vaters legt auch heute noch einigen Frauen den Wunsch ins Herz, dem Herrn in Jungfräulichkeit geweiht zu sein und diese in ihrem gewöhnlichen sozialen und kulturellen Umfeld, in einer Teilkirche verwurzelt, in einer alten und gleichzeitig neuen und modernen Lebensform zu leben.
Von Euren Bischöfen begleitet, habt Ihr die Eigenart Eurer Form des gottgeweihten Lebens vertieft und dabei erfahren, dass die Jungfrauenweihe Euch in der Kirche zu einem besonderen Ordo fidelium macht. Setzt diesen Weg fort und bemüht Euch gemeinsam mit den Bischöfen um ernsthafte Wege der Berufungsfindung, der einführenden Ausbildung und der ständigen Weiterbildung. Das Geschenk Eurer Berufung drückt sich in der Tat in der Symphonie der Kirche aus, die entsteht, wenn sie in Euch Frauen erkennen kann, die das Geschenk der Schwesternschaft zu leben im Stande sind.
2. Fünfzig Jahre nach dem Inkrafttreten des erneuerten Ritus möchte ich Euch sagen: Löscht die Prophetie Eurer Berufung nicht aus! Ihr seid nicht durch eigenes Verdienst, sondern aufgrund der Barmherzigkeit Gottes dazu berufen, in Eurer Existenz das Antlitz der Kirche, der Braut Christi, aufleuchten zu lassen, die Jungfrau ist, weil sie, obwohl sie aus Sündern besteht, den Glauben unversehrt bewahrt sowie eine neue Menschheit empfängt und wachsen lässt.
Gemeinsam mit dem Geist, mit der ganzen Kirche und jedem Hörer des Wortes seid Ihr eingeladen, Euch Christus zu anzuvertrauen und ihm zu sagen: «Komm!» (Offb 22,17), um in der Kraft zu verbleiben, die seine Antwort spendet: «Ja, ich komme bald!» (Offb 22,20). Diese Ankunft des Bräutigams ist der Horizont Eures Weges in der Kirche, Euer Ziel und die jeden Tag neu zu ergreifende Verheißung. »Auf diese Weise könnt ihr mit eurer ehrenhaften Lebensweise Sterne sein, die Orientierung geben für den Lauf der Welt« (Benedikt XVI., Ansprache an die Teilnehmerinnen am Kongress des Ordo Virginum, 15. Mai 2008).
Ich lade Euch ein, die Texte des Ritus neu zu lesen und zu meditieren, in denen die Bedeutung Eurer Berufung widerhallt: Ihr seid berufen, zu erfahren und zu bezeugen, dass Gott uns in seinem Sohn zuerst geliebt hat, dass seine Liebe allen gilt und die Kraft hat, Sünder in Heilige zu verwandeln. In der Tat hat »Christus die Kirche geliebt und sich für sie hingegeben […], um sie zu heiligen, da er sie gereinigt hat durch das Wasserbad im Wort!« (Eph 5,25-26). Euer Leben wird die eschatologische Spannung durchscheinen lassen, die die gesamte Schöpfung belebt, die ganze Geschichte antreibt und aus der Einladung des auferstandenen Herrn entspringt: »Steh auf, meine Freundin, meine Schöne, so komm doch!« (vgl. Hld 2,10; Origenes, Predigten über das Hohelied II, 12).
3. Die Modellpredigt des Ritus der Jungfrauenweihe ermahnt Euch: „Liebt alle und bevorzugt die Armen“ (Nr. 29). Die Jungfrauenweihe behält Euch Gott vor, ohne Euch von Eurem Umfeld zu entfremden, in dem Ihr lebt und dazu berufen sind, Euer Zeugnis in dem evangeliumsgemäßen Stil der Nähe zu geben (vgl. Ecclesiae Sponsae imago, 37-38). Mit dieser besonderen Nähe zu den Menschen von heute möge Eure jungfräuliche Weihe der Kirche helfen, die Armen zu lieben, materielle und geistige Armut zu erkennen und den Gebrechlichsten und Wehrlosesten zu helfen, den körperlich und psychisch Leidenden, den Kleinen und den alten Menschen, denen, die in Gefahr sind, wie Abfall ausgesondert zu werden.
Seid Frauen der Barmherzigkeit, Experten der Menschlichkeit. Frauen, die »an das Revolutionäre der Zärtlichkeit und der Liebe« glauben (Apostolisches Schreiben Evangelii gaudium, 288). Die Pandemie lehrt uns: »Es ist an der Zeit, die Ungleichheit zu beseitigen, dieUngerechtigkeit zu heilen, die die Gesundheit der gesamten Menschheit bedroht!« (Predigt in der Hl. Messe, Barmherzigkeitssonntag, 19. April 2020). Was in der Welt gerade geschieht, möge Euch aufrütteln: verschließt nicht die Augen und lauft nicht weg; durchschreitet mit Feingefühl den Schmerz und das Leiden ; haltet durch und verkündigt das Evangelium von der Fülle des Lebens für alle.
Das Gebet der Jungfrauenweihe ruft die vielfältigen Gaben des Geistes für Euch herab und bittet darum, dass Ihr in einer casta libertas zu leben vermögt. (Ritus der Jungfrauenweihe, 38). Möge das Eure Art sein, Beziehung zu leben, um Zeichen der bräutlichen Liebe zu sein, die Christus mit der Kirche, Jungfrau und Mutter, Schwester und Freundin der Menschheit, vereint. Mit Eurer Güte (vgl. Phil 4,5) knüpft Ihr echte Beziehungsgeflechte, die unsere Stadtviertel aus der Einsamkeit und Anonymität befreien mögen. Seid zur Parrhesia fähig, von der Versuchung zu Geschwätz und Klatsch aber haltet Euch fern. Tretet der Überheblichkeit mit Weisheit, Unternehmungsgeist und der Maßgeblichkeit der Nächstenliebe entgegen und verhindert so Machtmissbrauch.
4. Am Pfingstfest möchte ich jede Einzelne von Euch segnen wie auch die Frauen, die sich auf diese Weihe vorbereiten und alle, die sie in der Zukunft empfangen werden. »Der Heilige Geist ist der Kirche mitgeteilt worden als unerschöpfliches Prinzip ihrer Freude als Braut des erhöhten Christus» (hl. Paul VI., Apostolisches Schreiben Gaudete in Domino, 41). Seid als Zeichen für die Kirche in ihrer bräutlichen Dimension Frauen der Freude nach dem Beispiel von Maria von Nazaret, der Frau des Magnificat, der Mutter des lebendigen Evangeliums.
Rom, bei St. Johannes im Lateran, am 31. Mai 2020, dem Hochfest von Pfingsten.
FRANZISKUS
[00713-DE.01] [Originalsprache: Italienisch]
Traduzione in lingua spagnola
Queridas hermanas:
1. Hace cincuenta años la Sagrada Congregación para el Culto Divino, por mandato de san Pablo VI, promulgaba el nuevo Rito de la Consagración de las vírgenes. La pandemia aún en curso ha obligado a aplazar el encuentro internacional convocado por la Congregación para los Institutos de Vida Consagrada y las Sociedades de Vida Apostólica para celebrar este importante aniversario. Sin embargo, deseo igualmente unirme a vuestra acción de gracias por este «doble don del Señor a su Iglesia» ―como os dijo san Juan Pablo II con ocasión del 25 aniversario―: el Rito renovado y un Ordo fidelium «restituido a la comunidad eclesial» (Discurso a las participantes en el Congreso Internacional del Ordo virginum, 2 junio 1995).
Vuestra forma de vida encuentra su primera fuente en el Rito, tiene su configuración jurídica en el can. 604 del Código de Derecho Canónico, y desde 2018 en la Instrucción Ecclesiae Sponsae imago. Vuestra llamada pone de relieve la inagotable y multiforme riqueza de los dones del Espíritu del Resucitado, que hace nuevas todas las cosas (cf. Ap 21,5). Al mismo tiempo, es un signo de esperanza: la fidelidad del Padre pone aún hoy en el corazón de algunas mujeres el deseo de ser consagradas al Señor en la virginidad vivida en su ambiente social y cultural ordinario, arraigadas en una Iglesia particular, en una forma de vida antigua y al mismo tiempo nueva y moderna.
Acompañadas por los obispos, habéis profundizado en la especificidad de vuestra forma de vida consagrada, experimentando que la consagración os constituye en la Iglesia un Ordo fidelium particular. Proseguid en este camino, colaborad con los obispos para encontrar serios itinerarios de discernimiento vocacional y de formación inicial y permanente. En efecto, el don de vuestra vocación se manifiesta en la sinfonía de la Iglesia, que se edifica cuando puede reconocer en vosotras mujeres capaces de vivir el don de la sororidad.
2. Cincuenta años después del Rito renovado, quisiera deciros: ¡no apaguéis la profecía de vuestra vocación! Estáis llamadas, no por mérito vuestro, sino por la misericordia de Dios, a hacer resplandecer en vuestra existencia el rostro de la Iglesia, Esposa de Cristo, que es virgen porque, a pesar de estar compuesta por pecadores, custodia íntegra la fe, concibe y hace crecer una humanidad nueva.
Juntamente con el Espíritu, con toda la Iglesia y con todos los oyentes de la Palabra, estáis invitadas a entregaros a Cristo y a decirle: «¡Ven!» (Ap 22,17), para permanecer en la fuerza dada por su respuesta: «¡Sí, vengo pronto!» (Ap 22,20). Esta visita del Esposo es el horizonte de vuestro camino eclesial, vuestra meta, la promesa que hay que acoger cada día. De este modo «podréis ser estrellas que orientan el camino del mundo» (Benedicto XVI, Discurso a un grupo de vírgenes consagradas con ocasión del Segundo Congreso del “Ordo Virginum”, 15 mayo 2008).
Os invito a releer y meditar los textos del Rito, donde resuena el sentido de vuestra vocación: estáis llamadas a experimentar y testimoniar que Dios, en su Hijo, nos ha amado primero, que su amor es para todos y tiene la fuerza de transformar a los pecadores en santos. En efecto, «Cristo amó a su Iglesia: Él se entregó a sí mismo por ella, para consagrarla, purificándola con el baño del agua y la palabra» (Ef 5,25-26). Vuestra vida revelará la tensión escatológica que anima a toda la creación, que impulsa toda la historia y nace de la invitación del Resucitado: “Levántate, hermosa mía y vente” (cf. Ct 2,10; Orígenes, Homilías sobre el Cantar de los cantares II,12).
3. La Homilía propuesta por el Rito de Consagración os exhorta: «Amad a todos y dad preferencia a los pobres» (n. 29). La consagración os reserva para Dios sin haceros ajenas al ambiente donde vivís y en el que estáis llamadas a realizar vuestro propio testimonio en el estilo de la proximidad evangélica (cf. Ecclesiae Sponsae imago, 37-38). Que vuestra consagración virginal, con esta cercanía específica a los hombres y mujeres de hoy, ayude a la Iglesia a amar a los pobres, a reconocer la pobreza material y espiritual, a socorrer a los más frágiles e indefensos, a los que sufren por la enfermedad física y psíquica, a los pequeños y a los ancianos, a los que corren el riesgo de ser descartados.
Sed mujeres de misericordia, expertas en humanidad. Mujeres que creen «en lo revolucionario de la ternura y del cariño» (Exhort. ap. Evangelii gaudium, 288). La pandemia nos enseña que «es tiempo de eliminar las desigualdades, de reparar la injusticia que mina de raíz la salud de toda la humanidad» (Homilía en la Celebración de la Divina Misericordia, 19 abril 2020). Que lo que está sucediendo en el mundo os sacuda: no cerréis los ojos y no huyáis, atravesad con delicadeza el dolor y el sufrimiento, perseverad en proclamar el Evangelio de la vida plena para todos.
La Oración de consagración, que invoca para vosotras los dones multiformes del Espíritu, pide que viváis en una casta libertas (Rito de la Consagración de las vírgenes, 38). Que este sea vuestro estilo de relación, para ser signo del amor esponsal que une a Cristo con la Iglesia, virgen madre, hermana y amiga de la humanidad. Con vuestra bondad (cf. Flp 4,5), tejed relaciones auténticas, que rescaten a los barrios de nuestras ciudades de la soledad y del anonimato. Sed capaces de parresia, pero mantened alejada la tentación del parloteo y del chisme. Tened la sabiduría, la iniciativa y la autoridad de la caridad, para oponeros a la arrogancia y prevenir los abusos de poder.
4. En la solemnidad de Pentecostés, deseo bendecir a cada una de vosotras, así como a las mujeres que se están preparando para recibir esta consagración y a todas las que la recibirán en el futuro. «El Espíritu Paráclito es dado a la Iglesia como principio inagotable de su alegría de esposa de Cristo glorificado» (S. Pablo VI, Exhort. ap. Gaudete in Domino, 29). Como signo de la Iglesia esposa, que podáis ser siempre mujeres de la alegría, a ejemplo de María de Nazaret, mujer del Magnificat, madre del Evangelio viviente.
Roma, San Juan de Letrán, 31 de mayo de 2020, solemnidad de Pentecostés.
FRANCISCO
[00713-ES.01] [Texto original: Italiano]
Traduzione in lingua portoghese
Queridas irmãs!
1. Há cinquenta anos, a Sacra Congregação para o Culto Divino, por mandato de São Paulo VI, promulgava o novo Rito da Consagração das Virgens. A pandemia em curso obrigou a adiar o encontro internacional convocado pela Congregação para os Institutos de Vida Consagrada e as Sociedades de Vida Apostólica para celebrar este relevante aniversário. Contudo desejo de igual modo unir-me ao vosso agradecimento por esta «dúplice dádiva do Senhor à sua Igreja», como vos disse São João Paulo II por ocasião do vigésimo quinto aniversário: o Rito renovado e uma Ordo fidelium «restituída à Comunidade Eclesial» (Discurso às participantes no Encontro Internacional da «Ordo virginum», 2/VI/1995).
A vossa forma de vida encontra a sua primeira fonte no Rito, tem a sua configuração jurídica no cân. 604 do Código de Direito Canónico e, desde 2018, na Instrução Ecclesiae Sponsae imago. A vossa vocação evidencia a riqueza inexaurível e multiforme dos dons do Espírito do Ressuscitado, que renova todas as coisas (cf. Ap 21, 5). Ao mesmo tempo, é um sinal de esperança: a fidelidade do Pai continua ainda hoje a colocar no coração de algumas mulheres o desejo de serem consagradas ao Senhor na virgindade, vivida no seu ambiente social e cultural comum, radicadas numa Igreja particular, numa forma de vida antiga e simultaneamente nova e moderna.
Acompanhadas pelos Bispos, aprofundastes a especificidade da vossa forma de vida consagrada, experimentando que a consagração vos constitui na Igreja numa Ordo fidelium particular. Continuai por este caminho, colaborando com os Bispos, para que existam percursos sérios de discernimento vocacional e de formação inicial e permanente. Com efeito, o dom da vossa vocação manifesta-se na sinfonia da Igreja, que se constrói quando pode reconhecer, em vós, mulheres capazes de viver o dom da «sororidade».
2. Cinquenta anos depois do Rito renovado, gostaria de vos dizer: não extingais a profecia da vossa vocação! Não é por mérito vosso, mas pela misericórdia de Deus que sois chamadas a fazer resplandecer na vossa vida o rosto da Igreja, Esposa de Cristo, que é virgem porque ela, apesar de composta por pecadores, guarda íntegra a fé, concebe e faz crescer uma humanidade nova.
Unidas ao Espírito, à Igreja inteira e a quantos ouvem esta Palavra, sois convidadas a entregar-vos a Cristo e a dizer-Lhe: «Vem!» (Ap 22, 17), para habitar na força dada pela sua resposta: «Sim. Virei brevemente» (Ap 22, 20). Esta visita do Esposo é o horizonte do vosso caminho eclesial, a vossa meta, a promessa que se deve guardar cada dia. Assim, «podereis ser estrelas que orientam o caminho do mundo» (Bento XVI, Discurso às participantes no Congresso da «Ordo virginum», 15/V/2008).
Convido-vos a reler e meditar os textos do Rito, onde ressoa o sentido da vossa vocação: sois chamadas a experimentar e testemunhar que Deus, em seu Filho, nos amou primeiro, que o seu amor se estende a todos e tem a força de transformar os pecadores em santos. De facto, «Cristo amou a Igreja e entregou-Se por ela, para a santificar, purificando-a, no banho da água, pela palavra» (Ef 5, 25-26). A vossa vida fará transparecer a tensão escatológica que anima a criação inteira, que impele toda a história e nasce do convite do Ressuscitado: «Levanta-te, ó minha bela amada, e vem!» (cf. Ct 2, 10; Orígenes, Homilias sobre o Cântico dos Cânticos II, 12).
3. A Homilia proposta pelo Rito de Consagração exorta-vos: «Amai a todos, mas objeto das vossas preferências sejam os pobres» (n. 29). A consagração reserva-vos para Deus, sem vos alienar do ambiente onde viveis e sois chamadas a dar o vosso testemunho com o estilo da proximidade evangélica (cf. Ecclesiae Sponsae imago, 37-38). Com esta específica proximidade aos homens e mulheres de hoje, a vossa consagração virginal ajude a Igreja a amar os pobres, a identificar as pobrezas materiais e espirituais, a socorrer os mais frágeis e indefesos, todos os que padecem doenças físicas e psíquicas, os pequeninos e os idosos, quantos correm o risco de ser postos de lado e descartados.
Sede mulheres da misericórdia, peritas em humanidade. Mulheres que acreditam «na força revolucionária da ternura e do afeto» (Francisco, Exort. ap. Evangelii gaudium, 288). A pandemia ensina-nos que «é tempo de remover as desigualdades, sanar a injustiça que mina pela raiz a saúde da humanidade inteira» (Francisco, Homilia na Santa Missa da Divina Misericórdia, 19/IV/2020). Aquilo que se passa no mundo incita-vos: não fecheis os olhos, nem fujais; cruzai com delicadeza a tribulação e o sofrimento; perseverai na proclamação do Evangelho da vida em plenitude para todos.
A Oração de Consagração, ao invocar sobre vós os multiformes dons do Espírito, pede que possais viver numa casta libertas (Rito da Consagração das Virgens, 38). Seja este o vosso estilo de relacionamento, para ser sinal do amor esponsal que une Cristo à Igreja, virgem mãe, irmã e amiga da humanidade. Com a vossa bondade (cf. Flp 4, 5), tecei tramas feitas de relações autênticas, que resgatem da solidão e do anonimato os bairros das nossas cidades. Sede capazes de desassombro, mas afastai a tentação da murmuração e da maledicência. Tende a sabedoria, a desenvoltura e a credibilidade da caridade, para vos opordes à arrogância e evitar os abusos de poder.
4. Na Solenidade de Pentecostes, desejo abençoar cada uma de vós, bem como as mulheres que estão a preparar-se para receber esta consagração e todas aquelas que a vão receber no futuro. «O Espírito Paráclito é dado à Igreja como princípio inexaurível da sua alegria de esposa de Cristo glorificado» (S. Paulo VI, Exort. ap. Gaudete in Domino, 41). Como sinal da Igreja Esposa, possais vós ser sempre mulheres da alegria, a exemplo de Maria de Nazaré, mulher do Magnificat, mãe do Evangelho vivente.
Roma, em São João de Latrão, na Solenidade de Pentecostes, 31 de maio de 2020.
FRANCISCO
[00713-PO.01] [Texto original: Italiano]
Traduzione in lingua polacca
Najdroższe Siostry!
1. Pięćdziesiąt lat temu, z polecenia Świętego Pawła VI, Święta Kongregacja Kultu Bożego promulgowała nowy Obrzęd Konsekracji Dziewic. Trwająca nadal pandemia wymusiła odroczenie Międzynarodowego Spotkania, zorganizowanego w Rzymie przez Kongregację ds. Instytutów Życia Konsekrowanego i Stowarzyszeń Życia Apostolskiego dla uczczenia tej ważnej rocznicy. Pragnę jednak, pomimo tego, włączyć się w wasze dziękczynienie za «podwójny dar Pana dla Jego Kościoła» - jak powiedział do was Święty Jan Paweł II z okazji 25. rocznicy - odnowiony Obrzęd i Ordo fidelium «przywrócone we wspólnocie Kościoła» (Przemówienie do uczestników Międzynarodowego Kongresu Ordo virginum, 2 czerwca 1995 r.).
Forma waszego życia znajduje swoje pierwsze źródło w Obrzędzie, swoją konfigurację prawną ma w kanonie 604 Kodeksu Prawa Kanonicznego, a od roku 2018 w Instrukcji Ecclesiae Sponsae imago. Wasze powołanie ukazuje niewyczerpane i różnorodne bogactwo darów Ducha Zmartwychwtałego, który czyni wszystko nowe (por. Ap 21, 5). Jednocześnie jest ono znakiem nadziei: wierność Ojca również i dziś budzi w sercach niektórych kobiet pragnienie poświęcenia się Panu w dziewictwie konsekrowanym, starożytnej formie życia, a jednocześnie nowej i współczesnej, przeżywanej na co dzień we własnym, zwyczajnym środowisku społecznym i kulturowym, będąc zakorzenione w rzeczywistości Kościoła lokalnego.
Prowadzone przez Biskupów, pogłębiłyście specyfikę waszej formy życia konsekrowanego, doświadczając, że konsekracja ustanawia was w Kościele lokalnym szczególnym Ordo fidelium. Podążajcie tą drogą, współpracując z Biskupami, abyście mogły kroczyć ścieżką poważnego rozeznania powołaniowego, a także formacji początkowej i stałej. W rzeczywistości dar waszego powołania wyraża się w symfonii Kościoła, który jest ubogacony, kiedy może rozpoznać w was kobiety zdolne do przeżywania daru braterstwa w duchu siostrzanym.
2. Dziś, pięćdziesiąt lat po odnowionym Obrzędzie, pragnę wam powiedzieć: nie gaście proroctwa waszego powołania! Nie jesteście powołane ze względu na wasze zasługi, ale przez miłosierdzie Boże, aby ukazywać w waszym życiu oblicze Kościoła, Oblubienicy Chrystusa, który jest dziewicą, dlatego że pomimo, iż jest złożony z grzeszników, zachowuje nienaruszoną wiarę, poczyna i pielęgnuje wzrastanie nowej ludzkości.
Razem z Duchem Świętem, z całym Kościołem i każdym słuchającym Słowa jesteście zaproszone, aby powierzyć się Chrystusowi i powiedzieć Mu: «Przyjdź!» (Ap 22, 17), aby przebywać w mocy wypływającej z Jego odpowiedzi: «Zaiste, przyjdę niebawem» (Ap 22, 20). To przyjście Oblubieńca jest horyzontem waszej drogi w Kościele, waszym celem, obietnicą do przyjmowania każdego dnia. W ten sposób «będziecie gwiazdami wskazującymi drogę światu» (Benedykt XVI, Przemówienie do uczestników Kongresu Ordo virginum, 15 maja 2008 r.).
Zachęcam was do ponownego przeczytania i rozważania tekstów Obrzędu, w których rozbrzmiewa sens waszego powołania: jesteście powołane, aby doświadczyć i zaświadczyć, że Bóg w swoim Synu, jako pierwszy nas umiłował, i że Jego miłość, która jest dla wszystkich, ma moc przemiany grzeszników w świętych. Rzeczywiście «Chrystus umiłował Kościół i wydał za niego samego siebie, aby go uświęcić, oczyściwszy obmyciem wodą, któremu towarzyszy słowo» (Ef 5, 25-26). Wasze życie będzie ujawniać eschatologiczne napięcie, które ożywia całe stworzenie i dynamizuje całą historię, a rodzi się z zaproszenia Zmartwychwstałego: “Powstań, piękna ma, i pójdź!” (por. Pnp 2, 10; Orygenes, Homilie o “Pieśni nad Pieśniami” II, 12).
3. Homilia proponowana przez Obrzęd Konsekracji Dziewic zachęca was: «Kochajcie wszystkich, a szczególnie ubogich» (n. 29). Konsekracja przeznacza was dla Boga, nie odsuwając was jednak od środowiska, w którym żyjecie i w którym jesteście wezwane, aby dawać świadectwo w stylu ewangelicznej bliskości (por. Ecclesiae Sponsae imago, 37-38). Poprzez tę specyficzną bliskość wobec współczesnych mężczyzn i kobiet, niech wasza dziewicza konsekracja dopomoże Kosciołowi kochać biednych, rozpoznawać formy ubóstwa materialnego i duchowego, pomagać szczególnie tym, którzy są słabi i bezbronni, tym, którzy cierpią z powodu chorób fizycznych i psychicznych, młodym i starszym, tym, którzy są wystawieni na ryzyko odrzucenia.
Bądźcie kobietami miłosierdzia, ekspertkami człowieczeństwa. Kobietami, które wierzą «w rewolucyjną moc delikatności i czułości» (Adhort. apost. Evangelii Gaudium, 288). Pandemia uczy nas, że «nadszedł czas, aby usunąć nierówności,uzdrowić niesprawiedliwość, która podważa u podstaw zdrowie całej ludzkości!» (Homilia na Mszy Świętej, 19 kwietnia 2020 r.). To, co dzieje się w świecie niech was porusza: nie zamykajcie oczu i nie uciekajcie; z czułością przemierzajcie obszary bólu i cierpienia; trwajcie w głoszeniu wszystkim Ewangelii pełni życia.
Modlitwa konsekracyjna, przyzywająca dla was wielorakie dary Ducha Świętego, wyprasza, abyście żyły w casta libertas (Obrzęd Konsekracji Dziewic, 38). Niech to będzie styl waszych relacji, aby był on znakiem oblubieńczej miłości, która jednoczy Chrystusa z Kościołem, dziewicą matką, siostrą i przyjacielem ludzkości. Poprzez waszą wyrozumiałą łagodność (por. Flp 4, 5) zawiązujcie autentyczne relacje z innymi, które pozwolą mieszkańcom dzielnic naszych miast uwalniać się z samotności i anonimowości. Bądźcie zdolne do parezji, ale unikajcie pokusy plotkarstwa i obmowy. Niech kieruje wami mądrość, kreatywność i autentyczność miłości, aby przeciwstawiać się arogancji i zapobiegać nadużyciom władzy.
4. W Uroczystość Zesłania Ducha Świętego, pragnę pobłogosławić każdą z was, jak również i wszystkie kobiety, które przygotowują się, aby przyjąć tę konsekrację i wszystkie inne, które w przyszłości ją przyjmą. «Duch Pocieszyciel udziela się w darze Kościołowi jako niewyczerpane źródło radości, którą cieszy się on jako Oblubienica Chrystusa uwielbionego» (Św. Paweł VI, Adhort. apost. Gaudete in Domino, 41). Jako znak Kościoła Oblubienicy, bądźcie zawsze kobietami radości, na wzór Maryi z Nazaretu, kobiety Magnificat, matki żywej Ewangelii.
W Rzymie, u Świętego Jana na Lateranie, dnia 31 maja 2020 roku, w Uroczystość Zesłania Ducha Świętego.
FRANCISZEK
[00713-PL.01] [Testo originale: Italiano]
Traduzione in lingua araba
رسالة قداسة البابا فرنسيس
بمناسبة الذكرى الخمسين لإصدار الرتبة الطقسية لتكريس العذارى
31 مايو / أيار 2020
أخواتي العزيزات!
تجد طريقة عيشكنّ أصلها الأوّل في الرتبة الطقسية، ويقوم شكلها القانوني على القانون رقم 604 من مجموعة قوانين الحق القانوني الكنسي واعتبارًا من 2018، على التعليمات حول جمعية العذارى صورة الكنيسة العروس. تبرز دعوتكنّ الغنى المتنوّع الذي لا ينضب لمواهب روح القائم من الموت الذي يجدّد كلّ شيء (را. رؤ 21، 5). وهي في الوقت عينه علامة رجاء: إنّ أمانة الله الآب ما زالت حتى اليوم تضع في قلوب بعض النساء الرغبة في التكرّس للربّ عبر بتوليّة يعشنها في بيئتهنّ الاجتماعية والثقافية المعتادة، المتجذّرة في كنيسة خاصّة، وفي شكل من أشكال الحياة القديمة وهي في الوقت عينه جديدة وحديثة.
لقد عمّقتنّ، برفقة الأساقفة، خصوصيّة شكل حياتكنّ المكرّسة، واختبرتنّ أن التكريس يجعل منكنّ في الكنيسة جمعية من النساء المؤمنات. تابِعنَ في هذا الطريق، وتعاونّ مع الأساقفة حتى تكون هناك مسارات جادّة من تمييز للدعوات ومن التنشئة الأساسيّة والمستمرّة. إنّ هبة دعوتكنّ في الواقع، تظهر في سيمفونية الكنيسة، التي تتعلّم الكثير عندما ترى فيكنّ نساء قادرات على عيش عطية الأخوّة.
2. بعد خمسين سنة من تجديد الرتبة الطقسية، أودّ أن أقول لكنّ: لا تطفئن نبوءة دعوتكنّ! لقد دعيتنّ، ليس بفضل جدارتكنّ، إنما بفضل رحمة الله، كيما تجعلن يشعّ في حياتكنّ وجه الكنيسة، عروس المسيح، التي هي عذراء لأنها، بالرغم من كونها مكوّنة من خطأة، تحافظ على استقامة الإيمان، وتحمِل وتربّي إنسانية جديدة.
مع الروح ومع الكنيسة بأسرها ومع كلّ مَن يصغي للكلمة، أنتنّ مدعوّات لتسليم ذواتكنّ للمسيح ولأن تقلن له: "تعال!" (رؤ 22، 17)، حتى تحافظن على القوّة التي تنبع من جوابه: "أَجَل، إِنِّي آت ٍعلى عَجَل!" (رؤ 22، 20). تمثل زيارة العريس هذه آفاق مسيرتكنّ الكنسية، وهدفكنّ، والوعد الذي يجب أن تقبلنه كلّ يوم. بهذه الطريقة "يمكنكنّ أن تكنّ نجومًا تقدن مسار العالم" (بندكتس السادس عشر، كلمة البابا للمشتركين في مؤتمر جمعية العذارى، 15 مايو/أيار 2008).
أدعوكنّ إلى قراءة نصوص الرتبة الطقسية والتأمّل بها، حيث يتردّد معنى دعوتكنّ: أنتنّ مدعوّات لأن تختبرن وتشهدن أنّ الله أحبّنا أوّلًا في ابنه، وأنّ حبّه للجميع، وأنه قادر على تحويل الخطأة إلى قدّيسين. في الواقع، "أَحَبَّ المسيحُ الكَنيسة وجادَ بِنَفسِه مِن أَجْلِها، لِيُقدَسَها مُطهِّرًا إِيَّاها بِغُسلِ الماءِ وكَلِمَةٍ تَصحَبُه" (أف 5، 25- 26). وسوف تظهر حياتكنّ التوقَ الأخروي الذي يحرّك الخليقة بأكملها، والذي يحفّز التاريخ بأسره، ويأتي من دعوة القائم من الموت: "انهضي، يا جميلتي، وهلمّي!" (را. نشيد الأناشيد 2، 10؛ أوريجانوس، عظات حول نشيد الأناشيد، المجلد القاني، عدد 12).
3. أمّا العظة التي تقترحها رتبة طقوس التكريس فتحفّزكن على أن "تُحبِبنَ الجميع وتُفضِلنَ الفقراء" (رقم 29). بالتكرّس تصبحن خاصّة الله دون أن تكنّ غريبات عن البيئة التي تعشن فيها والتي دعيتن إلى تقديم شهادتكن فيها بأسلوب التقارب الإنجيلي (را. صورة الكنيسة العروس، 37- 38). عبر هذا القرب من رجال ونساء اليوم، ليساعد تكريسكن البتولي الكنيسةَ على حبّ الفقراء، وتمييز الفقر المادّي والروحي، وإعانة الأشخاص الأكثر هشاشة وضعفًا، والذين يعانون من أمراض جسديّة ونفسيّة، الصغار والمسنّين، والمُعرّضين للاستبعاد كالفضلات.
كنّ نساء الرحمة وخبيرات في الإنسانية. نساء تؤمنّ "بقوّة الحنان والعطف الثوريّة" (الإرشاد الرسولي فرح الإنجيل، 288). تعلّمنا الجائحةُ أنه قد "حان الوقت لإزالة عدم المساواة، ومعالجة الظلم الذي يقوض جذور سلامة البشرية جمعاء!" (عظة البابا خلال القداس الإلهي بمناسبة أحد الرحمة، 19 أبريل / نيسان 2020). إنّ ما يحدث في العالم يهزكنّ: لا تغمضن أعينكنّ ولا تهربن. اعبرن الألم والمعاناة بكلّ لطف. وثابرن في إعلان إنجيل ملء الحياة للجميع.
إنّ صلاة التكريس، التي تلتمس لكنّ هبات الروح المتعدّدة الأشكال، تطلب منكنّ أن تعشن بحرّية عفيفة (رتبة طقس تكريس العذارى، 38). لتكن هذه طريقتكنّ في إقامة العلاقات مع الآخرين، كي تكنّ علامة على الحبّ الزوجي الذي يجمع المسيح بالكنيسة، الأمّ العذراء، والأخت، وصديقة البشرية. ومن خلال لطفكنّ (را. فل 4، 5)، انسجن خيوط علاقات حقيقية، تنقذ أحياء مدننا من العزلة والمجهولية. كنّ قادرات على الصراحة، ولكن ابتعدن عن الثرثرة والنميمة. تمتّعن بحكمة المحبّة وبراعتها ونفوذها، حتى تقاومن الغطرسة وتتجنّبن إساءة استخدام السلطة.
4. بمناسبة عيد العنصرة، أودّ أن أبارك كلّ واحدة منكنّ، وكذلك النساء اللواتي يتحضّرن لنوال هذا التكريس وجميع اللواتي سينلنه في المستقبل. "لقد مُنِحَ الروحُ المعزّي للكنيسة كمبدأ لا ينضب من فرحها كعروس للمسيح المُمجد" (القدّيس البابا بولس السادس، الإرشاد الرسولي افرحوا بالربّ، 41). وكعلامة على الكنيسة العروس، عسى أن تكنّ دومًا نساء فرحات، على غرار مريم الناصرية، امرأة نشيد التعظيم، وأمّ الإنجيل الحيّ.
أعطي في روما، قرب القدّيس يوحنا اللاتيراني، 31 مايو/أيار 2020، يوم عيد العنصرة.
فرنسيس
[00713-AR.01] [Testo originale: Italiano]
[B0317-XX.02]