Catechesi del Santo Padre in lingua italiana
Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue
L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.30 nella Biblioteca del Palazzo Apostolico Vaticano.
Nel discorso in lingua italiana il Papa, continuando il ciclo di catechesi sulla preghiera, ha incentrato la sua meditazione sul tema: «La preghiera del cristiano» (Sal 63,2-5.9).
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai fedeli.
L’Udienza Generale si è conclusa con la recita del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.
Catechesi del Santo Padre in lingua italiana
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Facciamo oggi il secondo passo nel cammino di catechesi sulla preghiera, iniziato la settimana scorsa.
La preghiera appartiene a tutti: agli uomini di ogni religione, e probabilmente anche a quelli che non ne professano alcuna. La preghiera nasce nel segreto di noi stessi, in quel luogo interiore che spesso gli autori spirituali chiamano “cuore” (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 2562-2563). A pregare, dunque, in noi non è qualcosa di periferico, non è qualche nostra facoltà secondaria e marginale, ma è il mistero più intimo di noi stessi. È questo mistero che prega. Le emozioni pregano, ma non si può dire che la preghiera sia solo emozione. L’intelligenza prega, ma pregare non è solo un atto intellettuale. Il corpo prega, ma si può parlare con Dio anche nella più grave invalidità. È dunque tutto l’uomo che prega, se prega il suo “cuore”.
La preghiera è uno slancio, è un’invocazione che va oltre noi stessi: qualcosa che nasce nell’intimo della nostra persona e si protende, perché avverte la nostalgia di un incontro. Quella nostalgia che è più di un bisogno, più di una necessità: è una strada. La preghiera è la voce di un “io” che brancola, che procede a tentoni, in cerca di un “Tu”. L’incontro tra l’“io” e il “Tu” non si può fare con le calcolatrici: è un incontro umano e tante volte si procede a tentoni per trovare il “Tu” che il mio “io” sta cercando.
La preghiera del cristiano nasce invece da una rivelazione: il “Tu” non è rimasto avvolto nel mistero, ma è entrato in relazione con noi. Il cristianesimo è la religione che celebra continuamente la “manifestazione” di Dio, cioè la sua epifania. Le prime feste dell’anno liturgico sono la celebrazione di questo Dio che non rimane nascosto, ma che offre la sua amicizia agli uomini. Dio rivela la sua gloria nella povertà di Betlemme, nella contemplazione dei Magi, nel battesimo al Giordano, nel prodigio delle nozze di Cana. Il Vangelo di Giovanni conclude con un’affermazione sintetica il grande inno del Prologo: «Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato» (1,18). È stato Gesù a rivelarci Dio.
La preghiera del cristiano entra in relazione con il Dio dal volto tenerissimo, che non vuole incutere alcuna paura agli uomini. Questa è la prima caratteristica della preghiera cristiana. Se gli uomini erano da sempre abituati ad avvicinarsi a Dio un po’ intimiditi, un po’ spaventati da questo mistero affascinante e tremendo, se si erano abituati a venerarlo con un atteggiamento servile, simile a quello di un suddito che non vuole mancare di rispetto al suo signore, i cristiani si rivolgono invece a Lui osando chiamarlo in modo confidente con il nome di “Padre”. Anzi, Gesù usa l’altra parola: “papà”.
Il cristianesimo ha bandito dal legame con Dio ogni rapporto “feudale”. Nel patrimonio della nostra fede non sono presenti espressioni quali “sudditanza”, “schiavitù” o “vassallaggio”; bensì parole come “alleanza”, “amicizia”, “promessa”, “comunione”, “vicinanza”. Nel suo lungo discorso d’addio ai discepoli, Gesù dice così: «Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda» (Gv 15,15-16). Ma questo è un assegno in bianco: “Tutto quello che chiederete al Padre mio nel mio nome, ve lo concedo”!
Dio è l’amico, l’alleato, lo sposo. Nella preghiera si può stabilire un rapporto di confidenza con Lui, tant’è vero che nel “Padre nostro” Gesù ci ha insegnato a rivolgergli una serie di domande. A Dio possiamo chiedere tutto, tutto; spiegare tutto, raccontare tutto. Non importa se nella relazione con Dio ci sentiamo in difetto: non siamo bravi amici, non siamo figli riconoscenti, non siamo sposi fedeli. Egli continua a volerci bene. È ciò che Gesù dimostra definitivamente nell’Ultima Cena, quando dice: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi» (Lc 22,20). In quel gesto Gesù anticipa nel cenacolo il mistero della Croce. Dio è alleato fedele: se gli uomini smettono di amare, Lui però continua a voler bene, anche se l’amore lo conduce al Calvario. Dio è sempre vicino alla porta del nostro cuore e aspetta che gli apriamo. E alle volte bussa al cuore ma non è invadente: aspetta. La pazienza di Dio con noi è la pazienza di un papà, di uno che ci ama tanto. Direi, è la pazienza insieme di un papà e di una mamma. Sempre vicino al nostro cuore, e quando bussa lo fa con tenerezza e con tanto amore.
Proviamo tutti a pregare così, entrando nel mistero dell’Alleanza. A metterci nella preghiera tra le braccia misericordiose di Dio, a sentirci avvolti da quel mistero di felicità che è la vita trinitaria, a sentirci come degli invitati che non meritavano tanto onore. E a ripetere a Dio, nello stupore della preghiera: possibile che Tu conosci solo amore? Lui non conosce l’odio. Lui è odiato, ma non conosce l’odio. Conosce solo amore. Questo è il Dio al quale preghiamo. Questo è il nucleo incandescente di ogni preghiera cristiana. Il Dio di amore, il nostro Padre che ci aspetta e ci accompagna.
[00612-IT.02] [Testo originale: Italiano]
Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue
In lingua francese
Speaker:
Frères et sœurs, la prière n’est pas seulement un mouvement de la sensibilité ni un pur acte de l’intelligence. Elle nait dans le secret de ce lieu intérieur que les auteurs spirituels appellent le Cœur. Loin d’être une action secondaire et marginale, la prière nait à l’intime de notre personne, comme un élan en recherche nostalgique d’une rencontre avec un Autre. Pour le chrétien, cet Autre s’est révélé en Jésus-Christ, et est entré en relation avec nous: «Dieu, personne ne l’a jamais vu, le Fils unique qui est dans le sein du Père, l’a fait connaître». Les chrétiens s’adressent à Dieu en osant l’appeler «Père». Le rapport que nous avons avec lui n’est pas de servilité, marqué par la peur, mais une alliance, une amitié, une communion, comme Jésus l’enseigne: «je ne vous appelle plus serviteurs, mais je vous appelle amis». Dans la confidence de la prière, il est possible de tout lui dire, tout lui demander. Il n’importe pas que nous nous sentions en faute envers lui, et, de fait, nous sommes souvent insuffisants, ingrats, infidèles. Mais Dieu est fidèle et, si les hommes cessent de l’aimer, lui continue d’aimer, même si l’amour le conduit au calvaire.
Santo Padre:
Saluto cordialmente i fedeli di lingua francese. Quando preghiamo, sforziamoci di parlare a Dio con fiducia, come un bambino si rivolge a suo Padre, senza paura e distanza. Egli ci è sempre vicino, possiamo dirGli tutto e chiederGli tutto. Dio vi benedica!
Speaker:
Je salue cordialement les personnes de langue française.
Lorsque nous prions, efforçons-nous de nous adresser à Dieu avec confiance, comme un enfant s’adresse à son Père, chassant toute peur et toute distance. Il est toujours proche de nous, nous pouvons tout lui dire et tout lui demander.
Que Dieu vous bénisse!
[00613-FR.01] [Texte original: Français]
In lingua inglese
Speaker:
Dear Brothers and Sisters: In our continuing catechesis on prayer, we now consider its essential characteristics. Prayer involves our entire being yearning for some “other” beyond ourselves. Specifically Christian prayer is born from the realization that the “other” we are seeking has been revealed in the tender face of Jesus, who teaches us to call God “Father”, and wants personally to enter into relationship with us. In his farewell discourse at the Last Supper, Jesus no longer calls his disciples servants but friends. When we commune with God in prayer, we need not be fearful, for he is a friend, a trusted ally. Whatever our situation, or however poorly we may think of ourselves, God is always faithful, and willing to embrace us in mercy. We see this unconditional love on Calvary, for the Lord never stops loving, even to the end. Let us seek to pray by entering into this mystery of God’s unending Covenant with us. This is the burning heart of every Christian prayer: entrusting ourselves to the loving and merciful arms of our heavenly Father.
Santo Padre:
Saluto i fedeli di lingua inglese collegati attraverso i mezzi di comunicazione sociale. Invoco su di voi e sulle vostre famiglie, in questo Tempo di Pasqua, la gioia e la fortezza che vengono dal Cristo risorto. Dio vi benedica!
Speaker:
I greet the English-speaking faithful joining us through the media. In this Easter season, I invoke upon you and your families the joy and strength that come from the Risen Christ. May God bless you!
[00614-EN.01] [Original text: English]
In lingua tedesca
Speaker:
Liebe Brüder und Schwestern,
in unserer Katechesenreihe über das Gebet wollen wir uns heute dem christlichen Gebet zuwenden. Das Gebet gehört allen, den Menschen jeder Religion. Das Gebet ist allerdings nicht nur frommer Brauch. Die Gefühle beten, ebenso der Verstand und auch der Körper betet. „Es betet doch immer der ganze Mensch“ (KKK 2562). Das Gebet des Christen zeichnet sich nun dadurch aus, dass es an ein konkretes „Du“ gerichtet ist. Denn Gott hat sich in den Heilsereignissen geoffenbart, die in der Liturgie vergegenwärtigt werden. Hier leuchtet das sanftmütige Antlitz Gottes auf. Sicher, „niemand hat Gott je gesehen“, sagt das Johannesevangelium, aber „der Einzige, der Gott ist und am Herzen des Vaters ruht, er hat Kunde gebracht“ (1, 18). Christus stärkt die Beziehung in unserem Beten, so dass wir vertrauensvoll Gott unseren Vater nennen und ihn um alles bitten, ihm alles erzählen dürfen. Gerade das christliche Beten ist nicht so sehr von der Furcht vor dem Geheimnis Gottes, als von der Vertrautheit mit dem Vater Jesu gekennzeichnet. Jesus hat uns Freunde genannt und uns alles vom Vater mitgeteilt (vgl. Joh 15,15). In Christus besteht ein Band zwischen Gott und den Menschen. Wenn auch wir Menschen oft in unserer Liebe schwach werden, Gott bleibt doch treu und nimmt uns wieder auf. Und im glühenden Staunen dürfen wir zu Gott sagen: „Wie ist es nur möglich, dass Du nur die Liebe kennst?“
Santo Padre:
Saluto di cuore tutti gli amici di lingua tedesca. I tanti esempi dell’amore che Dio ha donato a noi sono un forte invito a volerci bene con tutte le persone che incontriamo, anche in questi tempi quando la vita ci costringe a una convivenza un po’ difficile. Lo Spirito Santo vi ricolmi della sua carità e della sua gioia.
Speaker:
Herzlich grüße ich die Freunde deutscher Sprache. Die vielen Erweise der göttlichen Liebe sind eine starke Einladung an uns, zu allen Menschen, denen wir begegnen, freundlich zu sein, auch in diesen Zeiten, in denen das Leben uns zu einem etwas schwierigeren Zusammensein zwingt. Der Heilige Geist erfülle euch mit seiner Liebe und seiner Freude.
[00615-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]
In lingua spagnola
Queridos hermanos y hermanas:
Siguiendo con el tema de la oración que iniciamos la semana pasada, consideramos cómo la oración nos pertenece a todos, a los hombres de todas las religiones, y probablemente a los que no profesan ninguna. La oración surge en el secreto de nosotros mismos, en ese lugar interior que los autores espirituales a menudo llaman el “corazón”.
Rezar no es algo externo ni marginal a nosotros, sino que es el misterio más íntimo de nosotros mismos, que nace como una invocación en lo profundo de nuestra persona y se extiende, buscando un “Tú”, que es Dios.
La oración del cristiano surge de la revelación de ese “Tú”, con mayúscula, que se ha manifestado y ha venido a nuestro encuentro, dándonos confianza y revelándonos a Dios como un Padre bueno, que nos ama y nos comprende, que no nos considera siervos, sino amigos e hijos suyos.
En la oración del Padre Nuestro, Jesús nos enseñó a pedir a Dios todo lo que necesitamos. No importa si nos sentimos culpables en nuestra relación con Él, si no hemos sido amigos fieles, ni hijos agradecidos; Dios siempre continúa amándonos, porque Él siempre es fiel.
Saludo cordialmente a los fieles de lengua española que siguen esta catequesis a través de los medios de comunicación social. Los animo a entablar esa relación filial, de amistad y confianza con el Señor, pidiéndole lo que necesitan para su vida y, de manera particular, por aquellos que están a nuestro lado y sabemos que están necesitados, para que Dios, como Padre bueno, haga brillar su rostro sobre ellos y les conceda la paz.
Que Nuestra Señora de Fátima, cuya memoria celebramos hoy, interceda por cada uno de ustedes.
Que Dios los bendiga.
[00616-ES.02] [Texto original: Español]
In lingua portoghese
Speaker:
A oração, encontramo-la em todos os seguidores das várias religiões e, provavelmente, também nas pessoas que não professam nenhuma. É uma invocação que nasce no íntimo de nós mesmos e se eleva para Alguém, porque sente a nostalgia dum encontro: a oração é a voz de alguém, na escuridão, que às apalpadelas procura a Luz que é Deus. Ora, como diz o evangelista São João, «a Deus jamais alguém O viu. O Filho Unigénito que é Deus e está no seio do Pai, foi Ele quem O deu a conhecer» (1, 18). E como é? É um Deus, de rosto muito terno, que não quer meter medo a ninguém. Antes de Jesus no-Lo revelar, os homens estavam habituados a aproximar-se de Deus cheios de medo perante o seu mistério fascinante e tremendo; veneravam-No com atitude servil, parecida com a dum súbdito que não quer faltar de respeito ao seu senhor. Ao contrário, o Deus, que Jesus nos revelou, é Pai, o Pai nosso. A Ele nos dirigimos com a confiança de filhos: podemos pedir-Lhe tudo, explicar-Lhe tudo, contar-Lhe tudo. Deus é o amigo, o nosso aliado e um aliado fiel: mesmo que deixemos de O amar, Ele continua a querer-nos bem, chegando ao ponto de morrer por nós na Cruz. Procuremos rezar, colocando-nos nos braços misericordiosos do Pai do Céu, deixando-nos envolver por aquele mistério de felicidade que é a vida trinitária. Inebriados pela sua maravilha, brotará em nós esta oração a Deus: Será possível que Tu conheças só o amor?
Santo Padre:
Saluto gli ascoltatori di lingua portoghese e, in questo giorno tredici maggio, incoraggio tutti a conoscere e seguire l’esempio della Vergine Maria. A tale scopo cerchiamo di vivere questo mese con una preghiera quotidiana più intensa e fedele, in particolare recitando il rosario, come raccomanda la Chiesa obbedendo a un desiderio ripetutamente espresso in Fatima dalla Madonna. Sotto la sua protezione, vedrette che i dolori e le afflizioni della vita saranno più sopportabili. Vorrei avvicinarmi con il cuore alla diocesi di Fatima, al Santuario della Madonna, oggi. Saluto tutti i pellegrini che stanno pregando lì, saluto il cardinale vescovo, saluto tutti. Tutti uniti con la Madonna, che ci accompagni in questa via di conversione quotidiana verso Gesù. Dio vi benedica!
Speaker:
Saúdo os ouvintes de língua portuguesa e, neste dia treze de maio, a todos encorajo a conhecer e seguir o exemplo da Virgem Maria. Para isso procuremos viver este mês com uma oração diária mais intensa e fiel, em particular rezando o terço, como recomenda a Igreja, obedecendo a um desejo repetidamente expresso em Fátima por Nossa Senhora. Sob a sua proteção, vereis que os sofrimentos e as aflições da vida serão mais suportáveis. Hoje, gostaria de me abeirar, com o coração, à diocese de Leiria-Fátima, ao Santuário de Nossa Senhora. Saúdo todos os peregrinos que lá estão em oração; saúdo o Cardeal Bispo, saúdo a todos. Todos unidos a Nossa Senhora, para que nos acompanhe neste caminho de conversão diária rumo a Jesus. Que Deus vos abençoe!
[00617-PO.02] [Texto original: Português]
In lingua araba
Speaker:تكلم قداسةُ البابا اليَومَ عما يميز الصلاة المسيحية. قال قداسته إنّ الصلاة تنشأ في سر أنفسنا، في داخلنا، في "القلب". لذا فالصلاة ليست أمرًا ثانوية بالنسبة لنا، بل هي السر الأكثر حميمية فينا. إنّ صلاة المسيحي هي تعبير عن علاقته مع الله. فالمسيحي، بصلاته، يلجأ إلى الله ويدعوه بثقة "أبانا"، لأن الله لا يبث الخوف، بل هو المحب والرحيم. وأوضح البابا أن المسيحية استبعدت مفهوم السيد والعبد بالأب والابن، وكلمات مثل "الخضوع"، أو "العبودية" أو "التبعية"؛ بكلمات مثل "العهد"، و"الصداقة"، و"الشركة"، لتأكيد أنّ الله هو الصديق وصاحب العهد والخليل. في الصلاة، نقيم علاقة ثقة معه، وقد علّمنا يسوع المسيح أن نطلب من الله كل ما نحتاج إليه، وأن نشرح كل ما نمر به. واختتم البابا تعاليمه مؤكدا أن موقف الله منا لا يعتمد على أمانتنا وإخلاصنا بل على أمانته ومحبته لنا. فهو المحب دائما وصاحب العهد الأمين، حتى لو كان ثمن محبته هو الجلجلة.
Santo Padre:
Saluto i fedeli di lingua araba che seguono questo incontro attraverso i mezzi di comunicazione sociale. La preghiera è il modo per comunicare e per ascoltare Dio. Con questo spirito ho accolto l’invito dell’Alto Comitato della Fratellanza Umana per dedicare la giornata di domani, 14 maggio, alla preghiera, al digiuno e alle opere di carità. Invito e incoraggio tutti a unirsi a questo evento. Uniamoci come fratelli nel chiedere al Signore di salvare l’umanità dalla pandemia, di illuminare gli scienziati e di guarire i malati. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga sempre da ogni male!
Speaker:أحيي جميع المؤمنين الناطقين باللغة العربية، المتابعين لهذه المقابلة عَبر وسائل التواصل الاجتماعي. إن الصلاة هي درب التواصل مع الله والإصغاء إليه. بهذه الروح، قبلت دعوة اللجنة العليا للأخوة الإنسانية لتكريس يوم غد، الموافق 14 مايو/آيار، للصلاة والصوم والأعمال الخيرية. أدعو وأشجع الجميع للانضمام إلى هذا الحدث. لنتحد كأخوة طالبين من الرب أن ينقذ البشرية من الجائحة، وأن ينير العلماء، وأن يمنح الشفاء للمصابين. ليبارككم الرب جميعًا ويحرسكم دائمًا من كل شر!
[00618-AR.01] [Testo originale: Arabo]
In lingua polacca
Speaker:
Drodzy bracia i siostry, kontynuując dzisiaj temat o modlitwie, pragnę podkreślić, że jest ona cechą wszystkich ludzi. Rodzi się w sercu każdego, przenika uczucia, intelekt i ciało. Jest impulsem wynikającym z Bożego objawienia, rodzącym potrzebę nawiązania relacji z Tym, który będąc Ojcem nie chce wzbudzać w człowieku żadnego lęku. Dlatego chrześcijaństwo wykluczyło z rozumienia więzi z Bogiem wszelkie relacje „feudalne”. To nie jest „uległość”, „zniewolenie” czy „poddaństwo”, lecz więź, którą rodzi „przymierze”, „przyjaźń”, „komunia”. Pan Jezus mówi do uczniów: „Już was nie nazywam sługami, ale nazwałem was przyjaciółmi (por. J 15,15-16). Modlitwa, to rozmowa z Bogiem Ojcem o wszystkim, co dotyczy naszego życia. On zawsze nas kocha, nawet, jeżeli Jego miłość wobec nas prowadzi Go na Kalwarię. Możemy zadać Bogu pytanie: czy to możliwe, że Ty Boże znasz tylko miłość? Niech poszukiwanie odpowiedzi na to pytanie prowadzi nas do zdumienia, kontemplacji i pełni szczęścia w modlitewnych spotkaniach.
Santo Padre:
Saluto cordialmente tutti i Polacchi. Oggi celebriamo la memoria liturgica della Madonna di Fatima. Torniamo col pensiero alle sue apparizioni e al suo messaggio trasmesso al mondo, come anche all’attentato a san Giovanni Paolo II, che nella salvezza della sua vita vedeva l’intervento materno della Vergine Santa. Nella nostra preghiera domandiamo a Dio, per intercessione del Cuore Immacolata di Maria, la pace per il mondo, la fine della pandemia, lo spirito di penitenza e la nostra conversione. Lunedì prossimo sarà il centesimo della nascita di San Giovanni Paolo II: io celebrerò la Messa alle 7.00, davanti all’altare della tomba, e sarà trasmessa in mondovisione per tutti. Ringraziamo Dio di averci dato questo Vescovo a Roma, Santo Vescovo, e chiediamo a lui che ci aiuti: che aiuti questa Chiesa di Roma a convertirsi e ad andare avanti. Di cuore vi benedico.
Speaker:
Pozdrawiam serdecznie wszystkich Polaków. Dzisiaj w liturgii obchodzimy wspomnienie Matki Bożej Fatimskiej. Powracamy myślą do Jej objawień i orędzia przykazanego światu, a także do zamachu na życie świętego Jana Pawła II, który w swoim ocaleniu widział matczyną interwencję Najświętszej Dziewicy. W naszej modlitwie, prośmy Boga, za wstawiennictwem Niepokalanego Serca Maryi, o pokój dla świata, powstrzymanie pandemii, o ducha pokuty i o nasze nawrócenie. W najbliższy poniedziałek przypada stulecie urodzin świętego Jana Pawła II: przy ołtarzu jego grobu odprawię Mszę św. o godzinie 7 rano, która będzie transmitowana przez telewizję satelitarną dla wszystkich. Dziękujemy Bogu, że dał nam tego Biskupa Rzymu, świętego Biskupa i prosimy Go, aby nam pomagał: aby pomógł Kościołowi rzymskiemu nawrócić się i iść naprzód. Z serca wam błogosławię.
[00619-PL.02] [Testo originale: Polacco]
In lingua italiana
Saluto i fedeli di lingua italiana. Nell’anniversario della prima Apparizione ai piccoli veggenti di Fatima, vi invito ad invocare la Vergine Maria affinché renda ciascuno perseverante nell’amore a Dio e al prossimo.
Rivolgo un pensiero speciale ai giovani, agli anziani, ai malati e agli sposi novelli. Ricorrete costantemente all’aiuto della Madonna; in Lei noi troviamo una madre premurosa e tenera, rifugio sicuro nelle avversità.
A tutti la mia benedizione!
[00620-IT.01] [Testo originale: Italiano]
[B0277-XX.02]