Messaggio del Santo Padre
Testo in lingua francese
Testo in lingua inglese
Testo in lingua tedesca
Testo in lingua spagnola
Testo in lingua portoghese
Testo in lingua polacca
Testo in lingua araba
Pubblichiamo di seguito il testo del Messaggio del Santo Padre Francesco per la Quaresima 2020 sul tema: «Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio» (2Cor 5,20):
Messaggio del Santo Padre
«Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio» (2Cor 5,20)
Cari fratelli e sorelle!
Anche quest’anno il Signore ci concede un tempo propizio per prepararci a celebrare con cuore rinnovato il grande Mistero della morte e risurrezione di Gesù, cardine della vita cristiana personale e comunitaria. A questo Mistero dobbiamo ritornare continuamente, con la mente e con il cuore. Infatti, esso non cessa di crescere in noi nella misura in cui ci lasciamo coinvolgere dal suo dinamismo spirituale e aderiamo ad esso con risposta libera e generosa.
1. Il Mistero pasquale, fondamento della conversione
La gioia del cristiano scaturisce dall’ascolto e dall’accoglienza della Buona Notizia della morte e risurrezione di Gesù: il kerygma. Esso riassume il Mistero di un amore «così reale, così vero, così concreto, che ci offre una relazione piena di dialogo sincero e fecondo» (Esort. ap. Christus vivit, 117). Chi crede in questo annuncio respinge la menzogna secondo cui la nostra vita sarebbe originata da noi stessi, mentre in realtà essa nasce dall’amore di Dio Padre, dalla sua volontà di dare la vita in abbondanza (cfr Gv 10,10). Se invece si presta ascolto alla voce suadente del “padre della menzogna” (cfr Gv 8,45) si rischia di sprofondare nel baratro del nonsenso, sperimentando l’inferno già qui sulla terra, come testimoniano purtroppo molti eventi drammatici dell’esperienza umana personale e collettiva.
In questa Quaresima 2020 vorrei perciò estendere ad ogni cristiano quanto già ho scritto ai giovani nell’Esortazione apostolica Christus vivit: «Guarda le braccia aperte di Cristo crocifisso, lasciati salvare sempre nuovamente. E quando ti avvicini per confessare i tuoi peccati, credi fermamente nella sua misericordia che ti libera dalla colpa. Contempla il suo sangue versato con tanto affetto e lasciati purificare da esso. Così potrai rinascere sempre di nuovo» (n. 123). La Pasqua di Gesù non è un avvenimento del passato: per la potenza dello Spirito Santo è sempre attuale e ci permette di guardare e toccare con fede la carne di Cristo in tanti sofferenti.
2. Urgenza della conversione
È salutare contemplare più a fondo il Mistero pasquale, grazie al quale ci è stata donata la misericordia di Dio. L’esperienza della misericordia, infatti, è possibile solo in un “faccia a faccia” col Signore crocifisso e risorto «che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me» (Gal 2,20). Un dialogo cuore a cuore, da amico ad amico. Ecco perché la preghiera è tanto importante nel tempo quaresimale. Prima che essere un dovere, essa esprime l’esigenza di corrispondere all’amore di Dio, che sempre ci precede e ci sostiene. Il cristiano, infatti, prega nella consapevolezza di essere indegnamente amato. La preghiera potrà assumere forme diverse, ma ciò che veramente conta agli occhi di Dio è che essa scavi dentro di noi, arrivando a scalfire la durezza del nostro cuore, per convertirlo sempre più a Lui e alla sua volontà.
In questo tempo favorevole, lasciamoci perciò condurre come Israele nel deserto (cfr Os 2,16), così da poter finalmente ascoltare la voce del nostro Sposo, lasciandola risuonare in noi con maggiore profondità e disponibilità. Quanto più ci lasceremo coinvolgere dalla sua Parola, tanto più riusciremo a sperimentare la sua misericordia gratuita per noi. Non lasciamo perciò passare invano questo tempo di grazia, nella presuntuosa illusione di essere noi i padroni dei tempi e dei modi della nostra conversione a Lui.
3. L’appassionata volontà di Dio di dialogare con i suoi figli
Il fatto che il Signore ci offra ancora una volta un tempo favorevole alla nostra conversione non dobbiamo mai darlo per scontato. Questa nuova opportunità dovrebbe suscitare in noi un senso di riconoscenza e scuoterci dal nostro torpore. Malgrado la presenza, talvolta anche drammatica, del male nella nostra vita, come in quella della Chiesa e del mondo, questo spazio offerto al cambiamento di rotta esprime la tenace volontà di Dio di non interrompere il dialogo di salvezza con noi. In Gesù crocifisso, che «Dio fece peccato in nostro favore» (2Cor 5,21), questa volontà è arrivata al punto di far ricadere sul suo Figlio tutti i nostri peccati, fino a “mettere Dio contro Dio”, come disse Papa Benedetto XVI (cfr Enc. Deus caritas est, 12). Dio infatti ama anche i suoi nemici (cfr Mt 5,43-48).
Il dialogo che Dio vuole stabilire con ogni uomo, mediante il Mistero pasquale del suo Figlio, non è come quello attribuito agli abitanti di Atene, i quali «non avevano passatempo più gradito che parlare o ascoltare le ultime novità» (At 17,21). Questo tipo di chiacchiericcio, dettato da vuota e superficiale curiosità, caratterizza la mondanità di tutti i tempi, e ai nostri giorni può insinuarsi anche in un uso fuorviante dei mezzi di comunicazione.
4. Una ricchezza da condividere, non da accumulare solo per sé
Mettere il Mistero pasquale al centro della vita significa sentire compassione per le piaghe di Cristo crocifisso presenti nelle tante vittime innocenti delle guerre, dei soprusi contro la vita, dal nascituro fino all’anziano, delle molteplici forme di violenza, dei disastri ambientali, dell’iniqua distribuzione dei beni della terra, del traffico di esseri umani in tutte le sue forme e della sete sfrenata di guadagno, che è una forma di idolatria.
Anche oggi è importante richiamare gli uomini e le donne di buona volontà alla condivisione dei propri beni con i più bisognosi attraverso l’elemosina, come forma di partecipazione personale all’edificazione di un mondo più equo. La condivisione nella carità rende l’uomo più umano; l’accumulare rischia di abbrutirlo, chiudendolo nel proprio egoismo. Possiamo e dobbiamo spingerci anche oltre, considerando le dimensioni strutturali dell’economia. Per questo motivo, nella Quaresima del 2020, dal 26 al 28 marzo, ho convocato ad Assisi giovani economisti, imprenditori e change-makers, con l’obiettivo di contribuire a delineare un’economia più giusta e inclusiva di quella attuale. Come ha più volte ripetuto il magistero della Chiesa, la politica è una forma eminente di carità (cfr Pio XI, Discorso alla FUCI, 18 dicembre 1927). Altrettanto lo sarà l’occuparsi dell’economia con questo stesso spirito evangelico, che è lo spirito delle Beatitudini.
Invoco l’intercessione di Maria Santissima sulla prossima Quaresima, affinché accogliamo l’appello a lasciarci riconciliare con Dio, fissiamo lo sguardo del cuore sul Mistero pasquale e ci convertiamo a un dialogo aperto e sincero con Dio. In questo modo potremo diventare ciò che Cristo dice dei suoi discepoli: sale della terra e luce del mondo (cfr Mt 5,13-14).
FRANCESCO
Roma, presso San Giovanni in Laterano, 7 ottobre 2019,
Memoria della Beata Maria Vergine del Rosario
[00242-IT.01] [Testo originale: Italiano]
Testo in lingua francese
« Nous vous en supplions au nom du Christ, laissez-vous réconcilier avec Dieu » (2Co 5, 20)
Chers frères et sœurs!
Cette année encore, le Seigneur nous accorde un temps favorable pour nous préparer à célébrer avec un cœur renouvelé le grand Mystère de la mort et de la résurrection de Jésus, pierre angulaire de la vie chrétienne personnelle et communautaire. Il nous faut constamment revenir à ce Mystère, avec notre esprit et notre cœur. En effet, ce Mystère ne cesse de grandir en nous, dans la mesure où nous nous laissons entraîner par son dynamisme spirituel et y adhérons par une réponse libre et généreuse.
1. Le Mystère pascal, fondement de la conversion
La joie du chrétien découle de l'écoute et de l'accueil de la Bonne Nouvelle de la mort et de la résurrection de Jésus : le kérygme. Il résume le Mystère d'un amour « si réel, si vrai, si concret qu’il nous offre une relation faite de dialogue sincère et fécond » (Exhort. ap. Christus vivit, n. 117). Celui qui croit en cette annonce rejette le mensonge selon lequel notre vie aurait son origine en nous-même, alors qu'en réalité elle jaillit de l'amour de Dieu le Père, de sa volonté de donner la vie en abondance (cf. Jn 10, 10). En revanche, si nous écoutons la voix envoûtante du “père du mensonge” (cf. Jn 8, 45), nous risquons de sombrer dans l'abîme du non-sens, de vivre l'enfer dès ici-bas sur terre, comme en témoignent malheureusement de nombreux événements dramatiques de l’expérience humaine personnelle et collective.
En ce Carême de l’année 2020, je voudrais donc étendre à tous les chrétiens ce que j'ai déjà écrit aux jeunes dans l'Exhortation Apostolique Christus vivit: « Regarde les bras ouverts du Christ crucifié, laisse-toi sauver encore et encore. Et quand tu t’approches pour confesser tes péchés, crois fermement en sa miséricorde qui te libère de la faute. Contemple son sang répandu avec tant d’amour et laisse-toi purifier par lui. Tu pourras ainsi renaître de nouveau » (n. 123). La Pâque de Jésus n'est pas un événement du passé : par la puissance de l'Esprit Saint, elle est toujours actuelle et nous permet de regarder et de toucher avec foi la chair du Christ chez tant de personnes souffrantes.
2. Urgence de la conversion
Il est salutaire de contempler plus profondément le Mystère pascal, grâce auquel la miséricorde de Dieu nous a été donnée. L'expérience de la miséricorde, en effet, n'est possible que dans un ‘‘face à face’’ avec le Seigneur crucifié et ressuscité « qui m'a aimé et s'est livré pour moi » (Ga 2, 20). Un dialogue cœur à cœur, d'ami à ami. C'est pourquoi la prière est si importante en ce temps de Carême. Avant d'être un devoir, elle exprime le besoin de correspondre à l'amour de Dieu qui nous précède et nous soutient toujours. En effet, le chrétien prie tout en ayant conscience d’être aimé malgré son indignité. La prière peut prendre différentes formes, mais ce qui compte vraiment aux yeux de Dieu, c'est qu'elle creuse en nous jusqu’à réussir à entamer la dureté de notre cœur, afin de le convertir toujours plus à lui et à sa volonté.
En ce temps favorable, laissons-nous donc conduire comme Israël dans le désert (cf. Os 2, 16), afin que nous puissions enfin entendre la voix de notre Époux, pour la faire résonner en nous avec plus de profondeur et de disponibilité. Plus nous nous laisserons impliquer par sa Parole, plus nous pourrons expérimenter sa miséricorde gratuite envers nous. Ne laissons donc pas passer ce temps de grâce en vain, dans l'illusion présomptueuse d'être nous-mêmes les maîtres du temps et des modes de notre conversion à lui.
3. La volonté passionnée de Dieu de dialoguer avec ses enfants
Le fait que le Seigneur nous offre, une fois de plus, un temps favorable pour notre conversion, ne doit jamais être tenu pour acquis. Cette nouvelle opportunité devrait éveiller en nous un sentiment de gratitude et nous secouer de notre torpeur. Malgré la présence, parfois dramatique, du mal dans nos vies ainsi que dans la vie de l'Église et du monde, cet espace offert pour un changement de cap exprime la volonté tenace de Dieu de ne pas interrompre le dialogue du salut avec nous. En Jésus crucifié, qu’il «a fait péché pour nous» (2Co 5, 21), cette volonté est arrivée au point de faire retomber tous nos péchés sur son Fils au point de « retourner Dieu contre lui-même », comme le dit le Pape Benoît XVI (cf. Enc. Deus caritas est, n. 12). En effet, Dieu aime aussi ses ennemis (cf. Mt 5, 43-48).
Le dialogue que Dieu par le Mystère pascal de son Fils veut établir avec chaque homme n'est pas comme celui attribué aux habitants d'Athènes, qui «n'avaient d'autre passe-temps que de dire ou écouter les dernières nouveautés» (Ac 17, 21). Ce genre de bavardage, dicté par une curiosité vide et superficielle, caractérise la mondanité de tous les temps et, de nos jours, il peut aussi se faufiler dans un usage trompeur des moyens de communication.
4. Une richesse à partager et non pas à accumuler seulement pour soi
Mettre le Mystère pascal au centre de la vie signifie éprouver de la compassion pour les plaies du Christ crucifié perceptibles chez les nombreuses victimes innocentes des guerres, dans les atteintes à la vie, depuis le sein maternel jusqu’au troisième âge, sous les innombrables formes de violence, de catastrophes environnementales, de distribution inégale des biens de la terre, de traite des êtres humains dans tous aspects et d’appât du gain effréné qui est une forme d'idolâtrie.
Aujourd'hui encore, il est important de faire appel aux hommes et aux femmes de bonne volonté pour qu'ils partagent leurs biens avec ceux qui en ont le plus besoin en faisant l'aumône, comme une forme de participation personnelle à la construction d'un monde plus équitable. Le partage dans la charité rend l'homme plus humain, alors que l'accumulation risque de l'abrutir, en l’enfermant dans son propre égoïsme. Nous pouvons et nous devons aller encore plus loin, compte tenu des dimensions structurelles de l'économie. C'est pourquoi, en ce Carême 2020, du 26 au 28 mars, j'ai convoqué à Assise de jeunes économistes, entrepreneurs et porteurs de changement, dans le but de contribuer à l’esquisse d’une économie plus juste et plus inclusive que l'actuelle. Comme le Magistère de l'Église l'a répété à plusieurs reprises, la politique est une forme éminente de charité (cf. Pie XI, Discours aux Membres de la Fédération Universitaire Catholique Italienne, 18 décembre 1927). Ainsi en sera-t-il de la gestion de l'économie, basée sur ce même esprit évangélique qui est l'esprit des Béatitudes.
J'invoque l'intercession de la Très-Sainte Vierge Marie pour ce Carême à venir, afin que nous accueillions l'appel à nous laisser réconcilier avec Dieu, pour fixer le regard du cœur sur le Mystère pascal et nous convertir à un dialogue ouvert et sincère avec Dieu. C'est ainsi que nous pourrons devenir ce que le Christ dit de ses disciples : sel de la terre e lumière du monde (cf. Mt 5, 13-14).
FRANÇOIS
Donné à Rome, près de Saint Jean de Latran, 7 octobre 2019,
Fête de Notre-Dame du Rosaire
[00242-FR.01] [Texte original: Français]
Testo in lingua inglese
“We implore you on behalf of Christ, be reconciled to God” (2 Cor 5:20)
Dear Brothers and Sisters,
This year the Lord grants us, once again, a favourable time to prepare to celebrate with renewed hearts the great mystery of the death and resurrection of Jesus, the cornerstone of our personal and communal Christian life. We must continually return to this mystery in mind and heart, for it will continue to grow within us in the measure that we are open to its spiritual power and respond with freedom and generosity.
1. The paschal mystery as the basis of conversion
Christian joy flows from listening to, and accepting, the Good News of the death and resurrection of Jesus. This kerygma sums up the mystery of a love “so real, so true, so concrete, that it invites us to a relationship of openness and fruitful dialogue” (Christus Vivit, 117). Whoever believes this message rejects the lie that our life is ours to do with as we will. Rather, life is born of the love of God our Father, from his desire to grant us life in abundance (cf. Jn 10:10). If we listen instead to the tempting voice of the “father of lies” (Jn 8:44), we risk sinking into the abyss of absurdity, and experiencing hell here on earth, as all too many tragic events in the personal and collective human experience sadly bear witness.
In this Lent of 2020, I would like to share with every Christian what I wrote to young people in the Apostolic Exhortation Christus Vivit: “Keep your eyes fixed on the outstretched arms of Christ crucified, let yourself be saved over and over again. And when you go to confess your sins, believe firmly in his mercy which frees you of your guilt. Contemplate his blood poured out with such great love, and let yourself be cleansed by it. In this way, you can be reborn ever anew” (No. 123). Jesus’ Pasch is not a past event; rather, through the power of the Holy Spirit it is ever present, enabling us to see and touch with faith the flesh of Christ in those who suffer.
2. The urgency of conversion
It is good to contemplate more deeply the paschal mystery through which God’s mercy has been bestowed upon us. Indeed, the experience of mercy is only possible in a “face to face” relationship with the crucified and risen Lord “who loved me and gave himself for me” (Gal 2:20), in a heartfelt dialogue between friends. That is why prayer is so important in Lent. Even more than a duty, prayer is an expression of our need to respond to God’s love which always precedes and sustains us. Christians pray in the knowledge that, although unworthy, we are still loved. Prayer can take any number of different forms, but what truly matters in God’s eyes is that it penetrates deep within us and chips away at our hardness of heart, in order to convert us ever more fully to God and to his will.
In this favourable season, then, may we allow ourselves to be led like Israel into the desert (cf. Hos 2:14), so that we can at last hear our Spouse’s voice and allow it to resound ever more deeply within us. The more fully we are engaged with his word, the more we will experience the mercy he freely gives us. May we not let this time of grace pass in vain, in the foolish illusion that we can control the times and means of our conversion to him.
3. God’s passionate will to dialogue with his children
The fact that the Lord once again offers us a favourable time for our conversion should never be taken for granted. This new opportunity ought to awaken in us a sense of gratitude and stir us from our sloth. Despite the sometimes tragic presence of evil in our lives, and in the life of the Church and the world, this opportunity to change our course expresses God’s unwavering will not to interrupt his dialogue of salvation with us. In the crucified Jesus, who knew no sin, yet for our sake was made to be sin (cf. 2 Cor 5:21), this saving will led the Father to burden his Son with the weight of our sins, thus, in the expression of Pope Benedict XVI, “turning of God against himself” (Deus Caritas Est, 12). For God also loves his enemies (cf. Mt 5:43-48).
The dialogue that God wishes to establish with each of us through the paschal mystery of his Son has nothing to do with empty chatter, like that attributed to the ancient inhabitants of Athens, who “spent their time in nothing except telling or hearing something new” (Acts 17:21). Such chatter, determined by an empty and superficial curiosity, characterizes worldliness in every age; in our own day, it can also result in improper use of the media.
4. A richness to be shared, not kept for oneself
Putting the paschal mystery at the centre of our lives means feeling compassion towards the wounds of the crucified Christ present in the many innocent victims of wars, in attacks on life, from that of the unborn to that of the elderly, and various forms of violence. They are likewise present in environmental disasters, the unequal distribution of the earth’s goods, human trafficking in all its forms, and the unbridled thirst for profit, which is a form of idolatry.
Today too, there is a need to appeal to men and women of good will to share, by almsgiving, their goods with those most in need, as a means of personally participating in the building of a better world. Charitable giving makes us more human, whereas hoarding risks making us less human, imprisoned by our own selfishness. We can and must go even further, and consider the structural aspects of our economic life. For this reason, in the midst of Lent this year, from 26 to 28 March, I have convened a meeting in Assisi with young economists, entrepreneurs and change-makers, with the aim of shaping a more just and inclusive economy. As the Church’s magisterium has often repeated, political life represents an eminent form of charity (cf. Pius XI, Address to the Italian Federation of Catholic University Students, 18 December 1927). The same holds true for economic life, which can be approached in the same evangelical spirit, the spirit of the Beatitudes.
I ask Mary Most Holy to pray that our Lenten celebration will open our hearts to hear God’s call to be reconciled to himself, to fix our gaze on the paschal mystery, and to be converted to an open and sincere dialogue with him. In this way, we will become what Christ asks his disciples to be: the salt of the earth and the light of the world (cf. Mt 5:13-14).
FRANCIS
Rome, at Saint John Lateran, 7 October 2019
Feast of Our Lady of the Rosary
[00242-EN.01] [Original text: English]
Testo in lingua tedesca
»Wir bitten an Christi statt: Lasst euch mit Gott versöhnen!« (2Kor 5,20)
Liebe Brüder und Schwestern!
Auch in diesem Jahr gewährt uns der Herr eine besondere Zeit der Vorbereitung, damit wir mit erneuertem Herzen das große Geheimnis des Todes und der Auferstehung Jesu feiern können, das Fundament des christlichen Lebens für den Einzelnen wie für die Gemeinschaft. Wir müssen mit unserem Geist und unserem Herzen ständig zu diesem Geheimnis zurückkehren. Tatsächlich hört es nicht auf, in uns in dem Maß zu wachsen, in dem wir uns von seiner geistlichen Dynamik ergreifen lassen und ihm mit einer freien und großzügigen Antwort anhangen.
1. Das Ostergeheimnis, das Fundament der Bekehrung
Die Freude des Christen entspringt dem Hören und Annehmen der Frohen Botschaft vom Tod und der Auferstehung Jesu: dem Kerygma. Dieses fasst das Geheimnis einer Liebe zusammen, die »so real, so wahr, so konkret [ist], dass sie uns eine Beziehung aufrichtigen und fruchtbaren Dialogs bietet« (Apostolisches Schreiben Christus vivit, 117). Wer an diese Botschaft glaubt, lehnt die Lüge ab, dass unser Leben von uns selbst ausgeht, während es in Wirklichkeit aus der Liebe Gottes des Vaters, aus seinem Willen, Leben in Fülle zu geben, geboren wird (vgl. Joh 10,10). Wenn wir hingegen auf die einschmeichelnde Stimme des „Vaters der Lüge“ hören (vgl. Joh 8,45), laufen wir Gefahr, im Abgrund des Sinnlosen zu versinken und die Hölle bereits hier auf Erden zu erleben, wie leider viele dramatische Ereignisse persönlicher und kollektiver menschlicher Erfahrung zeigen.
In dieser Fastenzeit 2020 möchte ich daher allen Christen sagen, was ich im Apostolischen Schreiben Christus vivit bereits den Jugendlichen geschrieben habe: »Sieh dir die geöffneten Arme des gekreuzigten Christus an, lass dich immer von neuem retten. Und wenn du kommst, um deine Sünden zu bekennen, glaub fest an seine Barmherzigkeit, die dich von der Schuld befreit. Betrachte sein Blut, das er aus so großer Liebe vergossen hat, und lass dich von ihm reinigen. So kannst du immer wieder geboren werden« (Nr. 123). Tod und Auferstehung Jesu sind kein Ereignis der Vergangenheit: durch die Kraft des Heiligen Geistes ist das Ostergeschehen immer aktuell und erlaubt uns, das Fleisch Christi in vielen leidenden Menschen gläubig zu betrachten und zu berühren.
2. Dringlichkeit der Umkehr
Es ist heilsam, das Ostergeheimnis, dem wir das Geschenk der Barmherzigkeit Gottes verdanken, tiefer zu betrachten. Die Erfahrung der Barmherzigkeit ist in der Tat nur in einer persönlichen Begegnung „von Angesicht zu Angesicht“ mit dem gekreuzigten und auferstandenen Herrn möglich, »der mich geliebt und sich für mich hingegeben hat« (Gal 2,20). Ein Dialog von Herz zu Herz, von Freund zu Freund. Deshalb ist das Gebet in der Fastenzeit so wichtig. Es ist mehr als eine Pflicht, es ist Ausdruck der Notwendigkeit, die Liebe Gottes zu erwidern, die uns immer vorausgeht und stützt. Ja, der Christ betet in dem Wissen, dass er solcher Liebe nicht würdig ist. Das Gebet kann verschiedene Formen annehmen, aber was in den Augen Gottes wirklich zählt, ist, dass es in uns eindringt und schließlich unser hartes Herz erweicht, um es immer mehr zu ihm und seinem Willen zu bekehren.
Lassen wir uns daher in dieser besonderen Zeit wie das Volk Israel in die Wüste führen (vgl. Hos 2,16), damit wir endlich die Stimme unseres Bräutigams hören können und sie in uns tiefer aufnehmen und ihr bereitwilliger folgen. Je mehr wir uns von seinem Wort ergreifen lassen, desto mehr werden wir seine unentgeltliche Barmherzigkeit uns gegenüber erfahren können. Lassen wir daher diese Zeit der Gnade nicht vergeblich verstreichen, in der Einbildung, wir könnten selbst die Zeiten und die Wege unserer Umkehr zu ihm bestimmen.
3. Gottes leidenschaftlicher Wille zum Dialog mit seinen Kindern
Die Tatsache, dass der Herr uns wieder einmal eine solche besondere Zeit zu unserer Umkehr anbietet, dürfen wir nie für selbstverständlich halten. Diese neue Gelegenheit sollte in uns ein Gefühl der Dankbarkeit wecken und uns aus unserer Trägheit aufrütteln. Trotz der mitunter sogar dramatischen Gegenwart des Bösen in unserem Leben, aber auch im Leben der Kirche und der Welt, drückt dieser Zeitraum, der uns die Möglichkeit zu einem Kurswechsel bietet, den beharrlichen Willen Gottes aus, den Dialog des Heils mit uns nicht abzubrechen. In Jesus, dem Gekreuzigten, den Gott »für uns zur Sünde gemacht« (2Kor 5,21) hat, ist dieser Wille so weit gegangen, dass er alle unsere Sünden seinem Sohn auferlegt hat, bis hin zu einer »Wende Gottes gegen sich selbst«, wie Papst Benedikt XVI. sagte (Enzyklika Deus caritas est, 12). Denn Gott liebt auch seine Feinde (vgl. Mt 5,43-48).
Der Dialog, den Gott mit jedem Menschen durch das Paschamysterium seines Sohnes führen will, ist nicht von der Art, wie sie den Bewohnern von Athen zugeschrieben wurde. Diese »taten nichts lieber, als die letzten Neuigkeiten zu erzählen oder zu hören« (Apg 17,21). Diese Art von Geschwätz, diktiert von leerer und oberflächlicher Neugierde, ist typisch für die Weltlichkeit aller Zeiten und kann sich heute auch in eine verfehlte Nutzung der Kommunikationsmittel einschleichen.
4. Ein Reichtum, den man teilt und nicht für sich selbst anhäuft
Das Ostergeheimnis in den Mittelpunkt des Lebens zu stellen bedeutet Mitleid für die Wunden des gekreuzigten Christus zu empfinden, die heute immer noch gegenwärtig sind – in den vielen unschuldigen Opfern der Kriege, der Übergriffe gegen das Leben, vom ungeborenen bis zum alten Menschen, der vielen Formen von Gewalt, der Umweltkatastrophen, der ungleichen Verteilung der Güter der Erde, des Menschenhandels in all seinen Formen und des ungezügelten Profitstrebens, das eine Form des Götzendienstes ist.
Auch heute ist es wichtig, alle Männer und Frauen guten Willens aufzurufen, etwas von ihrem Besitz an die Bedürftigsten weiterzugeben. Solche Almosen sind eine Form der persönlichen Teilnahme am Aufbau einer gerechteren Welt. Das Teilen aufgrund der Nächstenliebe macht den Menschen menschlicher; das Anhäufen droht ihn hässlich zu machen, weil es ihn in seinem Egoismus einschließt. Angesichts der strukturellen Dimensionen der Wirtschaft können und müssen wir noch weitergehen. Aus diesem Grund habe ich für die Fastenzeit 2020 vom 26. bis 28. März junge Ökonomen, Unternehmer und Changemakers nach Assisi eingeladen, um zum Entwurf einer Wirtschaft beizutragen, die gerechter und integrativer als die derzeitige ist. Wie das kirchliche Lehramt mehrfach wiederholt hat, ist die Politik eine herausragende Form der Nächstenliebe (vgl. Pius XI., Ansprache an die FUCI [Federazione Universitaria Cattolica Italiana], 18. Dezember 1927). Dasselbe wird man von der Wirtschaft sagen können, wenn sie sich auf eben diesen Geist des Evangeliums einlässt, auf den Geist der Seligpreisungen.
Ich bitte für die kommende Fastenzeit die allerseligste Jungfrau Maria um ihre Fürsprache, dass wir diesen Appell aufgreifen und uns mit Gott versöhnen lassen, den Blick unserer Herzen auf das Ostergeheimnis richten und uns zu einem offenen und aufrichtigen Dialog mit Gott bekehren. Auf diese Weise können wir das werden, was Christus von seinen Jünger sagt: Salz der Erde und Licht der Welt (vgl. Mt 5,13-14).
FRANZISKUS
Rom bei St. Johannes im Lateran, am 7. Oktober 2019,
Gedenktag Unserer Lieben Frau vom Rosenkranz.
[00242-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]
Testo in lingua spagnola
«En nombre de Cristo os pedimos que os reconciliéis con Dios» (2 Co 5,20)
Queridos hermanos y hermanas:
El Señor nos vuelve a conceder este año un tiempo propicio para prepararnos a celebrar con el corazón renovado el gran Misterio de la muerte y resurrección de Jesús, fundamento de la vida cristiana personal y comunitaria. Debemos volver continuamente a este Misterio, con la mente y con el corazón. De hecho, este Misterio no deja de crecer en nosotros en la medida en que nos dejamos involucrar por su dinamismo espiritual y lo abrazamos, respondiendo de modo libre y generoso.
1. El Misterio pascual, fundamento de la conversión
La alegría del cristiano brota de la escucha y de la aceptación de la Buena Noticia de la muerte y resurrección de Jesús: el kerygma. En este se resume el Misterio de un amor «tan real, tan verdadero, tan concreto, que nos ofrece una relación llena de diálogo sincero y fecundo» (Exhort. ap. Christus vivit, 117). Quien cree en este anuncio rechaza la mentira de pensar que somos nosotros quienes damos origen a nuestra vida, mientras que en realidad nace del amor de Dios Padre, de su voluntad de dar la vida en abundancia (cf. Jn 10,10). En cambio, si preferimos escuchar la voz persuasiva del «padre de la mentira» (cf. Jn 8,45) corremos el riesgo de hundirnos en el abismo del sinsentido, experimentando el infierno ya aquí en la tierra, como lamentablemente nos testimonian muchos hechos dramáticos de la experiencia humana personal y colectiva.
Por eso, en esta Cuaresma 2020 quisiera dirigir a todos y cada uno de los cristianos lo que ya escribí a los jóvenes en la Exhortación apostólica Christus vivit: «Mira los brazos abiertos de Cristo crucificado, déjate salvar una y otra vez. Y cuando te acerques a confesar tus pecados, cree firmemente en su misericordia que te libera de la culpa. Contempla su sangre derramada con tanto cariño y déjate purificar por ella. Así podrás renacer, una y otra vez» (n. 123). La Pascua de Jesús no es un acontecimiento del pasado: por el poder del Espíritu Santo es siempre actual y nos permite mirar y tocar con fe la carne de Cristo en tantas personas que sufren.
2. Urgencia de conversión
Es saludable contemplar más a fondo el Misterio pascual, por el que hemos recibido la misericordia de Dios. La experiencia de la misericordia, efectivamente, es posible sólo en un «cara a cara» con el Señor crucificado y resucitado «que me amó y se entregó por mí» (Ga 2,20). Un diálogo de corazón a corazón, de amigo a amigo. Por eso la oración es tan importante en el tiempo cuaresmal. Más que un deber, nos muestra la necesidad de corresponder al amor de Dios, que siempre nos precede y nos sostiene. De hecho, el cristiano reza con la conciencia de ser amado sin merecerlo. La oración puede asumir formas distintas, pero lo que verdaderamente cuenta a los ojos de Dios es que penetre dentro de nosotros, hasta llegar a tocar la dureza de nuestro corazón, para convertirlo cada vez más al Señor y a su voluntad.
Así pues, en este tiempo favorable, dejémonos guiar como Israel en el desierto (cf. Os 2,16), a fin de poder escuchar finalmente la voz de nuestro Esposo, para que resuene en nosotros con mayor profundidad y disponibilidad. Cuanto más nos dejemos fascinar por su Palabra, más lograremos experimentar su misericordia gratuita hacia nosotros. No dejemos pasar en vano este tiempo de gracia, con la ilusión presuntuosa de que somos nosotros los que decidimos el tiempo y el modo de nuestra conversión a Él.
3. La apasionada voluntad de Dios de dialogar con sus hijos
El hecho de que el Señor nos ofrezca una vez más un tiempo favorable para nuestra conversión nunca debemos darlo por supuesto. Esta nueva oportunidad debería suscitar en nosotros un sentido de reconocimiento y sacudir nuestra modorra. A pesar de la presencia —a veces dramática— del mal en nuestra vida, al igual que en la vida de la Iglesia y del mundo, este espacio que se nos ofrece para un cambio de rumbo manifiesta la voluntad tenaz de Dios de no interrumpir el diálogo de salvación con nosotros. En Jesús crucificado, a quien «Dios hizo pecado en favor nuestro» (2 Co 5,21), ha llegado esta voluntad hasta el punto de hacer recaer sobre su Hijo todos nuestros pecados, hasta “poner a Dios contra Dios”, como dijo el papa Benedicto XVI (cf. Enc. Deus caritas est, 12). En efecto, Dios ama también a sus enemigos (cf. Mt 5,43-48).
El diálogo que Dios quiere entablar con todo hombre, mediante el Misterio pascual de su Hijo, no es como el que se atribuye a los atenienses, los cuales «no se ocupaban en otra cosa que en decir o en oír la última novedad» (Hch 17,21). Este tipo de charlatanería, dictado por una curiosidad vacía y superficial, caracteriza la mundanidad de todos los tiempos, y en nuestros días puede insinuarse también en un uso engañoso de los medios de comunicación.
4. Una riqueza para compartir, no para acumular sólo para sí mismo
Poner el Misterio pascual en el centro de la vida significa sentir compasión por las llagas de Cristo crucificado presentes en las numerosas víctimas inocentes de las guerras, de los abusos contra la vida tanto del no nacido como del anciano, de las múltiples formas de violencia, de los desastres medioambientales, de la distribución injusta de los bienes de la tierra, de la trata de personas en todas sus formas y de la sed desenfrenada de ganancias, que es una forma de idolatría.
Hoy sigue siendo importante recordar a los hombres y mujeres de buena voluntad que deben compartir sus bienes con los más necesitados mediante la limosna, como forma de participación personal en la construcción de un mundo más justo. Compartir con caridad hace al hombre más humano, mientras que acumular conlleva el riesgo de que se embrutezca, ya que se cierra en su propio egoísmo. Podemos y debemos ir incluso más allá, considerando las dimensiones estructurales de la economía. Por este motivo, en la Cuaresma de 2020, del 26 al 28 de marzo, he convocado en Asís a los jóvenes economistas, empresarios y change-makers, con el objetivo de contribuir a diseñar una economía más justa e inclusiva que la actual. Como ha repetido muchas veces el magisterio de la Iglesia, la política es una forma eminente de caridad (cf. Pío XI, Discurso a la FUCI, 18 diciembre 1927). También lo será el ocuparse de la economía con este mismo espíritu evangélico, que es el espíritu de las Bienaventuranzas.
Invoco la intercesión de la Bienaventurada Virgen María sobre la próxima Cuaresma, para que escuchemos el llamado a dejarnos reconciliar con Dios, fijemos la mirada del corazón en el Misterio pascual y nos convirtamos a un diálogo abierto y sincero con el Señor. De este modo podremos ser lo que Cristo dice de sus discípulos: sal de la tierra y luz del mundo (cf. Mt 5,13-14).
FRANCISCO
Roma, junto a San Juan de Letrán, 7 de octubre de 2019
Memoria de Nuestra Señora, la Virgen del Rosario
[00242-ES.01] [Texto original: Español]
Testo in lingua portoghese
«Em nome de Cristo, suplicamo-vos: reconciliai-vos com Deus» (2 Cor 5, 20)
Queridos irmãos e irmãs!
O Senhor concede-nos, também neste ano, um tempo propício para nos prepararmos para celebrar, de coração renovado, o grande Mistério da morte e ressurreição de Jesus, perne da vida cristã pessoal e comunitária. Com a mente e o coração, devemos voltar continuamente a este Mistério. Com efeito, o mesmo não cessa de crescer em nós na medida em que nos deixarmos envolver pelo seu dinamismo espiritual e aderirmos a ele com uma resposta livre e generosa.
1. O Mistério pascal, fundamento da conversão
A alegria do cristão brota da escuta e receção da Boa Nova da morte e ressurreição de Jesus: o kerygma. Este compendia o Mistério dum amor «tão real, tão verdadeiro, tão concreto, que nos proporciona uma relação cheia de diálogo sincero e fecundo» (Francisco, Exort. ap. Christus vivit, 117). Quem crê neste anúncio rejeita a mentira de que a nossa vida teria origem em nós mesmos, quando na realidade nasce do amor de Deus Pai, da sua vontade de dar vida em abundância (cf. Jo 10, 10). Se, pelo contrário, se presta ouvidos à voz persuasora do «pai da mentira» (Jo 8, 44), corre-se o risco de precipitar no abismo do absurdo, experimentando o inferno já aqui na terra, como infelizmente dão testemunho muitos acontecimentos dramáticos da experiência humana pessoal e coletiva.
Por isso, nesta Quaresma de 2020, quero estender a todos os cristãos o mesmo que escrevi aos jovens na Exortação apostólica Christus vivit: «Fixa os braços abertos de Cristo crucificado, deixa-te salvar sempre de novo. E quando te aproximares para confessar os teus pecados, crê firmemente na sua misericórdia que te liberta de toda a culpa. Contempla o seu sangue derramado pelo grande amor que te tem e deixa-te purificar por ele. Assim, poderás renascer sempre de novo» (n. 123). A Páscoa de Jesus não é um acontecimento do passado: pela força do Espírito Santo é sempre atual e permite-nos contemplar e tocar com fé a carne de Cristo em tantas passoas que sofrem.
2. Urgência da conversão
É salutar uma contemplação mais profunda do Mistério pascal, em virtude do qual nos foi concedida a misericórdia de Deus. Com efeito, a experiência da misericórdia só é possível «face a face» com o Senhor crucificado e ressuscitado, «que me amou e a Si mesmo Se entregou por mim» (Gl 2, 20). Um diálogo coração a coração, de amigo a amigo. Por isso mesmo, é tão importante a oração no tempo quaresmal. Antes de ser um dever, esta expressa a necessidade de corresponder ao amor de Deus, que sempre nos precede e sustenta. De facto, o cristão reza ciente da sua indignidade de ser amado. A oração poderá assumir formas diferentes, mas o que conta verdadeiramente aos olhos de Deus é que ela escave dentro de nós, chegando a romper a dureza do nosso coração, para o converter cada vez mais a Ele e à sua vontade.
Por isso, neste tempo favorável, deixemo-nos conduzir como Israel ao deserto (cf. Os 2, 16), para podermos finalmente ouvir a voz do nosso Esposo, deixando-a ressoar em nós com maior profundidade e disponibilidade. Quanto mais nos deixarmos envolver pela sua Palavra, tanto mais conseguiremos experimentar a sua misericórdia gratuita por nós. Portanto não deixemos passar em vão este tempo de graça, na presunçosa ilusão de sermos nós o dono dos tempos e modos da nossa conversão a Ele.
3. A vontade apaixonada que Deus tem de dialogar com os seus filhos
O facto de o Senhor nos proporcionar uma vez mais um tempo favorável para a nossa conversão, não devemos jamais dá-lo como garantido. Esta nova oportunidade deveria suscitar em nós um sentido de gratidão e sacudir-nos do nosso torpor. Não obstante a presença do mal, por vezes até dramática, tanto na nossa existência como na vida da Igreja e do mundo, este período que nos é oferecido para uma mudança de rumo manifesta a vontade tenaz de Deus de não interromper o diálogo de salvação connosco. Em Jesus crucificado, que Deus «fez pecado por nós» (2 Cor 5, 21), esta vontade chegou ao ponto de fazer recair sobre o seu Filho todos os nossos pecados, como se houvesse – segundo o Papa Bento XVI – um «virar-se de Deus contra Si próprio» (Enc. Deus caritas est, 12). De facto, Deus ama também os seus inimigos (cf. Mt 5, 43-48).
O diálogo que Deus quer estabelecer com cada homem, por meio do Mistério pascal do seu Filho, não é como o diálogo atribuído aos habitantes de Atenas, que «não passavam o tempo noutra coisa senão a dizer ou a escutar as últimas novidades» (At 17, 21). Este tipo de conversa, ditado por uma curiosidade vazia e superficial, carateriza a mundanidade de todos os tempos e, hoje em dia, pode insinuar-se também num uso pervertido dos meios de comunicação.
4. Uma riqueza que deve ser partilhada, e não acumulada só para si mesmo
Colocar o Mistério pascal no centro da vida significa sentir compaixão pelas chagas de Cristo crucificado presentes nas inúmeras vítimas inocentes das guerras, das prepotências contra a vida desde a do nascituro até à do idoso, das variadas formas de violência, dos desastres ambientais, da iníqua distribuição dos bens da terra, do tráfico de seres humanos em todas as suas formas e da sede desenfreada de lucro, que é uma forma de idolatria.
Também hoje é importante chamar os homens e mulheres de boa vontade à partilha dos seus bens com os mais necessitados através da esmola, como forma de participação pessoal na edificação dum mundo mais justo. A partilha, na caridade, torna o homem mais humano; com a acumulação, corre o risco de embrutecer, fechado no seu egoísmo. Podemos e devemos ir mais além, considerando as dimensões estruturais da economia. Por este motivo, na Quaresma de 2020 – mais concretamente, de 26 a 28 de março –, convoquei para Assis jovens economistas, empreendedores e transformativos, com o objetivo de contribuir para delinear uma economia mais justa e inclusiva do que a atual. Como várias vezes se referiu no magistério da Igreja, a política é uma forma eminente de caridade (cf. Pio XI, Discurso à FUCI, 18/XII/1927). E sê-lo-á igualmente ocupar-se da economia com o mesmo espírito evangélico, que é o espírito das Bem-aventuranças.
Invoco a intercessão de Maria Santíssima sobre a próxima Quaresma, para que acolhamos o apelo a deixar-nos reconciliar com Deus, fixemos o olhar do coração no Mistério pascal e nos convertamos a um diálogo aberto e sincero com Deus. Assim, poderemos tornar-nos aquilo que Cristo diz dos seus discípulos: sal da terra e luz do mundo (cf. Mt 5, 13.14).
FRANCISCUS
Roma, em São João de Latrão, 7 de outubro de 2019,
Memória de Nossa Senhora do Rosário.
[00242-PO.01] [Texto original: Português]
Testo in lingua polacca
„W imię Chrystusa prosimy: pojednajcie się z Bogiem!” (2 Kor 5, 20)
Drodzy bracia i siostry!
Również w tym roku Pan daje nam czas sprzyjający przygotowaniu się do świętowania z odnowionym sercem wielkiej tajemnicy śmierci i zmartwychwstania Jezusa. Jest ona niezwykle ważna w życiu chrześcijańskim osobistym i wspólnotowym. Myślą i sercem musimy stale powracać do tej Tajemnicy. Bowiem wzrasta w nas ona nieustannie, na tyle, na ile dajemy się wciągnąć jej dynamizmem duchowym i przystajemy na nią, dając odpowiedź wolną i szczodrą.
1. Tajemnica paschalna, podstawa nawrócenia
Radość chrześcijanina wypływa ze słuchania i przyjęcia Dobrej Nowiny o śmierci i zmartwychwstaniu Jezusa: kerygmy. Streszcza ona Tajemnicę tej miłości, która „jest tak realna, tak prawdziwa, tak konkretna, że oferuje nam relację pełną szczerego i owocnego dialogu” (adhort. apost. Christus vivit, 117). Kto wierzy w tę wieść, odrzuca kłamstwo, według którego nasze życie miałoby swe pochodzenie w nas samych, podczas gdy w rzeczywistości pochodzi ono z miłości Boga Ojca, z Jego woli, by dać życie w obfitości (por. J 10, 10). Jeśli natomiast słuchamy bałamutnego głosu „ojca kłamstwa” (por. J 8, 45), to narażamy się na pogrążenie w otchłani nonsensu, doświadczając piekła już na ziemi, jak o tym niestety świadczy wiele dramatycznych wydarzeń z doświadczenia ludzkiego osobistego i zbiorowego.
Dlatego w tym Wielkim Poście roku 2020 chciałbym przekazać każdemu chrześcijaninowi to, co już napisałem ludziom młodym w adhortacji apostolskiej Christus vivit: „Spójrz na rozpostarte ramiona ukrzyżowanego Chrystusa, pozwól się zbawiać zawsze na nowo. A kiedy idziesz wyznać swoje grzechy, mocno wierz w Jego miłosierdzie, które cię uwalnia na zawsze od wszelkiej winy. Kontempluj Jego krew przelaną z powodu tak wielkiej miłości i daj się przez nią oczyścić. W ten sposób możesz się nieustannie odradzać na nowo” (n. 123). Pascha Jezusa nie jest wydarzeniem z przeszłości: ze względu na moc Ducha Świętego jest zawsze aktualna i pozwala nam postrzegać i dotykać z wiarą ciała Chrystusa w wielu osobach cierpiących.
2. Pilna potrzeba nawrócenia
Warto rozważyć dogłębniej Tajemnicę Paschalną, dzięki której została nam udzielona łaska Boża. Doświadczenie miłosierdzia jest bowiem możliwe tylko w kontakcie „twarzą w twarz” z ukrzyżowanym i zmartwychwstałym Panem, który „umiłował mnie i samego siebie wydał za mnie” (Ga 2, 20). Chodzi o dialog serca z sercem, przyjaciela z przyjacielem. Właśnie dlatego w okresie Wielkiego Postu tak ważna jest modlitwa. Jest ona nie tyle obowiązkiem, ile wyraża potrzebę odpowiadania na miłość Boga, która nas zawsze uprzedza i wspiera. Chrześcijanin modli się bowiem mając świadomość, że jest miłowany pomimo swej niegodności. Modlitwa może przybierać różne formy, ale w oczach Boga tak naprawdę liczy się to, że drąży nasze wnętrze doprowadzając do rozkruszenia zatwardziałości naszego serca, aby je coraz bardziej nawracać ku Niemu i ku Jego woli.
Zatem w tym szczególnie sprzyjającym okresie pozwólmy się wyprowadzić na pustynię, jak Izrael (por. Oz 2,16), abyśmy mogli w końcu posłuchać głosu naszego Oblubieńca, pozwalając mu rozbrzmiewać w nas z większą głębią i otwartością. Im bardziej damy się zaangażować Jego Słowu, tym bardziej uda się nam doświadczyć Jego bezinteresownego miłosierdzia względem nas. Nie pozwólmy zatem, aby ten czas łaski przeminął daremnie, w zarozumiałym złudzeniu, że to my jesteśmy panami czasów i sposobów naszego nawrócenia ku Niemu.
3. Przejmująca wola Boga prowadzenia dialogu ze swoimi dziećmi
Nigdy nie można uznawać za pewnik tego, że Pan da nam po raz kolejny czas sprzyjający naszemu nawróceniu. Ta nowa szansa powinna wzbudzić w nas poczucie wdzięczności i otrząsnąć nas z odrętwienia. Pomimo niekiedy nawet dramatycznej obecności zła w naszym życiu, podobnie jak w życiu Kościoła i świata, ta przestrzeń, dana nam dla zmiany kursu, wyraża nieustępliwą wolę Boga, by nie zrywać z nami dialogu zbawienia. W ukrzyżowanym Jezusie, którego „Bóg dla nas grzechem uczynił” (2 Kor 5, 21), wola ta posunęła się tak daleko, że na Jego Syna spadły wszystkie nasze grzechy, aż po „zwrócenie się Boga przeciwko samemu sobie”, jak powiedział papież Benedykt XVI (Enc. Deus caritas est, 12). Istotnie Bóg miłuje także swoich nieprzyjaciół (por. Mt 5, 43-48).
Dialog, który Bóg chce nawiązać z każdym człowiekiem poprzez Tajemnicę Paschalną swego Syna, nie jest jak ten przypisywany mieszkańcom Aten, którzy „poświęcali czas jedynie albo mówieniu o czymś, albo wysłuchiwaniu czegoś nowego” (Dz 17, 21). Tego rodzaju gadulstwo, podyktowane pustą i powierzchowną ciekawością jest cechą światowości wszystkich czasów, a w naszych czasach może również wniknąć w zwodnicze używanie środków społecznego przekazu.
4. Bogactwo, którym trzeba się dzielić, a nie gromadzić tylko dla siebie
Postawienie w centrum życia Tajemnicy Paschalnej oznacza odczuwanie współczucia dla ran Chrystusa ukrzyżowanego, obecnych w wielu niewinnych ofiarach wojen, przemocy wobec życia, począwszy od tego, które ma się nie narodzić po osoby starsze, różnorodnych form przemocy, katastrof ekologicznych, nierównego podziału dóbr ziemi, handlu ludźmi we wszelkich jego formach i niepohamowanego pragnienia zysku, będącego formą bałwochwalstwa.
Także dzisiaj ważne jest wezwanie ludzi dobrej woli do dzielenia się swoimi dobrami z najbardziej potrzebującymi poprzez jałmużnę, jako formę osobistego uczestnictwa w budowaniu świata bardziej sprawiedliwego. Dzielenie się w miłości czyni człowieka bardziej ludzkim; gromadzenie grozi upodleniem go, zamknięciem w egoizmie. Możemy i musimy pójść jeszcze dalej, biorąc pod uwagę strukturalne wymiary gospodarki. Z tego powodu w okresie Wielkiego Postu roku 2020, w dniach 26–28 marca zwołałem do Asyżu młodych ekonomistów, przedsiębiorców i ludzi mających wpływ na zachodzące zmiany, aby przyczynić się do nakreślenia konturów gospodarki bardziej sprawiedliwej i sprzyjającej włączeniu społecznemu, niż obecna. Jak wielokrotnie powtarzało Magisterium Kościoła, polityka jest wybitną formą miłości (por. Pius XI, Discorso alla FUCI, 18 grudnia 1927 r.). To samo dotyczy zajmowania się gospodarką cechującą się tym samym duchem ewangelicznym, który jest duchem Błogosławieństw.
W nadchodzącym Wielkim Poście przyzywam wstawiennictwa Najświętszej Maryi Panny abyśmy przyjęli wezwanie do pojednania się z Bogiem, utkwili nasze spojrzenie serca na Tajemnicy Paschalnej i nawrócili się na otwarty i szczery dialog z Bogiem. W ten sposób będziemy mogli stać się tym, o czym Chrystus mówi w odniesieniu do swoich uczniów: solą ziemi i światłem świata (por. Mt 5, 13-14).
FRANCISZEK
Rzym, w Bazylice św. Jana na Lateranie 7 października 2019 r.,
we wspomnienie Matki Bożej Różańcowej
[00242-PL.01] [Testo originale: Polacco]
Testo in lingua araba
رسالة قداسة البابا فرنسيس
بمناسبة الصوم الأربعيني 2020
"فنَسأَلُكُم بِاسمِ المسيح أَن تَدَعوا اللّهَ يُصالِحُكُم" (2 قور 5، 20)
أيّها الإخوة والأخوات الأعزّاء،
في هذا العام أيضًا، يمنحنا الربّ وقتًا مناسبًا لنعدّ أنفسنا للاحتفال بقلب متجدّد بالسرّ العظيم، سرّ موت يسوع وقيامته، محور الحياة المسيحيّة الشخصيّة والجماعيّة. يجب أن نعود إلى هذا السرّ بشكل مستمرّ، بالعقل والقلب. في الواقع، لا يتوقّف هذا السرّ عن النموّ فينا كلّما سمحنا لأنفسنا بالتفاعل مع ديناميّته الروحيّة وقبِلْناه قَبولًا حرًّا وسخيًّا.
1. السرّ الفصحيّ، أساس الرجوع إلى الله
ينبع الفرح المسيحي من سماع وقبول البشرى، بشرى موت يسوع وقيامته: الكرازة (kerygma). إنها تلخّص سرّ حبّ "حقيقيّ وأصيل وملموس يقدِّم لنا علاقة كاملة في حوار صادق ومثمر" (الارشاد الرسولي المسيح يحيا، 117). كلّ من يؤمن بهذه البشرى يرفض الأكذوبة التي تدعي أن حياتنا نشأت من أنفسنا، في حين أنها نشأت في الواقع من حبّ الله الآب ومن إرادته منْحَنا "الحياة الوافرة" (را. يو 10، 10). أمّا إذا استمعنا إلى الصوت المخادع "لأبي الكذب" (را. يو 8، 45)، فقد نقع في متاهات اللامعنى، ونختبر الجحيم هنا على الأرض، كما يشهد على ذلك، مع الأسف، العديد من الأحداث المأساوية في حياة الإنسان الشخصية والجماعية.
في هذا الصوم الكبير لعام 2020، أودّ أن أنقل إلى كلّ مسيحي ما قلته سابقًا للشباب في الإرشاد الرسولي المسيح يحيا: "انظر إلى ذراعيّ المسيح المصلوب، واقبل منه الخلاص مرارًا وتكرارًا. وعندما تتقرّب للاعتراف بخطاياك، آمن بشدّة برحمته التي تحرّرك من الذنب. تأمّل في دمه المهراق بحبّ عظيم، ودعه ينقّيك. فيمكنك هكذا أن تولد من جديد، مرارًا وتكرارًا" (عدد 123). إن فصح يسوع المسيح ليس حدثًا ماضيًا، إنما هو، بقوّة الروح القدس، حاضر دائمًا، ويسمح لنا أن نرى وأن نلمس بإيمان جسد المسيح في الكثير من المتألّمين.
2. ضرورة التوبة أي التغيير
من المفيد التأمّل في السرّ الفصحيّ بمزيد من التعمّق. به منحنا الله رحمته. في الواقع، إن خبرة الرحمة لا يمكن أن تتمّ إلّا "وجهًا لوجه" مع يسوع المسيح المصلوب والقائم من بين الأموات "الَّذي أَحبَّني وجادَ بِنَفْسِه مِن أجْلي" (غلا 2، 20). إنه حوار من القلب إلى القلب، ومن صديق إلى صديق. هذا هو السبب في أن الصلاة مهمّة جدًا في زمن الصوم الكبير. إنها، قبل أن تكون واجبًا، هي تعبير عن ضرورة التجاوب مع محبّة الله، التي تسبقنا دائمًا وتَسنُدُنا. في الواقع، يصلّي المسيحي وهو مدرك أن الله يحبّه، مع كونه غير مستحقّ. يمكن للصلاة أن تتّخذ أشكالًا مختلفة، ولكن ما يهمّ في نظر الله حقًا هو أن تدخل في عمقنا، حتى تخترق صلابة قلبنا، فتعيده دائمًا إليه وإلى مشيئته.
في هذا الوقت المناسب، دعونا نسترشد بالله مثل شعب إسرائيل في الصحراء (را. هو 2، 16)، حتى نتمكّن من سماع صوت "العريس"، فنتركه يُدَوِّي في داخلنا بمزيد من العمق والاستعداد. كلّما تركنا كلمته تؤثّر فينا، كلّما استطعنا أن نختبر رحمته المجّانية لنا. لا ندَعْ إذًا زمن النعمة هذا يمرّ بنا عبثًا، متوهّمين أننا أرباب هذا الزمن، وأسياد طرقِ عودتنا إلى الله.
3. إرادة الله ورغبته الشديدة في الحوار مع أبنائه
إن كان الله يمنحنا مجدّدًا وقتًا مناسبًا كي نعود إليه، فلا يجب أن نعتبره أمرًا مفروغًا منه. بل يجب أن تثير فينا هذه الفرصة الجديدة مشاعر الامتنان وأن تهزّنا في خمولنا. على الرغم من وجود الشرّ في حياتنا، وأحيانًا بشكل مأسويّ، كما هو الحال في الكنيسة والعالم، إن هذا المجال المفتوح لنا لإجراء تغيير حاسم في مسار حياتنا يُعَبِّر عن إرادة الله الثابتة في عدم قطع حوار الخلاص معنا. فقد بلغت به إرادته الإلهية، في يسوع المصلوب الذي "جَعَله اللهُ خَطيئَةً مِن أَجْلِنا" (2 قور 5، 21)، إلى أنْ جعلَ كلّ ذنوبنا تقع على ابنه، حتى انقلب "الله على ذاته"، كما قال البابا بنديكتوس السادس عشر (الارشاد الرسولي الله محبة، 12). إن الله في الواقع يحبّ أيضًا أعداءه (را. متى 5، 43- 48).
الحوار الذي يريد الله أن يقيمه مع كلّ إنسان، من خلال السرّ الفصحيّ، ليس مثل حوار أهل أثينا، الذين "لم يكن لديهم هواية ممتعة أكثر من التحدّث أو الاستماع إلى آخر الأخبار" (را. رسل 17، 21). هذا النوع من الثرثرة، الذي يُمليه الفضول الفارغ والسطحي، يميز "دنيوية" جميع الأزمنة، وفي أيامنا هذه يمكن أن يتسلّل أيضًا إلى الاستخدام المضلّل لوسائل الاعلام.
4. تقاسم الغنى، وليس فقط تكديسه من أجل الذات
أن نضع السرّ الفصحيّ في محور الحياة يعني الامتلاء بمشاعر الشفقة عند رؤية جروح المسيح المصلوب في العديد من ضحايا الحرب الأبرياء، وانتهاك حرمة الحياة، سواء في الجنين الذي لم يولد بعد أم في المسنّ، وأشكال العنف المتعدّدة، والكوارث البيئية، والتوزيع غير العادل لخيرات الأرض، والاتّجار بالبشر بجميع أشكاله، والعطش الجامح لتحقيق المكاسب، وهو شكل من أشكال عبادة الأصنام.
من المهمّ اليوم دعوة الرجال والنساء ذوي النوايا الحسنة إلى تقاسم خيراتهم مع المحتاجين من خلال الصدقة، كشكل من أشكال المشاركة الشخصية في بناء عالم أكثر إنصافًا. إن التقاسم بمحبّة يجعل الإنسان أكثر إنسانية. بينما تكديس الثروات قد تزيده وحشيّةً، وتغلقه في الأنانية. يمكننا بل ويجب علينا أن نذهب إلى أبعد من ذلك، مقيِّمين الأبعاد الهيكلية للاقتصاد. ولهذا السبب، لقد دعوت إلى مدينة أسيزي رجالَ اقتصاد حديثين ورجال أعمال وصناع التغيير، من 26 إلى 28 أذار / مارس من الصوم الكبير لعام 2020، بهدف المساهمة في وضع الخطوط العريضة لاقتصادٍ أكثر عدلًا وشمولية من الحالي. كما كرّر مرارًا تعليمُ الكنيسة، السياسة هي من أرقى أشكال المحبّة (را. البابا بيو الحادي عشر كلمة البابا إلى مدراء اتّحاد الجامعة الكاثوليكية، 18 كانون الأول / ديسمبر 1927). كذلك سيكون التعامل مع الاقتصاد بالروح الإنجيلية نفسها التي هي روح التطويبات.
أبتهل إلى سيدتنا مريم العذراء الكلية القداسة أن تشفع بنا في الصوم الكبير المقبل، حتى نقبل الدعوة لأن نتصالح مع الله، ولأن نُثَبِّت نظرنا وقلبنا في السرّ الفصحيّ، ونعود إلى حوار مفتوح وصادق مع الله. بهذه الطريقة يمكننا أن نصبح ما قاله السيد المسيح عن تلاميذه، ملح الأرض ونور العالم (را. متى 5، 13 - 14).
فرنسيس
أُعطِي في روما، قرب القدّيس يوحنا اللاتيراني، 7 أكتوبر / تشرين الأوّل 2019
عيد القدّيسة مريم العذراء سيّدة الورديّة
[00242-AR.01] [Testo originale: Arabo]
[B0122-XX.02]