Sala Stampa

www.vatican.va

Sala Stampa Back Top Print Pdf
Sala Stampa


Santa Messa nella Solennità di Maria Santissima Madre di Dio e nella 53ma Giornata Mondiale della Pace, 01.01.2020


Omelia del Santo Padre

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua tedesca

Traduzione in lingua spagnola

Traduzione in lingua portoghese

Traduzione in lingua polacca

Alle ore 10 di questa mattina, nella Basilica Vaticana, il Santo Padre Francesco ha presieduto la celebrazione della Messa della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio nell’ottava di Natale e nella ricorrenza della 53ma Giornata Mondiale della Pace sul tema La Pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione e conversione ecologica.

Pubblichiamo di seguito l’omelia che Papa Francesco ha pronunciato nel corso della Celebrazione Eucaristica, dopo la proclamazione del Vangelo:

Omelia del Santo Padre

«Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna» (Gal 4,4). Nato da donna: così è venuto Gesù. Non è apparso nel mondo adulto ma, come ci ha detto il Vangelo, è stato «concepito nel grembo» (Lc 2,21): lì ha fatto sua la nostra umanità, giorno dopo giorno, mese dopo mese. Nel grembo di una donna Dio e l’umanità si sono uniti per non lasciarsi mai più: anche ora, in cielo, Gesù vive nella carne che ha preso nel grembo della madre. In Dio c’è la nostra carne umana!

Nel primo giorno dell’anno celebriamo queste nozze tra Dio e l’uomo, inaugurate nel grembo di una donna. In Dio ci sarà per sempre la nostra umanità e per sempre Maria sarà la Madre di Dio. È donna e madre, questo è l’essenziale. Da lei, donna, è sorta la salvezza e dunque non c’è salvezza senza la donna. Lì Dio si è unito a noi e, se vogliamo unirci a Lui, si passa per la stessa strada: per Maria, donna e madre. Perciò iniziamo l’anno nel segno della Madonna, donna che ha tessuto l’umanità di Dio. Se vogliamo tessere di umanità le trame dei nostri giorni, dobbiamo ripartire dalla donna.

Nato da donna. La rinascita dell’umanità è cominciata dalla donna. Le donne sono fonti di vita. Eppure sono continuamente offese, picchiate, violentate, indotte a prostituirsi e a sopprimere la vita che portano in grembo. Ogni violenza inferta alla donna è una profanazione di Dio, nato da donna. Dal corpo di una donna è arrivata la salvezza per l’umanità: da come trattiamo il corpo della donna comprendiamo il nostro livello di umanità. Quante volte il corpo della donna viene sacrificato sugli altari profani della pubblicità, del guadagno, della pornografia, sfruttato come superficie da usare. Va liberato dal consumismo, va rispettato e onorato; è la carne più nobile del mondo, ha concepito e dato alla luce l’Amore che ci ha salvati! Oggi pure la maternità viene umiliata, perché l’unica crescita che interessa è quella economica. Ci sono madri, che rischiano viaggi impervi per cercare disperatamente di dare al frutto del grembo un futuro migliore e vengono giudicate numeri in esubero da persone che hanno la pancia piena, ma di cose, e il cuore vuoto di amore.

Nato da donna. Secondo il racconto della Bibbia, la donna giunge al culmine della creazione, come il riassunto dell’intero creato. Ella, infatti, racchiude in sé il fine del creato stesso: la generazione e la custodia della vita, la comunione con tutto, il prendersi cura di tutto. È quello che fa la Madonna nel Vangelo oggi. «Maria – dice il testo – custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» (v. 19). Custodiva tutto: la gioia per la nascita di Gesù e la tristezza per l’ospitalità negata a Betlemme; l’amore di Giuseppe e lo stupore dei pastori; le promesse e le incertezze per il futuro. Tutto prendeva a cuore e nel suo cuore tutto metteva a posto, anche le avversità. Perché nel suo cuore sistemava ogni cosa con amore e affidava tutto a Dio.

Nel Vangelo questa azione di Maria ritorna una seconda volta: al termine della vita nascosta di Gesù si dice infatti che «sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore» (v. 51). Questa ripetizione ci fa capire che custodire nel cuore non è un bel gesto che la Madonna faceva ogni tanto, ma la sua abitudine. È proprio della donna prendere a cuore la vita. La donna mostra che il senso del vivere non è continuare a produrre cose, ma prendere a cuore le cose che ci sono. Solo chi guarda col cuore vede bene, perché sa “vedere dentro”: la persona al di là dei suoi sbagli, il fratello oltre le sue fragilità, la speranza nelle difficoltà; vede Dio in tutto.

Mentre cominciamo il nuovo anno chiediamoci: “So guardare col cuore? So guardare col cuore le persone? Mi sta a cuore la gente con cui vivo, o le distruggo con le chiacchiere? E soprattutto, ho al centro del cuore il Signore? O altri valori, altri interessi, la mia promozione, le ricchezze, il potere?”. Solo se la vita ci sta a cuore sapremo prendercene cura e superare l’indifferenza che ci avvolge. Chiediamo questa grazia: di vivere l’anno col desiderio di prendere a cuore gli altri, di prenderci cura degli altri. E se vogliamo un mondo migliore, che sia casa di pace e non cortile di guerra, ci stia a cuore la dignità di ogni donna. Dalla donna è nato il Principe della pace. La donna è donatrice e mediatrice di pace e va pienamente associata ai processi decisionali. Perché quando le donne possono trasmettere i loro doni, il mondo si ritrova più unito e più in pace. Perciò, una conquista per la donna è una conquista per l’umanità intera.

Nato da donna. Gesù, appena nato, si è specchiato negli occhi di una donna, nel volto di sua madre. Da lei ha ricevuto le prime carezze, con lei ha scambiato i primi sorrisi. Con lei ha inaugurato la rivoluzione della tenerezza. La Chiesa, guardando Gesù bambino, è chiamata a continuarla. Anch’ella, infatti, come Maria, è donna e madre, la Chiesa è donna e madre, e nella Madonna ritrova i suoi tratti distintivi. Vede lei, immacolata, e si sente chiamata a dire “no” al peccato e alla mondanità. Vede lei, feconda, e si sente chiamata ad annunciare il Signore, a generarlo nelle vite. Vede lei, madre, e si sente chiamata ad accogliere ogni uomo come un figlio.

Avvicinandosi a Maria la Chiesa si ritrova, ritrova il suo centro, ritrova la sua unità. Il nemico della natura umana, il diavolo, cerca invece di dividerla, mettendo in primo piano le differenze, le ideologie, i pensieri di parte e i partiti. Ma non capiamo la Chiesa se la guardiamo a partire dalle strutture, a partire dai programmi e dalle tendenze, dalle ideologie, dalle funzionalità: coglieremo qualcosa, ma non il cuore della Chiesa. Perché la Chiesa ha un cuore di madre. E noi figli invochiamo oggi la Madre di Dio, che ci riunisce come popolo credente. O Madre, genera in noi la speranza, porta a noi l’unità. Donna della salvezza, ti affidiamo quest’anno, custodiscilo nel tuo cuore. Ti acclamiamo: Santa Madre di Dio. Tutti insieme, per tre volte, acclamiamo la Signora, in piedi, la Madonna Santa Madre di Dio: [con l’assemblea] Santa Madre di Dio, Santa Madre di Dio, Santa Madre di Dio!

[00001-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

« Lorsqu’est venue la plénitude des temps, Dieu a envoyé son Fils, né d’une femme » (Gal 4,4). Né d’une femme : c’est ainsi que Jésus est venu. Il n’est pas venu dans le monde déjà adulte, mais comme nous l’a dit l’Evangile, il a été « conçu dans le sein » (Lc 2,21): c’est là qu’il a fait sienne notre humanité, jour après jour, mois après mois. Dans le sein d’une femme, Dieu et l’humanité se sont unis pour ne jamais plus se séparer : maintenant aussi, dans le ciel, Jésus vit dans la chair qu’il a prise dans le sein de sa mère. En Dieu, il y a notre chair humaine!

En ce premier jour de l’année, nous célébrons ces noces entre Dieu et l’homme, inaugurées dans le sein d’une femme. En Dieu, il y aura pour toujours notre humanité et pour toujours Marie sera la Mère de Dieu. Elle est femme et mère, c’est ce qui est essentiel. Par elle, une femme, le salut est venu et donc il n’y a pas de salut sans la femme. C’est là que Dieu s’est uni à nous, et si nous voulons nous unir à lui, il faut passer par le même chemin : par Marie, femme et mère. C’est pourquoi nous commençons l’année sous le signe de Notre-Dame, la femme qui a tissé l’humanité de Dieu. Si nous voulons tisser d’humanité les trames de nos jours, nous devons repartir de la femme.

Né d’une femme. La renaissance de l’humanité a commencé à partir de la femme. Les femmes sont sources de vie. Cependant elles sont continuellement offensées, battues, violentées, poussées à se prostituer et à supprimer la vie qu’elle portent dans leur sein. Toute violence faite à la femme est une profanation de Dieu, né d’une femme. Par le corps d’une femme, le salut est parvenu à l’humanité : de la façon dont nous traitons le corps de la femme, nous comprenons notre niveau d’humanité. Combien de fois le corps de la femme a été sacrifié sur les autels profanes de la publicité, du gain, de la pornographie, exploité comme une surface à utiliser. Il doit être libéré du consumérisme, il doit être respecté et honoré ; c’est la chair la plus noble du monde, elle a conçu et a mis au monde l’Amour qui nous a sauvé! Aujourd’hui encore, la maternité est humiliée, parce que l’unique croissance qui importe est la croissance économique. Il y a des mères qui prennent le risque de voyages dangereux, cherchant désespérément à donner au fruit de leur sein un avenir meilleur et sont jugées en surnombre par des personnes qui ont le ventre plein, mais de choses, et le coeur vide d’amour.

Né d’une femme. Selon le récit de la Bible, la femme arrive au sommet de la création, comme le résumé de tout le créé. Elle renferme en elle, en effet, la finalité du créé lui-même : la génération et la protection de la vie, la communion avec tout, le soin de tout. C’est ce que fait la Vierge Marie dans l’Evangile aujourd’hui. « Marie – dit le texte – retenait tous ces événements et les méditait dans son cœur » (v. 19). Elle conservait tout : la joie pour la naissance de Jésus et la tristesse pour l’hospitalité refusée à Bethlehem ; l’amour de Joseph et l’étonnement des bergers ; les promesses et les incertitudes pour l’avenir. Elle prenait tout à cœur et mettait tout en place dans son cœur, même les adversités. Parce qu’elle ordonnait dans son cœur toute chose avec amour et confiait tout à Dieu.

Dans l’Evangile, cette action de Marie revient une seconde fois : à la fin de la vie cachée de Jésus, il est dit en effet que « sa mère gardait dans son cœur tous ces événements » (v. 51). Cette répétition nous fait comprendre que, conserver dans le cœur, n’est pas un beau geste que la Vierge Marie faisait quelquefois, mais c’était son habitude. C’est propre à la femme, de prendre à cœur la vie. La femme montre que le sens de la vie, ne consiste pas à continuer de produire des choses, mais de prendre à cœur les choses qui existent. Seul celui qui regarde avec le cœur voit bien, parce qu’il sait “regarder à l’intérieur” : la personne au delà de ses erreurs, le frère au delà de ses fragilités, l’espérance dans les difficultés; voir Dieu en tout.

Au moment où nous commençons la nouvelle année demandons-nous : “Est-ce que je sais regarder avec le cœur ? Est-ce que je sais regarder les personnes avec le cœur ? Est-ce que les gens avec qui je vis me tiennent à cœur, ou bien est-ce que je les détruis par les commérages ? Et surtout, ai-je le Seigneur au centre du cœur, ou bien d’autres valeurs, d’autres intérêts, ma promotion, les richesses, le pouvoir ?”. Si seulement la vie nous tient à cœur, nous saurons en prendre soin et dépasser l’indifférence qui nous enveloppe. Demandons cette grâce : de vivre l’année avec le désir de prendre à cœur les autres, de prendre soin des autres. Et si nous voulons un monde meilleur, qui soit une maison de paix et non une cour de guerre, il faut avoir à cœur la dignité de toute femme. De la femme est né le Prince de la paix. La femme est donneuse et médiatrice de paix et doit être pleinement associée aux processus décisionnels. Car, quand les femmes peuvent transmettre leurs dons, le monde se retrouve plus uni et plus en paix. Pour cela, une conquête pour la femme est une conquête pour l’humanité entière.

Né d’une femme. Jésus, qui vient de naître, s’est miré dans les yeux d’une femme, dans le visage de sa mère. Il a reçu d’elle les premières caresses, il a échangé avec elle les premiers sourires. Avec elle, il a inauguré la révolution de la tendresse. L’Eglise, en regardant l’enfant Jésus, est appelée à la continuer. Parce qu’elle aussi, tout comme Marie, est femme et mère, l’Eglise est femme et mère, et, dans la Vierge Marie, elle retrouve ses traits distinctifs. Elle la voit, immaculée, et se sent appelée à dire “non” au péché et à la mondanité. Elle la voit, féconde, et se sent appelée à annoncer le Seigneur, à l’engendrer dans les vies. Elle la voit, mère, et se sent appelée à accueillir tout homme comme son enfant.

En s’approchant de Marie, l’Eglise se retrouve, elle retrouve son centre, elle retrouve son unité. L’ennemi de la nature humaine, le diable, cherche au contraire à la diviser, en mettant au premier plan, les différences, les idéologies, les pensées partisanes et les partis. Mais nous ne comprenons pas l’Eglise si nous la regardons à partir des structures, à partir des programmes et des tendances, des idéologies, des fonctionnalités : nous comprendrons quelque chose, mais pas le cœur de l’Eglise. Parce que l’Eglise a un cœur de mère. Et nous ses enfants, invoquons aujourd’hui la Mère de Dieu qui nous réunit comme un peuple croyant. O Mère, engendre en nous l’espérance, apporte nous l’unité. Femme du salut, nous te confions cette année, conserve-la dans ton cœur. Nous t’acclamons : Sainte Mère de Dieu. Tous ensemble, trois fois, nous acclamons Notre Dame, debout, la Vierge Sainte Mère de Dieu : Sainte Mère de Dieu! Sainte Mère de Dieu! Sainte Mère de Dieu!

[00001-FR.02] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua inglese

“But when the time had fully come, God sent forth his Son, born of woman” (Gal 4:4). Born of woman: Jesus came in this way. He did not appear in the world as an adult but, as the Gospel tells us, he was “conceived in the womb” (Lk 2;21). It was there that he made our humanity his own: day after day, month after month. In the womb of a woman, God and mankind are united, never to be separated again. Even now, in heaven, Jesus lives in the flesh that he took in his mother’s womb. In God, there is our human flesh!

On the first day of the year, we celebrate this nuptial union between God and mankind, inaugurated in the womb of a woman. In God, there will forever be our humanity and Mary will forever be the Mother of God. She is both woman and mother: this is what is essential. From her, a woman, salvation came forth and thus there is no salvation without a woman. In her, God was united to us, and if we want to unite ourselves to him, we must take the same path: through Mary, woman and mother. That is why we begin the year by celebrating Our Lady, the woman who wove the humanity of God. If we want to weave humanity into this our time, we need to start again from the woman.

Born of woman. The rebirth of humanity began from a woman. Women are sources of life. Yet they are continually insulted, beaten, raped, forced to prostitute themselves and to suppress the life they bear in the womb. Every form of violence inflicted upon a woman is a blasphemy against God, who was born of a woman. Humanity’s salvation came forth from the body of a woman: we can understand our degree of humanity by how we treat a woman’s body. How often are women’s bodies sacrificed on the profane altars of advertising, of profiteering, of pornography, exploited like a canvas to be used. Yet women’s bodies must be freed from consumerism; they must be respected and honoured. Theirs is the most noble flesh in the world, for it conceived and brought to light the love that has saved us! In our day, too, motherhood is demeaned, because the only growth that interests us is economic growth. There are mothers who risk difficult journeys desperately seeking to give a better future to the fruit of their womb, yet are deemed redundant by people with full stomachs but hearts empty of love.

Born of woman. The Bible tells us that woman come onto the scene at the height of creation, as a summation of the entire created world. For she holds within herself the very purpose of creation: the generation and safekeeping of life, communion with all things, care for all things. So it is with the Mother of God in today’s Gospel. The text tells us, “But Mary kept all these things, pondering them in her heart” (v. 19). She kept all these things: joy at the birth of Jesus and sadness for the lack of hospitality shown in Bethlehem; the love of Joseph and the amazement of the shepherds; the promise and the uncertainty of the future. She took everything to heart, and in her heart, she put everything in its right place, even hardships and troubles. In her heart, she lovingly set all things in order and entrusted everything to God.

In the Gospel, Mary does this a second time: at the end of the hidden life of Jesus, we are told that “his mother kept all these things in her heart” (v. 51). This repetition makes us realize that “keeping in her heart” was not something nice that Our Lady did from time to time, but something habitual. Women typically take life to heart. Women show us that the meaning of life is not found in making things but in taking things to heart. Only those who see with the heart see things properly, because they know how to “look into” each person: to see a brother apart from his mistakes, a sister apart from her failings, hope amid difficulty. They see God in all persons and things.

As we begin this new year, let us ask ourselves: Do I know how to see with the heart? Do I know how to look at people with the heart? Do I take to heart the people with whom I live? Or do I tear them down by gossip? And above all, do I put the Lord at the centre of my heart, or other values, other interests, like advancement, riches, power? Only if we take life to heart will we know how to take care and overcome the indifference all around. So let us ask for the grace to live this year with the desire to take others to heart and to care for them. And if we want a better world, a world that will be a peaceful home and not a war field, may we take to heart the dignity of each woman. From a woman was born the Prince of peace. Women are givers and mediators of peace and should be fully included in decision-making processes. Because when women can share their gifts, the world finds itself more united, more peaceful. Hence, every step forward for women is a step forward for humanity as a whole.

Born of woman. Jesus, newly born, was mirrored in the eyes of the woman, in the face of his mother. From her, he received his first caresses; with her, he exchanged the first smiles. With her began the revolution of tenderness. The Church, looking at the Baby Jesus, is called to continue that revolution. For she too, like Mary, is both woman and mother. The Church is woman and mother, and in Our Lady, she finds her distinctive traits. She sees Mary immaculate, and feels called to say no to sin and to worldliness. She sees Mary fruitful, and feels called to proclaim the Gospel and to give birth to it in people’s lives. She sees Mary a mother, and she feels called to receive every man and woman as a son or daughter.

In drawing close to Mary, the Church discovers herself, she finds her centre and her unity. The enemy of our human nature, the devil, seeks instead to divide, to highlight differences, ideologies, partisan thinking and parties. But we do not understand the Church if we regard her by starting with structures, programmes and trends, ideologies and functions. We may grasp something, but not the heart of the Church. Because the Church has a mother’s heart. And we, as her sons and daughters, invoke today the Mother of God, who gathers us together as a people of believers. O Mother, give birth to hope within us and bring us unity. Woman of salvation, to you we entrust this year. Keep it in your heart. We acclaim you, the Holy Mother of God. All together now, for three times, let us stand and acclaim the Lady, the Holy Mother of God. [with the assembly] Holy Mother of God, Holy Mother of God, Holy Mother of God!

[00001-EN.02] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua tedesca

»Als aber die Zeit erfüllt war, sandte Gott seinen Sohn, geboren von einer Frau« (Gal 4,4). Geboren von einer Frau: so ist Jesus gekommen. Er ist in der Welt nicht als Erwachsener erschienen, sondern wurde, wie uns das Evangelium gesagt hat, »im Mutterleib empfangen« (Lk 2,21): dort hat er unsere Menschheit angenommen, Tag für Tag, Monat für Monat. Im Schoß einer Frau haben sich Gott und die Menschheit verbunden, um sich nie mehr zu trennen. Auch jetzt im Himmel lebt Jesus in dem Fleisch, das er im Schoß der Mutter angenommen hat. In Gott ist unser menschliches Fleisch!

Am Neujahrstag feiern wir diese Hochzeit zwischen Gott und Mensch, die im Schoß einer Frau ihren Anfang genommen hat. In Gott wird für immer unsere Menschheit sein, und Maria wird für immer die Mutter Gottes sein. Sie ist Frau und Mutter, das ist das Wesentliche. Von ihr, der Frau, ist das Heil ausgegangen, und folglich gibt es ohne die Frau kein Heil. Dort hat sich Gott mit uns verbunden und, wenn wir uns mit ihm verbinden wollen, geht es über denselben Weg: über Maria, Frau und Mutter. Deshalb beginnen wir das Jahr im Zeichen der Gottesmutter, der Frau, die die Menschheit Gottes geformt hat. Wenn wir unser Handeln heute menschlich gestalten wollen, müssen wir wieder auf die Frau schauen.

Geboren von einer Frau. Die Wiedergeburt der Menschheit begann mit der Frau. Die Frauen sind Quellen des Lebens. Und doch werden sie ständig beleidigt, geschlagen, vergewaltigt, dazu gebracht, sich zu prostituieren oder das Leben in ihrem Schoß auszulöschen. Jede Gewalt an der Frau ist eine Schändung Gottes, der von einer Frau geboren wurde. Aus dem Leib einer Frau kam das Heil für die Menschheit: Daran, wie wir den Leib der Frau behandeln, erkennen wir den Grad unserer Menschlichkeit. Wie oft wird der Leib der Frau auf den profanen Altären der Werbung, des Gewinns und der Pornographie geopfert, ausgebeutet wie ein Nutzobjekt. Er muss vom Konsumismus befreit werden, er muss geachtet und geehrt werden; er ist das edelste Fleisch der Welt, er hat die Liebe, die uns gerettet hat, empfangen und zur Welt gebracht! Auch heute wird die Mutterschaft gedemütigt, weil das einzige Wachstum, das interessiert, das Wirtschaftswachstum ist. Es gibt Mütter, die beschwerliche Reisen riskieren, um verzweifelt zu versuchen, der Frucht des Leibes eine bessere Zukunft zu geben; sie werden für überschüssig gehalten von Menschen, deren Bauch voll ist, jedoch mit Dingen, und deren Herz leer an Liebe ist.

Geboren von einer Frau. Gemäß der Erzählung der Bibel tritt die Frau am Höhepunkt des Schöpfungswerkes auf, gleichsam als Zusammenfassung der gesamten Schöpfung. Denn sie schließt das Ziel der Schöpfung selbst in sich: die Hervorbringung und die Bewahrung des Lebens, die Gemeinschaft mit allem und die Sorge für alles. Es ist das, was die Gottesmutter heute im Evangelium tut. »Maria aber«, so heißt es im Text, »bewahrte alle diese Worte und erwog sie in ihrem Herzen« (V. 19). Sie bewahrte alles: die Freude über die Geburt Jesu und die Traurigkeit über die verweigerte Gastfreundschaft in Betlehem; die Liebe Josefs und das Staunen der Hirten; die Verheißungen und die Ungewissheiten für die Zukunft. Alles lag ihr am Herzen und in ihrem Herzen legte sie alles zurecht, auch die Widrigkeiten. Denn in ihrem Herzen ordnete sie jede Sache mit Liebe und vertraute Gott alles an.

Diese Handlungsweise Marias kehrt im Evangelium ein zweites Mal wieder. Am Ende des verborgenen Lebens Jesu heißt es nämlich: »Seine Mutter bewahrte all die Worte in ihrem Herzen« (V. 51). Diese Wiederholung lässt uns verstehen, dass etwas im Herzen zu bewahren nicht eine schöne Geste ist, welche die Gottesmutter ab und zu vollbrachte, sondern ihre Gewohnheit. Es ist der Frau eigen, für das Leben Sorge zu tragen. Die Frau zeigt, dass der Sinn des Lebens nicht darin besteht, immer weiter etwas zu produzieren, sondern für das, was da ist, Sorge zu tragen. Nur wer mit dem Herzen schaut, sieht gut, weil er „nach innen zu sehen“ vermag: er sieht die Person jenseits ihrer Fehler, den Bruder oder die Schwester jenseits seiner bzw. ihrer Schwächen, die Hoffnung in den Schwierigkeiten; er sieht Gott in allem.

Während wir das neue Jahr beginnen, fragen wir uns: „Bin ich fähig, mit dem Herzen zu sehen? Kann ich die Menschen mit dem Herzen anschauen? Liegen mir die Leute, mit denen ich lebe, am Herzen oder vernichte ich sie mit schlechter Nachrede? Und vor allem, ist der Herr in der Mitte meines Herzens? Oder sind dort andere Werte, andere Interessen, wie etwa meine Beförderung, Reichtum und Macht?“ Nur wenn uns das Leben am Herzen liegt, werden wir fähig sein, dafür auch Sorge zu tragen und die Gleichgültigkeit, die uns umfängt, zu überwinden. Bitten wir um die Gnade, dass wir dieses Jahr mit dem Wunsch leben, uns die anderen zu Herzen zu nehmen, uns um die anderen zu kümmern. Und wenn wir eine bessere Welt wollen, die ein Haus des Friedens und nicht Schauplatz für Krieg ist, möge uns die Würde jeder Frau am Herzen liegen. Von der Frau wurde der Friedensfürst geboren. Die Frau ist Spenderin und Mittlerin des Friedens und muss an den Entscheidungsprozessen voll beteiligt werden. Denn wenn die Frauen ihre Gaben weitergeben können, dann ist die Welt geeinter und friedvoller. Daher ist eine Errungenschaft für die Frau eine Errungenschaft für die ganze Menschheit.

Geboren von einer Frau. Gleich nach seiner Geburt spiegelte sich Jesus in den Augen einer Frau, im Gesicht seiner Mutter. Von ihr hat er die ersten Liebkosungen erhalten, mit ihr hat er das erste Lächeln ausgetauscht. Mit ihr hat er die Revolution der Zärtlichkeit eingeleitet. Mit dem Blick auf das Jesuskind ist die Kirche gerufen, diese fortzuführen. Denn auch sie ist wie Maria Frau und Mutter – die Kirche ist Frau und Mutter – und sie erkennt in der Gottesmutter ihre typischen Merkmale. Die Kirche sieht Maria unbefleckt und fühlt sich gerufen, zur Sünde und zur Weltlichkeit „nein“ zu sagen. Sie sieht Maria fruchtbar und fühlt sich gerufen, den Herrn zu verkünden, ihn im Leben der Menschen hervorzubringen. Sie sieht Maria als Mutter und fühlt sich gerufen, jeden Menschen als Sohn oder Tochter anzunehmen.

Wenn sie sich Maria nähert, findet die Kirche sich selbst wieder, sie findet ihre Mitte und Einheit wieder. Der Feind der menschlichen Natur, der Teufel, versucht hingegen, sie zu spalten, indem er die Unterschiede, die Ideologien, die einseitigen Überlegungen und Parteien in den Vordergrund stellt. Wir verstehen die Kirche jedoch nicht, wenn wir sie von Strukturen, Programmen und Strömungen her betrachten, wenn wir aus ideologischer oder funktionaler Perspektive auf sie schauen: Wir werden dann etwas begreifen, aber nicht das Wesentliche der Kirche. Denn die Kirche hat das Herz einer Mutter. Und wir rufen heute als Kinder die Mutter Gottes an, die uns als gläubiges Volk vereint. O Mutter, bring in uns die Hoffnung hervor, bring uns die Einheit. Frau des Heils, wir vertrauen dir dieses Jahr an, bewahre es in deinem Herzen. Wir rufen dir zu: Heilige Mutter Gottes. Wir wollen aufstehen und alle gemeinsam, dreimal, unsere liebe Frau, die heilige Mutter Gottes, anrufen: [mit den Gottesdienstteilnehmern] Heilige Mutter Gottes, heilige Mutter Gottes, heilige Mutter Gottes!

[00001-DE.02] [Originalsprache: Italienisch]

Traduzione in lingua spagnola

«Cuando llegó la plenitud del tiempo, envió Dios a su Hijo, nacido de mujer» (Ga 4,4). Nacido de mujer: así es cómo vino Jesús. No apareció en el mundo como adulto, sino como nos ha dicho el Evangelio, fue «concebido» en el vientre (Lc 2,21): allí hizo suya nuestra humanidad, día tras día, mes tras mes. En el vientre de una mujer, Dios y la humanidad se unieron para no separarse nunca más. También ahora, en el cielo, Jesús vive en la carne que tomó en el vientre de su madre. En Dios está nuestra carne humana.

El primer día del año celebramos estos desposorios entre Dios y el hombre, inaugurados en el vientre de una mujer. En Dios estará para siempre nuestra humanidad y María será la Madre de Dios para siempre. Ella es mujer y madre, esto es lo esencial. De ella, mujer, surgió la salvación y, por lo tanto, no hay salvación sin la mujer. Allí Dios se unió con nosotros y, si queremos unirnos con Él, debemos ir por el mismo camino: a través de María, mujer y madre. Por ello, comenzamos el año bajo el signo de Nuestra Señora, la mujer que tejió la humanidad de Dios. Si queremos tejer con humanidad las tramas de nuestro tiempo, debemos partir de nuevo de la mujer.

Nacido de mujer. El renacer de la humanidad comenzó con la mujer. Las mujeres son fuente de vida. Sin embargo, son continuamente ofendidas, golpeadas, violadas, inducidas a prostituirse y a eliminar la vida que llevan en el vientre. Toda violencia infligida a la mujer es una profanación de Dios, nacido de una mujer. La salvación para la humanidad vino del cuerpo de una mujer: de cómo tratamos el cuerpo de la mujer comprendemos nuestro nivel de humanidad. Cuántas veces el cuerpo de la mujer se sacrifica en los altares profanos de la publicidad, del lucro, de la pornografía, explotado como un terreno para utilizar. Debe ser liberado del consumismo, debe ser respetado y honrado. Es la carne más noble del mundo, pues concibió y dio a luz al Amor que nos ha salvado. Hoy, la maternidad también es humillada, porque el único crecimiento que interesa es el económico. Hay madres que se arriesgan a emprender viajes penosos para tratar desesperadamente de dar un futuro mejor al fruto de sus entrañas, y que son consideradas como números que sobrexceden el cupo por personas que tienen el estómago lleno, pero de cosas, y el corazón vacío de amor.

Nacido de mujer. Según la narración bíblica, la mujer aparece en el ápice de la creación, como resumen de todo lo creado. De hecho, ella contiene en sí el fin de la creación misma: la generación y protección de la vida, la comunión con todo, el ocuparse de todo. Es lo que hace la Virgen en el Evangelio hoy. «María, por su parte ―dice el texto―, conservaba todas estas cosas, meditándolas en su corazón» (v. 19). Conservaba todo: la alegría por el nacimiento de Jesús y la tristeza por la hospitalidad negada en Belén; el amor de José y el asombro de los pastores; las promesas y las incertidumbres del futuro. Todo lo tomaba en serio y todo lo ponía en su lugar en su corazón, incluso la adversidad. Porque en su corazón arreglaba cada cosa con amor y confiaba todo a Dios.

En el Evangelio encontramos por segunda vez esta acción de María: al final de la vida oculta de Jesús se dice, en efecto, que «su madre conservaba todo esto en su corazón» (v. 51). Esta repetición nos hace comprender que conservar en el corazón no es un buen gesto que la Virgen hizo de vez en cuando, sino un hábito. Es propio de la mujer tomarse la vida en serio. La mujer manifiesta que el significado de la vida no es continuar a producir cosas, sino tomar en serio las que ya están. Sólo quien mira con el corazón ve bien, porque sabe “ver en profundidad” a la persona más allá de sus errores, al hermano más allá de sus fragilidades, la esperanza en medio de las dificultades; ve a Dios en todo.

Al comenzar el nuevo año, preguntémonos: “¿Sé mirar con el corazón? ¿sé mirar con el corazón a las personas? ¿Me importa la gente con la que vivo, o la destruyo con la murmuración? Y, sobre todo, ¿tengo al Señor en el centro de mi corazón, o tengo otros valores, otros intereses, mi promoción, las riquezas, el poder?”. Sólo si la vida es importante para nosotros sabremos cómo cuidarla y superar la indiferencia que nos envuelve. Pidamos esta gracia: vivir el año con el deseo de tomar en serio a los demás, de cuidar a los demás. Y si queremos un mundo mejor, que sea una casa de paz y no un patio de batalla, que nos importe la dignidad de toda mujer. De una mujer nació el Príncipe de la paz. La mujer es donante y mediadora de paz y debe ser completamente involucrada en los procesos de toma de decisiones. Porque cuando las mujeres pueden transmitir sus dones, el mundo se encuentra más unido y más en paz. Por lo tanto, una conquista para la mujer es una conquista para toda la humanidad.

Nacido de mujer. Jesús, recién nacido, se reflejó en los ojos de una mujer, en el rostro de su madre. De ella recibió las primeras caricias, con ella intercambió las primeras sonrisas. Con ella inauguró la revolución de la ternura. La Iglesia, mirando al niño Jesús, está llamada a continuarla. De hecho, al igual que María, también ella es mujer y madre, la Iglesia es mujer y madre, y en la Virgen encuentra sus rasgos distintivos. La ve inmaculada, y se siente llamada a decir “no” al pecado y a la mundanidad. La ve fecunda y se siente llamada a anunciar al Señor, a generarlo en las vidas. La ve, madre, y se siente llamada a acoger a cada hombre como a un hijo.

Acercándose a María, la Iglesia se encuentra a sí misma, encuentra su centro, encuentra su unidad. En cambio, el enemigo de la naturaleza humana, el diablo, trata de dividirla, poniendo en primer plano las diferencias, las ideologías, los pensamientos partidistas y los bandos. Pero no podemos entender a la Iglesia si la miramos a partir de sus estructuras, a partir de los programas y tendencias, de las ideologías, de las funcionalidades: percibiremos algo de ella, pero no el corazón de la Iglesia. Porque la Iglesia tiene el corazón de una madre. Y nosotros, hijos, invocamos hoy a la Madre de Dios, que nos reúne como pueblo creyente. Oh Madre, genera en nosotros la esperanza, tráenos la unidad. Mujer de la salvación, te confiamos este año, custódialo en tu corazón. Te aclamamos: ¡Santa Madre de Dios! Todos juntos, por tres veces, aclamemos a la Señora, en pie, Nuestra Señora, la Santa Madre de Dios: [con la asamblea]: ¡Santa Madre de Dios, Santa Madre de Dios!

[00001-ES.02] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua portoghese

«Quando chegou a plenitude do tempo, Deus enviou o seu Filho, nascido de uma mulher» (Gal 4, 4). Nascido de uma mulher: assim veio Jesus. Não apareceu adulto no mundo, mas, como disse o Evangelho, foi «concebido no seio materno» (Lc 2, 21): aqui, dia após dia, mês após mês, assumiu a nossa humanidade. No seio duma mulher, Deus e a humanidade uniram-se para nunca mais se deixarem: mesmo agora, no Céu, Jesus vive na carne que tomou no seio de sua mãe. Em Deus, há a nossa carne humana!

No primeiro dia do ano, celebramos estas núpcias entre Deus e o homem, inauguradas no seio de uma mulher. Em Deus, estará para sempre a nossa humanidade, e Maria será a Mãe de Deus para sempre. É mulher e mãe: isto é o essencial. D’Ela, mulher, surgiu a salvação e, assim, não há salvação sem a mulher. N’Ela, Deus uniu-Se a nós e, se queremos unir-nos a Ele, temos de passar pela mesma estrada: por Maria, mulher e mãe. Por isso, começamos o ano sob o signo de Nossa Senhora, mulher que teceu a humanidade de Deus. Se quisermos tecer de humanidade a trama dos nossos dias, devemos recomeçar da mulher.

Nascido de uma mulher. O renascimento da humanidade começou pela mulher. As mulheres são fontes de vida; e, no entanto, são continuamente ofendidas, espancadas, violentadas, induzidas a prostituir-se e a suprimir a vida que trazem no seio. Toda a violência infligida à mulher é profanação de Deus, nascido de uma mulher. A salvação chegou à humanidade, a partir do corpo de uma mulher: pelo modo como tratamos o corpo da mulher, vê-se o nosso nível de humanidade. Quantas vezes o corpo da mulher acaba sacrificado nos altares profanos da publicidade, do lucro, da pornografia, explorado como se usa uma superfície qualquer. Há que libertá-lo do consumismo, deve ser respeitado e honrado; é a carne mais nobre do mundo: concebeu e deu à luz o Amor que nos salvou! Ainda hoje a maternidade é humilhada, porque o único crescimento que interessa é o económico. Há mães que, na busca desesperada de dar um futuro melhor ao fruto do seu seio, se arriscam a viagens impraticáveis e acabam julgadas como número excedente por pessoas que têm a barriga cheia, mas de coisas, e o coração vazio de amor.

Nascido de uma mulher. Segundo a narração da Bíblia, no cume da criação surge a mulher, quase como compêndio de toda a obra criada. De facto, encerra em si mesma a finalidade da própria criação: a geração e a conservação da vida, a comunhão com tudo, a solicitude por tudo. É o que faz Nossa Senhora no Evangelho de hoje. «Maria – diz o texto – conservava todas estas coisas, ponderando-as no seu coração» (Lc 2, 19). Conservava tudo: a alegria pelo nascimento de Jesus e a tristeza pela hospitalidade negada em Belém; o amor de José e a admiração dos pastores; as promessas e as incertezas quanto ao futuro. Interessava-se por tudo e, no seu coração, tudo reajustava, incluindo as adversidades. Pois, no seu coração, tudo organizava com amor e confiava tudo a Deus.

No Evangelho, esta atividade de Maria reaparece uma segunda vez: na adolescência de Jesus, diz-se que a «sua mãe guardava todas estas coisas no seu coração» (Lc 2, 51). Esta repetição faz-nos compreender que o gesto de guardar no coração não era simplesmente um ato bom que Nossa Senhora realizava de vez em quando, mas é um hábito d’Ela. É próprio da mulher tomar a peito a vida. A mulher mostra que o sentido da vida não é produzir coisas em continuação, mas tomar a peito as coisas que existem. Só vê bem quem olha com o coração, porque sabe «ver dentro»: a pessoa independentemente dos seus erros, o irmão independentemente das suas fragilidades, a esperança nas dificuldades; vê Deus em tudo.

Ao começarmos um ano novo, interroguemo-nos: «Sei olhar com o coração? Sei olhar as pessoas, com o coração? Tenho a peito as pessoas com quem vivo, ou arruíno-as com as bisbilhotices? E sobretudo, no centro do coração, tenho o Senhor ou outros valores, outros interesses, a minha promoção, as riquezas, o poder?» Somente se tivermos a peito a vida é que saberemos cuidar dela e vencer a indiferença que nos rodeia. Peçamos esta graça: viver o ano com o desejo de ter a peito os outros, cuidar dos outros. E se queremos um mundo melhor, que seja casa de paz e não palco de guerra, tenhamos a peito a dignidade de cada mulher. Da mulher, nasceu o Príncipe da paz. A mulher é doadora e medianeira de paz, e deve ser plenamente associada aos seus processos decisores. Com efeito, quando é dada às mulheres a possibilidade de transmitir os seus dons, o mundo encontra-se mais unido e mais em paz. Por isso, uma conquista a favor da mulher é uma conquista em prol da humanidade inteira.

Nascido de uma mulher. Jesus, logo que nasceu, espelhou-Se nos olhos duma mulher, no rosto de sua Mãe. D’Ela recebeu as primeiras carícias, com Ela trocou os primeiros sorrisos. Com Ela, inaugurou a revolução da ternura; a Igreja, ao contemplar o Menino Jesus, é chamada a continuá-la. Pois também ela, como Maria, é mulher e mãe – a Igreja é mulher e mãe –, e encontra em Nossa Senhora os seus traços caraterísticos. Vê-A imaculada e sente-se chamada a dizer «não» ao pecado e ao mundanismo. Vê-A fecunda e sente-se chamada a anunciar o Senhor, a gerá-Lo nas inúmeras vidas. Vê-A mãe e sente-se chamada a acolher cada homem como um filho.

Aproximando-se de Maria, a Igreja reencontra-se: encontra o seu centro, encontra a sua unidade. Ao contrário o diabo, inimigo da natureza humana, procura dividi-la, colocando em primeiro plano as diferenças, as ideologias, os pensamentos unilaterais e os partidos. Mas não compreenderemos a Igreja, se olharmos para ela a partir das estruturas, a partir dos programas e das tendências, das ideologias, da funcionalidade: entenderemos qualquer coisa, mas não o coração da Igreja. Porque a Igreja tem um coração de mãe. E nós, filhos, invocamos hoje a Mãe de Deus, que nos reúne como povo crente. Ó Mãe, gerai em nós a esperança, trazei-nos a unidade. Mulher da salvação, confiamo-Vos este ano, guardai-o no vosso coração. Nós Vos aclamamos: Santa Mãe de Deus. Todos juntos, de pé, aclamemos Nossa Senhora, a Santa Mãe de Deus: [repete com a assembleia] Santa Mãe de Deus, Santa Mãe de Deus, Santa Mãe de Deus!

[00001-PO.02] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua polacca

„Gdy nadeszła pełnia czasu, zesłał Bóg Syna swego, zrodzonego z Niewiasty” (Ga 4, 4). Zrodzony z niewiasty: oto jak przyszedł Jezus. Nie pojawił się w świecie jako dorosły, ale, jak nam powiedziała Ewangelia, został „poczęty w łonie” (Łk 2, 21): tam przyjął nasze człowieczeństwo, dzień po dniu, miesiąc po miesiącu. W łonie niewiasty Bóg i ludzkość zjednoczyły się ze sobą, aby nigdy więcej nie rozstawać się: także teraz, w niebie, Jezus żyje w ciele, które przyjął w łonie matki. W Bogu jest nasze ludzkie ciało!

Pierwszego dnia roku obchodzimy te zaślubiny Boga z człowiekiem, które rozpoczęty się w łonie niewiasty. W Bogu zawsze będzie nasze człowieczeństwo, a Maryja na zawsze będzie Matką Boga. Jest kobietą i matką, to istotne. To z Niej, niewiasty, wzeszło zbawienie, a zatem nie ma zbawienia bez niewiasty. Tam Bóg złączył się z nami i jeśli chcemy zjednoczyć się z Nim, trzeba przejść tą samą drogą: przez Maryję, niewiastę i matkę. Zacznijmy zatem rok pod znakiem Matki Bożej, Niewiasty, która utkała człowieczeństwo Boga. Jeśli chcemy splatać człowieczeństwem wątki naszych dni, musimy zacząć od Niewiasty.

Zrodzony z niewiasty. Odrodzenie ludzkości rozpoczęło się od niewiasty. Kobiety są źródłami życia. Jednakże są nieustannie poniżane, bite, gwałcone, nakłaniane do prostytucji i usunięcia życia, które noszą w swym łonie. Każda przemoc zadana kobiecie jest zbezczeszczeniem Boga zrodzonego z niewiasty. Z ciała kobiety przyszło dla ludzkości zbawienie: po tym, jak traktujemy ciało kobiety, rozpoznajemy nasz poziom człowieczeństwa. Ileż razy ciało kobiety jest poświęcane na bezbożnych ołtarzach reklamy, dochodów, pornografii, wyzyskiwane jako obszar do użycia. Trzeba je wyzwolić od konsumpcjonizmu, trzeba je szanować i czcić. Jest ono najszlachetniejszym ciałem świata, poczęło i zrodziło Miłość, która nas zbawiła! Dzisiaj upokarzane jest również macierzyństwo, ponieważ jedynym wzrostem, który jest przedmiotem zainteresowania, jest wzrost gospodarczy. Są matki, ryzykujące trudne do pokonania podróże, by desperacko próbować dać owocowi swego łona lepszą przyszłość, a są uznawane za zbędne przez ludzi mających pełny brzuch i mnóstwo rzezy, ale serce bez miłości.

Zrodzony z niewiasty. Zgodnie z relacją biblijną kobieta jest punktem kulminacyjnym stworzenia, jako podsumowanie całego dzieła stworzenia. Istotnie zawiera się w niej cel samego stworzenia: rodzenie i troska o życie, komunia ze wszystkim, zatroszczenie się o wszystko. To właśnie czyni Matka Boża dzisiaj w Ewangelii. „Maryja - mówi tekst - zachowywała wszystkie te sprawy i rozważała je w swoim sercu.” (w. 19). Zachowała wszystko: radość z narodzin Jezusa i smutek z powodu odmówienia gościny w Betlejem; miłość Józefa i zdumienie pasterzy; obietnice i niepewność odnośnie do przyszłości. Wszystko brała do serca i w swoim sercu wszystko ustawiała na właściwym miejscu, nawet przeciwności losu. Ponieważ w swoim sercu rozmieszczała wszystko z miłością i wszystko powierzała Bogu.

W Ewangelii to działanie Maryi powraca po raz drugi: pod koniec ukrytego życia Jezusa jest mowa, że „chowała wiernie wszystkie te wspomnienia w swym sercu” (w. 51). To powtórzenie uzmysławia nam, że zachowywanie w sercu nie jest miłym gestem, jaki Matka Boża czyniła co jakiś czas, ale Jej zwyczajem. Właściwością kobiety jest branie sobie życia do serca. Kobieta ukazuje, że sens życia nie polega na tym, aby stale wytwarzać rzeczy, ale brać do serca to, co jest. Tylko ten, kto patrzy sercem, widzi dobrze, ponieważ potrafi „widzieć wnętrze”: osobę ponad jej błędami, brata poza jego słabościami, nadzieję w trudnościach; widzieć Boga we wszystkim.

Rozpoczynając nowy rok, zadajmy sobie pytanie: „Czy potrafię patrzeć sercem? Czy potrafię patrzeć sercem na ludzi? Czy zależy mi na ludziach, z którymi żyję, albo czy niszę ich moim plotkowaniem? A przede wszystkim czy w centrum mego serca jest Pan?. Czy może inne wartości, inne interesy, mój awans, bogactwo, władza?” Tylko jeśli życie jest dla nas ważne, będziemy potrafili się o nie zatroszczyć i przezwyciężyć otaczającą nas obojętność. Prośmy o tę łaskę: by przeżyć rok z pragnieniem zatroszczenia się o innych. A jeśli chcemy lepszego świata, który byłby domem pokoju, a nie dziedzińcem wojny, to niech nam leży na sercu godność każdej kobiety. Z niewiasty narodził się Książę Pokoju. Kobieta jest dawczynią i pośredniczką pokoju, i musi być w pełni włączona w procesy decyzyjne. Kiedy bowiem kobiety mogą przekazywać swoje dary, świat staje się bardziej zjednoczony i bardziej pokojowy. Dlatego osiągnięcie na rzecz kobiet jest osiągnięciem dla całej ludzkości.

Zrodzony z niewiasty. Nowonarodzony Jezus odzwierciedlił się w oczach niewiasty, w obliczu swojej matki. Od niej otrzymał pierwsze przejawy czułości, z nią wymienił pierwsze uśmiechy. Wraz z nią zainaugurował rewolucję czułości. Kościół, patrząc na Dzieciątko Jezus, jest wezwany do jej kontynuowania. Podobnie jak Maryja, jest on bowiem niewiastą i matką, Kościół jest niewiastą i matką, a w Matce Bożej odnajduje swoje cechy charakterystyczne. Widzi Ją niepokalaną i czuje się powołany, by odrzucić grzech i światowość. Widzi Ją, płodną, i czuje się powołany, by głosić Pana, aby rodzić Go w ludzkich istnieniach. Widzi Ją, matkę, i czuje się powołany by przyjąć każdego człowieka jako syna.

Kościół, zbliżając się do Maryi, odnajduje siebie, znajduje swoje centrum, odnajduje swoją jedność. Natomiast nieprzyjaciel rodzaju ludzkiego, diabeł, próbuje go podzielić, stawiając na pierwszym planie różnice, ideologie, myśli uprzedzone i układy. Ale nie rozumiemy Kościoła, jeśli patrzymy na niego wychodząc od struktur, programów i tendencji, ideologii, od funkcjonalności: coś z niego zrozumiemy, ale nie serce Kościoła. Kościół wszak ma serce macierzyńskie. A my, dzieci, przyzywamy dziś Matkę Bożą, która nas jednoczy jako lud wierzący. O Matko, wzbudź w nas nadzieję, daj nam jedność. Niewiasto zbawienia, powierzamy tobie ten rok, strzeż go w swoim sercu. Wysławiamy Ciebie: Święta Boża Rodzicielko. Wszyscy razem, stojąc, wysławiajmy teraz trzykrotnie naszą Panią, Najświętszą Matkę Boga: /ze zgromadzonymi/ Święta Boża Rodzicielko, Święta Boża Rodzicielko, Święta Boża Rodzicielko!

[00001-PL.02] [Testo originale: Italiano]

[B0001-XX.02]