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Messaggio del Santo Padre e Benedizione “Urbi et Orbi” nella Solennità del Natale, 25.12.2019


Messaggio natalizio del Santo Padre

Auguri natalizi dopo la Benedizione Urbi et Orbi

Alle ore 12 di oggi, Solennità del Natale del Signore, dalla Loggia Centrale della Basilica Vaticana il Santo Padre Francesco, prima di impartire la Benedizione “Urbi et Orbi”, ha rivolto il tradizionale Messaggio natalizio ai fedeli presenti in Piazza San Pietro e a quanti lo ascoltano attraverso la radio e la televisione.

Questo il testo del Messaggio del Santo Padre per il Natale 2019:

Testo in lingua italiana

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua tedesca

Traduzione in lingua spagnola

Traduzione in lingua portoghese

Traduzione in lingua polacca

Messaggio natalizio del Santo Padre

«Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce» (Is 9,1).

Cari fratelli e sorelle, buon Natale!

Dal grembo della madre Chiesa, questa notte è nato nuovamente il Figlio di Dio fatto uomo. Il suo nome è Gesù, che significa Dio salva. Il Padre, Amore eterno e infinito, lo ha mandato nel mondo non per condannarlo, ma per salvarlo (cfr Gv 3,17). Il Padre lo ha dato, con immensa misericordia. Lo ha dato per tutti. Lo ha dato per sempre. Ed Egli è nato, come piccola fiammella accesa nel buio e nel freddo della notte.

Quel Bambino, nato dalla Vergine Maria, è la Parola di Dio fatta carne. La Parola che ha orientato il cuore e i passi di Abramo verso la terra promessa, e continua ad attirare coloro che si fidano delle promesse di Dio. La Parola che ha guidato gli ebrei nel cammino dalla schiavitù alla libertà, e continua a chiamare gli schiavi di ogni tempo, anche di oggi, ad uscire dalle loro prigioni. È Parola più luminosa del sole, incarnata in un piccolo figlio di uomo, Gesù, luce del mondo.

Per questo il profeta esclama: «Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce» (Is 9,1). Sì, ci sono tenebre nei cuori umani, ma più grande è la luce di Cristo. Ci sono tenebre nelle relazioni personali, familiari, sociali, ma più grande è la luce di Cristo. Ci sono tenebre nei conflitti economici, geopolitici ed ecologici, ma più grande è la luce di Cristo.

Cristo sia luce per i tanti bambini che patiscono la guerra e i conflitti in Medio Oriente e in vari Paesi del mondo. Sia conforto per l’amato popolo siriano che ancora non vede la fine delle ostilità che hanno lacerato il Paese in questo decennio. Scuota le coscienze degli uomini di buona volontà. Ispiri oggi i governanti e la comunità internazionale a trovare soluzioni che garantiscano la sicurezza e la convivenza pacifica dei popoli della Regione e ponga fine alle loro indicibili sofferenze. Sia sostegno per il popolo libanese, perché possa uscire dall’attuale crisi e riscopra la sua vocazione ad essere un messaggio di libertà e di armoniosa coesistenza per tutti.

Il Signore Gesù sia luce per la Terra Santa dov’Egli è nato, Salvatore dell’uomo, e dove continua l’attesa di tanti che, pur nella fatica ma senza sfiduciarsi, aspettano giorni di pace, di sicurezza e di prosperità. Sia consolazione per l’Iraq, attraversato da tensioni sociali, e per lo Yemen, provato da una grave crisi umanitaria.

Sia speranza il piccolo Bambino di Betlemme per tutto il Continente americano, in cui diverse Nazioni stanno attraversando una stagione di sommovimenti sociali e politici. Rinfranchi il caro popolo venezuelano, lungamente provato da tensioni politiche e sociali e non gli faccia mancare l’aiuto di cui abbisogna. Benedica gli sforzi di quanti si stanno prodigando per favorire la giustizia e la riconciliazione e si adoperano per superare le varie crisi e le tante forme di povertà che offendono la dignità di ogni persona.

Sia luce, il Redentore del mondo, per la cara Ucraina, che ambisce a soluzioni concrete per una pace duratura.

Il Signore che è nato sia luce per i popoli dell’Africa, dove perdurano situazioni sociali e politiche che spesso costringono le persone ad emigrare, privandole di una casa e di una famiglia. Sia pace per la popolazione che vive nelle regioni orientali della Repubblica Democratica del Congo, martoriata da persistenti conflitti. Sia conforto per quanti patiscono a causa delle violenze, delle calamità naturali o delle emergenze sanitarie. Sia conforto a quanti sono perseguitati a causa della loro fede religiosa, specialmente i missionari e i fedeli rapiti, e a quanti cadono vittime di attacchi da parte di gruppi estremisti, soprattutto in Burkina Faso, Mali, Niger e Nigeria.

Il Figlio di Dio, disceso dal Cielo sulla terra, sia difesa e sostegno per quanti, a causa di queste ed altre ingiustizie, devono emigrare nella speranza di una vita sicura. È l’ingiustizia che li obbliga ad attraversare deserti e mari, trasformati in cimiteri. È l’ingiustizia che li costringe a subire abusi indicibili, schiavitù di ogni tipo e torture in campi di detenzione disumani. È l’ingiustizia che li respinge da luoghi dove potrebbero avere la speranza di una vita degna e fa loro trovare muri di indifferenza.

L’Emmanuele sia luce per tutta l’umanità ferita. Sciolga il nostro cuore spesso indurito ed egoista e ci renda strumenti del suo amore. Attraverso i nostri poveri volti, doni il suo sorriso ai bambini di tutto il mondo: a quelli abbandonati e a quelli che hanno subito violenze. Attraverso le nostre deboli braccia, vesta i poveri che non hanno di che coprirsi, dia il pane agli affamati, curi gli infermi. Per la nostra fragile compagnia, sia vicino alle persone anziane e a quelle sole, ai migranti e agli emarginati. In questo giorno di festa, doni a tutti la sua tenerezza e rischiari le tenebre di questo mondo.

[02094-IT.02] [Testo originale: Italiano]

 

Traduzione in lingua francese

«Le peuple qui marchait dans les ténèbres a vu se lever une grande lumière» (Is 9, 1).

Chers frères et sœurs, joyeux Noël!

Du sein de la mère Eglise, cette nuit, le Fils de Dieu, fait homme, est né de nouveau. Son nom est Jésus, qui signifie Dieu sauve. Le Père, Amour éternel et infini, l’a envoyé dans le monde non pas pour le condamner, mais pour le sauver (cf. Jn 3, 17). Le Père l’a donné, avec une immense miséricorde. Il l’a donné pour tous. Il l’a donné pour toujours. Et Il est né, comme une petite flamme allumée dans l’obscurité et dans le froid de la nuit.

Cet Enfant, né de la Vierge Marie, est la Parole de Dieu faite chair. La Parole qui a orienté le cœur et les pas d’Abraham vers la terre promise, et continue d’attirer ceux qui font confiance aux promesses de Dieu. La Parole qui a guidé les Hébreux sur le chemin de l’esclavage à la liberté, et continue à appeler les esclaves de tout temps, même d’aujourd’hui, à sortir de leurs prisons. C’est une Parole plus lumineuse que le soleil, incarnée dans un petit fils d’homme, Jésus, lumière du monde.

Pour cela, le prophète s’exclame: «Le peuple qui marchait dans les ténèbres a vu se lever une grande lumière» (Is 9, 1). Oui, il y a des ténèbres dans les cœurs humains, mais plus grande est la lumière du Christ. Il y a des ténèbres dans les relations personnelles, familiales, sociales, mais plus grande est la lumière du Christ. Il y a des ténèbres dans les conflits économiques, géopolitiques et écologiques, mais plus grande est la lumière du Christ.

Que le Christ soit lumière pour les nombreux enfants qui subissent la guerre et les conflits au Moyen Orient et dans divers Pays du monde. Qu’Il soit le réconfort du bien-aimé peuple syrien qui ne voit pas encore la fin des hostilités qui ont déchiré le Pays en cette décennie. Qu’Il secoue les consciences des hommes de bonne volonté. Qu’Il inspire aujourd’hui les gouvernants et la communauté internationale à trouver des solutions qui garantissent la sécurité et la coexistence pacifique des peuples de la Région et qu’Il mette fin à leurs indicibles souffrances. Qu’Il soit un soutien pour le peuple libanais, afin qu’il puisse sortir de la crise actuelle et redécouvre sa vocation d’être un messager de liberté et d’harmonieuse coexistence pour tous.

Que le Seigneur Jésus soit lumière pour la Terre Sainte où Il est né, le Sauveur de l’homme, et où continue l’attente de nombreuses personnes qui, bien qu’étant fatigués mais sans se décourager, attendent des jours de paix, de sécurité et de prospérité. Qu’Il soit la consolation pour l’Iraq, traversé par des tensions sociales, et pour le Yémen, éprouvé par une grave crise humanitaire.

Que le petit Enfant de Bethléem soit une espérance pour tout le Continent américain, où plusieurs Nations traversent une période d’agitations sociales et politiques. Qu’Il fortifie le cher peuple vénézuélien, longuement éprouvé par des tensions politiques et sociales et qu’Il ne lui fasse pas manquer l’aide dont il a besoin. Qu’Il bénisse les efforts de tous ceux qui s’engagent pour favoriser la justice et la réconciliation et s’efforcent de surmonter les multiples crises et les nombreuses formes de pauvreté qui offensent la dignité de toute personne.

Qu’Il soit la lumière, le Rédempteur du monde, pour la chère Ukraine, qui aspire à des solutions concrètes pour une paix durable.

Que le Seigneur qui est né soit la lumière pour les peuples de l’Afrique, où persistent des situations sociales et politiques qui contraignent souvent les personnes à émigrer, en les privant d’une maison et d’une famille. Qu’Il soit la paix pour la population qui vit dans les régions orientales de la République Démocratique du Congo, meurtrie par des conflits persistants. Qu’Il soit le réconfort pour tous ceux qui souffrent à cause des violences, des calamités naturelles ou des urgences sanitaires. Qu’Il soit le réconfort pour tous ceux qui sont persécutés à cause de leur foi religieuse, spécialement les missionnaires et les fidèles kidnappés, et pour tous ceux qui tombent victimes des attaques de la part des groupes extrémistes, surtout au Burkina Faso, au Mali, au Niger et au Nigéria.

Que le Fils de Dieu, descendu du Ciel sur la terre, soit une défense et un soutien pour tous ceux qui, à cause de ces différentes injustices et d’autres, doivent émigrer dans l’espérance d’une vie sûre. C’est l’injustice qui les oblige à traverser des déserts et des mers, transformés en cimetières. C’est l’injustice qui les contraint à subir des abus innommables, l’esclavage de toutes sortes et des tortures dans des camps de détention inhumains. C’est l’injustice qui les refoule des lieux où ils pourraient avoir l’espérance d’une vie digne et leur fait trouver des murs d’indifférence.

Que l’Emmanuel soit lumière pour toute l’humanité blessée. Qu’il assouplisse notre cœur souvent endurci et égoïste et qu’Il fasse de nous des instruments de son amour. Qu’à travers nos pauvres visages, Il donne son sourire aux enfants du monde entier: à ceux qui sont abandonnés et à ceux qui ont subi des violences. A travers nos pauvres faibles bras, qu’Il revête les pauvres qui n’ont rien pour se couvrir, qu’Il donne le pain aux affamés, qu’Il soigne les malades. Par notre fragile compagnie, qu’Il soit proche des personnes âgées et de celles qui sont seules, des migrants et des marginalisés. En ce jour de fête, qu’Il donne à tous sa tendresse et illumine les ténèbres de ce monde.

[02094-FR.02] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua inglese

“The people who walked in darkness have seen a great light” (Is 9:1)

Dear Brothers and Sisters, Merry Christmas!

From the womb of Mother Church, the incarnate Son of God is born anew this night. His name is Jesus, which means: “God saves”. The Father, eternal and infinite Love, has sent him into the world not to condemn the world but to save it (cf. Jn 3:17). The Father has given him to us with great mercy. He has given him to everyone. He has given him forever. The Son is born, like a small light flickering in the cold and darkness of the night.

That Child, born of the Virgin Mary, is the Word of God made flesh. The Word who guided Abraham’s heart and steps towards the promised land, and who continues to draw to himself all those who trust in God’s promises. The Word who led the Hebrews on the journey from slavery to freedom and who continues to call the enslaved in every age, including our own, to come forth from their prisons. He is the Word brighter than the sun, made incarnate in a tiny son of man: Jesus the light of the world.

This is why the prophet cries out: “The people who walked in darkness have seen a great light” (Is 9:1). There is darkness in human hearts, yet the light of Christ is greater still. There is darkness in personal, family and social relationships, but the light of Christ is greater. There is darkness in economic, geopolitical and ecological conflicts, yet greater still is the light of Christ.

May Christ bring his light to the many children suffering from war and conflicts in the Middle East and in various countries of the world. May he bring comfort to the beloved Syrian people who still see no end to the hostilities that have rent their country over the last decade. Today may he stir the consciences of men and women of good will. May he inspire governments and the international community to find solutions to allow the peoples of that region to live together in peace and security, and put an end to their unspeakable sufferings. May he sustain the Lebanese people and enable them to overcome the current crisis and rediscover their vocation to be a message of freedom and harmonious coexistence for all.

May the Lord Jesus bring light to the Holy Land, where he was born as the Saviour of mankind, and where so many people – struggling but not discouraged – still await a time of peace, security and prosperity. May he bring consolation to Iraq amid its present social tensions, and to Yemen, suffering from a grave humanitarian crisis.

May the tiny Babe of Bethlehem bring hope to the whole American continent, where a number of nations are experiencing a time of social and political upheaval. May he encourage the beloved Venezuelan people, long tried by their political and social tensions, and ensure that they receive the aid they need. May he bless the efforts of those who spare no effort to promote justice and reconciliation and to overcome the various crises and the many forms of poverty that offend the dignity of each person.

May the Redeemer of the world bring light to beloved Ukraine, which yearns for concrete solutions for an enduring peace.

May the newborn Lord bring light to the people of Africa, where persistent social and political situations often force individuals to migrate, depriving them of a home and family. May he bring peace to those living in the eastern part of the Democratic Republic of the Congo, torn by continuing conflicts. May he bring consolation to all who suffer because of violence, natural disasters or outbreaks of disease. And may he bring comfort to those who are persecuted for their religious faith, especially missionaries and members of the faithful who have been kidnapped, and to the victims of attacks by extremist groups, particularly in Burkina Faso, Mali, Niger and Nigeria.

May the Son of God, come down to earth from heaven, protect and sustain all those who, due to these and other injustices, are forced to emigrate in the hope of a secure life. It is injustice that makes them cross deserts and seas that become cemeteries. It is injustice that forces them to endure unspeakable forms of abuse, enslavement of every kind and torture in inhumane detention camps. It is injustice that turns them away from places where they might have hope for a dignified life, but instead find themselves before walls of indifference.

May Emmanuel bring light to all the suffering members of our human family. May he soften our often stony and self-centred hearts, and make them channels of his love. May he bring his smile, through our poor faces, to all the children of the world: to those who are abandoned and those who suffer violence. Through our frail hands, may he clothe those who have nothing to wear, give bread to the hungry and heal the sick. Through our friendship, such as it is, may he draw close to the elderly and the lonely, to migrants and the marginalized. On this joyful Christmas Day, may he bring his tenderness to all and brighten the darkness of this world.

[02094-EN.02] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua tedesca

»Das Volk, das in der Finsternis ging, sah ein helles Licht« (Jes 9,1)

Liebe Brüder und Schwestern, frohe Weihnachten!

Aus dem Schoß der Mutter Kirche wurde in dieser Nacht erneut der menschgewordene Gottessohn geboren. Sein Name ist Jesus, das bedeutet „Gott rettet“. Der Vater, die ewige und unendliche Liebe, hat ihn in die Welt gesandt, nicht um sie zu verurteilen, sondern um sie zu erlösen (vgl. Joh 3,17). Der Vater hat ihn geschenkt, aus unermesslicher Barmherzigkeit heraus. Er hat ihn für alle geschenkt. Er hat ihn für immer geschenkt. Und er wurde geboren wie ein kleines Flämmchen, das im Dunkel und in der Kälte der Nacht angezündet worden ist.

Dieses Kind, von der Jungfrau Maria geboren, ist das Wort Gottes, das Fleisch geworden ist. Es ist das Wort, das das Herz und die Schritte Abrahams auf das verheißene Land hingelenkt hat und das weiterhin diejenigen anzieht, die auf die Verheißungen Gottes vertrauen. Es ist das Wort, das die Juden auf ihrem Weg aus der Knechtschaft in die Freiheit geleitet hat und das weiterhin die Unfreien aller Zeiten, auch der unseren, ruft, aus ihren Gefängnissen auszubrechen. Es ist das Wort, das heller als die Sonne strahlt und in einem kleinen Menschenkind Fleisch annimmt, in Jesus, dem Licht der Welt.

Deshalb ruft der Prophet: »Das Volk, das in der Finsternis ging, sah ein helles Licht« (Jes 9,1). Ja, in den Herzen der Menschen gibt es Finsternis, doch das Licht Christi ist heller. Es gibt die Finsternis innerhalb der persönlichen, familiären und sozialen Beziehungen, doch das Licht Christi ist heller. Es gibt die Finsternis bei den wirtschaftlichen, geopolitischen und ökologischen Konflikten, doch das Licht Christi ist heller.

Möge Christus das Licht für die vielen Kinder sein, die unter dem Krieg und den Konflikten im Nahen Osten und in verschiedenen Ländern der Erde leiden. Er richte das geschätzte syrische Volk auf, das immer noch kein Ende der Feindseligkeiten findet, die das Land in diesem Jahrzehnt zerrissen haben. Er sensibilisiere das Gewissen der Menschen guten Willens. Er rege heute die Regierungen und die internationale Gemeinschaft an, Lösungen zu finden, welche die Sicherheit und das friedliche Zusammenleben der Volker dieser Region garantieren und ihrem unsagbaren Leiden ein Ende setzen. Er stehe dem libanesischen Volk bei, dass es aus der aktuellen Krise herausfindet und seine Berufung wiederentdeckt, eine Freiheitsbotschaft und ein Modell harmonischen Zusammenlebens aller zu sein.

Der Herr Jesus möge ein Licht für das Heilige Land sein, wo er, der Erlöser der Menschen, geboren wurde und wo weiterhin viele mit Anspannung, aber ohne sich entmutigen zu lassen, Tage des Friedens, der Sicherheit und des Wohlstandes erhoffen. Er tröste den Irak, der von gesellschaftlichen Spannungen durchzogen ist, und den Jemen, der durch eine schwere humanitäre Krise geprüft wird.

Das kleine Kind aus Betlehem gebe dem gesamten amerikanischen Kontinent Hoffnung, wo einige Nationen eine Periode gesellschaftlicher und politischer Unruhen durchleben. Es mache dem geschätzten venezolanischen Volk Mut, das seit langen von politischen und gesellschaftlichen Spannungen geprüft wird. Es möge ihm nicht die Hilfe, der es bedarf, vorenthalten. Es segne die Anstrengungen derer, die sich für Gerechtigkeit und Versöhnung einsetzen und für die Überwindung der verschiedenen Krisen und der vielen Formen der Armut, welche die Würde des Menschen verletzen.

Er, der Retter der Welt, möge ein Licht sein für die geschätzte Ukraine, die auf der Suche nach konkreten Lösungen für einen dauerhaften Frieden ist.

Der Herr, der geboren wurde, möge ein Licht für die Völker Afrikas sein, wo weiterhin gesellschaftliche und politische Situationen bestehen, welche die Menschen zur oft Emigration zwingen und sie so der Heimat und der Familie berauben. Er gebe der Bevölkerung der östlichen Regionen der Demokratischen Republik Kongo Frieden, die von andauernden Konflikten gequält wird. Er tröste alle, die unter Gewalt, Naturkatastrophen oder gesundheitlichen Notständen leiden. Er stehe denen bei, die wegen ihres Glaubens verfolgt werden, besonders die entführten Missionare und Gläubigen, wie auch die Menschen, die Angriffen radikaler Gruppierungen zum Opfer fallen, besonders in Burkina Faso, Mali, Niger und Nigeria.

Der Sohn Gottes, der vom Himmel auf die Erde gekommen ist, gebe denen Schutz und Geleit, die wegen diesem und anderem Unrecht in der Hoffnung auf ein sicheres Leben emigrieren müssen. Es ist die Ungerechtigkeit, die sie dazu zwingt, Wüsten und Meere, die zu Friedhöfen werden, zu überqueren. Es ist die Ungerechtigkeit, die sie dazu zwingt, unsagbare Misshandlungen, Knechtschaft jeder Art und Folter in den unmenschlichen Auffanglagern zu ertragen. Es ist die Ungerechtigkeit, die sie abweist von Orten, wo sie eine Hoffnung auf ein würdiges Leben haben könnten und die sie auf Mauern der Gleichgültigkeit stoßen lässt.

Der Immanuel möge Licht für die gesamte verletzte Menschheit sein. Er möge unser oft verhärtetes und egoistisches Herz erweichen und uns zu Werkzeugen seiner Liebe machen. Er möge durch unsere armen Gesichter hindurch den Kindern auf der ganzen Welt sein Lächeln schenken: den verlassenen und denen, die Gewalt erlitten haben. Durch unsere schwachen Arme möge er die Armen bekleiden, die keine Kleidung besitzen, er möge den hungrigen Brot schenken, er möge die Kranken pflegen. Er möge mit unserer unsteten Begleitung den alten und einsamen Menschen, den Migranten und den sozialen Außenseitern nahe sein. Er möge an diesem Festtag allen seine zärtliche Liebe schenken und die Finsternis dieser Welt erhellen.

[02094-DE.02] [Originalsprache: Italienisch]

Traduzione in lingua spagnola

«El pueblo que caminaba en tinieblas vio una luz grande» (Is 9,1)

Queridos hermanos y hermanas: ¡Feliz Navidad!

En el seno de la madre Iglesia, esta noche ha nacido nuevamente el Hijo de Dios hecho hombre. Su nombre es Jesús, que significa Dios salva. El Padre, Amor eterno e infinito, lo envió al mundo no para condenarlo, sino para salvarlo (cf. Jn 3,17). El Padre lo dio, con inmensa misericordia. Lo entregó para todos. Lo dio para siempre. Y Él nació, como pequeña llama encendida en la oscuridad y en el frío de la noche.

Aquel Niño, nacido de la Virgen María, es la Palabra de Dios hecha carne. La Palabra que orientó el corazón y los pasos de Abrahán hacia la tierra prometida, y sigue atrayendo a quienes confían en las promesas de Dios. La Palabra que guio a los hebreos en el camino de la esclavitud a la libertad, y continúa llamando a los esclavos de todos los tiempos, también hoy, a salir de sus prisiones. Es Palabra, más luminosa que el sol, encarnada en un pequeño hijo del hombre, Jesús, luz del mundo.

Por esto el profeta exclama: «El pueblo que caminaba en tinieblas vio una luz grande» (Is 9,1). Sí, hay tinieblas en los corazones humanos, pero más grande es la luz de Cristo. Hay tinieblas en las relaciones personales, familiares, sociales, pero más grande es la luz de Cristo. Hay tinieblas en los conflictos económicos, geopolíticos y ecológicos, pero más grande es la luz de Cristo.

Que Cristo sea luz para tantos niños que sufren la guerra y los conflictos en Oriente Medio y en diversos países del mundo. Que sea consuelo para el amado pueblo sirio, que todavía no ve el final de las hostilidades que han desgarrado el país en este decenio. Que remueva las conciencias de los hombres de buena voluntad. Que inspire hoy a los gobernantes y a la comunidad internacional para encontrar soluciones que garanticen la seguridad y la convivencia pacífica de los pueblos de la región y ponga fin a sus sufrimientos. Que sea apoyo para el pueblo libanés, de este modo pueda salir de la crisis actual y descubra nuevamente su vocación de ser un mensaje de libertad y de armoniosa coexistencia para todos.

Que el Señor Jesús sea luz para la Tierra Santa donde Él nació, Salvador del mundo, y donde continúa la espera de tantos que, incluso en la fatiga, pero sin desesperarse, aguardan días de paz, de seguridad y de prosperidad. Que sea consolación para Irak, atravesado por tensiones sociales, y para Yemen, probado por una grave crisis humanitaria.

Que el pequeño Niño de Belén sea esperanza para todo el continente americano, donde diversas naciones están pasando un período de agitaciones sociales y políticas. Que reanime al querido pueblo venezolano, probado largamente por tensiones políticas y sociales, y no le haga faltar el auxilio que necesita. Que bendiga los esfuerzos de cuantos se están prodigando para favorecer la justicia y la reconciliación, y se desvelan para superar las diversas crisis y las numerosas formas de pobreza que ofenden la dignidad de cada persona.

Que el Redentor del mundo sea luz para la querida Ucrania, que aspira a soluciones concretas para alcanzar una paz duradera.

Que el Señor recién nacido sea luz para los pueblos de África, donde perduran situaciones sociales y políticas que a menudo obligan a las personas a emigrar, privándolas de una casa y de una familia. Que haya paz para la población que vive en las regiones orientales de la República Democrática del Congo, martirizada por conflictos persistentes. Que sea consuelo para cuantos son perseguidos a causa de su fe, especialmente los misioneros y los fieles secuestrados, y para cuantos caen víctimas de ataques por parte de grupos extremistas, sobre todo en Burkina Faso, Malí, Níger y Nigeria.

Que el Hijo de Dios, que bajó del cielo a la tierra, sea defensa y apoyo para cuantos, a causa de estas y otras injusticias, deben emigrar con la esperanza de una vida segura. La injusticia los obliga a atravesar desiertos y mares, transformados en cementerios. La injusticia los fuerza a sufrir abusos indecibles, esclavitudes de todo tipo y torturas en campos de detención inhumanos. La injusticia les niega lugares donde podrían tener la esperanza de una vida digna y les hace encontrar muros de indiferencia.

Que el Emmanuel sea luz para toda la humanidad herida. Que ablande nuestro corazón, a menudo endurecido y egoísta, y nos haga instrumentos de su amor. Que, a través de nuestros pobres rostros, regale su sonrisa a los niños de todo el mundo, especialmente a los abandonados y a los que han sufrido a causa de la violencia. Que, a través de nuestros brazos débiles, vista a los pobres que no tienen con qué cubrirse, dé el pan a los hambrientos, cure a los enfermos. Que, por nuestra frágil compañía, esté cerca de las personas ancianas y solas, de los migrantes y de los marginados. Que, en este día de fiesta, conceda su ternura a todos, e ilumine las tinieblas de este mundo.

[02094-ES.02] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua portoghese

«O povo que andava nas trevas viu uma grande luz» (Is 9,1).

Queridos irmãos e irmãs, feliz Natal!

Nesta noite, do ventre da mãe Igreja, nasceu de novo o Filho de Deus feito homem. O seu nome é Jesus, que significa Deus salva. O Pai, Amor eterno e infinito, enviou-O ao mundo, não para condenar o mundo, mas para o salvar (cf. Jo 3, 17). O Pai no-Lo deu, com imensa misericórdia; deu-O para todos; deu-O para sempre. E Ele nasceu como uma chamazinha acesa na escuridão e no frio da noite.

Aquele Menino, nascido da Virgem Maria, é a Palavra de Deus que Se fez carne; a Palavra que guiou o coração e os passos de Abraão rumo à terra prometida, e continua a atrair aqueles que confiam nas promessas de Deus; a Palavra que guiou os judeus no caminho desde a escravidão à liberdade, e continua a chamar os escravos de todos os tempos, incluindo os de hoje, para sairem das suas prisões. É Palavra mais luminosa do que o sol, encarnada num pequenino filho de homem, Jesus, luz do mundo.

Por isso, o profeta exclama: «O povo que andava nas trevas viu uma grande luz» (Is 9,1). É verdade que há trevas nos corações humanos, mas é maior a luz de Cristo; há trevas nas relações pessoais, familiares, sociais, mas é maior a luz de Cristo; há trevas nos conflitos económicos, geopolíticos e ecológicos, mas é maior a luz de Cristo.

Que Jesus Cristo seja luz para tantas crianças que padecem a guerra e os conflitos no Médio Oriente e em vários países do mundo; seja conforto para o amado povo sírio, ainda sem o fim à vista das hostilidades que dilaceraram o país nesta década; sacuda as consciências dos homens de boa vontade; inspire hoje os governantes e a comunidade internacional, para encontrar soluções que garantam a segurança e a convivência pacífica dos povos da Região e ponham termo aos seus sofrimentos indescritíveis; seja sustentáculo para o povo libanês, para poder sair da crise atual e redescobrir a sua vocação de ser mensagem de liberdade e coexistência harmoniosa para todos.

Que o Senhor Jesus seja luz para a Terra Santa, onde Ele nasceu, Salvador do homem, e onde continua a expectativa de tantos que, apesar de cansados mas sem se perder de ânimo, aguardam dias de paz, segurança e prosperidade; seja consolação para o Iraque, atravessado por tensões sociais, e para o Iémen, provado por uma grave crise humanitária.

Que o Menino pequerrucho de Belém seja esperança para todo o continente americano, onde várias nações estão a atravessar um período de convulsões sociais e políticas; revigore o querido povo venezuelano, longamente provado por tensões políticas e sociais, e não lhe deixe faltar a ajuda de que precisa; abençoe os esforços de quantos se empenham em favorecer a justiça e a reconciliação e trabalham para superar as várias crises e as inúmeras formas de pobreza que ofendem a dignidade de cada pessoa.

Que o Redentor do mundo seja luz para a querida Ucrânia, que aspira por soluções concretas para uma paz duradoura.

Que o Senhor recém-nascido seja luz para os povos da África, onde perduram situações sociais e políticas que, frequentemente, obrigam as pessoas a emigrar, privando-as duma casa e duma família; haja paz para a população que vive nas regiões orientais da República Democrática do Congo, martirizada por conflitos persistentes; seja conforto para quantos padecem por causa das violências, calamidades naturais ou emergências sanitárias; dê consolação a todos os perseguidos por causa da sua fé religiosa, especialmente os missionários e os fiéis sequestrados, e para quantos são vítimas de ataques de grupos extremistas, sobretudo no Burkina Faso, Mali, Níger e Nigéria.

Que o Filho de Deus, descido do Céu à terra, seja defesa e amparo para todos aqueles que, por causa destas e outras injustiças, devem emigrar na esperança duma vida segura. É a injustiça que os obriga a atravessar desertos e mares, transformados em cemitérios; é a injustiça que os obriga a suportar abusos indescritíveis, escravidões de todo o género e torturas em campos de detenção desumanos; é a injustiça que os repele de lugares onde poderiam ter a esperança duma vida digna e lhes faz encontrar muros de indiferença.

Que o Emmanuel seja luz para toda a humanidade ferida. Enterneça o nosso coração frequentemente endurecido e egoísta e nos torne instrumentos do seu amor. Através dos nossos pobres rostos, dê o seu sorriso às crianças de todo o mundo: às crianças abandonadas e a quantas sofreram violências. Através das nossas frágeis mãos, vista os pobres que não têm nada para se cobrir, dê o pão aos famintos, cuide dos enfermos. Pela nossa frágil companhia, esteja próximo das pessoas idosas e de quantas vivem sozinhas, dos migrantes e dos marginalizados. Neste dia de festa, dê a todos a sua ternura e ilumine as trevas deste mundo.

[02094-PO.02] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua polacca

„Naród kroczący w ciemnościach ujrzał światłość wielką” (Iz 9, 1).

Drodzy bracia i siostry, dobrych Świąt Bożego Narodzenia!

Z łona matki Kościoła, tej nocy ponownie narodził się Syn Boży, który stał się człowiekiem. Jego imię to Jezus, co oznacza: Bóg zbawia. Ojciec, odwieczna i nieskończona Miłość, posłał Go na świat, nie po to, by go potępił, ale aby go zbawił (por. J 3, 17). Ojciec dał Go z ogromnym miłosierdziem. Dał Go dla wszystkich. Dał Go na zawsze. I narodził się On, jak mały płomyk zapalony w mroku i chłodzie nocy.

To Dzieciątko, zrodzone z Dziewicy Maryi, jest Słowem Bożym, które stało się ciałem. Słowem, które kierowało sercem i krokami Abrahama ku Ziemi Obiecanej, i nadal przyciąga tych, którzy ufają obietnicom Boga. Słowem, które prowadziło Żydów na drodze od niewoli ku wolności i nadal wzywa niewolników każdego czasu, także dnia dzisiejszego, by wyszli ze swego zniewolenia. Słowem jaśniejszym niż słońce, ucieleśnionym w małym synu człowieczym, Jezusie, światłości świata.

Dlatego prorok woła: „Naród kroczący w ciemnościach ujrzał światłość wielką” (Iz 9, 1). To prawda, w ludzkich sercach istnieją ciemności, ale większe jest światło Chrystusa. Są ciemności w relacjach osobistych, rodzinnych i społecznych, ale większe jest światło Chrystusa. Istnieją ciemności w konfliktach gospodarczych, geopolitycznych i ekologicznych, ale większe jest światło Chrystusa.

Niech Chrystus będzie światłem dla wielu dzieci, które cierpią z powodu wojen i konfliktów na Bliskim Wschodzie i w różnych krajach świata. Niech będzie pocieszeniem dla umiłowanego narodu syryjskiego, który wciąż nie widzi końca działań wojennych, rozdzierających ten kraj w minionej dekadzie. Niech wstrząśnie sumieniami ludzi dobrej woli. Niech zainspiruje dziś rządzących i wspólnotę międzynarodową do znalezienia rozwiązań, które zapewniłyby bezpieczeństwo i pokojowe współżycie ludów tego regionu i położyłoby kres ich niewypowiedzianym cierpieniom. Niech będzie wsparciem dla narodu libańskiego, aby mógł wyjść z obecnego kryzysu i odkrył na nowo swoje powołanie do bycia orędziem wolności i zgodnego współistnienia dla wszystkich.

Niech Pan Jezus będzie światłem dla Ziemi Świętej, w której narodził się jako Zbawiciel człowieka, i gdzie nadal trwa oczekiwanie wielu ludzi, którzy pomimo utrudzenia, ale nie tracąc nadziei, oczekują dni pokoju, bezpieczeństwa i dobrobytu. Niech będzie pociechą dla Iraku, który przeżywa napięcia społeczne, i dla Jemenu, doświadczonego poważnym kryzysem humanitarnym.

Niech Dzieciątko z Betlejem będzie nadzieją dla całego kontynentu amerykańskiego, gdzie różne narody przeżywają okres wstrząsów społecznych i politycznych. Niech umocni umiłowany naród wenezuelski, od dawna doświadczany napięciami politycznymi oraz społecznymi, i niech nie pozwoli, by zabrakło mu potrzebnej pomocy. Niech błogosławi wysiłki tych, którzy czynią to, co w ich mocy na rzecz krzewienia sprawiedliwości i pojednania oraz dążą do przezwyciężenia różnych kryzysów i licznych form ubóstwa, obrażających godność każdej osoby.

Niech Odkupiciel świata stanie się światłem dla ukochanej Ukrainy, która pragnie konkretnych rozwiązań na rzecz trwałego pokoju.

Niech narodzony Pan stanie się światłem dla narodów Afryki, gdzie utrzymują się sytuacje społeczne i polityczne, które często zmuszają ludzi do emigracji, pozbawiając ich domu i rodziny. Niech będzie pokojem dla ludności zamieszkującej wschodnie regiony Demokratycznej Republiki Konga, dręczonej ciągłymi konfliktami. Niech będzie pocieszeniem dla tych, którzy cierpią z powodu przemocy, klęsk żywiołowych lub sytuacji zagrożenia zdrowia. Niech będzie umocnieniem dla tych, którzy są prześladowani z powodu swej wiary religijnej, szczególnie uprowadzonych misjonarzy i wiernych, a także tych, którzy padają ofiarą ataków grup ekstremistycznych, zwłaszcza w Burkina Faso, Mali, Nigrze i Nigerii.

Niech Syn Boży, który zstąpił z Nieba na ziemię, będzie obroną i wsparciem dla osób, które z powodu tych i innych niesprawiedliwości muszą emigrować, mając nadzieję na bezpieczne życie. To niesprawiedliwość zmusza ich do przemierzania pustyń i mórz, przekształconych w cmentarze. To niesprawiedliwość zmusza ich do znoszenia niewypowiedzianego wyzysku, wszelkiego rodzaju niewolnictwa i tortur w nieludzkich obozach, w których są przetrzymywani. To niesprawiedliwość wypycha ich z miejsc, w których mogliby mieć nadzieję na godne życie, i sprawia, że znajdują mury obojętności.

Niech Emmanuel będzie światłem dla całej poranionej ludzkości. Niech skruszy nasze często zatwardziałe i egoistyczne serce i uczyni nas narzędziami swej miłości. Przez nasze ubogie twarze, niech da swój uśmiech dzieciom na całym świecie: tym porzuconym i tym które doznały przemocy. Poprzez nasze słabe ramiona niech przyodzieje ubogich, którzy nie mają czym się okryć, da chleb głodnym, otoczy opieką chorych. Przez nasze kruche towarzyszenie niech będzie blisko osób starszych, jak i samotnych, migrantów i usuniętych na margines. W ten dzień świąteczny niech da wszystkim swoją czułość i rozjaśni ciemności tego świata.

[02094-PL.02] [Testo originale: Italiano]

Auguri natalizi dopo la Benedezione Urbi et Orbi

Testo in lingua italiana

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua tedesca

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua spagnola

Traduzione in lingua portoghese

Traduzione in lingua polacca

 

Testo in lingua italiana

Cari fratelli e sorelle,

rinnovo i miei auguri di Buon Natale a tutti voi, giunti da ogni parte del mondo in questa Piazza, e a quanti da diversi Paesi sono collegati mediante la radio, la televisione e gli altri mezzi di comunicazione. Vi ringrazio per la vostra presenza in questo giorno di gioia.

Tutti siamo chiamati a dare speranza al mondo, annunciando con le parole e soprattutto con la testimonianza della nostra vita che Gesù, nostra pace, è nato.

Non dimenticatevi, per favore, di pregare per me. Buon pranzo natalizio e arrivederci!

[02095-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

Chers frères et sœurs,

Je renouvelle mes vœux de joyeux Noël à vous tous, venus de toutes les parties du monde sur cette place, et à toutes les personnes de divers pays reliés par la radio, la télévision et d’autres moyens de communication. Je vous remercie pour votre présence en ce jour de joie.

Nous sommes tous appelés à donner l’espérance au monde, en annonçant par la parole et surtout par le témoignage de notre vie que Jésus, notre paix, est né.

S’il vous plaît, n’oubliez pas de prier pour moi, bon déjeuner de Noël et au revoir!

[02095-FR.01] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua inglese

Dear brothers and sisters,

I renew my best wishes for a happy Christmas to all of you who have come from every part of the world to this Square, and to all who in different countries joined us through the radio, television and the other means of communication. I thank you for your presence on this joyful day.

All of us are called to give hope to our world by proclaiming with words, and above all by the testimony of our lives, that Jesus, our peace, is born.

Please do not forget to pray for me. Have a good Christmas dinner and… arrivederci!

[02095-EN.01] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern,

nochmals wünsche ich euch allen Frohe Weihnachten, die ihr aus allen Teilen der Welt auf diesen Platz gekommen seid, wie auch denen, die mit uns über Fernsehen, Radio und andere Kommunikationsmittel verbunden sind. Ich danke euch für eure Teilnahme an diesem Tag der Freude.

Wir alle sind gerufen, der Welt Hoffnung zu bringen, indem wir mit Worten und vor allem mit dem Zeugnis unseres Lebens verkünden, dass Jesus, unser Friede, geboren ist.

Bitte vergesst nicht, für mich zu beten. Euch allen eine weihnachtliche Gesegnete Mahlzeit und auf Wiedersehen!

[02095-DE.01] [Originalsprache: Italienisch]

Traduzione in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

Renuevo mi felicitación de Navidad a todos vosotros, presentes en esta plaza, provenientes de varias partes del mundo; también a todos los que, desde diferentes países, nos siguen a través de la radio, la televisión y otros medios de comunicación. Os agradezco vuestra presencia en este día de alegría.

Todos estamos llamados a dar esperanza al mundo, anunciando con palabras y sobre todo con el testimonio de nuestra vida que nació Jesús, nuestra paz.

Por favor, no os olvidéis de rezar por mí. ¡Os deseo un buen almuerzo de Navidad! Hasta pronto.

[02095-ES.01] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua portoghese

Queridos irmãos e irmãs!

Renovo os meus votos dum Natal feliz para todos vós que, vindos dos quatro cantos da Terra, vos encontrais nesta Praça [de São Pedro] e para quantos nos acompanham pela rádio, televisão e restantes meios de comunicação. Obrigado pela vossa presença, neste dia de alegria.

Todos somos chamados a dar esperança ao mundo anunciando, por palavras e sobretudo com o testemunho da nossa vida, que nasceu Jesus, nossa paz.

Por favor, não vos esqueçais de rezar por mim. Bom almoço de Natal! Até à vista.

[02095-PO.01] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua polacca

Drodzy bracia i siostry,

ponownie kieruję moje życzenia dobrych świąt Bożego Narodzenia do was wszystkich, którzy z różnych stron świata przybyliście na ten Plac, i do tych, którzy w różnych krajach łączą się przez radio, telewizję i inne środki przekazu. Dziękuję wam za waszą obecność w tym radosnym dniu.

Wszyscy jesteśmy wezwani do niesienia nadziei światu, głosząc słowem, a nade wszystko świadectwem naszego życia, że narodził się Jezus, który jest naszym pokojem.

Nie zapominajcie, proszę, modlić się za mnie. Dobrego bożonarodzeniowego obiadu i do zobaczenia!

[02095-PL.01] [Testo originale: Italiano]

[B1030-XX.02]