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Udienza ai partecipanti all’Incontro mondiale “Io posso”, 30.11.2019


Discorso del Santo Padre

Traduzione in lingua inglese

Questa mattina, nell’Aula Paolo VI, in Vaticano, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza, i partecipanti all’Incontro mondiale “Io posso”, progetto promosso dalla FIDAE ed ispirato all’Enciclica del Papa Laudato si’, che si svolge dal 26 al 30 novembre a Roma

Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha rivolto ai presenti nel corso dell’incontro:

Discorso del Santo Padre

Cari ragazzi e ragazze,
cari insegnanti e cari genitori!

Vi saluto tutti e vi ringrazio di essere qui oggi al termine del vostro incontro mondiale. Ringrazio in particolare la Presidente della FIDAE per le sue parole di introduzione.

Mi piace vedere nel vostro impegno quotidiano la bellezza in azione. Una bellezza formata dalla condivisione di tanti piccoli gesti. Mi viene in mente l’arte del mosaico, in cui tanti tasselli vanno a integrarsi per formare un’immagine più grande. Visti da vicino, quei pezzettini di pietra sembrano non avere significato, ma insieme creano una visione stupefacente.

Nella nostra tradizione ebraica e cristiana, bellezza e bontà sono legate, sono inseparabili. Ad esempio, nel libro della Genesi si legge che Dio – nella creazione – separa i diversi elementi del mondo, la luce dalle tenebre, la terra dalle acque… Popola la terra di vegetali e di animali e, quando è tutto pronto, crea l’uomo e la donna. Al termine della creazione di ogni cosa si legge: «Dio vide che era cosa buona»; e per l’uomo e la donna: «Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona» (Gen 1,31).

Il termine “buono” in ebraico ha un valore molto esteso e si può tradurre non solo come buono ma anche come armonioso. Si tratta di un’armonia polifonica, fatta di bellezza, di bontà e di condivisione. Il creato ci stupisce per il suo splendore e per la sua varietà e, nello stesso tempo, ci riporta con i piedi per terra, facendoci comprendere quale sia il nostro ruolo nel mondo di fronte a tanta grandezza.

Quando guardiamo con stupore e ammirazione il cielo e le stelle, o di fronte al mormorare di un ruscello con le sue acque limpide, la nostra mente è portata a contemplare l’autore di tanta bellezza (cfr Sap 13,3), un tesoro donato al genere umano, che a sua volta lo deve coltivare e custodire (cfr Gen 2,15). Nelle Sacre Scritture, quindi, c’è una strettissima relazione tra bello e buono, tra bellezza e bontà intesa come servizio per gli altri.

Come Dio ha messo a disposizione degli esseri umani l’opera della sua creazione, così gli uomini stessi trovano la loro piena realizzazione dando vita a una “bellezza condivisa”. Siamo di fronte a una “chiave” dell’universo, da cui dipende anche la sua sopravvivenza: questa chiave è il disegno di alleanza di Dio. Si tratta di riconoscere l’intenzione che c’è scritta nella bellezza del creato, cioè il desiderio del Creatore di comunicare, di offrire un meraviglioso messaggio a chi lo può interpretare, cioè noi esseri umani.

Non dobbiamo illuderci «di poter sostituire una bellezza irripetibile e non recuperabile con un’altra creata da noi» (Enc. Laudato sì’, 34). Non possiamo correre il rischio di Prometeo. Forse avete già sentito la storia di questo giovane che – seppure in buona fede – vuole diventare quasi una divinità. Vuole sostituirsi a Dio. A volte anche noi, senza accorgercene, cadiamo in questa tentazione, quando il nostro “io” diventa il centro di tutto e di tutti. Invece, cari amici, questo vostro progetto, ispirato all’Enciclica Laudato si’, dice giustamente che non possiamo essere noi stessi senza l’altro e senza gli altri. Non dobbiamo farci ingannare e cadere nella trappola dell’esclusività. Voi avete capito che “io posso” deve diventare “noi possiamo insieme”. Insieme è più bello e più efficace! Io posso, noi possiamo, insieme.

Insieme, certamente, con gli insegnanti. Un cordiale saluto e ringraziamento a tutti i docenti che accompagnano col loro prezioso lavoro questo progetto. Insieme ci stiamo preparando al Patto Globale sull’Educazione e all’evento che avverrà a Roma il prossimo 14 maggio 2020. Siamo tutti chiamati a costruire un “villaggio globale dell’educazione”. È bella questa parola: “villaggio globale dell’educazione”. Com’era la parola?... [tutti ripetono] Non sento bene... [ripetono di nuovo] Adesso va bene! Dove chi lo abita genera una rete di relazioni umane, le quali sono la migliore medicina contro ogni forma di discriminazione, violenza e bullismo. In questo grande villaggio, l’educazione si fa portatrice di fraternità e creatrice di pace tra tutti i popoli della famiglia umana, e anche di dialogo tra le loro religioni.

Insieme, naturalmente, con i genitori. Questo è decisivo per il successo delle vostre iniziative. I genitori non solo contribuiscono alla realizzazione finale ma, nello stesso tempo, partecipano al progetto educativo attraverso un bel confronto fatto di curiosità e novità. Anche noi adulti possiamo imparare dai ragazzi che, per tutto ciò che riguarda la protezione della natura, sono all’avanguardia. Grazie alle mamme e ai papà per il loro contributo e il loro paziente sostegno.

Cari ragazzi e care ragazze, vedo in voi una fiducia coraggiosa. Sì, la fiducia e il coraggio di un progetto di miglioramento ambientale e sociale che si fa concreto; un progetto che possa lasciare un’impronta. Avete fatto una scelta giusta: avete distolto lo sguardo dallo schermo del cellulare e vi siete rimboccati le maniche per mettervi al servizio della comunità. E avete messo anche i cellulari al servizio di questo impegno! La creatività e la fantasia hanno reso le vostre iniziative ancora più interessanti. Avete dimostrato che la sola intelligenza artificiale non è in grado di dare quel calore umano di cui tutti abbiamo bisogno. Ricordo ancora quando, durante il Sinodo dei Giovani, due bambine hanno presentato passo dopo passo le attività del vostro progetto.

Quello che mi fa tanto piacere – vedendo i vostri occhi sorridenti – è che avete preferito la solidarietà, il lavoro comune e la responsabilità a tante altre cose che il mondo vi offre. In effetti è così: certe cose ti divertono per un momento, e poi basta. Invece questo impegno insieme ti dà una soddisfazione che rimane dentro. Questo è anche il frutto di un metodo educativo che coinvolge la testa, le mani e il cuore, cioè le nostre diverse dimensioni, che sono sempre connesse tra loro. Ecco perché mi sembrate più felici di chi ha tutto e non vuole dare nulla. Voi siete più felici di coloro che vogliono tutto e non danno nulla. Soltanto attraverso il dare si può raggiungere la felicità (cfr At 20,35).

Grazie! Vi ringrazio per la vostra visita e di cuore vi benedico. Grazie.

E adesso in piedi, in silenzio preghiamo gli uni per gli altri, tutti, dal nostro cuore rivolgiamo la preghiera e chiediamo al Signore, chiediamo a Dio che ci benedica tutti. Amen.

[01945-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua inglese

Dear boys and girls,
dear teachers and parents!

I greet you all and thank you for being here today at the end of your world meeting. I would particularly like to thank the president of FIDAE for her introductory words.

I like to see beauty in action in your daily work. A beauty formed by the sharing of many small gestures. I am reminded of the art of mosaics, in which many pieces are integrated to form a larger image. Seen up close, those little pieces of stone seem to have no meaning, but together they create an amazing vision.

In our Jewish and Christian tradition, beauty and goodness are linked inseparably. For example, in the book of Genesis we read that God – in creation – separates the different elements of the world, light from darkness, earth from water... He inhabits the land of plants and animals and, when everything is ready, He creates man and woman. At the end of the creation of everything we read: “God saw that it was good”; and for man and woman: “God saw everything that He had made, and behold, it was very good” (Gen 1: 31).

The term “good” in Hebrew has a very broad value and can be translated not only as good but also as harmonious. It is a polyphonic harmony, made up of beauty, goodness and sharing. Creation amazes us with its splendour and variety and, at the same time, it brings us back down to earth, making us understand what our role in the world is in the face of such greatness.

When we look with amazement and admiration at the sky and the stars, or at the murmuring of a stream with its clear waters, our mind is led to contemplate the author of such beauty (cf. Wis 13: 3), a treasure given to mankind, who in turn must cultivate and guard it (cf. Gen 2: 15). In Sacred Scripture, therefore, there is a very close relationship between beauty and goodness, between beauty and goodness understood as service to others.

Just as God has made the work of His creation available to human beings, so human beings themselves find their full realization by giving life to a “shared beauty”. We are faced with a “key” of the universe, on which its survival also depends: this key is the plan of God’s covenant. It is a question of recognizing the intention that is written in the beauty of creation, that is, the Creator’s desire to communicate, to offer a wonderful message to those who can interpret it, that is, we human beings.

We must not delude ourselves “that we can substitute an irreplaceable and irretrievable beauty with something which we have created ourselves”. (Encyclical Laudato si’, 34). We cannot run the risk of Prometheus. Perhaps you have already heard the story of this young man who – though in good faith – wants to become almost a deity. He wants to replace God. Sometimes we too, without realizing it, fall into this temptation, when our “I” becomes the centre of everything and everyone. Instead, dear friends, this project of yours, inspired by the Encyclical Laudato si’, rightly says that we cannot be ourselves without the other and without the others. We must not be deceived and fall into the trap of exclusivity. You have understood that “I can” must become “we can together”. Together it is more beautiful and more effective! I can, we can, together.

Together, certainly, with teachers. A cordial greeting and thanks to all the teachers who accompany this project with their valuable work. Together we are preparing for the Global Pact on Education and for the event that will take place in Rome on 14 May 2020. We are all called to build a “global village of education”. This is a beautiful phrase: “global village of education”. What was the phrase? [everyone repeats] I can’t hear it well ... [they repeat again] Now it is good! Where its inhabitants generate a network of human relationships, which are the best antidote to all forms of discrimination, violence and bullying. In this great village, education becomes the bearer of fraternity and the creator of peace between all the peoples of the human family, and also of dialogue between their religions.

Together, of course, with parents. This is decisive for the success of your initiatives. Parents not only contribute to the final realization but, at the same time, participate in the educational project through a beautiful confrontation consisting of curiosity and novelty. We adults can also learn from young people who are at the forefront of nature conservation. Thanks to the mothers and fathers for their contribution and their patient support.

Dear boys and girls, I see in you a courageous trust. Yes, the trust and courage of a project for environmental and social improvement that is becoming real; a project that can leave its mark. You made the right choice: you looked away from the screen of your mobile phone and rolled up your sleeves to serve the community. And you also put your mobile phones at the service of this commitment! Creativity and imagination have made your initiatives even more interesting. You have shown that artificial intelligence alone cannot provide the human warmth we all need. I still remember when, during the Youth Synod, two girls presented step by step the activities of your project.

What I am so pleased about – seeing your smiling eyes – is that you have preferred solidarity, joint work and responsibility to so many other things that the world offers you. In fact, that is it: certain things amuse you for a moment, and then that is it. Instead, this commitment together gives you a satisfaction that remains within. This is also the fruit of an educational method that involves the head, hands and heart, that is, our different dimensions, which are always connected to each other. That is why you seem happier to me than those who have everything and do not want to give anything. You are happier than those who want everything and give nothing. Only through giving can happiness be achieved (cf. Acts 20: 35).

Thank you! I thank you for your visit and I bless you from my heart. Thank you.

And now standing, in silence, let us pray for one another, all of us, from our hearts let us pray and ask the Lord, let us ask God to bless us all. Amen.

[01945-EN.01] [Original text: Italian]

[B0947-XX.02]