Omaggio ai Santi Martiri presso il Monumento dei Martiri di Nagasaki
Saluto del Santo Padre
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Traduzione in lingua araba
Questa mattina, lasciato l’Atomic Bomb Hypocenter Park, il Santo Padre si è trasferito al Monumento dei Martiri di Nagasaki per l’omaggio a San Paolo Miki e ai suoi 25 Compagni martiri cristiani.
Al Suo arrivo, il Papa è stato accolto dal Direttore del Museo, da un sacerdote e da un confratello gesuita. Dopo il canto d’ingresso, una famiglia ha offerto a Papa Francesco un omaggio floreale che egli ha deposto davanti al Memoriale. Poi il Santo Padre ha acceso una candela consegnatagli da un discendente dei cristiani perseguitati.
Dopo aver sostato in preghiera silenziosa davanti al Monumento dei Martiri e dopo aver incensato le reliquie, il Santo Padre ha pronunciato il Suo saluto e ha guidato la recita dell’Angelus con i fedeli e i pellegrini presenti.
Al termine, prima di salire sulla vettura, al Papa è stata donata un’immagine del Beato Giuliano Nakaura che prese parte alla storica missione diplomatica a Roma e che, divenuto sacerdote gesuita, morì martire durante le persecuzioni contro i cristiani.
Quindi il Santo Padre si è trasferito all’Arcivescovado di Nagasaki dove, al Suo arrivo, è stato accolto da 14 seminaristi minori e da 15 aspiranti delle due Congregazioni Religiose fondate a Nagasaki.
Pubblichiamo di seguito il saluto che il Papa ha pronunciato durante l’omaggio ai Santi Martiri:
Saluto del Santo Padre
Queridos hermanos y hermanas: Buenos días.
Esperaba con ansias este momento. Vengo como peregrino a rezar, a confirmar, y también a ser confirmado por la fe de estos hermanos, que con su testimonio y entrega nos señalan el camino. Les agradezco la bienvenida.
Este santuario evoca las imágenes y los nombres de los cristianos que fueron martirizados hace muchos años, comenzando con Pablo Miki y sus compañeros, el 5 de febrero de 1597, y la multitud de otros mártires que consagraron este campo con su sufrimiento y su muerte.
Sin embargo, este santuario, más que de muerte, nos habla del triunfo de la vida. San Juan Pablo II vio este lugar no sólo como el monte de los mártires, sino como un verdadero Monte de las Bienaventuranzas, donde podemos tocar el testimonio de hombres invadidos por el Espíritu Santo, libres del egoísmo, de la comodidad y del orgullo (cf. Exhort. ap. Gaudete et exsultate, 65). Porque aquí la luz del Evangelio brilló en el amor que triunfó sobre la persecución y la espada.
Este lugar es ante todo un monumento que anuncia la Pascua, pues proclama que la última palabra —a pesar de todas las pruebas contrarias— no pertenece a la muerte sino a la vida. No estamos llamados a la muerte sino a una Vida en plenitud; ellos lo anunciaron. Sí, aquí está la oscuridad de la muerte y el martirio, pero también se anuncia la luz de la resurrección, donde la sangre de los mártires se convierte en semilla de la vida nueva que Jesucristo, a todos, nos quiere regalar. Su testimonio nos confirma en la fe y ayuda a renovar nuestra entrega y compromiso, para vivir el discipulado misionero que sabe trabajar por una cultura, capaz de proteger y defender siempre toda vida, a través de ese “martirio” del servicio cotidiano y silencioso de todos, especialmente hacia los más necesitados.
Vengo hasta este monumento dedicado a los mártires para encontrarme con estos santos hombres y mujeres, y quiero hacerlo con la pequeñez de aquel joven jesuita que venía de “los confines de la tierra”, y encontró una profunda fuente de inspiración y renovación en la historia de los primeros mártires japoneses. ¡No olvidemos el amor de su entrega! Que no sea una gloriosa reliquia de gestas pasadas, bien guardada y honrada en un museo, sino memoria y fuego vivo del alma de todo apostolado en esta tierra, capaz de renovar y encender siempre el celo evangelizador. Que la Iglesia en el Japón de nuestro tiempo, con todas sus dificultades y promesas, se sienta llamada a escuchar cada día el mensaje proclamado por san Pablo Miki desde su cruz, y compartir con todos los hombres y mujeres la alegría y la belleza del Evangelio, Camino, Verdad y Vida (cf. Jn 14,6); que podamos cada día liberarnos de todo aquello que nos pesa e impide caminar con humildad, libertad, parresia y caridad.
Hermanos: En este lugar también nos unimos a los cristianos que en diversas partes del mundo hoy sufren y viven el martirio a causa de la fe. Mártires del siglo XXI nos interpelan con su testimonio a que tomemos, valientemente, el camino de las bienaventuranzas. Recemos por ellos y con ellos, y levantemos la voz para que la libertad religiosa sea garantizada para todos y en todos los rincones del planeta, y levantemos también la voz contra toda manipulación de las religiones, «por políticas integristas y de división y por los sistemas de ganancia insaciables y las tendencias ideológicas odiosas, que manipulan las acciones y los destinos de los hombres» (Documento sobre la fraternidad humana, Abu Dabi, 4 febrero 2019).
Pidamos a Nuestra Señora, Reina de los Mártires, a san Pablo Miki y a todos sus compañeros que a lo largo de la historia anunciaron con sus vidas las maravillas del Señor, que intercedan por vuestra tierra y por la Iglesia toda, para que su entrega despierte y mantenga viva la alegría por la misión.
Angelus Dómini nuntiávit Mariae...
[01858-ES.02] [Texto original: Español]
Traduzione in lingua italiana
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Aspettavo con ansia questo momento. Vengo come pellegrino a pregare, a confermare e anche ad essere confermato nella fede da questi fratelli, che con la loro testimonianza e dedizione ci indicano il cammino. Vi sono grato per l’accoglienza.
Questo Santuario evoca le immagini e i nomi dei cristiani che sono stati martirizzati molti anni fa, iniziando da Paolo Miki e i suoi compagni, il 5 febbraio 1597, e la moltitudine di altri martiri che hanno consacrato questo terreno con la loro sofferenza e la loro morte.
Senza dubbio, questo santuario, più che di morte, ci parla del trionfo della vita. San Giovanni Paolo II vide questo luogo non solo come il monte dei martiri, ma come un vero Monte delle Beatitudini, dove possiamo percepire la testimonianza di uomini ricolmi di Spirito Santo, liberi dall’egoismo, dalle comodità e dall’orgoglio (cfr Esort. ap. Gaudete et exsultate, 65). Perché qui la luce del Vangelo ha brillato nell’amore che trionfava sulla persecuzione e sulla spada.
Questo luogo è prima di tutto un monumento che annuncia la Pasqua, poiché proclama che l’ultima parola – nonostante tutte le prove contrarie – non appartiene alla morte, ma alla vita. Non siamo chiamati alla morte, ma a una Vita in pienezza; loro lo hanno annunciato. Sì, qui c’è l’oscurità della morte e del martirio, ma si annuncia anche la luce della risurrezione, dove il sangue dei martiri diventa seme della vita nuova che Cristo vuole donare a tutti noi. La loro testimonianza ci conferma nella fede e ci aiuta a rinnovare la nostra dedizione e il nostro impegno, per vivere il discepolato missionario che sa lavorare per una cultura capace di proteggere e difendere sempre ogni vita, attraverso il “martirio” del servizio quotidiano e silenzioso verso tutti, specialmente i più bisognosi.
Vengo a questo monumento dedicato ai martiri per incontrarmi con questi uomini e donne santi, e voglio farlo con la piccolezza di quel giovane gesuita che veniva “dai confini della terra” e trovò una profonda fonte di ispirazione e di rinnovamento nella storia dei primi martiri giapponesi. Non dimentichiamo l’amore del loro sacrificio! Che non resti una gloriosa reliquia di gesta passate, ben conservata e onorata in un museo, ma sia memoria e fuoco vivo dell’anima di ogni apostolato in questa terra, capace di rinnovare e far ardere continuamente lo zelo evangelizzatore. Che la Chiesa, nel Giappone del nostro tempo, con tutte le sue difficoltà e promesse, si senta chiamata ad ascoltare ogni giorno il messaggio proclamato da San Paolo Miki dalla sua croce, e a condividere con tutti gli uomini e le donne la gioia e la bellezza del Vangelo che è Via, Verità e Vita (cfr Gv 14,6). Che possiamo ogni giorno liberarci da tutto ciò che ci è di peso e ci impedisce di camminare con umiltà, libertà, parresia e carità.
Fratelli, in questo luogo ci uniamo anche ai cristiani che in tante parti del mondo oggi soffrono e vivono il martirio a causa della fede. Martiri del secolo XXI, che ci interpellano con la loro testimonianza affinché prendiamo, con coraggio, la via delle Beatitudini. Preghiamo per loro e con loro, e alziamo la voce perché la libertà religiosa sia garantita a tutti e in ogni angolo del pianeta; e alziamo la voce anche contro ogni manipolazione delle religioni, operata «dalle politiche di integralismo e divisione e dai sistemi di guadagno smodato e dalle tendenze ideologiche odiose, che manipolano le azioni e i destini degli uomini» (Documento sulla fratellanza umana, Abu Dhabi, 4 febbraio 2019).
Chiediamo alla Madonna, Regina dei Martiri, a San Paolo Miki e a tutti i suoi compagni che lungo la storia hanno proclamato con la vita le meraviglie del Signore, di intercedere per la vostra terra e per tutta la Chiesa, perché il loro sacrificio susciti e mantenga viva la gioia della missione.
Angelus Dómini nuntiávit Mariae...
[01858-IT.02] [Testo originale: Spagnolo]
Traduzione in lingua francese
Chers frères et sœurs, bonjour.
J’attendais avec impatience ce moment. Je viens en tant que pèlerin, prier, confirmer, et aussi être confirmé par la foi de ces frères qui par leur le témoignage et le don d’eux-mêmes nous indiquent le chemin. Je vous remercie pour l’accueil.
Ce sanctuaire évoque les figures et les noms de chrétiens martyrisés il y a longtemps, en commençant par Paul Miki et ses compagnons le 5 février 1597, et d’autres nombreux martyrs qui ont consacré ce lieu par leur souffrance et leur mort.
Toutefois, plus que de mort, ce sanctuaire nous parle du triomphe de la vie. Saint Jean Paul II a perçu ce lieu non seulement comme le mont des martyrs, mais aussi comme une vraie Montagne des béatitudes où nous pouvons toucher du doigt le témoignage d’hommes envahis par l’Esprit Saint, libres de tout égoïsme, de tout confort et de tout orgueil (cf. Gaudete et exsultate, n. 65). En effet, ici, la lumière de l’Evangile a brillé dans l’amour qui a triomphé de la persécution et de l’épée.
Ce lieu est avant tout un monument qui annonce la Pâque, car il proclame que le dernier mot – malgré toutes les dures épreuves – ne revient pas à la mort mais à la vie. Nous ne sommes pas appelés pour la mort mais pour une Vie en plénitude; c’est ce qu’ils ont annoncé. Certes, ici c’est le lieu de l’obscurité de la mort et du martyre, mais la lumière de la résurrection est aussi annoncée là où le sang des martyrs devient semence de la vie nouvelle que Jésus Christ veut offrir à nous tous. Leur témoignage nous confirme dans la foi et nous aide à renouveler le don de nous-mêmes ainsi que notre engagement à vivre en disciples missionnaires, qui savent œuvrer pour une culture capable de toujours protéger et défendre toute vie, à travers ce ‘‘martyre’’ du service quotidien et silencieux de chacun, spécialement à l’endroit des plus démunis.
Je viens devant ce monument des martyrs pour rencontrer ces saints hommes et femmes, et je voudrais le faire avec la modestie de ce jeune jésuite qui venait des ‘‘confins de la terre’’ et qui a trouvé, dans l’histoire des premiers martyrs japonais, une profonde source d’inspiration et de renouvellement. N’oublions pas l’amour à la base du don d’eux-mêmes ! Que ce ne soit pas une glorieuse relique du passé bien rangée et honorée dans un musée, mais la mémoire et la flamme vive de tout apostolat dans ce pays, capable de renouveler et d’attiser toujours le zèle pour l’évangélisation. Que l’Eglise au Japon de nos jours, avec toutes ses difficultés et ses promesses, se sente appelée à écouter quotidiennement le message proclamé par saint Paul Miki du haut de sa croix, et partager avec tous les hommes et toutes les femmes la joie ainsi que la beauté de l’Evangile, Chemin, Vérité et Vie (cf. Jn 14,6)! Puissions-nous chaque jour nous libérer de tout ce qui nous appesantit et nous empêche de marcher avec humilité, liberté, enthousiasme et charité.
Chers frères, en ce lieu nous nous unissons également aux chrétiens qui en diverses parties du monde subissent et connaissent aujourd’hui le martyre à cause de la foi. Les martyrs du XXIème siècle nous interpellent par leur témoignage afin que nous suivions avec courage la voie des béatitudes. Prions pour eux et avec eux, et élevons la voix pour que la liberté religieuse soit garantie pour tous, partout dans le monde, et élevons aussi la voix contre toute manipulation des religions, « par les politiques d’intégrisme et de division, et par les systèmes de profit effréné et par les tendances idéologiques haineuses, qui manipulent les actions et les destins des hommes » (Document sur la fraternité humaine, Abu Dabi, 4 févier 2019).
Prions Notre-Dame, Reine des Martyrs, saint Paul Miki et tous ses compagnons, qui tout au long de l’histoire ont annoncé par leur vie les merveilles du Seigneur! Qu’ils intercèdent pour votre pays et pour toute l’Eglise, afin que son engagement éveille et garde vivante la joie de la mission!
Angelus Dómini nuntiávit Mariae...
[01858-FR.02] [Texte original: Espagnol]
Traduzione in lingua inglese
Dear Brothers and Sisters, Good morning!
I have very much looked forward to this moment. I have come here as a pilgrim to pray, to confirm you in the faith, and to be confirmed by the faith of these brothers and sisters who by their witness and devotion light up our path. I thank all of you for your warm welcome.
This shrine bears the images and names of Christians who were martyred long ago, starting with Paul Miki and his companions on 5 February 1597, and a host of other martyrs who consecrated this ground by their suffering and their death.
However, this shrine does more than speak of death; it also speaks of the triumph of life over death. Saint John Paul II saw this place not simply as the mount of the martyrs but a true Mount of the Beatitudes, where our hearts can be stirred by the witness of men and women filled with the Holy Spirit and set free from selfishness, complacency and pride (cf. Gaudete et Exsultate, 65). For here the light of the Gospel shone forth in the love that triumphed over persecution and the sword.
This shrine is above all a monument to Easter, for it proclaims that the last word – despite all evidence to the contrary – belongs not to death but to life. We are not destined for death but for the fullness of life. This was the message the martyrs proclaimed. Yes, here we see the darkness of death and martyrdom, but also the light of the resurrection, as the blood of the martyrs becomes the seed of the new life that Jesus wishes to bestow on us. Their witness confirms us in faith and helps us to renew our dedication and commitment to that missionary discipleship which strives to create a culture capable of protecting and defending all life through the daily “martyrdom” of silent service towards all, especially those in greatest need.
I have come to this monument of the martyrs to pay homage to these holy men and women. But I also come in humility, as one who himself, as a young Jesuit from “the ends of the earth”, found powerful inspiration in the story of the early Japanese martyrs. May we never forget their heroic sacrifice! May it not remain as a glorious relic of the past, to be kept and honored in a museum, but rather as a living memory, an inspiration for the works of the apostolate and a spur to renewed evangelization in this land. May the Church in the Japan of our own day, amid all its difficulties and signs of hope, feel called to hear anew each day the message proclaimed by Saint Paul Miki from the cross, and share with all men and women the joy and the beauty of the Gospel which is the way of truth and life (cf. Jn 14:6). May we free ourselves daily from whatever weighs us down and prevents us from walking in humility, freedom, parrhesia and charity.
Brothers and sisters, in this place we are united with those Christians throughout the world who, in our own day, suffer martyrdom for the faith. They are the martyrs of the twenty-first century and their witness summons us to set out with courage on the path of the Beatitudes. Let us pray with them and for them. Let us speak out and insist that religious freedom be guaranteed for everyone in every part of our world. Let us also condemn the manipulation of religions through “policies of extremism and division, by systems of unrestrained profit or by hateful ideological tendencies that manipulate the actions and the future of men and women” (Document on Human Fraternity, Abu Dhabi, 4 February 2019).
Let us ask Our Lady, Queen of Martyrs, Saint Paul Miki and all his companions, who throughout history have proclaimed by their lives the wonders of the Lord, to pray for your country and for the whole Church. May their witness awaken and sustain in all of us the joy of the mission.
Angelus Dómini nuntiávit Mariae...
[01858-EN.02] [Original text: Spanish]
Traduzione in lingua tedesca
Liebe Brüder und Schwestern, guten Tag!
Voll Sehnsucht habe ich diesen Augenblick erwartet. Ich komme als Pilger, um zu beten, um zu stärken und ebenso durch den Glauben dieser Brüder und Schwestern gestärkt zu werden, die uns durch ihr Zeugnis und ihren Einsatz den Weg zeigen. Ich danke euch für den Empfang.
Dieses Heiligtum erinnert an die Bilder und Namen der Christen, die vor vielen Jahren das Martyrium erlitten haben, angefangen von Paul Miki und seinen Gefährten am 5. Februar 1597 und die Schar weiterer Märtyrer, die diesen Boden durch ihr Leid und ihren Tod geheiligt haben.
Doch mehr als vom Tod spricht uns dieses Heiligtum vom Triumph des Lebens. Der heilige Johannes Paul II. sah diesen Ort nicht nur als den Berg der Märtyrer, sondern als einen wahrhaften Berg der Seligpreisungen, an dem wir das Zeugnis von Menschen greifen können, die vom Heiligen Geist durchdrungen und von Egoismus, von Bequemlichkeit und von Stolz frei waren (vgl. Gaudete et exsultate, 65). Denn hier strahlte das Licht des Evangeliums in der Liebe, die über die Verfolgung und das Schwert siegte.
Diese Stätte ist vor allem ein Denkmal der Botschaft von Ostern, da es uns verkündet, dass – trotz aller gegenteiligen Beweise – nicht der Tod, sondern das Leben das letzte Wort hat. Wir sind nicht zum Tod berufen, sondern zum Leben in Fülle; das haben die Märtyrer verkündet. Ja, hier ist die Dunkelheit des Todes und des Martyriums, aber ebenso wird das Licht der Auferstehung verkündet, wo das Blut der Märtyrer zum Samen des neuen Lebens wird, das Jesus Christus uns allen schenken will. Ihr Zeugnis stärkt uns im Glauben und hilft uns, unsere Hingabe und unseren Einsatz zu erneuern, die missionarische Jüngerschaft zu leben, die für eine Kultur arbeitet, die durch das „Martyrium“ des täglichen stillen Dienstes an allen – besonders den Notleidenden – immer jedes Leben zu beschützen und zu verteidigen fähig ist.
Ich komme zu diesem Denkmal der Märtyrer, um diesen heiligen Männern und Frauen zu begegnen; ich will dies mit der Kleinheit jenes jungen Jesuiten tun, der „von den Enden der Erde“ kam und in der Geschichte der ersten japanischen Märtyrer eine tiefe Quelle der Inspiration und Erneuerung fand. Vergessen wir nicht die Liebe ihres Opfers! Auf dass es nicht eine ruhmvolle Reliquie vergangener Taten sei, die man in einem Museum gut aufbewahrt und in Ehren hält, sondern Gedächtnis und lebendiges Feuer der Seele allen Apostolats in diesem Land, das den Eifer für die Evangelisierung stets zu erneuern und zu entfachen imstande ist. Auf dass sich die Kirche im Japan unserer Tage mit all ihren Schwierigkeiten und Hoffnungen berufen fühlt, jeden Tag die Botschaft zu hören, die Paul Miki von seinem Kreuz aus verkündete, und mit allen Männern und Frauen die Freude und die Schönheit des Evangeliums zu teilen, das der Weg, die Wahrheit und das Leben ist (vgl. Joh 14,6). Auf dass wir uns jeden Tag von dem lösen, was uns belastet und hinderlich ist, um in Demut, Freiheit, Freimütigkeit und Liebe unseren Weg zu gehen.
Brüder und Schwestern, an diesem Ort verbinden wir uns auch mit den Christen, die heute in vielen Teilen der Welt des Glaubens wegen leiden und das Martyrium erdulden. Die Märtyrer des 21. Jahrhunderts fragen uns mit ihrem Zeugnis an, auf dass wir mutig den Weg der Seligpreisungen gehen. Beten wir für sie und mit ihnen; erheben wir unsere Stimme, dass die Religionsfreiheit für alle und in allen Teilen der Erde gewährleistet wird, und erheben wir unsere Stimme ebenso gegen jegliche Manipulierung der Religionen »durch die politischen Bestrebungen von Integralismus und Spaltung sowie durch maßlos gewinnorientierte Systeme und abscheuliche ideologische Tendenzen, die die Handlungen und Schicksale der Menschen manipulieren«.1
Bitten wir die selige Jungfrau Maria, die Königin der Märtyrer, den heiligen Paul Miki und alle seine Gefährten, die im Laufe der Geschichte mit ihrem Leben die Wundertaten des Herrn verkündet haben, um ihre Fürsprache für euer Land und für die ganze Kirche, dass ihr Opfer die Freude an der Mission wecke und lebendig halte.
Angelus Dómini nuntiávit Mariae...
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[1] Dokument über die Brüderlichkeit aller Menschen, Abu Dabi, 4. Februar 2019.
[01858-DE.02] [Originalsprache: Spanisch]
Traduzione in lingua portoghese
Queridos irmãos e irmãs, bom dia!
Estava ansioso pela chegada deste momento. Venho como peregrino para rezar, confirmar e também ser confirmado na fé por estes irmãos, que nos mostram o caminho com o seu testemunho e dedicação. Agradeço-vos as boas-vindas.
Este santuário evoca as imagens e nomes dos cristãos que foram martirizados há muitos anos, a começar de Paulo Miki e seus companheiros em 5 de fevereiro de 1597, e a multidão doutros mártires que consagraram este campo com o seu sofrimento e a sua morte.
Mais que de morte, porém, este santuário fala-nos do triunfo da vida. São João Paulo II viu este lugar não só como o monte dos mártires, mas também como um verdadeiro Monte das Bem-aventuranças, onde podemos captar o testemunho de homens repletos de Espírito Santo, libertos do egoísmo, das comodidades e do orgulho (cf. Gaudete et exsultate, 65). Pois aqui a luz do Evangelho brilhou no amor que triunfou sobre a perseguição e a espada.
Este lugar é, antes de mais nada, um monumento que anuncia a Páscoa, porque proclama que a última palavra – não obstante todas as provas em contrário – não pertence à morte, mas à vida. Não somos chamados à morte, mas a uma Vida em plenitude: assim o anunciaram eles. É verdade que, aqui, há a obscuridade da morte e do martírio, mas anuncia-se também a luz da ressurreição, pois o sangue dos mártires torna-se semente da vida nova que Cristo nos quer dar a todos. O seu testemunho confirma-nos na fé e ajuda-nos a renovar a nossa dedicação e compromisso de viver o discipulado missionário que sabe trabalhar por uma cultura capaz de proteger e defender sempre toda a vida, através do «martírio» do serviço diário e silencioso prestado a todos, especialmente aos mais necessitados.
Venho a este monumento dedicado aos mártires para me encontrar com estes homens e mulheres santos, e quero fazê-lo com a pequenez daquele jovem jesuíta que vinha dos «confins da terra» e encontrou uma fonte profunda de inspiração e renovação na história dos primeiros mártires japoneses. Não esqueçamos o amor do seu sacrifício! Que não fique uma gloriosa relíquia de feitos passados, bem conservada e honrada num museu, mas seja memória e fogo vivo da alma de todo o apostolado nesta terra, capaz de renovar e inflamar incessantemente o zelo evangelizador. Que a Igreja no Japão de hoje, com todas as suas dificuldades e promessas, se sinta chamada a escutar cada dia a mensagem proclamada por São Paulo Miki, do alto da sua cruz, e a partilhar com todos os homens e mulheres a alegria e a beleza do Evangelho que é Caminho, Verdade e Vida (cf. Jo 14, 6). Possamos cada dia libertar-nos de todo o peso que nos sobrecarrega e impede de caminhar com humildade, liberdade, ousadia e amor.
Irmãos, neste lugar, unimo-nos também aos cristãos que hoje, em tantas partes do mundo, sofrem e vivem o martírio por causa da fé. Mártires do século XXI, que nos interpelam com o seu testemunho a seguir corajosamente o caminho das Bem-aventuranças. Rezemos por eles e com eles, e ergamos a voz para que a liberdade religiosa seja garantida a todos nos vários cantos do planeta; e ergamos a voz também contra toda a manipulação das religiões «pelas políticas de integralismo e divisão, pelos sistemas de lucro desmesurado e pelas tendências ideológicas odiosas, que manipulam as ações e os destinos dos homens» (Documento sobre a fraternidade humana, Abu Dhabi, 4/II/2019).
A Nossa Senhora, Rainha dos Mártires, a São Paulo Miki e a todos os seus companheiros que, ao longo da história, proclamaram com a vida as maravilhas do Senhor, peçamos que intercedam pela vossa terra e por toda a Igreja a fim de que o seu sacrifício suscite e mantenha viva a alegria da missão.
Angelus Dómini nuntiávit Mariae...
[01858-PO.02] [Texto original: Espanhol]
Traduzione in lingua polacca
Drodzy bracia i siostry, dzień dobry.
Nie mogłem się doczekać tej chwili. Przybywam jako pielgrzym, aby się modlić, umocnić, a także, aby być umocnionym w wierze przez tych braci, którzy swoim świadectwem i poświęceniem wskazują nam drogę. Jestem wam wdzięczny za powitanie.
To sanktuarium przywołuje obrazy i imiona chrześcijan, którzy zostali umęczeni wiele lat temu, poczynając od Pawła Miki i jego towarzyszy, 5 lutego 1597 r., a także rzeszę innych męczenników, którzy uświęcili tę glebę swoim cierpieniem i śmiercią.
Nie ulega wątpliwości, że to sanktuarium mówi nam nie tyle o śmierci, ile o zwycięstwie życia. Św. Jan Paweł II widział to miejsce nie tylko jako górę męczenników, ale jako prawdziwą Górę Błogosławieństw, gdzie możemy dostrzec świadectwo ludzi napełnionych Duchem Świętym, wolnych od egoizmu, lenistwa czy pychy (por. Adhort. apost. Gaudete et exsultate, 65). Tutaj bowiem światło Ewangelii zajaśniało w miłości, która zatriumfowała nad prześladowaniem i mieczem.
To miejsce jest przede wszystkim pomnikiem głoszącym Paschę, oznajmia bowiem, że ostatnie słowo - mimo iż wszystkie dowody temu przeczą - nie należy do śmierci, ale do życia. Nie jesteśmy powołani do śmierci, ale do Życia w pełni; oni to ogłosili. To prawda, jest tutaj ciemność śmierci i męczeństwa, ale głoszone jest tutaj także światło zmartwychwstania, gdzie krew męczenników staje się nasieniem nowego życia, które Jezus Chrystus chce dać nam wszystkim. Ich świadectwo umacnia nas w wierze i pomaga nam odnowić naszą ofiarność i zaangażowanie, aby żyć uczniostwem misyjnym, które potrafi działać na rzecz kultury zdolnej do chronienia i bronienia zawsze każdego życia poprzez „męczeństwo” codziennej i cichej służby wszystkim, a zwłaszcza najbardziej potrzebującym.
Przybywam do tego pomnika poświęconego męczennikom, aby się spotkać z tymi świętymi mężczyznami i kobietami, a pragnę to uczynić z małością tego młodego jezuity, który przybywał z „krańców ziemi” i znalazł głębokie źródło inspiracji i odnowy w historii pierwszych japońskich męczenników. Nie zapominajmy o miłości ich ofiary! Niech nie będzie to chwalebna relikwia przeszłych czynów, dobrze zachowana i uczczona w muzeum, ale niech będzie pamięcią i żywym ogniem duszy każdego apostolstwa na tej ziemi, zdolną by zawsze odnawiać i rozpalać zapał ewangelizacji. Niech Kościół we współczesnej Japonii, ze wszystkimi swoimi trudnościami i nadziejami czuje się wezwany do słuchania każdego dnia orędzia głoszonego przez św. Pawła Miki z jego krzyża i dzielenia się ze wszystkimi mężczyznami i kobietami radością i pięknem Ewangelii, która jest drogą, prawdą i życiem (por. J 14, 6). Obyśmy codziennie uwalniali się od wszystkiego, co nas obciąża i przeszkadza nam podążać z pokorą, wolnością, parezją i miłosierdziem.
Bracia, w tym miejscu łączymy się również z chrześcijanami, którzy dzisiaj w wielu częściach świata cierpią i doświadczają męczeństwa z powodu swej wiary. Męczennicy XXI wieku, którzy wzywają nas swoim świadectwem, abyśmy odważnie podążali drogą Błogosławieństw. Módlmy się za nich i wraz z nimi, i domagajmy się, aby zapewniono wolność religijną wszystkim i we wszystkich zakątkach planety. Zaprotestujmy też przeciwko wszelkim manipulacjom religii dokonywanym przez „politykę ekstremizmu i podziału, przez systemy nieskrępowanego zysku lub przez nienawistne tendencje ideologiczne, które manipulują działaniami i przyszłością kobiet i mężczyzn” (Dokument o ludzkim braterstwie, Abu Zabi, 4 lutego 2019).
Prośmy Matkę Bożą, Królową Męczenników, św. Pawła Miki i wszystkich jego towarzyszy, którzy na przestrzeni dziejów głosili swoim życiem cuda Pana, aby wstawiali się za waszą ziemią i całym Kościołem, aby ich ofiara rozbudzała i podtrzymywała radość misji.
Angelus Dómini nuntiávit Mariae...
[01858-PL.02] [Testo originale: Spagnolo]
Traduzione in lingua araba
لزيارة الرسولية إلى اليابان
كلمة قداسة البابا فرنسيس
خلال تكريم القدّيسين الشهداء – نصب الشهداء
تل نيشيزاكا
ناغازاكي، 24 نوفمبر/تشرين الثاني 2019
أيها الإخوة والأخوات الأعزّاء، صباح الخير!
كنت انتظر هذه اللحظة بفارغ الصبر. فقد أتيت كحاجّ لأصلّي، وأثبّت بالإيمان، وأثبت أنا أيضًا بإيمان هؤلاء الأخوة، الذين يدلّونا بشهادتهم وتفانيهم على الطريق. أشكركم على ترحيبكم.
إن هذا النصب يعرض صور وأسماء المسيحيّين الذين استشهدوا منذ سنوات عديدة، بدءًا من بابلو ميكي ورفاقه، في 5 فبراير/شباط 1597، وإلى عدد كبير من الشهداء الآخرين الذين قدّسوا هذا المكان بمعاناتهم وموتهم.
ودون شكّ، إن هذا النصب يحدّثنا عن انتصار الحياة أكثر منه عن الموت. لقد رأى القدّيس يوحنا بولس الثاني هذا المكان ليس فقط كجبل الشهداء، بل كجبل تطويبات حقيقيّ، حيث يمكننا أن نلمس شهادة رجال ملأهم الروح القدس، وقد تحرّروا من الأنانيّة والراحة والكبرياء (را. الإرشاد الرسولي افرحوا وابتهجوا، 65). لأن نور الإنجيل قد تألّق هنا في المحبّة التي انتصرت على الاضطهاد والسيف.
هذا المكان هو أوّلًا وقبل كلّ شيء نصب تذكاريّ يعلن الفصح، لأنه يعلن أن كلمة الفصل -رغم كلّ الأدلّة المخالفة- ليست للموت بل للحياة. فنحن لسنا مدعوّين إلى الموت بل إلى الحياة بالملء؛ وهم قد أعلنوا ذلك. أجل، هناك ظلام الموت والشهادة، ولكن ضوء القيامة يُعلن أيضًا، حيث يتحوّل دم الشهداء إلى نواة الحياة الجديدة التي يريد يسوع أن يمنحها لنا جميعًا. إن شهادتهم تثبّتنا في الإيمان وتساعدنا على تجديد تفانينا والتزامنا، كي نعيش تلمذة إرساليّة تعرف كيف تعمل من أجل ثقافة قادرة على حماية كلّ حياة والدفاع عنها على الدوام، من خلال "شهادة" الخدمة اليومية والصامتة المقدّمة للجميع، ولاسيّما للأكثر احتياجًا.
جئت إلى هذا النصب التذكاريّ للشهداء كي ألتقي بهؤلاء الرجال والنساء القدّيسين، وأريد أن ألتقي بهم عبر صِغرِ ذاك الشابّ اليسوعي الذي جاء من "أقاصي الأرض"، ووجد مصدرًا عميقًا للإلهام والتجديد، في تاريخ أوّل شهداء يابانيّين. لا ننسينّ محبّة تضحياتهم! لا يجب أن تبقى مجرّد ذخيرة مجيدة من أفعال الماضي، نحتفظ بها ونكرّمها جيّدًا في أحد المتاحف، بل ذكرى ونار حيّة لروح كلّ إرساليّ على هذه الأرض، قادرة دائمًا على تجديد وإشعال حماسة التبشير. أتمنّى للكنيسة في يابان اليوم، مع كلّ صعوباتها ووعودها، أن تشعر بالدعوة للاستماع كلّ يوم إلى الرسالة التي أعلنها القدّيس بابلو ميكي من صليبه، ولمشاركة كلّ الرجال والنساء بفرح وجمال الإنجيل، الذي هو الطريق والحقّ والحياة (را. يو 14، 6)؛ عسى أن نتحرّر يوميًّا من كلّ ما يثقل علينا ويمنعنا من المسير بتواضع وحرّية وصدق ومحبّة.
أيها الإخوة، إننا نتحّد أيضًا في هذا المكان، بالمسيحيّين الذين، في أجزاء كثيرة من العالم اليوم، يعانون ويستشهدون بسبب إيمانهم. شهداء القرن الحادي والعشرين الذين يستحثّوننا بشهادتهم لأن نسلك بشجاعة درب الطوبى. دعونا نصلّي من أجلهم ومعهم، ولنرفع الصوت كيما تضمن الحرّية الدينية للجميع وفي جميع أنحاء الكوكب، ولنرفع صوتنا أيضًا ضدّ كلّ تلاعب بالأديان من قِبَلِ "سياسات التَّعَصُّبِ والتَّفرِقةِ، التي تَعبَثُ بمَصائِرِ الشُّعُوبِ ومُقَدَّراتِهم، وأَنظِمةُ التَّرَبُّحِ الأَعْمَى، والتَّوَجُّهاتُ الأيدلوجيَّةِ البَغِيضةِ"[1].
لنسأل السيّدة العذراء، سلطانة الشهداء، والقدّيس بابلو ميكي ورفاقه الذين حدّثوا عبر التاريخ بعجائب الربّ، أن يتشفّعوا بأرضكم وبالكنيسة جمعاء، كيما توقِظ شهادتُهم فرحَ الرسالة وتحفظه.
[1] Documento sobre la fraternidad humana, Abu Dabi, 4 febrero 2019.
[01858-EN.01] [Original text: Spanish]
[B0917-XX.02]